the black dahlia regia di Brian De Palma USA, Bulgaria 2006
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the black dahlia (2006)

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locandina del film THE BLACK DAHLIA

Titolo Originale: THE BLACK DAHLIA

RegiaBrian De Palma

InterpretiJosh Hartnett, Scarlett Johansson, Hilary Swank, Aaron Eckhart, Mia Kirshner, Noel Arthur, Judith Benezra, Mike Starr, Fiona Shaw

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA, Bulgaria 2006
Generedrammatico
Tratto dal libro "Dalia Nera" di James Ellroy
Al cinema nel Settembre 2006

•  Altri film di Brian De Palma

•  Link al sito di THE BLACK DAHLIA

Trama del film The black dahlia

Los Angeles, 1947. Due poliziotti, Blanchard (Aaron Eckhart) e Bleichert (Josh Hartnett), indagano sulla misteriosa morte di Elizabeth Short, una ex prostituta ora aspirante attrice, nota anche come Dalia Nera. I due poliziotti dopo aver scoperto che il fidanzato della vittima non é del tutto estraneo ai fatti si rendono conto che anche all'interno della polizia c'é qualcuno che non vuole far luce completamente sull'omicidio. Mentre Blanchard è sempre più preoccupato perché il raccapricciante omicidio minaccia la sua relazione con Kay (Scarlett Johansson), il suo partner Bleichert si sente sempre più attratto dalla enigmatica Madeleine Linscott (Hilary Swank), figlia di uno degli uomini più importanti della città, che si rivela stranamente legata alla vittima.

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Voti e commenti su The black dahlia, 165 opinioni inserite

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grumi  @  01/10/2006 23:33:44
   8 / 10
Gran film, buoni attori e ottima regia. A me è piaciuto probabilmente perchè non mi aspettavo troppo e soprattutto perchè prima di andarlo a vedere mi ero letto i commenti qui sotto che, tranne alcuni sparsi qua e là lo sminuiscono un pochetto.

Qualcuno ha scritto che è surreale e sicuramente in alcuni momenti lo è sembrato anche a me ma è una delle tante variazioni di tema che secondo me contraddistingono il film e lo rendono così paicevole

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Ultima risposta 02/10/2006 09.42.36
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Delfina  @  01/10/2006 19:22:55
   8 / 10
Buona trasposizione del romanzo di Ellroy. Bella, a momenti bellissima, la fotografia, buona la regia e la sceneggiatura. Un thriller di ottima fattura.

Forse, nel film si perde un po' la cupezza estrema del noir di Ellory, che dipinge un quadro estremamente cupo della Los Angeles degli anni '40 e '50, tra una classe politica e una polizia corrotta, una mafia che spadroneggia feroce (Mickey Cohen), i grossi traffici di stupefacenti e droghe più o meno legali (come le benzedrine).
Conturbante pensare che il delitto è un fatto reale, un omicidio che dominò le pagine di cronaca nera, avvenuto come nel film, ma nella realtà, invece, i colpevoli non furono mai scoperti. Alcuni ipotizzano adirittura che Marlyn avesse conosciuto la Black Dahlia... http://judicial-inc.biz/Black_dahlia.htm

marco86  @  01/10/2006 18:25:08
   6 / 10
enorme delusione.
cioè,il film merita pienamente la sufficienza,ma De Palma la deve smettere di girare queste cose.come già detto da altri,c'erano tutte le carte in regola per fare un gran film,considerate le predisposizione tecniche del regista,e invece il risultato è fiacco.
la prima parte,al contrario di molti,è quella che ho preferito di più.più dinamica e tecnicamente migliore della seconda.ma dal momento in cui compare sulla scena la brava (come sempre) Hilary Swank,il film muore improvvisamente:il ritmo si cala vortiginosamente,l'intreccio sfiora il ridicolo per la sua incomprensibilità,e anche sul piano tecnico il film ne risente,a parte forse la scena dell'hotel.

