grand budapest hotel regia di Wes Anderson USA 2014
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grand budapest hotel (2014)

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locandina del film GRAND BUDAPEST HOTEL

Titolo Originale: GRAND BUDAPEST HOTEL

RegiaWes Anderson

InterpretiRalph Fiennes, Tony Revolori, Edward Norton, Owen Wilson, Tilda Swinton, Jude Law, Bill Murray, Adrien Brody, Harvey Keitel, Jason Schwartzman, Willem Dafoe, Jeff Goldblum, Saoirse Ronan, Tom Wilkinson, Mathieu Amalric, F. Murray Abraham, Bob Balaban

Durata: h 1.43
NazionalitàUSA 2014
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 2014

•  Altri film di Wes Anderson

Trama del film Grand budapest hotel

Gustave H (Ralph Fiennes), leggendario concierge di in un famoso hotel europeo tra le due guerre mondiali, stringe amicizia con il giovane impiegato Zero Moustafa (Tony Revolori), che diventa il suo protetto di fiducia. La loro storia si intreccia con quelle di un furto, e del successivo, recupero di un dipinto rinascimentale dall'inestimabile valore, della battaglia per un enorme patrimonio familiare e dei lenti o improvvisi sconvolgimenti che hanno trasformato l'Europa nella prima metà del XX secolo.

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Voto Visitatori:   7,24 / 10 (134 voti)7,24Grafico
Migliore scenografia (Anna Pinnock, Adam Stockhausen)Miglior trucco (Mark Coulier, Frances Hannon)Migliore colonna sonora (Alexandre Desplat)Migliori costumi (Milena Canonero)
VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR:
Migliore scenografia (Anna Pinnock, Adam Stockhausen), Miglior trucco (Mark Coulier, Frances Hannon), Migliore colonna sonora (Alexandre Desplat), Migliori costumi (Milena Canonero)
Migliore film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore film straniero
Miglior film commedia o musicale
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film commedia o musicale
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Voti e commenti su Grand budapest hotel, 134 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  04/09/2014 13:25:36
   8 / 10
Vivacissimo e rutilante; un caleidoscopio di colori, personaggi e situazioni sospese tra la commedia ed il dramma costituenti a mio parere -con "I Tenenbaum"- l'apice artistico di Wes Anderson. Una pellicola in cui l'inconfondibile stile del regista si fa più maturo ed intraprendente, ancor più consapevole dei propri straordinari mezzi. La tendenza all'eccesso scenografico è servita in modo ammirevole con una mirata esasperazione delle architetture e dei contrasti cromatici. Si utilizza in modo perfetto il fatto di trovarsi in un non luogo, all'interno del quale si possono ordire scenari favolistici di fenomenale impatto.
"Gran Budapest Hotel" è infatti molto fiaba, ancor di più commedia con un pizzico di dramma, ques'ultimo alleggerito dai toni surreali.
Solo in alcune situazioni limite, in cui Adrien Brody e Willem Dafoe compaiono come vampiri appena usciti da un film muto risalente al periodo espressionista, Anderson dà fondo ad aspetti macabri sempre perfettamente inseriti nel complesso narrativo. A proposito di attori il cast è di quelli da leccarsi i baffi; a tenere banco l'incredibile Ralph Fiennes infilato in un personaggio difficilmente dimenticabile: gerontofilo, avido, narciso, eppure al tempo stesso dotato di una notevole nobiltà d'animo e di un coraggio non indifferente. I suoi siparietti col "garzoncello" Tony Revolori sono una prelibatezza, con il giovane attore a spiccare in un cast che ai soliti noti aggiunge volti nuovi come quello di Saoirse Ronan o della sempre più trasformista Tilda Swinton.
Gli elementi visivi sono i soliti, ma il regista riesce ad andare oltre l'immagine, non solo grazie ad una sceneggiatura dai meccanismi perfettamente oliati, ma perchè capace di far riflettere, intersecando uno degli orrori più grandi della storia recente (la Grande Guerra) con il faceto. Le (dis)avventure di Mister Gustav sono influenzate dall'incombere del massacro, e il suo fidato assistente non è altri che l'incarnazione dell'immigrato odierno o del perseguitato di allora. Il film è infatti dedicato a Stefan Zweig, poco conosciuto scrittore austriaco, pacifista convinto, ovviamente angariato dai nazisti.
Insomma Anderson questa volta fa centro inserendo qualche riflessione alta senza perdere di vista il suo stile surreale miscelato a forti influenze risalenti alla cinematografia del passato.
Non ho mai smaniato per l'uscita o la visione di un film di questo autore, da oggi credo che le cose cambino.

Trixter  @  30/08/2014 23:55:28
   7 / 10
Ammetto che Anderson non sia tra i miei registi preferiti, tanto da aver mal digerito uno dei suoi capolavori quale "I Tenembaum", troppo surreale e grottesco.
Invece, nonostante l'iniziale diffidenza, ho apprezzato molto le strampalate ed inusuali vicende del concierge e del proprietario di quest'hotel, ormai in inesorabile decadimento ma custode di una divertente storia tutta da raccontare e godere.
La narrazione è frizzante, i dialoghi un pò manieristici ma efficaci, la regia, benchè spesso appaia un vero e proprio esercizio di stile, è garbata ed elegante. Le interpretazioni poi.... beh, con tutti questi pezzi da 90 del cinema non potevano che essere perfette: Fiennes, Norton, Keitel e Brody assolutamente grandi! insomma, una commedia tinta di giallo ed avventura tutta da gustare, piacevole ed elegante.

