l'arco regia di Kim ki-duk Corea del Sud 2005
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l'arco (2005)

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locandina del film L'ARCO

Titolo Originale: HWAL

RegiaKim ki-duk

InterpretiHan Yeo-Reum, Jeon Sung-Hwan, Seo Ji-Seok, Jeon Gook-Hwan

Durata: h 1.30
NazionalitàCorea del Sud 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

•  Altri film di Kim ki-duk

Trama del film L'arco

Un uomo porta a vivere con sé una bambina di sei anni, sola al mondo. I due trascorrono la loro esistenza a bordo di un peschereccio in mare aperto. Gli unici ospiti sono gli appassionati di pesca a cui l'uomo, di tanto in tanto, affitta l'imbarcazione per qualche giorno. Nel tempo, l'uomo, innamorato della bambina, decide che la sposerà il giorno del suo diciassettesimo compleanno....

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Voto Visitatori:   7,53 / 10 (49 voti)7,53Grafico
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Voti e commenti su L'arco, 49 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Boromir  @  24/09/2023 22:38:35
   7½ / 10
Kim Ki-duk è stato un attento indagatore di grandi temi quali peccato, espiazione, amore e gelosia, raccontati con visceralità rara attraverso un cinema d'alto livello sensoriale, diviso tra realismo e allegoria, in un caleidoscopio d'immagini pittoriche e musica dissonante che spingono a esplorare cosa si cela dietro le pulsioni umane e la violenza. Anche in L'arco l'autore non si smentisce, crea un microcosmo in mare aperto popolato da personaggi ambigui e a cui non servono le parole per esprimere i propri tumulti. Qui il veicolo del dialogo è incarnato dall'arco del titolo, simbolo di eros & thanatos (dicotomia centralissima nel criptico e bel finale) così come strumento finalizzato all'atto creativo per allietare la solitudine, o alla previsione del futuro. La messinscena variopinta e composita di Kim ne testimonia la profonda inclinazione all'arte, al lirismo, all'estetizzazione dei sentimenti in una storia in realtà crudelissima di violenta e disfunzionale segregazione.

Javier81  @  14/03/2020 23:35:50
   9 / 10
Altro film di alto livello di Kim ki-duk. Lo conobbi con Ferro3, poi vidi la Samaritana e Burning. Una mente cinematografica e non superiore.
Anche stavolta poesia fotografica, simbolismi, originalità, perfezionismo stilistico. Le sue storie sono specchi sulla cultura coreana dove qualsiasi uomo ci si può ritrovare e confrontare. Anzi, sull'umanità in fin dei conti.
Rimanere incollati per un'ora e mezza ad un film praticamente muto vorrà pur di qualcosa. Bravissimi la ragazza e il vecchio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  08/03/2018 20:26:54
   7½ / 10
Solito (riuscito) film di Kim Ki-duk fatto di lirismo, silenzio e simbolismi. La mano di KKD in questa pellicola dove le situazioni reali e surreali sono metafora perfetta di quelle che sono le tematiche (qui la solitudine su tutte) e la poetica del cineasta.
Il declino recente del regista coreano è ormai cosa risaputa ma in passato difficilmente sbagliava un colpo e "L'Arco" ne è una delle tante prove.

ferzbox  @  05/12/2016 19:21:11
   6½ / 10
Di solito sono sempre molto fiducioso quando decido di affrontare una pellicola orientale, sopratutto se penso in particolar modo a quello coreano, una nazione che cinematograficamente parlando mi ha regalato parecchi gioiellini.
Ciò nonostante questo film a me ha un pò annoiato.....per carità, il messaggio è molto profondo, alcune scene(sopratutto quella finale) riescono ad essere evocative e poetiche, ma la storia di per se non mi ha colpito; pensavo che prima o poi sarebbe saltato fuori qualcosa che mi avrebbe fatto apprezzare il tutto(come di solito mi accade quando affronto questo tipo di cinema), invece sono rimasto un pò a bocca asciutta; non sono riuscito a trovarci quel qualcosa che mi stimolasse o me lo facesse valutare un lavoro emotivamente coinvolgente o stilisticamente affascinante; si tratta semplicemente di una storia che rimane uguale dall'inizio alla fine, ma senza alcuna evoluzione degna di nota, un pò ridondante, a volte anche stancante per quanto ripetitivo.....
Comunque registicamente non è accio......ma a me non basta certo questo.....
Così così, dal fronte orientale c'è di molto meglio.....

