accattone regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1961
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accattone (1961)

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locandina del film ACCATTONE

Titolo Originale: ACCATTONE

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiFranco Citti, Franca Pasut, Silvana Corsini, Paola Guidi, Adriana Asti, Adele Cambria

Durata: h 2.00
NazionalitàItalia 1961
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1961

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Accattone

Un sottoproletario romano, Accattone, vive sfruttando Maddalena, una prostituta strappata ad un napoletano in carcere. L'uomo evita la vendetta degli amici del carcerato, incolpando Maddalena di tutto ed abbandonandola nelle mani dei guappi. Rimasto senza soldi, Accattone cerca di tornare da sua moglie, che però lo respinge, poi incontra Stella, una ragazza che lui cerca di convincere a prostituirsi. Colpito dal rifiuto di Stella, cerca di guadagnarsi da vivere onestamente, ma sarà tutto inutile

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Voto Visitatori:   8,43 / 10 (53 voti)8,43Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Accattone, 53 opinioni inserite

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Goldust  @  13/04/2022 17:42:19
   7 / 10
Un ritratto senza sconti del mondo del sottoproletariato romano alla vigilia del grande boom degli anni '60. Asciutto nello stile e a tratti commovente nei personaggi, sempre alla ricerca questi di una vana via d'uscita alla propria desolante esistenza, è il primo lavoro da regista di Pasolini nel quale vengono riversati alcuni dei temi cardine dei suoi romanzi: anche se vorrebbe essere un film "di rottura" gli echi del neorealismo si avvertono ancora e la regia - ma non gliene si fa una colpa - è proprio scolastica. Grande Franco Citti, che diventerà l'attore feticcio del regista.

alex94  @  10/12/2020 13:53:23
   8 / 10
Pasolini,qui,alla sua prima regia, porta su pellicola personaggi e ambienti tipici dei suoi lavori letterari,con risultati assolutamente eccezionali.
Un lavoro realistico e duro, senza speranza come ben testimonia il nerissimo finale,privo di particolari virtuosismi di regia (asciutta ed essenziale) può contare su una splendida fotografia di Tonino Delli e su un cast di attori semi-professionisti perfetti ( grandissimo Citti).
Particolare l'uso che viene fatto delle musiche religiose di Bach.
Tra gli apici del cinema italiano.

Italo Disco  @  13/05/2018 23:56:26
   8½ / 10
Una Roma oramai preistorica e primitiva in una cruda storia drammatica ambientata in periferia, nelle baraccopoli del tempo dove malandrini e scansafatiche vivono alla giornata tra delinquenza, violenza sia fisica che morale, anche verbalmente malgrado si dicano molte battute c'è poco da ridere tutt'altro, viene quasi la pelle d'oca analizzando anche il contesto. È molto veritiero quello che viene mostrato se si perde qualcosa nella recitazione lo si guadagna in naturalezza, la storia di un ruffiano che cerca di cambiare vita è ben orchestrata, sembra quasi superfluo scrivere della grandezza con cui viene mostrata una capitale non proprio da cartolina, però manca quel incentivo in più che sarà la forza vitale della Magnani protagonista del film successivo di Pasolini. 84° posto in classifica nella stagione 1961/62.

Matteoxr6  @  08/05/2018 23:04:12
   4 / 10
Non discuto l'autorevole pienezza dei temi né tantomeno l'analisi critica evidenziata, ma la messa in scena sì, eccome. Lo dico e lo ripeterò fino allo spasmo: le arti per rappresentare lo scibile intellettuale, emotivo umano sono molteplici; la settima, richiede un talento, una gestione, una tecnica ad hoc, non meno delle altre.
Inutile mettere gente di strada a protagonista, perché nel cinema conta la trasmissione dell'emozione: è quella che veicola l'autenticità; non comprenderlo è veramente sconfortante. Beffardo, o meglio, illogico, a quel punto, decidere di propendere per il doppiaggio. personalmente mi ha annoiato a morte, ma non certo per il soggetto, come dicevo prima. "Uccellacci e uccellini" aveva Totò a saturare la scena e a prendere per mano tutta la baracca, e infatti fu una visione totalmente differente ai miei occhi.

libero1975  @  25/04/2017 01:45:07
   10 / 10
...ao a ragazzì per noi è sempre festa per te c'è solo il primo maggio..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/12/2016 23:21:05
   9½ / 10
In pieno boom economico Pasolini con Accattone tira un pugno nello stomaco non indifferente per i tempi, tanto che fu il primo film in assoluto, se non sbaglio, ad essere vietato ai minori di diciotto anni. Nel film emerge una realtà completamente differente e parallela a quella del benessere tanto decantato. Una realtà estremamente marginale, che vive alla giornata, fatta di sopraffazione e violenza, dedita esclusivamente alla sopravvivenza del singolo. Il sottoproletariato delle borgate senza una coscienza di classe, condannato ad essere marginale fino alla morte, a cui non viene concessa nemmeno una possibilità di redenzione. Accattone è un personaggio che sogna di uscire da quella realtà, ma la violenza del contesto lo condanna ad essere un come cristo che non accolla dei peccati altrui, ma che muore per le sue colpe. Un ritratto straziante e straordinario nella sua poetica. Un esordio alla regia com pochi ce ne sono stati nel cinema italiano.