però penso che il problema principale,e non è la prima volta per de palma,sia la sceneggiatura.ora,dico io,ma non si rendono conto rileggendola che non si capisce nulla?
il punto è questo:ci sono tutti gli elementi fondamentali che devono esserci in un noir:la dark lady,la voce fuori campo,il tema del doppio,le prostitute,i tradimenti ecc ecc.manca solo il bianco e nero.ma tutti questi elementi non sono ben organizzati tra loro,tant'è che quando si giunge al finale la reazione che ci si aspetterebbe dal pubblico sarebbe una reazione di completa sorpresa per lo scioglimento dell'enigma.ma la reale reazione è tutt'altra:il finale non è solenne e memorabile come dovrebbe esserlo,e lo scioglimento dell'enigma è completamnete annullato dall'incomprensibilità dello stesso.non si può pretendere che la gente resti coinvolta da una vicenda senza capo nè coda.è vero che la sceneggiatura è un difetto tipico del regista,ma qui si sfiora davvero il ridicolo.

sugli attori che dire?la scelta è stata incomprensibile fin da subito.era difficile infatti per un cinefilo aspettarsi che Josh Hartnett diventasse improvvisamente Humprey BOgart.per il resto ho trovato accettabile la Johansson,brava la Swank e davvero mi ha colpito in positivo l'attrice che interpreta la dalia.tra l'altro le scene dei suoi provini sono davvero belle.
e infine la regia.in molti lodate l'aspetto tecnico del film,ma se devo essere sincero io sono rimasto deluso pure da questo.per carità,alcuni piani sequenza che sembrano usciti da Welles sono belli;la scena dell'hotel è bella,ma cavolo de palma ha fatto ben altro!e poi in genere nei film di de palma c'è una scena madre che lascia a bocca aperta per la meraviglia tecnica.qui la scena madre non saprei individuarla,perchè non ho trovato nessun picco di tecnica sublime.

boh...dopo averlo visto mi è venuta la febbre.forse è per questo che sono cosi cattivo nel mio giudizio.
un'ultima cosa:ho letto da stefano che il prossimo film di de palma sarà un horror.ebbene,nonostante la delusione di questo noir,mi aspetto un segno di rinascita dal prossimo film.brian non ha ancora raggiunto lo stato di demenza totale come ad esempio dario argento,quindi lasciamo aperte le porte della speranza.

