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Sicuramente non è fra gli horror (e in generale i film) più memorabili di Bava, complice anche la sua difficile storia a livello produttivo. La mano del regista, però, si vede: la fotografia è molto buona sia a livello di inquadrature che a livello cromatico e di illuminazione. Per il resto, in generale, non è probabilmente il film giusto se si vuole iniziare a guardare qualcosa di questo regista, gli attori pur essendo molto bravi hanno reso meglio in altre parti e lo stesso Bava ha realizzato sicuramente opere migliori rispetto a questa, e non di poco. Ripeto: a mio parere non da stroncare ma Bava ha fatto di meglio.
Bava è un grande regista,e lo dimostra anche in questo Lisa e il diavolo (film di cui girano ben due versioni,una rimaneggiata con il nome "La casa dell'esorcismo" e questa, quella originale, leggermente superiore all'altra),che rientra sicuramente tra le sue opere minori. Visivamente superbo,questo horror di Bava non convince a causa della sceneggiatura che risulta confusa e di difficile comprensione,non aiutata anche da un ritmo eccessivamente lento,sopratutto nella parte centrale, che non invoglia a seguire con la massima attenzione la pellicola. Lascia piuttosto delusi anche la recitazione,gran parte del cast mi è apparso inespressivo. Arriva alla sufficienza grazie alla maestria del regista.... Non tra i migliori ma con un fascino particolare.
E a sto punto metto il commento sul film vero senza scene di esorcismo (che non sapevo fossero state VIOLENTEMENTE inserite nella versione degli anni 70).....
Sono dell'idea che i veri lavori di Mario Bava(quelli davvero significativi) sono tutti nella decade dei 60, dopodichè c'è stata una fase sempre più calante che l'ha portato a fare filmetti più scarni e modesti(io ad esempio non sono tra quelli che amano particolarmente film come "Reazione a catena" o "Shock"). Tuttavia la prima metà degli anni 70 ancora si salvava un pò; pellicole come "Lisa e il diavolo" erano ancora accettabilissime e riuscivano a colpire per il background del decennio precedente(che ci regalò opere fantastiche come ("Sei donne per l'assassino" o "Operazione Paura"), alimentato dal genere gotico che all'epoca andava per la maggiore. "Lisa e il diavolo" è un film che mostra il vecchio e il nuovo Bava; Mario cominciò a sperimentare la nuova corrente orrorifica che stava nascendo...più occulta e inquietante; quella corrente che poi avrebbe spopolato di brutto e avrebbe fatto nascere tanti thriller/slasher cruenti e sanguinolenti. L'unica cosa è che questo ibrido convinceva un pò poco; secondo me la regia vecchio stile(tipica anche di alcuni peplum come "Ercole al centro della terra") non si associava tanto bene al nuovo modo di dirigere alcuni thriller o polizieschi, tant'è che per questa ragione i primi lavori anni 70 di Bava, per quanto sempre a loro modo affascinanti, li ho sempre sentiti già più mediocri..... Comunque questa pellicola ha di curioso che quando uscì originariamente in Italia, fu la versione tagliata e modificata per la distribuzione americana, e fu portato con il titolo "La casa dell'esorcismo"....solo nel 2004 Sky lo propose con la traduzione dal titolo originario e con il montaggio e le scene inserite da Bava inizialmente....ed è quella che ho visto..... ....al di là di tutto rimane ancora un film più che gradevole da inserire tranquillamente tra le opere di Bava da vedere o scoprire....
Un Bava inedito alle prese con una sceneggiatura delirante, deturpata in seguito da Alfredo Leone, un cast tra i più prestigiosi con il quale abbia lavorato, il film è uno sconnesso viaggio onirico-surreale di difficile interpretazione, i personaggi assassinati a più riprese rinvengono, Leandro equivalente del Diavolo manipola dei manichini (gli ospiti) che tormentano Lisa che a sua volta si riscopre essere uguale alla moglie defunta di Max, il contesto qui si rifà al fotoromanzo e il cadavere scheletrico della moglie è un chiaro riferimento a Psycho. Il capolavoro non riconosciuto di Bava o semplicemente il bluff che sembra... mah!
Uno dei film più amati dallo stesso Mario Bava, una storia impalpabile e confusa, un film fatto più che altro di atmosfera, in cui non sembra succedere nulla e in cui invece succede di tutto… Bava, con la sua solita maestria, porta lo spettatore in una storia costantemente sospesa in una dimensione irreale, barocca e morbosa in cui scompare il concetto stesso di tempo e in cui non esiste di fatto nessuna relazione causa-effetto… Il tutto suona come un sogno/incubo a occhi aperti dalla grande forza magnetica… Bava a volte esagera (ci saranno un centinaio di zoom in tutto il film) ma ha una capacità di "creare" atmosfera seconda a pochi registi nella storia…
Adeguato il cast in cui spiccano la Valli e un ironico e luciferino Savalas, che proprio qui avrà l'idea del lecca lecca che consegnerà al mito la figura di Kojak (che Savalas comincerà ad interpretare l'anno successivo)… Regia e fotografia come sempre impeccabile (ogni inquadratura di fatto è un quadro), pesano un po' qualche lungaggine nella parte centrale e una sceneggiatura poco ispirata… Ma dal punto di vista strettamente visivo è una gioia per gli occhi!
Dallo scarso successo di pubblico il produttore Alfred Leone tenterà di renderlo commerciale rimontandolo e aggiungendo scene dando al contesto una storia di tipo esorcistico… Finirà per rovinare un piccolo gioiello che merita di essere recuperato e rivalutato! A posteriori si può vedere come la chiusura della trilogia dei manichini dopo Sei Donne per l'Assassino e il Rosso Segno della Follia…
Bellissimo film surreale di M. Bava. Fantastiche scenografie (come al solito), atmosfera inquietante e misteriosa, buoni attori, violenza inaspettata, e solita bellissima regia di Master Bava. Forse un pò lento ma uno dei film più belli e, in qualche modo, più impegnati del grandioso Mario Bava.
Onestamente non ho trovato questo film tanto malvagio. La Sommer è bellissima. L'atmosfera è inquietante. Il finale lascia spiazzati e con qualche dubbio. Non certo il suo miglior film, ma si difende.