hereafter regia di Clint Eastwood USA 2010
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hereafter (2010)

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locandina del film HEREAFTER

Titolo Originale: HEREAFTER

RegiaClint Eastwood

InterpretiMatt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Thierry Neuvic

Durata: h 2.09
NazionalitàUSA 2010
Generethriller
Al cinema nel Gennaio 2011

•  Altri film di Clint Eastwood

Trama del film Hereafter

Il film racconta le storie parallele di tre persone, che in modi differenti hanno avuto a che fare con la morte. George Lonegan (Matt Damon) è un operaio ha una connessione speciale con la vita ultraterrena. Dall'altra parte del mondo, Marie (Cecile de France) è una giornalista francese sopravvissuta ad un'esperienza di vita e morte che ha sconvolto la sua realtà. Quando Marcus (Frankie/George McLaren),uno scolaro di Londra, perde la persona più vicina a lui, ha il disperato bisogno di risposte. Ognuno attraversa una strada per scoprire la verità, le loro vite si intrecceranno, e cambierà per sempre quello che pensano che esista – o deve esistere- nell'aldilà.

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Voto Visitatori:   6,73 / 10 (243 voti)6,73Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
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Voti e commenti su Hereafter, 243 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  11/01/2011 14:53:19
   7½ / 10
Sostengo in pieno l'opinione di Kater. Il film di Eastwood ha l'intensità emotiva di una poesia, perché il regista ancora una volta accarezza con sguardo soffice le vicende di tre solitudini e, con la purezza che lo contraddistingue, ci narra in modo quasi ingenuo ma realistico momenti di tre vite in trasformazione.
La morte e l'aldilà sono solo il pretesto, rappresentano il punto di partenza di una scelta di vita radicale e coraggiosa per i tre protagonisti, tratteggiati in modo superbo da Eastwood. Bravo nell'esprimere in modo semplice ma emotivamente forte il senso di vuoto, il disorientamento che colpisce chiunque abbia sperimentato lo strappo lacerante, conseguente la perdita di una persona cara.
Molti commentatori si sono lamentati della lentezza soporifera del film, ma quando mai?
Il ritmo è lo stesso di altre opere di Eastwood ed accompagna coerentemente l'inquietudine crescente; semmai un appunto avrei da farlo al finale, che confesso ha smorzato gran parte del pathos provato durante l'intera proiezione.
Il finale di un racconto è importante e per questo l'avrei preferito meno standardizzato. Questo finale sembra quasi dare credito alle parole dell'editore francese quando dice alla giornalista francese che un testo sull'aldilà può interessare solo il mercato americano, come se per gli Americani non potesse esserci finale migliore di questo.
Solo per la delusione di un finale forzato, abbasso il voto, che altrimenti sarebbe stato ben più generoso.

9 risposte al commento
Ultima risposta 13/01/2011 14.39.30
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Cardablasco  @  11/01/2011 13:05:13
   7 / 10
Bello,mi è piaciuto,bravi gli attori e ottima la regia,purtroppo non decolla come di solito fanno i film di Clint,e secondo me il finale doveva essere piu' studiato,ero in attesa del gran finale.
Cmq alcune scene sono veramente superbe

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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  10/01/2011 23:37:30
   8 / 10
E' certo che sto invecchiando e, come vedo molti pensano anche di Clint, mi sto un pò rin********ndo, quindi è probabilmente quest'ultimo il motivo che mi fa vedere Hereafter come un film pieno di poesia.

Sarà che non ho ceduto alla tentazione del crederlo un film sull'aldilà; in realtà l'aldilà mi è sembrato perlopiù un pretesto per parlare "dell'aldiqua", per parlare del vuoto che lascia la morte o la visione di essa, della dolorosa solitudine che proviamo quando ci lascia chi ci è caro, dell'idea che la visione di un aldilà, esista o meno, ci possa cambiare la vita.

Niente, nel film, parla in realtà della vita ultraterrena; è tutto invece molto terreno, come la disperazione della madre che vuole mettersi in contatto con la figlia morta, del marito che vuole risentire la moglie ancora schiacciato dal senso di colpa di aver amato un'altra durante la sua malattia, della figlia nella quale riaffiora un dolore rimosso, mai risolto, alle parole del padre pronunciate da Damond. Questo perchè la morte interrompe i legami lasciando senza risorse, senza risposte, soli di fronte a se stessi con tante domande inespresse a non sulla morte, bensì su di sè.

