tokyo sonata regia di Kiyoshi Kurosawa Giappone 2009
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tokyo sonata (2009)

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locandina del film TOKYO SONATA

Titolo Originale: TOKYO SONATA

RegiaKiyoshi Kurosawa

InterpretiKyôko Koizumi, Yû Koyanagi, Inowaki Kai, Haruka Igawa, Kanji Tsuda, Kazuya Kojima, Koji Yakusho

Durata: h 2.00
NazionalitàGiappone 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2009

•  Altri film di Kiyoshi Kurosawa

Trama del film Tokyo sonata

Tokyo Sonata è la storia, ambientata a Tokyo, di una normalissima famiglia giapponese di quattro persone. Il padre, Ryuhei Sasaki, è, come ogni altro uomo d'affari giapponese, completamente devoto al lavoro. Sua moglie, Megumi, deve organizzare la casa da sola e lotta per mantenere i contatti con il suo figlio più grande, Takashi, che sta in collegio e il più piccolo, Kenji, un ragazzo molto sensibile che fa la scuola elementare. Dall'esterno sembra una famiglia qualunque ma tutto cambia quando Ryuhei perde inaspettatamente il lavoro

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Voto Visitatori:   8,40 / 10 (10 voti)8,40Grafico
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Voti e commenti su Tokyo sonata, 10 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  10/09/2022 12:52:24
   7½ / 10
Un film sulla disgregazione della famiglia tradizionale giapponese ma anche racconto sull'infelicità e le conseguenze psicologiche ed umane del capitalismo più sfrenato: tutti e quattro i personaggi vivono le loro idiosincrasie, le loro paure e le loro costrizioni, ma c'è chi ha sogni da raggiungere (l'esercito o imparare a suonare il piano) e chi condizioni da preservare (il lavoro) o da superare (la donna confinata nella casa che vorrebbe evadere da quella vita). E sebbene il film caratterizzi in maniera fin troppo forte e monolitica i suoi personaggi (soprattutto quello del bambino, risoluto, perfetto, sempre in grado di dire e fare la cosa giusta), il film di Kurosawa è un altro dei tantissimi titoli che si sommano nel sottolineare la grande capacità del cinema giapponese di lavorare sul vero e l'essenziale.

_Hollow_  @  10/01/2014 02:22:14
   10 / 10
Ad un certo punto lo stavo sottovalutando. Mentre ho apprezzato molto l'inizio, la fase mediana mi stava facendo tutt'altra impressione. Certe cose mi son sembrate fin troppo forzate, soprattutto la "caduta" della madre come fa notare anche elio qui sotto, o quella corsa delirante contro ogni ostacolo del padre. Va anche detto però che esser madri e casalinghe non è facile, e che non tutte le madri sono per forza delle sante, quindi la vicenda non è nemmeno così irrealistica.
Poi si, uno dei personaggi è Tokyo com'è evidente anche dal nome, ma non per questo puntualizzerei così tanto sulla città o su una sua presunta specificità. Com'è ovvio per il linguaggio cinematografico, e ancor più per l'evoluzione della nostra società, appare evidente che Tokyo sia il simbolo che può essere trasfigurato in qualsiasi capitale occidentale, o in qualsiasi società moderna ... non per ultima quella italiana.
In ogni caso, sta di fatto che la regia è egregia (v. quelle inquadrature fisse e improvvise su tratti della città, come il traffico sui due ponti dopo il licenziamento iniziale), e che il finale è perfetto.

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Silenzio di ammirazione, gli attori escono insieme dal campo, titoli di coda.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/10/2013 18:05:44
   8 / 10
Un bellissimo spaccato di vita quotidiana, premio "Un certain regard" a Cannes strameritato e se non ci fosse stato il troppo grande Haneke chissà cosa sarebbe successo quell'anno.
Kiyoshi Kurosawa dirige con maestria e schiettezza senza cedere quasi mai a sensazionalismi, riesce a terrorizzare con il quotidiano cosi vero, cosi spietato di un Giappone perduto nella macchina lavorativa e societaria senza cuore.
La dissoluzione di una famiglia a partire da padre, madre e poi figli è sconvolgente e ritratta con una naturalità disarmante anche se il finale regala una speranza e un'uscita di scena di grande stile e classe.
Unico motivo che stona: la madre che "scappa" al mare. Assurdo e grottesco, l'ho trovato fin troppo fuori contesto e rompe una certa armonia raggiunta fino a quel momento dall'opera che aveva un certo equilibrio invidiabile.
Non robina però il film, solo risulta una nota stonata, resta da vedere se volutamente o meno.
Ascoltate anche voi questa sonata terribile dall'ambiente ovattato e quasi inumano di Tokyo.


Riflettendoci bene e rileggendo quanto ho scritto, dopo aver ripensato ad alcuni momenti occorsi ai personaggi durante lo svolgimento della trama, forse la fuga della madre non è poi l'unico momento surreale e poco verosimile intravisto. Di certo però sembra troppo slegato dal resto, magari volutamente...
Da vedere.

Tuonato  @  30/12/2012 01:20:45
   7 / 10
Una famigliola giapponese apparentemente perfetta. Poi lo sfascio. Rapidissimo, silenzioso e fragoroso.

