rapporto confidenziale regia di Orson Welles USA 1955
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rapporto confidenziale (1955)

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locandina del film RAPPORTO CONFIDENZIALE

Titolo Originale: MR. ARKADIN

RegiaOrson Welles

InterpretiOrson Welles, Paola Mori, Robert Arden, Patricia Medina, Michael Redgrave

Durata: h 1.39
NazionalitàUSA 1955
Genereavventura
Tratto dal libro "Mr. Arkadin" di Orson Welles
Al cinema nell'Aprile 1955

•  Altri film di Orson Welles

Trama del film Rapporto confidenziale

Van Stratten un ambiguo seduttore, avvicina la figlia del ricchissimo Arkadin, con lo scopo di arrivare al padre e ricattarlo con delle false accuse. Arkadin decide di servirsene. Asserisce di non ricordarsi nulla della sua giovinezza e di non sapere quali sono le origini della sua fortuna miliardaria: incarica Van Stratten delle indagini sul suo passato e intanto lo tiene d'occhio nelle sue investigazioni in giro per il mondo. Nel suo piano però è ostacolato dall'amore esclusivo per la figlia.

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Voto Visitatori:   8,40 / 10 (26 voti)8,40Grafico
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Voti e commenti su Rapporto confidenziale, 26 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/09/2020 14:50:57
   7½ / 10
Dalle solite difficolta' economiche il grande Welles esce dal cilindro un altro ottimo film caratterizzato da una sceneggiatura "rapidissima" con scambi di battute cosi veloci da far perdere alle volte il filo dell'indagine. E a mio avviso questo è un limite del film che quasi lo "invecchia", malgrado Welles sia famoso per essere all'avanguardia.
Meglio sicuramente dietro e davanti la macchina da ripresa. Dietro regala le solite grandi inquadrature, dova dal basso per intensificare la grandezza fisica e psicologica del suo personaggio e dove dall'alto per indicare l'umilta' di alcuni personaggi disposti a stare ai suoi ordini.
Davanti alla telecamera è perfetto in questo ruolo da cattivo mascherato e misterioso.
Sicuramente grande dal punto di vista tecnico, un po' confuso invece a livello di storia.

addicted  @  17/06/2019 21:23:33
   8 / 10
Alla base del film ci sono un plot geniale e una sceneggiatura al fulmicotone, che riesce a dare spessore ad ogni scena e ad ogni personaggio. Welles in questo era un maestro assoluto. Il film è girato con grande economia di mezzi e viene da chiedersi cosa avrebbe potuto essere se Welles avesse avuto a disposizione i fondi faraonici di Quarto potere... ma resta comunque un grandissimo film!! Inquadrature stupefacenti, idee profuse a piene mani in ogni scena: la festa goyesca nel castello, la sparatoria iniziale, il finale all'aereoporto! Tutti colpi di gran classe. Da vedere.

Dick  @  30/10/2014 21:24:52
   8 / 10
Dopo "Quarto potere" e "Machbeth" Welles sempre in "esilio" in Europa torna a riflettere sul potere e sulla sua ossessione. Lo fa con un thriller di genere nella forma che sa ben mescolare mistero e riflessione riuscendo a sfruttare le belle location senza farle risultare semplici paesaggi da cartolina.

Goldust  @  09/08/2014 11:25:10
   7 / 10
I personaggi di ( e interpretati da ) Welles hanno sempre un fascino tutto particolare e sebbene il suo Mr. Arkadin sfoggi capelli e barba posticci è ancora lui il centro nevralgico della storia. Purtroppo è proprio la storia stessa il limite maggiore di un film che ha l'ambizione di voler dire troppe cose in troppo poco tempo, allargando il discorso a sottotrame di dubbia utilità e saturando il racconto con un'infinità di personaggi secondari non sempre necessari ( ma ben interpretati e di gran lunga più interessanti del protagonista Van Stratten).
Lo spettatore ne esce quindi frastornato, anche perchè lo stile di regia barocco e ricercato del regista non può lasciare indifferenti, tra grandangoli vertiginosi, inquadrature sofisticate, profondità di campo e primi piani di volti deformati. Alcune di queste scene restano negli occhi con uno scintillio abbagliante, gli inserti comici legati al personaggio-macchietta del vecchio tedesco che pretende il fegato d'oca non stonano ma è la storiella dello scorpione e della rana che è veramente indimenticabile, passando alla storia.