Danae77  @  09/10/2015 19:46:08
   9 / 10
Uno strumento dal suono delicato, stridente e struggente, simbolo dai molti significati. Un uomo sul viale del tramonto, una fanciulla che sboccia alla vita ed il quotidiano fatto di routine, sporcizia, egoismo, rifiuti, ma soprattutto di profondo amore. Amore preteso, amore freinteso e capito troppo tardi, amore restituito ed infine libero. L'ultima freccia nella verginità addormentata, desio svanito di un cuore pulsante, ma dono di sangue per lo spirito passato oltre. Un viaggio verso il futuro, sulla scia del passato che, pian piano, affonda.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/03/2014 15:52:57
   8 / 10
Tutto il cinema del silenzio di Kim ki-duk in questa pellicola. Un film delicato, raffinato, simbolico e visivamente ottimo. Grande cinema.

GianniArshavin  @  01/02/2014 20:55:24
   7 / 10
Secondo film che vedo di Kim - Ki-Duk che combacia con una seconda soddisfazione. L'Arco è un prodotto molto particolare,in pieno stile Duk,con molti elementi caratteristici del cinema del regista sud coreano.
Diretto ma anche scritto dallo stesso cineasta,la storia vede due persone,un anziano pescatore ed una giovane trovatella,vivere insieme su una barca in mezzo al mare totalmente isolati ,tranne per le saltuarie visite a pagamento di alcuni pescatori della città. I due vivono quindi a stretto contatto,in attesa del 17° compleanno della ragazza,visto che quel giorno i due diventeranno marito e moglie.
Tutta la pellicola è impostata su una doppia chiave di lettura,cosa che riguarda qualsiasi elemento che vediamo in scena,dai personaggi agli oggetti:avremo l'anziano protagonista ambiguo nel suo affetto paterno-pedofilo,l'arco come simbolo di amore-musica ma anche di violenza-attacco e la ragazzina emblema di purezza e malizia.
La dimensione simbolica e ambigua eleva l'opera e porterà lo spettatore a trarre le proprie conclusioni su questa storia particolarissima.
La trama è ovviamente supportata dalla regia di Duk,poetica e leggiadra come sempre,che ci trasporta all'interno della vicenda nonostante la location unica e i pochi personaggi e i pochi dialoghi utilizzati. Proprio i dialoghi sono un altro dei tratti caratteristici del regista che qui ritroviamo,visto che i due personaggi principali fra loro comunicano solo con sguardi e gesti. Inutile aggiungere l'ennesima valenza metaforica di questa scelta e anchein questo caso i significati sono come sempre lasciati all'interpretazione di chi osserva.
Come detto la regia è superba,cosi come è maestosa la colonna sonora. Le interpretazioni sono buone,fra cui spicca quella della bellissima protagonista.
Purtroppo dopo i tanti elogi devo arrivare al tasto dolente del film: il finale! Ebbene si questa volta Kim-Duk mi cade in una conclusione,sicuramente coraggiosa,ma che secondo me rovina in parte quanto fatto di buono in precedenza.
La virata eccessiva verso il simbolico-surreale che il regista sfodera a fine film fa perdere la dimensione poetica, si simbolica ma comunque reale degli avvenimenti precedenti scandendo un po nell'esagerazione.
In conclusione L'Arco rimane un grande film,dove silenzi,poesia,musica,sguardi e ambiguità vi guideranno in una storia particolare,toccante e sporca allo stesso tempo. A voi spetterà solamente farvi condurre e cullare dalla grande maestria di questo talentuoso autore.

