Le vicende di un ospedale da campo statunitense durante il conflitto in Corea, dove alcuni brillanti chirurghi trovano nell'umorismo e nell'understatement il segreto per conservare la sanità mentale nonostante gli orrori della guerra.
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Per quanto mi riguarda è il primo capolavoro di Altman, film straordinario per originalità, estro, espressività, stile, e critica di fondo, probabilmente il film che segna l'inizio della tendenza del regista nel suo demitizzare i fondamenti dell'America, una vera e propria ridicolizzazione della guerra e delle forza armate in un periodo caldissimo per la tematica, tanto che l'intento iniziale era quello di ambientarlo in Vietnam, ma per questioni produttive il regista fu costretto ad ambientarlo in Corea, ma il risultato cambia poco, Altman tramite il punto di vista scanzonato del personale medico militare crea una commedia straordinaria, tra le opere più dissacranti e colme di nera ironia, un caposaldo della New Hollywood capace di smontare la rigidità e il dogmatismo militare, assieme a tutto il nonnismo imperante dell'ambiente, con un cast gigantesco, in cui primeggia probabilmente Donald Southerland col suo personaggio furbo e impertinente, con una continua voglia di scherzare, assieme al suo complice, due medici che operano in un contesto estremamente drammatico come l'ospedale da campo a 5 km dalla prima linea del fronte, quotidianamente a contatto con la morte, il dolore e la sofferenza, elementi che certamente all'interno del film non sono risparmiati, messi in contrapposizione alla loro goliardia, voglia di scherzare e godersi ogni momento.
Ma nel suo dissacrare Altman non fa sconti a nessuno, dal perbenismo conservatore degli alti gradi, come può essere il personaggio di Duvall, e la sua ipocrisia marcata che lo poterà ad impazzire dopo l'ennesima marachella - anche parecchio pesante - del gruppo ai suoi danni, in una scena straordinaria come tempi comici, con l'audio del rapporto sessuale mandato in diffusione per tutta la base, alla critica stessa ai protagonisti, molto più sottile e fraintendibile, a proposito di questo il film è stato spesso accusato di maschilismo e omofobia, date le sequenze riguardanti gli atti pedanti nei confronti dell'infermiera, col soprannome di "Labbra di fuoco", o "Bollore" nella versione italiana, come quella della doccia in cui rimane nuda in pubblico, o l'episodio dell'omosessualità presunta del dentista che vuole togliersi la vita perché la sera prima ha fatto cilecca con una donna e il suo ego ha perso punti, ecco è un fraintendimento molto comprensibile, specie se non si sono viste le altre opere di Altman in cui l'autore ha dimostrato una grande apertura nei confronti di questi temi - per esempio "3 women" è uno dei migliori film femministi che mi sia capitato di vedere, ma banalmente basta andare all'anno dopo con "McCabee & Mrs. Miller per vedere come Altman valorizza la figura della donna e demitizza il macho del western - in questo caso si può essere portati a pensare che Altman normalizzi queste situazioni e questo tipo di umorismo, quando in realtà l'autore mette a nudo la grettezza e la provincialità dei protagonisti stessi, non risparmiando nemmeno loro nella grande critica di questo film, d'altronde in nessun momento Hawkeye e Duke sono degli stinchi di santo, l'unica vera qualità che emerge da questi personaggi è l'umanità quando c'è in gioco la vita dei soldati, per il resto anche loro fanno parte di un quadretto tragico e decadente.
La narrazione, che anticipa in certi aspetti quello stile corale che poi contraddistinguerà il regista, introduce svariati personaggi, e col passare del minutaggio sembra ingranare, evolvendosi in una struttura quasi episodica che mostra le continue marachelle del gruppo, col benestare del colonnello che sembra lasciarli in una sorta di anarchia badando ai fatti propri, una componente molto marcata è la sessualità, bisogno primario e innato che emerge continuamente in questo gruppo lontano da casa, che porterà anche all'adulterio e a svariate situazioni imbarazzanti, generando anche momenti parecchio comici, come appunto i già citati momenti col Maggiore Burns e l'infermiera o la scena col dentista e le sue amate tre ragazze lasciate a casa, o ancora, i momenti in giappone col direttore dell'ospedale militare e le fotografie scattate nel letto con la prostituta dopo essere stato addormentato dal gas esilarante, ma è fantastica l'attitudine dei due in quella scena, il loro sbeffeggiare continuamente il potere e l'esercito, il presentarsi in camicia hawaiana e bermuda per l'intervento e poi andare a giocare a golf - anche nell'ufficio del direttore - un'irriverenza splendida che nasconde tutta la voglia di libertà e distacco dai grandi problemi della guerra in un momento in cui i giovani erano mandati a morire in Vietman.
