una pallottola per roy regia di Raoul Walsh USA 1941
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una pallottola per roy (1941)

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locandina del film UNA PALLOTTOLA PER ROY

Titolo Originale: HIGH SIERRA

RegiaRaoul Walsh

InterpretiHumphrey Bogart, Ida Lupino, Arthur Kennedy, Joan Leslie

Durata: h 1.36
NazionalitàUSA 1941
Generepoliziesco
Al cinema nel Settembre 1941

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Trama del film Una pallottola per roy

Mad Dog Roy, ex rapinatore, è già stato in galera e non vuole tornarci. Un colpo all'albergo riesce, ma sul campo restano quattro cadaveri e due di questi sono i suoi compari. Roy è un irrecuperabile, ma ha pure un cuore. Finanzia un'operazione a una ragazza indigente, della quale è innamorato, ma questa si fidanza con un altro. Deluso dalla vita e braccato dalla polizia, Roy non ha scampo.

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Voto Visitatori:   8,16 / 10 (16 voti)8,16Grafico
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Voti e commenti su Una pallottola per roy, 16 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  03/11/2019 18:56:39
   7½ / 10
Con questo film e con "Il mistero del falco" comincia una nuova stagione del genere "Noir" che avevamo lasciato nei primi anni '30.
Il protagonista del genere per carisma e capacita' è sicuramente Bogart, qui nei panni dell'ex-galeotto che non riesce ad abbandonare la vita da ladro e che puo' trovare la liberta' tanto agognata solo in un modo...vedere il bellissimo finale per il resto.

topsecret  @  06/10/2018 14:02:29
   7½ / 10
Nel vedere lo scarso realismo in alcune scene "movimentate" viene automatico pensare che gli anni che ha sul groppone si sentono tutti, ma il film di Walsh possiede una carica emotiva non indifferente che riesce a sopperire a tutte quelle mancanze che si possono notare.
Grazie alla buona prova del cast, un carismatico Bogart su tutti, UNA PALLOTTOLA PER ROY appare intenso e coinvolgente in maniera discreta, proponendo scene e situazioni ottimamente architettate da una sceneggiatura che ben poco ha da invidiare ai film più recenti.
Un buon film da riscoprire e apprezzare.

vieste84  @  06/05/2013 18:54:20
   6½ / 10
Grande interpretazione di Bogarde nel ruolo che lo lancia definitivamente nel mondo del cinema. Noir con molte scene di giustezza e realtà e rapina che trasmette alta suspence. Di Walsh però preferisco nettamente La furia umana

bm_91  @  18/04/2013 21:49:44
   8½ / 10
E' il primo film per Bogart da protagonista e come al solito non delude!

Goldust  @  21/01/2013 12:30:42
   7 / 10
Primo film di Bogart come protagonista assoluto qui nei panni di Roy, ladruncolo dal cuore d'oro. Ovviamente se la cava egregiamente, ed anche la pellicola si lascia guardare nonostante pecchi di staticità nella parte iniziale. Da sottolineare la scena dell'inseguimento sulla Sierra e l'interpretazione della Lupino, perfetta nella parte della devota Marie.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/08/2011 17:23:27
   8 / 10
Rispetto ad altri film del periodo la pellicola di Walsh, evidenzia il lato romantico del gangster, uomo fuori dal suo tempo, residuato storico reale e persino cinematografico di un genere, quello gangster ormai vicino al capolinea. Bogart in un certo senso, segna la fine ed un nuovo inizio: il noir. Dopo High Sierra toccherà a Il mistero del falco.
L'importanza del film è indiscutibile se poi notiamo che Michael Mann per Nemico Pubblico si sia in qualche modo ispirato alla bella pellicola di Walsh.

