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Giallo thriller di Sergio Martino, che più che la componente delle indagini fa leva sugli omicidi efferati (quasi proto-slasher) e sul rebus per indovinare l'assassino, anche perchè i candidati sono tanti e plausibili (a mio avviso però il killer è abbastanza intuibile). Una pellicola ottimamente messa in scena e molto godibile, con svariati colpi di scena, peccato che Martino in certi frangenti abbia voluto puntare sulle doti fisiche delle attrici, per carità niente di male, anzi, però forse così si è sottratto tempo a cose più interessanti.
Film non facilissimo da valutare, un giallo all'italiana un pochino atipico e che è carente nella mia parte preferita solitamente, le indagini del/la protagonista, infatti in questo film l'azione si svolge molto velocemente, soprattutto nella prima parte, tanti dialoghi brevi, tanti personaggi, qualche omicidio ma nessun indagine. La polizia chiede la collaborazione degli studenti ed è tutto qui.
Quello che però rende il film veramente meritevole di una visione è l'ottima atmosfera che Martino riesce a creare, una tensione sempre crescente che culminerà con il lungo periodo in villa, dove poi tutto si concluderà. Immancabili le belle ragazze vittime del killer, cosi come qualche buon omicidio, diciamo "alla Dario", che contribuiscono a rendere ancor più interessante la visione.
Sicuramente un film da ricordare in questo filone che tanto ci ha lasciato negli anni.
Film giallo molto sottovalutato che ti si attacca davvero addosso dopo la sua visione ed è un po' diverso dal solito, "Torso" non ha troppo sangue o gore e non succede niente di interessante dopo i primi 45 minuti, ma l'atmosfera da sola compensa tutto. La prima metà è un po' frenetica dappertutto, con molti dialoghi e alcuni simpatici omicidi, anche se dopo una scena brillante che si svolge nella solitaria palude nebbiosa, il film inizia a spostarsi in un luogo più tranquillo e riservato con dialoghi minimi e musica delicata. Una cosa che ho trovato davvero interessante in questo film è stata la durata delle scene. Questo si può dire per alcuni dei migliori sforzi da parte di Argento (che la pensa allo stesso modo): mentre molti registi ti colpiranno a morte con effetti cruenti e tonnellate di omicidi, questo particolare film crea molto spazio per l'umore, il dramma e l'atmosfera in cui far penetrare davvero lo spettatore. Invece di precipitarsi al prossimo omicidio o colpo di scena, le scene possono svilupparsi e diventare quasi come film in miniatura. Guarda la suddetta scena nel bosco per un esempio di ciò di cui sto parlando...Si muove lentamente ma non è mai noioso e in qualche modo riesce a stare con te dopo che lo guardi. Come al solito per questi tipi di film, non è così violento, scioccante o squallido come alcune recensioni vorrebbero far credere, ma vale sicuramente la pena guardarlo. Si arrangia principalmente solo con l'atmosfera. Questa è una fantastica fetta di giallo diretta da Sergio Martino nel 1973. È tutto qui: i luoghi sontuosi, la sorprendente colonna sonora insistente, la fotografia e la regia abili ed eleganti. Ma, soprattutto, c'è uno degli assassini più inquietanti e iconici nella storia del giallo (che sta davvero dicendo qualcosa). E non solo ha un bell'aspetto, ma dispensa anche una buona dose di calci nel sedere e sprazzi di filosofia (leggere sotto lo spoiler)! Questo film crea abilmente tensione con alcune scene che mi ricordano il successivo Halloween. Mi chiedo se Carpenter avesse visto questo film prima di realizzare il classico del 1978. Un altro esempio di questa tensione all'interno di "Torso" sarebbe la scena in cui l'unica sopravvissuta è nella villa con l'assassino che pensa che non ci sia nessun altro lì. È chiusa in camera sua, ma decide di far cadere la chiave che è ancora nella serratura all'esterno della porta su un foglio di giornale che ha fatto scivolare sotto. In questo modo può far scorrere la chiave sotto la porta e provare a liberarsi. Ma poi...dovrai guardare il film per scoprire cosa succede. Così come