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Non bastano alcune lodevoli intuizioni per far di questo “Autopsy” un lavoro particolarmente riuscito.L’ormai arcinoto gruppetto di teenager questa volta finirà dritto in un ospedale in cui lo staff è dedito a pratiche truculente mirate alla realizzazione di un progetto a dir poco fantasioso.Lasciando da parte divagazioni mediche che avrebbero ben poca ragion d’essere,appare chiara sin dall’inizio la volontà di celare il meno possibile alla vista dello spettatore.Lo splatter è quindi presente in dosi abbondanti pur essendo in alcuni casi solo un pretesto per riempire gli evidenti buchi di sceneggiatura.Anche i comportamenti dei protagonisti sono spesso illogici e giustificati con espedienti molto fragili.Tutto sommato però il ritmo è buono,anche se l’impressione predominante è che la trama sia un po’ frammentaria e le varie situazioni incastrate tra loro con poca dimestichezza. Non vi è nessuna aspirazione a cambiare i clichè del genere,con tanto di scontro finale tra la survival girl di turno e il folle medico interpretato dal noto Robert Patrick.Un ‘onesta produzione che potrà soddisfare gli amanti delle immagini forti ,tra le quali doverosa citazione meritano l”albero” fatto di interiora ed organi vitali e il laboratorio in cui vengono eliminate, in maniera molto originale ,le impronte digitali delle vittime.
In fin dei conti è Non aprite quella porta ambientato in un ospedale, non è particolarmente brutto ma è abbastanza innocuo e scontato. Un filmetto come se ne sono già visti a valanghe che non verrà certo ricordato.