non lasciarmi regia di Mark Romanek USA, Gran Bretagna 2010
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non lasciarmi (2010)

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locandina del film NON LASCIARMI

Titolo Originale: NEVER LET ME GO

RegiaMark Romanek

InterpretiCarey Mulligan, Andrew Garfield, Keira Knightley, Sally Hawkins, Charlotte Rampling, Andrea Riseborough, Nathalie Richard, Domnhall Gleeson, Charlie Rowe, Izzy Meikle-Small, Ella Purnell, Kate Bowes Renna, Hannah Sharp, Christina Carrafiell, Oliver Parson

Durata: h 1.43
NazionalitàUSA, Gran Bretagna 2010
Generedrammatico
Tratto dal libro "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro
Al cinema nel Marzo 2011

•  Altri film di Mark Romanek

Trama del film Non lasciarmi

Tommy e Ruth vivono in un mondo e in un tempo che ci sembrano familiari, ma che in realtà non sono vicini a nulla che conosciamo. Trascorrono la loro infanzia ad Hailsham, un apparente idilliaco collegio inglese. Quando lasciano il rifugio della scuola e una terribile verità del loro destino si rivela a loro, devono anche confrontarsi con i profondi sentimenti di amore, gelosia e tradimento che minacciano di separarli.

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Voto Visitatori:   7,08 / 10 (126 voti)7,08Grafico
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Voti e commenti su Non lasciarmi, 126 opinioni inserite

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forzalube  @  26/04/2011 06:10:02
   7 / 10
Suggestivo ed inquietante. Io l'ho trovato interessante e non noioso però non mi ha convinto del tutto. Forse è troppo patinato, forse troppe ellissi narrative.

Bertasa  @  26/04/2011 01:05:48
   9 / 10
Normalmente non sono una ragazza che piange come una fontana davanti ai film ma questa volta...
Questo film è davvero pesante.
Bellissimo e coinvolgente.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/04/2011 14.40.05
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Invia una mail all'autore del commento Aletheprince  @  25/04/2011 16:14:06
   5 / 10
Dietro ad un lavoro superbo di fotografia e di sceneggiatura - eleganti, raffinate, delicate - si cela una storia ambiziosa, che non può non evocare messaggi morali e sociali di fortissimo impatto emotivo.
Eppure, è proprio dal punto di vista delle emozioni che il film pecca, con quel suo ritmo stanco e poco coinvolgente, con quelle recitazioni piatte ed incolori, con quella resa troppo superficiale e frettolosa (.... pur nella monotona lentezza della pellicola!) di quell'incredibile senso di rassegnazione e di "silenzioso rispetto del precetto di vita", che pervade l'intero film.
Non si comprende perchè i protagonisti, durante le stanche scene cadenzate lungo lo scorrere della pellicola, rimangano quasi del tutto inermi e sottomessi ....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERdinanzi all'incedere inevitabile degli eventi.
Simile pecca è la ragione principale per cui lo spettatore non rimanga del tutto coinvolto, non riuscendo ad appagare la propria voglia di "sapere di più" di quella storia, di conoscere meglio le dinamiche che si celano dietro al collegio, di acquisire maggiori nozioni sui caratteri dei protagonisti, anch'essi poco approfonditi, anche per quanto riguarda l'intreccio amoroso che si snoda lungo la narrazione.
De gustibus!
ma personalmente preferisco il "blockbuster" luccicoso The Island! ... il che è tutto dire!

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Ultima risposta 25/04/2011 22.58.43
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lullaby2009  @  23/04/2011 12:54:21
   9 / 10
Film sconvolgente e toccante, che investe lo spettatore con una forte carica emotiva, in maniera lenta e inesorabile. Una inquietante riflessione sull'etica della clonazione, che pone di fronte a più di un interrogativo. Bellissima anche la fotografia, che riesce a rendere ancora meglio la rappresentazione della realtà terribile e angosciante in cui si trovano i protagonisti.

Laisa  @  23/04/2011 02:34:30
   5 / 10
angosciante, poco originale, e di una crudeltà gratuita, inversamente proporzionale alla sua verosimiglianza...

5 risposte al commento
Ultima risposta 25/04/2011 12.36.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  16/04/2011 20:10:37
   8½ / 10
Un film che pur arrivando molto in ritardo, entra prepotentemente a pieno merito nell'ottima, e sottolineo ottima, stagione cinematografica fin qui vissuta.

Il tema della pellicola si presta molto a riflessioni ingombranti, prima fra tutte quella dell'uomo trasformato in risorsa per la sua razza. Una sorta di scenario apocalittico dove alcuni vengono cresciuti come bestie d'allevamento e dove altri comprano " pezzi di ricambio " come se il corpo umano fosse l'equivalente di una station wagon un pò datata.

Leggo commenti che attaccano la poca originalità del testo, ma per come vedo io il cinema, trovo molto difficile non riuscire a farsi convolgere da una storia del genere, narrata e interpretata in maniera pressochè perfetta, con momenti tanto struggenti quanto ben calibrati e riusciti. Basta una sequenza -l'urlo di Tommy verso la fine - a sintetizzare quel mix di rabbia e sgomento trascinante che accompagna lo spettatore davanti tutta la visione del film.

Attuale e non meno politico del capolavoro di Orwell, Never let me go è un bell'esempio di fantascienza intelligente e minimalista, l'unica ancora possibile dopo l'abuso della tecnologia da blockbuster, carico di un gusto retrò fuori dal comune, asettico come non succedeva dai tempi di Gattaca. E se a farla da padrone sono i temi e le domande poste dal romanzo di Ishiguro, nella versione cinematografica va sottolineata la grandissima prova dei tre protagonisti, meravigliosi in egual misura, ma soprattutto capaci di sintetizzare al meglio un malessere interiore carico di mille sfaccettature.

