woyzeck regia di Werner Herzog Germania 1979
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woyzeck (1979)

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locandina del film WOYZECK

Titolo Originale: WOYZECK

RegiaWerner Herzog

InterpretiKlaus Kinski, Eva Mattes, Wolfgang Reichman

Durata: h 1.13
NazionalitàGermania 1979
Generedrammatico
Tratto dal libro "Woyzeck" di Georg Büchner
Al cinema nel Giugno 1979

•  Altri film di Werner Herzog

Trama del film Woyzeck

Woyzeck è un soldato tedesco che presta servizio in una guarnigione situata in un piccolo centro. La sua vita è appesantita, oltre che dal dovere, dalle angherie del suo capitano e dagli esperimenti cui lo sottopone l'ufficiale medico. La tragedia esplode quando a Woyzeck vien detto che la sua donna lo tradisce. La reazione del disperato soldato sarà tremenda...

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Voto Visitatori:   7,93 / 10 (30 voti)7,93Grafico
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Voti e commenti su Woyzeck, 30 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  17/03/2021 18:46:12
   7½ / 10
Questo film è ispirato a fatti realmente accaduti e riportati in un'opera teatrale incompiuta. Herzog ricorre alla bravura di Klaus Kinski per impersonare il protagonista, distrutto dalla gelosia e da una vita di sofferenza anche psichica. Certe inquadrature sembrano veri e propri quadri in cui si aggira un Kinski ormai folle. Finale onirico (quando nella realtà, il protagonista venne condannato a morte dopo 3 anni di perizie sulla sua discussa sanità mentale)

Oskarsson88  @  15/06/2020 11:29:25
   6 / 10
Bellissima l'interpretazione di Herzog ed alcune ambientazioni, ma per il resto non mi ha coinvolto molto, tra dialoghi filosofeggianti e una caterva di personaggi ambigui. Bello il finale.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  08/11/2016 14:38:49
   6 / 10
Non mi è piaciuto più di tanto. Ottimi attori, belli i costumi e belle le musiche. Ma niente di più.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  09/08/2014 21:02:11
   7 / 10
Herzog è sempre bravissimo a mettere in scena queste storie allucinanti con protagonisti alquanto particolari. Kinski spettacolare.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  12/09/2013 17:01:04
   7 / 10
Quindi si, non abbiate dubbi ; qualsiasi cosa in questo mondo è cattiva.
Pure i soldi vanno in putrefazione.
E per concludere , cari ascoltatori, facciamoci una pisciata sulla croce, cosi' muore un ebreo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/12/2012 12:53:37
   7½ / 10
Spesso Herzog ha scelto come protagonisti dei suoi film persone emarginate dalla societa' come nani, diversamente abili o reietti, come in questo caso.
Il giovane Woyzeck è un soldato utilizzato come cavia da laboratorio per il suo essere "diverso", umiliato dal suo superiore e con una moglie (?) che lo tradisce...sara' questa la classica goccia che fara' traboccare il vaso, la sua mente non regge piu'.
Vive in uno stato frenetico che lo porta a correre continuamente come una biglia in un flipper, ed è emblematico che l'evento che lo scatena si risolve con un lungo e tragico rallenty.
Kinski ci regala una grande interpretazione, la migliore di quelle che ho visto, in un altro grande film di questo giovane regista tedesco...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  25/05/2012 11:35:56
   8 / 10
Non è certo semplice la vita di Franz Woyzeck,soldato di stanza in una piccola cittadina tedesca.Alienato dal contesto sociale che lo attornia riesce a relazionarsi solo con uno specifico ambiente circostante, ovvero quello rappresentato dalla natura vissuto secondo l'istinto congenito a ogni essere umano.Un impulso spesso soffocato da convenzioni sociali e da una più che altro ostentata rettitudine morale da cui il protagonista sente necessità di prendere le distanze.
Qualcosa in lui si frantuma,lo distoglie dal mondo governato dalle leggi degli uomini per portare alla luce un'attitudine primigenia sempre più feroce.
La sua sanità mentale vacilla fino a perdersi in un oblio allucinato accresciuto da continue vessazioni.Quelle da parte di un ufficiale che non smette mai di pungolarlo e una compagna che lo tradisce con il prepotente tamburo maggiore,da un medico/ciarlatano che lo utilizza come cavia per bizzarri esperimenti alimentari per poi esporlo agli studenti di medicina.
Il già fragile e frenetico mondo di Woyzeck va in pezzi e gli eventi precipitano in un climax rallentato dal potente impatto drammatico.La sua schizofrenia dormiente prende il sopravvento e le voci provenienti dagli elementi naturali ne tireranno fuori il lato più bestiale.
La regia statica e asciutta,forse per attenersi alla fonte originaria che è un incompiuto lavoro teatrale,funziona a meraviglia soprattutto quando si concentra sul volto dello stralunato Klaus Kinski,magnifica maschera sventurata ed affiancato da Eva Mattes ,premiata a Cannes per la sua interpretazione di donna "facile".
Per Herzog accompagnamento sonoro al solito sofisticato sempre in ammirevole simbiosi con le immagini ,"Woyzeck" consolida il sodalizio tra il regista e Kinski giunti al terzo film insieme (ne seguiranno altri due).