Sayurisama  @  10/06/2013 17:07:24
   6½ / 10
Da attori semisconosciuti Kim Ki-Duk, grazie alla sua enorme capacità di ascoltarli, ha creato degli esseri quasi magici. Come in tutte le sue storie l'aspetto malsano non tarda a farsi vedere, spunta irrefrenabile con la figura del vecchio. Il finale mi ha un po' spiazzata, ha reso un po' grottesco e poco credibile la vicenda, già di suo molto particolare, motivo per cui mi dico delusa da quest'opera.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  22/01/2013 11:20:15
   7½ / 10
Sempre grande Kim Ki-duk, solo lui sa piazzare una manciata di attori, peraltro muti, e creare una straordinaria opera sui sentimenti.
E che sentimenti, ogni immagine è straordinaria, la musica è splendida...
Han Yeo-Reum BELLISSIMA.
Aperto a varie interpretazioni... sì sì, un bel 7 e mezzo solo perché sono le stesse caratteristiche degli altri suoi film (Ferro3 insuperabile).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Pastakira  @  13/01/2013 16:03:03
   10 / 10
Entrato sicuramente nella mia top 10 di film preferivi , semplicemente leggiadro , poetico, puro .

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/12/2012 22:13:38
   8 / 10
Poesia in immagini. Kim Ki Duk non sbaglia neanche stavolta regalando momenti di pura bellezza, tra simbolismo sessuale e mai volgare. Perfino la trama che può apparire eccessiva si perde in un'oasi di liricità che nessun altro autore odierno sa rendere con tanta potenza e purezza.
Bellissimo.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  28/10/2012 23:17:51
   7 / 10
Inizia come una storia con aspetti malsani (un vecchio che si alleva una bambina per sposarsela un giorno) e lentamente (molto, come il ritmo del film) diventa sempre più irreale fino al finale mistico / metaforico. E'bellissimo il modo in cui i protagonisti, senza dire una parola, comunichino perfettamente col corpo e con gli sguardi. Meno riuscito credo il passaggio al piano simbolico che nella parte finale rende tutto assurdo. La colonna sonora è, tecnicamente, una maletta.

speXia  @  26/03/2012 21:56:27
   8½ / 10
Film splendido che trasuda sentimenti da ogni fotogramma, quei sentimenti che solo il bravissimo Kim Ki-duk riesce a trasmettere.
L'Arco è un racconto dal classico silenzio kimkidukkiano, in cui, come in altre opere del regista, c'è un netto contrasto tra la realtà e il mondo sognante in cui vivono i protagonisti, che per comunicare non hanno bisogno di parole, ma riescono a trasmettersi emozioni con semplici gesti (uno sguardo, un abbraccio, un movimento). E il finale, come sempre, è geniale e pregno di poesia.

Bravissimi gli attori e (mi sembra anche inutile dirlo) regia meravigliosa. Questa, con la sua bellissima fotografia, ci mostra un paesaggio tanto semplice quanto incantevole: il mare, che tanto ricorda lo splendido ambiente lacustre del capolavoro L'Isola.

Da vedere assolutamente, ancora un applauso al buon Ki-duk, nonostante io abbia preferito altre sue opere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  16/03/2012 14:45:42
   7½ / 10
Su di un'imbarcazione ormeggiata in mezzo al mare vivono un anziano e una bella adolescente.Lei è probabilmente una trovatella che l'uomo ha preso con sé molti anni prima, senza poi più permetterle di scendere a terra.Si mantengono affittando il natante ad appassionati di pesca tra i quali spicca un giovane dai modi premurosi che si invaghirà,corrisposto,della giovane, scatenando la gelosia dell' attempato compagno.
Una storia d'amore dal tema potenzialmente scabroso con l'ombra della pedofilia a incombere minacciosa sugli eventi,Kim Ki-Duk però sa come muoversi,evita ogni morbosità e ammanta di intenso spessore poetico il suo lavoro senza mai offrire il fianco a letture ineleganti.Dialoghi ridotti all'osso,più battute che altro,tanto che la coppia protagonista non proferisce mai parola,sono le musiche e i volti a illuminare riguardo stati d'animo e intenzioni.
Il regista ambienta la sua storia sempre e solo sul barcone deputandolo a luogo quasi fittizio,ideale per affrontare un amore in fin dei conti impossibile se legato alla morale collettiva.Ed è un elemento esterno ,proveniente da quel mondo di cui la coppia ha giusto bisogno per sopravvivere, a sgretolare le certezze di un rapporto che fuori da quel luogo sarebbe condannato senza mezzi termini.
Nel finale i toni surreali vengono ancora più intensificati e forse non ce ne sarebbe bisogno,è già convincente, oltre che toccante,il gesto che nel rispetto della persona amata cancella ogni possibile afflizione,sia personale che altrui.
Kim Ki-Duk lascia con successo che nel silenzio siano i sentimenti a risaltare con forza,la sua regia è spesso caratterizzata da immagini suggestive,dei veri e propri quadri in movimento,elegante anche nella contrapposizione tra il trasandato e malconcio barcone(l'uomo) e gli addobbi che lo rendono più allegro e vitale (la ragazza).Già vista ne "La Samaritana" Han Yeo-Reum è un'ode alla dolcezza e alla bellezza femminile.