E'un film dal quale si esce completamente a pezzi. Mi ha ricordato tantissime cose, da Blede Runner a Cronenbergh passando per Dick. 8.1/2 ma probabilmente rivedendolo potrei dare anche di più.

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Ultima risposta 23/04/2011 16.45.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  15/04/2011 05:56:48
   9 / 10
Mi convinco sempre di più che un bravo regista dirotta la sua opera esattamente dove lo spettatore teme d'essere trascinato. "Non lasciarmi" è un quasi-capolavoro scomodo, terribile e straordinario. Romanek dirige con partecipazione trattenuta e sgomenta, ma soprattutto ritorna ad un cinema di volti. Indugia sui gesti e le espressioni dei tre bambini e poi dei tre ragazzi, ci costringe ad annotarne le fattezze fino a non sentircene più estranei. Si arriva all'epilogo smezzati, atterriti e arrabbiati. L'urlo straziante di Tommy è forse banale ma puntualissimo. Fortunatamente questa sincronia emozionale non si rompe, al contrario si realizza compiutamente nel finale. Il pensiero che mi aveva assillato per gran parte della visione, che speravo tanto venisse dipanato in qualche modo, trova sfogo nelle ultime parole di Kathy. Una riflessione essenziale e limpida, una chiusura pressoché perfetta.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/04/2011 13:15:22
   5 / 10
Mark Romanek confeziona un film tecnicamente ineccepibile, buone interpretazioni, belle musiche, bel montaggio e bella fotografia; ciò che più mi ha lasciata perplessa è la patina di film d'autore che avvolge un prodotto dalla trama oggettivamente non troppo originale per la cinematografia. Inoltre questo impatto emotivo così forte non sono riuscita ad avvertirlo; tutto mi è sembrato troppo costruito, troppo melenso, troppo didascalico, troppo lontano dallo spettatore o almeno da me. Il film risulta noioso e la durata, in questo particolare caso, mi è parsa eccessiva.

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Ultima risposta 14/04/2011 23.51.22
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donzauken  @  10/04/2011 12:19:50
   9 / 10
Film intenso, dolente, struggente, ricco di simbolismi e metafore sul senso della vita. Bellissime le atmosfere rarefatte che si respirano soprattutto nella seconda parte del film, merito di una fotografia davvero notevole. Film di forte impatto emotivo che scuote le coscienze e fa riflettere. Da vedere.

micia74  @  10/04/2011 03:34:48
   8½ / 10
seppur un film di fantascienza, credibilissimo nonostante la trama, spinge lo spettatore a farsi domande il chè per un film è il massimo, in me ha scatenato diverese emozioni, la prevalente era rabbia mista ad ansia. Gli attori sono bravissimi si mescolano talento e tecnica, originale la regia, veramente consigliabile,anche se non per tutti

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  08/04/2011 01:04:20
   4 / 10
Francamente mi è piaciuto poco. Non lo metto in discussione sotto il profilo tecnico, poiché la fotografia, le interpretazioni e le musiche erano tutte di alto livello. quello che metto in discussione è la storia narrata e un malcelato autocompiacimento autoriale mascherato da analisi sociologica e umana. Il film è desolante dall'inizio alla fine e vuol spacciare per originale una tematica già affrontata dal cinema in molteplici occasioni anche risalenti nel tempo. Il messaggio che vuol dare alla fine o è pacchiano:


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

oppure mi è oscuro.
La progressione narrativa simile a quella del roman d'apprentissage è vacua, scarsamente introspettiva, già vista e sostanzialmente noiosa.
La rassegnazione ed il senso di inesorabilità che trasmette l'intera vicenda non sono supportati da nessun elemento che li renda credibili ed accettabili.
Ignoro la forza e l'impianto narrativo del romanzo da cui il film è tratto, ma la trama resta di una banalità sconcertante.
inoltre quello che può funzionare in letteratura (una trama banale in mano ad un autore brillante può comunque produrre un capolavoro) raramente funziona in cinematografia.
La stessa tematica è stata affrontata da altri autori in modo più soft, con progressioni narrative avvincenti e coinvolgenti per il pubblico, pur ponendo (sempre che qualcuno voglia porsele) le medesime domande. Le due pellicole di riferimento che vengono in mente (le più eclatanti, ma non le sole) sono Coma Profondo e The Island (di cui tematicamente siamo ai limiti del clone... appunto).
In sostanza ci si trova di fronte ad un esercizio di stile (scarso) che ha sfruttato la popolarità di un romanzo.
Noia mascherata da poesia.

