la promessa dell'assassino regia di David Cronenberg USA 2007
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la promessa dell'assassino (2007)

 Trailer Trailer LA PROMESSA DELL'ASSASSINO

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locandina del film LA PROMESSA DELL'ASSASSINO

Titolo Originale: EASTERN PROMISES

RegiaDavid Cronenberg

InterpretiNaomi Watts, Viggo Mortensen, Vincent Cassel, Armin Mueller-Stahl, Raza Jaffrey, Radoslaw Kaim, Cristina Catalina, Alice Henley, Tamer Hassan, Gergo Danka, Olegar Fedoro

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 2007
Generethriller
Al cinema nel Dicembre 2007

•  Altri film di David Cronenberg

•  Link al sito di LA PROMESSA DELL'ASSASSINO

Trama del film La promessa dell'assassino

Una prostituta muore durante il parto. Un'infermiera, interpretata da Naomi Watts, si ritrova a indagare sull'identità della giovane e viene coinvolta in un'operazione della polizia su un grosso giro di prostituzione gestito dalla mafia russa.

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Voto Visitatori:   7,20 / 10 (361 voti)7,20Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su La promessa dell'assassino, 361 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  31/12/2007 14:37:27
   8½ / 10
cronenberg
un grande maestro che non tradisce mai i suoi fan.

come nel precedente a history of violence, il regista affida gran parte del lavoro a bravissimo viggo mortensen, accompagnato da una sufficiente watts.

peccato che la violenza assassina tipica di cronenberg sembra attenuata in certi momenti facendo prevalere il buonismo.
Le scene forti risultano di sicuro le migliori della pellicola, su tutte quella nella sauna (cult)

Tuco ElPuerco  @  31/12/2007 14:28:05
   7½ / 10
Si....un buon film,girato con estrema eleganza.I dialoghi sono freddi ed aridi cosi da dare una tonalita' piu' "sovietica"anche ai personaggi,definiti molto bene tra l'altro.Trovo solo la storia non sia proprio da film da acclamare,e' piuttosto un film con una trama essenziale,espressa con la dovuta maestria e sapienza,ma gli metto 7 1/2 perche' molti altri film mi hanno saputo emozionare molto di piu'.E pio cmq il finale meritava 10 minuti in piu',e' come una sberla dopo le lente carezze narrative di quasi tutto il film,tempisticamente parlando.Naomi Watts a me non piace pourtroppo a priori perche' ha sempre sti ruoli da fanciulla pura e opiena di sentimentima lei congeniali,certo......Viggo e' davvero bravo,Cassel ottimo,da brividi l'attore che interpreta il padre (guardacaso fa anche il padre in Shine).Si,un buon film,ma dargli di capolavoro mi sembra troppo,per favore.

dean  @  31/12/2007 12:11:24
   7½ / 10
film molto coinvolgente. lo rivedrei

Invia una mail all'autore del commento nicko  @  31/12/2007 11:03:11
   8½ / 10
film che ho visto con ESTREMA libidine dall'inizio alla "quasi" fine ...il finale mi è parso un pò troppo frettoloso , 10 minuti in più non avrebbero guastato.

kiteneomare  @  31/12/2007 10:23:02
   7½ / 10
Ottimo film, con una regia strepitosa e ottime interpretazioni.
Ogni volta che Cronenberg fa uscire un suo film è sempre un capolavoro!

