abrakadabra (2018)

Ci risiamo! Dopo "Francesca" i fratelli Onetti tornano a propinarci un film che dal punto di vista tecnico è un piccolo gioiello: omaggio ai thriller italiani anni '70 che ne riproduce più che fedelmente la fotografia, la cura per i dettagli, i giochi di regia e le musiche coinvolgenti. Ok, ma...la storia? Come le caso precedente (anzi, peggio) anche qui ci troviamo di fronte ad una sceneggiatura scarna e confusionaria, con dialoghi quasi inesistenti e dove le scene in cui ci si annoia sono nettamente superiori a quelle di tensione. Non manca il colpo di scena finale ma sa tanto di già visto ed anzi arriva quasi totalmente prevedibile; insomma una trama che ha il solo scopo di fungere da impalcatura per mostrare le scene e non quello di raccontare una storia. La recitazione degli attori, poi, è atroce e non parliamo del doppiaggio: se non altro alcuni interpreti sono doppiati in italiano e non parlano tutti con l'accento argentino come in Francesca! Ormai è chiaro che i prodotti di Onetti sono solo opere estetiche...ma non basta questo per fare un buon film!

Fino a 10 minuti dalla fine e' una schifezza rara, doppiaggio amatoriale e interpreti presi a casaccio su un vecchio elenco telefonico di pagine gialle.
Poi pero' l'epilogo, appunto gli ultimi 10 minuti, gli fanno prendere un voto che non e' 0 ZERO 0 ZERO. Solo per gli amanti come me di un cinema trash.

Neanche finito, questo pasticcio. Trama incomprensibile fin da subito. Doppiaggio fatto probabilmente su due piedi da chi distribuisce la versione italiana, chiamando a raccolta la donna delle pulizie, l'imbianchino del piano di sotto e qualche paziente sdentato del dentista a fianco. Forse verso la fine ci viene spiegato qualcosa, ma già è tardi, lo spettatore a quel punto si è già alzato dalla sedia e diretto altrove, molto molto lontano dalla tv