Niko.g  @  30/08/2014 21:19:41
   5 / 10
Verrebbe da dire: Zero contenuti. Perché la sostanza di questo film, ammesso che ci sia, è oscurata da un'estetica invero nauseante, che passa attraverso un insostenibile formato 4:3 e colori femminili molesti.
La trama offre un umorismo spento (salvato da alcuni riusciti omaggi al cinema muto) e una serie interminabile di dialoghi ricercati e martellanti, messi in bocca a personaggi gelidi.
La pazienza concessa per sopportare il lungo flashback è tutt'altro che ricompensata. Sarebbe meglio osservare per un'ora intera un orologio a cucù nel pieno della sua attività meccanica.
Sfiancante e cromaticamente osceno.

3 risposte al commento
Ultima risposta 13/09/2016 17.37.48
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ValeGo  @  30/08/2014 17:33:37
   9 / 10
Film divertente, mai scontato, tramite un racconto in un racconto sono narrate le vicende di un grande hotel che dai fasti del passato attraversa la guerra (chiaramente la seconda) diventando una caserma, l'occupazione sovietica fino ad arrivare a un presente di decadenza. Il tutto in chiave semi-parodica spassosissima! Un Ralph Fiennes in gran forma!

vale1984  @  30/08/2014 16:16:27
   8 / 10
molto molto originale...questo film mi ha coinvolto e sorpreso. La sceneggiatura e la storia sono bellissime e la resa è eccezionale. Era tanto che non vedevo un film così interessante. Assolutamente consigliato!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  30/08/2014 10:40:56
   8½ / 10
Un altro gioiellino colorato e confezionato in modo squisito da Wes Anderson, oramai pieno padrone del suo mondo creativo.
La trama, una sorta di thriller bizzarro e fuori da qualunque schema, porta in luoghi inaspettati: compreso un finale malinconico e di grande impatto che rimane impresso.
Che dopo l'ottimo "Moonrise Kingdom" il regista abbia mantenuto una linea qualitativa di altissimo livello è una bella notizia che fa ben sperare. Ci riesce grazie alla trama in cui gioca con i generi, si permette un cattivo (anzi due) di livello, non snatura mai il suo stile ordinato regalando perle di comicità (la sparatoria insensata in hotel) o di grande sensibilità. Anche i suoi personaggi, finalmente, sembrano essersi sbloccati da quella sorta di apatia che li attanagliava e poteva risultare alla lunga troppo respingente.
Bravissimo Fiennes e il resto cast, con apparizioni consuete per chi ha visto gli altri lavori di Anderson.
Curiosa la dedica a Zweig...
Credo che dopo i Tenembaum e Moonrise Kingodom si piazzi di diritto "Grand Budapest Hotel" nella top 3 dei migliori Anderson fino ad oggi.

7219415  @  30/08/2014 00:47:23
   7½ / 10
Molto particolare ma ha il suo che

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  21/08/2014 15:13:12
   7 / 10
Buon film, divertente, basato tutto su ciò che comunemente ci si aspetta da un film: ritmo, azione, emozioni, lotta fra personaggi buoni e personaggi cattivi, lieto fine, commozione, nostalgia. Il tutto confezionato facendo esplicito riferimento ai mezzi collaudati che ha il cinema, nel suo specifico di mezzo artistico, per raggiungere questo scopo. Fin dall'inizio è quindi scoperto il gioco di rimandi ai trucci, alle illusioni, all'artificialità delle messe in scena che il cinema nella sua storia ultracentenaria ha ormai fatto entrare nel bagaglio del sentire comune. Non manca comunque una sana ironia al proposito. La verosimiglianza qui non conta e non può certamente contare. Questo vene messo subito in chiaro, fin dall'inizio.
Anche i personaggi non valicano il recinto della finzione, tenendosi appositamente nei tipi che l'immaginario collettivo letterario e cinematografico si aspetta di vedere in una storia storico-nostalgico-romantico-avventurosa. Non si vuole essere nuovi o creativi, ma appositamente richiamare tutto ciò che si è ormai depositato come retaggio culturale di base e che quindi ci dà una sensazione piacevole, come rivedere qualcuno che si conosce bene e con cui siamo bene in confidenza; un divertimento che non ci disturba o non ci pone dilemmi o quesiti gravosi.
Ovviamente si cerca di evitare accuratamente l'esposizione piana, piatta e ordinaria (che rovinerebbe la sensazione di sorpresa e il gusto per l'insolito, basilari nel cinema d'oggi). L'unica attività intellettiva che viene richiesta allo spettatore è quella di mettere in ordine le scene e la storia del suo accadere apparentemente caotico, un po' come in un gioco enigmistico o in un puzzle (le attività "intellettuali" dell'essere umano comune nell'epoca postmoderna).
In effetti la storia ha un andamento complesso, a scendere e poi a risalire. Si parte da un presente in cui una ragazza tiene un libro e omaggia un monumento-busto pieno di chiavi, poi si passa a uno scrittore che sembra presentare un programma televisivo, poi ai suoi ricordi giovanili e quindi ai ricordi giovanili di un altro personaggio, sempre più indietro nel tempo. E' un tempo e dei luoghi però tipicamente fantasiosi, di natura prettamente cinematografica, da immaginario postmoderno (per come uno se li raffigurerebbe, piuttosto per quello che sono). Realtà, favola, romanzesco si fondono quindi fra di loro, costituendo l'unica essenza della storia. Alcuni particolari scenici vengono volutamente lasciati inspiegati (per intrigare e appassionare di più lo spettatore) e si sorvola su diversi difetti di sceneggiatura (ma del resto l'atmosfera è quella di una fiaba).
Piacevole, quindi, ma niente di più.
Aggiungo una nota personale: in genere ci si lamenta che un film è lento, noioso; ecco mi sento di lamentarmi per l'eccessiva velocità delle scene e dei dialoghi in questo film. E' troppo. Così non si lascia sedimentare niente in chi guarda.
Devo dire che personalmente questo aspetto mi ha disturbato e non poco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  18/08/2014 17:33:55
   6½ / 10
..un'altra allegra baracconata di Wes Anderson ..
molto simile a Moonrise kingdom per quel che riguarda i ritmi della regia,i colori le situazione grottesche mentre il romanticismo della prima lascia spazio a un velato humor nero di questa...
Con un cast del genere impossibile trovere macchie nella recitazione anche se alcuni cameo sono veramente sprecati..