Poi c'è quella scena straordinaria della partita di football, altro modo di Altman per prendersi gioco dell'America, che in questo caso anche mentre si trova in guerra in Corea non riesce a distaccarsi da uno degli sport più amati, ma è fantastico come è girata quella scena, con trovate comiche splendide, con l'infermiera che non capisce una mazza del regolamento o il giocatore forte degli avversari che viene drogato durante una mischia e inizia a svarionare pensando di essere ad una gara di salto in lungo o alle gare di atletica che appena sente lo sparo della pistola inizia a correre, fantastico, con i protagonisti che riusciranno ancora una volta a spuntarla con la loro furbizia.
Registicamente Altman è grandioso, con un linguaggio fresco e ai limiti del postmoderno, vogliamo parlare di come vengono introdotti i titoli di coda? Con lo speaker che in precedenza annunciava i film che venivano proiettati al campo, spesso filmetti di dubbio gusto e alla fine annuncia lo stesso "MASH" nominando il cast mentre gli stessi attori vengono mostrati con un rapido montaggio, trovata splendida, ma anche a livello tecnico è un gran film, con la camera che spesso si aggira per questi spazi stretti dell'accampamento, all'interno delle tende, tra le sale operatorie in cui non mancano i momenti drammatici col sangue che schizza in lungo e in largo e nella dimensione privata dei medici militari intenti a godersi la vita il più possibile - come accade nella splendida scena del Martini con le olive, che è parecchio esplicativa riguardo al significato del film - riservando anche qualche bella citazione - "L'ultima cena", quando il dentista vuole farla finita è un momento altissimo -
Che altro dire, per me è un capolavoro.
"I wonder how a degenerated person like that could have reached a position of responsibility in the Army Medical Corps!" "He was drafted."
MASH é tra i capostipiti delle commedie irriverenti della New Hollywood. Di grande importanza storica (riuscita la critica all'esercito statunitense), la visione è più che godibile (parte piano e migliora durante la visione, le trovate divertenti non mancano), ma rivisto oggi probabilmente non da le stesse sensazioni di quando è uscito a suo tempo. Sarà che personalmente ho riso poco e forse con la traduzione la pellicola perde qualcosa, ma non lo ritengo tra i migliori di Altman, autore tra i miei preferiti in assoluto (Adoro "Nashville", "America Oggi" e "I Compari"). Comunque è stato il film di più grande successo del regista americano.
Dissacrante, caustico, a tratti demenziale, e colmo fino ai boccoli di dark humor, MASH, per stessa ammissione del regista, è il Vietnam; non importa se sia girato nella guerra di Corea, l'atmosfera, i dialoghi, la caratterizzazione dei personaggi ci riconducono inevitabilmente ai boscosi terreni dell'Indocina. Non è un caso che il film sia del 1970, in pieno conflitto bellico, a due anni dall'uscita di un tanto celebre quanto abominevole film di John Wayne, Berretti Verdi: un profluvio di patriottismo e squallida retorica guerrafondaia sul Vietnam.
Ebbene sì, MASH è stato il primo vero film a ridicolizzare la guerra, i suoi generali, i suoi ufficiali, le sue medaglie, e i suoi rigorosi sistemi di disciplina. Una pellicola che non ama mai prendersi sul serio, anche nelle scene più crude e scabrose degli interventi sui tavoli operatori. Una pellicola contro la solita retorica americana, ai limiti del politicamente scorretto, sessista e omofoba senza tuttavia mai essere volgare, e per questo sincera e spassosissima.