michele84  @  01/10/2006 15:52:20
   7½ / 10
Grande regista e cast eccezzionale!!!!!!!!!! intrecciatissima la trama, anche se a tratti un pò confusa, ma nel finale josh hartnett, attraverso una sua grande interpretazione, riesce a rendere il film bellissimo con una trama ricca di colpi di scena.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 14:50:51
   6½ / 10
Devo dire che, all'indomani della mia impressione suscitata alla Mostra del Cinema, mi aspettavo che le mie riserve fossero completamente smentite: non è stato così e se i fan di De Palma hanno trovato l'operazione "black dalhia" quantomeno discutibile, vuol dire che il film ha qualcosa che non funziona.
L'addattamento di Ellroy è tutto sommato piu' che dignitoso e ... basta, e per varie ragioni.
De Palma stavolta si perde (ma non è la prima volta) in uno sterile manierismo, ossessionato dal bisogno di ricreare le atmosfere languide e introspettive dei noir classici, ma è tutto assai incoerente, specialmente quando è necessario superare l'onda temporale di tanti decenni di cinema : nel divario tra passato e presente, l'ostentazione del glamour da una parte e l'irritante rappresentazione della contemporaneità stilistica (insopportabili. diciamo, i provini soft-core della - finta? - "dalia nera") mostra eloquentemente quanto l'abilità registica di De Palma sia vacillante.
Ma non è una critica a un certo tipo di cinema: è il modo di fare "questo cinema" che non funziona, a differenza di un'opera per certi versi insuperabile come "untouchables".
Non ho letto il libro di Ellroy, tuttavia posso (credo) esprimere le mie perplessità sulla realizzazione dello script, dove è poco approfondita l'amicizia tra "ice" e "Fire" (Lee/Dwight), e soprattutto è ignobilmente rimosso quel senso di perdita della realtà di Dwight, nel momento decisivo in cui sa di non potersi fidare piu' di nessuno.
La Kay della Johansson non aggiunge nulla alla sua carriera cinematografica, anzi probabilmente lei da il meglio di se' fuori dai ruoli convenzionali di fatalona (ancora oggi le sue migliori prove sono "la ragazza dall'orecchino di perla" e "lost in translation"), la Swank ancora una volta stupisce (ma non del tutto in sintonia) con la sua dark lady saffica.
Mia Kirshner - provini sexy a parte- è invece convincente in pieno, ed è probabilmente l'unica che non provi a vivere in un dejavu di sguardi fatali e bottiglie di whisky raccolte per terra... probabilmente cio' è dovuto anche alla particolarità del suo personaggio.
Esercizio stilistico, dicevamo, e come tale impeccabile.
Con diverse incongruenze e lacune, per inciso la madre alcolista della Swank, la sua famiglia, la sparatoia in casa, tecnicamente superba per l'omaggio non dichiarato a Welles (forse "L'orgoglio degli Amberson"?) ma che rischia spesso di cadere nella caricatura.
Il film, comunque, non scalda il cuore e non appassiona mai veramente: neanche quando apre scenari inquietanti tipo la citazione dell'Uomo che ride con C. Veidt che dovrebbe/potrebbe essere una chiave di lettura anche per chi non ha letto il libro ma è un'ulteriore ostacolo alla sua comprensione.
Sorvolo sul patetico Hartnett, bello senz'anima, che tenta disperatamente di essere Bogey e finisce per sembrarne una sua parodia
Poi, per dirla tutta, De Palma cita abilmente se stesso, come la scena à la Einsenstein di Untouchables, e la solita galleria di voyeurismo raffinato e forse "sublimale" (il Lynchiano night lesbico con kd lang in smoking - ? . mentre intona un meraviglioso evergreen - Calvin Klein docet?).
Insomma, malgrado tutto un buon film di genere, ma privo di quel tocco magico che un'operazione del genere avrebbe potuto dare
Archiviato tra i tanti capolavori mancati

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Ultima risposta 02/01/2007 11.18.07
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Invia una mail all'autore del commento elvis84  @  01/10/2006 12:18:19
   6½ / 10
Leggendo i vostri commenti ho capito di non essere stato l'unico ad aver avuto difficoltà nella comprensione della trama..ottima la fotografia, buono il montaggio un bel film,ma niente di più.

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  01/10/2006 11:39:18
   6 / 10
E' ufficiale: odio Scarlett Johansson...
Anche la mia vicina di casa ha le tette grosse ma non è che appesta ogni sorta di film... già ha rin********to Allen che continua a scriverle intorno film anonimi ma per interpretazioni ancora discrete, qui invece siamo al limite del ridicolo.
Senza scomodare grandi interpreti del passato da cui, in termini di fascino, c'è decisamente un abisso, ma basta anche rivedersi L.A. Confidential per capire che ad affossare questo film era sufficiente una coppia di protagonisti buoni per Dawson's Creek con la nostra britney spears a sfoderare espressioni da fatalona involontariamente comiche e il novello Bogart che dire spaesato è poco.
Fatta questa parentesi personale condivido quanto detto da altri; la sceneggiatura, in effetti complessa e difficile da rendere, causa qualche confusione e una diffusa lungaggine mentre la regia, pur ottima, non prevale più di tanto, come fosse lo stesso De Palma a non crederci.
Sotto l'aspetto tecnico invece il film è più che buono, oltre che zeppo di citazioni per i cinefili accaniti, ma secondo me c'era il materiale per tirare fuori un filmone, con un altro cast (buona comunque la prova della Swank) e una revisione della sceneggiatura.