Basta che non diventi un vizio ..perchè il buon Anderson è capace di scalare vette ben più alte in termini di sceneggiatura.

Una bella fiaba moderna .. colorata,leggera e spassosa! ma nulla di più

somberlain  @  15/08/2014 20:55:33
   8½ / 10
Wes Anderson è un regista che può piacere o non piacere, per quel suo stile narrativo particolare, un po' surreale, grottesco e fiabesco a tratti geniale ma alla lunga troppo elaborato.
Gran Budapest Hotel a mio avviso è il suo lavoro migliore.

jorge2388  @  06/08/2014 22:20:38
   7½ / 10
Un film davvero interessante con uno stile unico. Non mi erano piaciute alcune delle precedenti opere di Wes Anderson, forse perché viste quando ero ancora troppo piccolo per apprezzare il suo stile. Oggi però posso dire che Gran Budapest Hotel è un film di grande impatto visivo, con un andamento surreale, gli sketch divertenti non mancano e la storia è semplice ma ricca di colpi di scena . Ottime le interpretazioni delle diverse star che hanno partecipato al progetto e che hanno composto un cast in cui hanno interpretato personaggi che compaiono relativamente poco sullo schermo ma che sono ben caratterizzati. Inoltre vorrei soffermarmi sulla coppia formata dai protagonisti; sono rimasto particolarmente impressionato dalla bravura con cui i due attori sono riusciti a creare un duo di personaggi che si completa benissimo e che riusciva a reggere da sola le tantissime situazioni surreali e sketch che accompagnavano la narrazione nel corso del film. Anche scenografia e fotografia sono di altissimo livello e riescono a far catapultare lo spettatore nelle diverse epoche storiche in cui viene narrata la storia con ambienti e soprattutto arredamenti estremamente caratteristici. Insomma sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo bellissimo film.

BlueBlaster  @  04/08/2014 14:49:13
   7 / 10
A differenza della maggioranza di coloro che hanno visto questo film io non apprezzo molto lo stile visivo e narrativo di Wes Anderson e posso dire che questo sia l'unico suo film che mi è piaciuto sinora.
Esteticamente raffinato e curato, piacevole da vedere agli occhi anche per via di curatissime ed artistiche scenografie quasi barocche coadiuvate dalla sua classica fotografia ad alto contrasto.
La storia è una commedia-giallo simpatica ed intrigata raccontata in modo eccentrico e quasi grottesco...la qualità viene amplificata dalle ottime interpretazioni di un cast stellare che si potrebbe persino definire sprecato visto che ad attori del calibro di Tilda Swinton, Bill Murray o Harvey Keitel vengono affibbiati ruoli miseri rispetto la loro bravura.
Ralph Fiennes a dir poco spettacolare e mattatore di questa rocambolesca sceneggiatura...non sempre lineare, a volte ostentata ed eccessiva ma comunque di piacevole visione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  02/08/2014 17:34:18
   7 / 10
Cast e stile sono davvero pazzeschi in quest'ultima fatica di Wes Anderson.
Film brillante e leggero nel suo svolgimento, con qualche punta di manierismo di troppo.
Forse non diventerà il mio preferito di questo regista comunque resta un buon film.

keisersoze  @  22/07/2014 09:33:33
   7½ / 10
Tutto molto bello, dalla trama alle splendide scenografie. Si ritrova nel film il tocco fiabesco e allo stesso tempo disincantato di Wes Anderson. Fila tutto liscio dall'inizio alla fine, recitazione ottima. Che altro dire.. da vedere!

osservator2000  @  20/07/2014 21:24:30
   7½ / 10
Una commedia decisamente caricaturale, grottesca, esagerata, tendente allo humor nero, e in parte surreale. Si apprezza molto la capacità di alludere a scenari e ambientazioni storiche mitteleuropee che di questi tempi sono d'attualità.

nicolipaolo  @  18/07/2014 16:10:32
   6 / 10
Sicuramente originale per trama, sviluppo, visione d'insieme, risultato. E' ben interpretato e fa sorridere, tuttavia alcune battute sono davvero patetiche e poi non si capisce il perché di tutta questa montatura stile fantasy, fiabesco, nei costumi, nelle immagini, ambienti, queste caricature dei personaggi, che sembrano forzate e fuori luogo e poi inadatte a mio avviso..ad una sceneggiatura davvero interessante.

Liak  @  26/06/2014 20:00:54
   8½ / 10
Fantastico! Un film unico!

