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Il primo film diretto da Fellini è una commedia dalla struttura semplice,poco pretenziosa e nonostante qualche lentezza abbastanza divertente. Trieste e Sordi dominano la scena,le musiche vivaci di Rota sono azzeccate ed abbiamo anche certi tocchi surreali che sembrano anticipare la produzione futura del regista. Si lascia vedere pur non essendo un lavoro che rimane impresso,primi passi di un grande del nostro cinema.
A guardare bene si scoprono già piccoli elementi che poi diverranno costanti nelle opere di Fellini: Roma, gli appartenenti al clero, i sogni inseguiti (ed infranti), scene surreale come lo sceicco su un'altissima altalena che pare sospesa nel cielo, il personaggio di Cabiria etc... Si vede che delle idee già c'erano ma al di là di questo la prima pellicola da solo del sognatore di Rimini alla fine non è altro che una commediola sentimentale. Si molto carina foriera di qualche risata, che si regge sulla bravura degli interpreti come un mai abbastanza osannato Leopoldo Trieste od una etera, quasi onirica Brunella Bovo, ma alla fine i contenuti scarseggiano; anzi per alcune cose il film pare che attinga direttamente dalle leggere commedie a lietissimo fine italiane appartenenti al genere dei telefoni bianchi che tanto andavano di moda durante il ventennio. Si può criticare il fatto che Sordi sia relegato ad un ruolo minore e sottotono, ma solo lui poteva interpretare un personaggio gigione e cialtronesco come Fernando Rivoli/lo Sceicco Bianco. Da vedere, si ma aspettandosi non più di qualcosa di leggero; non mi stupisce che Fellini sia poi immediatamente passato a temi più seri. Curiosità: ricordo che anni fa produssero la pubblicità di una marca di caffè che citava apertamente questo film con Massimo Ghini nel ruolo dello sceicco bianco e Valentina Cervi in quello dalla ammiratrice trasognata.
Pur essendoci la comicità italiana nella sua fattispecie LO SCEICCO BIANCO non è sicuramente una commedia italiana come le altre, perché Federico Fellini non preme sulla sceneggiata sentimentale di lui, concedendogli gli sketch più ironici, ma sui tormenti e sui desideri sessuali di lei, privandosi dei connotati melodrammatici ed esplorando le vie della fantasia, della suggestione, della magia e dei sogni aperte dal mondo dello spettacolo. Creando alcune scene oniriche e riprendendo, quasi metacinematograficamente, scene di "riprese", il regista si conferma al suo secondo film di essere già un brillante autore.
Molto carino questo primo film di Fellini, bello datato visto che si parla del 52. Una sorta di commedia-dramma di una coppia di sposi, lei passiva e che si lascia trasportare in una scappatella abbindolata dal suo idolo, lui uomo calcolatore e preciso per il quale l'onore e l'apparenza vanno salvaguardati ad ogni costo. Di mezzo il solito simpatico Sordi, in un ruolo un po' inusuale. Breve, caustico e irriverente, con qualche guizzo di stravaganza. Non mi piace il Fellini troppo visionario, qui siamo agli inizi e il film calza a pennello.
Il primo film di Fellini in solitaria fu Lo sceicco bianco , uscito nel 1952 con protagonista un giovane Alberto Sordi. Il film vede due neo-sposi andare in viaggio di nozze a Roma con obiettivi differenti: lui per accattivarsi le simpatie di parenti e conoscenti aprendosi quindi le porte ad una promettente carriera mentre lei vuole ad ogni costo vedere il suo eroe ,attore di fotoromanzo. Lo stile del Fellini che sarà già si intravede in questa opera di debutto, commedia a tratti grottesca e surreale trascinata da situazioni atipiche per l'epoca e dalla verve di Sordi , mattatore quando è in scena. Il film si concentra prettamente sui tre personaggi principali: il marito , che sembra più interessato alla moglie in quanto corredo del suo buon nome e non in quanto compagna d'amore. La moglie vive il suo viaggio di nozze come una possibilità di incontrare un eroe idealizzato figlio di storie inventate di basso profilo e infine c'è lui,lo sceicco bianco, personaggio quasi sgradevole fuori dalla finzione scenica che rovinerà i sogni della donna. Tecnicamente la pellicola già palesa una cura e un talento non comune , in primis nella scena notturna con le prostitute. Dunque una commedia molto particolare, il primo tassello di una carriera incredibile che andrà in crescendo film dopo film. Nello specifico Lo Sceicco bianco non è un lavoro impeccabile ma da vedere sicuramente si.