"vivere a contatto con la morte non è vivere" dice Damond, che in realtà si rifiuta di essere il tramite tra le persone e ciò che sentono in loro incompiuto, di essere visto solo come un mezzo e non come una persona. L'eccezione sarà per il caparbio ragazzino solo, che forse gli ricorda le dimensioni dickensiane che tanto ama, fatte di solitudine ma anche di speranza.
Il contatto vero avverrà con chi sa che potrà capirlo, perchè come lui conosce l'esistenza della morte e la sua trasformazione, che a questo punto non è più barriera ma diviene condivisione ed elimina la necessità di dover spiegare ciò che in realtà è inspiegabile.

Non è la morte, ne la vita oltre la morte, ma il vuoto che la morte lascia l'argomento del film, anche per chi la morte non l'ha vissuta ma solo sfiorata, un vuoto che ognuno cerca di colmare come può.

9 risposte al commento
Ultima risposta 25/01/2011 20.58.16
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  10/01/2011 20:54:36
   6 / 10
Imbalsamato a sostegno di una precisa tesi, Hereafter non si colloca certamente tra i film meglio riusciti di Eastwood, e questo non può che dispiacere per chi apprezza lo stile del regista.
Stile che nemmeno qui è venuto meno, sia chiaro, ma quanta prevedibilità e quanto meccanicismo con emozioni ad orologeria nelle tre storie che mescola: la nota giornalista che si accorge che la fama non la mette al riparo dal rischio di veder spezzata improvvisamente la sua vita con buona pace di chi le sta accanto; il bambino dal musetto triste, uguale uguale a quello del sesto senso, che caparbio rompe gli indugi del medium, il quale a sua volta è l'unico non ciarlatano tra i tanti che speculano sul dolore, non capendo noi perchè proprio lui no e gli altri sì, se non che dobbiamo credere a quel che vediamo lì.
La parte scientifica, per così dire, è affidata alla dottoressa atea, come ci tiene a ribadire, che da scienziata non può non indagare sulla similitudine dei racconti di chi “torna in vita” e unica su tutti, dà credito alla giornalista di cui sopra, facendo trapelare come una sorta di complotto sia in atto a nascondere la realtà di queste esperienze.
Sembra tutto già predisposto, tutto programmato e questo stride enormemente in un film che parla della Sconosciuta per eccellenza e perfino un happy end va a banalizzare ulteriormente quello che già era scontato ed emotivamente costruito.
Ha ragione da vendere Clint, e non si può non essere d'accordo con lui, quando sostiene che la morte è il grande tema tabù dei nostri tempi, tema da esorcizzare e che provoca fastidio se non vera e propria ostilità verso chi lo tocca, però certamente il modo che ha scelto di affrontarlo non può che dividere nettamente tra chi crede vero tutto quello che vien mostrato e chi perlomeno si riserva di non sapere se lo sia: per i secondi non c'è non storia, né viene instillata riflessione, e non credo manchi per superficialità d'approccio o rifiuto a farla.
Rimane allora solo lo stile, sempre asciutto e curatissimo nella sua apparente semplicità (e questo è un valore indubbio, ma qui la semplicità paga pegno), e la prima scena, cinematograficamente notevole, l'unica che ha avuto la forza di rimanermi impressa.
Il sei è di rispetto.

11 risposte al commento
Ultima risposta 27/01/2011 19.03.54
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willard  @  10/01/2011 16:14:29
   8 / 10
Il buon Clint invecchia e migliora come il vino... e alla regia non perde un colpo, senza mai ripetersi e con risultati mai sotto un certo livello: speriamo che nonostante il tema trattato il "Biondo" continui a sfornare pellicole così per altri 100 anni.

Incursione nel paranormale con questo "Hereafter", in cui affronta il tema della morte e quel che (forse) potrebbe esserci dopo, con un tono tutto sommato pacato, ma intenso ed avvincente, senza mai scadere in banalità o facili soluzioni trite e ritrite.