James_Ford89  @  26/06/2014 17:49:30
   8 / 10
Esilarante e incalzante, consigliato

Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  22/06/2014 14:10:44
   6½ / 10
Storia , nella storia della storia...attori famosi e commedia investigativa che diverte e coinvolge dal 1 all'ultimo minuto.

Bluesky  @  17/06/2014 22:41:05
   7½ / 10
molto carino. mi è piaciuta la storia e la regia.. i panorami dipinti ecc.. consigliato

dagon  @  13/06/2014 20:37:37
   6 / 10
Wes Anderson mi ha rotto le scatole. All'inizio mi piaceva, ma ora lo trovo un regista narcisista e radical-chic, innamorato di sé e dei suoi vezzi. Il campionario di tutti i tocchi pseudo artistici del regista texano è presente: solite inquadrature geometriche e simmetriche che giocano sulla prospettiva, solite rotazioni della macchina da presa sul suo asse, soliti colori sgargianti, solito cast che interpreta personaggi caricati e macchiettistici, solita divisione in capitoli, solita atmosfera surreale... ebbasta! una volta era pure originale poi però keppalle.... gli do 6 giusto perchè amo Fiennes, mentre il resto del solito calderone di nomoni sta lì più per fare presenza.

paride_86  @  07/06/2014 04:04:54
   7½ / 10
Ad oggi credo che "Grand Budapest Hotel" sia il miglior film di Anderson per il riuscito mix di ironia, spirito naif e coinvolgimento narrativo.
Davvero un bel risultato.

daniele64  @  06/06/2014 16:06:23
   6½ / 10
La montagna ( leggasi il megacast ) ha partorito il topolino.... Una decina di grossi nomi del cinema internazionale che si limita a comparsate di pochi minuti ( o secondi...) , mentre i ruoi principali sono di Fiennes ( che mi è sempre alquanto indigesto ! ) e dell'esordiente Revolori , con il bravo Dafoe che mette la sua espressione più psicopatica al servizio del ruolo più riuscito... Virtuosismi registici ( Anderson è molto abile nell'usare la camera come i maestri del cinema comico dei primordi... ) un po' fini a sè stessi , nel raccontare una storia che è un inno all'amicizia ed alla tolleranza ma è piuttosto strampalata e grottesca . Ottima la fotografia , che esalta i toni pastello della scenografia e dei costumi . Però è una pellicola che non è nelle mie corde....

barone_rosso  @  18/05/2014 21:48:46
   8 / 10
Divertente a piacevole. Credevo che il megacast fosse l'unico elemento rilevante di questo film, invece devo dire che è stato fatto un ottimo lavoro. Mi è venuta voglia di rivederlo appena uscito dal cinema.

Lory_noir  @  16/05/2014 21:56:49
   7½ / 10
Commedia deliziosa, leggera e originale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/05/2014 12:29:24
   7½ / 10
Una storia, dentro ad'una storia che è dentro un'altra storia, ed eccoci nel fantastico mondo creato da un grande artista.
La leggiadria dello stile di Wes Anderson è fantastica. Molto vicino ad "Una fuga d'amore" ma con una sceneggiatura ancora piu' brillante.
Il cast è fenomenale ma sottolineo il personaggio di Willem Dafoe, quello che mi ha divertito di piu'.
Quando si dice che il cinema è arte...

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  15/05/2014 21:29:07
   8 / 10
Film leggero, leggiadro, creativo e ispirato, sequenze fiabesche che ricordano addirittura quel gioiellino modernista del regista ceco Karel Zeman "La diabolica invenzione", il cast debordante di certo aiuta e incuriosisce progressivamente la visione del film che cmq mantiene sempre un ritmo gagliardo. Una semplice storia in un contesto storico pesante ma raccontato con intelligenza senza mai scadere in facili moralismi...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  14/05/2014 19:49:57
   6½ / 10
Anderson è il classico regista di cui l'amico un po' zarro ti dice: "ne vedi uno, li hai visti tutti". Intendiamoci: stiamo parlando di un film in cui tutto è al suo posto, potenzialmente perfetto, nel quale ogni peccato diventa per forza di cose veniale.
Della confezione costruita con tanto autocompiacimento salvo solo l'immagine potente - senza essere invadente - di Gustave, così forte come contrasto al totalitarismo che avanza, inesorabile.
Un bel gioco di colori, e basta.

3 risposte al commento
Ultima risposta 31/05/2014 10.12.02
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Guybrush82  @  14/05/2014 17:14:31
   8½ / 10
Uno di quei film che ti resta impresso, che ti lascia qualcosa e che ti appassiona nella sola visione... anche fosse muto.
Non si tratta della cosiddetta "fotografia" ma di un'insieme di colori, inquadrature, sfumature e tanto altro che arricchiscono un film già di per se grandioso.
Consigliato!

Sbrillo  @  13/05/2014 02:11:29
   7½ / 10
sono uscito soddisfatto dal cinema.....
una commedia tendente al grottesco, di un regista a me sconosciuto, molto colorata, frizzante e piacevole......non annoia mai e da diversi spunti di riflessione....ottima la regia, eccezionale e stellare il cast, adatte e coinvolgenti le musiche....tutto al posto giusto in un film giusto....

PIACEVOLE SORPRESA

Edredone  @  10/05/2014 23:57:35
   7 / 10
Film molto particolare ma assolutamente consigliato. Si presta a + riflessioni ma in ogni caso intrattiene senza riserve.