Il film è delizioso. Disincanto, cinismo, e ironia. E parecchio coraggio, per i tempi. Momento migliore, su tutti, quando va in scena quel magnifico sceicco bianco di un Sordi che è già fenomenale. Ma anche quella rarefatta Roma notturna, in cui fa capolino Cabiria, non è affatto male.
L'esordio alla regia di Fellini è un delizioso e divertente film satirico, ben girato e che lascia già intravedere il Fellini poetico e magico della maturità. Gli aspetti della società italiana degli anni '50, amabilmente presi in giro da Fellini, sono il perbenismo, il formalismo, il bigottismo dei benpensanti borghesi; la fuga nelle romanticherie di tante ingenue donne frustrate; il cinismo, la volgarità, l'opportunismo dietro il luminoso e illusorio mondo dello spettacolo. Tutti questi aspetti sono trattati però da Fellini con amabilità, quasi con affetto. I due neo sposini sono sì satireggiati e resi un po' comici, ma allo stesso tempo ne passano così di tutti i colori, sono sottoposti a tali dure prove, vedono quasi smontate le loro convinzioni e i loro sogni, che si finisce per provare quasi pietà, comprensione e simpatia nei loro confronti. Tutti i personaggi, anche il tronfio e vanesio Sceicco Bianco, sono rappresentati nella loro viva umanità, anche la comparsa o l'uomo in mutande hanno una loro poetica dignita, pur se comica e satirica. E i momenti leggeri e sarcastici sono davvero tanti, tutti però mirati a dissacrare simpaticamente e amabilmente i miti dell'Italia dell'epoca. Già in questo film cominciano ad apparire i tocchi di disincantata magia poetica tipici di Fellini. Tutta la scena del fotoromanzo in riva al mare è girata magnificamente, resa strana e poetica da un forte e sonoro vento che sferza le scene; poi la scena della magica Roma notturna in cui Ivan (il marito) incontra due prostitute (la splendida Cabiria, alias Giulietta Masina). Una scena quasi rarefatta nella sua perfezione artistica. Del resto tutto il film è girato con grande arte e maestria, prima di tutto il ritmo che passa da momenti frenetici ad altri calmi e contemplativi e infine la splendida fotografia e la musica di Nino Rota. Ottimo e divertente esordio di Fellini nel genere della commedia.
Commedia amara, fa male al cuore vedere la (quasi) distruzione di una coppia. Film cmq dal tema sempre attualissimo (lo squallido dietro alle quinte della fabbrica dei sogni).
Grande esordio alla regia di Fellini, che crea (collaborando anche alla sceneggiatura) un film straniante, surreale, dalle atmosfere kafkiane. Attraverso personaggi grotteschi e situazioni e dialoghi surreali il film si incentra sulla contrapposizione tra sogno-evasione (quella nel mondo dell'arte) e vita di tutti i giorni (frustrante e diversa dalle aspettative), tra finzione (il mondo dello sceicco bianco) e persone reali, tra etichetta e vera natura delle persone. Si trovano già alcuni temi che saranno cari a fellini come le atmosfere sognanti e surreali, la prostituzione e il mondo della strada, il "dietro le quinte" del mondo dello spettacolo, dipinto come mondo spietato e falso. Il tema, non facile da trattare, è supportato da un'ottima regia ma anche da un eccellente montaggio che rende la surrealità dell'azione con raccordi molto netti e rapidi, ad aumentare lo straniamento dello spettatore.