Nutless  @  16/03/2010 11:56:17
   9 / 10
Eccellente film di Walsh, un gangster movie fuori tempo massimo, nell'epoca del noir, che sottolinea il suo anacronismo attraverso un personaggio (quello di Bogey) costantemente a disagio in un mondo che non riconosce e che non lo riconosce, che lo ghettizza all'interno del suo ambiente e non gli lascia alcuna possibilità di uscirne: l'affetto che Roy cerca in Velma e nella sua famiglia gli può essere dato solo da Marie e dalla sua (il cane)...
L'inseguimento e la scena finale sono assolutamente eccezionali: la morte di Roy è la morte del gangster classico, con la consueta iconografia della caduta, e con la solita spietata tesi che il criminale non può nutrire affetto perché sarà proprio quello che lo condannerà...

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 13:21:42
   8½ / 10
Bisogna ammetterlo, è inferiore a La furia umana. Però qua c'è il solito spredominio di Bogart nel ruolo di Mad Dog Roy, rapinatore duro ma in fondo dal cuore d'oro. Tradito dall'amore e dalla vita criminosa, si trova stretto in una morsa troppo stringente. Brava anche Ida Lupino

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  17/03/2009 03:12:24
   8 / 10
Preferisco "La furia umana" che è di qualche anno più in la. Devo dire però che qui c'è un insuperabile Bogart che padroneggia la tecnica del gangster per eccellenza, e le scene finali sono mozzafiato contornate da una splendida fotografia.

xxxgabryxxx0840  @  22/11/2008 12:08:11
   8 / 10
Dopo i tre commenti a seguirsi di Jellybelly, kowalsky e wega credo che non ci sia altro da aggiungere nel commento se non il voto. Comunque gli ho preferito di gran lunga "La furia umana" sempre di Walsh.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/11/2008 15.01.23
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  23/06/2008 20:32:23
   8 / 10
Il noir, inteso come naturale evoluzione del gangster movie, ho scoperto non essere certo un genere scientifico, il termine che è stato coniato dopo la fine della seconda guerra mondiale, viene definitivamente catalogato a metà anni '50. Non è sempre di facile individuazione, spesso i registi nemmeno sapevano che stessero per girarne qualcuno, e non sempre è valida la formula "gangster+giallo", vedi il cinema nero di Wilder; "Una pallottola per Roy" credevo rientrasse in tutto e per tutto nel noir e invece non lo è. Ma pensa un pò. La pellicola di Walsh, storicamente parlando, credo abbia la stessa significativa importanza di "Il mistero del falco", come tappa finale dell'evoluzione già citata, e per sfociare quindi nel cinema noir al 100%.
In questo film è già presente la caratterizzazione del personaggio tipica dei noir, un uomo distrutto, tradito dalla vita e che si farà tradire, sempre, da quella che diventerà poi la dark lady con tutti i suoi stilemi.
Roy è un uomo sostanzialmente buono, che ha fatto cose cattive, l'impossibilità del riscatto personale è concentrato tutto nell'ultima parte del film. Perfetta la caratterizzazione psicologica della ragazza che si innamora di Roy, è tipico iniziare ad amare una persona che il proprio problema l'ha dovuto superare. Altrettanto vale per lui, si inizia sempre con il fare cose quasi caritatevoli. Ma l'amava.
Come poliziesco, sono dell'idea la sceneggiatura abbia qualche diffettuccio, per uno rodato come Roy è un pò improbabile lasciare tutte quelle impronte durante una rapina. E fisicamente impossibile dopo otto anni di carcere percorrere le Sierra in macchina. Già dopo appena uno, l'impatto con l'esterno è faticoso; geniale in questo senso "La fuga", per la sensazione data dalla mdp a spalla della soggettiva.
"Una pallottola per Roy" è un bellissimo film, ed il climax finale vale tutta la visione. Bogart sempre tra i numeri uno.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  14/06/2008 18:45:09
   8½ / 10
Fondamentale spartiacque nella cinematografia "noir" (tra virgolette, appunto) degli anni Quaranta e la generazione successiva, "Una pallottola per Roy" è un film superlativo soprattutto dal punto di vista tecnico e formale: vanta gli ultimi 30 minuti di un film più spettacolari ed emozionanti della storia del cinema, soprattutto un'inseguimento delle pattuglie della polizia al protagonista degne di un plot post-contemporaneo (come vedere un antenato di "Bullit" per intenderci) e un finale simil-western di smisurata tensione, fotografato splendidamente, da cui avrà probabilmente attinto proprio il king vidor di "Duello al sole".