ZanoDenis  @  25/08/2013 12:31:08
   9 / 10
Altro film stupendo di welles in tutto, è anche uno dei suoi film più leggeri, ma ti prende senza dubbio

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/04/2013 10:07:49
   8 / 10
è Welles, cos'altro ci si può aspettare se non un film "anticipatore"? Quasi senza forma, barocco e oggi più che mai grazie al montaggio delirante e alla trama ingarbugliata una pellicola che disarma lo spettatore, non riesce ad annoiarlo anche se Welles sfida il cinema stesso portandolo al limite: dalle vertiginose inquadrature alla delirante sceneggiatura che si muove dalla Spagna a Napoli alla Germania e cosi via, che torna e ritorna in continuazione su scene già viste con una bizzarra ed ossessiva leggerezza.
Poi la tematica dell'uomo di potere ambiguo e carismatico, interpretato dallo stesso Welles, è tipicamente sua; prova d'attore indimenticabile ed inquietante in un'opera che riesce ad eliminare il budget risicato con cui venne girato come sempre tra mille difficoltà grazie al virtuosismo tecnico di uno dei più grandi artisti della storia del cinema.
Frammentario ed indispensabile.

Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  18/04/2013 22:48:21
   8½ / 10
Welles ci stupisce ancora con un altro suo film ad incastri,(resentandosi in una versione più diabolica di Charles Foster Kane da vivisezionare scena dopo scena)in un gioco/film architettato da Mr.Arkadin per lo spettatore e per il protagonista investigatore con il fine ultimo di svelare la vera identità di questo misterioso e ricchissimo uomo di mondo.

Conduce il suo gioco a partire dalle riprese stravaganti,con inclinazioni apparentemente inadatte al tono del film ma che si rivelano pian piano essenziali ai fini dell'atmosfera in cui ci si deve immergere:in un bombardamento di rivelazioni,notizie shock,colpi di scena,dialoghi incontrollabili,incomprensibili,che ti portano fuori strada,il tutto per rendere più confusionario una visione distorta della realtà.Una realtà che pur essendo ancorata ad uno sviluppo di trama per niente fantastica o fantasiosa,è maneggiata da Welles con movimenti di camera talmente improbabili(come i significativi dialoghi con i campi-controcampi che organizza alterando le immagini sullo sfondo dietro i personaggi),che si ha la sensazione di seguire una vicenda in un mondo alternativo,dove tutto é possibile se questo mondo è controllato da persone più potenti di noi che ci tengono con le briglie.

Mr.Arkadin quindi è un uomo che se ne sta da parte,sugli spalti,ricoperto da un'oscurità che desidera,si abbandona alle tenebre(come si puo ben intuire dalle numerose inquadrature di lui ricoperto da una fotografia magistrale che mette in evidenza la sua malvagitá)perchè ormai talmente accecato dal controllo delle redini del film,che sente il bisogno di nascondersi nel buio per poi divertirsi a riapparire davanti le cineprese per svelarci i pezzi del puzzle per completare una rete intricata di sospetti,intrighi,omicidi e nomi.

Noi nei panni di Van Straffen(il protagonista che si mette sulle tracce di Arkadin).Noi che siamo li con la lente di ingrandimento a sbirciare nel film,che vorremmo sapere sempre di più del personaggio di Arkadin,della camaleontica figura di Orson Welles.Noi che veniamo scossi,che ci sentiamo confusi,che tratteniamo il respiro per poi essere condotti verso un finale da manuale.