TheLegend  @  20/11/2011 04:33:47
   6 / 10
Film che è stato capace di suscitarmi emozioni nonostante non lo ritenga molto ben costruito.Questa è una grande forza del cinema di Kim ki-duk.

ifry  @  25/08/2011 22:11:04
   9 / 10
perchè 9?
per la capacità di saper raccontare i sentimenti, gli affetti e l'intimo di una persona negli sguardi e nei silenzi, senza dire mai una parola.
il film ha pochissime battute, ma non dei protagonisti.
il regista ha una capacità di sintesi nel silenzio e delle gesta dei due personaggi che l'ho trovato unico. bellissima la ragazzina che ha un fascino come pochi e la tenerezza del "vecchio" che l'ho trovata assolutamente genuina.
mi hanno colpito molto le scene della toilette: tocchi delicati e carezze di sentimento in uno scambio di reciproco affetto.
questo regista è una garanzia. da non perdere.

vehuel  @  07/12/2010 11:42:21
   9 / 10
Altro film molto bello del regista coreano.
Il silenzio, l' incomunicabilità, la natura, e l'amore sono tutti temi cari a Kim Ki Duk e che in questo film riesce a mescolare tra loro con tanta poesia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  13/10/2010 00:34:07
   9 / 10
Il mondo reale è malsano, nel cinema di Kim Ki Duk. Là fuori, sulla terra, nella società, l'uomo fa male a se stesso. L'individuo, terreno fertile per passioni che generano sentimenti di morte (per riecheggiare il maestro di "Primavera…"), a contatto con altri individui precipita in un inferno morale da cui non si scappa.
Appartati rispetto al mondo reale, vivono, come i personaggi di "Primavera…", distanti da terra, sospesi sull'acqua, il vecchio e la fanciulla de "L'arco".


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Kim Ki Duk ha raccontato una favola: in questo senso il film è vicino a "Ferro 3". Ma c'è una differenza. "Ferro 3" nell'utopia ci credeva. C'era un percorso verso l'alleggerimento, fino allo stato fantasmatico, alla levità raggiunta. "L'Arco" (appena un po' forzato nella costruzione), compone in modo originale frammenti della poetica di Kim Ki Duk, per ottenere un risultato sublime, ma compiaciuto. E' già "maniera"? E' un limite? Non più di tanto. Ché L'Arco si confronta con uno dei sommi archetipi narrativi: il conflitto e l'inevitabile sorpasso tra generazioni. Lo fa con una purezza e un'originalità morale che odorano di genuino; con un lirismo visivo estenuato ma di cui non si riesce a negare il fascino.

LEMING  @  23/04/2010 08:06:29
   7 / 10
E' il secondo film di questo regista che vedo, l'altro era Ferro 3, che mi era piaciuto molto, anche qui la caratteristica principale è l'assoluto mutismo dei personaggi principali, parlano solo i personaggi di contorno come anche nell'altro film, davvero una prerogativa molto originale e strana, la storia quindi è fatta solo di sensazioni sguardi, a volte dolci a volte cattivi a volte duri, si svolge quasi tutto su una barca.....che dire se si riesce a farsi coinvolgere dall'atmosfera di magia che si respira, allora può essere un gran film, altrimenti è di una noia mortale!...notevole, come in quasi tutti i film orientali, la profusione di colori sgargianti.

maurimiao68  @  04/03/2010 13:16:15
   9 / 10
Davvero bello come le musiche..kim riesce sempre a sorprendermi!

kierkegaard1000  @  29/12/2009 01:05:56
   8½ / 10
Bel film, come al solito il regista non delude...silenzioso, poetico ed estremo in alcune scene.

