Marty Piletti ha trentacinque anni, è italoamericano, fa il macellaio e vive con la vecchia madre. Le sue sorelle e i suoi fratelli si sono sposati e se ne sono andati di casa da un bel pezzo. Grosso e timido, teme di non trovare alcuna ragazza che lo sposi e a causa di questo viene assillato dalla madre. Poi, un giorno, conosce una giovane con molte affinità e diventa un altro. Mamma e agli amici però lo preferivano com'era prima.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Incensatissimo film sentimentale a metà tra commedia e dramma, addirittura appartiene alla ristretta elìte dei film che sono riusciti a vincere sia la Palma D'Oro che l'Oscar al miglior film, ora, l'ho trovato carino, e probabilmente al tempo le sue tematiche non erano spiattellate come oggi, tuttavia non mi sembra sia resistito granché allo scorrere del tempo anzi.
Mi ha dato l'impressione di essere stato quel film super didascalico, oserei dire didattico, la cui funzione primaria è quella di, con tutta la buona fede del mondo ovviamente, cercare di sensibilizzare riguardo le tematiche trattate, dalla concezione di bellezza, alle aspettative sociali, e lo fa anche bene, narrativamente riesce a trattare tutto questo, fin dalle prime battute, senza particolari compromessi, le pressioni che riceve Marty per essere ancora scapolo a 34 da famiglia e amici, vengono rappresentate come pedanti e invadenti, così come la scena della festa è l'ideale per empatizzare col personaggio, chi non si è mai sentito in imbarazzo ad una festa, chi non si è mai sentito fuori posto? In questo senso il film funziona bene, così come nel suo esorcizzare la paura dell'opinione e delle aspettative altrui, con questi amici di Marty dediti alla bella vita e alla faiga a volontà che scherniscono la ragazza di cui Marty si è infatuato, la stessa madre di Marty cerca di sminuirla probabilmente per una paura intrinseca di venire trascurata dal figlio una volta sposato - entrando in una sorta di paradosso in cui desidera il figlio che si sistemi per puro prestigio sociale ma desidera pure che non si sistemi per continuare a ricevere delle determinate attenzioni che secondo lei verrebbero a mancare - arrivando ad un finale in cui il protagonista, una volta affrontato questo percorso, nemmeno troppo approfondito, decide per l'autodeterminazione personale e per l'abbandono di tutti gli stigmi precedenti.
Tutto molto giusto, quello in cui pecca il film è lo stile, fin troppo suggerito, dai primi momenti cerca di sbatterti in faccia il significato - quando le clienti di Marty fanno tutte la stessa domanda, chiedendogli se non si vergogna ad essere il fratello maggiore ed essere l'unico non ancora sposato - e continua così praticamente sempre, poi per carità è stata sapiente la scelta di una durata poco corposa e riuscire a tagliare corto, considerato il tipo di film, ma fondamentalmente non resta più che una simpatica commedia romantica che ad oggi è considerabile estremamente convenzionale, in ogni caso, ottime interpretazioni, specialmente di Borgnine molto in parte nel suo essere un po' timido e impacciato, ma capace di affrontare un grande cambiamento.
Era da tanto che volevo vederlo, ma si sa che i film più "desiderati" sono difficili da trovare. Le mie aspettative non sono state disattese: MARTY è una commedia sentimentale molto gradevole, ispirata nelle interpretazioni e garbata nella narrazione, dove si racconta una storia che ha il sapore quasi di una favola, forse un po' retorica ma, a mio avviso, sincera e genuina. Borgnine è da applausi, il resto del cast non dispiace, la regia non mostra nessuna pecca evidente e la linearità narrativa si mantiene sempre su livelli alti. Unico appunto, per quanto mi riguarda, è la durata abbastanza contenuta che non si addentra a dinamiche, solo accennate, che avrebbero incuriosito e coinvolto maggiormente, magari con un finale più dettagliato e più vivace. Comunque, un buonissimo film che ho visto (finalmente) con piacere.
Il titolo Italiano è fuorviante, non ci troviamo di fronte ad un timido incapace di interagire con l'altro sesso, almeno non incapace quanto lo sono stato io, ma semplicemente con uno scapolo "anziano" inserito in una societa' che esige che si istemi al piu' presto sposandosi. Ovviamente trovera' l'amore. Gradevole commedia che ha il merito di aggiungere la giusta dose di dramma e malinconia senza eccedere mai in facili sentimentalismi. Malgrado questo ritengo troppo generosa l'attenzione che gli è stata data alla notte degli oscar.
Buoni sentimenti a go go che non cadono mai sotto il livello di guardia. Una pellicola semplice che ha il suo punto di forza - oltre alla prova di Borgnine - nella capacità di fondere insieme gli elementi della commedia ( preponderanti ) e del dramma per dar vita ad un racconto sincero in cui tanti si immedesimeranno.