A tessere le fila, un istrionico Donald Sutherland, e un "dimenticato" ma eccezionale Elliot Gould. Alcuni asseriscono sia invecchiato male, altri sia troppo lento, altri ancora che non decolli mai. Io posso dire questo, nessun regista all'epoca si sarebbe mai sognato di girare un film del genere, e questo basta a renderlo celebre, e a fare un plauso ad Altman. Una volta si riusciva a fare del cinema senza eccedere nella volgarità... ridatemi quel cinema.
M.A.S.H. è parlare di cose serie demistificandole. M.A.S.H. è chiedersi come sia vivere una guerra per noi che in questa bolla di vetro al massimo abbiamo fatto qualche rissa. M.A.S.H. è prendere la vita con leggerezza. M.A.S.H. è sfidare lo spettatore, chiedergli di star dietro ritmi difficili e dialoghi accavallati. M.A.S.H. è tramutare un sogno di libertà intellettuale in cinema. M.A.S.H. è meta-cinema. M.A.S.H. è farsi odiare dallo spettatore, ma con quel rapporto di odio-amore che solo i film di Altman riescono a generare. M.A.S.H. è teatro. è commedia. è medicina. è recitazione. è ironia. M.A.S.H. è vita. è cinema. Il cinema che ricerca la sensazione confusa del vivere, quasi onirica, e la ritrova con una messinscena unica sotto tutti i punti di vista(scenografia, fotografia, dialettica fra campo e fuori campo, colonna sonora). M.A.S.H. è una pietra immancabile per il percorso di qualunque cineasta, cinefilo o cineamatore. Difficile da seguire, ma imperdibile..
Pellicola figlia della contestazione sessantottina che cerca di smontare l'ideale del soldato valoroso e senza paura, ma, nel mostrarci il lato goliardico dell'esercito, ce lo rende accettabile, lo avvicina a noi, umanizza il disumano; per questo non è un film così anarcoide come sembra, anzi, è molto più reazionario di quanto si potrebbe pensare di primo acchito. Resta comunque una commedia abbastanza divertente.
Forse non era la miglior forma di conoscere questo decantato autore americano, in effetti sono altri i suoi capolavori, Mash è al massimo un cult. Un film manifesto di un epoca( che non c'è più)e quindi come tutte le opere legate a un perido storico è destinato a invecchiare. Mi ha stupito l'iperrealismo del film, i dialoghi sovrapposti devono essere stati una novità allora( lo sceneggiatore prese un beffardo Oscar) ma adesso quel esperimento sembra anche esso un po datato. Iperrealismo non vuol dire bellezza, semmai cerca di stupire, e lo ha fatto. Ma non a me. Altaman, si capisce dal film, è uno che contesta, che critica, che fa TNT di tutto quello che ritiene criticabile dell'America, la prende in giro. Quella presa di posizione lo rende alquanto settario( anche se onesto). Il film, oltre al pregio di essere una testimonianza, ha però il grosso difetto di non avere una vera storia, ne personaggi, ma procede in modo caotico senza svilupparsi( tranne per l'ultima mezz'ora dove ho riso un pò) il che, nonostante i 100 minuti, me lo hanno resso un po indigesto inoltre la forma visbilmente grezza non aiuta di certo. Peccato, probabilemente al valutare la sua filmografia questo "MASH" acquiserà un peso maggiore, come parte di un mosaico, di un discorso più grande, ma come singola opera è stata una mesta visione.
Divertentissima commedia,dal tocco antimilitarista.Umorismo goliardico,ma efficace.Ironia e sferzate contro l'orrore e l'inutilità della guerra.Ospedale da allegro chirurgo.
Dopo un po di confusione iniziale dovuta ad una mole di personaggi davvero elevata e ad un impostazione forse troppo classica che a tratti risulta superata,sono riuscito a capire MASH,coraggiosissimo film satirico sulla vita militare diretto da un giovane e ancora poco conosciuto Robert Altman. Uscito nel 1970 questa pellicola è una divertente e spietata commedia antimilitare ,che fra battute,humour nerissimo e tante sequenze rimaste nella storia riesce a lanciare un messaggio, per il periodo, davvero fuori dagli schemi. Tecnicamente è di gran caratura la regia di Altman, mentre la fotografia sporca e molto grigia è pertinente ma non mi ha convinto particolarmente. Sul fronte attori tutti fanno un gran lavoro , sia i protagonisti principali che quelli secondari. Tanti i personaggi che rimangono impressi ,descritti con sapienza da una sceneggiatura stesa con intelligenza. Le risate non mancano e dopo una prima ora di sorrisi esplodono nella seconda parte di visione , con una sequela di gag e situazione da ribaltone sulla sedia.