longimanus  @  31/12/2007 01:51:37
   9 / 10
A mio avviso il fulcro del film è il triangolo padre-figlio-mortensen (la watts è quasi un personaggio accessorio e un po’ scontato).
Cassel è un figlio dalla personalità fragile e modellata malamente sulla figura del padre-padrone carismatico e feroce. Una figura rimasta psicologicamente allo stadio dell’adolescenza, l’età in cui bisogna “uccidere la figura paterna” per entrare nell’età adulta.
Cassel non ha ancora “ucciso” il padre, e vive drammaticamente la propria inadeguatezza al modello paterno: è incapace, insicuro, schiacciato da “valori” mafiosi contrari alla propria indole ma assimilati e accettati a causa della propria debolezza, e quel che è peggio è gay, la più infamante delle colpe al cospetto del padre. L’arrivo di Morensen nella sua vita è destabilizzante. Cassel vede in Mortensen quel figlio che il padre avrebbe voluto avere (forte, intelligente, feroce, coraggioso), ma d’altro canto intravede col subconscio quei valori positivi che Mortensen è costretto a celare e di cui il padre è completamente privo. Cassel si innamora di Mortensen e quando vede che Mortensen invece di sostituirsi a lui (il figlio) gli si propone come nuovo padre allora Cassel “uccide” finalmente il vero padre consegnandolo di fatto alla polizia.
Che fine farà Cassel (psicologicamente parlando)? Resterà probabilmente allo stato adolescenziale in quanto ha ucciso il padre non per camminare con le proprie gambe, ma per sostituirlo con un nuovo padre. Un nuovo padre che è subentrato con l’inganno e che piegherà quel finto rapporto filiale ai propri fini. D’altro canto, nell’inquadratura finale, Mortensen assapora un successo dal gusto amarissimo, in quanto alla propria missione, e forse anche alla propria ambizione, ha sacrificato quella che egli avrebbe voluto fosse la propria vita (accanto alla Watts e la bambina) per una vita gelida di falsità ed efferatezza accanto al povero Cassel.

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  30/12/2007 22:35:49
   8½ / 10
Buono,

Il film vermanete ben fatto
Bravi gli attori,
Buona la trama
bellissime ambientazioni

solo una pecca, troppi dialoghi in russo. Alcuni potevano essere evitati

Molto crudo e le scene di violenza erano così ben fatte che sembravano vere.

Il film inizia con una scena molto feroce poi è molto lento per almeno 15 minuti, cercate di restare svegli in quei frangenti perchè il film è vermanete una perla.

peacequee  @  30/12/2007 18:56:35
   8 / 10
Ottima l'interpretazione di Cassel, superlativa quella di Mortensen. Sicuramente un buon film, pecca forse il finale "frettoloso", ma nel complesso vivamente consigliato. Spicca la scena della lotta di Viggo nudo nella sauna, feroce al punto da farti sentire addosso quelle pugnalate.

Gedeone75  @  30/12/2007 16:28:43
   9½ / 10
bellissimo, uno dei migliori film degli ultimi tempi, non gli dò 10 solo per il finale che sembra un pò frettoloso


grande Mortensen , una spanna sopra tutti gli altri

benissimo anche Cassel

da vedere

Vegetable man  @  30/12/2007 11:44:52
   8 / 10
Un ottimo thriller, molto curato nella sceneggiatura e sorretto da buoni interpreti (Mortesen su tutti).
Solo un appunto per il 'finale in sordina', che mi ha dato l'impressione di uno sbilanciamento dei tempi del film (vedi, dall'altro canto, la lunghezza della sequenza nella sauna). Può essere comunque vista come una scelta motivata di Cronenberg..

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Ultima risposta 30/12/2007 11.45.41
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giuliapra  @  30/12/2007 11:27:46
   9 / 10
bel film, bella la trama e bravi gli attori

fugda  @  30/12/2007 03:31:27
   7 / 10
Davvero un bel film dalla trama interessante e per niente scontata..Nota negativa: troppe scene cruente che potevano essere benissimo lasciate all'immaginazione..Nota postiva: il nudo di Viggo in un combattimento

Zurlistuta  @  29/12/2007 23:17:44
   8 / 10
Personalmente Cronenberg l'ho scoperto con History of violence, di conseguenza questo è il suo secondo film che vedo.
Non potendo confrontarlo con i suoi lavori precedenti,così tanto ben criticati, considero questo film davvero ben fatto.
Un Viggo Mortensen che ispira simpatia e carisma da subito e la Watts come si suol dire senza infamia e senza lode.
Mi è davvero piaciuto.

