tre colori - film blu regia di Krzysztof Kieslowski Francia, Polonia, Svizzera, Gran Bretagna 1993
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tre colori - film blu (1993)

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locandina del film TRE COLORI - FILM BLU

Titolo Originale: TROIS COULEURS: BLEU

RegiaKrzysztof Kieslowski

InterpretiJuliette Binoche, Benoît Régent, Florence Pernel, Charlotte Véry, Philippe Morier-Genoud

Durata: h 1.40
NazionalitàFrancia, Polonia, Svizzera, Gran Bretagna 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1993

•  Altri film di Krzysztof Kieslowski

Trama del film Tre colori - film blu

La morte del marito, compositore musicale, e della figlia Anna in un incidente stradale, sconvolgono la vita di Julie che si chiude in se stessa. A spezzare questo isolamento, ci penseranno da prima una giornalista, convinta che fosse Julie l'autrice delle musiche del marito, e poi la corte di Oliver, l'ex assistente del marito...

Film collegati a TRE COLORI - FILM BLU

 •  TRE COLORI - FILM BIANCO, 1994
 •  TRE COLORI - FILM ROSSO, 1994

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Voto Visitatori:   8,19 / 10 (76 voti)8,19Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Miglior attrice protagonista (Juliette Binoche)Miglior montaggioMiglior sonoro
VINCITORE DI 3 PREMI CÉSAR:
Miglior attrice protagonista (Juliette Binoche), Miglior montaggio, Miglior sonoro
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Voti e commenti su Tre colori - film blu, 76 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  14/09/2024 15:06:54
   8 / 10
Il dolore della morte e la consapevolezza di doverla superare senza abissarsi, senza portare rancore agli altri, anzi, mettendo da parte le possibili ferite mai rimarginate o che si aprono improvvisamente. Film blu è un lungo e accidentato processo di elaborazione del lutto grazie all'aiuto e all'avvicinamento all'altro (che può essere un musicista di strada come la vicina di casa come l'amante del marito). In questo racconto di presa di consapevolezza, tutto centrato sulla figura e la corporeità di una giovane (e splendida) Binoche, Kieslowski si prende qualche facile licenza poetica visiva che rende tutto più accattivante. Ma ci può stare.

alex94  @  12/09/2023 00:24:50
   8 / 10
È sicuramente un film intenso e doloroso questo primo capitolo della trilogia dei colori del regista Kieslowski,totalmente dominato dalla figura della protagonista,sempre presente sullo schermo ed interpretata da una bravissima Binoche,in quella che è la sua prova migliore in assoluto.
Probabilmente la miglior elaborazione del lutto mai portata sullo schermo,un opera dura, programmatica ed idealista e pure in grado di emozionare e commuovere.
Accompagnato da musiche assolutamente splendide è un grande esempio di cinema europeo di altissima qualità,in attesa di vedere anche le successive due pellicole non posso fare altro che consigliare a tutti questo film.

Jumpy  @  26/08/2021 19:19:14
   8 / 10
Ritengo film Rosso complessivamente il più riuscito della trilogia. Non vuol dire però che gli altri 2 siano da meno, anzi. Questo in particolare probabilmente è il più "famoso" per via dell'interpretazione, straordinaria ed intensa di Juliette Binoche, davvero al suo top. Il ritmo del film è piuttosto lento (anche troppo), misurato, porta all'introspezione, alla percezione di un "tempo" interiore, quello dell'elaborazione del terribile lutto.
Più che mai, in certi passaggi, "parlano" le immagini e, in particolari, le musiche (fino all'apice della toccante, struggente ultima scena, da cineteca), poi l'impatto visivo, il colore blu che ritorna, nelle pareti di una stanza, nelle pietre dure di un arredo, nella fotografia di alcuni passaggi.

Goldust  @  14/10/2020 17:53:11
   7 / 10
Un processo di elaborazione del lutto doloroso eppure necessario, con una protagonista sempre sull'orlo del baratro personale ma capace di ritrovare in fondo a se stessa la volontà di ripartire e di riprendere in mano la propria vita per terminare quelle cose che il suo amato marito defunto ha lasciato incompiute. Primo film della trilogia dei colori: è quello che mi è piaciuto meno - forse perchè così inaccessibile e dolente, sequenza finale esclusa. Nulla da eccepire sulla sua eleganza formale e stilistica, compresa una colonna sonora che asseconda bene gli snodi cruciali della pellicola.

DarkRareMirko  @  13/04/2019 21:17:59
   7½ / 10
Buono, il migliore della trilogia assieme a Film Rosso, e molto ben sostenuto dalla Binoche; la musica c'entra molto qui (è vista come liberazione dal dramma e come occasione per unire persone tra loro lontane) e tutto è sincero e ben diretto.

La Delphy, accreditata nei credits, mica l'ho vista...

LaCalamita  @  26/05/2018 06:39:38
   8½ / 10
Il più bello della trilogia a mio parere.
Il film con il procedere della trama sconfina in altri argomenti, per via delle scoperte fatte dalla protagonista. A me resta positivamente impressa l'interpretazione di Juliette Binoche, e il tema del lutto, espresso anche con un solo sguardo.

Federico  @  23/02/2015 09:08:52
   9 / 10
bellissimo questo film blu con una binoche eccellente che dà quel tocco in più a un film già di per se notevole

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  11/02/2015 09:39:53
   8½ / 10
Binoche straordinaria, musiche di Preisner sublimi e la solita, impressionante umanità di Kieslowski nel primo film della trilogia dei colori.

Matteoxr6  @  29/12/2014 15:47:43
   7 / 10
È quello che mi piaciuto di più, in quanto l'ho trovato più autentico. Per il resto, nello "spoiler" lascio il commento della trilogia (per me inscindibile nel commentare) nel suo complesso.
Il voto va all'interezza delle tre opere.


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JOKER1926  @  10/07/2014 16:48:42
   7 / 10
Krzysztof Kieslowski è una di quelle regie che trasmette alle sue creature un portamento determinato, la fotografia, le recitazioni, le location sono tutte indirizzate nella certezza di uno stile.
Prima di Kieslowski altri registi sponda est Europa avevano presentato storie particolari, o meglio ancora, storie d'autore. Insomma ogni pezzo di terra, artisticamente parlando, conserva ed inoltra a proprio piacimento e a propria convinzione un' espressione differente.

"Film blu" è uno dei lavori più importanti del regista polacco, esso fa parte di una trilogia dei colori, seguono "Film bianco" e "Film rosso".
La trattazione di "Film blu" anzitutto parte dai personalismi della regia quindi non parte da base convenzionali e da prassi commerciali; in effetti la trama cade immediatamente nella morte e nella spiritualità, il colore blu da sempre, non solo con Kieslowski, è indice di spiritualità.
La protagonista qui è Julie una donna beffata da un destino atroce, perde la famiglia in un incidente; inizia a questo punto un viaggio isolato ed isolante, fatto di contemplazione e resetti.
Con Kieslowski in tal caso vanno in primo piano gli umori della protagonista, gioco mentale fine e riservato; alcuni stacci e alcuni picchi musicali rappresentano le barriere che Julie pone al mondo esterno.
"Film blu" ha in fondo una sua natura, parliamo di una produzione cinematografica che gioca sulla raffinatezza, sul suo silenzio premeditato. Alle volte più che la storia lo spettatore quando si imbatte con regie del genere dovrebbe captare il significato, o perlomeno il significante, che con il regista in questione si imbottisce di sfumature diverse andando a simboleggiare delicatamente impressioni del tutto personali.

Improbabile consigliare la pellicola ai ricercatori di film narrativi. La produzione del 1994 vive nel suo mondo, lo spettatore può essere solo ospite. Gli ospiti anche nella casa più bella del mondo ,e in qualsiasi frangente possibile ed immaginabile, sono vincolati da paletti. Si vede e non si tocca.

