pieta' regia di Kim Ki-duk Corea del Sud 2012
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pieta' (2012)

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locandina del film PIETA'

Titolo Originale: PIETA

RegiaKim Ki-duk

InterpretiLee Jun-Jin, Jo Min-Su

Durata: h 1.36
NazionalitàCorea del Sud 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2012

•  Altri film di Kim Ki-duk

Trama del film Pieta'

Il film parla di un uomo violento e brutale che lavora per uno strozzino arrivista e crudele. L'uomo non ha famiglia, nessuno che gli voglia bene, nessuno per cui doversi preoccupare. Quando deve compiere le sue malefatte, non ha timore né esitazioni. Un giorno incontra una donna misteriosa che afferma di essere sua madre. All’inizio lui non le crede perché non ricorda assolutamente di aver mai avuto una madre, ma pian piano inizia ad affezionarsi alla donna finché non ne scoprirà il triste ma terribile segreto.

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Voto Visitatori:   7,11 / 10 (56 voti)7,11Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Pieta', 56 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

mauro84  @  17/01/2021 20:36:58
   7 / 10
Oggi mi sono recuperato questo buon film del maestro coreano compianto. Trama nel complesso godibile. Un film molto violento ed emotivo. Molto particolare nella sua realizzazione.. Finale duro e onesto..

Lee Jun-Jin & Jo Min-Su: una buona coppia, che ha recitato in modo esemplare l'intera pellicola. Cinici e freddi sempre. Ottimi attori.

Il regista disegna con questa pellicola una delle sue chicche, poco apprezzate dal pubblico, ma tanto da quel festival di Venezia. Un gran lavoro il suo nel complesso e alla fine riesce a trasmettere quelle emozioni utili alla buona causa.

Uno dei migliori drammatici, con violenza, del cinema coreano approdato in Italia.

Thorondir  @  16/10/2016 12:44:42
   7 / 10
Un buon film, ma un passo indietro rispetto a lavori come Primavera, estate... La casa vuota e Time. Quì c'è meno poetica e più cattiveria, una fotografia molto più oscura e personaggi profondamente ambigui non tratteggiati perfettamente da una sceneggiatura che fa fatica a decollare. I film di Kim Ki Duk sono comunque opere che ti lasciano qualcosa, e questo riesce anche a Pietà.

GianniArshavin  @  26/05/2016 13:20:04
   7½ / 10
Pietà continua il percorso iniziato da Kim Ki Duk più o meno con Time , un percorso forse meno poetico e lirico rispetto al passato ma più tangibile,accessibile e non per questo meno elevato qualitativamente.
Pietà riprende lo stile tipico del regista coreano , ci sono le solite inquadrature che sembrano dipinti e ci sono i silenzi , ma come detto a questi elementi vengono affiancati dialoghi più corposi , una dose massiccia di violenza (un po come nei suoi primi lavori) ed una storia maggiormente alla portata di tutti e meno simbolica.
La trama ha come tema centrale la vendetta , una vendetta che ricorda da vicino quelle di Park Chan Wook e che nasce dal dolore, dalla mancanza di soldi o dall'attaccamento eccessivo allo stesso denaro. In verità la vicenda appare un po masticata per chi è avvezzo al cinema orientale , ma nonostante la scarsa originalità la storia prende per il forte impatto emotivo di scene e immagini.
La pellicola propone molte sequenze forti ed evocative , come ad esempio la scena finale , ma allo stesso tempo ci sono alcuni passaggi riempitivi che potevano essere limati.
Tecnicamente il titolo è curato , non raggiunge il sublime come succede in altri lavori dell'artista asiatico ma non sfigura assolutamente. Buoni gli attori ma non eccezionali mentre perfetta l'ambientazione , la squallida periferia di Seul.
Dunque un Kim non impeccabile ma sempre di alto profilo , un autore che sembra aver intrapreso un nuovo parziale percorso e nonostante questa scelta riesce a non perdere troppi colpi per strada.

Crabbe  @  14/03/2016 09:38:06
   5 / 10
Il Kim Ki Duk che vinse il Leone d'oro 2012 è un regista che ricicla, che prende quel che ha fatto in passato e lo ripropone senza passione.

Un film senz'anima.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  01/08/2015 16:53:49
   8½ / 10
FIlm eccellente. Siamo non soltanto di fronte all'ennesimo capolavoro di Kim-Ki-Duk ma concordo (come quasi sempre) con l'immenso Kowalski sul fatto che si tratta di una vera tragedia greca del V secolo A.C. trapiantata in Asia. Recitato e diretto magistralmente. Una esternazione di violenza lucida e ragionata. Scandagliando sempre nelle miserie del genere umano. n film forte... per palati giusti però come spesso avviene per il filone nippo/coreano.

_Hollow_  @  09/01/2015 12:38:38
   8 / 10
Mai commentato :/

L'ho visto una marea di tempo fa, ai tempi del premio a Venezia, quindi nel dettaglio non lo ricordo più bene. Fosse Ferro 3 o Primavera, estate ... mi sarebbe rimasto indelebile nella mente (va anche detto che penso di averli visti entrambi più di una volta), invece una delle poche cose che ricordo di Pietà è il finale (molto kimkidukkiano e decisamente memorabile).
Comunque m'aveva fatto una bella impressione, anche se non lo reputo al pari né dei due capolavori citati né di altri suoi film (Address Unknown, Bad Guy, L'isola, per citarne qualcuno).