Filman  @  21/04/2016 23:50:56
   8 / 10
Arrembaggio cinematografico di uno dei più eccelsi artisti italiani del secolo precedente, ACCATTONE è un melodioso incontro non esattamente calcolato tra la cultura filmica nostrana conosciuta fino ad allora e il pensiero letterario di Pier Paolo Pasolini, il quale si butta a capofitto nella settima arte senza aver mai appreso le basi pratiche del mestiere registico ma, nonostante tutto, destando interesse non solo per l'espressività conferita dalle sue idee compositive, ma anche per l'aspetto tecnico, caratterizzato proprio dall'utilizzo rozzo della macchina da presa, che conferisce crudezza anziché un impatto amatoriale, così come la direzione delle scelte recitative, con non attori messi a recitare, ben rappresentanti la fetta sociale del sottoproletariato, quella più povera e decadente, testimone di una esistenza tragica e mortificante, senza via d'uscita e sempre accompagnata da un tetro presagio di morte, che conduce il protagonista in questo viaggio estremamente razionale e drammatico, primo stendardo filmico del poeta e letterato, ora anche importante regista.

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Ultima risposta 27/04/2016 17.52.49
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Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  31/03/2016 13:44:48
   10 / 10
Tanta tanta roba.... Pasolini parte in quarta mettendo a nudo il degrado e la decadenza di luoghi e persone..... l'odissea di un uomo che vive sul confine.... inevitabilmente senza speranza...

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Ultima risposta 31/03/2016 19.40.43
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pak7  @  02/01/2016 13:36:31
   7½ / 10
Ottimo film di Pasolini, lo spaccato di vita di Accattone, personaggio dai pochi valori della borgata romana. Pellicola nel finale particolarmente cinica.

crimal9436  @  23/04/2015 18:19:46
   7½ / 10
Spera  @  23/12/2014 13:39:33
   9 / 10
Capolavoro neorealista crudo e violento di Pasolini.
Che dire, era il nostro grande cinema, al pari di film indimenticabili come quelli di De sica.
Da vedere e rivedere.

Oskarsson88  @  07/09/2014 16:17:44
   8 / 10
Gran film stile neorealista, e che figure che ci sono tutte cose credibili e realistiche, e poi Accattò... che elementaccio, ma che nella sua pusillanimità fa anche un po' di tenerezza con quel viso al contempo pulito e furbacchione. E bravo Pasolini...

benzo24  @  24/03/2014 12:33:03
   10 / 10
Che dire, questo è un classico, un capolavoro.

Project Pat  @  13/02/2014 04:22:17
   8½ / 10
Il primo, malinconico capolavoro del maledetto Pier Paolo; un esordio che ampiamente mantenne le sue premesse, dando vita a quello che fu senza dubbio un grande, seppur non troppo lungo ciclo di pellicole, ciclo di cui tutti parleranno, che giudicheranno e sul quale verrà posta una moltitudine di etichette. Quel che è stato, ma ancor oggi, non si può morire senza aver conosciuto questo uomo, senza aver mai visto, letto una delle sue opere. Il film è un pezzo di storia italiana e così sarà sempre.