Tom24  @  05/03/2009 17:22:31
   8 / 10
Un KKD non al massimo della forma, ma il film è comunque magnifico, indimenticabile.

VikCrow  @  03/03/2009 23:20:04
   10 / 10
Meraviglioso ed incantevole. Mi chiedo ancora come non sia stato apprezzato a dovere...

Ciaby  @  23/12/2008 17:57:43
   10 / 10
il kim sottovalutato...una gioia per gli occhi

Invia una mail all'autore del commento Wolf Greenwood2  @  20/01/2008 19:09:44
   9½ / 10
E' difficile restituire a parole la poesia che traspare dai film di Kim Ki Duk. L'arco, per la singolarità dell'argomento trattato non fa altro che confermare la genialità del suo regista, che avendo a disposizione la sola ambientazione di una barca in mezzo al mare e un pugno di attori riesce a confezionare una storia tenera e commovente, mai volgare. Il tutto è contornato da musiche favolose.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  14/01/2008 00:58:04
   8 / 10
Ogni pellicola che Kim Ki-Duk che vedo, mi chiedo come faccia a creare dei film di così forte impatto visivo con pochissimi attori e dialoghi al lumicino.....anche L'arco conferma tutto il talento di questo non addetto ai lavori e, se forse meno riuscito dei precedenti, fornisce degli spunti strepitosi e delle scene da puro capolavoro........gli ultimi dicei minuti sono eccezionali........la colonna sonora è spettacolare........Forza e bel suono come in un arco teso..........

Mizoguchi  @  17/10/2007 10:07:32
   5½ / 10
Ecco che kim ki duk entra in crisi...
Forse l'abitudine di fare (anche più di) un film all'anno andrebbe ridimensionata.
Il film è tedioso e ripetitivo, con un banalissimo rimando alla tradizione buddista.
Kim Ki Duk veramente fa un passo falso (peccato invece che molti critici, che l'hanno scoperto solo con ferro 3, continuino ad apprezzarlo indistintamente, addirittura paragonando questo film ai precedenti, dimostrando grande incompetenza).
Il film si salva per la recitazione, qui ancora forte e prevalentemente muta, una buona colonna sonora e fotografia che alterna i toni metalicci dell'oceano e dell'imbarcazione con il colore del folklore, una piacevole citazione dell'isola e una freccia fallica che, anche se trash, è molto irreverente ed inaspettata...

Jumpy  @  17/09/2007 21:51:47
   7 / 10
Nel complesso mi è sembrato un po' meno riuscito e coinvolgente di Ferro 3, ma il finale è straordinario

Beefheart  @  29/12/2006 21:54:39
   5 / 10
Per i primi 3/4 l'ho trovato abbastanza noioso e ripetitivo. Niente a che vedere con altri film ben più riusciti del regista.
Il finale, inatteso e sorprendente, contribuisce, al più, a mettere un po di "crane al fuoco" ma non impreziosisce il prodotto finale.
L'unica location è quanto mai povera e circoscritta, la fotografia essenziale e l'interpretazione meno azzeccata del solito (soprattutto pre quanto riguarda la protagonista piuttosto inespressiva).
Grande risalto alle musiche, che però, a mio avviso, non bastano a salvare un film modesto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  28/11/2006 21:53:36
   8 / 10
...il silenzio, il mare, l'amore, l'odio, la solitudine... Tutti temi cari a Kim ki-duk che li ripropone in questo film... Il film riprende gran parte della produzione passata del regista... Secondo me il film è bello, nn sicuramente sugli altissimi livelli di Ferro3 ma cmq un ottimo lavoro carico di simbolismo, significati e delicato come pochi... Mi è piaciuto...