Alla recitazione l'ormai consolidato Matt Damon, dalla Francia una sorprendente Cécile De France, brava ed affascinante e i due gemelli Frankie e George McLaren: sono questi i componenti del nucleo centrale attorno a cui ruota tutta la vicenda, che prende l'avvio da una delle migliori e terrificanti ricostruzioni catastrofiche viste sugli schermi, ovvero lo Tsunami che nel 2004 sconvolse la Thailandia, per sviluppare tre storie toccanti che convergono con estrema naturalezza nel finale.

Veramente un'ottima partenza per la stagione cinematografica del 2011.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/01/2011 23:32:45
   7½ / 10
Hereafter, hereafter, hereafter, cronaca di un capolavoro annunciato. Deluso? Beh comincio a dire che non condivido una sola parola di Donatello Fumarola, questo tipo di kritika (con la k) che sembra erudirci dell'essenzialità teorica delle sue "fisse". Non è necessario che sia il vecchio Clint (come solo lui?) a rivelarci quel baratro assoluto o parziale che è la vita dopo la morte (?), solo perchè il mondo è pronto ad accoglierla nella sua fragilità.
Fatta questa premessa, "Hereafter" è - sulla carta - una gigantesca osmosi naturale - o per meglio dire di destini incrociati - dove si spezzano molte ali, quelle dei sopravvissuti neutrali e/o di coloro che portano i segni del lutto o della dipendenza. In queste storie parallele, Eastwood tratteggia mirabilmente le diverse "reazioni", fino al singolare caso - forse il migliore di tutti - della spasimante di Damon quando preferisce far "morire" una relazione prima ancora di viverla per la morte interiore (cioe' la sopravvivenza repressa) di uno squallido trauma familiare.
E' un caso se il personaggio più emozionante sfugga al retaggio interrogativo tra passato e presente?
Bellissimo è il personaggio di Marie, collocato però al centro di una storia amorosa più patinata che sensuale.
Quello più dickensiano, del piccolo Markus, sfugge a qualsiasi catalogazione: la forza di un legame che si spezza improvvisamente rischia di deviare in un percorso sovrannaturale degno del primo Shyamalan.
La vicenda di George, che dovrebbe riguardarci più da vicino, è praticamente omessa dallo script. Il suo dono/maledizione non fa che erudirci - complice l'ottima prova di Matt Damon - sulla possibilità che esista un confine labile tra scienza (paranormale) e religione, ma questo è un tema già affrontato in altre sedi, v. lo stesso Signs di Shyamalan.
Il punto di forza del film, che già di per sè è enorme, è appunto che questa collettività sia pronta a interrogarsi (o a placare le nostre paure?) per non cedere al ricatto della rassegnazione. I grandi interrogativi sulla vita e sulla morte portano lo spettatore a confrontarsi - e questo è inevitabilmente un segno a favore di Eastwood ma anche una forma di involontaria furbizia - con le proprie emozioni, con i tumulti e il dolore davanti ai propri cari passati a un'altra "vita" (ehm).
Ciò che però lascia leggermente insoddisfatti è proprio il modo invadente e tutto sommato convenzionale di Eastwood di affrontare questi espedienti. Più volte la sensazione di trovarsi di fronte a un ottimo adattamento di un bestseller da lettura estiva prevale, nonostante si citi il grande Dickens, e forse più come un tentativo di deviare dalle risposte, visto che alla fine le parole del noto letterato inglese sembrano - per fatalità di intenti e analogie - quelle del psicologo contemporaneo Oliver Sacks.
"Hereafter" è un film misurato e credibile quanto basta, coraggioso nella sua capacità di non sfiorare mai la deriva e i clichè (fantastica la rappresentazione quasi folkloristica dei ciarlatani à la R. Altea che spillano denaro e illusioni al ragazzino che ha perso il fratello), ma incapace di reggere a lungo la sua emotività. Perchè alla fine George diventa l'elemento più contrastante della vicenda, reo di allontanare il mondo che ha vissuto con le sue doti preveggenti, ma al tempo stesso colpevole per ritrovarsi nonostante tutto a cercarlo. Perchè non sembra sempre convinto dei traumi che vive nella sua mente - lo dimostra la patetica seduta con il ragazzino - perchè sembra accostarsi a un "mistero" come una condanna perenne alla sua sensibilità e carenza affettiva.
Resta pertanto un grande film incompiuto, con la grande sequenza iniziale atta - quella sì - a concepire l'imprevisto come segno labile della debolezza del mondo e della sua (r)esistenza

Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  @  09/01/2011 22:10:36
   7 / 10
Sicuramente quetso "Hereafter" non sarà ricordato come la migliore delle opere dirette da Clint Eastwood. Qualcuno dirà anzi che è troppo lento, legnoso e stucchevole al limite del soporifero. Ma la verità è che quest'uomo, memore della sua lunga esperienza di vita, è giunto all'apice della sua massima espressività emozionale. In quest'era dominata da un misero occhiale atto a filtrare un'immagine stereoscopica, Heastwood riesce a trasmettere, attraverso i suoi racconti e i suoi personaggi, una profondità di sentimenti quasi tridimensionale che non può che avere un effetto di trasporto verso chi ha abbastanza sensibilità nel recepirli. Ci sono fotogrammi in questa pellicola che rendono giustizia al cinema tanto sono genuini e puri. Non importa se alla fine della visione restano i dubbi,gli interrogativi o qualsiasi altro pensiero di incertezza derivante dall'argomento 'aldilà' .Non importa se c'è la volontà di credere o di non credere che realmente ci possa essere qualcosa dopo, perchè ciò che Clint Eastwood ha voluto regalarci è al di qua, in questa vita. Dovremmo tutti cercare di accantonare l'inquietudine dell'incerto e vivere questa vita pienamente. In fondo è questa l'unica certezza.

gandyovo  @  09/01/2011 22:10:07
   7 / 10
un buon film, non eccezionale ma pur sempre un buon film. la cosa migliore è la delicatezza con la quale l'argomento è trattato, la cosa peggiore per me: le musiche. il film è comunque da vedere.

Mario Sapia  @  09/01/2011 14:42:07
   7 / 10
Clint Eastwood, come ai tempi del pugno di dollari, ha colpito ancora. Colpito, ma non centrato perfettamente anche perchè, ad onor del vero, questa volta la monetina era parecchio lontana. Il tema affrontato è quello enigmatico per definizione, ovvero la vita nell'aldilà, e la bravura di Clint ha permesso di confezionare un film scorrevole e avvincente senza avere la pretesa di fornire risposte. Ottimo Damon e bravissimo il bambino Mc Laren, mentre rimane insipida la mediocre, anche fisicamente, Cecile De France.

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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  09/01/2011 14:11:59
   8½ / 10
Così la mente mia, tutta sospesa,
mirava fissa, immobile e attenta,
e sempre di mirar faceasi accesa. 99

A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta; 102

però che 'l ben, ch'è del volere obietto,
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella
è defettivo ciò ch'è lì perfetto. 105

Omai sarà più corta mia favella,
pur a quel ch'io ricordo, che d'un fante
che bagni ancor la lingua a la mammella.

Non perché più ch'un semplice sembiante
fosse nel vivo lume ch'io mirava,
che tal è sempre qual s'era davante;

ma per la vista che s'avvalorava
in me guardando, una sola parvenza,
mutandom' io, a me si travagliava. (Dante, Commedia, Paradiso XXXIII)

Umana indagine di un occhio che guarda alla Morte, con Hereafter conosciamo la Morte.
"Lei ha conosciuto la Morte".
L'Inesprimile, l'Inconoscibile nel Cinema.
Al di là che Clint Eastwood sia riuscito o no in un intento che ancora non so spiegarmi, l'effetto ha del maestoso. Per questo l'ho paragonato a quelle terzine, che non fanno che ripetere, con appunto meraviglioso effetto, la loro sconfitta. Parlare di Dio, della Morte.
Penso che il cinema americano più di tutti stia cercando di allargare un campo strutturale della sua indagine. Se in poesia era "parlare", nel cinema è "vedere". Per questo l'inquadratura di un vacuo occhio azzurro è figurale di un'Arte che sta cercando il suo Argomentum, il suo campo d'indagine. Il Cinema sembra lasciarci questo messaggio: basta raccontare storie. E se il superbo e commovente finale di questo film dichiara la sconfitta di questo intento, lodiamo comunque Clint di averci provato, e Damon e la splendida De France ad averlo reso così bello, e continuamo a sperare che questa rivoluzione avvenga.