quella della palude, è una scena fantastica in un grande film. E mi ha riportato alla mente altri gialli interessanti in cui la tensione viaggia proprio così semplicemente attraverso una chiave e una serratura, anche dello stesso Martino ("Lo strano vizio della signora Wardh", "L'arma l'ora il movente"...). Quando si parla di giallo sembra che tutti conoscano il lavoro di Dario Argento, Lucio Fulci e Mario Bava e per una buona ragione. Ma Sergio Martino è un esempio di un altro regista giallo che non ottiene l'attenzione che merita. È un peccato perché il suo lavoro è eccezionale. E "Torso" è un grande 'input' per i fan dell'horror che vogliono indagare sul suo lavoro. Tra l'altro alcuni degli attori principali si distingueranno di li a poco in altri gialli più famosi...Suzy Kendall ("Spasmo", 1974), John Richardson ("Gatti rossi in un labirinto di vetro", 1975), Ernesto Colli ("Macchie solari", 1975), ognuno di loro ci fornisce già qui un'ottima prova. Il film avrebbe beneficiato forse di un titolo più congruo (in tutte le versioni, italiana compresa) e annovera un killer abbastanza intuibile da subito (una volta che cominci a vedere quanto è alto e la facilità con cui si carica i corpi sulle spalle...) ma nonostante ciò è consigliato. Anche per la colonna sonora degli Oliver Onions (Guido e Maurizio De Angelis, quelli della Dune Buggy di "Altrimenti ci arrabbiamo", de "L'ultimo squalo" e de "La casa con la scala nel buio" per citare le prime ost che mi vengono in mente ma basta scorrere il loro curriculum chilometrico per farsi un'idea di tutti i film belli e famosi ai quali hanno prestato le loro musiche), soprattutto qui lo score della palude dell'orrore, e il trauma scatenante un po' diverso dal solito. Le scene esterne della prima metà della pellicola (Università per stranieri di Perugia) sono state girate per la maggior parte nel centro storico della città umbra, mentre quelle della seconda parte (dall'insediamento delle quattro ragazze nella villa dello zio di Daniela a seguire) nel borgo abruzzese di Tagliacozzo (AQ). E' proprio quest'ultima la cittadina che Jane vede dall'alto dalla finestra sbarrata della sua stanza al piano di sopra della villa. La scena in cui le tre ragazze fanno il bagno nude prima dell'arrivo di Jane è stata invece girata alle Cascate di Monte Gelato (Mazzano Romano), altre riprese (sempre nella seconda metà del film) sono state effettuate ai Giardini di Corcolle, una frazione di Roma.
Sergio Martino rinuncia a colpi di scena e giochi mentali e consegna un camion carico di seni, sangue e tensione invece in quello che è uno dei gialli più forti che vedrai, anche se i suoi punti di forza non hanno nulla a che fare con quel genere. Dopo un'introduzione misteriosa e sexy in cui due ragazze (alla fine individuate come Flo' e Carol) sono impegnate in un menage a trois con un uomo sconosciuto mentre qualcuno le fotografa con una bambola sul letto, un tossicodipendente con una maschera da sci e un foulard rosso e nero strangola una delle studentesse della scuola d'arte per stranieri di Perugia, Flo', appartatasi di notte col proprio ragazzo (finito con la gola tagliata) sotto un ponte autostradale. La classe senza reggiseno delle nostre ragazze europee è sconcertante e preoccupa che questa svolta degli eventi possa interferire con le loro vite sessuali eccessivamente complicate. Non solo il nostro gruppo di ragazze si diverte con i compagni di studio di entrambi i sessi, ma sono anche interessate agli insegnanti ed allo zio ricco di una delle studentesse, Daniela (che tra l'altro è perseguitata da un altro studente affezionato a lei sin da bambino, Stefano). In effetti è Carol, l'amante dello zio, la prossima vittima ed è così arrabbiata per aver rotto con lui che va in una fatiscente baracca hippy, rifiuta le avances di due ragazzi, poi finisce per avere gli occhi sputati fuori per il suo disturbo. Questa è una delle tante sequenze di questo film che non sfigurerebbe in uno slasher degli anni '80. La nipote del ricco zio si sta stressando perché tutti i suoi amici vengono uccisi e lei