pak7  @  09/01/2015 12:21:30
   7½ / 10
Davvero diverso agli unici due che ho visto di Kim: Primavera..... e Ferro 3. Molto più violento, con uno stile che ricorda un pò i lavori di Park Chan Wook (il tema della vendetta) è una pellicola ben scritta, non priva però di qualche forzatura di troppo (specialmente nei minuti finali)

impanicato  @  27/10/2014 20:37:55
   7 / 10
Cosa sono i soldi? L'inizio e la fine di tutto il mondo. Sarebbe potuto essere questo l'elemento chiave su cui ruotano tutte le vicende, ed in parte lo é. Il denaro, infatti, fa parte della vita di chiunque essere umano dalla nascita sino all'inevitabile morte. Il denaro dá ed il denaro toglie. E non solo beni materiali, ma anche sentimenti e affetti.
Kim Ki-Duk ci presenta una tragedia greca in chiave moderna come solo lui sa fare, con eccessiva freddezza, quasi snervante. La regia e la fotografia sono perfette. Ma c'é qualcosa che non va per i miei gusti. Ció che poteva essere un bellissimo dramma familiare, trattato decisamente bene, si trasforma in un revenge movie tanto caro ai registi orientali. Non ho apprezzato nemmeno la scelta di alcune scene forzate, veramente esagerate.
Ottimo il finale che mi ricorda la fine del troiano Ettore per mano di Achille nell'Iliade.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  18/09/2014 18:54:15
   6½ / 10
In quanto a stile è il solito Kim Ki-duk, duro e cattivo, ma a proposito di qualità siamo comunque lontani dalle sue migliori opere. Sia chiaro che i lavori di KKD anche quando sono meno ispirati non sono mai brutti nè banali, ma vedere un film che parte non bene, benissimo, con quello che sembra un dilaniante dramma familiare diventare niente di più di



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mi ha fatto un po' cadere le palle. Anche i due protagonisti convincono poco: troppo grottesca la madre, troppo ingenuo per essere credibile il figlio.
Il messaggio c'è (quanto è vile il dio denaro!), ma a mio avviso rimane un film minore nella filmografia del cineasta coreano. Curioso che proprio con questo KKD abbia vinto un premio prestigioso come il Leone d'Oro, forse un risarcimento per altri trofei mai ricevuti.

horror83  @  13/09/2014 09:36:59
   5 / 10
Mi trovo in difficoltà a dare un voto a questo film, perchè da una parte la trama mi è abbastanza piaciuta, però dall'altra ci sono state 2-3 scene fatte solo per disgustare lo spettatore e per creare scandalo. In più il ritmo narrativo è decisamente lento, e il protagonista è irritante. Diciamo che Kim Ki-duk ha voluto un pò imitare Chan-wook Park, (con i film sulla vendetta), ma è ancora molto lontano dai bei film che fa quest'ultimo. Cmq non mi lascio scoraggiare, e vedrò altri film di questo regista! Peccato, per quanto mi riguarda questo film è un occasione mancata, perchè la vendetta è stata architettata bene, e in maniera originale, ma per il resto non mi ha entusiasmata!

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  12/09/2014 11:45:58
   7 / 10
Sempre bravo Kim Ki-Duk, anche se questo film, nonostante la statuetta veneziana, non è il suo lavoro migliore.
La storia è semplice e leggermente scontata, ma la mano del regista si vede eccome. Bellissima la sequenza finale.
Anche se non al suo meglio, Kim Ki-Duk merita sempre, e senza dubbio, una visione.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/07/2014 17:07:04
   7½ / 10
Il Maestro coreano è sempre il Maestro. Ki-Duk ha raggiunto una qualità tecnica e una statura di autore che a pochi è data oggi di vantare. Nessuno può contestare la grandiosità dei suoi progetti, della sua visione del cinema. Ma non si può non notare che la sua fantasia vada esaurendosi, com'è naturale che sia.

Pietà è un bel film, un elegante esercizio stilistico, un manuale di cinema per i giovani registi e una garanzia per chi si voglia godere due orette di grande schermo. Come sempre, al centro non è la parola, ma l'immagine, o meglio il gioco con l'iconografia e il suo significato. Ki-Duk non è solo un genio del cinema sentimentale, ma anche un raffinato conoscitore dell'apparato visivo e concettuale dell'Occidente. Poche immagini, spesso ripetute fino alla noia (questa la prima parte del film), per esprimere una vita di emozioni e dolore. Bisogna portare pazienza con "Pietà". Superare la prima parte, violenta e quasi stilizzata, e arrivare alla seconda, la quale ci ricorda il grandissimo artista di "Ferro 3". Il concetto della pietà come vendetta è esemplificato da una storia simbolica, una parabola, una fiaba orientale che ha preso in prestito i nodi filosofici della nostra cultura. Impossibile cancellare dalla memoria la maestosa scena finale. A partire dai due protagonisti iniziali, marito e moglie distrutti in giovinezza dalla cruda realtà della violenza, fino a quello straordinario campo totale con il furgone e la scia di sangue. Forse una delle immagini più belle e dolorose della storia del cinema.

Tuonato  @  29/04/2014 21:03:53
   6 / 10
Nuuuuuuuuu!
E quand'ho capito che ci voleva propinare la vendetta mi sono messo comodo tutto pieno di cattivi presentimenti ("madocaxxovai...", autocit.).
E pure il premio gli hanno dato.
Mi aspetto colmino il gap e sul lido dedichino allora una statua a Park.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  22/10/2013 15:32:29
   6½ / 10
spoiler giganteschi

