arrivederci ragazzi regia di Louis Malle Francia 1987
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arrivederci ragazzi (1987)

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locandina del film ARRIVEDERCI RAGAZZI

Titolo Originale: AU REVOIR LES ENFANTS

RegiaLouis Malle

InterpretiGaspard Manesse, Raphael Fejto, Philippe Morier-Genoud

Durata: h 1.43
NazionalitàFrancia 1987
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1987

•  Altri film di Louis Malle

Trama del film Arrivederci ragazzi

In un collegio di Carmelitani il convittore Julien fa amicizia con un ragazzo ebreo, Bonnet, iscritto sotto falso nome. È il 1944 e la Francia è occupata dai nazisti. Il legame creato dai ragazzi verrà troncato dalla denuncia di un compagno, che, punito per aver praticato il mercato nero, decide di vendicarsi in questo modo del rettore, pur sapendo di coinvolgere così anche gli altri collegiali. La Gestapo arresta il direttore della scuola e tutti i ragazzi ebrei che vi sono nascosti.

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Voto Visitatori:   7,83 / 10 (39 voti)7,83Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Miglior film stranieroMigliore regia stranieraMigliore sceneggiatura straniera
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero, Migliore regia straniera, Migliore sceneggiatura straniera
Miglior filmMigliore regiaMigliore sceneggiaturaMigliore fotografiaMiglior montaggioMigliore scenografiaMiglior sonoro
VINCITORE DI 7 PREMI CÉSAR:
Miglior film, Migliore regia, Migliore sceneggiatura, Migliore fotografia, Miglior montaggio, Migliore scenografia, Miglior sonoro
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Voti e commenti su Arrivederci ragazzi, 39 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  16/05/2020 20:10:22
   7 / 10
Film minimalista ,emozionante ,sintetico e drammatico di Mallè ..
Osannato come capolavoro è fatto molto bene e pone la semplicità di una vita che dovrebbe essere normale a un sentimento d'odio e di paura che non si vede ma c'e' . I ragazzi lo sanno ma vanno avanti sperando che sia solo una cosa esterna al collegio .
Buone interpretazioni dei giovani e regia secca e asciutta anche se nella parte centrale il film perde un pò di tono .