marfsime  @  09/01/2011 22:44:39
   7 / 10
Un Kinski folle come non mai per una pellicola di forte significato ed impatto che però a livello di sceneggiatura rimane un po insipida nella sua linearità..comunque un buon film.

woyzek  @  17/11/2010 22:49:17
   9½ / 10
Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  25/06/2010 11:21:48
   8 / 10
La prestazione che ci viene regalata da Kinski è stupenda, sicuramente una delle sue migliori e non era facile. Difatti si può dire senza timore di venire smentiti che il personaggio di Woyzeck è lo stesso dei due lavori precedenti di Herzog: un diverso assoluto,che viene trascinato all'inferno dalla cattiveria dell'Uomo e sempre alla ricerca della Natura. Stavolta non c'è Bruno S. che pure sarebbe stato (per l'ennesima volta) perfetto,ma Kinski che di solito è straripante ma qui si contiene,paradossalmente,nella sua follia crescente.
La sua è una maschera perfetta di dolore e di angherie,le stesse che subisce sin dai titoli iniziali fino al finale.
Il Destino tragico che gli è riservato è facilmente prevedibile e le vessazioni che subisce sono tanto meno leggere di quello che sembrano all'apparenza quanto ancora più pesanti in termini di umiliazione.
Illustrata splendidamente dal regista, ma specialmente da Kinski, la pazzia del protagonista,sempre più lontano dal mondo degli uomini da provare un distacco graduale verso quel mondo,compiendo un ultimo e terribile gesto.
Grande pietismo ancora una volta verso il diverso per Herzog che ci risparmia la sua fine.
Tratto da un famoso lavoro teatrale a sua volta ripreso da una storia vera,Herzog si distacca però da entrambi dandone una sua visione personale che è palesemente differente nel finale: nella realtà Woyzeck venne giustiziato mentre nell'opera di Buchner l'esito è differente ma implicitamente la fine è sempre quella. Così come per Herzog che però rende il suo Woyzeck più umano e meno folle (almeno all'inizio) e le voci che sente sembrano provenire dalla natura tanto amata dal regista,natura che lo stesso protagonista riuscirà a raggiungere alla fine.
Di una bellezza esasperante le scene al rallentatore e le musiche.