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  12/11/2006 22:13:54
   6 / 10
Kim Ki-duk ormai ripete se stesso, riprende frattaglie del suo cinema glorioso e le reimpasta, probabilmente ad uso e consumo di un pubblico occidentale (e di festival radical-chic) in vena di misticismi d'oriente trendy. C'è il silenzio di Ferro 3, gli ami e la barca-isola dell'Isola, il bagno purificatore della Samaritana ecc.
La barca si allontana all'orizzonte, ma non muove verso nulla di nuovo.

giumig  @  06/11/2006 20:05:59
   8 / 10
Bellissimo, poetico, il triunfo del silenzio.

viagem  @  12/07/2006 09:41:17
   7 / 10
A distanza di un anno dalla scoperta di questo regista, torno volentieri a rivedere una sua opera al cinema e a commentarla.
L'arco conserva la delicatezza, la forza delle immagini, del colore, degli sguardi, dei silenzi dei film che lo hanno preceduto.
Purtroppo, vuoi per la staticità della situazione (il film si svolge sempre all'interno di una barca in mezzo al mare), vuoi per una trama che non prende eccessivamente (dove sono le problematiche etiche di Ferro 3 e La Samaritana? Quel non sapere da che parte stare, per quale personaggio tenere?), il film risulta sicuramente inferiore ai capolavori che ho citato.
Così restano le continue lezioni di stile, di poesia: meravigliose, ma a volte fini a loro stesse.
Un'ultima nota: Kim ki duk è un mago dei finali, manco fosse uno scacchista!
Sono sempre da interpretare, lasciano sempre una sensazione di stupore prolungato: è come un brano musicale che non finisce con un banale crescendo degli strumenti o un assolo, ma con una nota prolungata dal timbro soave, in continua, leggera, variazione, che ti porti a casa anche dopo essere uscito dalla sala.
Quello de L'arco può piacere o meno, magari per alcuni risulta eccessivamente simbolico, ma la sensazione è quella!
Un film normale di un regista straordinario.

Mariospa  @  24/04/2006 22:03:11
   9 / 10
Una perla...che dire, un nuovo capolavoro di Kim ki-duk

Paolo D M  @  13/04/2006 18:54:23
   7½ / 10
Pur essendo faticoso nel finale, una volta annunciati i titoli di coda ti viene da riflettere sul film. Non è il migliore di Kim Ki-Duk, ma è uno di quei pochi film che non ti dimenticherai mai

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  14/03/2006 12:43:43
   5½ / 10
Premessa inutile (per sgravarmi la coscienza?):
- ho visto tre volte Ferro3: la terza volta ero da sola ed era quasi notte. Eppure mi sono commossa di nuovo;
- Primavera, estate ecc ecc mi ha incantata;
- La Samaritana mi è piaciuto molto, ho ammorbato tutti con spiegazioni di simbolismi e dissertazioni sul finale (anche chi non aveva visto il film e del cinema orientale non sa una mazza)...

... e quindi mi piange il cuore a dover esternare la mia delusione per L'arco. Come gli altri lavori di Kim ki-duk è costruito in modo raffinato, tutto girato in un set angusto come può essere una barca; la fotografia è molto bella, le musiche sono dolcissime, la protagonista è deliziosa... ma il meccanismo, a mio avviso, si è inceppato: il gioco dei silenzi tra la ragazza e il vecchio mentre i comprimari parlano senza comunicare è ripetitivo e risulta addirittura fastidioso. La ricerca ossessiva della poesia non ha prodotto, stavolta, altro che noia.
Il finale pieno di simbolismi è troppo caricato... e per una volta, nonostante la relativa brevità della pellicola, mi è sembrato che il film non terminasse più.
Non ce la faccio a dare la sufficienza... peccato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  28/02/2006 18:25:04
   9 / 10
Una bella lezione per i film occidentali, in particolare per quei film ammalati di effetti speciali ad alto tasso di tecnologia.
Film praticamente muto con bella fotografia e grande attenzione ai particolari di una cultura mostrata nei suoi rituali più istruttivi. L'assenza di dialoghi rafforza la sensibilità visiva sugli oggetti e sui toni dei colori del mare e del cielo, nonché sull'espressività dei volti.
I particolari meccanici delle due barche sembrano dialogore con lo spettatore che è in attesa dell'esito della suspense.