In definitiva una pellicola che ancora oggi funziona benissimo e dopo una prima parte macchinosa decolla riuscendo a far ridere e riflettere sfruttando un'ironia sfacciata che ha fatto scuola.
Con un'entrata di spicco nella New Hollywood Robert Altman confeziona MASH, elogio politicalmente scorretto alla spudoratezza e diniego alla conformità cinematografica che segna il decostruttivismo autoriale del regista americano, di diritto entrato nell'empireo dei più grandi registi di sempre grazie alla sua struttura narrativa post-modera, corale e ingarbugliata nei dialoghi e nelle situazioni, tanto da trasformare una pellicola in uno show cabarettistico, e al suo lato tecnico neo-classico, dedito allo zoom e alla creazione di più primi piani estrapolati dallo sfondo nonché all'utilizzo del controfuoco di chiusura. Portando la demenzialità ad un livello tanto esasperato quanto maturo, Altman riesce a innovare il mondo del genere comico e ribaltare la concezione del genere bellico, fondendo insieme questi ingredienti per dare alla luce uno dei capolavori americani più significativi di sempre, capace non solo di risultare sfacciatamente rivoluzionario ma anche di rendersi satirico e intelligenze tramite un contesto amaro situato tra la vita e la morte, umanamente riflessivo e costantemente antimilitarista.
Molto figlio del suo tempo, è una commedia satirica e anarchica antimilitarista che diverte, ma che ho trovato un po troppo estrema. Insomma non mi ha convinto fino in fondo. Grandi comunque gli attori!
Grazie alla sua spiccata componente anticonformista ed un azzeccato cast di simpatiche canaglie è un film che negli anni si è ritagliato un posto di prestigio nel filone bellico fino a diventare uno scatenato e irriverente manifesto di antimilitarismo. Soprattutto nella seconda parte si sorride spesso, anche se la guerra è un'altra cosa e le goliardate sono spesso spinte oltre il limite della normale decenza.
Se è un film invecchiato male significa solo che ha avuto il ruolo onorevole di apripista per un genere. Credo che gran parte del politicamente scorretto di cui oggi andiamo ghiotti sia una diretta conseguenza di Mash, che rivisto oggi non avrà lo stesso impatto dato che siamo abituati a vedere il demenziale all'interno di situazioni serie, ma va tributato il giusto onore ad Altman per ciò che visionariamente ha compiuto col suo cinema lontanissimo da qualsiasi canone imposto, per di più nella terra in cui il cinema lo facevano e lo fanno i produttori. Detto ciò, l'ho apprezzato anche se solo a sprazzi. Alcune gag mi sono sembrate insipide, alcune geniali, il sessismo che trasuda la pellicola oltre che il suo antimilitarismo corale ancora oggi colpisce molto e dimostra tutta l'intelligenza di un film che nasconde dietro l'apparente càzzeggio una concezione di cinema oltre che una dichiarazione di intenti di raro coraggio. Non a caso si prese una palma d'oro. Certo difficile catalogarlo come commedia, non quando si fanno battute idiote in mezzo al sangue, o si tenta di richiudere un cranio o si infilza il bisturi nella carne. Altman lo mostra con una certa perversità in un processo sadico per cui lo spettatore diviene completamente straniato dalla vicenda, per di più con un gruppo corale di personaggi nessuno del quale può dirsi protagonista. Cerebrale...