kafka62  @  27/02/2018 14:14:04
   8 / 10
Con "Arrivederci ragazzi" Malle ritrova i motivi ispiratori e la leggerezza di stile che avevano contraddistinto il giustamente celebre "Soffio al cuore". Non tragga in inganno il fatto che il primo si presenta come un doloroso ed accorato apologo contro la barbarie nazista, mentre il film del 1971, all'opposto, è la storia ottimistica e sproblematizzata (almeno in superficie) di un'educazione sentimentale. Entrambi infatti, prima ancora di essere dei film sulla guerra o sull'incesto, sono soprattutto la cronaca di un apprendistato alla maturità, che permette al regista di rivisitare, con un piglio insieme aristocratico e popolare (alla Jean Vigo, tanto per intenderci), un'età irripetibile dell'esistenza. Il mondo degli adolescenti (del Laurent di "Soffio al cuore" come dei Julien e Jean di "Arrivederci ragazzi") è visto con uno sguardo affettuoso e solidale, complice e spigliato, senza intendimenti pedagogici o sdolcinature di sorta (tanto è vero che Malle, insieme alla descrizione dei giochi e dei passatempi del collegio, non ci risparmia nessuna delle piccole crudeltà e delle puerili millanterie dei giovani protagonisti). Il referente d'obbligo è, ovviamente, "I quattrocento colpi" di François Truffaut: ad Antoine Doinel rimandano, nonostante la diversa estrazione sociale, diversi caratteri del personaggio di Julien, dall'acerbo e istintivo ribellismo al rapporto (o meglio alla mancanza di rapporto) con i genitori, fino ad arrivare a quella sorta di affinità elettiva che è il comune amore per i libri.
La struttura narrativa e formale di "Arrivederci ragazzi" è estremamente classica e lineare, priva di autentiche invenzioni sintattiche o stilistiche e lontana dalle esperienze nouvellevaguiste che avevano caratterizzato gli esordi del regista. In alcuni casi, addirittura, Malle adotta, sia pure in maniera molto equilibrata, le convenzioni più abusate del cinema civile a tesi: mentre da una parte dà l'impressione di rappresentare una successione indifferenziata e casuale di momenti di vita "qualunque", dall'altra infatti pilota la vicenda verso il suo prevedibile sbocco narrativo, quello della persecuzione degli ebrei ad opera dei nazisti, preordinando ad esso tutto il resto. Così, quando i ragazzi si recano nelle docce comuni, ecco un ebreo con la stella gialla al petto uscire dall'edificio e calamitare i commenti dei presenti; e durante il pranzo del protagonista con la madre al ristorante, un manipolo di miliziani di Petain intima a un anziano e distinto cliente giudaico di lasciare la sala, essendo il locale riservato alle sole persone di razza ariana; e ancora i discorsi, le curiosità del ragazzo (sulla "diversità" degli ebrei, sul perché essi non mangino carne di maiale, e così via), perfino le battute ("Sei proprio un ebreo!", dice Joseph a Julien per rinfacciargli la sua spilorceria) si concentrano sulla specifica tematica. Si può però perdonare volentieri a Malle questo "tradimento", perché tutto sommato i momenti migliori del film sono altri, cioè quegli episodi non strettamente necessari all'evolversi meccanicistico dell'intreccio e capaci di esaurire in se stessi la loro carica emozionale (ad esempio, la scena spensierata in cui Jean e Julien suonano a quattro mani un boogie-woogie durante un bombardamento; la meravigliosa sequenza notturna nel bosco, piena di infantili trasalimenti e di arcane paure; le scene nel dormitorio comune, così realistiche e al tempo stesso così rarefatte che non ci stupiremmo di vedere passare davanti ai nostri occhi il piccolo sonnambulo di "Zero de conduite"; e infine la proiezione alla scolaresca di "Charlot emigrante", che suscita, accanto alle risate e alla simpatia per l'omino con la bombetta, anche un sentimento di pietà per quegli emigranti ammucchiati come bestie prima dello sbarco, quasi una sorta di premonizione di quanto avverrà di lì a poco con le deportazioni nei lager).
Quando giunge alla fatidica sequenza della retata dei nazisti nel collegio, il film muta improvvisamente rotta e precipita con fatalistica inesorabilità verso una tragedia più volte annunciata e altrettante volte elusa. In questa circostanza Malle si rivela bravissimo nel padroneggiare la commozione (l'addio tra i due amici dura un brevissimo istante, prima che Jean venga letteralmente trascinato via di scena da un soldato tedesco) e nel bandire rigorosamente ogni tentazione manichea (Joseph, il personaggio in apparenza più spregevole, diventa collaborazionista quasi per caso e contro la sua volontà, un po' come il Lacombe Lucien di un altro suo bel film). I risultati, grazie alla raffinatissima sensibilità del regista, sono molto alti e "Arrivederci ragazzi" può essere definito un piccolo classico destinato a durare nel tempo.

daniele64  @  30/01/2018 12:36:20
   7½ / 10
Nella quiete relativa di un convitto per adolescenti gestito da religiosi , nella Francia rurale della Repubblica di Vichy , si insinua sempre di più la violenza della guerra e del collaborazionismo , accompagnata dall' indegna vergogna delle leggi razziali . Luis Malle ci commuove raccontandoci con reale partecipazione un episodio della sua lontana infanzia : la nascita di una breve ma sincera amicizia tra due ragazzini , che non fa nemmeno in tempo a consolidarsi che già irrompe la follia nazista a stroncarla . Bella ed esplicativa la scena al ristorante e bello il dolente finale . Bravi gli interpreti , anche se semisconosciuti . Si merita almeno 7 + .