sweetyy  @  24/02/2006 13:34:18
   7½ / 10
Un altra perla di Kim ki duk...ho trovato delle analogie con Ferro 3 che comunque reputo nettamente superiore a questo..La storia è bella,l'ambiente è affascinante,niente da dire...ma forse si potevano evitare le lunghe suonate con l'arco.. un pò noiosette .

lupin 3  @  24/02/2006 12:48:46
   7½ / 10
Un'altro meritevole film di kim ki-duk ........

Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  07/02/2006 23:57:02
   8½ / 10
Poesia.... ai livelli di Ferro 3.

Marmot  @  08/12/2005 11:45:12
   6½ / 10
Sì, Ferro3 era più bello; qui il finale è un po' enigmatico. Ma comunque un buon film.

Finestra  @  19/11/2005 01:14:09
   5 / 10
Carino tutto sommato forse avrei dovuto dare un voto sufficente ma la fine non l'ho capito tanto...

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  15/11/2005 10:37:01
   7 / 10
Come ho scritto nella recensione è un buon film, ma non raggiunge le vette di Ferro 3.
Il regista si ripete rispetto agli ultimi lavori e questo chiaramente ha influito negativamente sul giudizio, ma restano degli elementi interessanti e quindi il film merita almeno una visione.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/11/2005 18.07.55
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alesfaer  @  14/11/2005 12:40:15
   2 / 10
nn sprekerò molte parole x qst ulteriore ****** , ovviamente sopravvalutata , di kim ki duk. vedendo il film di getto snz informarmi pensavo fosse addirittura 1 film d'azione. invece si è rivelato 1 mattone concentrato. noiosissimo, pallosissimo, cn musikette irritanti e 1 assenza di filo logico. dove sta il capolavoro? nn vedrò mai piu 1 film di qst regista. ke vergogna, giudizio ingiustissimo il vostro.

7 risposte al commento
Ultima risposta 23/10/2010 12.11.22
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marie  @  14/11/2005 12:30:27
   8 / 10
E’ sempre un universo a parte quello di Ki-Duk dove le logiche comuni si perdono e con geniale originalità viene plasmato un piccolo nuovo mondo. Molte le citazioni a film precedenti,ma diverse nel loro nuovo valore altamente simbolico.Ancora una volta l' amore è il tema dominante: puro,devoto,rabbioso con un forte accento sulla disperazione dell’impossibilità di ottenere quanto desiderato,di liberarsi da chi impone senza diritto.
Un arco per raccontare il futuro,per difendere e ferire,ma anche per suonare un'unica –magari in alcuni momenti invadente,ma splendida- musica,come l’amore sordo che lo muove.
Un film incantevole e intenso.