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Ultima risposta 17/02/2014 17.33.15
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GianniArshavin  @  15/01/2014 20:00:32
   6½ / 10
Primo film di Pasolini alla regia che racchiude in toto tutti i temi,le ambientazioni e i messaggi dei suoi primi lavori letterari.
L'opera è ambientato nelle borgate romane,e il protagonista è Vittorio detto "Accattone",sottoproletario nulla facente che sfrutta il corpo della compagna per vivere.
Ovviamente sono tutti chiari i vari aspetti che compongono la poetica Pasoliniana,dalla vita nelle borgate fatta di miseria e povertà alla voglia di sopravvivenza anche a costo di sopraffare l'altro fino ad arrivare all'indifferenza mal celata dei borghesi verso un mondo escluso dalla "bella vita" e ridotto al degrado più totale.
La pellicola fece scalpore quando usci nel 61,per la forte critica sociale e per gli scottanti temi che il regista mette in scena in maniera perfettamente realistica e veritiera. Infatti la vita nei quartieri poveri di Roma è inscenata benissimo,anche grazie ad un gruppo di attori che "interpretano se stessi" (molti erano semi-professionisti nati proprio in quelle zone) dal quale spicca un'incredibile Franco Citti nel ruolo principale.
Un altro fattore importante nel film di Pasolini,anche questo ereditato dai suoi romanzi,è la totale assenza di giudizio morale dell'autore sulle azioni del protagonista. Come succedeva in "Una Vita Violenta" Pasolini non condannerà,ne esalterà le gesta del suo personaggio,ma lascerà a noi il compito di valutare Vittorio e le sue gesta mente lui si limiterà a raccontare e al massimo criticare una società che "forse" ha una buona fetta di responsabilità per le condizioni in cui versano i sottoproletari.
Purtroppo il lavoro per quanto realizzato bene nonostante i pochi soldi visto oggi giorno risulta essere un po superato,per via di un ritmo davvero troppo lento che mi ha reso ostica la visione in più punti. Anche la sceneggiatura,per quanto realistica,a volte sfiora la ripetitività e pure questo elemento non depone a favore del prodotto.
In conclusione la prima regia di Pasolini è assolutamente valida,e il film conserva in pieno la forza dei suoi messaggi nonostante i tanti anni passati dall'uscita. Purtroppo quegli stessi anni si fanno sentire sul ritmo complessivo,e quindi sommando tutti questi aspetti il voto non sarà altissimo ma ovviamente Accattone rimane un grande caposaldo del cinema italiano da vedere almeno una volta nella vita.

Melefreghista  @  30/07/2013 00:05:46
   10 / 10
Che senso avrebbe commentare un Michelangelo?
10 e basta.
Uno dei miei preferiti in assoluto.

freddy71  @  01/05/2013 20:13:45
   8 / 10
bel film di pasolini....mostra la vita nelle borgate romane....la storia di un uomo che vive di espedienti...

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  31/01/2013 18:23:36
   10 / 10
Una dolente tragedia sottoproletaria in immagini. Pasolini descrive la borgata con un affetto raffreddato dalla messa in scena (molto controllata e con primi piani ad indagare le pieghe dell'anima), un realismo mai cinico e una capacità di controllare l'emotività del racconto, senza scadere nello schematismo ideologico.

Un film marginale, unico nel nostro cinema, disperato e struggente. Il primo passo di un regista che fu anche un grande intellettuale.

gianni1969  @  20/11/2012 21:36:00
   8½ / 10
grande opera neorealistica,storie di borgata e degrado,descritte magistralmente da pasolini qui al suo esordio

JOKER1926  @  22/04/2012 03:22:51
   7 / 10
Il 1961 è l'anno in cui nasce, come regista, Pasolini, il suo primo film è di quelli eclatanti, si tratta de "Accattone".
La prima cosa che viene in mente, a fine visione, è indubbiamente quello che di rozzo e tremendo trasmette, con maestria e nudità, Pasolini in un prodotto cinematografico mentalmente violento e sudicio.

Con "Accattone" si parla di cinema neorealista, qui, a prestare le forme, una metropoli, stiamo parlando di Roma, o meglio, dei sobborghi invivibili e incredibili della capitale italiana, il contesto temporale poi non aiuta certamente.
Dopo la guerra l'Italia vive una fase di resetto, la povertà abbonda e abbandona il popolo in un scenario praticamente invivibile, prendon forma "sottoclasse" che abbracciano una marea di persone senza obiettivi e senza scrupoli. Nascono, da tutto ciò, profili lavorativi di ardua interpretazione, si parla dunque di papponi ed accattoni, questi ultimi sono coloro che vivono alla giornata lasciando le loro speranze alla routine quotidiana, fra escamotage e prostituzione.
"Accattone" non poteva esser più potente di quello che in effetti è, qui le sensazioni di miseria, purtroppo, pervade l'animo dello spettatore. Infatti sarà proprio la prima parte del film a donare quella tristezza e quella massima intensità, nella seconda parte, invece, traspare quella prevedibile ed annunciata "resa dei conti" che offre comunque caratura tragica al film. Pasolini con "Accattone" cercava proprio di improntare il tutto sul fattore della tragedia esasperata e "sublime". Ci riesce alla grande.

Oltre ogni discorso contenutistico traspare tutta la classe della regia che con una fotografia formidabile sigilla ciò che è stata la periferia di Roma nei decenni addietro, discorso che, ovviamente, circonda un po' tutte le grandi città italiane del tempo, la gente era tanta e in modo del tutto subordinato nascevano grane di qualsiasi genere, specie quelle sociali. "Accattone" le dipinge allo spasimo.

Film come questi vivono in eterno ma non possono mai esser capiti fino in fondo oggi. La società odierna spende tutto in cosmetici e in cellulari di ultima generazione, i sacrifici e le sfaccettature di un tempo, sinonimo di sopravvivenza, vivono in goliardici e tremendi ricordi ma più recuperabili in modo integrale, fortunatamente.