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Ultima risposta 03/08/2011 13.46.38
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Clint Eastwood  @  07/04/2011 22:32:22
   4 / 10
Stasera ti senti forma più del solito e vorresti uscire a spassartela come viene. Casualmente il cinema vicino proietta Chira Naitl' e non NEVER LET ME GO, qualcosa di tosto visti i nomi. Chiami un paio dei tuoi migliori amici intenditori o meno di cinema, quei amici con cui basta una mezza parola per capirsi e scatenare improvvise grasse risate. Niente bimbette, il gioco funzionerà anche senza. Ti fai subito l'idea che vai a vedere un film piuttosto serio ma niente pretese, anzi una specie di sorpresa. Ti fai ingannare dalla bella locandina, compri il biglietto, qualche birra fresca nello zaino, entri in sala, ti accomodi nella più densa mischia di gente e aspetti che inizi. Le luci si spengono, la gente smette di parlare, silenzio. Passano i primi cinque minuti e ancora non riesci a inquadrare bene la situazione con gli amici ti guardano storto come se ti dicessero "ma che roba è ? hai detto che era ... ". Il tempo passa e lentamente subentra la noia, guardi l'orologio e sospiri. La sedia stranamente diventa scomoda, tu ti senti di mèrda. Il film non ti convince, troppo melenso o magari scontato o chissà cos'altro e proprio quando dici basta abbiam capito ecco che vedi il personaggio di Garfield che dice "leggimilo ancora" così dolce da farsi perdonare un'omicidio premeditato disteso sul letto con gli occhioni dell'omonimo personaggio da cartone animato. La sua espressione è qualcosa che non hai mai visto prima, recita finge o ti prende per il cùlo e non fai in tempo a girarti per dire la tua al compare vicino lo vedi che quello non riesce a respirare, ha gli occhi chiusi, la bocca coperta dalla mano e la faccia imbalsamata in lacrime. Ha fatto prima dello starosta. Una questione di attimi, processi neuropsicologici e ti ritrovi nella stessa situazione. In sala regna il silenzio assoluto perché i protagonisti parlano a sillabe con intermittenze da immettere intere poesie di Eminescu in mezzo e il pubblico più della metà vecchi addormentati e ragazze immobili a fissare e commuoversi ad ogni smorfia sullo schermo ipnotizzati da questa specie di favola. Perdi il controllo su te stesso, i continui cenni e gesti fatti per corrispondenza con gli amici non fanno che peggiorare la situazione, allora decidi di uscire a darti una rinfrescata. Rientri in tutta calma ma è quasi impossibile, Garfield è come se ti volesse punire, da una parte ti fa scompisciare dalle risate dall'altra però ti invita a soffrire in silenzio e non disturbare il sonno comune. Dopo un po' la situazione diventa stabile. La storia sta per diventare triste e tu non sei proprio un essere insensibile quindi ritrovi la pace con qualche leggero sobbalzo. Finisce il film, non c'hai capito niente e neppure t'interessa perché non c'è da capire molto Bay ha già detto abbastanza sul tema pur deviando e alla ricerca dello spettacolo. Ti avvolge uno strano senso di tristezza ma non per come appunto finisce (considerazione inutile), ma perché sai che questi momenti non capitano spesso di divertirsi e ridere a crepapelle nelle circostanze date con un film che è tutt'altro ma non una commedia.

Quindi cercate di farvi una sorpresa, una sana risata in compagnia non fa che bene.

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Ultima risposta 09/04/2011 21.27.26
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Invia una mail all'autore del commento kossarr  @  05/04/2011 03:58:30
   9 / 10
La trama è senz' altro originale per quanto inverosimile.
Detto questo le atmosfere, le musiche e le interpretazioni degli attori sono di altissimo livello.
Suscita commozione, amarezza e rabbia.
Davvero una bella sorpresa.
Lo consiglio a tutti.
Magnifico!

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Ultima risposta 10/04/2011 15.28.35
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spoonji  @  04/04/2011 17:25:43
   6½ / 10
Mi è piaciuto, non c'è che dire, girato bene, attori ottimi, atmosfera cupa al punto giusto, ma mi ha deluso nel suo complesso, troppo freddo secondo me. Il 7 lo manca perché con in mano una storia così si poteva fare molto di più...

Ma forse è anche colpa dello strzo che avevo dietro che mi ha rovinato l'atmosfera commentando ogni scena finché non l'ho insultato.

suzuki71  @  04/04/2011 16:00:01
   8 / 10
Film emotivamente teso, supportato da tre bravissimi protagonisti che esprimono molto bene le atmosfere fredde e particolarmente profonde del libro: tipicamente giapponese quest'ultimo, perfettamente anglosassone il film. Bellissimo.

Rand  @  03/04/2011 23:35:12
   8 / 10
Può un libro essere trasposto in un film di identica forza? A volte è possibile, in questo caso Mark Romanek riesce a trasporre l'opera di Ishiguro in un film ugualmente efficace, ugualmente realistico, e ugualmente triste. Carey Muligan si conferma un attrice versatile ed estremamente dotata, lo stesso dicasi di Andrew Garfield. Paradossalmente propio la Knightley rimane ai margini con un interpretazione a tratti monocorde, probabilmente a causa del personaggio. Un film certo non facile, in cui i problemi di etica ed umanità fanno da sfondo a interrogativi che saranno sempre più esplicit mano a mano che il film prosegue.

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Ma soprattutto i "donatori" hanno la stessa anima dei "possibili"?

Cos'è un anima? Ciò che unisce i sentimenti ai ricordi?
Never, never let mi go...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  03/04/2011 21:03:51
   5 / 10
Una volta tanto -e con soddisfazione- vado controcorrente rispetto alla critica. Se devo essere sincero non penso riuscirei a dare una valutazione del tutto oggettiva a questo film, che trovo non molto definibile. Quel che mi rimane, tuttavia, è un...nulla. Premetto di essere un amante del drammatico, e apprezzo i bei momenti d'intensità, tuttavia in questo specifico caso non ho provato nessuna emozione, zero coinvolgimento, insomma un encefalogramma piatto, giusto per rimanere in tema.
Parlo a voi, popolani! Voi capisaldi della semplicità, dei clichè e del commerciale:
evitate questo polpettone, se potete!!

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Ultima risposta 06/04/2011 21.11.23
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  03/04/2011 13:28:30
   8 / 10
A guardare il trailer potrebbe sembrare uno di quei classici filmetti sentimentali e smielati, ed invece ci troviamo di fronte ad un prodotto delicato, profondo e ricco di riflessioni sulla vita e sulla morte. Era da tempo che non mi commuovevo al cinema. Bravi i tre protagonisti.