4 risposte al commento
Ultima risposta 11/01/2011 20.12.44
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vitocortesi  @  09/01/2011 12:32:06
   8 / 10
Forse non all'altezza di Gran Torino e Million Dollar Baby ma comunque un ottimo film che esplora il tema della morte con grande rigore lasciando a tutti noi le risposte.

marfsime  @  09/01/2011 02:08:32
   6 / 10
Come l'utente precedente visto anch'io da poco al cinema..francamente una mezza delusione. Ammetto che il tema trattato era difficile da sviluppare ed abbastanza spinoso da affrontare..ma il film m'è sembrato un po senza mordente e per lunghi tratti finisce per annoiare..anche perchè 2 ore di ritmi blandi non sono pochi. Sinceramente dal buon Clint mi aspettavo molto di più..sufficienza stiracchiata e di stima.

ilGere  @  08/01/2011 22:30:44
   8 / 10
Gran film, tema difficile argomento difficile e scelta coraggiosa...
Forse qualcuno si aspettava il famoso colpo di scena rimanendone deluso alla fine ma sarebbe stata una facile scappatoia...

Il regista non vuole stupire lo spettatore, lo vuole avvicinare al dramma dei protagonisti, alle loro paure, alla loro solitudine...

Un film che definirei reale, in cui gli spettatori sono emotivamente vicini alle diverse storie, un film in cui non c'è da fare il tifo per nessuno...

Ottima la scelta dei distributori non non aver tradotto il titolo originale...!

Buona Visione...!

LaCalamita  @  08/01/2011 21:34:10
   8 / 10
Sostanzialmente concordo col commento di "abacab"
http://www.filmscoop.it/commenti/default.asp?idFilm=22279&idCommento=724692

Volevo solo dire che mi stupisce il fatto che alcuni si dicono grandi fan di clint,ma hanno trovato il film noioso e lento. O sto male io,o mi pare che il ritmo dei suoi film sia sempre questo,magari qualcuno (tipo MDB) è un pò più veloce per via del tema boxe,ma non ho visto nessuna sorta di fast and furious by clint eastwood.
Una delle principali caratteristiche dei suoi film è la riflessione, le emozioni. E sono cose,da un punto di vista temporale,lente.Lol.
Quindi stì presunti fans non li capisco.

Secondo me è proprio uno di quei film che si amano o si odiano.
Cioè và guardato per com'è: il concetto di "lento" è abbastanza senza senso in un film dove la struttura portante sono 3 vite reali...normali (capacità di matt damon a parte xD)

Dire che hereafter è troppo lento,è come dire che mission impossible 2 ha troppa azione...no sense

sarom2  @  08/01/2011 20:08:12
   8½ / 10
che tristezza vedere la gente che mette 1 ad un bel film di un grande regista!

testadilatta  @  08/01/2011 18:57:29
   8½ / 10
Regista ormai leggendario, Clint.
Un film commovente e triste in cui traspare una sensibilità enorme, mai stucchevole, e che offre numerosi spunti per trattare il discorso dell'aldilà.
Attori diretti in maniera egregia, su tutti la grandissima prova di Matt Damon.
Non avevo amato Invictus, a mio parere un passo falso di Eastwood, ma Hereafter è sicuramente un ottimo film.

aitante68  @  08/01/2011 14:07:28
   7½ / 10
a me sinceramente e' piaciuto. Sicuramente non e' un capolavoro come altri film del buon Clint, ma l'ho apprezzato comunque. Bella la fotografia, anche gli effetti speciali dello tsunami mi sono piaciuti. Poi io amo lo sguardo "dolente" di clint eastwood, questi suoi personagg sofferti, dalle vite dolorose. Forse ha deluso chi si aspettava qualcosa tipo un thriller soprannaturale, ma al regista interessa soprattutto l'aspetto umano dei personaggi, approndire l'argomento soprannaturale, secondo me, voleva dire rischiare di cadere nel ridicolo, e per fortuna Eastwood non l'ha fatto. bravo clint!

gringo80pt  @  08/01/2011 11:05:35
   8 / 10
Impossibile dare l'insufficienza, vista la fotografia spettacolare e vista anche la musica di sottofondo che accompagna la visione di ogni scena. Matt Damon offre una prestazione piuttosto buono ed ogni personaggio è ben curato nel suo ruolo.
Film che non addormenta mai, film che ti mette un'ansia impressionante, film interessante sin dal primo minuto.
Il finale purtroppo lascia un pò di amaro in bocca e rovina un voto altissimo.