ScemoChiLegge  @  27/02/2012 14:09:06
   8½ / 10
Con crudo realismo Pasolini ci squaderna davanti la quotidiana tragedia del sottoproletariato nelle borgate romane.
Espressivi primi piani ritraggono i giovani volti dei suoi "ragazzi di vita": ladri, papponi, accattoni, tutti caratterizzati da quella loro vitalità che il regista tanto ama.
"Accattone" è il primo film di Pasolini ed è la perfetta traduzione visiva del suo pensiero e delle sue poesie. Il giovane Accattone testimonia quel mondo che nel '61, anno di uscita del film, risultava sconosciuto alla borghesia; quel mondo che il progresso, la globalizzazione, il consumismo, cancellerà pian piano.


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"Mo' sto bbene"

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  10/11/2011 21:57:55
   8 / 10
Oggi non possiamo più capire il valore di rottura e di novità di questo film, che all'epoca fu veramente grande (scatenò un autentico vespaio). Anzi è proprio grazie a opere del genere e artisti come Pasolini se oggi possiamo vedere liberamente al cinema anche le situazioni più degradate e meno onorevoli della società di una nazione.
L'Italia è stata la nazione che ha portato la realtà al cinema. Sono stati soprattutto Zavattini e De Sica a rivoluzionare il modo di guardare il mondo tramite la mdp, aprendo alla povertà, al disagio sociale, facendo vedere le cose cose stavano. Il loro sguardo era comunque nobilitante, davano dignità etica al soggetto che trattavano (vedi "Miracolo a Milano" e lo stesso "Ladri di biciclette"). Pasolini va oltre, toglie tutte le illusioni sentimentali e etiche dal soggetto "realtà" e lo mostra socialmente per quello che è, nella sua crudezza e cattiveria.
In "Accattone" fin dalle prime immagini siamo aggrediti dal degrado delle borgate-baraccopoli romane, dagli ambienti sventrati, dai palazzoni in costruzione e dalle nuove strade (immagini che faranno scuola). La gente che ci vive riflette il degrado dell'ambiente: ladri, papponi, mantenuti, prostitute. Tutti che vivono d'espedienti, ai margini o fuori della legalità. Chi lavora vive stentatamente e brutamente di semplice sussistenza.
Sono immagini che fanno impressione anche oggi. La novità è che Pasolini non guarda a questo mondo (in genere rimosso e tenuto ai margini) con fare moralistico o di condanna, anzi in qualche maniera ne è affascinato. E' soprattutto la vitalità e la pienezza di vita delle persone quello che viene messo in evidenza. In ogni scena è un continuo motteggiare, scherzare, litigare, riappacificarsi. E' un mondo con un proprio codice etico e un proprio orgoglio, che lo sguardo anti-borghese di Pasolini riproduce per quello che è, senza scandalismi o moralismi. Osa addirittura riprodurre questo mondo di reietti e infami tramite i mezzi artistici che di solito si dedicavano ai nobili temi e alle grandi persone. Di sottofondo alle imprese da perdigiorno di Accattone si usa nientemeno che la musica di Bach. Ma è soprattutto lo sguardo della mdp quello che evidenzia l'ammirazione estetica di Pasolini verso questo mondo. Continui primi piani sulle facce irregolari e angolose tipiche dei popolani, sui loro sorrisi dai denti radi. Si spiano le loro espressioni vere, genuine, piene di espressività e vita. Ma è soprattutto il gusto per i volumi corporei (maschili) ciò che incanta Pasolini. Il corpo dei personaggi nelle scene è sempre messo in vista, in pose che ricordano i quadri del Rinascimento e di Caravaggio.
Non si vuole quindi nascondere niente, mostrare tutte le brutture e le cattiverie (anche del protagonista) ma allo stesso tempo non condannare a priori, riconoscere le responsabilità dell'ambiente e della società e rivelare tutta l'umanità e la vitalità di questa gente. Ovviamente non può che finire male per questa gente, ma per loro c'è comunque la pietà umana. L'unico film che si avvicina come spirito ad "Accattone" è "I figli della violenza" di Bunuel.

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Ultima risposta 11/11/2011 08.32.25
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/07/2011 20:43:14
   8½ / 10
Ottimo esordio di Pasolini che dipinge magnificamente la borgata romana. Accattone è un personaggio memorabile.
Opera cruda e lirica allo stesso tempo. Grande cinema italiano.

guidox  @  08/05/2011 13:29:02
   9 / 10
film splendido sulla condizione di un uomo che non riesce a sfuggire alla disperazione, dettata dalla propria condizione sociale, che come un marchio gli toglie ogni speranza di una vita che non potrà mai dare più che un'ambizione alla semplice sopravvivenza.
un Franco Citti meraviglioso nella sua negatività, si staglia sullo sfondo di una Roma del sottoproletariato che è un margine estremo non solo geograficamente.
film che a distanza di 50 anni resta attualissimo.
grande cinema italiano.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/11/2010 19:26:57
   8½ / 10
Esordio alla regia di Pasolini in un film che può condiderarsi tra i suoi più riusciti

tati83  @  25/06/2010 18:44:36
   9½ / 10
geniale! uno dei miei preferiti! da vedere assolutamente!