Fenderigo  @  03/04/2011 03:57:33
   9 / 10
oh mio dio che film.Pazzesco...non piangevo da almeno una decina di film...

Weamar  @  03/04/2011 02:30:34
   8 / 10
Quando uscì "Non Lasciarmi", un romanzo dello scrittore nippo-britannico Kazuo Ishiguro, lo comprai senza pensarci due volte e lo lessi alla svelta. A quasi quattro anni, ne esce fuori un film che visto poche ore.
E mi è rimasta la stessa sensazione addosso; perché in altre parole, io saprei descrivervi le emozioni che questo film ti suscita. Talmente tanto delicato che ti sfiora continuamente, con grazie e delicatezza. E' un amore che si evince in ogni fotogramma e che si evolve in perfetta sincronia con i paesaggi (meravigliosi, oserei aggiungere).
Un cammino lento, mai banale, che svolge alla perfezione il martirio interiore di un'ottima Mullingan. Una prospettiva, insomma, che è vista non anormale (come potrebbe apparire, invece, allo spettatore) ma come quotidiana, abitudinaria.
Dove anche un piccolo oggetto, rotto e vecchio, precede il finale. Te lo scoprono velo dopo velo, senza nessun mistero. Uno schiaffo morale alla società, sempre pronta a schiacciare il più debole per ricostituirsi e vivere la sua vita. Uno schiaffo morale all'amore che sebbene ciclico, non è in grado di distruggere un destino segnato dall'uomo.

E' questo ciò che rappresa il film di Romanek e sicuramente migliore del libro. E va metabolizzata, come cosa. Magari canticchiando proprio quella canzone: *Kiss me, never … never … never let me go!*

PS Un encomio alla prima parte che, sebbene poco sfruttata, è una bellezza per gli occhi.

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Ultima risposta 03/04/2011 02.31.32
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aleintothewild  @  03/04/2011 02:19:40
   10 / 10
Attori strepitosi, trama originale, ma poco credibile. Tanto la credibilità non è lo scopo...Invece fa riflettere sulla vita e lascia parecchio tristi. Commovente all'inverosimile!

Izivs  @  02/04/2011 23:19:12
   5½ / 10
La trama è veramente interessante......ma manca il nesso che lega i ragazzi all'accettazione del loro destino, al loro consacrarsi a semplici pezzi di ricambio per la vita di gente "migliore" (???)....e questo, a mio parere, rende il film poco convincente.
Poco persuasivi i discorsi sull'incapacità di fuggire.....provavano dei sentimenti e volevano sopravvivere...erano ragazzi perfettamente normali, cosa li legava ad un destino tanto infame?

EdwardBaker  @  01/04/2011 14:27:13
   9 / 10
Never let me go è un film che suscita grandissime emozioni e porta lo spettatore a riflettere profondamente sulla vita.

cecy82  @  01/04/2011 10:43:24
   7 / 10
bello ma manca qualcosa

albio1985  @  31/03/2011 23:26:10
   5½ / 10
La storia di fondo è davvero buona,peccato che il film a mio parere è massacrato da un ritmo costantemente pari allo zero. Il risultato finale,purtroppo,è un qualcosa che si avvicina più ad un "polpettone" che ad un film da ricordare. Il finale convince,è davvero bello,ma non basta a tenere in piedi il resto

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Ultima risposta 16/04/2011 14.15.48
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TheLegend  @  31/03/2011 19:58:39
   8 / 10
Film che sprigiona poesia,che fa emozionare e riflettere.
Riesce a comunicare con lo spettatore,con la sua anima,e ad aprirgli il cuore.

werther  @  31/03/2011 09:44:40
   7 / 10
Una trasposizione cinematografica di un libro che premetto di non aver letto,il film è sicuramente toccante in alcuni punti e fa riflettere sul senso della vita in generale portando lo spettatore a farsi delle domande che scavano nel profondo della propria coscienza e del proprio animo,il film ha comunque come punto debole una sceneggiatura estremamente lenta e compassata,sicuramente adatta al suo genere ma che nella prima parte annoia un pò.Ottima prova di tutto il cast,veramente ben scelto e che ha offerto una recitazione quasi impeccabile.

paolomagna  @  31/03/2011 09:04:18
   10 / 10
A questo film, secondo il mio modestissimo parere non si puo dare che un bel 10 e peccato che non si possa dare la lode.Voglio iniziare con una frase del film " SE CERCHI IL TUO POSSIBILE CERCALO BENE...MA TRA I RIFIUTI....E' DA LI CHE VENIAMO".Frase molto forte ma che racchiude il senso di tutto il film......Film intenso e commovente che in alcune scene ti fa davvero piangere perchè entri nella condizione emotiva dei personaggi.Io ho letto il libro e devo dire che è molto fedele al testo e le emozioni che ho provato leggendo Romanek è riuscito a trasportarle nella pellicola....tanto di cappello a lui e agli attori.L'unica cosa che ha tagliato rispetto al film è la parte che riguarda il college, ma questo è relativo rispetto alla grandezza del film. Dicevo che il film è stupendo perchè riesce a farti sentire i sentimenti le illusioni l'angoscia la tristezza dei protagonisti.Devo dire che il film tocca delle corde dentro di noi che ti colpiscono l'anima e sappiamo che non è mai facile riuscire a fare questo, e questo è anche merito alle parole che sono fondamentali in questo film oltre che ai grandi silenzi allle scenografie ai quadri di vita di ogni personaggio.Condizione terribile per questi ragazzi che gli viene svelata dall'insegnante Lucy in una scena memorabile.....fa venire la pelle d'oca....e il silenzio che segue con il rumore della pioggia è davvero d'effetto.Di effetto pure l'urlo di disperazione di Tommy alla fine del film...cavolo li rappresenta tutta la sua anima....complimenti davvero......Quello che viene fuori dalla pellicola è l'accettazione incondizionata del proprio destino al quale non possiamo sottrarsi...non c'è l'idea di fuggire perchè non servirebbe a nulla, non possiamo scappare dal nostro destino anche se nella vita reale ne siamo inconsapevoli mentre qui i protagonisti arrivano alla consapevolezza di cio ma allo stesso modo non possono porvi rimedio....Bellissimi le inquadrature come ho gia detto..come dire sembra che tu riesca a vivere quei momenti a sentire il freddo del vento gli odori della campagna della brezza marina la tristezza che ti mettono alcuni paesaggi...una sensazione strana....devo dire che sono uscito dalla sala un po turbato colpito nell'anima...un film che lascia il segno.Altro da dire non c'è solo che dovete andarlo a vedere.


Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  31/03/2011 00:10:18
   8 / 10
Credo che questa sia una delle migliore annate cinematografiche da tanto tempo a questa parte.
Ho letto il romanzo di Ishiguro, non l' ho apprezzato fino in fondo, perchè l' idea meravigliosa da cui parte non mi è sembrata sviluppata nel modo migliore. Ho notato una certa reticenza, un pudore quasi artefatto, un distacco che mi ha dato la pessima impressione che l' autore non volesse concedere nulla al genere scelto per il suo romanzo.
Il film è tutt' altra cosa. E' un film di fantascienza distopica forte e glaciale allo stesso tempo, che non trascura la cornice in cui si muovono i tre protagonisti, ma semplicemente si limita a mostrarcela attraverso la loro prospettiva, quindi dandola per scontata e assolutamente normale.
Il dolore profondo che questi ragazzi provano, si stempera in un' altrettanto profonda rassegnazione che, al contrario di quanto accadeva nel libro, non ci rende indifferenti alla loro vicenda, ma ce li rende ancora più vicini, così simili a noi, così supini nell' accettare una condizione imposta e da cui non c'è via d'uscita.
E in fondo, come dice la splendida Carey Mulligan, tra noi e loro non c'è differenza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  30/03/2011 23:27:40
   8 / 10
Parto dalla premessa che non ho letto il romanzo di Ishiguro.
Il film di Romanek è una di quelle pellicole che devono essere metabolizzate più lentamente rispetto ad altre. Ad un primo approccio può sembrare un film che pur avendo momenti di estrema intensità (gli ultimi venti minuti sono veramente grandiosi in questo senso), può apparire nel suo svolgersi piuttosto freddo e distaccato. Ciò che colpisce però è la sua grande capacità di creare molteplici riflessioni non tanto per ciò che viene mostrato, quanto per quello che non si vede o viene solo appena suggerito. il taglio quasi esclusivamente intimista dato alla vicenda, limando il contesto sociale su cui si sviluppa la storia dei tre protagonisti, in fondo è la carta vincente della pellicola.
Il controllo della società sui protagonisti è tanto ferreo per quanto invisibile e pressochè impalpabile se non per piccoli particolari (i braccialetti elettronici), alimentando un senso di muta rassegnazione che permea tutto il film. Una rassegnazione creata da una distopia sociale aberrante che ha operato una scelta netta in nome di un progresso scientifico che ha sconfitto le malattie, ma allo stesso tempo uccidendo la propria coscienza ed etica collettiva, negando a queste "povere creature" lo status di esseri umani: il possedere un'anima. Sono animali da allevamento, "replicanti" che non vedranno nulla di straordinario da rimpiangerne la perdita.
Non è facile trovare pellicole di questo genere di questi tempi. I richiami a quel cinema di fantascienza a sfondo sociale degli anni 70 è ben presente ed a caldo mi ricorda per assonanza una pellicola come Soylent green, proprio per l'idea del "riutilizzo" del materiale umano, ma il contesto sociale di sfondo era molto più palese rispetto a Non lasciarmi.
Da lodare l'ottima prova del dei tre protagonisti perchè anche grazie alla loro sensibilità hanno reso in maniera eccellente la parabola dei loro rispettivi personaggi verso un destino già scritto.

Lory_noir  @  29/03/2011 23:43:55
   7 / 10
Tre attori molto bravi per un film dalla profonda morale ma che presente, secondo il mio modesto parere, dei buchi nella trama. Poteva essere fatto meglio ma le interpretazioni dei giovani attori e alcuni momenti veramente toccanti lo rendono godibile.

willard  @  29/03/2011 14:13:44
   8 / 10
Una storia inclassificabile, diciamo fantascienza minimal/medico/genetico/sentimentale, ma ad ogni buon conto sicuramente un film appassionante anche se dai ritmi un po' lenti, molto british nelle ambientazioni, diretto dal regista Mark Romanek di cui ricordiamo l'interessante "One Hour Photo" (2002).

Tratto da un racconto del giapponese Kazuo Ishiguro, la vicenda pone lo spettatore di fronte ad un possibile presente dal passato modificato, che ci affianca degli esseri umani nuovi, ma destinati ad una ineluttabile sorte.