Ecco il debutto di Fellini incredibilmente snobbato dalla critica del tempo. Ma i grandi uomini sono anche quelli che non si fermano di fronte alle prime difficolta',vedi Orson Welles...per fortuna! "Lo sceicco bianco" non verra' mai ricordato come uno dei migliori del regista ma semplicemente come un ottimo debutto dove gia si intravedono le critiche alla societa' perbenista del tempo! La coppia di sposini incarna perfettamente la caduta del classico "sogno Americano"! La realta' vista attraverso un giornalino è falsificata e ne fara' le spese la giovane protagonista invaghita di un uomo che non ha mai conosciuto...piu' che un "uomo" un "personaggio"! Ottimo tutto il cast! Mezzo punto in piu' perche si tratta dell'opera prima!
secondo film di fellini, che dopo Luci del Varietà continua la sua carriera registica. discreto film, con un ottimo Sordi, e buone idee. in ogni caso non sono d'accordo con chi lo considera un grande passo in avanti per Fellini (i vari 8 e 9 che vedo mi fanno sorridere), è meglio del precedente, ma è ancora un po immaturo ed embrionale, il grande passo in avanti sarà fatto con "I Vitelloni" o soprattutto con "La Strada". niente male, comunque.
Si, diciamo che può andare abbastanza bene, siamo abbastanza distanti dal grande film, ma comunque questo secondo film di Fellini che vedo e nettamente megliore del primo film che visto (Satyricon). Il film racconta una storia fatta di illusioni, dove la giovane sposa si reca a Roma e va a far visita al suo eroe preferito, lo Sceicco Bianco, ma purtroppo la giovane dovrà fare i conti con la realtà, che viene rappresentata da Fellini, come qualcosa di estremamente diverso da quello che possiamo sognare o immaginare. La regia del film tutto sommato va abbastanza bene, il film si riesce a seguire e non cade ne banale, per il resto buone le interpretazione degli attori, con un Alberto Sordi che sembra quasi una visione onirica vestito in quel modo. Insomma, da quello che ho capito, questo film sarebbe il primo diretto da Fellini, e tutto sommato le cose non sono andate poi così male, e lo definirei come una botta di realismo puro e crudo. Guardabile.
Niente di speciale. Esordio di Fellini alla regia di un lungometraggio, s'intravede qualcosa di ciò che diventerà stilisticamente e di ciò che tratterà. Forse sopravvalutato...
Un esordio che potrebbe anche passare inosservato,non fosse per un ottimo Sordi e per una leggerezza nl film che lo rende piacevole. Lontani dai fasti anni '60 di Fellini,ma è un inizio.
Truce ed alietante protonico lungometraggio del maestro Fellini, il quale sin dalle prime inquadrature siderali ed osioalotiche impone con soave fierezza e pneutica parsimonia gli accidenti pigmentari della sua poietica retorica cinematografica, ferente il "corpus dominans" dell'opera stessa, estremamente compre(s)sa e contenuta nell'edonica, e alle volte tragodiuca, nella diatesi realismo/eidolia ( tema infinitamente ricorrente nella umquamente terminata ricerca della verità eterea ed eccelsa) del cinema, inteso come (dis)ordine finalisticamente organizzato e specivisalmente ritraibile delle parti di un insieme crupsico, celato al disadorno occhio umano, ancora in via di ingresso e degresso.E' un film piacevole, spesso anche sobriamente triclinico, ma, e questo è il "signum" di fondo della pellicola, assolutamente drammatico, non perchè sia già l'affermazione abeastratta dell'organica e quasi irrisoria crisi umana esistenziale, ma, altresì, perchè porreante il fabliostico e romantico " mondo dei sogni", che letteralmente si infrange, subisce una "vews phthonia" a tratti irreversibile nel lugubre, però, più profondamente, fiusicomo ed uparchico luogo terreno, che ( e ciò appare visibile con la graziosa apparizione della sensibile ed addolorata meretrice Cabiria), viene a manifestarsi come l'unica e sola "fable" non immortale, ma pregievolmente meisoica ed idiosincratica: la vita.La descrizione panegirica dell'idolico "Sceicco bianco" ( un'empiepersonale parascmesi del successivo e ben più opsoanalettico Richard Basehart de "La strada") è la massima trasposizione profetica citraformica del percorso immaginificativo della moglie che, ovviamente, non può che proseguire ad una transgressione ( in maniera temnica, eschemata nella virtù morale del marito) in volontà adpersonatica della propria esistenza, vaniscente, una volta compiuto il naufragio, sulla riva del mare ( dove, fra l'altro, avviene anche quella che il medesimo regista descriveva "giostra circense della vita").Come disse l'artista italiano più callistoleuco dello scorso secolo: "Il visionario è il vero realista".