Saranno i 129 schiaffi che a turno i protagonisti si danno tra di loro ma questa è la sensazione che ho avuto
durante la visione, uno schiaffo in faccia da parte di uno di quei registi che mai mi avevano tradito e che almeno in 2 occasioni, con Ferro 3 e Primavera, Estate..., mi avevano fatto provare l'ebrezza del capolavoro.
Ora, Pietà non è un brutto film, tutt'altro. E per molti è anche un gran film, per alcuni persino un capolavoro.
Ha vinto Venezia, non scordiamocelo.
Ma io non ci ho ritrovato quasi mai la magia e la poesia dei film di Kim.
Un'ottimo soggetto diluito in quasi 2 ore di piene di pause, ripetizioni di scene come le varie "riscossioni" tutte in luoghi identici uno all'altro (va bene l'artigiano, ma tutti in 3 metri quadri? ),tutte con dinamiche identiche una all'altra, tutte con frasi identiche una all'altra,oppure le 4,5 in cui lui va a cercare sua madre, scene francamente inutili e altre incoerentemente provocatorie (perchè, alla luce del colpo di scena arrivare a quei punti tra "madre" e figlio ad esempio?).
Intendiamoci, anche in capolavori come Old Boy, Lady Vendetta e grandi film come Confessions la vendetta, se ben analizzata, aveva un'architettura così inverosimile da rischiare di far crollare il castello ma era così bella, emozionante e coinvolgente la macchina cinema che gli stava alle spalle da farci dimenticare tutto il resto.
Qui, paradossalmente, la vicenda e la vendetta raccontate sono molto più verosimili e realistiche ma è il modo di raccontare di Kim che non convince.
Non c'è pathos, non c'è ritmo, la fotografia e la regia, a tratti, avevano uno stampo televisivo. E l'attore protagonista è così insopportabile che non ho minimamente vissuto il suo "cambiamento" e il suo dramma.
Kim, un maestro della sottrazione, vuoi delle parole (Ferro 3) vuoi con le metafore (figura retorica che agisce, appunto, per sottrazione) come ad esempio in Primavera, anche qua usa tantissimi simbolismi ma in un modo che ho trovato abbastanza e inutilmente provocatorio. L'incesto, la masturbazione, la scena scatologica della cacca che Kim vorrebbe far diventare escatologica, lei che lo imbocca e lui che gioca coi palloncini, tutto mi è sembrato mera provocazione.
E pensando a Moebius forse è così, Kim ha sbroccato.
Eppure il soggetto è ottimo e aveva tutto per darci un altro grande Kim.
Si è parlato di film violentissimo ma o io avevo una versione censurata oppure non ho visto una singola violenza in campo, tutto fuori. Tra l'altro con due cadute dall'alto abbastanza fantozziane.
E anche l'autopunizione finale, specie per come viene messa in pratica, mi sembra esagerata, alla fine il ragazzo era stato ingannato e avrei visto più giustificata una sua reazione rabbiosa che un pentimento così grande.
E quella scia di sangue che copiosa viene lasciata per decine di km è davvero incredibile e inverosimile.
Non so...
Ovviamente il film è buono, la recensione tutta negativa è soltanto frutto di una discreta delusione.
Ma se non ci fosse dietro Kim e il Leone d'Oro credo che pochissimi annovererebbero Pietà tra i capolavori del cinema con gli occhi a mandorla.
La vendetta, la redenzione, il pentimento, il dolore, la cattiveria e, forse,soltanto forse, la pietà, c'è tanto.
Ma qui, nel mio cuore,è arrivato ben poco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  18/09/2013 00:22:18
   6½ / 10
Forse erano troppo alte le mie aspettative...Ho sempre adorato Kim Ki-Duk, leone d'oro a Venezia, film molto sadico... In realta' l'ultimo aspetto mi è sfuggito un po' e trovo anche meno raffinata la regia.
Certo il tema del film ha ben poco di raffinato, stiamo pur sempre parlando di uno spietato strozzino (altro che "amico di famiglia" di Sorrentino) che ritrova un po' di anima solo dopo aver conosciuto la propria(?) Madre.
E' proprio la figura di quest'ultima che non mi ha convinto. Al limite del grottesco questo personaggio ha continui sbalzi di umore e comportamenti alquanto ridicoli.
Speravo meglio...

Trixter  @  16/09/2013 09:54:21
   6½ / 10
Il messaggio è sicuramente forte, emotivamente potente. Le ambientazioni di Pietà sono altrettanto squallide e drammatiche, sembrano esasperare il vuoto, la solitudine, lo sporco interiore del protagonista. E per questo azzeccatissime. La trama, altresì, è intrigante ed è ben accompagnata da interpretazioni a mio parere convincenti. Il problema, secondo me, sono i dialoghi, a volte caricaturali (o volutamente grotteschi?) ed un ritmo troppo compassato (per i miei gusti, s'intende). Nel complesso, Pietà è un bel film, interessante e ben diretto, ma non è riuscito a coinvolgermi come, invece, avrebbe potuto.

TheLegend  @  15/09/2013 05:09:49
   5½ / 10
Molte scene sembrano fini e se stesse e senza un vero significato.
Un film che ha poco da dire ed è capace solo di esibire violenza.
Un Kim Ki-duk sottotono.

benzo24  @  09/09/2013 17:54:25
   4 / 10
Delusione. Film prevedibile fin dall'inizio. Cerca di scimiottare park senza avere la solennità delle sue opere. Certe scene sono più per scioccare che per un vero significato. Noioso.

topsecret  @  07/09/2013 17:14:05
   7½ / 10
La signora Vendetta gioca le sue carte peggiori e per riuscire nel suo intento fa leva sull'amore.
Un buonissimo film del regista Kim Ki-duk, dalla realizzazione emotiva impeccabile, che merita il Leone d'Oro regalando al pubblico un vortice morboso, crudo ed impietoso di emozioni umane e forti che tengono incollati al video fino al tanto tragico quanto poetico epilogo.
Forse un po' prevedibile all'inizio della seconda parte, ma rimane un film che mantiene sempre un alone di drammaticità che coinvolge, trasmettendo tante sensazioni diverse che fanno riflettere.
Ottimi i protagonisti.

pinhead88  @  23/07/2013 03:08:23
   8 / 10
Il Dio denaro visto come inizio e fine di ogni cosa, un terzo incomodo che si pone tra l'amore e la morte, impossessandosi anche di questi ultimi e diventando quindi l'unico punto di riferimento nella vita. Non rimane appunto che la pietà.
Questa morale sarà pure facilotta e scontata, ma davanti si pone una storia articolata, densa di pathos e con delle scene da paura.
Un Ki-Duk poeticamente terreno.