MonkeyIsland  @  25/06/2013 15:21:33
   9 / 10
Il migliore della trilogia tre colori.
Ottimo l'accompagnamento musicale, Binoche mai così bella e probabilmente alla sua migliore performance in carriera.

Crimson  @  25/03/2013 15:27:44
   10 / 10
1. Un prologo indimenticabile

Ruota: l'auto di Blu è riconducibile alla valigia di Bianco e ai cavi telefonici di Rosso. Vettori simbolici. L'uomo rapportato alla tecnologia di cui quotidianamente fruisce senza nemmeno rendersene conto.
Asfalto blu, clacson, inseguimenti.
Carta blu che avvolge un lecca-lecca.
L'innocenza straniante non è più innocenza.
La bambina si volta e osserva ciò che viene inghiottito.
L'auto si ferma. Lui di spalle (non si vedrà mai in viso fatta eccezione per qualche foto).
L'auto perde olio: Blu irrompe prepotentemente attraverso un preludio reso soffocante da un'immagine eloquente in grado di lasciar presagire un pericolo imminente allo spettatore ma non ai protagonisti.
Contemporaneamente la bambina fa il suo bisogno sul ciglio della strada. Duplice perdita. Presagio di morte.
Poco distante un ragazzo si diletta con un rudimentale giocattolo di legno: bastoncini, corda, pallina da incastrare. Quando finalmente esulta perché la pallina esegue il movimento che desiderava compiesse, l'auto sbanda e finisce contro un albero.
Nebbia. Grigio. In seguito allo schianto il pallone della bambina rotola via.
Cielo blu. Dissolvenza.
Una sequenza che stordisce e lascia sgomenti. Si è avverato il primo di una serie lunga di presentimenti che perseverano per tutto il corso del film e dell'intera trilogia dei colori. Anzi, il presentimento nel Cinema del regista polacco costituisce una costante.
Catapultati nel dramma senza avere un attimo di respiro.
L'immagine indelebilmente forte, perentoria: la bambina che lascia svolazzare la carta blu che avvolgeva la caramella.
Nel computo dei simbolismi di Kieslowski, sembra rappresentare l'innocenza sradicata e inghiottita in un pomeriggio plumbeo.

"L'esistenza si rivela così fitta di segni all'apparenza incomprensibili, perfino insignificanti, gratuiti, casuali che verranno tuttavia riconosciuti a posteriori come le tracce di un senso 'altro' o di un 'oltre' di cui appare investito tanto il reale, la realtà circostante (ossia la dimensione spaziale dell'esistenza stessa), quanto gli eventi e il loro svolgersi, il loro concatenarsi (ossia la dimensione temporale della vita).
Nell'incipit tutto ciò emerge già, per così dire, in controluce. L'intero apparato drammaturgico, infatti, vi opera per creare una messa in forma che lasci indovinare senza manifestare, che permetta di intuire senza svelare. Di conseguenza, i mezzi espressivi seguono una strategia della concertazione complessa e sono disciplinati in una partitura rigorosa, in un'orchestrazione precisa."
(Chiara Simonigh, Tre colori – Film blu, pag. 20, Lindau editore)

2. I primi risvegli nella "seconda vita" di Julie

"Nel caso di Blu ho cominciato con le scene dell'ospedale che considero la vera apertura del film. Volevo sapere cosa significa osservare il riflesso del medico nella pupilla di Julie, quest'effetto così forte di soggettivazione."

(Krzysztof Kieślowski, Dino Audino editore, pag. 58)

Destatasi in un letto di ospedale, Julie non ha il tempo di spalancare l'occhio malconcio e impigrito da ricevere prontamente la notizia dal medico: "Ho un compito ingrato…suo marito…".
"E Anna?"
"Si. Anche sua figlia".
Gli occhi si chiudono.
Il medico ha seguito la prassi. Nell'ordinare le due figure a lui sconosciute, è partito dall'adulto.
Julie parla invece il linguaggio degli affetti. E' evidente che nel suo ordine la priorità è la figlia, come viene evidenziato dal suo dito che accarezza idealmente la piccola bara durante il funerale visto in televisione (quelle mini-tv che andavano di moda nei primi anni '90), o quando poco dopo risponde seccata ad una giornalista che intende porgli alcune domande ("Non lo sa? Ho avuto un incidente, ho perso mia figlia e mio marito").
Chi era quest'uomo ce lo descrivono i toni pomposi del funerale trasmesso in tv.
Cosa fosse quest'uomo per Julie, resta un mistero voluto, anche se in parte successivamente svelato.
"E' vero che scriveva lei la musica di suo marito?" le chiede senza risposta la giornalista.
Ancor più affascinante del mistero dell'uomo, è quello della musica. Questa meccanica irremovibile, che risveglia ricordi e ammutolisce il linguaggio sempre teso a dispiegarsi, nel tempo e come fonte razionale della nostra volontà di rimozione di ciò che non vogliamo più ci appartenga.
Julie istintivamente cerca di porre fine alla propria vita. Emaciata, con indosso un collare per il colpo di frusta ricevuto, s'intrufola in infermeria con un diversivo e inosservata porta alla bocca un flacone di pillole, ma non è capace di ingurgitarle. Le sputa schifata dopo pochi secondi, come se constatasse che la sola idea del mentre e del dopo avessero quello stesso sapore disgustosamente amaro.
L'infermiera accorre, le due donne si guardano attraverso il vetro. Lo stesso vetro che ricorre nel cinema del regista polacco fin dal decalogo.
Julie come una bambina chiede perdono, dopo aver confessato di aver rotto il vetro. L'infermiera la guarda comprensiva. "Lo sostituiremo". E poi ripete per due volte che "non importa". Ha lo stesso sguardo che le riserverà la prostituta. Potrebbero essere le stesse persone. Eppure l'una è a conoscenza dell'evento tragico, l'altra no. A volte la conoscenza limita la verità che sottende ad un gesto.
Dimessa, Julie ha la prima folgorazione blu. Musica e ricordi, il leitmotiv del film.
Abbraccia Marie, la domestica anziana. Nutre affetto per lei e per il personale della sua tenuta, tanto da chiedere che continuino ad essere pagati, così come chiede che continuino ad essere destinate le somme per cautelarsi la madre in una casa di riposo. Julie si assicura che per le uniche persone care che le sono rimaste tutto continui come prima, mentre per lei deve sopraggiungere il Vuoto.
Stante l'incapacità di suicidarsi, Julie deve cominciare a vivere di nuovo. La prima reazione è di inghiottire il passato.
"Ha tolto tutto dalla stanza blu?" chiede al giardiniere.
Strappa il lampadario della stanza della figlia. Blu.
Piega lo spartito al cui solo avvicinarsi corrispondono note mentali di pianoforte. Più tardi si reca nello studio del marito, prende e getta il lavoro più ampio, benché ancora incompleto, in un tritarifiuti.
Morde e mastica convulsamente il lecca-lecca blu della figlia.
Dispone di vendere tutte le proprietà (ma si ricrederà).
Si disfa di tutti gli oggetti della casa eccetto il materasso. E più tardi, vedremo, il lampadario blu della figlia. Qualcosa l'ha trattenuta dallo sbarazzarsene. Istinto materno mai sopito?
Olivier, collega del marito a cui dà del lei e con cui trascorre una notte di "tradimento" per occultare definitivamente l'immagine sessuale del marito, è inghiottito inizialmente alla stessa stregua delle altre, inutili, "cose". Lui la ama.
"E' molto bello quello che ha fatto per me". Al risveglio Julie sorride per la prima volta, ma alla mimica non corrisponde un cambiamento del suo stato. Le parole confermano come lei si sia "servita" per il suo scopo del collega del marito.
"Sono una donna come tante, sudo, tossisco, ho la carie…non le mancherò".
Andando via Julie stringe il pugno destro e lo lacera contro il muretto del giardino.