L'unica cosa che posso apprezzare di questo film (invecchiato malissimo) è il feroce antimilitarismo che parte fin dalla title track. Considerato l'anno in cui è uscito, fingendo di essere ambientato in Korea, fu ovviamente una grande critica al Vietnam. La guerra però è assente (macelleria a parte) e non si sente nemmeno un colpo di fucile in tutto il film. Assistiamo a una serie di gag tirate molto per le lunghe con cui è abbastanza difficile divertirsi. Il caos generato dalla quasi totale improvvisazione dei dialoghi, spesso sovrapposti, di troppi personaggi monodimensionali, non mi ha aiutato. La ciliegina sulla torta è la soporifera partita di football. Al di fuori del suo tempo, questo film è soltanto dimenticabile.
Per quel che mi riguarda non è il capolavoro per cui viene spacciato dalla critica e da buona parte del pubblico...ovviamente se si pensa che risale al 1970 e sopratutto che in quegli anni gli USA erano in Vietnam non si può che fare un applauso per il coraggio di mettere in scena questa satira antimilitarista! Molto buono ed in forma il cast con Sutherland e Gould mattatori indiscussi... Un film che non disdegna battute sessiste a ritmo continuo, anzi per l'epoca è pure sporcaccione! Qualche scena piuttosto divertente e una manciata di battute ciniche rendono questa commedia grottesca un buon prodotto. Comunque dai la sceneggiatura, che ha vinto pure l'Oscar, è piuttosto confusionaria...per me non è stato indimenticabile.
Ottimo film di Altman con una critica pesante al militarismo. Per saperlo apprezzare bisogna condividere l'umorismo di fondo. Ci si diverte molto ma forse non è un film per tutti.
Quello che mi colpito da sempre in Mash è il riuscire ad essere irriverente e pieno di follia anarcoide in un contesto tragico come un ospedale da campo in territorio di guerra pieno di feriti, di sangue e budella. Eppure malgrado tutto si ride e di gusto, con gag che raggiungono livelli geniali. Un film a cui sono affezionatissimo che rivedo sempre volentieri.
Sicuramente un buon film in cui la comicità demenziale di alcune situazioni grottesche e portate all'eccesso si mescola ad una velata ma allo stesso tempo asprissima critica verso la guerra e il militarismo. Robert Altman con mano sempre sicura ed esperta ci conduce tra le vicende surreali di goliardici e anarchici medici militari tra cui spicca evidentemente un grandissimo Donald Sutherland. All'epoca il messaggio rivoluzionario deve aver sicuramente sortito più effetto. A guardarlo oggi invece Mash è un film che offre piacevole intrattenimento (anche se in molti punti tende un po' a perdersi), ma niente più di questo
Ai suoi tempi fu sicuramente una ..bomba, per restare in tema. Oddìo, non poi tanto, perché di guerra c'è appena la location.. Dicevo, quarant'anni fa poteva trattarsi di graffiante satira antimilitarista, però è innegabile che oggi abbia perso una certa potenza, nonostante mantenga intonso tutto il suo fascino [senz'altro meritato l'oscar alla sceneggiatura, benché la prima metà del film sia nettamente sottotono rispetto alla seconda]; anche perché emana una tale voglia di libertà di poter dissacrare su qualsiasi cosa da risultare a tratti irresistibile, come tutta la scena del poker. Da riscoprire. Avendo un occhio di riguardo, ma da riscoprire.
Vedere Mash oggi non può sortire lo stesso effetto emozionale del periodo in cui uscì. Ci sono opere che non invecchiano mai, questa magari un po' si. Detto ciò, resta nel suo insieme un ottimo film critico non solo sulla guerra in Corea, ma sull'atteggiamento di una categoria, su un sistema, su un'ideologia. Divertente quanto basta, grazie soprattutto ad un gran bel cast. (Donald Sutherland è un grandissimo).
I primi tre quarti d'ora del film trascorrono in sordina, senza grandi sussulti o situazioni particolari. In seguito, la pellicola si anima di buone intenzioni ed offre sequenze molto interessanti e simpatiche come quella del "suicidio" con tanto di rappresentazione tipo "ultima cena". Il cast è buono e i dialoghi riescono ad essere abbastanza efficaci, nel complesso è un film riuscito ma, secondo me, non così tanto da giustificare una media eccessivamente alta. In gioventù qualche episodio dell'omonimo telefilm l'ho visto e devo dire che non mi era dispiaciuto affatto.