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Ultima risposta 31/12/2007 13.27.50
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aiemmdv  @  29/12/2007 18:43:57
   7 / 10
E' triste dover ammettere il pieno distacco stilistico e contenutistico che il caro vecchio Cronenberg ha attuato nei suoi ultimi due film è ormai un evidente dato di fatto. Non si può più parlare di un regista estremo e perverso ma bensì di un film lineare e narrativamente alla porata del grande pubblico.
Forse è proprio questa malsana nostagia del passato che non mi permette di dare un voto superiore al discreto.
Forse perchè da colui che è riuscito a filmare l'infilmabile(Crash e Pasto Nudo su tutti) non ci si può aspettare un film convenzionale.
Detto ciò il film è un buon thriller con forte tinta noir che, seguendo la scia di History of Violence, parla del male e della sua perenne (ma latente) esistenza all'interno della società.
La trama è comunque interessante e ben delineata ma i dialoghi sono il più delle volte di basso rilievo contenutistico.
Ineccepibile la scena della sauna dove violenza e musica vanno incredibilmente a braccetto.
Ma ridatemi il vecchio David....

Lord_Trashone  @  29/12/2007 11:19:35
   7 / 10
Un buon film dell'ottimo Cronenberg.
Il film è asciutto, glaciale nell'illustrare la crudezza della vita della Vory y Zakone ma manca di qualcosa.
Ottima interpretazione di Mortensen e di Cassel, un pò meno quella di Naomi Watts.
La sceneggiatura è buona anche se a tratti si perde.
Ottima la fotografia e le scenografie.
Il film mi piaciuto ma come dicevo manca di qualcosa, specie nel finale, troppo misterioso e distaccato, i personaggi non sono ben delineati e tutto sembra cosi distante dalla vita reale che quasi sembra tutto irreale.
Crude e ben fatte le scene d'azione mentre i dialoghi sono un pò più scarsi.
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, comunque è un buon film anche se devo dire ho apprezzato di più History of Violence (del medesimo regista) dove la storia era più delineata cosi come i personaggi.

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Ultima risposta 29/12/2007 13.03.35
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francescot  @  28/12/2007 22:42:35
   7½ / 10
bellissmo non vi è alcun dubbio... incrociando history of violence e queste ..sarebbe uscito un film perfetto con personaggi ricamati ecregiamente ed una storia veramente interessante...sembra che croneberg stia tendando di creare un film del genere e questo sia il secondo tentativo... che però nonostante la creazione ben fatta manca di qualcosa nel finale.. è veero che la storia termina, ma si ha la sensazione che manchi qualcosa.. sensazione che non nasce nello spettatore , ma è chi guida lo spettatore ossia il regista a generarla

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  28/12/2007 20:24:35
   10 / 10
"The horror! The horror!"

Cronenberg torna ad ambientare un film nella Londra che fu di Spider con un’altra storia di violenza che questa volta si svolge in un contesto mafioso d’importazione russa.
È ancora il corpo l’oggetto d’indagine che Cronenberg scruta sin dalla prima scena e dalla successiva dalla quale prende le mosse il film: l’emorragia dell’adolescente partoriente, il cui corpo è segnato dalle violenze subite, dalle punture di aghi, e che da solo racconta storie di abusi portati al culmine. E, quasi per paradosso, dall’estremizzazione della violenza – e dalla conseguente morte – giunge una nuova eXistenZa, mostrata nel suo arrivo, ancora avvolta nella placenta e nel sangue, elementi primordiali e costitutivi di una vita, di un nuovo corpo.
La violenza diventa così un agente di trasformazione del corpo, la cui modifica produce un’ambivalenza fisica e morale, per la quale si fondono insieme entità estreme, ancestralmente vita e morte, bene e male.