stessa viene perseguitata e decide così di andare in campagna con le sue tre amiche: Katia e la sua amante Ursula, e Jane (Suzy Kendall), che a pensarci bene si adatta con lo stereotipo della "ultima ragazza" da film slasher, poiché è l'unica che non ha una vita sessuale e sembra più interessata al lavoro accademico. Si dirigono tutti quanti (Stefano compreso) verso la grande villa sulla scogliera dopo che l'assassino decide di uccidere investendolo ripetutamente con l'auto lo stupido venditore ambulante che pensava che sarebbe stata una buona idea ricattare uno psicopatico omicida. Inoltre, Luc Merenda continua ad apparire come un misterioso dottore che finisce anche lui nel villaggio. Dove questo film prende davvero il volo è quando le ragazze arrivano alla villa. Jane si sloga la caviglia cadendo dalle scale e finisce a letto piena di antidolorifici quando l'assassino arriva e uccide tutti gli altri nella villa in un colpo solo. Quando Suzy si sveglia, non sa che le sue amiche sono morte (nel frattempo il killer ha liquidato anche un guardone muto testimone casuale della sua presenza in quel posto e Stefano, lo stalker di Daniela), ma nemmeno l'assassino sa che lei è lì. Da quel momento in poi la tensione del film va alle stelle. Cerchi di non rabbrividire mentre Suzy si nasconde mentre ascolta l'assassino che fa a pezzi le sue amiche con un seghetto...o i suoi inutili tentativi di avvisare il mondo esterno che è intrappolata nella villa con un assassino. Una cosa che Martino riporta dai suoi precedenti thriller psicosessuali è lo stile. Questo è un film brutale, pieno di nudità che sembra disegnato dai vecchi maestri discussi all'inizio del film. È anche molto in anticipo sui tempi, con i cliché slasher quasi completamente a posto, specialmente per quanto riguarda l'equazione sesso=morte e il fattore della ragazza finale. Un'altra buona colonna sonora dei fratelli De Angelis completa piacevolmente bene l'opera. L'assassino poi si scoprirà essere Franz, il professore che all'inizio illustra agli studenti un affresco di Pietro Perugino e precisamente 'Il martirio di San Sebastiano' (vi ricordate "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati? è sempre lui). Costui aveva subito un trauma da bambino vedendo il fratello Gianni che cadeva da un dirupo e si schiantava contro le rocce nel tentativo di recuperare una bambola dell'amichetta capricciosa, finita proprio sull'orlo. Questo lo aveva portato ad accumulare un odio represso nei confronti delle donne e a cercare con loro dei rapporti fuori del comune, come quello dell'incipit, c'era infatti lui dietro la macchina fotografica (Flo' e Carol, sue allieve e amanti, sapevano di questa sua malattia indotta dall'incidente, e avevano preso a ricattarlo, per questo sono state uccise). Il venditore ambulante invece aveva venduto un fazzoletto uguale al suo al medico, Stefano ne aveva uno uguale ma a differenza del killer il suo aveva un disegno rosso su sfondo nero, mentre quello di Franz aveva un disegno nero su sfondo rosso (lo stesso trovato dalla polizia vicino al cadavere di Carol e, in alcuni frammenti, sotto le unghie di Flo'). Su questa similitudine tra i due foulard rosso/neri si giocano praticamente le false piste e il tentativo del killer di far ricadere la colpa su Stefano (Daniela aveva visto Franz col suo foulard al collo in auto la sera in cui lui aveva seguito Carol che se ne andava in motocicletta coi due spasimanti Pietro e Giorgio, prima di strangolarla e violentarla nella palude, in quella che è la scena più inquietante del film, per questo Daniela, nel dubbio, è stata uccisa, non prima però che lei si fosse ricordata della differenza tra i due foulard di Stefano e Franz). Dei 9 omicidi, 5 avvengono fuori campo (in campo solo Flo' e Carol, strangolate in pov, il venditore ambulante, investito, e il guardone muto, sgozzato in pov). Da notare anche come il regista giochi argutamente col legame tra il caso e la necessità (pensiero del filosofo francese Jacques Monod)....Franz aveva sempre sostenuto con le sue allieve che il caso era figlio