Un regista e sceneggiatore che sa bene come trattare il pubblico più preparato,che aveva ormai visto i suoi lavori precedenti tutt'altro che appartenenti all'entertainment nudo e crudo.Ha guardato indietro e ha alzato l'asticella sfornando un prodotto che sguazza fra i misteri del giallo e la suspence continua tipica del thrilling,che non ti fa staccare gli occhi dallo schermo.

In pratica una versione allungata delle sequenze iniziali di Quarto Potere.Un non-stop di rivelazioni e giri di personaggi che disorientano chi vi ci assiste,per poi arrivare ai minuti finali in cui si rivaluta l'intera pellicola elevandola a dignitosa ulteriore prova firmata Welles.

Recensione dal vostro tnx di fiducia.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  07/04/2013 20:42:03
   8½ / 10
Lo stile di Welles alla riegia è fuori discussione, come attore ha un fascino magnetico.
Ottimo film che tratta del potere in tutti i suoi torbidi risvolti. Ottimo.

DarkRareMirko  @  16/04/2011 15:29:13
   10 / 10
Altro capolavoro di Welles (peraltro autosceneggiato in modo strabiliante), sorta di pseudo remake di Quarto potere, visto che anche in questo memorabile film si indaga sul passato intricato di un miliardario.

Come al solito tutto è perfetto, dalle inquietanti e geometriche inquadrature alle interpretazioni degli attori, sino al colpo di scena finale.

Tematicamente più chiaro di un La signora di Shangai, è un'altra grande lezione di cinema di un maestro immortale.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  23/09/2010 13:41:55
   7 / 10
Mi sento un po' una voce fuori dal coro, ma non ritengo che questo sia uno dei capolavori di Orson Welles.
Il personaggio di Arkadin è sicuramente ben riuscito e carismatico(ma siamo lontani da altri riuscitissimi personaggi di Welles, come Quinlan)e la storia è interessante e tratta tematiche importanti come la seduzione del male.
Tuttavia non sono riuscito a farmi piacere incredibilmente questo lavoro di Welles. Van Stratten l'ho trovato al contrario di Arkadin un personaggio antipaticissimo(anche se ben caratterizzato e reso nelle sue sfumature)e mi sembra riduttivo ricondurre ad Arkadin la prerogativa di incarnazione del Male e all'ambiguo protagonista quello di impersonificatore del Bene. Welles non è propriamente manicheista, è anzi quasi nietzscheano.
Il personaggio di Arkadin è come al solito un uomo incapace di accettare la sconfitta, coincidente con un passato da "average man", da uomo comune.
Insomma, un buon film, ma a mio avviso un po' sopravvalutato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/09/2010 13:41:50
   9 / 10
La seduzione del Male di un personaggio come Mr. Arkadin è il punto di forza di un film dove l'attore-regista domina come nei massimalisti russi oltre l'intera sceneggiatura, al di là di tutte le immagini possibili. La grandezza di Welles è di essere messo nelle condizioni di influenzare ogni minima sequenza "vergine" riflettendo la sua inequivocabile e minacciosa presenza fisica, anche quando non appare.
Un film sconvolgente, con un epilogo assolutamente memorabile