LOVE STORY

Steal a diamond and pierce my heart
with its point
And take three silver drops of blood
to sow your dried flesh
Use the harvest you get to appease the hunger
of your crowd, which drains
you day by day, draining you away

You wanna eat my pearly eyes
to fill the void you've got
Inside, sweet child of mine , you've got inside

The pearly gates you dream of, are made of
mortal hopes you stole away
The pearly gates you long for are made of
Innocent night beings, heavenly unpure
and yet so pure

I feel ashamed for your soul
This war seems to reach a crying end
But why your very tears they never fall?
your very mask it never fades away?
your very face ain't going to be shown?

3. Il suonatore di flauto

Di giorno è sempre sul marciapiede antistante il suo nuovo appartamento. Lo stesso che ha scelto volutamente vuoto, per disporre innanzitutto il lampadario blu, unico ricordo salvato in uno scatolone e portato in giro, tra la gente, seguita per breve tempo da una camera a mano. Lui è un suonatore di flauto. L'accompagna indistricabilmente, quasi a motivo di una benedizione o maledizione ineluttabile, continuamente, con delle note che la destano spesso, ad esempio mentre prende il suo caffè con gelato nel bar sotto casa. Tra quelle note vibra un sentimento non assopito, mai domo. Quella musica lascia riecheggiare qualcosa a lei noto. "Come conosce questa musica?" gli domanda. Lui risponde "Invento pezzi diversi. Mi piace sognare". Un giorno Julie lo trova steso per terra, si ferma e gli pone la cassetta per raccogliere soldi a mo' di cuscino. "Si sente male?". Lui le risponde "Bisogna sempre guardarsi da qualcosa". C'è una musica in testa di Julie, che spesso la coglie di sorpresa e la inebria. Un moto meccanico che non può reprimere. Così come nei bagni solitari nella piscina blu, sulle scale del condominio o per strada. In quest'ultimo frangente Julie ha gli occhi chiusi. Non può ancora vedere l'altro, ma la musica è un tramite inconscio. La vecchina curva a fatica riesce a depositare una bottiglia di vetro nell'apposito contenitore per la raccolta differenziata. In Film Rosso la stessa vecchina verrà invece aiutata dalla protagonista. Stadi differenti. E' uno di quei segnali che intercorrono tra i film e in cui lo spettatore coglie un simbolo di familiarità.
Antoine, il ragazzo che ha assistito all'incidente, la rintraccia per poterle restituire la collanina che le apparteneva. "Sarebbe stato un furto". Julie afferma che l'aveva dimenticata. "Niente è importante". Chiusa, ermetica, sorride per la barzelletta che il marito stava raccontando poco prima del momento dell'impatto, ripetendo il finale per due volte come sempre. Regala la catenina a Antoine. Continua a inghiottire il passato. All'agente immobiliare riferisce dopo un incertezza di aver ripreso il nome da nubile, e di non "fare niente" nella vita.
La volontà di Julie che emerge dalle azioni e da bruschi interventi verbali, è espressa con maggior chiarezza a quella madre aterosclerotica che la scambia continuamente per sua sorella Marie France. La comunicazione è impossibile. "Adesso so che farò una sola cosa: niente...amici amore e legami sono tutte trappole". Julie nella sua solitudine ricercata apre inconsciamente uno spiraglio, la ricerca della conferma di avere manifestato paura per i topi quando era piccola. Paura della paura. Infatti ha trovato dei cuccioli nel nuovo appartamento ma non ha avuto il coraggio di ucciderli. Sentimento materno? Ricorrerà al gatto del vicino di casa fedifrago per sbarazzarsene, senza responsablità.
Paura, solitudine, responsabilità. Queste tre parole sono una costante. Julie a poco a poco scopre che pur volendo evitare il contatto con gli altri, non può esimersi dal farlo. Un tipo una notte viene pestato da altri tre, sotto casa. Lei scruta dalla finestra e lo vede divincolarsi e entrare nel suo palazzo. Bussa disperato a tutte le porte, compresa la sua. Cosa fare? Julie resta senza fiato per un po', bloccata dalla paura delle conseguenze. Eppure non può essere indifferente a quella scena. Si sente un rumore, come se la persona fosse stata raggiunta e trascinata fuori dal palazzo. A quel punto esce sul pianerottolo, chiede se c'è qualcuno, ma non ha risposta. E' uscita di casa quando tutto era finito, ma non ne aveva la certezza. Casualmente si imbatte nello sguardo della prostituta del piano inferiore. Quest'ultima è una delle persone che inevitabilmente, per caso, la libererà dalla sua solitudine. Le si presenta a casa una settimana dopo con dei fiori per ringraziarla: Julie ha scelto di non aderire ad una squallida petizione per cacciarla dal condominio "perché è una ******* che riceve uomini in casa", questa la motivazione della stessa. "Non mi riguarda". La volontà di isolarsi dalle faccende altrui in questo caso implica una chiara presa di posizione. Julie pur non volendo, scopre che anche nell'atto del nulla prende posizione rispetto alle altre persone.
Tra i numerosissimi simbolismi che il regista dissemina ovunque, mi colpisce il riflesso distorto del volto di Julie nel cucchiaino.

"Completamente chiusa e ripiegata su di sé, ha imparato a non vedere altro che se stessa. Ora però, nell'osservarsi, si vede per la prima volta sotto sembianze deformi: quelle che le rimanda il riflesso curvo del cucchiaino. In esse, attraverso di esse, Julie coglie l'aberrazione a cui l'ha condotta il proprio tentativo di autoannientamento, l'opposizione della propria volontà al proprio desiderio e quella della razionalità al sentimento, confluite, in ultima istanza, nell'opposizione alla vita, al Destino"

(Chiara Simonigh, Tre colori - Film blu, pagg. 80-81, Lindau editore)

4. "Il suo stesso esistere, il suo più profondo essere e sentire, coincide con la musica" (cit.)

"L'errore di queste domande e di questi lamenti sta probabilmente nel fatto che vorremmo ricevere dall'esterno, come un dono, quello che noi stessi, donandoci, possiamo conquistare dentro di noi. Pretendiamo che la vita abbia un senso – ma la vita ha esattamente la stessa quantità di senso che noi stessi siamo in grado di darle. Siccome il singolo ne è capace solo imperfettamente, le religioni e le filosofie hanno cercato di rispondere a questa domanda in termini consolatori.
Queste risposte arrivano tutte alla medesima conclusione: la vita ricava senso soltanto dall'amore. Vale a dire: più siamo capaci di amare e di donarci, più la nostra vita si colma di senso."

(Hermann Hesse)