Gruppo REDAZIONE maremare  @  10/05/2010 12:21:26
   8 / 10
I temi portanti della poetica pasoliniana sono fulgidamente espressi in questa sua prima opera

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  10/05/2010 09:41:22
   8½ / 10
E' un mistero come le musiche di Bach, magnifiche e modeste allo stesso tempo, riescano ad adattarsi all'asprezza di tali rappresentazioni quale commento gentile e coinvolto; e si facciano manto ai sassi, aria delle risse, luce di quei volti ruvidi e autentici che costituiscono le vocali dell'opera di Pasolini. Tacciono, sensibili, all'ansimare del sogno funebre, che ispira pace assieme ad angoscia.

Ma questa scelta non ha qui solo una ragione estetica, o d'un semplice omaggio ad un compositore amatissimo: le musiche di Bach portano dentro all'etica del Neorealismo pasoliniano tutto un discorso, religioso prima ancora che sociale, atto non tanto a mettere in dubbio l'istituzione, quanto il cuore stesso del messaggio cristiano, con il significato non condiviso di redenzione, di Grazia, di umiltà, di rinuncia: di cui la realtà sottoproletaria ne è martire senza fede, ovunque, costretta al suo ruolo penitente.

I fiumi scorrono mai alla luce, in 'Accattone', sono atri solchi che tengono la consolazione gelida del 'farla finita'. La morte, è una liberazione. Il lavoro, questo lavoro degli sfruttati, non consola l'uomo, ma lo flagella. E la donna, che porta con sé l'idea falsa dell'amor puro, è soltanto ingenua, e non fa che aggravare gli senti, senza assoluzione, che arrecare altro dolore.

L'aridità delle strade assolate, periferiche, polverose: più le si frequenta, e più si è lontani dal perdono e dalla Grazia: più sono affamati, quest'uomini, disonesti, crudeli, cinici, e obbligati a vendere la propria dignità per un pezzo di pane, e più entrano nel sentimento della compassione umana, e mai in quella divina.

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Ultima risposta 25/05/2010 19.07.43
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  06/05/2010 15:36:14
   8½ / 10
"Guarda che me tocca fà..."

Lirico e tragico ritratto di una realtà sottoproletaria dell'esordiente Pasolini.
Sceneggiatura realistica,pungente e i visi degli attori sono semplicemente perfetti,delle maschere di crudo realismo.
Citti poi,anche lui esordiente,è grandissimo.
L'Accatone che dà il titolo a quest'opera è un personaggio che vive di espedienti,che ha pochi problemi a sfruttare le altre persone a lui vicine perché "non ha voglia di lavorare".
Nonostante ciò, ci ispira anche una certà pietà verso di lui l'arrendevolezza e il quasi pentimento che prova ogni volta che compie qualche gesto moralmente deprecabile: quando ruba la collanina al figlio,ad esempio,è palese il suo rimorso ma lo fa senza remore,come una cosa che deve essere fatta perché la realtà in cui lui vive non fa sconti.
Un personaggio che non si può liquidare come un "cattivo" o un "buono" ma che porta addosso tutti gli strascichi di una società Italiana indifferente verso una diversa tipologia di vita,quella sì dura e cattiva ma non per scelta di chi ci vive. Perché nonostante il loro modo di vivere,ridono per str.onzate qualsiasi,come tutti.
Sarebbero persone normali,non avessero sulle spalle la difficoltà di vivere.

Un Accatone,un parassita,uno che fa prostituire la propria compagna per non sporcarsi le mani,uno che ha sempre il figlio in braccio ma poi deve rubargli la collanina. Ma anche uno che si innamora,perché tutto è tranne che una persona senza cuore.
Purtroppo a volte il Destino non lo scegliamo noi,ci nasciamo con il Destino già segnato. Come una tragedia greca,Pasolini fa andare avanti la storia con un presentimento di morte e vendette che non tarderanno a comparire.
Quindi,noi sappiamo sin dall'inizio,con le musiche classiche tristi ma belle di Bach,la fine che farà Accatone alla fine. Non ci sorprende,ma ci sorprende il fatto che il regista sia riuscito a delineare in maniera tanto bella e poetica,oltre che Reale nel senso pieno del termine,una realtà romana che non si voleva vedere.
Il tutto con uno sguardo che non vuole forzatamente ricorrere alla pietà,ma questo sentimento nasce in noi spontaneamente data la vicenda tanto tragica. è un grande pregio questo,non mostrare attenuanti ma farci comprendere perché certe persone DEVONO comportarsi in un determinato modo.
A meno che non vogliamo,oggi come soprattutto 40 anni fa (Pasolini denunciato sin dall'opera d'esordio),ignorare tutto e voltarci perché ci fa comodo.
Oggi è facile vedere Accattone,specialmente perché sappiamo che la verità tracciata da Pasolini ce la portiamo dietro ancora oggi e per sempre.