Ben recitato dall'espressiva Carey Mulligan, l'ormai affermata e affascinante Keira Knighley e l'interessante Andrew Garfield, "Non Lasciarmi" sarà uno di quei film che lasceranno una traccia indelebile nelle uscite "underground" del 2011.

aladar  @  28/03/2011 23:48:55
   6 / 10
un film per pochissimi, bravi gli attori, bella la fotografia, la regia, tutto quello che volete, ma il film è noioso, non dice nulla di nuovo anzi l'ho anche trovato poco credibile (e infatti non sono l'unico qui a chiedersi perchè questi non fuggono dal loro destino). In realtà avrei dato anche 5 ma non volevo scatenare una rivolta da parte di chi ha dato 9 o 10 a questo film. Sono andato a vederlo venerdi all'ultimo spettacolo e in tutta la sala eravamo in sei. Ripeto: un film per pochissimi.

5 risposte al commento
Ultima risposta 31/03/2011 23.31.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  28/03/2011 16:41:35
   8½ / 10
Una svolta nella scienza medica, risalente al 1952, da' la possibilità ai dottori di sanare malattie incurabili. La conseguenza di tale conquista ci viene descritta da un racconto a ritroso condotto dalla 28-enne Kathy H. (la talentuosa, "blindata" e perfetta Carey Mulligan). Badante da un paio di lustri di pazienti un po' speciali, ragazzi che cedono "qualcosa" in cambio della compagnia e del suo sostegno morale, Kathy ripensa ai tempi della frequentazione del college di Hailsham e ai compagni Tommy D. (un viscerale Andrew Garfield) e Ruth (un'impulsiva e sofferente Keira Knightley). Rivede i disastri che Tommy combinava con lo sport e il disegno, i recinti insuperabili della scuola, la rigidità comportamentale dei docenti, il controllo di una situazione che solo adesso appare ostinata e soggiogante.

Una repressione che passava anche attraverso una finta moneta, con la quale poter comprare qualcosa di virtuale o semplicemente inutile. L'illusione "regalata" ai ragazzi si traduceva in oggetti mezzi rotti: bambole senza braccia, ceramiche frantumate, audiocassette ingiallite, delle quali una molto romantica inneggiante al sentimento più nobile. I giovani studenti, però, erano fasciati da ben altre strette: quei braccialetti elettronici, apparati futuristici distintivi, che stonavano con l'ambiente rurale e semplice dove conducevano le loro esistenze; imitazioni simboliche disumane di un domani che potrebbe essere il presente di Kathy, e forse anche il nostro.

Gli educatori di Hailsham, interessati a una vita che potesse spingersi oltre ogni limite, reclamavano non a caso la robustezza fisica dei loro allievi, aiutandoli con l'assunzione di verdure e negando loro le sigarette. La conservazione siffatta nascondeva qualcosa: gli scolari non erano altro che duplicati generati senza padre ne' madre, incalzati da una copertura medica quasi ossessiva che si compie quando gli stessi vengono messi a far parte di un feroce gioco cannibalesco. I "doni della morte" sono salvifici eppure sempre e soltanto, per forza di cose, temporanei. Chi salverà chi? Chi, tra le due etnie ormai distinte (donatori e riceventi), vivrà meglio e più compiutamente?

L'esplosione di un sentimento, ricchissimo di sfumature, probabilmente non previsto e così fantasticamente esorbitante da distruggere qualsiasi limite, rischia di minare gli esperimenti. L'Amore non riesce a fingere, nemmeno nelle piccole rappresentazioni teatrali volute dalla docente più sincera. Ma il destino è rigoroso, e cerca di abituare al grigio il DNA dei tre protagonisti, uno dei quali vittima di un erotismo manipolato e schematizzato dalla lettura di riviste pornografiche. Il fato si appoggia sugli sguardi di compatimento delle persone più grandi, che già conoscono il terribile avvenire di quegli esseri innocenti i quali si scoprono arenati, come barche su una spiaggia a due passi dal mare.

Nel suo pre-sentimento allarmistico e cupo, Romanek attinge dal romanzo di Ishiguro e dirige con singolare gradevolezza, componendo quadri a ogni scena, fissando la MdP in angoli inusuali e rendendo la forma del film così aperta che la nostra curiosità non può far altro che crescere, attendendo sempre un episodio illuminante e rivelatorio. Partendo da un terzetto d'attori eccezionali, a cui si aggiunge Charlotte Rampling (artista leggendaria e messaggera di un'Arte che non può redimere), l'estroso regista rende mirabile l'idea del trascorrere del tempo, attraverso stacchi morbidi che poi si manifestano improvvisi e brucianti nell'animo dello spettatore. Peccato per l'ultima parte, forse un po' troppo decifrata, che corre il rischio di circostanziare un'opera per definizione inafferrabile.

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WongKarWai  @  28/03/2011 13:08:57
   9 / 10
Un film che mi ha toccato profondamente. Sia per i temi trattati, che sento molto vicini, sia per la regia delicata, essenziale, poetica, sia per la fotografia sublime. Quello che ci viene mostrato è un mondo distopico (ambientato nel passato, cosa senz'altro inusuale) ma la parte fantascientifica del film è solo uno strumento, un contorno per parlare di temi più alti. Dal tema della sperimentazione scientifica e dei limiti che dobbiamo darle (cosa sarebbe successo dopo i successi medici se non avessimo arginato il progresso con l'etica?), al tema della vacuità e brevità della vita, sublimata solo dall'amore, dall'arte, dalla natura. La visione è sicuramente pessimistica: siamo tutti già predestinati alla morte che non possiamo che accettare come un qualcosa di ineluttabile (ecco perchè i ragazzi non cercano di ribellarsi e di scappare); ma esiste anche un destino positivo: la persona da amare, la persona della tua vita, l'amore che, così come la creatività, non può essere fermato in alcun modo. Concordo con chi ha detto che sembra un film di malick, con la narrazione fuori campo e i momenti riflessivo-poetici.