GianniArshavin  @  10/05/2014 14:27:05
   7 / 10
Il nuovo lavoro di Wes Anderson è una storia divertente e surreale , in bilico fra fiaba e favola con quel tocco di malinconia sempre presente nei film del regista.
La vicenda è incentrata sull'omicidio di una anziana molto facoltosa e le conseguenti lotte fra familiari e non per accaparrarsi la cospicua eredità.
La trama, divertente e grottesca , evidenzia come tutti i personaggi presenti in scena riescano a continuare a vivere con il sorriso le loro vite malgrado l'incubo incombente del conflitto mondiale.
Davvero ispirata la regia , piena di omaggi al cinema comico classico ed eccezionale la fotografia pastello perfetta per questo tipo di racconto.
Gli stravaganti ed eccentrici personaggi presenti sono tutti divertenti e nessuno può risultare antipatico , nemmeno gli antagonisti. A spiccare è il narciso e brillante Gustave H. ed il killer interpretato da un grande Defoe.
Il cast stellare , composto da un numero considerevole di star , è gestito sapientemente da Anderson e questo porta ogni attore ad avere un ruolo importante nello sviluppo della vicenda , senza cadere quindi nella trappola dello sfoggio di volti noti fine a se stesso.
Il titolo come già detto è spassoso e divertente , si sorride di gusto , nonostante un umorismo non limato alla perfezione.
D'altro canto a "The grand Budapest hotel " è come se mancasse il guizzo vincente o la trovata geniale per elevare il prodotto ai massimi livelli. La trama alla fine è abbastanza risicata e scarna e quando è arrivato il finale sono rimasto con un po' di amaro in bocca.
Un film comunque consigliato , senza ombra di dubbio.

Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  01/05/2014 22:32:46
   7 / 10
intrattenimento nel senso più alto del termine. Una favola che racconta la resistenza della bellezza alla guerra. Bellezza che è forma e contenuto insieme, amore, golosità, colori, poesia e voglia di vivere, una voglia di vivere facendo bene il proprio lavoro o semplicemente quello che la vita ha scelto per te. Ciò che conta è la giustezza, la bellezza. Il resto è rancore, odio, distruzione. E i segni sono tutti nel restyling post bellico dell'albergo, da cui trasuda paura, appiattimento, vuoto. Sublime.

marimito  @  30/04/2014 16:41:53
   8½ / 10
Poesia pura.. delicato, incantevole.. la riprova che al cinema si può anche giocare con la fantasia ed i sogni degli adulti senza per questo cadere nella retorica dei fantasy per ragazzi.. il cinema di Anderson strabocca di ingenua e toccante genialità.. i suoi attori sempre perfetti nei loro ruoli, quasi nati da sempre per essi.. venuti fuori da una favola in cui si finisce per immergersi. Molto molto bello!!

andreapau  @  28/04/2014 11:31:25
   8 / 10
Questo film ė Grandissima Bellezza.
Nulla e' lasciato al caso e ogni inquadratura e' pura poesia.
Una massiccia iniezione di speranza, la dimostrazione che il bello, il buono e il sogno sono sempre possibili.
Basta scegliere.Con coraggio

2 risposte al commento
Ultima risposta 07/05/2014 22.41.51
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TreAsterischi  @  26/04/2014 11:49:37
   8 / 10
Una commedia brillante, umoristica e a tratti surreale con una sceneggiatura di classe, capace di gestire un'infinità di situazioni e personaggi bizzarri, senza mai perdere il filo o annoiare.
I dialoghi ricordano lo stile ironico di Neil Simon o Black Edwards: un tipo di commedia d'altri tempi, ma incredibilmente efficace. Le inquadrature omaggiano il cinema comico degli anni '30, da Chaplin A Stanlio e Ollio con la telecamera fissa e i personaggi che entrano ed escono dai lati dell'inquadratura, creando effetti comici immediati. (La fuga dal carcere è spettacolare per ritmo e stile XD)
Anche l'uso dei colori non è casuale, dal rosa pastello dell'Hotel, al grigiore della prigione.

Una commedia di alto livello, teatrale e retrò, con un cast d'eccezione.
Da non perdere!

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  25/04/2014 15:41:43
   7 / 10
Altro buon film di Anderson che ribadisce, in tono minore bisogna dire, il suo immaginario, il suo stile colorato e sottilmente melanconico.
La straordinaria capacità di dar vita a personaggi stralunati e pieni di calore è senza eguali, ma la forza inventiva è meno evidente rispetto al passato.

Ad ogni modo una boccata d'ossigeno.