Xavier666  @  10/03/2010 01:06:56
   9 / 10
Avevo scritto una cosa lunghissima ma non me l'ha salvato e non mi va di riscriverla. Però il commento finiva così: c'era una volta il cinema italiano.
Franco Cittti è favoloso in questo film ed è bello scoprire posti di Roma più di 50 anni fa!

topsecret  @  21/01/2010 20:17:19
   7½ / 10
Un dramma ben diretto che regala anche momenti di umorismo, ma che fotografa uno stile di vita duro e crudo consumato nelle borgate romane, ben raccontato da un Pasolini esordiente.
Film che tratta tematiche serie e di grande attualità che riesce a farsi apprezzare per il suo realismo.

spadaccino  @  02/11/2009 18:45:24
   7½ / 10
pier paolo pasolini dirige questa sorta di commedia che,fungendo da essa,è una riflessione sulla fame sofferta dall'uomo.
bello.

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Ultima risposta 31/03/2016 13.48.46
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baskettaro00  @  28/08/2009 22:21:26
   7½ / 10
sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo film di PPP dai rivolti tristemente attuali...consigliato.....
buona interpretazione di franco citti...

drabin  @  15/12/2008 13:27:37
   9 / 10
Una pietra miliare del cinema di ogni tempo. C'è già qui presente tutto il Pasolini che verrà: dissacrante, elegiaco, liturgico, provocatorio, elegante e farsesco. Magnifica l'intuizione musicale, che accompagna scene "basse" con musica "aulica". Ma ciò che più sorprende è l'anticipazione nei tempi: una regia che inventa in parte degli stereotipi trash (perchè solo Pasolini con Fellini e Ferreri avevano davvero capito l'universalità del cinema, e la sua capacità di parlare di argomenti nobili utilizzando anche strumenti poveri), pur riferendosi sempre ad argomenti fortemente attuali e sentiti nel profondo. Il neorealismo secondoi Pasolini, o meglio la sua contro-risposta. Diverse le scene da antologia: dal sogno al cimitero, al furto della collanina al figliolo. Da brividi

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  03/11/2008 18:16:58
   9 / 10
Per capire l'universo espressivo del film di esordio di Pier Paolo Pasolini è sufficiente soffermarsi sulle dichiarazioni rilasciate dal regista durante un'intervista nel 1975, appena quattordici anni dopo l'uscita del film. Pasolini sosteneva che se avesse voluto girare di nuovo un film come "Accattone", in quel momento non avrebbe trovato un solo giovane capace di parlare e ragionare come i protagonisti della pellicola ne tanto meno in grado di comprendere il linguaggio della borgata romana dei primi anni 60, quel mondo lì nel 1975 già non esisteva più; quel sottoproletariato urbano tanto caro al regista, proposto già in letteratura con lo sboccato ma affascinante linguaggio dei protagonisti dei romanzi "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", straordinari affreschi della vita di borgata, quella borgata che aveva così tanto emotivamente coinvolto il regista bolognese dopo la sua espulsione dal partito comunista italiano per lo scandalo suscitato dalla sua manifesta omosessualità e che lo costrinse a trasferirsi a Roma fino al tragico epilogo all'idroscalo di Ostia, era soltanto un ricordo.
La forza espressiva dei primi piani sui volti di ruffiani, ladri, prostitute, i contro campi panoramici e le lunghe sequenze senza stacco ( indimenticabile quella in cui accattone sogna il proprio funerale), ne fecero un lavoro estremamente innovativo tanto quanto fece scandalo la rappresentazione realistica della vita di borgata, soprattutto alla critica militante dell'epoca, non va dimenticato che il film fu il primo in Italia ad essere vietato ai minori di 18 anni ed i movimenti neofascisti boicottarono violentemente l'uscita nelle sale a Roma scatenando quella sorta di razzismo borghese tanto odiato da Pasolini sempre molto sensibile ai problemi delle classi subalterne.
Tutti bravi gli attori non professionisti, autentici abitanti delle borgate, con una particolare attenzione alla recitazione, sentita e spontanea, di Franco Citti.
Pasolini è stato un uomo che nella vita ha suscitato tante polemiche ma anche tanti riconoscimenti; realismo, religiosità, costante rappresentazione del sacro e del profano ne hanno fatto un autore molto discusso ma straordinariamente affascinante; la sua poesia, il suo modo di narrare e di scrivere, almeno per me, non sono passati inosservati.

