Il sedicenne Rocky Dennis è affetto da leontiasi, una mostruosa deformazione del cranio, ma è dotato di intelligenza vivace e di molta saggezza; più di sua madre, che si è rifugiata nella droga e conduce un'esistenza non certo esemplare. Ma il loro rapporto è fecondo, così come quello con la "vivace" banda dei loro amici. La sorte di Rocky, però, è segnata.
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Roy detto Rocky è affetto da una malattia deformante, tuttavia cosa c'è dietro questa maschera? Un ragazzo che affronta il suo handicap con coraggio e intelligente ironia.
Non è mai stucchevole, ipocrita, smoderato il film: Roy è orribile fisicamente, è detto fin dall'inizio senza mezze misure. Chi lo vede rimane sgomento, perfino il padre putativo la prima volta che l'ha osservato è impallidito.
La bellezza si trova nel suo modo di scherzare del suo aspetto, ad esempio sdrammatizzando si definisce un alieno del pianeta Vulcano; nella famelica smania di conoscenza umanistica e scientifica; nella ricerca dell'ultima rara figurina da collezione mancante; nella sua voglia di conoscere l'europa a cavallo di una Harley Dadison, alla scoperta delle vere origini. Naturalmente le sofferenze oggettive ci sono, non sparicono, e sono lancinanti.
Quando scivola nell'esperienza dell'amore il film si tramuta quasi in un poema, descritto alla stregua di quel colore che lega con grazie i rimanenti, come il blu freddo che sa di ghiaccio e il fluttuante che è leggero e morbido come l'ovatta.
Le sofferenze inesistenti, i pregiudizi, le paure sgorganti di insicurezza, le orride ossessioni, le stupide gioie effimere, sono la vera maschera che indossiamo noi tutti ogni giorni che ci impedisce di realizzarci veramente. Badta semplicimente abbandonarsi al bello e concetrarsi su cio' che ci piace, per vivere felici e superare in magnificenza la bellezza del dio Adone.
voto: Un film che oltre a strappare lacrime giustificate, fa pensare in maniera diversa, in fondo fa apprezzare l'imponderabile fortuna di essere "banalmente" normali.