Il ruolo, delicato e appassionato, di Anna/Naomi Watts è quello di condurre il discorso dell’ambiguità dalla vicenda della bambina appena nata a quella di colui che sarà poi il vero protagonista del film, l’autista russo interpretato da Viggo Mortensen, e di unirne i percorsi.

Lo sviluppo della trama si affida, a questo punto, agli stilemi del noir e del gangster movie, ma l’essenza del cinema di Cronenberg lo caratterizza con inequivocabile personalità. E ad illuminare questa essenza è il volto bellissimo e penetrante di Viggo Mortensen, il cui ghigno, racchiuso in lineamenti fortemente marcati, basta di per sé a esprimere tutta l’ambivalenza feroce che il suo personaggio richiede. Il suo corpo incarna esteticamente l’idea e le ragioni profonde del cinema del regista canadese, sublimandolo con inquietante e fascinosa perfezione. La sua rigidità espressiva, compostamente immobile, evoca una duplice valenza fisica di uomo-macchina, imposta dal ruolo di autista e fedele servitore di una importante famiglia mafiosa russa in terra londinese. L’uomo è preposto al suo lavoro e non gli è consentito il diritto di opinione e di pensiero autonomo: così come potentemente evocato dalla mimica e dall’espressività, il volto e il corpo di Nikolai/Mortensen rimanda all’immaginario fantascientifico con i tratti marcati, la pettinitura alta e squadrata e le movenze quasi automatiche di un robot, ovvero l’automa dalle sembianze antropomorfe. D’altronde, “robot”, come c’insegna la cara Wikipedia, è un termine ceco che significa lavoro (e qui lo si potrebbe intendere con tutto il carico fortemente simbolico che esso assume nella cultura sovietica da cui proviene il protagonista).
Il confine tra il bene e il male, tra il buono e il cattivo, diventa impercettibile nelle sfumature che ogni situazione offre. L’anziano patriarca è un volto rassicurante, buono, una figura “paterna” sostitutiva/protettiva e (almeno all’inizio) insospettabilmente mostruosa. Nikolai/Mortensen è gentile e spietato, feroce e generoso, una macchina da guerra capace di lampi d’umanità, come squarci nella tenebra. Essi sono due personaggi simmetrici che finiscono per riflettersi e respingersi nel momento in cui si riconoscono. La verità sul padrino è rivelata a metà dell’opera. Quella del guardaspalle Nikolai la si apprende solo nel finale. Entrambi sono dei cascami dell’ex impero sovietico in decadenza, anzi già sgretolato e in decomposizione, ed eredità della nuova Russia delle infinite contraddizioni. Cronenberg, come ogni grande regista o scrittore, riesce a raccontare una realtà storico-politica e sociale scrivendola sui personaggi, senza doverla spiegare didascalicamente da autore onnisciente. Ancora una volta è il personaggio di Viggo Mortensen ad “incarnare” la duplice pelle del killer e dell’apparato burocratico-repressivo dell’ex-URSS: spietatezza, efficienza, ma anche coscienza… La disciplina di partito, la disciplina militare e poi la disciplina della mafia: ognuna porta con sé un bagaglio di valori insieme contrastanti e simili, che forgiano l’identità di Nikolai e al contempo la disintegrano: il rituale d’iniziazione mafiosa (l’ingresso ufficiale nella famiglia, questa volta come dignitario) richiede lo spossessamento/abiura di ogni forma di identità e affettività originaria e l’acquisizione di una nuova identità e fedeltà. Il corpo la recepisce nella propria esibizione e nell’incisione dei tatuaggi; la paga con le lacerazioni delle lame dei coltelli che infieriscono su di esso. Cronenberg fissa, nel totale della sauna, il corpo nudo di Nikolai/Mortensen un attimo prima dell’agguato, con una lunga inquadratura frontale, in una sospensione metafisica che pare dilatare i tempi dell’azione e restituire ontologicamente l’identità dell’uomo come unicum fisico e morale ma potenzialmente molteplice. È quell’attimo prima della violenza, della deflagrazione, in cui Cronenberg rende simulacro il suo protagonista feticcio.