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Ultima risposta 27/12/2006 11.01.04
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edo88  @  01/10/2006 02:44:24
   8 / 10
Sulla stessa linea di English Rain, sono stato ostacolato dalla complessità della trama, resa così proprio da tutti quei nomi spesso ripetuti ai quali viene fatto riferimento per le varie sottotrame (non poche).
Potevo dare di più, ma questa necessità di riguardarlo almeno un'altra volta vuol dire che non è troppo chiaro. E infatti è una pecca.
Però bellissime sceneggiature, bei costumi, bella fotografia e bei colori/sfumatore grigio-marron-nere. Per non parlare degli attori. Su tutti la Swank, per me sempre bravissima ma soprattutto bellissima. Poi vengono Eckhart, la Johansson (che non amo particolarmente come moltissim invece fannoi...) e infine Hartnett. Azzeccata la somiglianza tra la Swank e la Dalia Nera e la scelta dell'attrice che impersone quest'ultima, molto enigmatica e seduttrice.
Veramente stupende alcune scene (quella della scalinata su tutte); molte altre portano poi tensione con poco; ma ce sono anche di un pò più "rilassate"...forse troppo.
Peccato, ripeto, per la sceneggiatura non chiara subito, assolutamente: molti all'uscita dalla sala chiedevano ad amici/compagni conferme (non ottenute) su quello che avevano capito.
Pellicola decisamente noir e un pò inquietante...però da vedere.
Eccezionale poi Fiona Shaw nei panni di una madre "ribelle"...

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   7 / 10
Buon thriller,ottima regia,buon montaggio,ottima recitazione..pecca in qualche modo la sceneggiatura,ma solo per un problema di "chiarezza"..infatti è facile perdersi nei contorti nomi e nomignoli americani dei vari personaggi,un intruglio che lascia qualche difficoltà nel capire le situazioni,cause e conseguenze del finale.Cmq da vedere.

slint  @  01/10/2006 02:16:36
   6½ / 10
si lascia vedere,ma secondo me nn vale il prezzo del biglietto.
sara' xke' ti aspetti sempre qualcosa in piu' da registi del calibro...

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valerio1989  @  01/10/2006 00:49:11
   8 / 10
Ke dire.. è un film sicuramente ben fatto e curato nei minimi particolari.
La regia è ottima, gli attori sono tutti bravi dal primo all'ultimo e, specialmente la seconda parte, scorre bene.
Bellissime le donne stile black: Johansson, Swank e Kishner,buoni i costumi e le ambientazioni.
Belle le scene in cui si scopre tutto...

Il risultato è un film avvincente,raro, e crudo in alcune scene.
L'unica pecca è il troppo ingarbugliamento dovuto dall'eccesso di personaggi e delle scene.

Da vedere almeno 2 volte x essere capito a pieno ma sicuramente bello.

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Ultima risposta 01/01/2007 14.00.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  30/09/2006 21:35:18
   6½ / 10
E rieccoci, ancora una volta con i soliti problemi del cinema De Palmiano.
Avendo letto il libro di Ellroy (che mi era piaciuto tantissimo) aspettavo veramente tanto l'uscita di questo film. De Palma dopo l'omaggio al nero americano anni '40, "Femme Fatale" , in cui tornava a utizzare uno stile simil-Hitchcockiano sulla classica storia torbida di "La fiamma del peccato", stavolta porta sullo schermo un romanzo già complesso di per se. E ancora una volta guardando solo e sempre la forma.
In "The Black Dahlia" troviamo ambientazione, musica, voce off, look, e tutte le caratteristiche principali dei noir + famosi. I cinefili patiti di neri, saranno contenti di vedere 6000 citazioni disseminate dappertutto. Come la dalia del titolo (e il suo doppio Swank) che assomiglia ovviamente a Veronica Lake, protagonista con Alan Ladd del classico- bellissimo "La dalia azzurra" (che però in quel film era il nome di un bar).
Notate le 1000 citazioni da film come "La fiamma del peccato" di Wilder, per non parlare di "Il grande sonno" di Hawks (guardate la sorellina della Swank), e poi la soggettiva quando entra nella casa della famiglia della Swank, in cui De Palma rifà Delmer Davis regista dell'immenso "La fuga" (Film che in tutta la prima parte era in soggettiva).
Ma ce ne sono infinite. In almeno un paio di tutti i vorticosi ( e sempre stupendi) piani-sequenza che ci sono nel film, De Palma imita Orson Welles (compreso il famoso iniziale di "L'infernale Quinlan").