xymox  @  13/03/2017 15:56:43
   9½ / 10
rivisto ieri sera dopo tanti anni, l'effetto è stato il medesimo, capolavoro

adrmb  @  13/03/2017 09:35:57
   7½ / 10
Non c'è niente da fare, l'argomento "vita scolastica + profonda amicizia" mi frega sempre, ho un debole per un tema del genere e sapevo già dalla partenza che avrei apprezzato la pellicola in questione, che narrativamente forse non è chissà cosa, nel suo passare esclusivamente in rassegna segmenti squisitamente slice-of-lifeosi che restituiscono allo spettatore uno spaccato di vita collegiale della gioventù borghese francese durante la seconda guerra mondiale.

Vincente lo stile sobrio e il gusto documentaristico che Malle imprime nella pellicola tutta che pur riesce più che discretamente a tratteggiare in maniera verosimile e sincera la psicologia dei due giovani protagonisti, il cui rapporto d'amicizia forse fa capolino più tardi di quanto dovrebbe (in effetti per i primi trenta-quaranta minuti il regista non si distacca se non per brevi accenni dal mantenere uno stampo corale alla vicenda) ma inevitabilmente finisce col prendersi il suo meritato spazio e convincere in toto, tanto da avvertire sul finale una stretta al cuore, per quanto lo storytelling sia stato condotto fino alla fine con una rigorosa essenzialità mai piegatasi ai compromessi della tanto da me odiata retorica.

Il tema dell'Olocausto, incultatomi fin dalla più tenera età attraverso libri, film, incontri annuali e testimonianze ha finito col darmi a noia; tuttavia la buonissima sintesi che si viene a creare qua tra un ritratto essenziale e crudo il giusto della vita collegiale (quasi una sorta di idilliaco paradiso in cui permettersi il lusso di comportarsi da frivoli in un'Europa sconvolta dagli orrori della deportazione, per lo meno per i primi 3/4 della durata) e la discreta introspezione psicologica dei due protagonisti finisce col rendere il film una buonissima pellicola, un piccolo gioiello a suo modo, meritevole di essere risploverato.

Goldust  @  10/11/2015 11:45:24
   8 / 10
Un ricordo indelebile di un'amicizia fugace, distrutta sì dalla violenza della guerra ma non per questo dimenticata. Un intenso e toccante film autobiografico che per contenuti e stile richiama il miglior Truffaut reggendone tranquillamente il confronto.
E' credo il primo film di Malle che vedo: ne approfondirò la conoscenza.

Lory_noir  @  31/03/2014 23:21:23
   6½ / 10
Sinceramente non mi fa fatto impazzire. Poche scene veramente pregnanti. Ho visto film migliori sia sulla tematica del collegio, sia su quella dell'olocausto. Tra l'altro doppiaggio abbastanza orribile.

JOKER1926  @  09/12/2013 16:26:22
   6 / 10
"Arrivederci ragazzi", film di Louis Malle, è una vera e propria chiave di lettura alternativa al tema ricorrente dell'Olocausto. Se lo scenario non sarà il lager si avverte, comunque, l'atmosfera.
I temi convergono ben presto nel concetto della morte, del grigiore dell'animo. Le ambientazioni asfissianti e i personaggi, tutti spossati, vanno a contornare il tutto.
"Arrivederci ragazzi" non ha tempo di ridere o di smorzare, almeno per un momento, il suo stile glaciale. Alla lunga il film di Louis Malle diviene una condanna a morte pure per chi guarda. Ritmi bassi e introspezioni abbastanza ridotte, personaggi chiusi in silenzi e il sincronismo simpatico (spettatore/personaggio) tarda ad arrivare. Sceneggiatura troppo lineare e storia pesante si coniugano in malo modo.
Con tutto il rispetto per una storia vera e tragica, agli occhi dello spettatore, il prodotto offerto, è freddo e senza personalità. Una regia anche in dinamiche nere, come quelle di "Arrivederci ragazzi" dovrebbe, prima, allestire un palco di armonia e di calore umano. Si, il calore umano. Tutto ciò manca e quindi il dramma finale non è corrisposto con niente; se i protagonisti sono tutti asettici e monotoni di cosa piangiamo alla fine?