BlackNight90  @  16/06/2010 15:59:38
   8 / 10
Elogio triste e fatale al diverso, all'umiliato e al folle, a chi non è abbastanza forte per continuare questo piccolo teatrino degli orrori che è la vita , a chi è costretto a stare ai margini per la propria condizione sociale, alle appendici derise della società.
Il Kinski più straripante e meraviglioso che abbia visto anche perché, non c'è nulla di male nel dirlo, era proprio matto: scommetto i pochi euri che ho che nella meravigliosa scena in cui il coltello raggiunge la sua vittima, quell'attimo rallentato di morte così gloriosamente vitale, Kinski non recita affatto.
Ok, non sarà tra i capolavori assoluti di Herzog, ma almeno un suo personalissimo manifesto del profondo legame tra Natura e uomo sì.
Ho dato un'occhiatina al testo di Buchner e mi ha sorpreso vedere che i dialoghi sono ripresi quasi parola per parola: strano, perché sembrava che le parole venissero tutte direttamente dalla testa e dal cuore di Herzog.
Woyzeck è un'altra declinazione della figura di kaspar Hauser: anche nel suo caso l'oppressione è da parte di chi comanda e giustifica se stesso con la morale e la virtù, parola di cui Woyzeck non riesce a trovare il senso. Peggio ancora, nelle mani di quel potere la scienza diventa strumento di tortura e asservimento.
Come quella scimmia che ad un certo punto si vede travestita da soldato, piccola metafora della condizione dell'uomo, esattamente come i polli nel finale di Stroszeck.
Ma c'è un potere contro cui l'uomo non può nulla, uno spirito della natura che a volte si radica prepotentemente in poche persone speciali, che si trasmette ad esse attraverso i suoi elementi, un ordine mormorato dalla terra, sussurato dal vento, sancito da una luna rosso sangue.
Il volto trasfigurato di Woyzeck-Kinski è quello della disperazione, di chi ha 'il destino negli occhi, la morte negli occhi': prendo in prestito una frase da Picnic ad Hanging Rock, capolavoro assoluto di Weir, perché anche lì a essere protagonista è una forza misteriosa e inebriante che influenza e muove gli uomini senza che questi possano spiegarsene la ragione.
E finalmente Woyzeck si è liberato dalle sue sofferenze, Herzog può smetterla di tenere la mdp immobilizzata su di lui e può tirare un triste sospiro di sollievo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/06/2010 20.11.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  26/04/2010 23:46:04
   7 / 10
Film di Herzog verso cui riponevo grandi speranze che sono state parzialmente soddisfatte.
Partendo dagli aspetti positivi come non ricordare e rimarcare la prova straordinaria di Kinski interpretante un uomo che percorre solitario l'iter verso la pazzia. La parte finale è estremamente intensa ed emozionante con scelte registiche suggestive e riuscite.
Peccato per la lentezza, forse eccessiva a tratti, dell'incedere che non si confà ai miei gusti personali ma che non inficiano il valore intrinseco della pellicola.
Buona pellicola ma, personalmente, non lo ritengo il miglior film di Herzog.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  24/11/2009 09:34:04
   6 / 10
Non mi piace molto "Woyzeck" di Herzog, e non perché l' ho visto una volta di meno per poterne avuto un' idea diversa, è che proprio non mi convince. E basta. Ciao.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/01/2010 23.00.40
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carriebess  @  21/07/2009 18:50:06
   9½ / 10
kinski come sempre stupisce. indimenticabile.

bulldog  @  16/07/2009 11:39:54
   8½ / 10
La migliore interpretazione di Kinski in assoluto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  08/07/2009 07:24:50
   6½ / 10
Notevole per l’essenzialità dello stile, questo film resta comunque lontano dai capolavori del grande regista.
C’è la sensazione che, più che Woyzeck, la cavia sia Kinski. Herzog gli appiccica la telecamera addosso. Osserva i suoi sguardi. Lascia che esploda le sue reazioni. Un po’ come fanno i documentaristi (ed Herzog di documentari ne sa qualcosa) quando osservano una bestia selvatica.
D'altronde Kinski è un animale raro. Ed ogni sua recitazione è uno spettacolo imperdibile.

3 risposte al commento
Ultima risposta 15/08/2009 20.43.26
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Dan of the KOB  @  12/03/2009 19:52:52
   7½ / 10
Intensissimo dramma diretto da Herzog!
Il sacrificio di un uomo che per il bene dell’amata ci rimetterà la salute mentale!
Il punto di forza del film è comunque la prova data da Kinski, come sempre magistrale!