Il finale. “From ritual to romance”
Volendo mettere da parte, anche solo per ipotesi, le ovvie considerazioni su un finale che pare volgere verso una soluzione positiva e consolatoria, un’altra interpretazione possibile – a mio avviso – prenderebbe le mosse a partire dalle parole che Mortensen pronuncia al suo capo quando si svela la sua identità. Egli intende portare a termine la propria missione operando una “sostituzione” al vertice della cupola mafiosa. L’eliminazione dei vertici criminali e l’assunzione del potere in loro vece suggerisce questa lettura alternativa che fa venire in mente il mito del “re del bosco”, narrato nel “Ramo d’oro” da James G. Frazer:

“[…] in ogni momento del giorno, e probabilmente anche della notte inoltrata, si poteva vedere aggirarsi una truce figura. Nella destra teneva una spada sguainata e si guardava continuamente d’attorno come se temesse ad ogni istante di essere assalito da qualche nemico. Quest’uomo era un sacerdote e un omicida: e quegli da cui si guardava doveva prima o poi trucidarlo e ottenere il sacerdozio in sua vece. Era questa la regola del santuario. Un candidato al sacerdozio poteva prenderne l’ufficio uccidendo il sacerdote e, avendolo ucciso, restava in carica finché non fosse stato ucciso a sua volta da uno più forte e più astuto di lui. […]”.

Nella “terre gaste” russa, che si perpetua, in questo caso, nel microcosmo londinese (anch’esso “waste land” eliotiana), il personaggio di Nikolai è una sorta di cavaliere errante che fonde in sé l’archetipo strutturale di due poteri: quello poliziesco della FSB (l’ex-KGB) e quello mafioso.
Nikolai/Mortensen, diventando egli stesso capo dell’organizzazione mafiosa (e concentrando in sé i due poteri sopra citati), replicherebbe di fatto la regola del sacerdozio propria di un’età barbarica, ma il cui modello mitico resta pur sempre riproducibile.
Cronenberg non arriva a mostrare l’esito finale della missione, ma la lascia nel fondo dei pensieri del protagonista, consacrando in una splendida inquadratura definitiva, che rimanda al “Conan” troneggiante e riflessivo di Milius, il Nikolai rivelato. È una vera e propria consegna del personaggio al mito e di mitizzazione del Cinema stesso quale strumento eccelso di deificazione.
Essa pertanto non esclude che Nikolai abbia preso il potere con la consapevolezza morale di portarlo avanti come nuovo capo a tutti gli effetti dell’organizzazione, piuttosto che di combatterlo ed eliminarlo definitivamente. In questo senso, l’inquadratura finale, con la fissità del volto di Mortensen celato dietro gli occhiali da sole e inserita nel contesto mafioso (il ristorante dell’ex-capo), assume i contorni di una inquietante e nichilistica dimensione evocativa-celebrativa del “cuore di tenebra” dell’eroe. Dimensione concettuale che è forse alla base di tutto il cinema di Cronenberg.

6 risposte al commento
Ultima risposta 02/01/2008 13.11.07
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DarioArgento  @  28/12/2007 16:18:55
   7 / 10
good .....very good

gattina  @  28/12/2007 11:13:53
   7½ / 10
premesso che non sono un'appassionata del genere devo dire che il film è ben girato e recitato..non mancano i colpi di scena e nel suo insieme è uno dei pochi film degni di essere guardati in questo triste periodo per la produzione cinematografica.