Un film sull'impossibilità della redenzione, o sui confini spesso convenzionali tra il bene e il male, vanificati e descritti ampiamente dalla vicenda della famiglia di contadini e dal personaggio - così Williamsiano, della ragazza zoppa.

Oggi può anche essere prevedibilmente un pò datato, per colpa dei dialoghi o di altre cadute nella banalità (cfr. il clichè della Lupino donna di facili costumi ma fedele al suo uomo in realtà non è affatto un'esempio di prevedibilità come si potrebbe credere, ma il nero tonto e dal cervello fino è assai razzista) tuttavia la regia di Walsh e la perfetta interpretazione di Bogey - sempre immenso - descrivono efficacemente l'impatto con un film che OSA attraversare i territori del classico superando tutti gli steccati psicologici del passato (come del resto aveva fatto Howard Hawks quasi dieci anni prima).

3 risposte al commento
Ultima risposta 18/06/2008 21.40.37
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  02/07/2007 09:59:27
   8 / 10
Bogart eroe sdrucito e decadente, invecchiato, con la cravatta perennemente slacciata e la sigaretta a mezze labbra: High Sierra è lui, lui che finanzia un'operazione ad una ragazzina sperando di farla propria con racconti di stelle, lui che rimane fedele ai vecchi amici anche dopo la loro morte, lui che si lancia in un confronto senza via di scampo con la polizia, salvo poi andare incontro alla morte solo per assicurarsi che la donna che ama sia in salvo.
Bogart e il suo sguardo, immensi, in noir in cui si incontrano senza stridere inseguimenti mozzafiato e tenere carezze.

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Ultima risposta 19/11/2009 20.17.38
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  29/07/2006 15:08:36
   8 / 10
Roy "Mad Dog" Earle, sicuro, sfacciato, perseguitato da un ben poco felice passato in carcere e in parte anche sensibile, è, secondo me, uno dei personaggi più belli e interessanti mai interpretati da Humphrey Bogart, la cui interpretazione, appunto, non solo non delude, come al solito, ma è la punta di un film decisamente entusiasmante. In particolare alcune sequenze e alcuni dialoghi come quelli con i "vecchi amici" (il mandante della rapina e il dottore)..li ho trovati molto moderni:


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benzo24  @  16/01/2006 19:06:52
   9½ / 10
Cult scritto da John Huston e diretto con mestiere dal Walsh, interpretato da un irragiungibile e maledetto Bogart.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  06/10/2005 10:04:20
   10 / 10
Uno dei capolavori di Walsh, forse il più bello con il successivo del '49 "la furia umana".
"Una pallottola per Roy" invece è del '41. E non c'è James Cagney, ma un insuperabile Bogart, nel ruolo di un Gangstar cinico e disilluso, in una fuga disperata.
L'uomo che va incontro al proprio destino è al centro dell'ultima magistrale e straziante sequenza di questo capolavoro.
Diretto con Maestria da Walsh "una pallottola per Roy" è scritto invece da John Huston che giusto l'anno prima aveva esordito con uno dei prototipi del Nero americano, "Il mistero del falco" , interpretato proprio da un Bogart duro e cinico, ma nei panni di un detective privato (prove tecniche per Marlowe), e quindi dall'altra parte della barricata.
Qualche anno più tardi Walsh ebbe l'idea di rifare lo stesso film in chiave Western ("Gli amanti della città sepolta") , come già aveva fatto con il bellico "Obbiettivo Burma" ( storia ripresa poi in "Tamburi lontani").




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