Qualcuno scrive che se si ama, si cessa di essere liberi. Se si intende la libertà astratta a cui Julie anelava, in maniera congrua dal suo sgretolamento il film volge progressivamente verso una tensione che si districa verso "qualcosa" di più elevato di quella libertà.
Non è ancora notte inoltrata quando Lucille la chiama esortandola vivamente a raggiungerla in un luogo sconosciuto. Julie va a letto presto ma accetta perché il sentimento di reciprocità è ormai silenziosamente dilagante. Nel fragore del locale notturno, tra spogliarellisti, luci, schermi, vita notturna in fermento, le due donne si guardano. Lucille confida il proprio malessere causato dall'imbarazzante figura del padre tra il pubblico. Si è alzato ed è andato via senza vederla, ma questo non ha più importanza. Julie non dice nulla di particolare, eppure è lì, e per Lucille è ciò che conta.
Stranamente e casualmente, uno schermo proietta foto di Julie, Patrice, uno spartito creduto distrutto e ora nelle mani di Olivier, e una donna bionda misteriosamente apparsa accanto a Patrice. Il puzzle si compone sempre più. Julie rintraccia Olivier, è infantilmente arrabbiata. Lui, che non si è mai dato per vinto, confida di aver utilizzato la musica come mezzo per ritrovarla, per costringerla ad agire.
Julie componeva musica per il marito? Probabilmente sì. Il velo onnipresente di ambiguità che attanaglia il film non disvela mai, semmai lascia indizi. Basta sapere che lei è in grado di comporre. Olivier lo sapeva.
Julie sapeva della relazione extraconiugale del marito? Forse. In ogni caso non serba rancore.
Quando ho visto il film per la prima volta, ormai tanti anni fa, a questo punto ho pensato che fosse troppo semplice per Julie rimuovere il fardello della perdita del marito alla luce della scoperta del tradimento. Ritengo invece che la protagonista intuisse ciò già da prima dell'incidente. La freddezza con cui si relaziona con i dettagli che l'incidente le ha lasciato nel ricordo di lui si contrappone fin dall'inizio al calore materno sempre vivo.
"Vuol sapere se mi amava?". Alla vista del segno della gravidanza Julie indica di conoscere la risposta. E nota che Sandrine porta al collo una catenina del tutto simile o identica a quella che lei indossava e che ha regalato al ragazzo che ha assistito all'incidente.
Rinuncia a vendere la casa in extremis. La dona all'avvocato che porta in grembo il figlio di suo marito. Questo gesto implica un decisivo commiato di non belligeranza con la figura del marito che "deve" avere un lascito, nel nome del nascituro, perché è inevitabilmente insopprimibile il passato… come è insopprimibile la forza dell'amore che si ha dentro, e per Julie è la musica, si realizza nella musica, nella fattispecie nell'atto di comporre. Julie si dona allo spartito, stravolgendo il lavoro di Olivier, rendendolo "meno rozzo e pesante", introducendo il flauto. Olivier da par suo decide di non riprenderlo, ormai concluso, a patto che lei dica che le appartiene. Julie risponde "Ha ragione". Per la prima volta dunque ella compone musica e ne rivendica la maternità. Il concerto per l'Europa è opera di Julie.
Un'identità si definisce. Non si realizza nell'amore per Olivier, come l'amplesso sembra indicare. Non è neppure nell'atto di generosità verso Sandrine, Patrice o il nascituro. L'amore di Julie è Agàpe, disinteressato e totalizzante. E' l'amore verso il mondo, che la fa (ri)congiungere con esso. La musica ne è il centro, la forza trainante, la sua salvezza e il suo riscatto.
Il meccanismo filmico ce l'ha presentata solo a piccoli estratti, come un'energia che si sprigiona a sprazzi, difficile da contenere. Nel finale si può liberare finalmente, ininterrottamente. E' il concerto di Julie, il dono di Julie, capace di creare per sé e per gli altri.

"Se anche parlassi la lingua degli angeli,
Ma non avessi amore,
Sarei solo un bronzo risonante.
Se anche avessi il dono della profezia,
La scienza di tutti i misteri e tutta la conoscenza,
E se anche avessi una fede tanto grande da smuovere le
montagne,
Ma non avessi amore,
Non sarei nulla.
L'amore è pazienza, è bontà
L'amore sopporta tutte le cose
Aspira a tutte le cose
L'amore non muore mai.
Mentre le profezie
verranno vanificate,
Le lingue verranno fatte tacere,
La conoscenza andrà affievolendosi,
Resisteranno solo fede, speranza e amore.
La più grande di tutte è l'amore."

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  29/10/2012 15:18:58
   8 / 10
Libertà. Primo film della trilogia, è un film prondo, delicato ed elegante che apre parecchi spunti riflessivi. Sempre bravissimo Kieslowski.

topsecret  @  22/08/2012 17:48:08
   7½ / 10
Il film Blu è sulla libertà, la libertà nelle emozioni che la vita in un gioco cinico e bizzarro ti mette a disposizione.
L'inizio della trilogia di Kieslowski si apre con una carica emotiva evidente, sfruttata in maniera elegante e non retorica, impreziosita dalla mirabile interpretazione di una Juliette Binoche brava e convincente nei panni di una donna sconvolta da tragici eventi che deve rimettere in piedi la sua esistenza e ricominciare a vivere.
Un film appagante sotto il profilo delle sensazioni trasmesse, diretto con stile e in possesso di qualità visive notevoli, interpretato bene e congeniato in modo da coinvolgere chi guarda senza appesantirlo di momenti statici o di indifferenza narrativa.
Una visione più che valida.

sweetyy  @  18/04/2012 17:32:43
   8 / 10
Bello, elegante, raffinato. Film blu è uno spettacolo sia visivamente, sia per quanto riguarda la colonna sonora. Nonostante questo ho preferito un pò di più FIlm Rosso

lupin 3  @  13/04/2012 02:01:39
   8 / 10
Non perdetelo.

barone_rosso  @  31/03/2012 17:41:36
   5½ / 10
Tecnicamente non c'è nulla da dire.... Ma è proprio uno di quei film che non riesce a dire nulla a parte l'aspetto realizzativo... Dove si voleva arrivare? La trama è un piattume non indifferente. Un'ora e mezza che sembra durare un'eternità. Per il resto, ottimo.

gemellino86  @  01/03/2012 09:14:52
   10 / 10
Il primo film della trilogia di Kieslowski è un autentico capolavoro di forte impatto visivo. Dialoghi e scenografie da incorniciare. Da notare una straordinaria prova della Binoche. Per me è il migliore dei tre.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  24/12/2011 13:04:23
   9 / 10
Emozione allo stato puro. Intenso e semplice come le cose migliori, ti prende per non lasciarti più. Juliette Binoche in stato di grazia.

Nightmare97  @  11/09/2011 13:54:56
   7 / 10
bel film,forse un po' troppo lento...questo l' unico difetto che lo rende molto meno bello di quello bianco...nel complesso, però, bel film...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  31/08/2011 15:53:01
   8 / 10
Un bel film di Kieslowski, nonchè il primo della trilogia dei colori. Intoccabile sotto ogni punto di vista: regia, sceneggiatura, recitazione... ottima la sequenza della zolletta di zucchero nel caffè. Insomma, davvero un bel film. Astenersi chi si annoia con questi film di registi russi...

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2013 18.00.32
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Julien  @  17/08/2011 21:45:40
   10 / 10
il capolavoro assoluto del grande maestro.

7219415  @  22/04/2011 14:44:18
   7½ / 10
Stesso discorso che ho fatto per il bianco...tuttavia questo, anche se più colmo di significati, è molto più lento..

ValeGo  @  06/04/2011 20:03:35
   7½ / 10
Film particolare sulla libertà individuale..libertà dai sentimenti..dagli affetti..da tutto ciò che hai di più caro e che viene a mancare all'improvviso..La Binoche interpreta una donna che vive questo dramma e che cercherà di reagire..anche scoprendo certi aspetti che le renderanno meno dolorosa questa rinascita individuale..

Oskarsson88  @  26/03/2011 13:48:22
   8 / 10
Lento, stilistico, raffinato... una donna perde tutto e cerca di reiniziare una nuova vita. Tante belle immagini, anche se nonostante l'intensità della storia non trasmette, o almeno a me non ha trasmesso, emozioni particolarmente forti. Il voto alto è soprattutto, infatti, merito dello stile...

goodwolf  @  29/01/2011 16:12:13
   7 / 10
Un bellissimo ritratto sul perdere tutto e provare ricominciare.
La binoche è magnifica, così come le sequenza sulla musica.
In alcuni momenti però la pesantezza è quasi estenuante,la storia lo è già di suo e alcune scelte registiche accentuano il tutto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  26/11/2010 17:35:21
   10 / 10
Mi permetto di linkare (come ho fatto per "il figlio" dei Dardenne) una mia recensione, pubblicata qualche anno fa su un altro sito non di cinema:

http://www.kultunderground.org/articoli.asp?art=1098

Libss  @  02/04/2010 10:24:23
   8½ / 10
Il film di Kieslowski figurativamente più geniale, con almeno tre sequenze memorabili: il riflesso nell'occhio, il dito che scorre sul pentagramma, il finto piano sequenza finale. Qua e là ripetitivo e ridondante.

peppone  @  05/01/2010 15:36:36
   8 / 10
Sceneggatura ottima come in tutti e tre i film della trilogia. Momenti molto drammatici che caratterizzano tutti e tre i film sono ben gestiti, brava la protagonista. Film ma molto carico nei contenuti. Davvero curato in tutti mi dettagli.