bm_91  @  23/04/2014 14:11:55
   7½ / 10
A me è piaciuto, l'ho trovato una commedia decisamente diversa dalle solite schifezze che passano ultimamente, con una vena delirante che mi ha ricordato un pò i film di Woody Allen (tipo Midnight in Paris) e dalle atmosfere da "Fabbrica Di Cioccolato" di Tim Burton.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/04/2014 22:22:15
   9 / 10
Circolano da un po' in rete video-omaggi a registi che hanno fatto largo uso della prospettiva centrale. Infrangere le manualistiche consuetudini dell' obliquità e del decentramento del soggetto non mi pare cosa particolarmente trasgressiva, senonché trovo interessante l' ossessione di Anderson per l' inquadratura faccia-a-faccia. La caratterizzazione degli animi si raggiunge così attraverso/nonostante la fissità. Proprio come in una striscia di C.M.Schulz (secondo me il più importante ispiratore del regista) tutti sono visti frontalmente o di profilo, impegnati in immobilità composte e in azioni quasi mai aleatorie. Non c'è trastullamento, non c'è vuoto, non c'è ambiguità. Eppure, in questi mondi artificiali di perfetta progettazione, abitati da creature per lo più obbedienti alla linearità delle architetture, vige una profonda vaporosa pazzia. Coinvolti in reazioni a catena di tratto comico, tipico del cinema mimico senza parole, i personaggi non si ribellano ai ruoli, ma perseguendoli in un universo mutevolissimo ne subiscono impassibili ogni perversione. Gustave persevera nel profumarsi con la stessa fragranza nonostante sia imbrattato dalla testa ai piedi, Zero continua a dormire in una modesta stanzetta nonostante non sia più un lobby boy. Il Grand Budapest Hotel è l' emblema di un folle disperato sogno d' intaccabilità, di resistenza al tempo che tutto divora.
Ecco, ciò che più affascina è la costante occupazione di un centro (visivo, emozionale, tematico) che, sorpresa, tende verso i lati, e oltre. Di solito uno spostamento di macchina, come un rapido voltarsi, svela un evento, una figura, un' immagine angolare ma essenziale. Allo stesso modo, al di là dello scoppiettio visivo, dell' esplosività narrativa e dell' esubero di situazioni grottesche (Sherlock Holmes invitava a cogliere, nel grottesco, la crudeltà), al di là della bellezza dorata alla Klimt, c' è un laterale preminente struggimento alla Schiele. Io non conosco Zweigg, ma la sua biografia su wikiedia è introdotta da una citazione piuttosto significativa, sufficiente cioè ad intuire il legame con l' ultimo film di Anderson. Si parla del "dogma dell' anti-umanità", lo stesso cui si sono ribellati Gustave (libertino e libero) e i suoi amici.
Mi ha colpito la tavolozza cromatica piuttosto cupa, l' aurea mortifera che aleggia senza fare rumore, la deviazione splatter che non diverte perché non allontana. "Gran Budapest Hotel" possiede l' oscurità che spesso ricerco nel cinema, per deformazione sentimentale. Forse quindi l' ho amato più del dovuto.

5 risposte al commento
Ultima risposta 22/07/2014 00.06.26
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ilgiusto  @  21/04/2014 12:55:29
   6 / 10
Solito 6 'politico' a Anderson.
Non c'è niente da fare, questo regista non lo digerisco. Non trovo i suoi film brutti, ma neanche belli.
Riconosco che è un cinema diverso, ma basta così poco per renderlo unico e geniale come si dice? Perchè l'unico valore che gli assegno è quello del distinguersi dal cinema mainstream (E non è che ci voglia molto...)
Per il resto, trovo la sua fantasia artificiosa, matematica, e fredda quanto le sue simmetriche inquadrature, trovo il suo umorismo più scialbo del peggior humour inglese, trovo la sua drammaticità poco profonda e incisiva, trovo le tematiche, pure esse, fredde e vuote.
Anderson fa film che non mi toccano, non mi sfiorano e non mi lasciano nulla, nè in positivo nè in negativo, se non, spesso, l'irritante delusione del veder tanto ben di Dio di cast sprecato. Non rido, non piango, non mi coinvolge, non m'interessa.
Perchè, mi domando e continuo a domandarmi io? Mah?.

(P.S. Ma perchè lo guardi direte voi? In realtà l'avevo abbandonato dopo Zissou, adesso, a forza di dai e dai e di tam tam, gli ho voluto dare un'altra possibilità. Ma vedo che non è cambiato nulla. Il Vuoto è proprio il suo stile).

darkscrol  @  20/04/2014 22:33:20
   8 / 10
il film è scorrevole e rilassante ma non è un capolavoro. metto 8 solo per il cast che è eccezionale.

StefanoG  @  20/04/2014 21:08:45
   7 / 10
grande cast, storia non esaltante. mi aspettavo di più, ma è sicuramente un buon film.

jiko  @  20/04/2014 14:18:26
   8 / 10
Un'incantevole e deliziosa commedia ambientata in un'immaginaria Repubblica sovietica negli anni '30, Wes Anderson si conferma un regista talentuoso e visionario, anche stavolta realizza un'opera ricca di invenzioni visive, attingendo dal suo immaginario ricchissimo e bizzarro, con un'atmosfera sempre sospesa tra favola surreale e realtà. Cast di primissima qualità.

vittorioM90  @  20/04/2014 12:05:07
   5½ / 10
Mah... io sinceramente continuo a non capire tutto l'entusiasmo per questo regista. Non lo metto in dubbio, la messa in scena è estremamente raffinata, c'è grande cura per i colori e soprattutto per la caratterizzazione fisica dei personaggi (fantastici su tutti Dafoe e Keitel), ma nel complesso, oltre alla bella forma, ci ho trovato davvero poca sostanza. Un oggettino carino, ma molto freddo che ha poco da dire e trasmettere... un po' insulso, onestamente. Un passo indietro rispetto a Moonrise Kingdom.

Invia una mail all'autore del commento FlatOut  @  20/04/2014 01:06:24
   8 / 10
Wes Anderson è un regista unico. Non parlo solo de suo fantastico stile di regia ma anche a livello di sceneggiatura e location. Ogni volta che guardi un suo film entri in un universo parallelo che somiglia al tuo mondo ma è caratterizzato da una surrealtà che fa diventare il tutto di un armonia mostruosa.
Dopo Moonrise Kingdom ecco un altra perla, destinata ad entrare nella storia del cinema, come il regista.
Attori magistrali scelti in modo molto meticoloso e assolutamente perfetti per il ruolo. Wes non sbaglia mai un colpo.
Forse la trama a tratti risulta eccessivamente intricata, ma si perdona facilmente perchè ormai ti trovi nel suo mondo, un mondo da cui è difficile scollarsi fino al termine dei titoli di coda.