della necessità...quindi tutti gli incontri secondo lui non erano casuali, la casualità non esisteva in quanto tale...ma alla fine, una volta scoperto da Jane sulle scale, le rileva che purtroppo il trauma subito da bambino lo aveva costretto ad una mostruosa inversione delle parti, non era più la necessità a generare il caso, ma la provvidenza a spingerlo a uccidere. Quando alla fine il dottore uccide Franz (ironia della sorte caduto giù dal dirupo come il fratello da bambino) e va via con Jane, lui scherza sul fatto che se non fosse passato per il distributore di benzina quella mattina non sarebbe mai tornato alla villa per accertarsi della presenza della ragazza anche dopo il weekend, e attribuisce ciò alla provvidenza, ma Jane, memore di quanto aveva sempre sostenuto il professore, replica che in realtà quel ripensamento era dovuto alla necessità (di rivederla) da parte di lui...Jane quindi aveva preso a cuore la tragedia di Franz, da subito probabilmente ne era rimasta affascinata (essendo una sua collega, anche se americana) e si sarebbero dovuti rivedere il giovedì successivo per andare al cinema insieme, lui stesso una volta scoperto, le aveva detto che era diversa dalle "altre" (esseri immondi, bambole di carne, come le definiva, capaci di tutto pur di umiliarlo e di ricattarlo) e che proprio per questo le voleva davvero bene.
Bel giallo di Martino curato e girato alla grande, superiore a TUTTI I COLORI DEL BUIO controverso e più "standard", gli altri sinceramente ancora non li ho visti.
Probabilmente una delle migliori pellicole di Sergio Martino,un giallo che riesce a distinguersi dalla miriade di pellicole che uscivano in Italia in quegli anni grazie ad una componente horror ed erotica (presente sopratutto nella prima parte del film) molto accentuata. Erotismo e violenza vengono miscelati perfettamente tanto che si può tranquillamente dire che questo è uno dei lavori che getterà le basi del sottogenere slasher. Abbastanza elevato (per l'epoca) il tasso di violenza,ottimo il lavoro realizzato da Martino per quanto riguarda la tensione che sopratutto nel finale raggiunge il suo apice. Certo la storia qualche difetto lo presenta,l'identità del killer non è troppo difficile da intuire e sopratutto nella prima parte del film il ritmo è piuttosto lento,però alla fine la qualità complessiva della pellicola non ne risulta intaccata di molto. Imperdibile per gli amanti del genere.
Un datatissimo giallo diretto da Sergio Martino, che sarebbe diventato famoso per un altro genere di pellicole ( "L'allenatore nel pallone"... ) e che qui si mette nella scia dei film giallo/erotico che andavano di moda ai tempi ( vedi Lucio Fulci ), mostrando in più di un punto ( il particolare che Daniela non si ricorda, ad esempio ) l'influenza argentiana. Caso più unico che raro, ho capito ( ho indovinato... ) chi sarebbe stato l'assassino la prima volta in cui è stato inquadrato; nonostante questo il film è ampiamente godibile, contiene delle discrete scene splatter ( anche se sono in numero minore rispetto a quelle di nudo... ), ha un buon ritmo per l'epoca ed è recitato mediamente bene ( fa eccezione l'inespressivo Luc Merenda... ). Il punto di forza del film ( il cui titolo, tra l'altro, è ampiamente fuorviante ), la parte in cui la tensione è resa davvero bene, è quella precedente il finale ( il quale viceversa è piuttosto grossolano, sbrigativo e scadente ).
Giallo all'italiano dallo stampo classico e molto argentiano diretto nel 73 da Sergio Martino. Considerato da molti un buon esponente del filone sopracitato , personalmente non mi ha fatto impazzire , forse per l'eccessivo spazio che il regista dedica alla componente erotica del prodotto; infatti per quanto riguarda la parte thrilling il film si difende bene, la tensione è sempre alta e nemmeno il sangue manca. Il killer,con il volto coperto da un passamontagna, è abbastanza riuscito e incute un certo timore in diverse sequenze. Purtroppo come detto le digressioni hot e gli intermezzi comici spezzano di parecchio il ritmo , e la cosa mi ha infastidito non poco.