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shock12  @  28/03/2011 11:30:49
   6 / 10
Il mio voto è dato da una media tra 2 considerazioni:

_8 voto dato alla profondità delle interpretazioni dei protagonisti e al coinvoglimento emotivo che riescono a trasmettere allo spettatore.

_4 il soggetto non è per niente originale. il film "the island" tratta, sicuramente in toni differenti, lo stesso tema.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  28/03/2011 01:52:53
   9 / 10
Dicono che il limite del film (rispetto al libro - che non conoscevo, e adesso desidero terribilmente leggere) stia in fase di sceneggiatura: la riduzione avrebbe sacrificato eccessivamente la prima parte dedicata al college, svelato troppo da subito, e semplificato altri passaggi.
Non so.
So che questo film è magnifico, a partire da quanto dice e da "quando" lo dice, riguardo alla distopia che racconta. Le allusioni (e le illusioni), le ellissi narrative, la RAREFAZIONE, soprattutto, amplificano l'intensità, mantenendola quasi sempre altissima.

Particolarmente difficile dire a parole quanto la pellicola trasmette. Va a toccare corde profonde: e lo fa con una delicatezza, una capacità estetica, per cui oserei scomodare il termine "sublime"...
Quanto dura l'amore? Quale tempo è necessario a un amore per esprimere di un'esistenza la sua compiutezza? Quanto può durare un'istante?
Un urlo disperato - la consapevolezza umana dell'essere "finiti" nel momento in cui si percepisce l'infinitezza di quel che si sente, e si vuole essere.
E ancora: l'uomo che avvilisce nella propria coazione a ripetere, nella serialità di cui è autore, con le architetture come con le vite.
La società e le sue regole; l'accettazione (supina e inevitabile) del proprio destino: da parte di tutti. Nessuna fuga ha senso, è possibile, perché si fugge alla condizione umana, né da quella esistenziale, né da quella sociale.
Siamo stati educati in un modo, in quel modo siamo cresciuti, con tutte le nostre certezze e con le nostre insicurezze. Dove si potrebbe fuggire, dove?, se non esiste per noi altro orizzonte che quello segnato?
E' forte il pessimismo sociale di questa pellicola (in una società "perfetta" non è più possibile neppure immaginarla, una rivoluzione): come è struggentemente indomito il suo anelito nella possibilità che sia l'amore a riscattarci.
E questo anelito, questa disillusione e insieme questa speranza, sono molto malickiane.
Sì: sembra un film di Malick: con quell'interrogare continuamente la luce ed il vento. ...Inquadrature che fanno vivere i paesaggi. Su tutto si posa la grazia di uno sguardo incantato, e ne escono nobilitati anche i paesaggi più tristi (il mare d'inverno), anche gli orizzonti più squallidi (le geometrie seriali dell'architettura).

Si emerge dalla visione emotivamente scossi. Turbati e commossi, rattristati ma non depressi. C'è qualcosa che risplende, in "Non lasciarmi": qualcosa che assomiglia alla luce morente di un tramonto. Talmente splendida da sopravvivere al momento in cui il sole si spegnerà, oltre l'orizzonte.

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Ultima risposta 12/07/2011 18.16.41
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  27/03/2011 03:34:56
   8½ / 10
In una stagione cinematografica costellata di ottimi film (dal Cigno nero di Anorofsky al Grinta dei Coen, da I ragazzi stanno bene al miracoloso Un gelido inverno, dal sottovalutato e tecnicamente superbo Il discorso del Re a Rabbit Hole) e, al contrario, da deplorevoli commedie all'italiana (sembra che Vanzina e Parenti abbiano raggiunto quest'anno il vertice, in negativo, della loro pochezza) arriva "Non lasciarmi" a stabilire lo zenith emotivo di questi anni terribili.
Un film che - lo confesso - devo analizzare da più angolazioni, perchè è fortissima la dipendenza dell'"anima" (se ce n'è una, è chiaro che sarei di fatto idoneo a diventare ehm veicolo scientifico come i protagonisti di questa storia) rispetto alla (pur alta) capacità registica di raccontare il soggetto.
Perchè ammetto di aver provato qualcosa di emotivamente forte, tanto forte da non essere mai riuscito ad espellerlo nel mio ritorno a casa (il cinema a due ore di strada). Non posso liberarmi dalla sorte di questi ragazzi, e quasi assumendo un "contatto universale" verso tutti coloro che muoiono giovani per le ragioni più tristi e disparate. Non posso soffocare il grido Munchiano di Tommy, davanti a quest'inarrestabile arma di ricatto e terrore, dove poi l'elusivo richiamo del titolo, più che a Kafka, mi rimanda al ribaltamento dei codici di Orfeo di Cocteau, con gli amanti condannati (guardacaso) alla morte per essersi innamorati.
Ora, "Non lasciarmi" (lascio il referente letterario a chi lo conosce, per timore di affrontarlo da vicino, forse) è "solo" un altro film, un film bellissimo e straziante, sul tema del passaggio alla vita, o meglio ancora sul senso (laico o agnostico) della nostra esistenza.
Gli interpreti, giovani e "belli" per la loro illusoria dimensione di "eternità" sono strepitosi, e si calano perfettamente nelle spire di un destino che lo spettatore avverte come "fastidiosamente remissivo e rassegnato". Il mondo neutrale invade una cosiddetta libertà che sfoggia i parametri inquietanti di una fine imminente.
Si affianca al cast una C. Rampling gelida e sinistra come non mai, quasi il prototipo di un mondo adulto (vecchio o semplicemente "cresciuto") reietto e brutale.
Il film esprime in realtà più stati d'animo che condizioni, e la trama è spesso offuscata da un codice - un pò metaforico - incapace di spiegare compiutamente l'immunità generale di questo eccidio morale e sociale.
E probabilmente lo fa con un occhio a Peter Weir e l'altro al filone giovanile più in voga (la saga Twilight, per quanto strano possa sembrare).
Con "Non lasciarmi" il cinema d'iniziazione celebra la sconfitta primordiale della giovinezza, la sua resa, l'indefinito veto di crescere.
In questa giostra temporale i protagonisti di questa storia allucinante sono in realtà comparse temporanee, codici senza nome, identità sepolte davanti alle esistenze universali, alla longevità imperante di un mondo. Sordo e indifferente