<<che qualcuno, per favore,
mi aiuti ad alzarmi>>

Cinica e lucida fotografia - a lieto fine fortunatamente - del tessuto sociale di una metropoli moderna. Di come gli equilibri, di ogni sorta, siano delicati. Basta nulla per spezzarli e poi pentirsene amaramente. Dipendiamo l'uno dall'altro ma non lo vediamo. Non basta dividere lo stesso tetto per essere una famiglia.
Buon film il cui fine è criticare il processo di svalorizzazione umana in cui siamo stati risucchiati.

Weltanschauung  @  25/05/2012 14:39:18
   9½ / 10
Tokyo Sonata di K.Kurosawa è un ritratto impietoso di una famiglia ordinaria del Giappone contemporaneo.

Attraverso inquadrature diradate, il regista giapponese documenta un disorientamento radicato ovunque e partendo dalla crisi economica mondiale, ci racconta una storia arida in cui l'istituzione famiglia e tutta la cultura occidentale che ha invaso oramai anche l'oriente ne escono completamente annichilite.

Un quadretto desolante di una società cupa, senza sorriso, ossessionata dal benessere, dal denaro, dal corpo, dalla reputazione e dagli oggetti.
L'uomo che ne fa parte è dipinto come un essere senza dignità antropologica, volgare ed in cerca solamente dell'apparenza, nel triste tentativo di essere ciò che non è.
Si maschera nel parlare, nel vestire, nell'abitare, nel comportarsi, completamente spaesato ed in completa disarmonia con il cosmo.
La famiglia è dipinta come un inutile associazione meccanica spersonalizzante dove il ruolo del capofamiglia diviene macchiettistico.
Essa è solamente convenzione, borghesismo, sentimentalismo, ipocrisia ed opportunismo.

La trama vede un uomo d'affari perdere improvvisamente il suo lavoro d'ufficio decidendo però di tenere nascosta la notizia alla sua famiglia, e così mentre cerca un nuovo impiego, scopre molte altre persone che, come lui, sono rimaste senza lavoro e nascondono al mondo la loro nuova condizione di inoccupati. Le menzogne si sommano ad altre menzogne in un lento processo di dissoluzione, mentre nel frattempo il figlio dell'uomo decide di suonare il pianoforte..

La crisi economica trattata da Kurosawa è ovviamente solamente un pretesto, oltre che un riflesso di disagi ben più profondi della coscienza dell'uomo moderno.
Il regista osserva l'istituzione famiglia, microcosmo di un decadimento sempre più evidente, con distaccata ironia e scarsa compassione, privilegiando la camera fissa per metterne a nudo le incongruenze( indicative le riprese del tavolo da pranzo che viene inquadrato dall'esterno attraverso un vetro, per sottolineare la banalità delle occasioni di finta riconciliazione giornaliera).

L'uso del campo lungo diviene una sorta di arma di difesa per Kiyoshi , che pare analizzare con sprezzo lo squallore piccolo borghese, utilizzando una regia generale volutamente minimalista.

La descrizione della rete di bugie con cui i personaggi mascherano la propria disoccupazione è l'apoteosi dell'abiezione modernista, ma ha paradossalmente momenti di comicità grazie ad uno straordinario Teruyuki Kagawa nel ruolo fantozziano del protagonista, incapace di esistere al di fuori del suo ruolo sociale.

Il film può essere diviso sostanzialmente in 3 tronconi.
Una prima parte, costruita attraverso inquadrature lunghe e fisse di ambienti familiari(e non), dove ci vengono presentati i vari personaggi. Una seconda più fluida, in cui la macchina da presa comincia ad essere dinamica, come se il film, nel momento in cui il dramma entra nel vivo, cominciasse di conseguenza ad animarsi.
Ed una terza riservata al'epilogo, un'apocalisse mascherata da finale utopico.

Tokyo Sonata è una decisa presa di posizione contro il mito del "lavoratore" e contro il processo, sempre più pressante, di asservimento delle masse con annessa estinzione dell'identità personale.
Con silenziosa imperturbabilità K.Kurosawa ci mostra una perfetta fotografia di persone già morte e prese a pedate dallo stesso sistema che le aveva rese macchiette automatizzate inducendole a mistificare la concezione di posto di lavoro, a divenire un tutt'uno con la posizione sociale acquisita e facendole dimenticare il significato di un esistenza autentica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/07/2011 19:41:13
   7½ / 10
La crisi economica del Giappone non è altro che un accelleratore di un più profondo disagio della crisi della società giapponese, ingessata e rigida nei suoi modelli culturali e incapace di reagire di fronte ad un evento che ne disgrega la famiglia fino alle sue fondamenta.
La perdita del lavoro del pater familias invece di essere un evento che serva ad unire di fronte alla difficoltà una famiglia di per sè già disgregata, ne provoca l'effetto opposto. Non c'è comunicazione fra tutti i suoi componenti ed ogni membro tende ad andare per conto proprio. Stupenda tutta la prima parte, meno efficace la seconda con qualche caduta surreale che, a mio parere, stona con il resto. Straordinaria l'intepretazione di Kagawa, padre umiliato dalla perdita del lavoro e vero simbolo della crisi di un'intera società.