Bisognerebbe essere esperti di commedie sentimentali americane anni '50 per capire quali grandi elementi meritori vide la critica dell'epoca in questo film rispetto agli altri dello stesso genere prodotti nel periodo. Non che sia brutto, intendiamoci…è brioso, simpatico, tenero, ben scritto e ben recitato, soprattutto dal grande Borgnine che qui dimostra di essere capace non solo a fare il figlio di buona donna sullo schermo. Però qui si parla di quattro Oscar (fra cui miglior film) e di una Palma d'oro a Cannes, oltre ad altri premi minori…a me sembra un po' eccessivo per un film così. Non stiamo parlando di una pellicola degli anni '50 che tu la rivedi oggi e dici: "ammazza quanto era avanti 'sto film per l'epoca, sembra girato ieri"…no no questo è proprio un film tipicamente anni '50 che probabilmente doveva già sembrare un pezzo da museo dopo 3/4 anni dall'uscita…qualsiasi commedia del grande Billy Wilder se lo mangia a colazione. Però va bene dai, negli ultimi anni ho visto fare ben di peggio a livello di assegnazione di premi.
Probabilmente non è un filmone, comunque è un prodotto più che godibile, anche perchè cambiano gli anni, ma personaggi così si potrebbero incontrare anche adesso. Tipo il bamboccione di buon cuore Marty, che vive ancora con la mamma e viene redarguito perchè è ancora scapolo. Poi la sequenza alla sala da ballo e come si sviluppa è fatta davvero bene, esilarante la parte col tipo che vuol smollare Clara per un'altra. Comunque tutti questi oscar mi sembrano troppo per un film carino, ma fondamentalmente innocuo e un po' incompleto. Però grande Borgnine.
Per quanto il successo di critica che ebbe il film si spiega solo se contestualizzato, trovo che Marty e Clara non siano affatto personaggi anacronistici. Sono anzi dipinti con tale garbo e sincerità che anche oggi possono parlare a molti di noi. A me, hanno parlato. Il limite del racconto è tutto nelle sue facili astrazioni, che pure non definirei cliché.
(La traduzione italiana di alcuni dialoghi è davvero grossolana e fuorviante)
Commedia atipica sulla diffcoltà di relazionarsi con gli altri, quegli stessi altri che impongono un cambiamento della tua vita, per poi pentirsi ed in fondo era meglio rimanere come prima. Bravissimo Borgnine in un film delicato in cui il tono leggere lascia trasparire una certa drammaticità di fondo.
Un tenero dramma romantico caratterizzato da un inaspettata dose di realismo che all'epoca parve controcorrente e che ne fu la chiave del successo. Tutto sommato, oggi sembra un buon film abbastanza sopravvalutato, condotto con garbo ed occhio intimo da un regista che col tempo si confermerà solo un impareggiabile direttore d'attori. Opinabile la scelta di troncare il film con un finale così scarno. Comunque eccezionale l'interpretazione di un umanissimo Borgnine e splendido cast di contorno, in cui spicca la commovente Betsy Blair. Una curiosità: il titolo del film è al centro della famigerata domanda truccata in "Quiz Show" di Redford, velenosa satira sul mondo della tv degli anni '50.
Piacevole commedia supportata da un ottimo cast ma che non decolla mai e finisce quando pensi stia per arrivare il "turning point". Nonostante sia del '55, mi aspettavo decisamente di più a livello di trama, e mi stupiscono davvero tutti questi oscar, tranne quello di Borgnine che fa davvero un buon lavoro. Film realista indirizzato verso il pubblico borghese americano; a quanto pare non face l'explit solo agli Academy ma vinse anche a Cannes. Visto ora, purtroppo, perde buona parte del suo "senso".
Commedia tenera caratterizzata da un certo realismo che la rende anomala nel panorama delle commedie americane anni '50. Il protagonista infatti, un bravissimo e naturalissimo Borgnine, è una figura totalmente estranea dai canoni hollywoodiani: un italo-americano brutto, ignorantello, senza aspirazioni sociali. Forse è questo il merito principale del film, e cioè aver fatto scoprire che in America esisteva un vasto pubblico, semplice e modesto, che normalmente era ignorato nelle rappresentazioni del cinema e che sarebbe diventato il principale fruitore della tv.
Visto occasionalmente sapendo già che avesse vinto alcuni oscar, incluso quello come miglior film, devo ammettere che è stato sopravalutato ai suoi tempi (al punto che oggi non si sente parlare se non per gli oscar presi).
Comunque sia è un film che rappresenta una realtà di quegli anni '50 e che oggi è tutt'altro che diverso, ma ci sono certe tradizioni/maniere che non cambiano facilmente e lo fa notare bene. Attori molto bravi, gli amici di Marty, sceneggiatura discreta, una pellicola in bianco e nero, poco da dire su ciò che non esiste più. Bel buon finale.