SI PUO' FARE DI PIU', MA TREMENDAMENTE ORIGINALE

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Ultima risposta 09/01/2011 01.17.24
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anthony  @  08/01/2011 10:38:18
   9 / 10
Premio Clint Eastwood; premio il suo infinito coraggio, premio la volontà di andare oltre i canoni accademici del cinema hollywoodiano (fancùlo a te, mezza calzetta di uno (pseudo)produttore che corrispondi al nome infausto di Spielberg..), premio la sua disarmonia armonica imperante in questo Hereafter; premio la classicità mai impostata di ogni sua opera matura (e non..); premio la scelta di puntare assiduamente su una sola Star "di punta" e di arricchire la pellicola di attori alle prime armi o quasi: i due gemelli Franck e George Mclaren sono superlativi a dir poco nella loro parte..etc..
Snobbatissimo in patria e non solo..mi accingo a premiare la pellicola forse più ingiustamente sottovalutata della carriera di Mr. Eastwood; invisa ai più per cause di forza maggiore..magari uno schema o un'impostazione discostate dai canoni classici..o forse un 'tema' che, per una volta grazie a JoJo, non viene affrontato con superficialità o mera 'spettacolarità'..oppure (chissà!) ci si aspettava un'ennesima rivisitazione del canonico 'ospedale per minorati mentali aventi visioni allucinogene'..
..Sta di fatto che, grazie a JoJo, Clint si guarda bene sia dal trasformare il 'suo' Aldilà in un calderone di professorini con cùlo attaccato allo scientista e pragmatico 'aldiqua'..sia di sfornare un'atona leccornia per allodole clericali e oscurantiste.
Un film, questo Hereafter, stupendo! Dalla regia, alla direzione degli attori, all'intreccio congeniale tra le varie..'situazioni'..per passare all'ottima sceneggiatura; colonna sonora quieta, inebriante..mai ingombrante o tappafalle; una bellissima fotografia.

JoJo si guardi sempre dal farci venir meno il grande Clint: ce n'è ancora un gran bisogno.


PS1: Si dice (rumors) che tra Clint e Spielberg ci sia stato un acceso diverbio a causa di talune scelte 'improprie' (non Hollywoodiane?) dello stesso regista californiano: W Clint! (e JoJo che ce lo preserva!).

PS2: Clint, dal 07 Dicembre 2010, è impegnato nelle riprese del suo nuovo film.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/01/2011 23.43.01
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El Piccio  @  08/01/2011 09:50:22
   6½ / 10
Il film è anche ben fatto, peccato che sia troppo lineare e non approfondisca mai il tema dell'aldilà...peccato

Jumpy  @  08/01/2011 00:42:04
   7½ / 10
I film di Eastwood che ho visto fin'ora sfiorano la perfezione, ma.... ma... hanno sempre quel qualcosa che me li fa un pochino scadere.
Qui non ci sono i sentimenti e le emozioni crude e violente di "Million Dollar Baby", e nemmeno c'è l'eccessiva retorica di "Invictus".
Quello che, secondo me, penalizza 'sto film, è che la trama è troppo lenta, lineare, e almeno per sommi capi, intuibile.
Resta ad ogni modo un bel film, impeccabile nella sua realizzazione, sceneggiatura perfettina (a volte sembra tratta da un romanzo, tanto è ben costruita) e personaggi/interpreti, bene o male verosimili e tutti all'altezza della situazione.
Mi ha ricordato vagamente per l'intreccio delle storie "21 grammi" e per i ritmi decisamente "riposati" sembra un film europeo più che americano.