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Ultima risposta 03/09/2013 19.23.19
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barone_rosso  @  15/07/2013 23:09:45
   4½ / 10
Concordo col commento sotto di Inamoto89, che giustamente evidenzia quanto siano surreali alcune scene, il protagonista sempre immortale in confronto alle sue vittime, per non parlare del rapporto con la presunta madre, fatto di scene al limite dell'assurdo. Aggiungiamo una buona dose di sonno. Peccato perchè con la trama si poteva fare qualcosa di buono.

TonyStark  @  29/06/2013 14:47:09
   5 / 10
regia e recitazione mi sono sembrate dozzinali, anche se la storia raccontata è coinvolgente.

Sayurisama  @  10/06/2013 17:00:07
   7½ / 10
Agghiacciante. Come viene servita la vendetta nei film orientali. Non permette soluzione, non permette alternativa e non permette tanto meno la sopravvivenza. Una vendetta che ha il solo scopo di distruggere tutto. Mossa da una freddezza che è palesemente frutto di una psicosi incurabile e che non permette ripensamenti. L'uomo non conosce amore. Ma i forti sentimenti della donna risvegliano in lui un lato più umano, capace di soffrire e gioire. E di gioie ce ne sono veramente poche.

Badu D. Lynch  @  10/04/2013 19:18:27
   9½ / 10
Se Ferro 3 - La Casa Vuota è poesia pura con tanto di vendetta, allora Pieta è vendetta pura con l'aggiunta di poesia. Un film meraviglioso, inarrivabile e potente ; è il cinema di Kim Ki-duk che incontra la tragedia greca. Una pellicola che ha l'aspetto della pietà e il sapore del sangue ; si, perché la morte, o il solo pensiero, trasmette anche la pietà che, come una reazione a catena, si manifesta in maniera trasversale, sfociando così nella dannazione. Sopra la morte, c'è la figura più infame e terribile di tutte : il denaro. Padre di tutte le calamità "umane", ad esso corrispondono vari aspetti contrastanti : amore e odio, vita e morte, salute e malattia, creazione e distruzione, e soprattutto, inizio e fine. I soldi portano soprattutto vendetta che, in una spirale silenziosamente ipercinetica, travolgerà tutti.
Un'opera sublime che coinvolge e sconvolge lo spettatore.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  06/03/2013 01:36:05
   5½ / 10
No ragazzi non scherziamo,vi prego ditemi che questo non è kim ki duk !!
MI piange il cuore dover dare un voto del genere a quello che da sempre ho reputato IL MAESTRO, quello che è sempre stato il mio regista preferito,quello che reputavo infallibile e con una sensibilita' fuori dal comune, quello che ha regalato al cinema perle, ma che dico perle, film PERFETTI come bad guy, ferro3,l'isola, primavera estate.... pochi cazzzi signori, dopo ferro3 che è stato l'apice del suo cinema è iniziata la parabola discendente, film sempre meno incisivi fino ad arrivare al caricaturale e imbarazzante arirang, ormai KKD è la parodia di se stesso, quello che prima era poesia adesso è barzelletta, la violenza che un tempo feriva,emozionava e commuoveva ora risulta forzata all esasperazione, i personaggi borderline che da sempre caratterizzavano il suo cinema ora sembrano dei ritardati e questo PIETA' purtroppo è la dimostrazione piu' lampante di tutto quello che ho detto fin'ora.

La storia non è credibile manco per un secondo , i personaggi come ho gia' detto si comportano da veri ritardati e non ci sono scuse ragazzi....nessuno dei debitori accenna un minimo di reazione quando kam do va a riscuotere i debiti, manco fossero 50 strozzini armati fino ai denti, addirittura la donna di una delle ''vittime'' urla come se la stessero spellando viva solo perchè viene ''frustata'' con un reggiseno...si avete capito bene, un reggiseno !
Un altro si fa schiaffeggiare con una busta delle poste .... ma la cosa piu' inverosimile di tutte è sicuramente

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NOn mi soffermo neppure a commentare la scena della masturbazione, veramente buttata li a caso x fare clamore, come se gia' tutto il film non fosse abbastanza forzato e inverosimile.
Non do un voto + basso perchè regia e fotografia sono comunque di altissimo livello e l'idea di fondo se fosse stata sviluppata per bene non sarebbe stata malvagia dopotutto....quoto in toto il commento di vincentvega quando dice che il tutto si riduce a una morale spicciola da bacio perugina scritta da beppe grillo...non si potevano usare parole + azzeccate!
Ormai non mi resta che piangere e provare PIETA' per un regista che un tempo non aveva rivali ma che purtroppo ora è la caricatura di se stesso :'(

danielplainview  @  25/01/2013 11:58:44
   7 / 10
Un film dalle alte potenzialità ma che non le riesce a sfruttare tutte fino in fondo, un peccato perché il tema dell'amore materno sopra ogni cosa, pur nella sua scontatezza, qui aveva mille sfumature da cui attingere.
Avrei preferito una violenza più marcata, la sola psicologica non dà alla storia quel tocco in più.