USELESS  @  25/02/2009 06:56:51
   10 / 10
Se c'era qualcuno poteva interpretare Woyzeck era soltanto un altro pazzo scatenato, Klaus Kinski !
Riesce a essere divertente e drammatico, profondo e leggero, delirante e lucidissimo.
Non c'è nemmeno una sbavatura è un film perfetto... totale!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

alexp79  @  12/02/2009 18:00:33
   8½ / 10
il sottotitolo poteva essere: "viaggio nella mente dell'uomo". veramente ottimo

forzalube  @  27/01/2009 19:02:10
   7 / 10
Sarà stata la pellicola rossastra che non mi ha consentito di apprezzare la fotografia, ma a me questo film sembra pieno zeppo di dialoghi poco sensati che rendono difficile un coinvolgimento emotivo.
Poi mi sembra abbastanza giusto quel che avete scritto, ma questo film non mi ha convinto del tutto.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  17/10/2008 14:43:19
   8 / 10
La vicenda del cittadino di Lipsia Woyzeck diviene nelle mani di Werner Herzog, che riproduce fedelmente –ad eccezione di un paio di scene dell’epilogo- l’opera teatrale di Georg Buchner, un apologo sulla natura umana: sulle forze inesplicabili e incontrollabili che la governano, e che sono il riflesso della imprevedibile e inintelleggibile Natura esterna che ci circonda. Herzog mette in risalto il suo pensiero negli umilianti confronti che Woyzeck tiene con il capitano e con il medico, espressioni di un mondo di inutili e insulse regole ed etichette, il primo, della volontà velleitaria di razionalizzare qualsiasi cosa, il secondo. Ad essi Woyzeck ribatte con affermazioni di una semplicità disarmante (un po’ alla maniera di Kaspar Hauser), nelle quali emerge la coscienza di una umanità piegata dalla potenza della natura, in cui tutti, a prescindere dalle classificazioni sociali e da quel libero arbitrio che di fatto non è mai completamente attuabile, sono accomunati dall’essere subordinati ad ingovernabili istinti. L’atto stesso dell’assassinio, da parte di Woyzeck, della sua compagna infedele è rappresentato come un impulso indotto da una forza esterna e non dalla proprio intimo volere: egli è ossessionato da indecifrabili sussurri e voci che sente quando si trova in aperta campagna, e che diventano nitide quando, dopo la scoperta del tradimento, gli suggeriscono di uccidere Marie. In Herzog sono sempre gli “idioti” i portatori di quella sua tipica “weltanschauung” filosofica, che si incentra su un’idea che nega qualsiasi concezione antropocentrica per ridimensionare il soggetto e porlo come mero strumento di potenze misteriose, che agiscono e si manifestano incomprensibilmente. E l’insensatezza delle vicende umane traspare, così, anche dalle parole dell’ubriaco, che nel suo “vaniloquio” offre un immagine del mondo segnata inesorabilmente da un’umanità tesa alla distruzione e all’autodistrizione.
Herzog dirige con estrema sobrietà e linearità (la camera è spesso fissa), bandendo qualsiasi tipo di virtuosismo tecnico, ad eccezione di quello straordinario momento di cinema dell’omicidio al rallentatore, in cui si descrive in maniera struggente il passaggio di Kinski dall’accesso di rabbia alla disperazione ed allo sgomento per il misfatto perpetrato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/08/2008 15:44:25
   8 / 10
Memorabile l'interpretazione di Kinski: in quel suo viso perennemente sofferto e disperato c'è tutta l'oppresione di una società soffocante che tende ad emarginarlo, a trattarlo quasi come un animale da laboratorio che da essere umano. La scena dell'omicidio della moglie (molto brava anche Eva Mattes) è da applausi a scena aperta per intensità emotiva, frutto dell'oculata scelta di Herzog di girarla al ralenti. Molti anni fa la prima volta che lo vidi, lo giudicai eccessivamente lento. Fortunatamente mi sbagliavo.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  11/06/2008 23:13:32
   8 / 10
Spesso Herzog crea opere in omaggio a persone o artisti che lo hanno molto colpito. Il più famoso è il film che ha dedicato a Kinski. C’è poi la “Ballata di Stroszek” scritta apposta per Bruno S. “Grizzly Man” e “Kaspar Hauser” sono nati per far rivivere persone realmente vissute. Poi ci sono i film per “sdebitarsi” culturalmente verso i maestri. Per questo ha “rifatto” il grande Nosferatu di Murnau. Ha voluto poi sdebitarsi anche nei confronti dello scrittore tedesco dell’800 Buechner. Preso da questa impellenza, appena finito Nosferatu, ha impiegato solo 18 giorni per girare la versione cinematografica dell’opera teatrale Woyzeck di Buechner.
Quest’opera è ridotta allo stato di frammenti a causa della prematura morte dell’autore. Herzog quindi ci mette molto di suo. Prima di tutto risuscita la Germania Biedermeier (anni 30 dell’800) che già aveva così ben ritratto nell’Enigma di Kaspar Hauser. In Woyzeck mette ancora più in risalto come i borghesi (il dottore e il capitano) sfruttino e quasi disprezzino la gente del popolo. Woyzeck non è trattato come una persona, ma quasi come un animale da lavoro o una cavia da laboratorio. Le immagini iniziali sono molto eloquenti a riguardo. Anche qui si satireggia la boria “scientifica” e aridamente razionalista delle persone “in vista”.
Inoltre si riprende il tema centrale della Ballata di Stroszek, cioè la negazione dell’illusione di poter essere felici anche se si è poveri (Herzog come anti-Chaplin). C’è infatti il problema di come procurarsi da vivere, ma soprattutto c’è l’instabilità dell’animo umano e il fatto che la virtù è solo un frutto dell’idealismo (secondo la visione di Herzog/Buechner). Accanto alla fedeltà e al legame che unisce due persone, c’è anche la passione dei sensi che può portare a desiderare altre persone. Questo la società non lo può accettare e il “cornuto” viene crudelmente perseguitato. Anche Woyzeck nel suo piccolo arriva così a perdere il senso della realtà e rimane vittima della sua fissazione. Il senso di sconfitta che si respira nel film è quindi totale.
I temi trattati sono quelli tipici di Herzog, con in più la connotazione sociale. Per quanto riguarda la forma, Herzog tiene conto dell’origine teatrale dell’opera. La mdp è molto statica e il film è come un susseguirsi di scene teatrali. La recitazione e la pantomima hanno una grande importanza. Infatti, secondo me, questo è il film dove Kinski ha le migliori possibilità per mettere in risalto le sue doti recitative teatraleggianti. Di conseguenza questa è l’opera formalmente più tradizionale di Herzog. Tra le scene più suggestive quella del pugnalamento, girata in ralenti con in evidenza le espressioni facciali drammatiche e soprattutto senza far vedere l’effetto dei colpi. In questa maniera il movimento del pugnale diventa molto impressionante e drammatico. Da segnalare la splendida fotografia e l’ambientazione bellissima nella cittadina boema di Telc.
Herzog comunque non rinuncia a voler staccare la mente dello spettatore dal protagonista. Le scene finali, quelle della pazzia di Woyzeck, sono girate in campo lungo proprio per distanziare il protagonista e farlo giudicare in maniera distaccata. In realtà questa operazione a Herzog non riesce del tutto, a causa della natura teatrale e pantomimica del film che porta a identificarsi nella persona recitante. Se a ciò si aggiunge il ritmo eccessivamente lento si capisce come quest’opera non sia secondo me fra le meglio riuscite di Herzog. Rimane comunque un film notevole.