Satira molto coraggiosa, dissacrante, graffiante. Realizzata e proposta in pieno conflitto del vietnam, una pellicola che ridicolizza la guerra, la patria, la religione, l'onore. Ed è questa la grande conquista dell'avanzata occidentale, permettere la proiezione di un film del genere. Riflessioni, politica e società a parte, resta comunque un gran bel film, spassoso anche a una visione decontestualizzata.
Secondo me è un film che guardato oggi non ha più lo stesso impatto che poteva avere nel 1970. Grazie al genere pulp e al filone demenziale, per noi è una cosa naturale e usuale vedere scene paradossali e “scorrette”. Una volta invece rappresentavano una forte rottura stilistica con il passato, quasi una rivoluzione e il messaggio di questi film andava al di là del semplice divertimento o dello spasso che queste scene potevano dare. Prima della fine degli anni 60 nessuno avrebbe osato descrivere l’esercito americano in quella maniera così sgangherata e quasi parodistica. Guai a scherzare con cose delicate e dolorose come amputazioni o ferite di guerra. Nei film pre-60 i protagonisti dei film (pure quelli comici o satirici) erano persone assennate, dal comportamento corretto e dai saldi principi morali. Non si parlava liberamente di sesso libero o dell’uso di droghe. Non si faceva pubblicità al disordine e alla mancanza di disciplina. Mai e poi mai i dirigenti e gli alti in grado avrebbero avuto gli stessi vizi e le stesse abitudini di chi non vale nella scala sociale. Per questo questo film è qualcosa di più di un semplice intrattenimento. E’ un voler celebrare la libertà di parlare di tutto e di dissacrare tutto, senza riguardi verso i tabù e le istituzioni. La simpatia del regista va proprio verso i personaggi più anticonformisti, mentre i severi e i bacchettoni sono tremendamente dileggiati e mostrati come degli ipocriti ridicoli. Altman usa saggiamente l’accorgimento di far capire che la storia è solo una dissacrazione, una presa in giro. I malati ad esempio non parlano mai, non si lamentano, sono solo qualcosa di nominale e quasi astratto. Le operazioni chirurgiche appaiono come una specie di finzione; quindi tranquilli, nessuno ci rimette veramente. Si tratta solo di scherzare e di burlarsi di vecchie inutili istituzioni e di rigidi bacchettoni moralisti. Altman innova moltissimo anche a livello stilistico. Cerca di girare il più possibile in presa diretta. I personaggi parlano spesso in contemporanea e si sacrifica l’ordine e la chiarezza delle scene a favore del realismo e della naturalezza (retaggio della nouvelle vague). La mdp inquadra molto dall’alto oppure da distanza, spesso “disturbata” da oggetti che si parano davanti ai personaggi. Una volta uno stile del genere sarebbe stato inconcepibile. Noi del XXI secolo ormai non percepiamo più la portata rivoluzionaria di questo stile e il film ne risente moltissimo. Senza questa sensazione molta parte del film scorre a volte in maniera un po’ monotona o pesante. Rimangono gli spunti comici con alcune scene esilaranti, come quella con “Bollore”. Quella è proprio divertente.
Nemmeno questo film, molto apprezzato dal pubblico, mi ha mai troppo convinto. Qualche risata qua e la ma per me nulla più. La serie televisiva che ne fecero dopo ( durò 10 anni dal 73' al 83' ) fu molto fortunata.
Ecco il film più famoso di Altman, giustamente premiato con un Oscar alla sceneggiatura.
Praticamente un gruppo di medici durante la guerra di Corea, tira a campare fra un orrore e l'altro con un forte umorismo, che a volte tende quasi alla blasfemia praticamente (come nella scena della ricostruzione dell'ultima cena per esempio).
Una delle rare commedie a sfondo bellico. Molte risate alternate da qualche scena forte e terribilmente reale.
Strabilianti tutti gli attori (lo Skerrit di Aien e Top Gun, Gould e lo storico Sutherland, qui in una delle sue tutto sommato poche vesti da personaggio non cattivo).
Tra i maggiori successi di Altman (che dietro la mdp è sempre un gran mago); cult da vedere.
Da questo film verrà poi anche tratta una serie televisiva.