polbot  @  18/01/2013 22:48:36
   7½ / 10
E' difficile per me votare questo film, di cui intuisco la forza, ma che è uno dei quei pugni nello stomaco che vorrei con tutto me stesso evitare, come un mondo in cui non c'è spazio per la speranza ed in cui è necessaria la vendetta.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/12/2012 19:55:46
   7½ / 10
L' ultima storia di Ki Duk è bella, semplicemente bella. C'è un lui e c'è una lei, quanto basta. Un uomo avvolto su se stesso come un feto nel liquido amniotico, mai nato davvero, crudele della crudeltà di un cane di strada. Una donna che cercando la vendetta sovverte la propria natura, e giunge all' azione cruciale con estremo dolore materno. Il rapporto che i due instaurano è libero da qualsiasi stigma. Tenero, lascivo, rabbioso. Lo spettatore non conosce le ragione di una tale ambiguità, eppure avverte sotto il silenzio un fracasso emozionale soffocato. Impulsi ora carezzevoli ora abietti rissano sulla scena, saturata da anime implose ma percettibilmente elettriche.

Opera dura, ma non potente. Un film sulla proprietà, del denaro e delle persone. E, non così ovviamente, sulla Pietà. Grande protagonista del magistero femminile dei sentimenti.

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Ultima risposta 22/12/2012 21.23.13
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Invia una mail all'autore del commento Sboccadoro  @  12/12/2012 10:38:36
   1½ / 10
Il contesto narrativo è senza speranza, agghiacciante e di una miseria inaudita, come la scia di sangue di Kang-do lasciata sulla strada da un furgoncino condotto dalla compagna di una delle sue vittime. Non si esce da un messaggio depressivo di incomunicabilità, solitudine, profonda amarezza, cinismo interiore, morte, di uno squallore inimmaginabile.

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Ultima risposta 16/01/2013 17.16.14
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paride_86  @  11/10/2012 02:13:21
   7 / 10
"Pietà" è certamente un buon film, ma decisamente inferiore a ciò che mi aspettavo, soprattutto dopo il Leone D'Oro a Venezia.
Di buono c'è che finalmente Kim Ki-Duk è tornato a fare del cinema come si deve, con una storia interessante e degli sviluppi non banali; non mi sono piaciuti, invece, l'uso della camera a spalla e dello zoom, l'attenzione quasi morbosa per la sessualità del protagonista e una certa mancanza di senso d'insieme, soprattutto nella prima parte.
L'attrice principale è di una bravura e di un'intensità straordinarie: avrebbe meritato lei il premio a Venezia.

Ch.Chaplin  @  11/10/2012 01:14:27
   8 / 10
Una violenza spietata, una crudeltà senza fine, un'angoscia irritante, quasi nauseante. E' questo tutto quello che lascia questa pellicola meravigliosa. Un Kim Ki Duk tornato prepotentemente sulla scena con l'elemento morboso e stimolante. Una grande prova di coraggio. E' la redenzione, più che la pietà, il tema cruciale del film.

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Doctor Feelings  @  09/10/2012 15:53:38
   9 / 10
"Pietà" segna il ritorno sulla scena cinematografica di Kim Ki Duk, scomparso per tre anni in seguito all'incidente sul set di "Draem".

Quelle di Kim Ki Duk non sono semplici pellicole, e "Pietà" colpisce senz'altro per il suo significato più intimo. E' una metafora a schiaffo nei confronti del denaro, metafora che intende rivelarne la doppia faccia, attraverso il dramma di un usuraio che, dopo trent'anni, incontra la sua "presunta" madre, tornata chiedendo perdono. Cos'è in realtà il perdono? Kim Ki Duk fa della pietà non un semplice sentimento di concessione e comprensione, quanto un percorso di redenzione. L'intento non è quello di voler glorificare la violenza o il sentimento della pietà, quanto quello di redimerlo.

E' un film difficile, complesso e crudo a cui andrebbe concessa più di una visione per poterlo comprendere, e Kim Ki Duk ancora una volta ci regala un capolavoro cinematografico di grande valore.

La visione di "Pietà", dopo il dubbioso "Dream", e dopo lo studio dell'incredibile mockumentary "Arirang", conferma il talento di un regista coreano molto più affermato in Europa di quanto non lo sia invece nel proprio paese.

Il Leone D'oro è senza orma di dubbio meritato.

KasinaKD  @  08/10/2012 13:41:04
   3 / 10
Non riesco a dare un voto a questo film. Riconosco che la trama è intrigante e gli eventi si incastrano in una macchinazione perfetta, ma è talmente morboso e disturbante, insistito e volutamente violento che mi ha lasciata più volte disgustata, con la voglia di lasciare la sala. Non lo consiglierei a nessuno. Non vale la pena di avere la nausea per due ore solo per vedere dove il film va a parare. C'era davvero bisogno di vedere più e più volte la giornata tipo del protagonista? Seguendolo nel suo inferno di solitudine e efferatezza? Abbiamo afferrato il concetto, non siamo stupidi. Il fatto che il regista invece ce lo faccia trangugiare a forza per quasi un'ora di film prima di farci vedere qualche sviluppo interessante nella trama, mi fa pensare che stia cercando l'effettaccio al posto di seguire la narrazione. Sconsigliato. Alla faccia dei premi e dei supervoti e dei supercritici.

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Ultima risposta 20/10/2012 21.22.48
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marimito  @  03/10/2012 13:28:35
   9 / 10
Un regista eclettico che gioca con il suo pubblico e lo conduce lì dove lui vuole.. sulla sponda di riflessioni che poco lasciano spazio al caso e molto ad una introspezione quasi esasperata e per certi tratti volutamente grottesca.. perché mai sceneggiatura migliore può rendere la misura ed il senso della mistificazione del bieco trionfo del denaro sul prezzo della vita..
Il cinismo sadico di un uomo...l'amore di una mamma .. e la redenzione del primo che passa attraverso la grandezza del secondo.. il tutto in un mix che non risparmia scene quasi inumane (le riconduce nell'alveo dell'umanità la circostanza che a compierle siano esseri umani) ed accapponanti..
Un grande Kim Ki Duk che non delude mai..