BrundleFly  @  19/04/2014 12:34:29
   8 / 10
Strano ma vero, ho finalmente visto un film di Anderson che mi è piaciuto tantissimo. Della sua filmografia mi mancano ancora i 3 prima di questo ("Moonsire Kingdom", "Fantastic Mr. Fox" e "Il treno per Darjeeling"), ma tra tutti gli altri "Grand Budapest Hotel" è senza dubbio quello che mi ha convinto di più.
Una sceneggiatura costruita come una matrioska, un racconto nel racconto nel racconto, divertente, mai noioso, fotografato divinamente e con tantissimi personaggi (interpretati da altrettanti grandi attori), di cui nessuno buttato lì caso e tutti fondamentali per la storia.
Poi fa sempre piacere vedere Ralph Fiennes in un ruolo da protagonista, per me uno dei più bravi attori in circolazione e quasi sempre destinato ad interpretare personaggi secondari.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  19/04/2014 11:47:09
   8 / 10
Un film da vedere, anche se chiuso in maniera un po'sbrigativa, anche se magari un po'autocompiaciuto. Un'universo magico e fiabesco fatto di tanti personaggi perloppiù notevoli, in una doppia (tripla?) operazione di memoria nostalgica. Sbilanciato in tante cose, eppure consigliatissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  19/04/2014 10:51:39
   7 / 10
Nella vita, e non necessariamente soltanto nelle cose concrete della vita ma anche nei sentimenti quando inizia un
processo di perdita, di sconfitta, di peggioramento, poi è quasi impossibile tornare indietro.
Immaginate quei bar dove si affollavano decine e decine di persone, quei bar che erano epicentri di vita, di grida, di bevute e sguardi maliziosi, di incontri e scontri. E il barista era a metà tra l'essere quasi impaurito dal dover gestire tutto quel casino e l'esserne esaltato. E la notte quel barista andava a letto orgoglioso e felice di quel mondo che prendeva vita dentro il suo bar. Già, il barista, perchè solo lui o meglio, nessuno più di lui si accorge poi quando inizia a non venir più anche una singola persona, poi sono 2, poi 5, poi la mancanza di grida la notano tutti, poi le facce sono sempre quelle, poi non c'è nessun nuovo incontro da fare e lo scontro, quando c'è, è uno scontro che non viene fuori da un'adrenalina o da un'euforia ma da una stanchezza, da una noia e dalla voglia di non accettare quella sconfitta. Quando nella vita, nelle cose della vita e anche nei sentimenti, inizia quel morbido ma inesorabile deterioramento è quasi impossibile tornare indietro. Ecco, forse il termine più giusto è decomposizione, perchè il processo di decomposizione non lo si ferma, anzi, forse un pò si può fermare, ma dalla decomposizione non si torna indietro, la puoi fermare un attimo ma poi andrà sempre avanti. A meno di un miracolo. Difficilmente le cose che iniziano a morire possono tornare in vita. E non è giusto perchè le cose che iniziano a vivere invece possono cominciare a morire quando vogliono. La vita la si ferma in qualsiasi momento, la composizione può essere abbandonata, fermata, rovinata, la decomposizione no.
E Anderson, perchè alla fine di un film bisogna parlare, racconta della decomposizione, morbida ma inesorabile, di un'intera epoca. E quell'epoca aveva uno dei suoi tanti microcosmi nel Grand Budapest Hotel, un albergo sul picco della montagna, mai tanto affollato per dir la verità, mai tanto vissuto, ma nel quale chi l'affollava, chi lo viveva stava vivendo non solo una villeggiatura ma anche un'epoca sull'orlo dell'abisso, un abisso che come un polder olandese che guadagna terra al mare questo guadagna il vuoto dell'abisso alla terra e si avvicina ai nostri piedi per colpa dei tempi, dell'uomo, della guerra, del nuovo.
E abbiamo sempre i nostri cari personaggi andersoniani, quelli colorati pastello e caratterizzati cartoon, quei personaggi che però sotto i vestiti gialli, blu e verdi e quei caratteri così oltre nascondono quasi sempre una malinconia e una difficoltà di vivere immensa. I film di Wes Anderson, i suoi personaggi, sono come una magnifica scatola colorata che quando la apri dentro non c'è nulla o comunque niente che fa pendant con la scatola, semmai un topo morto con un papillon rosa.
E si resta affascinati da questi personaggi, da questo hotel con gli ascensori rossi, con le pareti talmente rosse che ti viene in mente che siano pregne di sangue dentro, che quando l'ascensore si apre ecco che quel sangue può uscire, forse Kubrick usò uno di quegli ascensori per il suo lago rosso indimenticabile, forse in quel caso le pareti si ruppero, che ne so.
Ma proprio quando iniziamo a vivere una fiaba moderna poi tutto diventa un pò più bolso, farraginoso, la storia va avanti senza più guizzi, una crime story innocua come un bebè, nessuno nuovo personaggio, nessuna nuova trovata, scene che si ripetono quasi una uguale all'altra, e io che mi aspettavo la storia di quell'Hotel attraverso gli anni, attraverso le epoche, attraverso sempre nuovi ed entusiasmanti personaggi macchietta.
Mi sono pure annoiato, na cosa che con Anderson è come dire che con Trier ti sei divertito.