“L'esame delle urine di tutti i membri... mm.., disposizione annullata”
A 15 anni di distanza dal suo esordio cinematografico con The Delinquents e solo dopo 4 pellicole, Robert Altman sforna un film strepitoso, intriso di humour nero e cupo, veramente fenomenale, tratto dall'omonimo romanzo di Hooker. Il tutto si svolge nei M.A.S.H ossia nei Mobile Army Surgery Hospital, gli ospedali chirurgici da campo durante la guerra in Corea svoltasi negli anni '50. Questo rimanda senza molti giri di parole alla guerra del Vietnam. Infatti M.A.S.H uscì nel 1970, quindi nel bel mezzo del conflitto che vide le truppe statunitensi sconfitte. Ciò rende ancor più dura e coraggiosa la critica. Perchè Altman, in un periodo storico così delicato ,produce una pellicola di condanna verso la guerra, non tronfia di retorica antimilitarista, ma scanzonata ed ironica. Un inno alla satira, a quella satira politico/sociale che Altman faceva in modo duro e chiaro negli anni '70 e che gli U.S.A oggi difendono come simbolo di democrazia. Ahimè in Italia è censurata in tutte le sue forme alla faccia di tutti coloro che sostengono che il nostro sia un paese libero. Chi sostiene ciò, almeno prenda in considerazione che siamo indietro almeno 40 anni e non so che ciò può essere consolatorio. La rappresentazione dei M.A.S.H è divertente quanto spiazzante. Le condizioni proibitive dei medici e soprattutto gli orrori della guerra. La pellicola è profondamente anticlericale, con il personaggio interpretato da Duvall che pare un pazzo integralista religioso. Tocca il suo picco, dell'eretica scena in cui Altman sembra riproporre l'ultima cena ma con i medici/scienziati al posto degli apostoli. Scena densa di significato Il film è realizzato benissimo. La lunga scena della partita di rugby dimostra come Altman fosse bravo con la camera. La sceneggiatura, parte forte del film, è splendida e velenosa. Veramente uno script stupendo con battute ironiche, di humour nero e in alcuni casi nonsense. Veramente un festival di battute e scene bizzarre che fanno di M.A.S.H, un film splendido. La prova del cast è ottima e annovera nomi del calibro di Sutherland e Duvall. Questo è il Cinema Americano, questo è Robert Altman
“Sono venuto fin qui per dirvi... che ho deciso di suicidarmi”
Una bella commedia ambientata durante la guerra di Corea. Irriverente e divertente allo stesso tempo e di certo antimilitarista e dissacratoria nei confronti della vita militare e nei confronti dell'esercito americano. E' notevole il fatto che il film sia uscito in un periodo in cui l'America era impegnata nella guerra del Vietnam.
Irriverente, caustico, sarcastico, blasfemo, antimilitarista, demenziale. Tutto questo è MASH, ovvero Mobile Army Surgical Hospital. E' incredibile come Altman sia stato capace di coniugare la realtà atroce della guerra, mostrata -in alcuni casi senza lesinare sui suoi aspetti più cruenti-attraverso i feriti sul campo di battaglia, e l'umorismo sopra le righe con cui vengono descritte le azioni degli strampalati protagonisti delle assurde vicende narrate. Film coraggiosissimo, se si pensa che uscì nel periodo più caldo della guerra in Vietnam.
Il mio preferito di Altman nonché uno dei miei film favoriti in assoluto. Tra le commedie più straordinarie che abbia mai visto. Basta guardare la scena, lunghissima, della partita di rugby per vedere come quest’uomo sapeva farci con il Cinema. Ogni benché minimo particolare è in questo film, esaltato e studiato come fosse un punto essenziale del messaggio e i personaggi nel loro cazzeggio sono meravigliosamente umani (Elliot Gould su tutti) e soprattutto divertenti. (una menzione particolare è per Bollore che io conservo nel cuore come “incommensurabile babbea”) =)
film che a mio parere parte lento (volevo smettere), le con dialoghi e scene iniziali molto scontate e banali. Ad un certo punto sale di colpi, sarà che i personaggi iniziano a delinearsi.siamo sulla sufficenza.la scena della partita (compresi gli allenamenti) di football è geniale. Tutto sommato un film che merita solo per alcune scene, ma comunque pieno comicità intelligente.