pinhead88  @  16/09/2010 13:13:07
   6½ / 10
Forse il miglior personaggio di Welles, creato dopo Kane e prima di Quinlan, una sorta di Nettuno schiumante in emersione.
Chi conosce a fondo Welles non si stupirà del particolare stile di ripresa, bensì sarà molto più attratto da un tratteggio di spessore dei personaggi, almeno a me personalmente ha fatto questo effetto. Come di solito il regista spinge all'eccesso l'aggrovigliarsi della trama più che in qualsiasi altra sua opera, quasi costringendo lo spettatore a disinteressarsene. Se questo è il limite quindi, non da poco, l'aspetto di maggior interesse risiede nella potenza espressionista di certe inquadrature e nel barocchismo suggestivo, oltre alla simpatica galleria di strani personaggi disseminati lungo il percorso.
Meno noioso di "Quarto potere", ma visivamente ricco e affascinante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/02/2010 22:19:57
   8 / 10
Un thriller affascinante nel suo intreccio, un passato oscuro capace di mandare in frantumi l'intera esistenza di un uomo dal potere smisurato. In Gregory Arkadin si vede l'imponente personalità di Kane e il fascino mefistofelico di Lime, ma anche la volontà di preservare e proteggere da questo passato il destino della sua unica figlia, proteggere in fondo ciò che di buono è in lui. Malgrado i pochi mezzi a disposizione, Welles opera una resa finale veramente superba.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  08/02/2010 09:19:53
   9 / 10
Prima di Hank Quinlan fu Gregory Arkadin.
Un altro straordinario film di Welles teso e coinvolgente. Un personaggio, quello di Arkadin, malvagio ed affascinante. Una vera perla. Bellissimo.

MidnightMikko  @  21/01/2010 15:09:47
   9 / 10
Celebre per essere stato girato con pochi mezzi,questo sottovalutato film di Welles è sicuramente uno dei suoi migliori film girati fuori Hollywood.
Ottimo soggetto e sceneggiatura,sempre barocca e perfetta la regia,attori eccellenti,tra cui spicca su tutti l'imponente Arkadin interpretato dal regista stesso,il personaggio migliore di Welles dopo Kane e Quinlan.
Veramente bello

Invia una mail all'autore del commento wega  @  11/12/2009 12:34:38
   8 / 10
Da quanto tempo non vedevo un film di Welles, e mi ero scordato del tutto di quanto fosse bravo con la mdp. "Rapporto Confidenziale" è collegato a "Quarto Potere" in quanto costruito sotto forma di indagine, e al futuro "F for Fake", dove il rapporto del protagonista con l' arte, ma soprattutto, per quanto riguarda questo film, con la menzogna, fa da perno a tutta la struttura filmica.

dobel  @  16/11/2009 13:20:09
   9 / 10
Non è il capolavoro di Orson Welles in quanto la storia non è delle più appassionanti, ma che boccata d'aria vedere un'opera di questo grande artista. Cosa il genio può trarre a livello figurativo e di suggestioni visive dallo schermo!! Il modo di utilizzare la macchina da presa mai banale, mai scontato... Le inquadrature mai didascaliche...Queste immagini riprese dal basso (per sua stessa ammissione sappiamo quanto Welles debba a John Ford per questo tipo di linguaggio visivo) che si stagliano imponenti... Il gioco delle maschere...Il trucco quasi grottesco dei volti quasi a sottolineare l'estraneità dell'arte da un qualsiasi discorso di pedissequa verosimiglianza... Geniale!

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  02/01/2009 14:04:26
   8 / 10
Il film è molto bello e interessante, ma la verbosità della sceneggiatura lo rende a tratti noioso.
Forse per colpa del ridotto budget con il quale è stato realizzato Welles non è riuscito a dare un'impronta imponente all'ambiguità del suo personaggio.
Ho letto da qualche parte che lo stesso Welles ha criticato molto questo suo lavoro sostenendo che il montaggio ha reso la pellicola lontana anni luce da quello che voleva realizzare.
Rimane comunque una grandiosa opera cinematografica.