E così via dicendo. Il problema di questo film è che c'è solo questo. La storia è mal resa, la sceneggiatura confusissima, spesso manca persino l'atmosfera. Nei film di Torneur, Davis, Siodmak, Lang e così via, l'inganno si respirava nell'aria, erano torbidi. Qui niente, queste citazioni e lo sfoggio di tecnica sono al servizio di niente.
O meglio sono al servizio di un film che vorrebbe soddisfare oltre ai cinefili anche il grande pubblico. E da qui la scelta del tutto inspiegabile di fare un noir a colori .
Se lo splendido "Rischiose abitudini" di Stephen Frears o le incursioni Lynchane nel nero (Velluto blu o strade perdute) facevano dei colori il vero punto di forza, De Palma invece che fa? Non usa il bianco e nero e poi, in maniera francamente ridicola, usa colori smorti. Mi chiedo davvero che senso ha. Il genere piace a De Palma, da sempre. L'hanno fatto i Coen (alla loro maniera) un nero in bianco e nero, ed era un capolavoro.
La scelta del regista di Carlito invece è inspiegabile.

Un'altro punto debole è a mio parere il cast. Perfetti sono Aarhon Eckart e la bellissima e bravissima Hillary Swank, sensualissima.
Ma Josh Harnett, che poi è il protagonista, è fuori luogo. Probabilmente De Palma l'ha visto in "Sin city" all'inizio con il look adatto. Ma quando fa Mithum o imita Bogart facendo le smorfiette con le sigarette, mette tenerezza.
Anche La Johnason era 1000 volte più sexy nell'ultimo film di Woody Allen, qui per me non è adatta, oltretutto è troppo giovane.

"La dalia Nera" è un divertente omaggio, ricco di tecnica e citazioni. Poi poco altro. Il precedente "Femme Fatale" è molto + bello.

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Ultima risposta 02/10/2006 08.27.26
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agnese83  @  30/09/2006 20:08:36
   6½ / 10
E' un film che va visto almeno due volte,trama contorta, troppi nomi che la rendono poco chiara.Ottima regia,e ottima recitazione,costumi molto belli,e ambientazione tetra che non guasta.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  30/09/2006 18:09:35
   6½ / 10
Aspettavo da tempo immemore la possibilità di vedere questo film, perché avevo una curiosità da soddisfare. Ma più che curiosità, un atroce dubbio: essendo grande amante del regista e guardando le sue ultime pellicole, l’idea di non vedere mai più un grande film di Brian De Palma circolava nella mia mente dal momento in cui i titoli di coda di Femme Fatale erano comparsi sullo schermo di un cinema del centro di Milano, dove tre anni fa vidi l’ultima opera del maestro.

Possibile che De Palma, dopo Carlito’s Way, non fosse più riuscito a realizzare una pellicola degna del suo nome? Ne La dalia Nera avevo riposto moltissime speranze, perché ero convinto che questa volta ci fossero le basi per realizzare qualcosa almeno al livello delle sue opere migliori ma non classificabili come capolavori (vedi Vestito per uccidere o Blow Out). Uno dei difetti degli ultimi lavori di De Palma è la sceneggiatura, a partire da Omicidio in diretta la sceneggiatura dei suoi film è sempre il punto debole, e proprio per questo speravo che ne La Dalia Nera, tratto dall’ottimo romanzo di Elroy,le cose, da questo punto di vista, fossero diverse.