Poi ci sono tante cose buonissime, il personaggio di Dafoe, quei colori pastello, le strepitose sequenze sulla neve,funivia compresa, anche la storia d'amore dei due ragazzi un pochino nel cuore ti entra, un pochino però, anche perchè quando c'è la Ronan un pochino di qualcosa c'è sempre.
Ma il film all'inizio prometteva altro, prometteva di sorprendermi a ogni inquadratura, prometteva di raccontarmi una storia incredibile, mi prometteva l'emozione, il coinvolgimento.
E invece ahimè, poi si stabilizza tutto, poi la storia altro che incredibile, diventa persino più che verosimile, e il coinvolgimento non c'è, o non quello della promessa.
E anche il finale arriva rapidissimo, due inquadrature e tirate su il sipario.
Eppure avrei voluto essere immerso nella storia di un albergo così incredibile, eppure in quella struttura rosa in cima alla montagna pensavo di trovar dentro qualcosa di indimenticabile.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  17/04/2014 01:19:55
   7 / 10
Film in perfetto stile Anderson: belle ambientazioni, brioso e leggero anche quando tratta temi di un certo livello, surreale e favoleggiante quanto basta. Il risultato è un prodotto che non deluderà i suoi fans ma anche, probabilmente, chi si accosta a questo regista per la prima volta. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  16/04/2014 00:09:35
   7 / 10
Graziosissima pellicola di Wes Anderson che oramai ci ha abituato al suo cinema surreale sia nelle forme colorate e disegnate dei suoi film che nelle strambe trame grottesche.
Difficile trovare un'equilibrio in una forma così strabordante e sebbene non sempre ci sia riuscito in passato, questa volta il film cammina con le proprie gambe e l'eccentricità dello stile di Anderson è un gradevolissimo orpello.
Il cast è di quelli collaudati, anche troppo, e non manca un certo manierismo che sfocia nell'autocitazione.
Un cinema sospeso tra Jeunet ,Gillam e Burton, Gran Budapest Hotel non perde il gusto della fiaba ma resta serrato e molto vicino a rimandi reali che danno perfettamente l'idea della fantasia del racconto.
Per il resto Anderson va sul sicuro, fa quello che meglio sa fare, non cerca novità ma ripete un pò se stesso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  14/04/2014 10:51:35
   6½ / 10
Grand Budapest Hotel è un monumento alla nostalgia, quel C'era una volta tutt'ora in decadenza che resiste nella memoria e persiste, tanto da farcelo ricordare, tuttavia la carta da parati del film di Anderson [nonostante gli standard comunque elevati] cade a pezzi sbiadita: non un'inquadratura degna di particolare stupore, nessun guizzo feroce da ricordare nella sua regia con il pilota automatico.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/04/2014 17.17.35
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/04/2014 12:48:19
   7½ / 10
Gentilezza, cortesia, compostezza ma anche tenacia e orgoglio di fronte ad un contesto di profondo cambiamento nella mittleuropa fantasiosa ma storicamete reale fra le due guerre mondiali. M. Gustave vede il totalitarismo che avanza e lo affronta coerentemente con i suoi modi gentili in maniera imperturbabile.
E' bello il racconto di un vecchio Murray Abrahams di fronte allo sbigottito Law. Bello e ricco di invenzioni puramente cinematografiche che rimandano ai classici di Lubitsch, non arrivandone alla grandezza magari, ma ugualmente notevole per la cura delle scenografie, della fotografia e per la coralità del cast dove ognuno degli intepreti si ritaglia il proprio spazio in un ensemble collettivo di ottimo livello. Il gusto di un certo cinema americano dell'epoca popolato da registi di una Vecchia Europa in caduta libera. E che dire di un Defoe dallo sguardo perennemente torvo, da maschera da cinema muto. Grand Hotel Budapest racconta anche questo nelle sue complesse stratificzioni. Racconta anche l'evoluzione del cinema stesso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/04/2014 01:57:49
   8 / 10
Se un'ombra di manierismo pervade nell'ultima "fatica" di Wes Anderson, porca miseria quest'uomo ha un'unita' stlistica e una classe che Terry Gilliam ormai nemmeno si sogna. Un "tocco alla Lubitsch" per intenderci fuori tempo massimo che espone un cinema dai contorni imprevedibili alla Modernita' di un classicismo d'altri tempi, tra la pochade e la commedia sofisticata, il grottesco e la farsa. Sembra di vivere i fasti di un'operetta demenziale, ma la guerra e' ovunque e trionfa una sorta di antimilitarismo ironico e beffardo. Tra ottuagenarie miliardarie e sit-com che non vedevi dai tempi di Ophuls il tempo sembra smarrirsi in un poema sull'amicizia che e' lotta di classe, come il day after di un fasto eterno nella sua cremazione culturale e teoretica. Forse non il suo miglior film, maun'inarrivabile fonte di ispirazione e benessere per gli spettatori. La fuga dal carcere va ben oltre i referenti della Farsa, e' Cinema puro

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  11/04/2014 22:52:17
   8 / 10
Un film delizioso che sa raccontare la drammaticità dello scomparire di un'epoca con toni brillanti e divertenti. Sceneggiatura perfetta e regia di gran classe.
Un cast straordinario.
Peccato che finisca troppo presto...

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