The BluBus  @  31/12/2009 10:18:59
   8½ / 10
Binoche tristemente bella, grande musica e grande fotografia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  08/11/2009 02:30:50
   7 / 10
Eccoci finalmente! Il primo film sul ciclo w la rivoluzione con i colori della mitica bandiera francese! Insomma che dire, per essere il primo film che ho visto su questa famosa trilogia devo dire di esserne rimasto abbastanza soddisfatto! non dico di esserne rimasto colpito come un capolavoro! però si vede il buon film certamente. La cosa che non dimenticherò di questo film e la scenografia, soprattutto quando c’era quel blu nelle scene della piscina! devo dire che mi ha colpito alla grande. Per il resto ottime le interpretazione degli attori, e il finale, e magnifico

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  16/07/2009 11:42:59
   9 / 10
Suggestivo, grazie ad un'ottima fotografia, ad un accompagnamento musicale eccezionale e al blu. Il blu è un colore che mi trasmette inquietudine. Forse perchè è il colore delle profondità oceaniche, quelle profondità cupe, indefinibili e nel contempo affascinanti. Come questo film. L'ho trovato tristemente reale, terribilmente possibile, estremamente vero, sincero, libero. Non ho visto gli altri, ma credo che li vedrò presto.

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bulldog  @  16/07/2009 11:34:31
   8 / 10
Forse il più riuscito della trilogia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  12/05/2009 12:39:09
   7 / 10
Momenti troppo drammatici e che scadono un pò sulla retorica in generale, ma sempre un film d'effetto che sa essere furbo. Io trovo parecchio triste e forse pessimista con le sue riflessioni sul percorso "Già scritto" della vita. Buon cast che trasmette molto. Irrilevante e senza logica il paragone con i film di Bergman

lord vampire  @  10/04/2009 18:47:11
   9 / 10
non c'è da dire altro

VikCrow  @  09/03/2009 09:44:11
   8½ / 10
Stupefacente, con una grandssima dose di poeticità. Migliore del rosso, ma per un pelino inferiore a bianco. Blu profondo ed intenso.

refuse-resist  @  11/02/2009 14:42:44
   8½ / 10
Si può essere costretti alla libertà? Eccome. Quando ciò accade questa parola perde tutta la bellezza che solitamente assume nel linguaggio comune e si trasforma in qualcosa di totalmente opposto all’ “ideale per eccellenza”. Se ne accorge bene Julie, quando si scopre sola al mondo dopo che un’incidente d’auto le porta via marito e figlia. Kieslowski non perde tempo a scavare nel suo dolore: sa che troverebbe solamente altra tristezza e altra disperazione, niente di più. Ciò che preme al regista-filosofo polacco è illustrare la nuova esistenza della povera donna, obbligata dal fato ad accettare forzatamente una condizione di libertà assoluta che non desiderava affatto. L’ideale è diventato una maledizione che ha svuotato la vita di ogni valore. Non si può tornare indietro; si può solo provare a cercare un nuovo senso alla propria esistenza, ma dove andrà cercato? Al film l’onere di dare una risposta, a noi il dovere di coglierla e darle il giusto significato.

TIGER FRANK  @  21/12/2008 14:30:18
   10 / 10
Non ho soldi da buttare....scarico film.
Della trilogia ho comprato il cofanetto......ci sara' un perche'.
E pensare che la prima volta che lo vidi non mi piacque tanto come film rosso ora e' il mio preferito.....un consiglio.....vedetelo una seconda volta e a distanza di tempo una terza....dei bei ragazzi ci si prende una scuffia subito ma le belle persone che capita di scoprire a poco a poco,quelle che sono interessanti e hanno qualita' bhe........ce se ne innamora.

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Ultima risposta 26/12/2008 23.13.47
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Brundle-fly  @  11/12/2008 20:55:34
   1½ / 10
Il trittico di Kieślowski “Tre colori” non è né più né meno che un progetto filmico sulla Trinità cristiana. Dopo il “Decalogo”, per concludere la propria esposizione audiovisiva del “CCC”, il Catechismo della Chiesa Cattolica, e/o del “Credo” come professione di fede ecclesiale, e/o d’un qualunque trattato manualistico di teologia fondamentale, ex apologetica, al regista polacco mancava d’affrontare la dogmatica basilare, quella del concilio niceno-costantinopolitano (325 e 381) e del concilio calcedonese (451).
“Film Blu” è l’illustrazione della “persona” dello Spirito Santo nel senso affettivo conferitogli da sant’Agostino. Dunque non solo come spirito di vita (cfr. l’ecografia finale del nascituro), ma anche come spirito d’amore, fra il Padre come Amante e il Figlio come Amato (cfr. il conclusivo “Inno alla carità” della paolina Prima lettera ai Corinzi, capitolo 13, in particolare le 15 caratteristiche attribuite all’”agàpe”/”charitas” nei versetti 4-7).
“Film Bianco” resterà sempre un racconto eccentrico, bislacco e sconclusionato finché non ci si deciderà ad applicargli la chiave interpretativa della cristologia. L’impotenza del protagonista è quella del Messia fin qui venuto solo come “Agnello immolato” e non ancora come “leone di Giuda” (cfr. Apocalisse 5, 5-6). Il viaggio in aereo e la caduta sanguinosa lungo la scarpata simboleggiano l’Incarnazione. Quando costui giunge a casa è Natale (!) e sul bar dei familiari campeggia l’addobbo d’una stella cometa (!). La sceneggiata ai danni della moglie non è altro che l’allegoria della morte e resurrezione peculiari del triduo pasquale, e la moglie viene punita (carcere=purgatorio?) per il peccato della propria mancanza di fede/fiducia.
“Film rosso” è dedicato alla figura del Padre come giudice onnisciente e passivamente distaccato dalle vicende storiche. Quest’idea del “Deus absconditus” risale nientemeno che a Isaia 45, 15. Ma è solo dal 1800 che riesplode nella cosiddetta teologia dialettico-negativa, prima con “l’infinita distanza qualitativa/ontologica” di Kierkegaard, poi con il Di\o-tutt’altro (“ganz Andere”) di Otto e Barth, e poi di nuovo con l’"etsi Deus non daretur” (“come se Di\o non ci fosse”) di Bonhoeffer. La coprotagonista è obbligata a umiliarsi pregando e supplicando in ginocchio Lui affinché Egli si decida a manifestarsi come Di\o d’amore.
Con i riferimenti della trilogia kieślowskiana al motto della rivoluzione francese si cade dalla padella alla brace. Nella diatriba fra Löwith e Blumemberg su “La legittimità dell’età moderna” (1966), e nel distinguo fra secolarizzazione e secolarismo operato da Gogarten in “Destino e speranza dell’epoca moderna” (1953), il regista prende posizione a favore del cristianesimo, e non soltanto fattualmente ma pure valorialmente: è vero ed è anche un bene che i princìpi apparentemente laici siano in realtà ancora un retaggio della religione del Nazareno.
L’esaltazione acritica della libertà rinvia alla fatidica domanda posta da Platone nell'”Eutifrone” (15b): “È giusto ciò che è santo o è santo ciò che è giusto?” A essa si risponde deformando il concetto di libertà nell'arbitrarismo dispotico se si segue quanto propugnato dal neoplatonismo, dalla scolastica francescana, dall’ultimo Schelling, Wittgenstein e Heidegger. Invece libertà e necessità assolute devono coincidere, poiché l'aristotelico sommo bene per l'intera natura si pone come legge a se stesso, autoreferenzialmente.
La fraternità è un altro residuato cristiano. Per quale motivo, infatti, non parlare piuttosto di solidarietà fra soggetti di dignità paritetica, invece di rifarsi ancora, come pure Baudelaire e Ungaretti, alla consanguineità dipendente dalla presunta discendenza da un unico Padre (eterno)?
Infine l’uguaglianza. In logica matematica un conto è il principio di uguaglianza ("=") e tutt'altro è il principio di identità ("≡"). Solo quest’ultimo non è demoniaco nell’accezione tecnica del termine, vale a dire in quanto “scimmiottamento del Bene”. Demoniaco non è il voler essere identici a Di\o, bensì il voler essere semplicemente “come” Di\o, disonorevolmente soltanto “a sua immagine e somiglianza” (Genesi 1, 26). Ma la tradizione ebraico-cristiana ci ha fatto credere l’esatto contrario e anche in questo caso la rivoluzione francese è caduta nella trappola, con grande sollazzo di Kieślowski.