Purtroppo, venendo al sodo, La Daria Nera si allinea agli ultimi film di De Palma, dove il regista è quasi l’ombra del grande regista che fu. La Dalia Nera è un film con una sceneggiatura pessima, potenzialmente bellissima, ma che viene buttata giù senza la minima pretesa di realizzare quello che poteva essere un bellissimo film, ma solo cercando ti tenere insieme i vari elementi ( e sono tanti) che la costituiscono. La Daria Nera è una storia complessa, è la storia di un omicidio che però rimane sullo sfondo e fa da parete a questioni ben più importanti e complicate, che purtroppo nel film non sono assolutamente approfondite. I personaggi hanno uno spessore psicologico praticamente nullo, e De Palma si sforza di sopperire a questa mancanza infilandoli in sontuose scenografie anni ’40 (di Dante Ferretti) e sfoggiando momenti di tecnica a cui ormai ci ha abituato.

Il risultato, purtroppo, è una pellicola molto lontana dall’essere definita un bel film. Il primo tempo è completamente senza ritmo e la noia e lo sbadiglio varcano la soglia più di una volta. Il secondo tempo si risolleva decisamente, ma la sensazione finale è quella di aver assistito all’ennesimo film minore di De Palma, ma questa volta senza la scusante di aver affrontato generi diversi dal solito: questa volta, mi dispiace dirlo, De Palma aveva per le mani tutte le carte per poter fare poker. Aveva tutti gli elementi per tirare fuori un film molto bello, ma ha fallito. Questo non è il De Palma di Scarface, Carlito’s Way, Carrie e non è nemmeno il De Palma di Blow Out, Vestito per uccidere o Vittime di guerra. Questo, al massimo, è il De Palma di Doppia personalità.

Io oggi sono a lutto, perché il De Palma dei capolavori è definitivamente tramontato.

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Ultima risposta 20/10/2006 17.36.27
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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  30/09/2006 13:52:06
   7½ / 10
Anche se non si è appassionati del genere,è difficile non conoscere tutti i titoli di Brian De Palma e anche in questo caso la pubblicità è tale che per lo meno viene la curiosità di andare a vedere la Dalia Nera.
Il film è realizzato tecnicamente in modo eccellente e mi riferisco anche e soprattutto alla scelta del cast. Da ricordare la lunga scena in soggettiva della presentazione dei genitori di Madelaine.
Quel che non eccelle però nel fim è il ritmo,che se all'inizio è articolato e crea difficoltà nel capire tutti gli antefatti,nel secondo tempo diventa arzigogolato e una successione disordinata di flashback e di eventi genera un raccontare un po' caotico; disordine non certo schiarito dalla molteplicità di nomi complessi da ricordare e dalla molteplicità di personaggi coinvolti nell'intreccio. Troppa carne al fuoco,troppe scene,troppi attori ,troppi pseudonimi da ricordare: penso si faccia un po' fatica a rilassarsi e ad avere una visione d'insieme della sequenza degli avvenimenti.
La parte finale , anch'essa non scorre liscia ma restituisce una potente esperienza emotiva accennata nel primo tempo.
Brava,perfetta a mio avviso,l'interpretazione della Dalia Nera.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  30/09/2006 13:06:34
   7½ / 10
finalmente mi sono tolto dalla testa questo film he aspettavo da troppo tempo.

- inizio parlando dei punti deboli..

1-josh arnett, ecco quando seppi della sua presenza pensai non so perchè (visto che non ho letto il romanzo) ma ad un ruolo marginale certo non quello del protagoinista, il bagaglio di espressività del ragazzo è un po limitata

2-e a dirla tutta pure il mio amore sembrava un po fuori parte, l'ho trovata un po forzata (cmq ti amo ugualmente)

3-ma il limite più grosso e FASTIDIOSO del film è il ritmo iniziale da soap opera sudamericana....

4-mi ha fatto inc. che si soffermasse a lungo su particolari secondari e invece tutto di fretta e sinteticamente durante le rivelazioni che componevano la risoluzione del mistero

- mentre il bello del film è tutto il resto!