topsecret  @  30/03/2013 10:55:58
   7 / 10
Un film autobiografico di Malle ben confezionato, interessante, emozionante e più che coinvolgente, pur nella sua semplicità. Anche se l'argomento trattato non è affatto semplice.
Ritmo discreto, attori bravi, regia sobria e narrazione senza falsa retorica che permette allo spettatore di lasciarsi coinvolgere dalle emozioni di questa storia di amicizia tra ragazzi dal tragico epilogo.
Buon film che si merita la visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  29/11/2012 04:03:15
   8½ / 10
Nel 1944 Malle aveva 12 anni, ed in una Francia occupata dai nazisti e devastata dai bombardamenti passava la sua tarda infanzia nel collegio di Fontainebleau, a poco più di 50 chilometri da Parigi. E' infatti dall'esperienza diretta che il regista ricava questa toccante storia sull'amicizia fra due bambini, l'agiato Julien Quentin ed il suo compagno Jean Bonnet, ebreo accolto in segreto per sfuggire alla persecuzione nazista. Il tema dell'Olocausto è stato affrontato più e più volte dal cinema, ma mai in modo così delicato ed intimista. Lo stile di Malle è elegante ma semplice ed evocativo, filtrato dal ricordo eppure così duro e impattante nell'illustrare con realismo gli effetti orribili del conflitto senza ricorrere alla benchè minima rappresentazione della violenza (neanche verbale).
L'approccio del regista, a distanza di 40 anni dagli eventi, è ancora puro ed incontaminato. Sono ancora gli occhi di quel bambino a raccontare, ed il collegio è ancora come un mondo a sé, con le sue dinamiche e le sue regole, appena sfiorato dalle atrocità della guerra mondiale; ad affiorare è ancora quella dimensione incantata ed irripetibile, che sta appena iniziando ad minata dai dubbi e dalle paure della prima adolescenza e soprattutto dalle difficoltà a comprendere l'essenza della "diversità" e le sue conseguenze.
Si rifugge la retorica e gli abusati stereotipi del cinema di genere, che tende troppo spesso a generalizzare sull'odio verso gli ebrei da parte delle famiglie agiate di "razza pura" (di cui fa parte lo stesso Julien) e sulla malvagità esclusiva dei tedeschi (in tal senso toccante la scena del ristorante).
Nessun sentimentalismo, nessuna sparatoria, nessuna aggressività: eppure mille piagnucolosi addii non varrebbero metà della forza che possiede quell' ultimo "Arrivederci, ragazzi".

Tuonato  @  03/09/2012 13:53:12
   8 / 10
Un'ulteriore diapostiva sull'olocausto.
Di film di questo genere ce n'è tanti, troppi a mio avviso, ma questo non annoia per il modo con cui tratta il tema: retorica assente, nessuna denuncia, un pizzico di ingenuità, Malle lascia allo spettatore il compito di porsi delle domande ed indignarsi (mi piace pensare abbia voluto fare una semplice cronaca di quei giorni, lui era uno di quei ragazzi che frequentavano il collegio).
Che poi tutto questo sia confezionato secondo le regole della nuovelle vogue (attacco alla classe borghese, ritmi lenti, sobrietà, attenzione per i dialoghi e la fotografia) è indubbiamente un punto a suo vantaggio.