Irriverente satira bellica che porta la comicità laddove nessuno se lo sarebbe aspettato: in un ospedale militare. Al centro della storia sono le burle di Falco e Razzo i due personaggi che potremmo definire protagonisti (in realtà qui i protagonisti sono un pò tutti) a danno della calda infermiera Bollore e del religiosissimo maggiore Burns. Alcuni personaggi resteranno per sempre indimendicati: il mitico Cassiodoro ad esempio e le sue paure di diventare omosessuale. Tuttavia ho odiato per tutto il tempo Donald Sutherland e i suoi fischi isterici. Un film da riscoprire.
oh gran bel film,dopotutto altman non mi ha mai deluso,la prima volta che lo si vede si ride proprio di gusto..non lo definirei comunque un film di guerra.
Rivisto oggi, dopo 36 anni... al cinema mi aveva impressionato, ma ero un ragazzino; ora, beh, non mi sembra francamente questo gran capolavoro. Film capostipite, certamente, anni '70 in pieno, ma Altman ha fatto senza dubbio di meglio. Elliot Gould e D. Sutherland vengono lanciati alla grande da questo film, e sono bravi, ma tutto l'insieme è un po' datato. Comunque merita ancora di essere visto, però secondo me più come opera "storica".
Anarchico, goliardico, grottesco, irriverente, scanzonato, comico, farsesco, mordente..... e chi più ne ha più ne metta. Il più bel film antimilitarista e contro la guerra mai realizzato. Un cast di attori eccellente ( su tutti Sutherland e Gould davvero straordinari ) e spazio all'improvvisazione. Film indimenticabile cosi' come il grande mito di Altman.
Grandioso!Ironia,sarcasmo,cinismo e tante risate...in un ospedale da campo in guerra!!!A tratti grottesco,ma sempre tagliente...straordinari gli interpreti!!!
Le autorità militari sepolte da una (o mille?) risata. Interpreti magnifici, molti compaiono in altri film di Altman. Gag divertenti, humor nero e, in sottofondo, un cupo senso di morte.
davvero molto simpatico questo film come l'intero cast... penso sia uno dei primi film che snobbano la guerra e lo fa con una certa ilarita e con gag convincenti... peccato pero che alla lunga il film ricalca sempre il dito sullo stesso argomento,e cioe il sesso...un po eccessivamente direi
Grottesco film demenziale, cattivo e assolutamente antimilitarista. Un film indimenticabile, uno dei migliori di Altman, copiato e stracopiato ovunque, con un cast da paura. Sutherland e Elliot Gould sono dei grandi.
Film politicamente corretto ma ideologicamente scorretto. Altman sviluppa una commedia apprezzabile in un ambiente che nell'immaginario collettivo è sinonimo di tragedia: la guerra in Vietnam. L'originalità della sceneggiatura è il grande punto di forza del film, trascinato da un'esilarante serie di gag che vede protagonisti un gruppo di chirurghi buontemponi per nulla scossi dall'ambiente in cui si ritrovano. Spicca un Sutherland veramente imperdibile, con un humor degno del miglior cinema comico americano. La nota storta del film, tuttavia, è l'ideologia del regista. Spesso accade nei film di Altman di dover assistere ad uno spettacolo puramente maschilista, dove la donna è sempre stupida, fragile e ignorante. Questo film, purtroppo, ne è l'esempio più rotondo e cristallino.
P.s. Era da praticamente un mese che non mi collegavo, sono appena tornato da un viaggio in Cile.
Umorismo nero, caustico!!!! Il film, che ha ispirato una serie di telefilm e sit commedy degli anni '80, appare oggi com un vero capolavoro, che riesce a convince e divertire. Padre di quel filone comico che oggi definiremmo "DEMENZIALE", M*A*S*H sembra avere ancora molto da insegnare ai suoi successori... E' una pellicola che ci insegna a riflettere sulla risata, raffigurata come una scialuppa di salvataggio che da sola riesce a gettare speranza anche nelle situazioni più improbabili...Da non perdere.