Si può considerare il primo film di Fellini dopo la regia condivisa con Lattuada nella commedia LUCI DEL VARIETA'. Il regista racconta una storia di illusione, di miti caduti e dove la realtà è ben diversa da quella che si fantastica chiusi nella propria stanzetta a sfogliare le pagine di un fotoromanzo. Fellini si avvale di un Sordi in ascesa per interpretare il ruolo dello sceicco bianco, sogno infantile di una fresca sposina in viaggio di nozze. E le poche scene in cui compare l'attore romano sono le più ironiche e divertenti. Il regista riminese miscela dramma e passione in questo film scorrevole e di buona presa emotiva, ironizzando ma non troppo sugli usi e costumi nostrani di quell'epoca. La scena tagliata in cui Leopoldo Trieste consuma un breve rapporto con la prostituta veneta, incontrata durante il suo faticoso peregrinare alla ricerca della moglie scomparsa, se lasciata avrebbe conferito un deciso cambio di identità al film, in cui si premia il candore, la purezza e l'ingenuità dei due neosposi che si ritrovano. Commedia agrodolce che merita la visione.
Bello, molto bello. Bravi tutti i protagonisti. La scena in cui appare lo sceicco bianco è memorabile. Tutte le scene con Sordi hanno un alone di sogno. Il sogno della giovane sposa che viene infranto cozzando contro una triste e cruda realtà. Buon film del grande Fellini. Assolutamente da vedere.
Un Fellini d'esordio sicuramente acerbo ma ancora straordinariamente attuale indaga con semplicità e delicatezza il sistema dei falsi-miti e delle apparenze nell'Italia del dopoguerra. Splendida l'apparizione nella pineta di Ostia di un Alberto Sordi ciondolante e traballante.
Primo vero esordio di Fellini, tutto giocato sui sogni e sulle idealizzazioni, nonchè sulle grosse delusioni che queste ultime possono dare.
A volte un pò troppo stereotipato riguardo ai personaggi, come film puà vantare ad ogni modo interpretazioni memorabili, tra le quali spicca ovviamente Sordi, qui giovanissimo.
Fellini già agli inizi si dimostra un mago con la mdp.
La storia di un'ingenua ragazza alle prese con il mondo ruffiano e un po' furbetto degli attori del fotoromanzo. Nel film sono presenti tutti gli stereotipi della società italiana del tempo, soprattutto quello del giovanotto buffone e ruffiano interpretato dal mitico Albertone.
Vero esordio cinematografico di Fellini (due anni prima firmò la regia di “Luci del Varietà” assieme ad Alberto Lattuada), “Lo sceicco bianco” presenta i tratti di quel cd. neorealismo rosa che in negli anni cinquanta spopolava con le commedie di Comencini, anche se già si avverte il sentore di quella vena poetica che, da “La strada” in poi, caratterizzerà in maniera marcata le opere del regista di Rimini. La storia, semplice e forse anche un po’ zuccherosa, costituisce una sorta di sguardo disilluso sulla vita di città, in cui tutto ciò che è trasfigurato nell’idealizzazione di chi proviene dalla provincia assumerà lentamente la sua vera forma: cioè una dimensione di rozzezza e ipocrisia che non è poi tanto dissimile da quella della realtà dei paesi. Non è sicuramente il miglior Fellini, ma è pur sempre un film piacevole che, tra caricature e bonaria ironia, scorre facendo sorridere.