Discussione proseguita su:
http://www.filmscoop.it/forum/forum_posts.asp?TID=7871&KW=Mauro+Lanari&PN=0&TPN=18

Mauro Lanari

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Ultima risposta 28/12/2008 16.54.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  27/11/2008 11:55:32
   7½ / 10
L'unica cosa negativa che posso attribuire a questo film è la lentezza...dialoghi un po' tirati per le lunghe!
Per il resto è una pellicola affascinante anche nei suoi solenzi...le immaini parlano con la musica e viceversa!La protagonista è bravissima,in perfetta parte la Binoche!
E che dire della regia?semplice poesia!

Gruppo COLLABORATORI julian  @  25/08/2008 01:59:43
   8½ / 10
Confortante pensare che ci sia stato qualcuno, in tempi recenti, che si sia battuto perchè il cinema fosse ritenuto ancora una forma d'arte: questo qualcuno è Kieslowski.
Pochi come lui, negli ultimi 20 anni, sono riusciti a giocare con colori e ombre e a non lasciarsi attrarre dal fascino delle meraviglie tecnologiche che presto avrebbero permesso l'impossibile.
Non ci provo nemmeno a penetrare il suo mondo concettuale: chissà quante altre tematiche avrà disseminato nel film, chissà quali altre riflessioni avranno sfiorato la sua mente mentre lo girava, tante altre cose che nemmeno i più esperti sono riusciti a cogliere.
Film blu è una magia lunga 100 minuti che spesso sembra opera di un pittore: occhi che fungono da specchi, volti tormentati, luce azzurrina che abbonda e singoli fotogrammi che si potrebbero esporre in una galleria di dipinti.
Io dico che non serve capire, basta guardare.

Tony Ciccione90  @  20/08/2008 11:34:55
   8½ / 10
Che film! E' un quadro magnifico. Il colore blu è quasi sempre presente in ogni scena e ha uno scopo ben definito: non rappresenta la libertà in senso politico, ma la libertà individuale. In questo film i colori giocano un ruolo fondamentale: rappresentano lo stato d'animo della protagonista, Julie. Infatti ogni volta che la donna ha un problema si tuffa in piscina (il blu e il nero dominano) per scacciare i ricordi; o ancora, all'inizio del film Julie poggia il dito sul televisore per accarezzare idealmente la tomba della figlia e del marito e crea così un'ombra scura; ancora, quando a Julie vengono rivolte domande, e quindi quando deve provare a relazionarsi con il mondo esterno, la scena si oscura brevemente. Che opera geniale!
E ora tocca agli altri film della trilogia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  08/06/2008 11:40:19
   9½ / 10
Si può vivere senza sentimenti, se questi sono espressione del proprio ego?
"Film blu" è una pellicola di un'intensità unica, un dramma tutto intimista velato dalle trascendentali musiche di Zbigniew Preisner e dalle silenziose lacrime di Juliette Binoche.
Un'amara poesia sulla libertà per antonomasia, sia questa materiale o spirituale.

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Ultima risposta 15/02/2010 13.43.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  12/03/2008 15:04:33
   7 / 10
Parto subito col dire che l’inizio e la fine sono le cose migliori del film. Trasmettono suggestione infinita, risaltano immagini che danno una sensazione quasi angosciante. La parte iniziale ci “prepara” al film, mentre la fine è l’apice di tutto: gli elementi principali non sono solo il blu o i contrasti dei colori, ma anche la musica, imponente e magnifica che dà spessore al personaggio, una Binoche in parte. La vediamo come lei vuole mostrarsi, con la sua mente e lo spirito affranto.
I dettagli sono pure importanti, ogni oggetto non è messo per caso, anche gli oggetti fanno parte di lei. La fine lo dimostra perfettamente.
Lo sviluppo del film quindi vuole evidenziare l’isolamento di una donna depressa, con quello che percepisce dentro e quello che vorrebbe dimenticare ma che non può.
Purtroppo non voglio dare più di 7, perché la pesantezza si è fatta un po’ sentire. Di solito la pesantezza non la considero un difetto perché questi film mi piacciono, ma a volte quando è troppa fa risaltare meno il fascino. Ma un buon film lo è e la sua forza la dimostra.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  26/02/2008 10:39:24
   8½ / 10
Questo dei tre è senz'altro il più difficile da commentare, a conti fatti credo nessun film della trilogia possa ritenersi un vero e proprio capolavoro, tanto meno che questo.
E' il film sulla libertà, spirituale più che fisica come si potrebbe immaginare prima della visione, ma che non sempre scindono l'una dall'altra, anzi...
La fotografia è fredda, ovviamente dalle tonalità blu, mi ha colpito invece l'abilità di Kieslowsky nel rappresentare il vuoto interiore della protagonista, anche scenograficamente, "Mi hanno portato via tutto", mano mano che si procede un vuoto sempre più colmato, anche dalla mobilia.
Un film di rielaborazione e risposta alla vita, non sempre facile da mettere in opera, tutt'altro, sono dell'idea dunque questo sia un film ottimista in toto.

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Ultima risposta 09/06/2008 20.52.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/02/2008 21:58:55
   8 / 10
La difficile rinascita dopo un grave lutto di una donna fisicamente viva ma spiritualmente morta, implosa in se stessa e con la ferrea volontà di non uscire da quel piccolo microcosmo che si è costruito su misura. La Binoche offre una delle sue migliori intepretazioni in assoluto: la sua recitazione è intensa e struggente, i suoi sguardi sono significativi più delle parole. Kieslowski, come nel Decalogo mantiene una certa distanza dai suoi personaggi, ma le emozioni che trasmette sono forti e non si può rimanere indifferenti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/11/2007 21:12:23
   6½ / 10
Rielaborazione di un lutto secondo Kieslowsky: certamente il meno accademico dei tre episodi "trois couleurs", ma anche il più statico.
La critica ha aderito nel riconoscere nell'autore un segno di continuità con Bergman: può darsi. Ma ai lunghi silenzi e alla morale del regista preferisco l'ambientazione e le suggestioni legate all'apparizione di certi comprimari.
A dirla tutta, mi sembra un film sopravvalutato: preferibilmente adoro il colore Rosso (in ogni senso?)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  09/10/2007 09:46:37
   8½ / 10
Molto difficile commentare la trilogia di Kieslowski.
Film blu, già dal titolo rievoca un senso di malinconia, di tristezza.
Narra infatti la difficoltà ed il silenzio che occorrono nell'elaborazione di un lutto.
Questo film riesce ad emozionare intensamente lo spettatore, benchè se si vuole essere critici, la fase dell'angoscia e della rabbia sono trattate con molta superficialità e dal silenzio iniziale si passa immediatamente al forte senso di colpa che nel film si concretizza con il donare la casa all'amante del marito.
Comunque rimane un film spiazzante e da vedere assolutamente.