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paride_86  @  10/10/2008 01:40:38
   8½ / 10
Ottimo esordio cinematografico per Pier Paolo Pasolini, che racconta le vicissitudini di un odioso protettore senza voglia di emergere dalla sua condizione sociale. La Roma di Pasolini è autentica e sorniona, i personaggi sono autentici e credibili. Si tratta di un film molto realista, con l'eccezione di una bellissima scena onirica.

Jjanawas  @  22/08/2008 13:23:47
   9 / 10
Il film è meraviglioso.
Non sono d'accordo però con quanto scritto da molti di voi sull'intento di pasolini. Credo che in questo film Pasolini non racconti la borgata o il proletariato. C'è anche quello, ma è il contorno ad una storia di una persona cattiva. L'accattone di borgata è quello che scommette, che ozia con gli amici al bar, che ruba qualche pollo. In fondo i ragazzi di borgata non facevano del male.
Ma l'accattone predominante nel film è una figura che fa ribrezzo, che usa la donna che ama, che prende la collanina al figlio,che non vuole lavorare (non che non può), una figura odiosa che si distacca da quella stessa borgata da cui proviene, un *****tto nello stomaco che ci fa capire sin dove può arrivare la cattiveria.

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DarkRareMirko  @  19/08/2008 12:15:36
   9 / 10
Stupefacente esordio per un grande uomo, un grande regista ed un grande scrittore.
Senza moralismi o qualunquismi di sorta, Pasolini descrive al meglio le condizioni di vita di un sottoproletariato, rimarcando, tra i tanti significati, proprio quello che sia in positivo che in negativo, sia da onesto che da disonesto, Vittorio Cataldi non conta nulla, non potrà mai inserirsi nella società che non lo accetta, che lo disprezza.
Da notare, in certe sequenze, la critica alla Chiesa sottolineata dal tipo di musica usata.
Grandissimo Citti.

Film fondamentale.

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  15/07/2008 09:43:28
   9 / 10
Ma quanto è bello questo film? Finalmente in tv passano Pasolini e anche se Accattone l'avevo, non ho perso l'occassione. Questo film è stupendo e solo a pensare che è un'opera prima mi vengono i brividi. Scene fantastiche, modo atipico di girare. Pasolini porta sullo schermo ciò a cui aveva già dato vita nelle pagine dei suoi romanzi. Fallita la collaborazione con Fellini, questo film prende vita comunque, e il risultato è fantastico.

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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  20/05/2008 12:29:11
   7½ / 10
Amarissimo affresco del sottoproletariato, in cui Pasolini ci racconta una storia che si erge a metafora universale della ineluttabile disperazione che affligge, senza via di scampo, la vita di coloro che appartengono a questo ceto sociale. Vivere onestamente per il proletario è una impresa improba, un fardello che si traduce in uno sfruttamento insostenibile. Di qui la riflessione sulla ingiustizia delle disuguaglianze e sperequazioni sociali, da cui origina la intollerabile discrepanza tra il benessere della borghesia e la miseria degli indigenti, per i quali il ricorso alla delinquenza è una scelta quasi obbligata. La corruzione del delinquente non dipende, quindi, direttamente e ontologicamente da quest'ultimo ma è l'effetto inevitabile di tutto un sistema sociale ed economico viziato nei suoi fondamenti, in cui chi ha la disavventura di nascere in un contesto di povertà è destinato a una vita di stenti, umiliazioni ed espedienti, dalla quale l'unica maniera di affrancarsi sembra essere soltanto la morte.
Se dal lato dei contenuti "Accattone" è un'opera mirabile (in esso si oggettiva una riflessione che attraverserà tutta la produzione pasoliniana), sotto il profilo registico e narrativo presenta invece delle imperfezioni (i tempi delle inquadrature non sono sempre corrette e la trama si sviluppa con una certa lentezza): ma ciò è comprensibile se si considera che si tratta della prima opera cinematografica del grande intellettuale bolognese; inoltre, in "Accattone" è sicuramente più importante la sostanza della forma.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/01/2008 20:45:23
   9 / 10
Un'esordio fulminante, per certi versi irripetibile (al di là di capolavori come "Il vangelo secondo Matteo", "Teorema", "Decameron" o il controverso canto del cigno di "Salò") con l'aiuto di un Bertolucci neofita (una vaga influenza negli esterni del suo primo film "La commare secca") e all'insegna di un realismo tragico, atto a spodestare gli anni del boom e il finto benessere economico italiano (infatti mostra "l'alto lato della medaglia").
Immenso Citti e notevolissima le descrizione di un mondo di borgata di disperata vitalità