Tecnicamente Martino gestisce benissimo le riprese ed anche la colonna sonora fa il suo sporco lavoro. Ok la recitazione, con un mix di bellissime attrici e nostalgici caratteristi.
Dunque un titolo che merita una visione , malgrado mi abbia lasciato un po di amaro in bocca.
Discreto questo giallo di Martino. Intendiamoci: la storia presenta una miriade di buchi, i comportamenti dei personaggi sfidano ogni logica, ci sono decine di momenti WTF?? o LOL
la macchina targata Chicago a Perugia...mah... l'assassino che fa la carneficina nella villa di notte ed aspetta che sia pieno giorno per disfarsi dei corpi
. Il rovescio della medaglia è che il film comunque è godibile, Martino in qualche momento orchestra davvero bene la suspense con una regia attenta, i De Angelis musicano il film in stile progressive/Goblinesco e qualche sequenza è davvero riuscita, a prescindere da se sia sensata o meno. Immote e mute testimoni degli orrori le solite, immancabili, bottiglie di J&B e Punt e Mes.
Tranquillo b movie con vari nudi e un po' di splatter. Francamente pensavo peggio, nonostante non brilli in nessun ambito particolarmente. Però si segue bene, e non scade in grosse incongruenze. Passabile...
ok la trama traballa, gli effetti splatter sono stati acquistati ad una bancarella di polacchi e le scene di nudo gratuite si sprecano ma merita un 7 per la scena del bosco e la tensione (la salvezza così vicina e cosi lontana allo stesso tempo) che regala nel finale. Superiore a molte americanate moderne.
Il personaggio interpretato da Luc Merenda s'inserisce nel film come i cavoli a Merenda. Alla fine si trova per puro caso (no intuizioni no indagini no martini no deduzioni) nel luogo del delitto neanche fosse la signora in giallo.
Questo film di Martino è un interessante ibrido tra lo slasher e il giallo all'italiana. La trama di tipo poliziesco è ridotta al minimo e si condensa specialmente nella parte iniziale, mentre é abbastanza chiara la matrice argentiana: la centralità della memoria, del ricordo o il particolare decisivo per smascherare l'assassino. Ottima la regia di Martino che riesce e regalare momenti di suspence notevoli soprattutto nella parte finale. Se non fosse per qualche divagazione fuori contesto a base di tette e culi, sarebbe stato anche migliore.
Sergio Martino dirige uno dei primi thriller/slasher nostrani. La prima parte è piuttosto violenta, ma la seconda in quanto a tensione è davvero incredibile, qualche anno dopo D'Amato ne ricalcherà la scia con il suo"rosso sangue". In sostanza:Recitazioni molto buone, omicidi abbastanza splatterosi, tensione a livelli alti e ragazze piuttosto disinibite. Sarebbe da 8, ma le motivazioni superficiali del killer mi fan abbassare di mezzo voto il giudizio.
Dal titolo è facile percepire il disegno della regia di Sergio Martino in questo Thriller che dopotutto getta le basi dello Slasher, sottogenere che prevede killer squisitamente mascherati e mattatori di giovani e giovane con grezze armi da taglio, il pubblico quindi è avvisato il sangue non mancherà…
"I corpi presentano tracce di violenza carnale" è un po' il classico film del tempo (anni settanta) incentrato su scenari abbastanza ordinari e con personaggi abbastanza consueti. La regia di Martino si trova indaffarata per tutto il tempo nel cercare di nascondere agli occhi del pubblico l'identità del killer, bisogna dirlo la regia ci riesce, ma quante forzature! "I corpi presentano tracce di violenza carnale" insomma propone una storiella di seconda fascia edificata attorno ad un improbabile gruppetto di ragazze alquanto maliziose che dirottano, nella seconda parte di film, i loro corpicini in case sperdute ignare di fare il gioco dell'assassino mascherato. Il film nel complesso è godibile grazie ad un ritmo abbastanza buono, però nel complesso c'è poco da apprezzare smodatamente; ciò che in parte affascina è la parte finale ove la regia studia particolari dinamiche mettendo quasi faccia a faccia (più di una volta) vittima e carnefice. Non convince, non affascina invece il finale, epilogo almanaccato con poco stile e con tanta improvvisazione; inoltre ridicole le ragioni e i complessi omicidi del Killer, tutto molto approssimativo e forzato.