AKIRA KUROSAWA  @  18/09/2007 16:30:54
   9½ / 10
difficile commentare film blu,bianco e rosso, .perche sono qualcosa in piu che di semplici film, sono opere d arte, con dei contenuti filosofici e sicuramente nn di facile comprensione sopratutto il blu e il rosso..
quindi è difficile dire qualcosa su sti tre film se nn che sono tre capolavori e tre film destinati a restare nella storia.. questo mio commento varra anche per gli altri due .. per me tt e tre alla stessa altezza.. questo è forse qll piu profondo, con una delle interpretazioni migliori di sempre.. bellissimo

Gruppo COLLABORATORI paul  @  09/09/2007 13:41:15
   9 / 10
Il migliore dei tre, dostoevskiano, o se vogliamo, kieslowskiano. La vita e la speranza, l'epifania che smuove soprattutto il continuare a vivere (in questso caso l'amante del marito) trovano forza in un film commovente e compiuto.

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Ultima risposta 06/10/2007 14.57.13
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luca2012  @  25/08/2007 11:36:41
   9 / 10
Stupendo, ho comprato quasi per caso il cofanetto con la trilogia (pagato anche pochissimo) e non sono mai stato così felice. Kieslowski è diventato un mio mito.

Lory_noir  @  19/08/2007 13:33:14
   5 / 10
L'ho trovato troppo stattico, molte immagini sembravano fotografie, e molte senzazioni ti si scagliavano dentro, bellissima l'iimmagine della vecchietta gobba, ma cmq un film trp statico e con alcune parti secondo me trp superficiali, come quelle della storia con al'tro uomo che nn si capisce quasi da dove sspunta fuori. Poi visto alle 2 di notte... nn è proprio un film con il quale puoi tenerti sveglio! La Binosche è molto brava ma io consiglio questo film solo agli amanti del drammatico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  18/08/2007 20:17:10
   10 / 10
Un'opera d'arte in tutto e per tutto. Film Blu è un richiamo alla libertà, quel senso di libertà che dovrebbe provare ognuno di noi nell'esprimere i propri sentimenti. Non riesco a commentare bene questo film perchè mi ha emozionato come pochi. Juliette Binoche sembra la reincarnazione della tematica del film, è praticamente perfetta dall'inizio alla fine. Le musiche straordinarie fanno da contorno ad uno dei film più intimistici(e più belli) che abbia mai visto. Ora sono curioso di vedere anche gli altri due colori. Ah dimenticavo: "Grazie Kieslowski".

P.S. : Thanks Terry :-)

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Ultima risposta 31/08/2007 12.29.35
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  13/08/2007 14:31:23
   10 / 10
il film sulla libertà più intrinseca, quella dai ricordi, da se stessi, dalla vita.
Julie è il personaggio migliore della storia del cinema e quello più vero, parallelamente la Binoche è l'attrice migliore di sempre.
Kieslowski ha la rara capacità di raccontare l'assoluto attraverso il piccolo, l'immensità della vita umana che è dolore, sofferenza, ma anche riscatto e felicità attraverso il quotidiano. Julie stordisce per la sua umanità, per la sua grandezza, per la sua dignità raccontate in modo semplice, ma estremamente cinematografico e sperimentale. ma attenzione! cercare con la macchina da presa nuove vie per raccontare la sofferenza nel cinema, non significa essere retorici, esasperanti e tutta quella masnada di aggettivi che ho visto nei commenti di illustri cinefili/critici presenti nella mia lista-amici.
non c'è teatralità, non c'è pessimismo, non c'è falsità nel cinema di Kieslowski, solo umanità: se nel Decalogo il suo cinema raggiungeva vette di raffinatissimo cinema morale, qui raggiunge la vetta più elevata di un cinema umano del "genere" della sofferenza e non c'è nessun altro film fino ad ora che mi abbia sconvolto così tanto riguardo alla Vita.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  14/06/2007 16:41:14
   8 / 10
Film estremamente toccante, che mette a nudo il tema del lutto. E' un film forse troppo ricercato e tecnicamente esasperante, ma che, nonostante la sua apparente freddezza, riesce a trasmettere molto.
Splendida J. Binoche.

quaker  @  03/06/2007 19:42:45
   8½ / 10
Non considero nessuno dei tre film della trilogia un vero e proprio capolavoro. Riconosco però a Kieslowski grande maestria. Credo anche che i film vadano giudicati (e visti) insieme, come suggerisce (oltre che naturalmente con il comune titolo Tre colori) lo stesso regista, inserendo almeno una scena comune (il vecchio / la vecchia che tenta di infilare una bottiglia nella "campana" del vetro).
Tutt'e tre i film sono cmq decisamente sopra la media, come qualità, abilità registica, interpretazione, sceneggiatura.
Film blu si avvale poi di una Juliette Binoche che è riduttivo definire splendida: è una interprete che da sola regge quasi il film.
Il tema della libertà è risolto con la dimostrazione che questa non è assenza da vincoli, ma solo chi riesce ad essere accollattivo può essere libero: dunque per Anna essere libera non significherà altro che ricominciare dopo la tragedia. Non può liberarsi dalla vita, come non può sfuggire al proprio talento...

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Ultima risposta 26/02/2008 10.42.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  12/04/2007 23:05:38
   9 / 10
Primo film del resta polacco Krzysztof Kieslowski che vedo e inizio proprio con il primo film della sua trilogia. Preaccuncio che sono stato colpito molto positivamento dal talento cristallino e dalla grande raffinatezza di questo regista.

Kieslowski è in grado di dimostrare l'agghiacciante senza mostrarlo direttamente. Un regista straordinario, in grado di fissare su pellicola i sentimenti umani di dolore, odio, paura, disperazione. Il tutto connesso ad un ottima colonna sonora (musica classica molto bella) e soprattutto un montaggio che mi ha colpito molto. Meravigliosi sono gli stacchi temporali e l'oscuramento dello schermo durante i momenti in cui Julie si chiude in sè stessa prima di interagire con altri o la musica del concerto mentre scorre il dito lungo le note del pentagramma.
Splendida la fotografia, che riprende più volte i toni blu.

I temi trattati sono molteplici, potrei dire i principali dell'esistenza umana. La morte contrapposta alla vita, ma quasi potrei dire la vita contrapposta alla morte. Nella sua drammaticità e nella negatività degli eventi narrati, a mio parere, a trionfare è proprio la vita. L'attaccamento a quest'ultima è emblematico nella frase: "Non ne sono capace" al momento del tentato suicidio.
Ma anche il tema della libertà che si lega inesorabilmente con quello della solitudine e del ricordo. La libertà di interpretare la vita come si vuole ma, a mio parere, l'impossibilità di staccarsi dal ricordo. L'uomo secondo Kieslowski non è completamente libero, perchè impossibilitato a staccarsi dall'ingombrante passato che segna la vita presente ma segnerà anche quella futura. La solitudine non fa altro che aggravare ancora più tale impossibilità di distacco.

Meravigliosa la Binoche, in un'ottima interpretazione, sentita ed emozionata.
Un film di estrema delicatezza e raffinatezza, nella speranza che gli altri due film della trilogia possano soddisfarmi come quest'ultimo.