Supercecco  @  03/10/2012 10:39:38
   7½ / 10
In questo film a dir poco violento che inizia senza dare nessuna spiegazione, come un pugno in faccia, tutti i tasselli pian piano andranno a posto. Veramente cruda la descrizione della realtà in cui (soprav)vivono il protagonista e le sue vittime... Una pellicola che ogni tanto ti fa storpiare la faccia dal tale bombardamento di situazioni depravate. Molto buona la recitazione dei due protagonisti, non altrettanto quella deli vari disperati a corto di soldi... Forse un pò discutibile il volta-faccia sentimentale del ragazzo-diavolo. Molti personaggi al limite dell'impossibile. Finale stralunato poetico, un bel film, sicuramente.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  01/10/2012 18:46:21
   6½ / 10
Perfetto nello stile ma non nelle intenzioni, dopo un'ora Kim Ki-duk esaurisce l'impegno narrativo per dedicarsi esclusivamente alla forma; peccato imperdonabile per un autore di così alto livello.

Alla fine si riduce tutto nel colpevolizzare il vil denaro, quasi come se fosse una frase da Bacio Perugina scritta da Beppe Grillo.

Magnifiche un paio di sequenze, in particolare la discesa negli inferi attraverso le scale d'emergenza.

suzuki71  @  01/10/2012 09:26:49
   6½ / 10
Peccato per l'onnipresente e gratuita violenza delle scene che inibisce una migliore visione di un film bellissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  27/09/2012 17:34:19
   8 / 10
Sono veramente contento per Kim Ki-Duk, il Leone d'Oro se lo è meritato.
E' un regista dallo stile personale, profondo come pochi in circolazione, e in questo film ci ha messo molta rabbia: non risparmia niente e nessuno, animali e persone vengono lacerati continuamente, la sofferenza è inesorabile.
Certe scene non le dimenticherò mai. Talmente crude ma BELLE.
Non c'è che dire, mi è piaciuto in tutto: tematica, stile e interpreti.
Dall'altra parte invece un bruttissimo lavoro è stato fatto dal doppiaggio in italiano... talmente brutto che stona.

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Ultima risposta 02/10/2012 17.06.18
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marcodinamo  @  26/09/2012 09:50:33
   9 / 10
Un film strepitoso, personaggi che da terribili diventano gli eroi positivi della pellicola e viceversa. Un attacco frontale a un mondo gretto che vive solo sul danaro.

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  25/09/2012 17:15:19
   8 / 10
Kim Ki Duk deve avere avuto urgenza di esternare la propria ansia negativa nei confronti della disposizione sociale deviata dalla centralità esistenziale dei soldi. Doveva avere l'ansia di mostrare la propria emozione critica, per dirigere in poche settimane un film così spesso di sensazioni ben amalgamate in un tutt'uno felicemente riuscito.
Il regista coreano sembra avere abbandonato la poesia radicata in film come "Ferro 3" e "Primavera…" per una narrazione più crudamente concreta, ma non per questo meno dolce perché ci sono momenti di struggente tenerezza e non manca certo il linguaggio figurativo che contraddistingue il suo stile.
L'espiazione di uno dei due protagonisti si realizza contorcendosi in modo viscerale, tanto da trasmetterne carnalmente il tormento. In questo Kim Ki Duk è maestro, si sa.
Dopo la visione di un suo film, non si esce dalla sala cinematografica con lo stesso stato d'animo con cui si è entrati, se non altro perché la visione del regista sulla vita è lontanissima, ovviamente, dalla concezione cristiana e occidentale,quindi dalla nostra, partendo per l'appunto dalla figura materna, qui delineata con un'attenzione sostanziale nell'incedere drammatico della storia, madri vere o false determinano la stabile armonia esistenziale dei propri figli, e con la loro la propria.
Il denaro causa la frattura di quest'armonia: "Che i soldi siano maledetti!"
La parabola di Kim Ki Duk si compie con cambiamenti rapidi e significativi e ci suggerisce un silenzio disturbante.

spoonji  @  24/09/2012 18:11:41
   7 / 10
Non so... mi sembra che Kim Ki-Duk stia cercando una nuova via senza però averla centrata a pieno. E' sparita la dilatazione esasperante, l'assenza totale di dialoghi (credo che questo sia uno dei suoi film più parlati se non il più parlato), è tornata la violenza dei suoi primi film, ma sembra sbriciolata, non riesce a esplodere. La bellezza delle sue opere era l'immobilità perpetua che poi esplodeva in un atto estremo che ti colpiva come un pugno nello stomaco, qui è tutto più omogeneo, ma fa veramente fatica a colpire secondo me.
Inoltre la storia, sebbene la trama sia costruita in modo magnifico, sembra il seguito della trilogia del suo connazionale Park Chan-Wook.
Purtroppo i posti per vederlo in lingua originale erano finiti e ho dovuto aspettare l'uscita nei cinema, con il doppiaggio che come da previsione faceva pena... forse anche questo ha tolto qualcosa perché i suoi film li ho quasi sempre visti con i sottotitoli.

ughetto  @  23/09/2012 10:36:51
   6½ / 10
Il plot è sorprendente e funziona senza sbavature, un congegno quasi perfetto. Alcune scene, da quando nevica in poi, sublimi per la fotografia. la recitazione del protagonista mi ha convinto fino in fondo.
tuttavia il film non mi è piaciuto. si usa un linguaggio che sfiora la maniera. spesso si sente il richiamo alla tragedia nel commento a certo cinema orientale. a prescindere dal fatto che questo sia proprio o meno, di certo suggestioni tragiche sono presenti. il problema è che qui si scrive "alla maniera" del tragico. in altri termini: un linguaggio funziona quando squarcia vecchi confini. una volta però che i territori sono stati esplorati, si scivola nella maniera. ora: la triade simbolica carne sesso Madre, la visione e la riflessione sul denaro, l'orchestrazione emotiva dell'opera non sono certo affidate ad una forma originale, ma ad una forma che si limita a sottolineare. per questo motivo la mia valutazione è positiva ma tiepida.

bulldog  @  22/09/2012 14:10:37
   6½ / 10
Mah..