TheLegend  @  04/10/2010 01:59:26
   7½ / 10
Molto bello questo film,specialmente nella prima parte.
Nella seconda troppa carne al fuoco.

Dosto  @  27/08/2010 00:08:14
   7 / 10
Voglio premettere che Kiyoshi Kurosawa è un regista che apprezzo molto, non si trova molto di lui in italia ma le pellicole che sono riuscito a visionare l'hanno reso, almeno ai miei occhi, un regista dal talento raro. Quindi il commento a questo film è sempre da vedere in prospettiva alla mia grande stima e ammirazione per il regista. Parto dicendo che questo è un buon film, con buoni attori, regia studiata nei minimi particolari(come già è stato fatto notare molto ben fatta la scena della caduta dalle scale). Quello che non mi è piaciuto è che questo regista è capace, sotto il punto di vista della sceneggiatura(non so se scriva lui i suoi film) di fare molto ma molto meglio. Il film tiene bene, non annoia, ma all'inizio sembra di assistere ad un film all'italiana di quelli che vanno tanto ultimamente soprattutto tra i cosiddetti intellettuali, per capirci quelli che apprezzano i film di un certo nanni moretti. C'è la crisi di questa famiglia, la crisi del mondo del lavoro, la denuncia delle barbarie che deve subire un uomo per riuscire a trovare un lavoro dopo i 40. Beh, molto interessante(almeno quando è fatto con il gusto di kurosawa e non con quello di diversi registi italiani che sono anni e anni che ci propinano filmacci pseudo-intellettuali su politici corrotti e società allo sfacelo), il problema è solo uno: kurosawa(anche con un tema del genere) potrebbe fare molto ma molto meglio. La parte di mezzo risolleva le sorti con un paio di surreali trovate. Nemmeno il finale mi è piaciuto più di tanto. In ogni caso, è un buon film e logicamente nemmeno da avvicinare alla lontana ai filmacci italiani ai quali l'ho rapportato. Non è, a mio parere, un capolavoro, come molti dicono. Kurosawa ha fatto molto meglio in pulse con una storia universale e profonda di rara bellezza. In ogni caso da vedere.

benzo24  @  18/03/2010 13:00:33
   10 / 10
il commento di ciaby è perfetto nel descrivere il perchè questo film è un capolavoro, non ho altro da aggiungere. l'unica cosa che posso fare è una considerazione, non posso fare a meno di pensare alla grandiosità di quest'opera di kurosawa e pensare alla pochezza di un film come tra le nuvole, perchè ambedue trattano il tema della "crisi". la gente preferisce la mediocrità purtroppo e quindi tokyo sonata probabilmente non vedra la luce in italia nemmeno in dvd.

Ciaby  @  15/07/2009 11:39:15
   10 / 10
Capolavorissimo.
Se non tra i capolavori del 2009, rientra forse tra i grandi capolavori degli ultimi dieci anni.
Un film caldo, struggente eppur distaccato che indaga con emozione e interesse la vita di una famiglia comune, facendoci scoprire che le famiglie giapponesi o italiane che siano, sono esattamente tutte uguali: si sta in armonia, si sta di incanto, ma spesso c'è un qualcosa che spezza tutto e partono le urla. E poi si ritorna in armonia. Ma i conflitti celati restano.
Kurosawa filma il tutto con una cura eccezionale, dosando magnificamente i pianosequenza e donando quel tocco magico in più grazie ad una sublime fotografia. Anche la recitazione da la sua parte in questo cerchio del neorealismo, che sembra trovare sfogo in Ozu.

Poi dalla prima ora e mezza Kurosawa da sfogo ad una vena inedita di semi-surrealismo, dramma esistenziale, metafore, sbalzi temporali senza mai risultare pacchiano. Ed è bellissima una scena come quella in cui il piccolo Kenji torna a casa dopo essere stato in prigione senza trovare nessuno, e poi arriva la madre, e poi arriva il padre. E nessuno urla. Perchè tutti hanno compiuto il loro peccato.
Un film-capolavoro come non se ne producono da anni, con tanto di critica alla crisi economica contemporanea che ci sta uccidendo.

Indimenticabili le performance della bellissima Kyoko Koizumi, nel ruolo della mamma di casa, così timida solo all'apparenza, eppure pronta a fuggire e dell'ormai intramontabile Koji Yakusho, nel ruolo del ladro, simpaticissimo e a dir la verità tonto, sarà lui a dare la forza necessaria alla donna di casa, sconvolgendo la sua routine quotidiana.

E Indimenticabile la scena di Kenji che cade dalle scale: molti registi, se non tutti, avrebbero usato cinque inquadrature diverse per filmare la caduta, ma Kurosawa utilizza un pianosequenza, con un effetto grottesco, ma sicuramente più agghicciante di quanto si possa pensare.

Finale stupendo, bellissimo.
Speriamo che esca in italia, perchè altrimenti sarebbe un delitto pazzesco.
In Francia è uscito addirittura nei cinema...

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