E' un film degno di visione, non è un titolo che la fa da padrone nel suo genere però partendo dai caratteri del thriller all'italiana ha lanciato inconsapevolmente novità.
Film che ha una certa importanza storica, in quanto precursore del genere slasher, tecnicamente ben fatto e con un buon cast, che ha invece nell'epilogo il suo punto debole: è proprio il finale ed il movente dell'assassino a non convincere! Peccato perchè con un finale diverso sarebbe divenuto un sicuro cult! Rimane comunque uno degli "storici" thriller all'italiana.
Titolo veramente pessimo e fuori luogo per un italian thriller tutto sommato guardabile, non diverso da centinaia di simil produzioni d'epoca, ma abbastanza coinvolgente e dal ritmo serrato, tralasciando ovviamente quei noiosi svolazzi formali caratterizzati dai soliti siparietti erotici. Questo film di Martino si distingue dalle svariate produzioni d'epoca per un solo elemento: la tensione, cosa molto rara nei gialli-thriller nostrani dove la noia fa sempre da padrona. è tutto già visto, ma in gran parte del film il regista riesce a gestire ottimi momenti di tensione senza mai particolari intrecci narrativi. Movente dell'assassino come al solito assurdo e ingenuo, ma rimane comunque una tappa obbligatoria per tutti gli amanti del genere.
Questo film di Sergio Martino, più conosciuto per cult comici come L'Allentatore Nel Pallone, è un thriller/horror che anticipa molto slasher di più grande fama ma di meno effetto stilistico. Un film ormai dimenticato dai più in Italia ma considerato un vero e proprio gioiellino di genere in America. Martino, grazie ad una tecnica niente affatto male, gira scene ansiolitiche e disturbanti, nonostante gli effetti splatter artigianali, non lesina sull'azione e la suspance ne sulla nudità delle sue attrici, una più bella dell'altra. Come in gran parte dei film del genere, è il sesso l'elemento catalizzante del film. Peccato solo che si intuisca facilmente l'identità dell'assassino nella seconda parte (quella ambientata nella villa) e che il pretesto dello stesso non sia nulla di che.
Certamente un precursore degli slasher, ma purtroppo è un film pieno di difetti: la vicenda risulta troppo forzata e manca di "mordente", oltre ad un finale pessimo soprattutto dal punto di vista stilistico. Più che altro è il movente dell'assassino che non sta in piedi! La tensione si avverte a tratti, ma la mancanza di colonna sonora in questi frangenti regala quel senso realistico che non guasta mai nei thriller all'italiana. Bravissima la Kendall e un plauso alle location (oltre alle protagoniste!).
Gli elementi pioneristici di questo film lo rendono interessante, un punto di partenza per il cinema contemporaneo slasher splatter... Tuttavia la trama e il finale non lo rendono un film capolavoro come vedo da altri commenti, in alcune fasi del film la noia la fa da padrone ... Capisco che i film cult vadano elogiati, ma almeno con "cani arrabbiati" oppure "quel maledetto treno blindato" grandi esempi di cinema italiano fonte di ispirazione per registi di fama planetaria con tarantino, c'è un qualcosa di magico e avvincente. IN questo film no. Mezzo punto in più per le location!
buon esempio di giallo all italiana, teso e violento, uno dei punti di riferimento dello slasher americano. sebbene abbia una prima parte un pò scontata, la seconda risulta piena di tensione e anche molto ben realizzata
Bello! Che sorpresa questo film! Mi è davvero piaciuto, dalla regia (con zoomate alla M. Bava), alla fotografia (Bei colori, ecc.), e le ambientazioni. Anche gli attori non sono male. Forse il movente (insomma, il motivo per il quale succede tutto) forse non è proprio il massimo, ma c troviamo davanti ad un thriller/giallo che è un prototipo di slasher. Consigliato
Perfetto esempio di thriller, davvero, qui Martino si esprime al meglio delle sue possibilità e realizza uno dei suoi migliori lavori, se non il migliore in assoluto.