ValeGo  @  07/05/2012 12:07:56
   8 / 10
Lo farei vedere a tutti i ragazzi nelle scuole. L'ho visto tanto tempo fa ma mi è rimasto nel cuore. Bello!

kako  @  14/04/2012 18:14:20
   7 / 10
una bella storia tratta da un fatto vero, raccontata tramite una bella ricostruzione storica, dei bei personaggi e una buona regia. Il finale mi è piaciuto molto, peccato che nel resto della pellicola ci siano alcune parti un po' sottotono

guidox  @  07/04/2012 11:48:12
   7 / 10
ennesimo buon film sul tema, che però non riesce ad avere quel qualcosa in più per ritagliarsi un posto d'onore nelle varie produzioni di questo filone.
quello che colpisce in modo positivo sono le ambientazioni, riprodotte meravigliosamente, con un lavoro di regia che non passa inosservato.
quello che invece lascia un po' perplessi è la trama, che non riesce a coinvolgere e resta un po' sottotraccia, non facendo spiccare tra l'altro nessuna delle interpretazioni dei giovani attori.
quindi un film che si fa apprezzare, ma che secondo me non riesce mai a emozionare come vorrebbe.

nikko  @  04/03/2012 14:42:32
   6 / 10
Non ho mai capito l'entusiasmo che gira intorno a questo film.
La trama è banalissima e piattissima, in pratica è solo una sequenza di scene di vita quotidiana in un collegio, con un solo guizzo di emozione negli ultimi 2 minuti finali.
Tristezza? Zero. Temi "forti" come dittatura, nazismo, persecuzione? Appena accennati.
So che molti saranno in disaccordo con il mio commento, ma a mio parere questo è soltanto uno dei tanti film mediocri sull'olocausto. Non dice nulla di nuovo.
Tuttavia il film si lascia guardare piacevolmente, e la miriade di premi vinti mi ha convinto a dargli la sufficienza.

sweetyy  @  08/02/2011 04:08:48
   8 / 10
Un film che potrebbe sembrare uno dei tanti film sull'olocausto,ma nn è così...è fatto bene, non ci sono scene forzate per far commuovere, nonostante la tristezza che accompagna la pellicola per tutta la sua durata.

superprunz  @  14/12/2010 09:58:12
   6 / 10
Non sono d'accordo con la media per questo film e non capisco come abbia preso tutti questi premi, dal punto di vista tecnico il film è molto valido ma il "soggetto" non mi ha convinto, manca di qualcosa, non mi ha emozionato, è una scontata e rivista storia di amicizia, è come se alla fine mancasse il "dunque"
PROFONDAMENTE DELUSO

pinhead88  @  04/10/2010 18:33:11
   7 / 10
Louis Malle si avvicina molto al cinema di Truffaut, concedendosi qualche stereotipo, ma senza mai scadere in facili sentimentalismi. Un dramma elegante e raffinato, ma che comunque ha molto di "già visto".

kirk h.  @  27/01/2010 21:13:15
   8 / 10
be un piccolo capolavoro del cinema drammatico, davvero bello l'ho visto l' anno scorso ma me lo ricordo bene, bravi gli attori e bella la storia uhn film da vedere...

Frankys  @  17/10/2009 08:07:55
   9 / 10
Lo ho visto 2 volte e devo dire che è un gran film !! Da vedere per gli amanti del grande cinema drammatico ....

FRED.L.DAVIS  @  28/08/2009 22:10:59
   9 / 10
mi chiedo xke capolavori come questi vengono cosi facilmente dimenticati?xke la gente e troppo superficiale x impegnarsi nella visione di film dala trama un po piu profonda,xke non ha volgia di pensare o non ha volgia di provare nulla???
dopo tutte queste domande mi ritengo fortunato ad aver visto questo gioiello di malle,che conosco poco,la semplicità che avvolge la sceneggiatura e un apparenza ke viene stravolta alla fine del film.
non ho davvero parole x questa pellicola le immagini parlano da sole.
meraviglioso.