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Ultima risposta 04/05/2011 11.17.02
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stardust  @  23/03/2011 18:29:17
   7 / 10
Commovente, atroce....è un coltello nello stomaco e purtroppo sono convinta che se potessimo creremmo un mondo così. Non c'è nessuna comprensione tra le persone che li circondano, solo accettazione.

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debaser  @  27/02/2011 18:51:25
   6½ / 10
Sicuramente un film diverso e raffinato anche se la trama è tutt'altro che originale,in questo film si apre un dibattico etico e filosofico al quale però non si danno né risposte né spiegazioni. Troppo labile la trama al limite dell'inverosimile

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Non un capolavoro ma sicuramente si lascia vedere senza problemi anche se talvolta appare un po' lento.

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Ultima risposta 23/03/2011 18.24.47
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OceanOfNoise  @  14/02/2011 13:58:04
   7½ / 10
Never let me go è un bel film, raffinato ed equilibrato. Una riflessione per nulla superficiale sulla vita, sul tempo e sulla morte. I tre protagonisti sono perfetti nei loro ruoli, in particolare la Mulligan con un interpretazione alquanto ottima. Commovente il finale, dove esplode tutta la drammaticità. Un maggiore approfondimento avrebbe sicuramente portato il film ad un livello superiore.

goophex  @  12/02/2011 00:48:44
   6½ / 10
Un tema del quale il cinema ha abusato fin troppo negli ultimi anni viene trattato in un modo del tutto nuovo e profondo. Questo è il principale pregio di questo film. Il voto è riferito solo a quello perchè se dovessi giudicarlo per la sceneggiatura e per lo svolgimento devo dire che non potrei dare oltre il 5.
Ci sono alcuni aspetti che rimangono inspiegati così come i comportamenti dei personaggi

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Un film tutto sommato positivo ma che per diventare più che buono avrebbe necessitato di maggiori cure e accortezze fondamentali per dar credibilità alla storia.

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Ultima risposta 27/03/2011 03.38.45
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nolan87  @  24/01/2011 02:07:04
   8½ / 10
Uno dei migliori motivi per vedere questo film è che hai bisogno di pensare a temi che non hanno mai affrontato prima. Il film è tranquillo, lento e profondo. La musica è meravigliosa.

tnx_hitman  @  16/01/2011 12:49:12
   10 / 10
Sono rimasto piacevolmente colpito,avendo letto anche il libro di Ishiguro Kazuo(che consiglio a tutti,ci vuole un po' di pubblicita').
Il regista non lo conosco al dettaglio,credo che sia nuovo nel campo della cinematografia,ma ha fatto un lavoro straordinario,attento al dettaglio dell'ambientazione irreale dove si svolge il triangolo amoroso che dura quasi un'intera vita tra 3 attori di cui una l'adoro senza mezzi termini(Carey Mulligan,grande interprete di drammi e si vede anche in questo film),poi c'e' un mostro di bravura come Andrew Garfield,che ormai sono curioso di vederlo nel reboot di Spider-Man e vediamo cosa tira fuori.Poi abbiamo una Keira Knightley che quando si deve impegnare in film prettamente di stampo inglese ce la fa e tira fuori delle interpretazioni accettabili(vedasi Espiazione o Orgoglio e Pregiudizio di Joe Wright).I 3 interpreti legati fra loro funzionano alla grande,e mostrano al pubblico un campionario di emozioni da ammirare.

Questo racconto e' unico.Perche' anche se viene rivelata la vera identita' di questi personaggi e la loro funzione all'interno della vicenda,ci si interessa solamente all'intreccio amoroso che avviene durante la durata,si e' solo curiosi di vedere come va a finire.In pratica,in Non Lasciarmi ci dimentichiamo della venatura fantascientifica per dedicarci alla parte romantica.
Ed e' strano,perche' in molti film vi e' un tema universale sci-fi con qualche spruzzata di love story,invece qui e' il contrario.
Curioso e affascinante.2 ore che trasportano lo spettatore nelle anime dei personaggi.Coinvolgente a dir poco.

Diventato di diritto uno dei miei film preferiti,sia nella mia personale classifica generale che tra i film romantici.

Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  15/01/2011 19:16:35
   8 / 10
Bel film davvero! Non è science fiction, ma un dramma sull'amore, sulla vita e sul tempo che trascorre.

Mik_94  @  12/01/2011 15:00:11
   8 / 10
Avendolo visto da poco, premetto che la mia è una 'recensione' a caldo...
Non ci sono parole, dunque, per descrive questo film :brividi allo stato puro !
Intenso, commovente, romantico ed immensamente triste, mi ha colpito nel profondo. Fotografia e colonna sonora curatissime, interpreti favolosi ... su tutti la giovanissima Carey Mulligan e .il quasi esordiente,Andrew Garfield; leggermente antipatica e sottotono Keira Knightley.

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