Crimson  @  12/10/2007 16:41:44
   8 / 10
Un Kinski forse mai visto che andrebbe visto anche solo per la scena principale e memorabile del film.
Woyzeck è un film spietato e crudo ambientato in un micromondo che quasi giustifica la violenza. Solo personaggi profondamente negativi vivono in questo mondo in cui la famosa curva gaussiana della normalità appare di dimensioni ben più spopositate rispetto al solito. 'Da vicino nessuno è normale' è un famoso motto antistigma, credo che sia un pò la spiegazione razionale della vicenda. Cosa distingue davvero Woyzeck dal capitano o dal dottore? qual è il significato della violenza, alla sua radice? con questo non voglio assolutamente mettere sullo stesso piano un'omicidio di una persona con il lancio di un gatto da una finestra, sia chiaro.
E' anche un micromondo in cui il disturbo mentale viene frainteso o più semplicemente visto in maniera 'alternativa', per carenze scientifiche e culturali.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  23/09/2007 00:02:23
   9 / 10
Mi avevano parlato di un film astruso, complesso, meno convincente del solito. L'esimio Mereghetti affronta la prevedibilità dei temi musicali in effetti Vivaldi è suggestivo ma nel contesto piuttosto fastidioso.
Io invece penso di aver assistito a un'altro colossale film di Herzog, e alla prova forse più sofferta e memorabile mai offerta da Kinski.
Il personaggio del soldato sopraffatto dal suo dovere e dalla ferrea disciplina, ma anche da un'inesorabile Inferno Mentale ("La terra scotta come l'inferno, eppure ci sto gelando" - "gli uomini sono come gli abissi. ti gira la testa se provi a guardarci dentro") è antitetico e allo stesso tempo influenzato da Aguirre e Fitzcarraldo.
Per Herzog l'Uomo, sia che ostenti la sua forza, sia (nel caso di Woyzeck) lordi la sua immensa debolezza, è sempre una creatura frustata e paranoica.
Notevoli le primissime inquadrature che sembrano un omaggio al cinema muto, con il soldato vessato dal capitano e ligio al dovere di uomo ferito, e successivamente tradito e innamorato.
Straordinario nel suo beffardo cinismo il medico che lo usa per esperimenti scientifici.