JoJo  @  11/11/2005 23:32:05
   5 / 10
Quando s'esagera s'esagera: Kim Ki Duk, questa volta, ha decisamente esagerato. Dopo il sopravvalutato Ferro3, il manifesto dell'inutilità della parola nella comunicazione, ecco L'Arco: il manifesto dell'inutilità della parola nell'incomunicabilità. Il linguaggio è sempre quello fortemente simbolico tanto caro al regista, il ritmo è sempre lentissimo, ma il silenzio, nuovamente riproposto come vero grande protagonista del film, è questa volta infranto da una (pessima) colonna sonora dominata da un arco monocorde assolutamente irritante. Questo suono così invadente e penetrante distrugge quella che avrebbe voluto diventare una nuova magia del silenzio, letteralmente la devasta rendendo inutile qualunque tecnicismo o colpo di stile che comunque Ki Duk da nuovamente mostra di saper realizzare. La scelta degli attori, poi, questa volta ha lasciato parecchio a desiderare: buona parte di essi, andando ovviamente oltre lo stile interpretativo orientale molto diverso dai canoni occidentali, risultano particolarmente inespressivi, ed anche questo, per un regista che arma sì il simbolo ma anche lo sguardo d'una forza tutta particolare, è un peccato mortale.
Formalmente quest'opera rimane di buona fattura, ma, ironia della sorte, questa rilettura del silenzio come incomunicabilità risulta essere veramente un film che non comunica niente allo spettatore (sic!), né a livello emotivo, come era riuscito a fare nella sua opera precedente, né a livello intellettuale, come invece in Primavera Estate Autunno Inverno... e ancora Primavera.
Bisogna comunque fare attenzione: accusare di ripetitività questo regista è un errore in cui si potrebbe incorrere, ma forse non molti hanno capito che quella che Ki Duk usa nel suo film è la narrativa a lui più cara e che forse gli riesce meglio (La Samaritana, paradossalmente, forse proprio per il suo cercar di spiegarsi è il film più criptico del regista coreano), non un tocco d'originalità fine a sé stesso; la pervicacia con cui questi rimane fuori dagli schemi tradizionali è in realtà la semplice applicazione d'uno schema differente. Non si tratta d'un ripetersi o meno, quindi, ma d'un diverso sentire che Ki Duk riesce più o meno bene ad esplicare. In questo caso, non c'è proprio riuscito... o forse c'è riuscito sin troppo bene.

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Ultima risposta 18/11/2005 10.02.35
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bucci  @  08/11/2005 01:43:43
   7 / 10
kim ki-duk ripropone lo schema "maestro-allievo" ai confini del mondo, con un arco metafora e tramite di un amore impossibile.
Idea originale, ma la sceneggiatura è un pò scarna. La comunicazione verbale è ovviamente ridotta a zero e anche questa volta non se ne sente la mancanza...Stessa melodia per tutto il film che rischia di risultare fastidiosa. Sicuramente una delle opere meno brillanti del regista...

nabucco  @  04/11/2005 09:39:14
   7 / 10
Davvero vale la pena vedere un film elegantissimo, bello, non per tutti, chiaro, ma è come Savinio o Laforgue in letteratura: a pochi è conceso godere di queste bellezze

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Ultima risposta 06/12/2005 10.15.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  28/10/2005 19:41:32
   8 / 10
Un bel film del regista coreano Kim Ki duk. Un'altra prova della grandezza del suo cinema.
Il regista coreano ci parla ancora una volta di un amore impossibile. Un anziano personaggio che tiene una ragazzina da 10 anni su una barca in mezzo al mare senza concedergli la possibilità di conoscere il resto del mondo. Aspetta che arrivi a 17 anni per poterla sposare. E lei che è innamorata di un altro ragazzino, non riesce comunque, nonostante tutto ad abbandonarlo.
L'arco del titolo è proprio il simbolo di questo amore impossibile del vecchio verso la ragazzina. E' lo strumento con cui predice il tuturo, con cui scaccia i pretendenti, e con cui suona dolci melodie per rilassarsi.


Kim Ki duk gira una specie di "Isola", un po' meno radicale, ma comunque sempre spiazzante ed estremamente elegante. Il richiamo con il film che fece conoscere il grande regista coreano è evidente nell'ambietazione, e anche in rimandi diretti (gli ami).
E le caratteristiche del suo cinema ritornano. Il film è ambientato interamente su una barca (oltre all'isola viene in mente anche primavera , estate ,autunno.....").
I due protagonisti (il vecchio e la ragazza) non utilizzano la parola. A parlare sono sempre i gesti, le espressioni, i silenzi, e sopratutto la splendida colonna sonora.

A Venezia, dove il film è stato presentato, non è piaciuto molto. Kim Ki duk è stato accusato di ripetersi. Io dico che "L'arco" è certamente un minore, non possiede l'intensità di "Ferro3", che gli è molto al di sopra, e nemmeno la radicalità dei film precedenti.
Ma con "La samaritana", il regista coreano, ha fatto un film abbastastanza diverso, mantenento sempre elevatissimo gli standard del suo cinema. Ora non deve dimostrare più nulla.

"L'arco" è un minore.
Ma che minore......

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Ultima risposta 05/11/2005 13.21.19
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