Sicuramente da vedere (lontano dalle ore notturne)

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Ultima risposta 18/01/2009 12.31.47
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  30/01/2008 20:53:13
   10 / 10
Oh, e qui arriviamo al piccolo e magnifico gioiello splendente nonchè mio preferito di Welles (dopo Citizen Kane).
Il personaggio di Arkadin mi sembra il più riuscito del Cinema di Welles, come non rimanere incantati dal fascino del Male, del Mistero, della Ricerca di un'Identità molteplice, introvabile e inafferabile poichè omnipermeante (passatemi il neologismo), l'identità del Male.
Una ricerca alla scoperta del punto debole per la sopraffazione del Male, una lotta fino alla Morte per il possesso di un Bene superiore per cui le identificazioni di Male (Arkadin) e Bene (Van Stratten, nelle sue sfumature si intende) che curiosamente si mischiano e compiono atrocità per raggiungere l'Amore della figlia. un Viaggio all'interno delle contraddizioni dell'Uomo che tende a una Perfezione smentibile solo dal Passato che tra l'altro è la grande debolezza dell'Uomo e ciò che rende il Potere effimero e aleatorio.
Mozzafiato, scorrevole come non mai.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  20/11/2007 20:57:07
   7½ / 10
"Rapporto confidenziale" è una sorta di rilettura gotica wellesiana di "Quarto potere". L'impostazione narrativa gli è molto vicina e lo stesso protagonista, mr. Arkadin, ricorda Charles F. Kane.
I "soliti" acrobatismi tecnico-tematici questa volta, purtroppo, non mi hanno coinvolto come negli altri capolavori del più grande regista americano della storia e di ciò me ne dolgo.
Nonostante si veda chiaramente che il budget a disposizione di Welles non è lo stesso di "Quarto Potere" o di "L'orgoglio degli Amberson", regia (eccecredo) e interpretazioni dei protagonisti rimangono di serie A.
Un filmone, ma -a mio modestissimo avviso- non un capolavoro assoluto della storia.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  31/07/2007 09:49:53
   9 / 10
Mr. Arkadin, ovvero l'ineluttabile fascino del malvagio.
Welles si cuce addosso un personaggio ambiguo, sottile ed istrionico, attraente ma repellente nella propria grandeure, con cui seduce e distrugge, dominando la scena col proprio carisma. Attorno a lui gravitano sconfitti, volti grotteschi e battiti di mani dinanzi alla favola della rana e dello scorpione.
Un capolavoro di soave disillusione.

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Ultima risposta 09/01/2009 19.46.44
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  17/05/2007 14:16:53
   8½ / 10
Trovo che generalmente si abusi spesso della parola "capolavoro" dinanzi a pellicole fatte con pochi mezzi e molte volte lo si fa col solo intento di darsi un tono. D'altra parte, però, ci sono pellicole attraverso le quali, nonostante la scarsità di mezzi, le capacità del regista non solo vengono fuori ma brillano al contrasto delle stesse con la povertà di altri aspetti, quali scenografia e trucco.
"Mr. Arkadin" è una di queste pellicole.