Invia una mail all'autore del commento shantaram  @  08/01/2011 00:39:06
   7½ / 10
Film difficile. Ti accarezza senza travolgerti. Delicato, commuovente, sospeso. In alcuni tratti eccede in lentezza. Di certo non il miglior Eastwood ma resta comunque un buon film

BADLANDS72  @  07/01/2011 16:51:45
   7 / 10
tema difficile, difficilissimo. clint lo affronta con delicateza, realismo e assoluta onesta. lui non da risposte, non propone certezze, cerca di entrare nella psicologia di 3 persone coinvolte per un motivo o per l' altro con l' aldila', attraversa la loro solitudine, l'indifferenza della gente nel rapportarsi con loro. il film parte decisamente bene, coinvolge al punto giusto, poi pero' si perde un po'. concordo con chi afferma la debolezza di 2 storie su 3, cioe' il vero film sembra quello di matt damon, straordinario interprete e storia coinvolgente, mentre le altre due vicende, pagano la lentezza e non soddisfano a pieno, forse anche per i due interpreti che gioco forza non hanno il grande talento di damon. paragonarlo a due capolavori come gran torino e million dollar baby e' increscioso, il grande clint non puo' sempre fare il miracolo. resta comunque un buon film, dal tema scottante e difficile, che alla fine vale la pena di vedere

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Ultima risposta 07/01/2011 17.04.10
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Podo  @  07/01/2011 12:10:38
   6½ / 10
Film non a livello di quelli precedenti ma comunque interessante....
Mi aspettavo sicuramente qualcosina in più dal mitico Clint ma ne è valso il biglietto!!!
Mi chiedo se la decisione di creare un film il cui argomento principale è la MORTE e il credere così intensamente ad una VITA OLTRE LA MORTE non sia dovuto al fatto che il regista, avendo compiuto 80 anni, sia consapevole dell'avvicinarsi di quell'evento di cui tutti tanto temono!!!

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Ultima risposta 07/01/2011 13.49.44
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Urasawa  @  06/01/2011 17:07:17
   7 / 10
Un buon film, riesce a non essere banale su un tema difficile se non impossibile come quello dell'aldilà, pur non essendo nulla di straordinario.

Invia una mail all'autore del commento abacab  @  06/01/2011 00:52:33
   8 / 10
C'è chi grida al "capolavoro" e chi come me lo giudica comunque un ottimo film,recitato e diretto benissimo,che non sposa nessuna tesi e anzi rimane rispettosamente senza spiegazioni e senza suggerire certezze su di un tema come la morte e l'esistenza o meno di un aldilà o di una vita dopo la morte.
Ciascuno di noi ne darà una sua lettura.Spaventosamente realistica la scena iniziale dello tsunami.Bellissimo e intenso lo sguardo e il viso di Cecile De France per tutto il film,vittima incompresa di aver vissuto la morte in prima persona anche se per qualche minuto.
Di certo il film affascina,scuote,commuove e fa riflettere e all'uscita dalla sala ci si sente migliori di come ci si sentiva prima di entrare e per me questo è quanto basta per meritare il prezzo del biglietto,anche se il film vale molto di più.
Buona parte della colonna sonora firmata da Clint è un simil-Rachmaninov,se non proprio l'originale -Adagio sostenuto- del concerto per piano e orchestra n°2.Chi ha orecchie più fini delle mie mi darà conferma... :)
Il film è da vedere assolutamente.Soprattutto atei e miscredenti potrebbero trovare nelle infinite,ancora sconosciute potenzialità della mente unama,spiegazioni alle tematiche del film.Da non perdere.L'ennesimo grande Clint che amiamo.

4 risposte al commento
Ultima risposta 07/01/2011 23.21.43
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Chardy  @  06/01/2011 00:18:23
   10 / 10
Ennesima conferma del genio di Clint.

francis81  @  06/01/2011 00:11:36
   7 / 10
Adoro clint Eastwood ma in questo film sono rimasta un pochino delusa nonostante abbia dato un 7. ci ha abituati a pellicole di un certo tipo quindi mi aspettavo di dover dare un voto più alto.

il primo quarto d'ora di "hereafter", ti da i brividi, veramente un 'inzio bomba, per me già dai primi minuti si è propensi a credere che sarà un grande film purtroppo dopo la prima ora si perde un pochino per poi riprendersi in un finale che è oltre all'essere scontato , banale!

Il film è indubbiamente da vedere anche perchè c'è un messaggio di fondo non indifferente, solo che, ripeto , forse siamo abituati ad un clint E. che ti lascia senza parole alla fine della pellicola talmente i suoi film sono carichi di drammatici impatti emotivi.

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