Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.
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Dopo Povere creature! Lanthimos costruisce un film in neanche 6 mesi e riesce ancora una volta a sapere quello che fà. Poco apprezzato dalla critica, ignorato dal pubblico, kind of kindness comunque è una bella ventata di freschezza in un panorama cinematografico estivo appiattito sul solito remake Disney che salva il botteghino. Tre storie sull'ossessione, in cui i personaggi sono complementari, il train d'union è l'ospedale badate bene. Con un cast superbo, in cui brillano Plemens, Willem Dafoe e OVVIAMENTE la Emma Stone il regista greco sa esattamente dove andare a parare. Le metafore sono tre, la ricerca dell'amore, la ricerca dell'identità e la ricerca del messia. In tutte e tre le storie i personaggi quasi si incontrano con i loro doppi, cosa non semplice, ma Lanthimos padroneggia la sceneggiatura anche meglio di così. Il balletto finale della Stone da solo vale tutto il film. La metafora del mondo dominato dai cani è una genialata.