La regia è perfetta, la fotografia molto buona, le interpretazioni altrettanto buone, gli omicidi non proprio per educande e la tensione c'è ed in buone quantità.
Difetti? Forse un pò troppa macchinosità e difficoltà nel seguire la vicenda (nonostante la sceneggiatura se la cavi, ben intesi), difetto comunque condiviso da molti film usciti in quel periodo ed appartenenti più o meno allo stesso filone (tipo Delirio caldo di Polselli, uscito un anno dopo, che però è ben al di sotto qualitivamente di questo film di Martino). Mal comune mezzo gaudio insomma.
Straconsigliato, questo è il Martino da ricordare.
Thriller/horror diretto con bravura da Sergio Martino,dotato di una trama ben costruita ed ennesimo prodotto di un cinema di genere che andava molto di moda negli anni’70 in Italia. Il regista è bravo a miscelare vari argomenti tabu’ come violenza,sesso e droga per realizzare uno slasher movie che ha come protagonista un gruppetto di disinibite ed affascinanti fanciulle ,cadute nelle morbose e folli mire di un serial killer mascherato con un passamontagna. La prima parte della pellicola è davvero encomiabile,la storia si dipana in maniera fluida e alcuni omicidi sono ben girati e d’impatto,su tuttti la scena dell'acquitrino appare di gran lunga la migliore. In seguito il film perde un po’ di mordente,in pratica da quando le ragazze si trasferiscono nella casa di campagna di una di queste.La tensione rimane,ma la violenza quasi sempre fuori campo e sottolineata piu’ da soluzioni sonore che visive delude un poco,inoltre la relativa facilita’ con la quale si deduce ben prima del finale l’identita’ dell’assassino finiscono con l’inficiare un pochino il tutto,anche se va aggiunto che l’idea della ragazza impossibilitata alla fuga e costretta ad assistere alle nefandezze del mostro è molto interessante. Il cast si muove bene e la piu’ convincente tra tutti è Suzy Kendall, gia’ nota al grande pubblico per aver lavorato con Argento ne”L’uccello dalle piume di cristallo”. La pellicola è considerata un vero e proprio cult negli U.s.a. dov’è nota con il titolo di “Torso”, mentre da noi è spesso ingiustamente dimenticata e pur non essendo un caposaldo del genere una visione la merita eccome.
Quanto mi piace questo film! Adoro ogni singola inquadratura, ogni fotogramma, adoro i film di Martino, sopratutto questo. Ci sono molti film migliore del genere ma questo mi fa proprio impazzire
E’ il 1973 quando Sergio Martino se ne esce fuori con questo giallo che a conti fatti rappresenterà un clamoroso anticipo sugli slasher movie che qualche anno dopo affolleranno le sale cinematografiche (e basta vedere in che situazione finiscono le ragazze e dare un’occhiata a chi si salva alla fine)… Sempre storicamente meno importante del lavoro di Bava (Reazione a catena) ma a conti fatti più di quello di Clark (Un Natale Rosso sangue) il lavoro di Martino è sconosciuto ai più così come le due pellicole citate e questa è una bella ingiustizia… Martino è registicamente attento, mostra di saper usare la mdp tra soggettive e uso del grandangolo, prende uno stuolo di belle fanciulle e le mostra praticamente sempre nude, alterna sesso a qualche scena di sangue (anche se gli effetti splatter sono abbastanza dozzinali) e a qualche trivialità che riesce tutto sommato a strappare un sorriso, inserisce un paio di ottime intuizioni e un paio di trovate indubbiamente da ricordare… Quello che non convince più di tanto è la soluzione finale, il film è ben scritto e l’intreccio sembra funzionare ma in realtà ci vuole poco per capire (per esclusione) chi sia l’assassino e il movente onestamente non è che sia nulla di troppo originale… A conti fatti uno dei migliori film di un Martino che dopo aver cominciato nel thriller più puro passerà al cinema trash (e avrà anche all’attivo tra l’altro il cultissimo L’Allenatore Nel Pallone)…