Sconvolgente apologo della follia, quasi Shakespeariano a tratti (ma c'è più di un Jago a perseguire i sospetti del protagonista: e il peggior nemico è se stesso), il film si avvale di una fotografia splendida che non ha nulla da invidiare al kubrickiano "Barry Lyndon", opera che (ne sono convinto) deve aver influenzato indirettamente Herzog.

La scena al rallenty dell'omicidio è di grande effetto visivo, ma piega le carni e gronda disperazione e pathos quando l'uomo accarezza i capelli dell'amata ormai esanime: in quella sequenza Kinski non è un attore qualsiasi. è qualcosa che va oltre il senso della vita e della morte, è la condanna (espiazione) di una Recita.

Notevole anche la spontaneità di Eva Mattes, con cui l'attore ha paradossalmente avuto un eccellente rapporto di lavoro

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Ultima risposta 11/06/2008 23.21.06
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BobRobertson  @  25/12/2006 02:58:33
   9 / 10
un film ke t tokka nel profondo...
Solo Kinski poteva trasudare angoscia e tristezza attraverso questa esaltante interpretazione.
Nessuno meglio di Kinski poteva interpretare Woyzeck.
Nessuno meglio di Kinski poteva incarnare "la povera gente".
Una pellikola indimentikabile, densa di signifikato ke soltanto una mente visionaria kome quella di Herzog poteva trasformare in qualkosa ke va ben oltre la semplice immagine...

Onore ad Herzog...
Onore a Kinski...

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  11/04/2006 11:02:00
   9 / 10
Girato in soli 17 giorni, intenso dramma con un Herzog e un Kinski in stato di grazia!!!

Krypto_06  @  25/06/2005 23:43:23
   9 / 10
stupendo.....la prima volta che lo vidi al c.p.a. di fi(un c.s.o.a.), rimasi molto deluso ultimamente mi è capitato di vederlo da solo e devo dire ke è un altra cosa.....un film veramente allucinante, herzog ti proietta gradualmente nella vita di woyzeck, un povero cristo che pensa di essere pazzo perkè tutti quelli che lo circondano, in primis il suo "psichiatra" lo mettono in condizione di credere di essere pazzo...questo è l'aspetto più interessante del film, infatti herzog qui fa un chiara critica ad una delle scienze che ha sbagliato di più in passato condizionando in modo tragico la vita di milioni di persone, e ki dice che non continui a sbagliare?.....un film da vedere per gli amanti del cinema d'autore

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/10/2007 00.43.43
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benzo24  @  22/06/2005 12:37:57
   8 / 10
Un film straordinario, per chi fosse interessato alla stori consiglio la trasposizione musicale di Tom Waits nel suo "Blood Money".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  21/06/2005 17:00:33
   10 / 10
Una delle 5 collaborazioni tra Werner Herzog e Klaus Kinski. E una delle migliori.
"Woyzeck" è un film impietoso, con delle sequenze magistrali (ad esempio l'omicidio) dirette da un regista in stato di grazia.
Klaus Kinski poi lascia a bocca aperta.

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HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

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LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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