1-vengono le vertigini quando de palma ci mostra il pianosequenza alla "touch of evil" per presentare la scena della sparatoia e scoperta del cadavere

2-e poi le lacrime agli occhi con un misto di stringi cu.lo quando succede quel che succede nelle scale del'hotel

3-ottimo cast pur tenendo conto di ciò che ho detto prima (dolcissima e tenerissima Mia Kirshner che è pure una gran bella figliola)

4-scenari voyur e kitch sparsi qua e la

tirando le somme la seconda parte del film è decisamente migliore e se il tutto avesse avuto quel ritmo ora parleremmo di un CAPOLAVORO.
Peccato che come diceva l'ottimo KOW. de palma abbia puntato più al bello che all'efficiente.

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Ultima risposta 03/10/2006 00.14.17
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Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  30/09/2006 02:40:37
   9½ / 10
...Le luci in sala si riaccendono...Gli spettatori recuperano timidamente le giacche e si avviano vociferndo verso l'uscita...Sullo schermo scorrono i titoli di coda ma io resto seduto, attonito...Nella testa una sola domanda: "Cosa ***** mi è tranvato addosso?"...La mia ragazza mi fa notare che siamo rimasti soli, e che i tizi in "uniforme" armati di aspirapolvere non ci stanno guardando proprio bene, bene...Decido di alzarmi...Credo di avere una faccia da cernia al limite del possibile, ma fortunatamente me ne accorgo e tento di ricompormi...

"Bhe, ma allora ti è piaciuto?"

Mi volto...Valentina aspetta una risposta...

"Bhe sì...***** un capolavoro! Anzi ti dirò: il miglior De Palma..."

Capisco che stò esagerando...Correggo il tiro: "Cioè insomma...Dicamo che...Bhe indubbiamente un ottimo titolo...Sfiora il capolavoro."

Farfuglio su questa linea per altri venti secondi abbondandanti...Forse farei meglio a fermarmi...Cambio strategia e mi impantano miseramente in un'analisi para-critica eufemisticamente imbarazzante: "No sai: il tema del doppio...Lo sguardo dicotomico alla relatà di un certo tipo di cinema...La capacità del regista di creare nell'osservatore stati di angoscia incorrotta..."

...Ormai non ho più freni...Passo senza il minimo pudore alla poesia più becera "in chiave di peggio": "Vedi: il genio di De Palma stà tutto nel sincronismo che riesce a creare con il pubblico...Il nostro fiato si spezza nello stesso istante in cui vediamo le due metà del corpo della dalia"...

Mi blocco...Alzo lo sguardo al cielo come in attesa di un'ispirazione divina...Il frastuono delle macchine che sfrecciano sulla strada è la colonna sonora ideale del mio momento...Valentina mi porge la mano: "Andiamo a casa..."

Massì...Andiamocene a casa...

Sono passate quasi 2 ore dalla fine della proiezione, eppure vi giuro: nella testa ho ancora una sola domanda: "Cosa ***** mi è tranvato addosso?"...

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Ultima risposta 01/10/2006 12.21.05
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Gruppo COLLABORATORI Victor  @  07/09/2006 11:27:58
   7 / 10
Forse il libro di Ellroy,che si è detto pienamente soddisfatto della trasposizione cinematografica,era troppo complesso e ricco di personaggi per una trasposizione cinematografica,fatto sta che il risultato finale non è quello da tutti previsto,infatti,specialmente nella parte relativa al rapporto tra Blanchard,Bleichet e Kay, è facile perdere il filo della narrazione e sembra sconnesso dal resto della storia.Comunque il film va visto,non fosse altro che per la presenza nel cast di Hilary Swank finalmente in un ruolo che esalta la sua bellezza,anche se nel poster sembra una vecchia, e della Johansson che ancora una volta dimostra di essere brava oltre che bella(anche se meno della Swank).Poi va comunque ricordato che dietro la cinepresa c'è sempre Brian DePalma....e si vede.

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Ultima risposta 29/09/2006 22.39.41
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