Il racconto biografico della vita privata e pubblica di Enrico Berlinguer, dal viaggio a Sofia del 1973 fino al discorso della Festa Nazionale dell'Unità di Genova del 1978.
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Francamente non ne ho capito il senso: sembra un bignami storico della segreteria di Berlinguer (di cui peraltro non si comprende la scelta del periodo) che mette insieme i momenti più iconici e importanti di quella che è stata indubbiamente una delle più grandi e amati figure politiche italiane del dopoguerra. E però tutto è mostrativo, simil-documentaristico senza nessuna profondità, senza nessun tipo di urgenza espressiva e rappresentativa. Sembra quasi un'opera di esaltazione agiografica di Berlinguer e anche se personalmente mi sento di essere in quella parte politica, non ne capisco la necessità cinematografica quando non ha un reale messaggio che non sia semplicemente e superficialmente espositivo.
Ogni tanto rinfrescare la memoria non fa male. Segre con questo biopic abbastanza atipico mette nel lato fiction la figura di Berlinguer e del partito mentre dal lato più documentaristico mette il contesto di un paese con una democrazia fragile, minacciata da bombe e terrorismo. Quello che Segre vuole evidenziare, servendosi dalle fonti storiche è costruire il Berlinguer pensiero, che può piacere o meno, ma farne probabilmente un manifesto per un certo tipo di politica che non c'è più, adesso. Con tutti i difetti del mondo la classe politica attuale è ben poca cosa rispetto a quella del tempo, in cui da ogni parte, oltre agli slogan da piazza c'erano anche contenuti. C'era discussione e c'era partecipazione, mentre oggi, complice l'appiattimento da social c'è solo lo slogan che diventa contenuto. Forse la grande ambizione di Segre è tornare a quel tipo di politica? Certamente la ricostruzione è molto curata però ha lo svantaggio di isolare Berlinguer dal resto, che poi sarebbe il partito stesso, i rapporti tempestosi con la sinistra extra-parlamentare poco citata e le scene familiari un po' deboli. Un rischio forse già messo in preventivo dallo stesso Segre, ma che nulla toglie ad un buon lavoro.
Un grande film. Per tutto ciò che racconta, rappresenta, spiega e divulga. Realizzato con cura e cuore, come quello di Germano. Assolutamente magistrale. L'intento di riproporci e ricordarci una delle pagine politiche più importanti del nostro paese è stato raggiunto in pieno.
Film appassionante e illuminante, che fa (ri)vivere anni nei quali la politica era un impegno sociale, etico e morale. Elio Germano in una delle sue migliori interpretazioni. Lo farei vedere (ovviamente stile "cura Ludovico") ai quattro imbarazzanti politichini che abbiamo (e abbiamo avuto negli ultimi decenni) al governo.
Vibrante e coinvolgente, e pure con alto valore documentale. Ps tutti giustamente esaltano Germano, ma io voglio sottolineare Pierobon che fa Andreotti.. Quanta versatilità.. Guardate per esempio Welcome Venice e capirete
L'ambizione di Andrea Segre di confezionare un'opera di grande rilievo si è senz'altro concretizzata. Essenziale e puntuale la ricostruzione dal 1973 al 1978 dei momenti più cruciali e significativi della vita politica di Berlinguer e dell'Italia. Magistrale l'interpretazione di Elio Germano, sempre bravo, ma che qui si supera con quella sua postura, con quei suoi atteggiamenti e soprattutto con quel suo modo di parlare caratteristici del grande statista. Non da meno, anche se brevi, le interpretazioni degli altri uomini politici. Finale emozionante e nel quale vale da sola il prezzo del biglietto