Non è necessario un occhio allenato, neanche lontanamente, per rendersi conto di quanto il trucco sia di pessima qualità; tanto che lo stesso protagonista, interpretato da un Welles sempre più a suo agio nel ruolo di mefistofelico omone, che dovrebbe incutere timore e schiacciare con la sua presenza, nelle prime inquadrature altro non sembra che una maschera, tanto rigida è la parrucca e tanto innaturale il trucco. La scenografia è minimale e l'inquadratura, non a caso, non si allarga mai troppo rispetto ai protagonisti, tanto da risultare, inizialmente, quasi soffocante e fastidiosa.
Tuttavia, nonostante fosse, questa, una situazione ben poco incoraggiante, Welles riuscì ad usare alla perfezione ciò che restava e a metter su un altro capolavoro.
Anzitutto è lampante la sua mano registica; quelle che inizialmente erano inquadrature che quasi soffocavano il personaggio tanto gli stavano addosso, immediatamente si risolvono nelle inquadrature, tipiche di Welles, dal basso verso l'alto. Tale soluzione registica consentì di trasmettere da una parte il senso di oppressione e di timore suscitati dalla presenza di Mr. Arkadin (inquadrature a volte quasi surreali, come surreale, nel film, è il potere raggiunto dal personaggio stesso. Sembra essere dappertutto nello stesso momento) e dall'altra il senso di angoscia di Van Stratten, che gira mezzo mondo per una storia iniziata con due omicidi, portata avanti da un assolutamente non limpido Arkadin che prima gli commissiona un lavoro e poi lo segue ovunque intralciando le sue indagini e resa sempre più torbida da un numero di sparizioni che continua ad aumentare. La regia, quindi, non diviene altro che uno specchio in grado di riflettere le emozioni dei personaggi; verso la fine, infatti, §SPOILER§quando Arkadin, all’aeroporto, capisce di essere vicino alla sconfitta, alla fine del suo rapporto con l'unica persona che per lui conti davvero qualcosa (sua figlia, interpretata dalla moglie), la regia non è più così reverenziale nei suoi confronti e lo inquadra in lontananza, con la folla in primo piano, come un uomo qualsiasi in preda alla disperazione. §SPOILER§
Altro elemento essenziale è l'uso delle luci, con relative ombre; la scena d'apertura è di per sé, oltre che fantastica, già abbastanza esplicativa: un uomo che fugge da qualcosa a cui non può sfuggire, la cui ombra, infatti, si dimena ma resta lì sulla superficie su cui è proiettata, senza né avanzare né retrocedere e questo grazie alle luci poste nel punto verso cui l'uomo sta scappando. E così per tutto il resto della pellicola.
Ancora, si potrebbe parlare per ore della sceneggiatura. Welles riesce a fondere diversi generi in maniera impeccabile; Van Stratten sembra un disilluso investigatore, benché improvvisato, di un romanzo Hard Boiled di Hammett, ci sono, infatti, la narrazione in prima persona, l'uso di metodi non troppo ortodossi per investigare ed anche la lotta per tirarsi fuori da quei guai che fino a qualche tempo prima riguardavano qualcun altro. Al tempo stesso, però, lo scenario viene ampliato al massimo, da Napoli a Varsavia, da Parigi a Città del Messico, di qui a Monaco, sembra uno spionistico di Forsyth; A tutto ciò, infine, Welles aggiunge una vena di surrealismo oltre che di ironia, personalizzando, distinguendo e rendendo un capolavoro questo suo "Mr. Arkadin".

Riesce, insomma, Orson Welles, nell'intento di affogare i limiti iniziali nel mare di genialità tecnica e non che ha contraddistinto i suoi lavori.

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Ultima risposta 05/11/2007 01.42.08
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Epicuro  @  07/06/2006 13:49:59
   10 / 10
Stupendo, splendidamente nietzscheano come solo lo era Welles!

style  @  04/04/2006 10:09:27
   8½ / 10
gran film, ambiguo e coinvolgente
tantissimi personaggi presenti in questo film, uno più caratterizzato dell'altro

forse la storia è un po' troppo "compressa" ma comunque il film è di altissimo livello

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  24/06/2005 13:48:47
   9 / 10
Il miglior film di Welles dopo Quarto Potere e L'infernale Quinlan (anche se devo ancora vedere "L'orgoglio degli Amberson" e "Storia Immortale"), un piccolo capolavoro ingiustamente considerato minore. Grande e magnificamente ambiguo (come al suo solito) Welles, nei panni del misterioso Mr. Arkadin (quello del titolo originale).
Un Cult.

Mpo1  @  21/06/2005 00:16:36
   8 / 10
Welles, in versione barbuta, interpreta l'ennesimo personaggio ambiguo e inquietante. Molte le somiglianze con 'Quarto potere'. Stilisticamente molto bello e con una variopinta galleria di personaggi, il film è però non molto compatto e la storia è un po' confusa. Da ricordare la sequenza del ballo in maschera, dove Welles fa la sua prima apparizione. L' attrice che fa la parte della figlia è in realtà la terza moglie di Welles.

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LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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