Il Kim Ki Duk della post-depressione (che brutto Arirang..) è un regista palesemente a corto di idee.
In "Pietà" ricicla se stesso, ci butta dentro la "demonia del denaro" e ci tira su un filmettino.

Nulla a che vedere con "Primavera, autunno.." o "Ferro 3", qui ci troviamo di fronte ad un Kim Ki Duk minore e monocorde.

Il definitivo tramonto è vicino.

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Ultima risposta 06/03/2013 01.47.36
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Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  21/09/2012 14:33:24
   10 / 10
Cosa sono i soldi? La domanda riecheggia più volte nel corso di quest'ultima opera di Kim Ki Duk. Il denaro, o meglio il capitalismo è il Male Assoluto, il movente ed il mandante di ogni atrocità commessa dal protagonista sui miserabili piccoli artigiani costretti a farsi strozzare da prestiti ad interessi folli, che riescono a scontare solo "grazie" alle mutilazioni loro inferte dall'esattore ed al conseguente risarcimento assicurativo. Grattacieli e fabbricati di lusso della città nuova svettano e giganteggiano, quasi a schiacciarle e ad inghiottirle, sulle baracche squallide e sulle botteghe dove questi poveri uomini vivono e muoiono del loro stesso lavoro. Il protagonista Kan Do è l'esattore dello strozzino che senza pietà picchia, tortura e mutila senza PIETA' i figli dinanzi alle madri, i mariti sotto gli occhi disperati delle mogli, una belva che sembra mettere in atto ogni atrocità senza rimorso. Cambia tutto l'incontro con una donna che dice di essere sua madre, la madre che lo aveva abbandonato, che si lascia umiliare, picchiare, persino violentare pur di dimostrargli il suo AMORE. Ed alla fine lui cede, ama, da belva ritorna bambino, si lascia imboccare, curare, persino masturbare, fino a sviluppare una dipendenza affettiva ed emotiva mai conosciuta prima che lo cambia, conosce la PIETA' per le proprie vittime che inizia a risparmiare, forse più per paura che una di loro possa vendicarsi sulla adorata mamma di cui ha ormai un bisogno estremo. La festa di compleanno è la più funerea che abbia mai visto, eppure è l'unico compleanno che lui abbia mai festeggiato. Ma nulla è come sembra, la vendetta è in agguato e si compirà spietata lasciandolo di nuovo solo. Alla ricerca disperata della mamma ri-perduta è costretto a scontrarsi ed a guardare in faccia tutte le sue vittime, tutto il dolore causato, le vite distrutte, a confrontarsi con l'odio ed il disprezzo di chi ha schiacciato senza PIETA'. Persone che lo odiano ferocemente, gli augurano tormenti atroci, lo maledicono e lo chiamano "demonio". Kan Do si riunirà all'unica famiglia che abbia mai conosciuto in una scena indimenticabile di sepoltura. Alla fine anche Kan Do ispirerà PIETA' proprio a chi lo aveva odiato e colpito più ferocemente. Che dire? DOLOROSO E NERISSIMO CAPOLAVORO!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/09/2012 15:46:33
   8 / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  19/09/2012 09:50:53
   4½ / 10
Una Pietà quella di Kim Ki-Duk costruita come un quadro a tasselli che costruisce su di sé la propria nitidezza esplicitata nella metafora visiva incanalante costante che suggerisce e indica col dito pigiando ogni ferita evidentemente aperta e che vuole collimare e scollinare attraverso la potenza visiva nell'occhio vigile dello spettatore a cui viene tutto suggerito e rimane e mi rimane tuttavia solo una scala esterna in ferro con due anime dannate che scelgono, comunque, la loro profetica e sincronizzata morte in contemporanea: scendendo, salendo.

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Ultima risposta 23/10/2012 16.59.52
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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  18/09/2012 02:22:09
   8½ / 10
Dei film del Festival , questo è effettivamente una spanna più in alto degli altri, e lo dico a malincuore perchè di certo non sono un fan del cinema est-asiatico. Un "giallo" all'interno di un dramma.
Sceneggiatura e fotografia sono i punti forti , ma in generale si segue benissimo , senza distrazioni e senza ripensamenti. Qualche ingenuità nello script , una fra tutte :

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Il film comunque va visto,se non fosse per la fotografia della seconda scena,quella del risveglio del protagonista e degli ultimi 3 minuti.

Teo_Kubrick  @  17/09/2012 00:55:13
   9 / 10
Innanzitutto un film senza sbavature, né sul piano tecnico né nella sceneggiatura!
Molte sono le scene indimenticabili:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Film ambizioso che già nel titolo vuole inserirsi nei grandi temi dell'arte occidentale, da Dostoevskij a Tarantino, passando per Hesse: la Madre che dà vita, la vendetta, la violenza e l'insensatezza del capitale.
Un pugno allo stomaco che dà grandi emozioni.