Mandres  @  21/11/2007 16:39:45
   10 / 10
Film esordio di Pasolini, già conosciuto dal pubblico per le sue opere letterarie per la critica cinematografica e chi + ne ha + ne metta.
questo film dopo una lunga lotta per essere prodotto si ritrovò di fronte allo sgomento dell'opinione pubblica.
Alzò un polverone immenso giudicato pornografico da un italia legata ad un etica borghese che ignorava l'esistenza di un sottoproletariato che con naturalezza viveva nella meschinità nella prostituzione nell'accattonaggio ecc...
"Accattone" è il primo film vietato ai minori di 18 anni in Italia.
Peno che senza il sostegno dell'aiuto regista Bernardo Bertolucci (fresco fresco di centro sperimentale) questo film non avrebbe trovato una produzione dato che Pasolini non aveva la minima idea di tecnica cinematografica.
Film meraviglioso.

InSaNITy  @  06/10/2007 20:40:38
   8½ / 10
Se non fosse per una certa immaturità nella tecnica (normale, essendo il primo lavoro) e per alcune pecche nella recitazione, non sempre ottima (a parte Citti, ovvio), per me sarebbe un capolavoro.
Pasolini è decisamente uno dei miei registi preferiti. Solo lui riesce a trovare della poesia persino nelle vite dei più miserabili tra i miserabili (ossia, Accattone).
E il finale, è da 10 :

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  20/08/2007 11:04:16
   8½ / 10
Con "Accattone" Pasolini mette in scena il mondo e la realtà a lui più cara e congeniale, quella della Roma popolana e fracassona dei "ragazzi di vita" e dei borgatari, e lo fa attraverso gli occhi e le risate sguaiate di Citti, cui si contrappone il lieve tessuto musicale di Bach. I volti sono sgradevoli, grotteschi, lerci, a suggerire un'umanità degradata perchè a disagio in un mondo in evoluzione; emblematico in questo senso il volto di Accattone sporco di sabbia, una maschera da freak che ne accentua la sgradevolezza tra le risate scomposte degli astanti.

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Ultima risposta 15/07/2008 19.11.40
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addicted  @  17/04/2007 16:51:23
   10 / 10
Il primo e, secondo me, il miglior film di Pasolini.
Un capolavroro struggente.
E' quasi incredibile che un poeta abbia imparato così bene a fare cinema da diventare più bravo dei suoi maestri.
Era il suo primo film e fu subito perfetto.

Il Messere  @  25/12/2006 22:26:31
   7½ / 10
Il primo film diretto da Pasolini, sullo sfondo il sottoproletariato della Capitale conosciuto nei suoi romanzi.
Ne sono trascorsi di anni, oggi solo il più folle tra i folli oserebbe farsi il bagno nel Tevere.
Non il mio preferito, comunque un classico.

Mpo1  @  15/11/2006 00:44:31
   8 / 10
Il primo film di Pasolini, non il migliore (le sue ultime opere sono più interessanti) ma sicuramente da vedere. Pasolini ritrae con tragica vitalità il mondo del sottoproletariato che amava tanto, il tutto con la musica di Bach. Bella la fotografia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  02/10/2006 10:02:01
   8½ / 10
Mi sembra di leggere tra le pieghe drammatiche del film un giudizio morale di Pasolini alla società e alla politica italiana nonché a una certa borghesia socialmente cinica...
Il film evidenzia un paradosso etico, una sorta di impossibilità a essere onesti in un contesto sociale abbandonato da tutti, Stato, istituzioni, etc.
Un film da rivedere perché vale ancora, nel suo significato più profondo, per le numerose zone sociali italiane ancora in condizioni simili (extracomunitari).
Film straordinario per verismo drammatico e amore smisurato del regista per la verità...

Max Ophuls  @  25/09/2006 09:58:10
   8½ / 10
Film triste ma molto coinvolgente. Di un verismo da brividi.
Pasolini colpisce le coscienze più pigre e benpensanti mostrando tutto il suo coraggio di denuncia sociale senza metafore.
Un film forse datato ma che rappresenta una pagina memorabile della nostra storia : di un sociale ancora retrivo restio a crescere.
Un confronto con la diversità nel buio più tetro delle coscienze legate alla miseria e all'animalità torpida dell'umano.

giuspetto  @  24/02/2006 08:28:10
   8½ / 10
decisamente il più bello di pasolini.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  11/11/2005 18:56:54
   7 / 10
gran bel film...bella musica e grande sceneggiatura...

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  14/09/2005 19:35:52
   9 / 10
Tra neorealismo e cinema di genere Pasolini firma un opera prima incredibilmente completa e "perfetta". Poesia, pura poesia.

voice  @  30/06/2005 21:47:53
   9 / 10
NO COMMENT.....

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