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Ultima risposta 19/05/2007 12.02.00
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davil  @  05/03/2007 12:45:00
   7½ / 10
il più celebrato ma per me meno bello della trilogia dei colori, ma stiamo pur sempre parlando di un grande film, è una "classifica" ad alti livelli di un regista che amo molto. C'è un pizzico di retorica di troppo nel film che mi fa preferire gli altri

Exodus  @  22/02/2007 19:20:46
   8 / 10
Il primo film della trilogia dei colori ha l'impianto tipico dei film di Kieslowski; splendide inquadrature e abbondanti simbolismi incorniciano una storia semplice ma toccante e piena di sottintesi; non è affatto un fim semplice, e devo ammettere che senza uno sguardo all'ottima recensione di cash non sarei riuscito a sviscerarlo completamente, neppure dopo due visioni (come per Flm Rosso)
Molte le stranezze, come gli "stacchi" di musica classica nel bel mezzo di alcune scene con lo schermo che si fa buio per poi ritornare sulla stessa ambientazione; splendida l'interpretazione della Binoche, dolce e determinata allo stesso tempo.
Un buon inizio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  02/10/2006 20:24:41
   9 / 10
il primo film della trilogia dei colori è quello che mi ha colpito maggiormente, bellissima e bravissima la binoche che trasmette emozioni ogni volta che viene inquadrata.

ho trovato geniale gli "stacchi" in cui lo schermo diventava nero, aumentava una magnifica musica classica e dopo due secondi si tornava alla sequenza interrotta e la binoche che mostra il suo talento

Lara°  @  05/09/2006 19:28:02
   8 / 10
ho trovato fantastica latrilogia ma questo blu è quello che mi ha colpito di più... arriva dritto al cuore,alla riflessione.. struggente e avvolgente fin dai primi minuti

da vedere

Invia una mail all'autore del commento Antonio.F.M  @  12/05/2006 02:25:30
   9 / 10
A me sembra che il bello di questo film sia nella sua semplicità.
O forse dovrei dire nella "semplificazione", un dono questo, assai raro da non confondersi con la banalità.
I dialoghi sono levigati,essenziali,ma tremendamente efficaci.
Tutto il film è di un'eloquenza spaventosa.
Credo che si possa definire un'indagine,quasi un'anatomia del Dolore.
Un dolore totale,estremo, cui la protagonista tenta di sottrarsi anche infliggendosi (solo in un caso) del dolore fisico,pur di attenuare quello che ha dentro.( Una citazione dal "Danno" di Josephine Hart?)
La Binoche,che qui sembra l'eroina di un dramma Sofoclèo (vittima incolpevole di un'azione del fato) sopporta tutto con grande dignità,anche quando, a causa di una rivelazione,si aggiungerà dolore al dolore.
In più, per tutto il film aleggia un mistero.
Recitazione intensa ed intima, magniloquente, che si sposa benissimo con la
"minimalità" del linguaggio parlato.
Il migliore della trilogia....per me.

Mavors84  @  07/04/2006 10:11:02
   9 / 10
un film che ti avvolge con il suo silenzio... eravamo in tre a vedere questo film e alle fine nessuno parlava, ci siamo appena salutati per dare la buona notte...
....solo la musica spezza questo silenzio surreale... un noir bellissimo, da vedere!!

ds1hm  @  04/04/2006 14:05:59
   9½ / 10
premessa: film blu è uno dei quattro film che ha cambiato la mia vita: lo vidi al cinema a 15 anni, tra scetticismo e curiosità (non era allora un genere che mi attraeva perchè pensavo a ben altro) ma da quel periodo nacque la mia passione per il cinema.
Leggo che spesso si parla di retorica nei commenti a Kieslowski (nei troppo pochi commenti). Cos'è la retorica nel cinema? ho sempre trovato difficoltà nel ricercare una risposta. L'unico difetto di Film blu consiste nell'essere composto da frammenti narrativi, all'apparenza quasi slegati o sovrapposti tra loro, ma trovai chi mi reguardì in maniera definitiva: il film doveva essere montato per forza in quel modo perchè manca l'unità temporale, ossia una logica cronologia, una cronologia sequenziale. Lo sviluppo della perdita familiare non è visto giorno dopo giorno, ma periodo dopo periodo, che per completezza quotidiana altrimenti forse avrebbero trovato espressione in un unico schermo buio attraversato dai riflessi di luce blu a testimoniare il vuoto mentale e la sospensione psichica dei ricordi (una delle meraviglie di film blu). Trovo altre cose meravigliose oltre alla fotografia: la musica: pochi film hanno trovato una sintesi talmente perfetta tra immagini e suoni.

aiemmdv  @  05/01/2006 11:23:39
   8 / 10
Grandioso film struggente e coinvoilgente come pochi.X il resto leggete
l'ottima recensione.

marco86  @  25/12/2005 20:34:06
   8 / 10
Un film chiaramente sulla libertà.Non la libertà fisica,ma la libertà interiore.Precisamente la libertà dal proprio passato e dai propri sentimenti,come già sottliuneato dall'ottima recensione di cash.La protagonista,interpretata magnificamente dalla Binoche,tenta in tutti i modi di la sciarsi il passato alle spalle dopo l'inicidente.Per tutto il film succedono cose che però ostacolano il suo scopo e alla fine la "liberazione" non avviene grazie all'oblio (che guardando il film potremmo considerare impossibile)ma grazie alla musica.Bellissimo messaggio.

La regia di Kieslowsky è curata in ogni minimo particolare ma questo,straordinariamente,non toglie emozione al film.Bellissima la fotografia a base di blu e anche le musiche.
Se proprio dovessimo segnalare un difetto dovremmo andare a pescarlo nell'eccessivo simbolismo,che a mio parere andava inserito fra le righe e non reso cosi esplicito.Ma,comunque,un film bellissimo da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  10/10/2005 09:38:15
   7 / 10
Non mi piace più di tanto. C'è tanto stile, tanta eleganza, una attrice bravissima, un'ottima elaborazione dei temi del lutto e del destino. Ma c'è anche un eccesso di frasi fatte e un 'eccesso di retorica, la ricerca per forza di momenti struggenti, che appesantiscono troppo quest'opera.
Voti alti a mio parere ingiustificati.

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/08/2007 14.16.16
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Invia una mail all'autore del commento luca986  @  23/07/2005 11:15:41
   6 / 10
Avevo letto che era un film molto bello.L'ho guardato con le migliori intenzioni ma piu' di 6 non riesco proprio a mettere. Il tema della musica è trattato solo sufficientemente.Però molto brava Juliette Binoche.

Moderator  @  04/06/2005 18:45:26
   7 / 10
molto suggestivo

unpoeta67  @  11/05/2005 00:10:52
   9 / 10
drammatico , lucido , stupefacente ... poesia noir ... ed una binoche travolgente.. semplicemente amabile ...

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  23/02/2005 16:32:17
   9 / 10
Film di un'intensità disarmante: bellissimo!

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  29/11/2004 11:23:10
   9 / 10
Oggi ho da fare molte cose:
occorre sino in fondo uccidere la memoria,
occorre che l’anima impietrisca,
occorre imparare di nuovo a vivere.

Con un film sublime, forse viziato da qualche cenno di retorica, kieslowski ci affonda nel tema dell'elaborazione del lutto, quanto di + personale ci possa essere, e nel tentativo di una donna di dimenticare tutto.

wight  @  16/10/2004 21:55:31
   9 / 10
Un film eccezionale per quel che riguarda i temi del destino e del lutto, con un'unica sbavatura, qualche eccesso di retorica.

Gruppo REDAZIONE cash  @  04/08/2004 11:14:27
   10 / 10
vedi recensione

Gruppo REDAZIONE maremare  @  11/07/2004 11:26:46
   8 / 10
Film molto profondo, toccante.
Il tema della elaborazione del lutto, e della sua possibile sublimazione attraverso l'elaborazione artistica, mai aveva raggiunto vette simili.

liu_mi  @  03/07/2004 20:10:36
   10 / 10
Tra i tre questo è il mio preferito. la protagonista (una bravissima Binoche) vive e rielabora il lutto abbandonando tutto ciò che gli era caro, pensando così di poter fuggire il dolore. ma la vita, richiamata prepotentemente dalla musica, la costringe a tornare sui suoi passi e a portare a termine ciò che aveva cominciato. bellissimo e poetico come tutti i film di Kieslowski.


54 risposte al commento
Ultima risposta 16/07/2004 00.52.22
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