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  02/10/2008 14:33:29
   8 / 10
Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  30/09/2008 22:23:53
   9 / 10
E' lo stile dimesso a rendere tremendamente bella questa pellicola, raccontare una pagina dell' olocausto senza cadere nei consueti stereotipi, senza sensazionalismi o inutili colpi di scena ad effetto non era facile, ritagliarsi un angolino in mezzo alle decine di storie raccontate sulla persecuzione degli ebrei da parte del nazismo quando tanto era già scritto e filmato; Louis Malle mette a confronto le due diverse condizioni attraverso il sottile rapporto tra due ragazzi, Julien e Bonnet, nel periodo in cui, la loro giovane età, non gli permette di comprendere il motivo di tale ineguaglianza e il loro animo non è stato ancora inquinato dalla conoscenza delle nefandezze che causa la guerra.
Il film è dominato costantemente dall'incertezza delle condizioni, perchè Julien deve essere gentile con il suo compagno Bonnet come gli consiglia il priore? Perchè il parroco rifiuta l'ostia a Bonnet? perchè a tavola il giovane non mangia carne di maiale? cosa sono quelle sconosciute preghiere che Bonnet recita di notte alla luce delle candele? tutto contribuisce a creare un'atmosfera tanto inquietante quanto misteriosa. Neanche quando Julien scopre la verità è in grado di dare un senso a quello che viene a sapere, che significa essere ebrei? è attraverso il suo bellissimo sguardo che si coglie tutta la drammaticità del film.
Alcune scene sono di straordinario impatto visivo, come quella di Julien mentre guarda con invidia, attraverso il vetro di una finestra, Bonnet che suona con inaspettata bravura le note di un brano di Schubert, o l'accompagnamento del violino e i visi divertiti e spensierati dei ragazzi alla proiezione in collegio del film "L'emigrante", chiaro omaggio a Chaplin.
Malle scava all'interno dei due giovani protagonisti estrapolandone tutti i sentimenti adolescenziali, i desideri, le paure, le reciproche gelosie, la velata ammirazione l'uno dell'altro; quasi tutto il film è girato all'interno del collegio, spazio che protegge l'universo dei bambini dalla minaccia del mondo degli adulti, perennemente immerso nella luce grigia dell'inverno, gelida, come lo sono i cuori di chi costringe il priore a pronunciare le parole che danno il titolo al film "Arrivederci ragazzi".

Mr.619  @  21/07/2008 15:03:33
   8½ / 10
Bellissimo squarcio di vita sul regime nazista in Francia vissuto da dei poveri bambini innocenti, i cui occhi ed emozioni inneggiano alla fratellanza ed all'unione.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  04/07/2008 17:42:01
   9 / 10
Malle è un regista che consco davvero poco, ma questo è un gran capolavoro. Duro, struggente, mai retorico e sfortunatamente non troppo famoso. Da non perdere assolutamente.

everyray  @  04/07/2008 17:18:08
   9 / 10
Film che parte in maniera molto blanda e che in maniera dettagliata si sviluppa pian piano fino al devastante epilogo che non può non colpire!
Uno spaccato di quegli anni,ma senza campi di concentramento nè battaglie sanguinose....
Da vedere!

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  10/08/2007 12:50:07
   6 / 10
sono un pò in disaccordo con tutti i voti che ho visto fin ora!!
il film non mi ha emozionato e non mi è sembrato assolutamente drammatico, una sorta di 'stand by me' in un collegio durante la seconda guerra mondiale!
certo, il film è piacevole da vedere, ma sinceramente non ho trovato molti spunti positivi!! rispetto il tema della storia e quello che possa aver provato il regista in quegli anni, ma tutta la pellicola mi ha dato un senso di 'già visto' incredibile!!
sarò insensibile...

Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  04/02/2007 18:51:48
   9 / 10
Un film commovente, senza avere cipolle in tasca; un storia autobiografica, che Malle ha fatto dopo diversi anni, con il distacco necessario per un cineasta che deve raccontare, ma facendo partecipare tutta la sua sensibilità al momento giusto. Situazione mai sottolineate, che arrivano ai nostri cuori, che ci immergono in un periodo drammatico ma che ancora oggi hanno bisogno di essre viste, e magari non alle due della notte, dato che il film era anche prodotto da Rai 1. Il punto di vista dei ragazzi è messo bene in evidenza, e la recitazione è perfetta, ma Malle aveva già dimostrato nel suo esordio di Zazie nel Metrò, di saperci fare con i ragazzi
Un regista di cui sentiamo la mancanza, ha saputo sempre essere sé stesso anche andando in America. Qui abbiamo un ritratto di collegio nel 1944 emozionante, che Malle sa trattare in maniera da maestro quale era.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/01/2007 18:03:27
   7½ / 10
intanto il film è aiutato dal fatto che il regista racconta un episodio capitatogli realmente da ragazzo e questo rende facile immedesimarsi nella storia.Difficilmente si possono trattenere le lacrime quando alla fine la voce fuori campo racconta la sorte dei ragazzi!
Malle aveva in mente questo film da tantissimo tempo ma ha aspettato il momento giusto per evitare di rovinare lo stesso film!
mi sembra che abbia indovinato...ci trasporta per mano in una serie di avvenimenti(non tutti azzeccati)che servono a farci conoscere meglio i protagonisti per poi arrivare ai venti minuti finali che sicuramente meritano il leone d'oro vinto a venezia!
da vedere

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/10/2006 14:07:58
   8 / 10
Struggente, evocativo, bellissimo. Un'apologo in parte autobiografico che rievoca in maniera splendida l'eco dei ricordi, trafitti dalla drammaticità degli eventi visti con gli occhi di un bambino, probabilmente lo stesso Malle.
Ci sono, vero, dei difetti formali, dei momenti irrisolti: la voce fuori-campo è un'intuizione furba, visto che è facile scadere nel sentimentalismo, quando s affrontano temi del genere.
Pero' la grandezza di Malle - decisamente piu' ispirato in questi film piuttosto che nei tentativi spesso infelici di essere "torbido" ("Soffio al cuore", "pretty baby", "il danno") sta tutta nell'attribuire il pensiero al bambino che era in lui, e quindi di rivolgersi al doloroso processo di assimilazione di un passato lontano

viagem  @  14/09/2006 11:35:26
   7½ / 10
Me lo fecero vedere alle medie e mi piacque parecchio!
Davvero commovente.

Mavors84  @  14/09/2006 11:23:21
   8½ / 10
pochi voti ad un film così bello!
l'ho visto un mesetto fa e lo sto consigliando a tutti... è un film che da la possibilità di continuare a riflettere (e ricordare)

ds1hm  @  31/08/2006 13:00:08
   8½ / 10
è un film girato in stato di grazia, con un senso di tristezza che va ben oltre le immagini. è una produzione che si discosta dal solito Malle, per tematica ma sopratutto per cadenza e ritmi. nel cast appare forse per la prima volta la grande Jacob, giovane e già stupenda.

tavullia86  @  11/06/2006 20:00:54
   7½ / 10
l'ho visto molti anni fa...non male comunque

manu76  @  11/06/2006 19:49:12
   9 / 10
Da vedere assolutamente.
Ti lascia una grossa emozione.

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  22/03/2006 11:33:32
   8 / 10
Un film delicato sulle persecuzioni nei confronti degli ebrei durante il nazismo, che riesce a non essere retorico, pur lavorando sulla grande empatia che si stabilisce tra lo spettatore e i giovani personaggi.
La violenza razziale è vista attraverso gli occhi dei ragazzi, in una vicenda ispirata alla biografia del regista stesso.
Commovente e bellissimo.

polbot  @  05/10/2005 15:07:48
   7 / 10
volubilis  @  05/10/2005 15:06:53
   8 / 10
Mammamia che tristezza.... però è un bel film

Gruppo REDAZIONE maremare  @  20/12/2004 08:44:14
   9 / 10
Bellissimo film sulla violenza del potere dittatoriale.
Commovente, toccante.

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Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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