Delizioso questo quasi esordio di Fellini. E’ verissimo, c’è già tutto del regista che vedremo da lì in poi. Alberto Sordi sull’altalena che compare sullo sfondo ad altezza mirabolante, a ragion d’impatto scenico, entra subito nei vertici estetici del regista romagnolo. Mancano solo i colori di Rotunno. Io l’ho vissuto come l’illusorietà dell’arte in generale, e l’attitudine a subirla. In effetti, è molto meglio il mondo che ci immaginiamo, a volte.
Splendida e originale commedia di Fellini. Un Sordi sopra le righe, attore nato, una regia ricca di fantasia e inventiva che preannuncia il genio di Fellini.
Il gioco della trasfigurazione dei personaggi per meglio esaltarne gli aspetti interiori, la reale vita psicologica delle pulsioni, è geniale, Fellini dimostra di essere il cinema, con la c maiuscola.
"Lo sceicco bianco" è un film particolarmente innovativo nel cinema italiano dell'epoca, anche se non è certo da annoverare tra i film migliori di Fellini. Il tema dell'idealizzazione della sposina per un personaggio dei fotoromanzi (molto diffusi all'epoca, un po' antenati degli idioti concorrenti del "grande fratello" et similia) è perfettamente in linea con i tempi, con i fasti del dopoguerra, con un paese che cerca una sua dimensione, e al tempo stesso dice cose importanti sulla pubblicità e popolarità dei personaggi "minori" della nostra storia. Immagino che Lo sceicco bianco di Sordi equivalga a una popolarità ben diversa da quella di - che so - un Nunzio Filogamo... La coppia Bovo-Trieste, ognuno con le loro differenze etiche e culturali (magistrale il marito, ferito nell'orgoglio) rispecchia una tipologia di persone in cui molti si sarebbero potuti ritrovare: ma è un film troppo diverso e neutrale per gli spettatori di allora, che infatti disertarono le sale. Probabilmente il film di Fellini più (ingiustamente in parte) ignorato dal pubblico
L'esordio di Fellini fu accolto con dissenso dal pubblico e dalla critica: un critico si azzardò addirittura a dire che questo sarebbe stato il primo e ultimo film di Federico Fellini, ma per fortuna non andò così. Il film ha un tono realista, ma Roma e l'ambientazione in cui vengono svolte le puntate dei fotoromanzi delle sceicco bianco a volte hanno un che di distorto che caratterizzerà successivamente la poetica del regista. Fellini sembra dirci che la strada dei sogni è completamente chiusa, ma quella della mediocrità ampiamente accessibile.
Il primo film diretto completamente da Fellini (che in precedenza aveva realizzato "Luci del varietà" insieme ad Alberto Lattuada). Il film mescola neorealismo e commedia, è una satira sociale che francamente non risulta molto divertente. Se non fosse per il nome di Fellini, sarebbe stato probabilmente dimenticato. Da notare la comparsa del personaggio di Cabiria, interpretato da Giulietta Masina, che poi diventerà protagonista de “Le Notti di Cabiria”. Un film che può essere interessante per fan dei Fellini, ma che è molto lontano dai suoi capolavori degli anni ’60.
Il primo Fellini, già graffiante e controcorrente. La coppia provinciale di freschi sposini che va a Roma per recarsi in S.Pietro, poi la "scappatella" di lei alla ricerca del suo idolo dei fotoromanzi con annessa delusione. Sordi nei panni dello sceicco bianco è magistrale. I temi della sacralità della coppia e della vacuità dei sentimenti vacillano e il messaggio è davvero forte per l'epoca, tant'è che il pubblico moralista e clericale lo critica e lo boccia al botteghino.