"Ma come vuoi morire un giorno , Narciso , se non hai una madre ? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire"

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/09/2012 22.13.18
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noordwijk  @  16/09/2012 19:45:22
   6 / 10
Forse il titolo del film avrebbe dovuto essere "Vendetta" più che Pietà, perchè di quest'ultima non ce n'è quasi traccia,

Chi ha avuto la possibilità di vedere le altre opere di Kim Ki Duk rimarrà forse un po' deluso così come molti lo erano stati per "Dream".
Come per gli altri film, il regista continua la ricerca emotiva ed introspettiva attraverso i personaggi e nel loro essere fragili.
Tuttavia vi sono dei passaggi del film che poco convincono o che rimangono un po' troppo superficiali e poco credibili.

Comunque sia il finale rivelerà l'alto grado di spietata raffinatezza che riesce a dare un senso accettabile all'intero film.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  16/09/2012 00:58:54
   7 / 10
Per quanto la storia possa essere sconvolgente e per come riesce a catturare l'animo dello spettatore in un dedalo di angoscia e mistero, devo dire che non amo molto questo tipo di cinema che spiattella ogni emozione sullo schermo senza preoccuparsi minimamente di andare per il sottile. Non c'è episodio o snodo del racconto che non sia ben accompagnato da un didascalismo a tratti fastidioso, la narrazione stessa ha dei picchi di inverosimiglianza notevoli (soprattutto nei cambiamenti radicali dei due protagonisti) e il finale, per molti versi, delude. Si resta ugualmente colpiti da questo percorso di redenzione attraverso un viaggio di coercizione e morte, eppure Kim Ki Duk in passato era stato capace di ben altra potenza poetica, un'intima magia dei gesti e della vita che in "Pieta" ho fatto fatica a rintracciare.

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Ultima risposta 16/09/2012 13.27.39
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gianni1969  @  15/09/2012 13:09:10
   9½ / 10
un immenso autore per un immensa opera. violento,struggente,unico. kim ki duk non sbaglia mai,grande

Invia una mail all'autore del commento OpheliaQueen  @  15/09/2012 02:27:22
   9½ / 10
Eccellente e crudele come agli esordi, Kim Ki-Duk riesce a distruggere il capitalismo attraverso l'emozione umana, ben lontana dalla comunicazione odierna fatta di tecnologia e assenza

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  14/09/2012 21:19:05
   8 / 10
Godibilissimo; è il primo aggettivo che mi viene alla mente per questo film del maestro. Però è giusto disingannare preventivamente i lettori di questa pagina: Ferro3 e Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera restano superiori. Non guardatelo pensando che sia una denuncia dei mali del capitalismo, perderebbe parte del suo fascino. Un buon motivo per andare al cinema.

Ciaby  @  14/09/2012 13:53:34
   10 / 10
"Che cosa sono i soldi?
"L'inizio e la fine di ogni cosa: amore, odio, rabbia, gelosia, vendetta...la morte."

Kim Ki-Duk dimentica amore, poesia e la delicatezza che tanto lo caratterizzava negli ultimi anni, rifiondando alle radici del suo cinema, quello grezzo, sporco e disperato. E riesce a firmare quello che è, sicuramente, il suo film più cupo di sempre. Persino peggio de "L'Isola". Perché, sebbene qui non ci sia gente che si infili gli ami in bocca o in altre parti del corpo, c'è qualcosa che nasce dagli inferi, un incubo che scivola sullo schermo. Qualcosa di affascinante e pericoloso.

Il nuovo Kim Ki-Duk è, almeno per me, un grande Kim Ki-Duk, che sebbene non smetta mai di autocitarsi (ma quale autore non lo fa mai?), che riconferma un talento visionario straordinario, quasi alieno, sicuramente metafisico. E da una depressione, ne nasce il suo film più CUPO, DISPERATO, STRANIANTE e, sopratttutto, VIOLENTO.

Film che elimina o semplifica il simbolismo (che prima era alla base dell'intera sua opera): è un film che morde, dilania e, alla fine, commuove, lasciandoti in un bagno di lacrime (e sangue). Un film che si apre su una carcassa abbandonata sul pavimento di un bagno, che affonda nella disperazione per portarti alla luce. è la visione pessimistica di un mondo dove anche i rapporti sono stati corrotti dai soldi, dove l'unico sentimento che rimane è la vendetta. Meraviglioso. Dovrei elaborare ancora il blocco mentale per parlarne di più.

Un inno livido e disperato di misantropia che non può lasciare indifferenti. Ancora una volta, grande cinema.

MOMENTO ALTAMENTE DISTURBANTE: "Ah, quindi io sono uscito da qui, vero? E allora ci posso rientrare!"

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Ultima risposta 14/09/2012 23.43.44
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Invia una mail all'autore del commento kampai  @  11/09/2012 20:33:49
   8½ / 10
non ho parole per questo film.bellissimo, disperato e struggente.è la storia di una vendetta che più spietata (a ragione) non si può.gli interpreti sono perfetti e bravissimi con delle maschere facciali di dolente sofferenza che ti attorciglia lo stomaco e ti fa il cuore freddo.un kim ki-duk molto vicino all'isola, altro film splendido e devastante. il più bel film dell'ultima mostra del cinema di venezia, giustamente premiato col leone d'oro.imperdibile.

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Ultima risposta 18/09/2012 17.20.45
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/09/2012 01:11:16
   8½ / 10
Non ho parole, c'è una violenza disperata che è quasi ablutoria davanti a questa irraggiungibile vitalità che, in fondo, è solo il covo più letale per la disperazione. Un cineasta immenso capace di scavare nell'animo umano mettendo la metafora al servizio di una specie di tragedia greca trapiantata in Asia. Tra i tanti momenti da antologia, assassino e vittima si affrontano nell'abisso, in una scala antincendio: dove non si sa cosa sia più mortale, se salire o scendere

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Ultima risposta 19/09/2012 10.37.29
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