rapture  @  27/12/2007 23:39:22
   8½ / 10
Ed ecco il rinnovato Cronenberg che torna puntualmente sul grande schermo nella sua nuova pelle, come se cercasse un'armonia tra i temi a lui (e a noi) cari con quelli più avvezzi al grande pubblico.
A due anni di distanza dal piacevole, ma francamente un po' spicciolo a History Of Violence, Cronenberg sforna un dramma compatto e conturbante, in una Londra che di londinese ha davvero poco, tanta è l'attenzione prestata ai personaggi e al piccolo sistema ortodosso.
Giubbotti neri, occhiali scuri, cofani fulgenti, tatuaggi enigmatici, una regia e fotografia semplicemente strepitosa immortala l'interpretazione superlativa del glaciale Viggo Mortensen e dell'inamovibile Armin Mueller-Stahl. Impressionante l'intreccio di corpi nella scena della sauna... caro Cronny, è proprio vero che l'abito fa l'uomo, ma in questa occasione Viggo ha mostrato a tutti di non averne affatto bisogno! muhahua :D

Bangone  @  27/12/2007 16:02:25
   8½ / 10
gran film, come previsto cronenberg non delude, e mortensen non è da meno.

alfrar  @  27/12/2007 14:18:52
   7½ / 10
Era da settembre che aspettavo di vedere un bel film.
Finalmente ci sono riuscito.
Film dark con atmosfere grige, recitatione eccellente di Viggo Mortensen e Vincent Cassel, trama ottima, senza esagerazioni.
Crudo

antocucs  @  27/12/2007 14:03:26
   8½ / 10
Ennesimo e riuscito film del grande Cronenberg, meravigliosa interpretazione di Viggo Mortensen ormai suo pupillo, l'unica cosa che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca e' il finale, a mio avviso un pochino scontato.
Ma per il resto un gran bel film da vedere.

bellaluke  @  27/12/2007 12:09:58
   7 / 10
Buon film, trama originale, ottimo cast...peccato per il finale un pò troppo frettoloso...se no avrebbe meritato un voto più alto...

biki  @  27/12/2007 06:20:09
   7 / 10
film da vedere ma a mio parere non va piu su del 7 saluti

Gruppo COLLABORATORI _Orion  @  26/12/2007 18:15:48
   8½ / 10
assolutamente da vedere appassionante e ben fatto

alexp79  @  26/12/2007 16:12:39
   7 / 10
niente male, anche se alla fine la storia dell'infiltrato, la donna in pericolo ecc ecc è troppo rivisto e rivisto. Sul serio non si riesce ad inventare nient'altro. In ogni modo l'ho trovato fatto molto bene. Consigliato

devis  @  24/12/2007 22:19:00
   7½ / 10
Il solito Cronemberg con scene raccapriccianti e disgustose (soprattutto all'inizio) che potevano essere tranquillamente evitate. Comunque il film è godibile e il tema della mafia russa originale. Da vedere se non siete facilmente impressionabili

AKIRA KUROSAWA  @  24/12/2007 16:59:30
   8 / 10
veramente un bel film..la storia nn è niente di che, nn ci sono intrighi particolari, nn ci sono finali spiazzanti ecc, ma è certo un film piu che originale, con una regia davvero perfetta, nn per nulla è del grande cronenberg..
cast davvero superbo su t vingo mortensen.. indimenticabili alcune scene, la tensione c è..davvero uno dei piu bei film dell anno....

Rand  @  24/12/2007 16:57:31
   7½ / 10
Allora, per cominciare mi aspettavo molta più azione, ma i personaggi si sono rivelati interessanti, con musiche lievi, mai prepotenti, una degna fotografia di Londra, fredda e spietata, e di ambienti interni a volte freddi e asettici come l'ospedale, altre volte cosparsi di colori caldi, ma pieni di ombre e oscurità. La scena del bagno turco è senza infamia e senza lode, si tratta di violenza funzionale all'uccidere un uomo, notevoli invece i colpi di scena, durante il film, bravi tutti gli attori, belli i dialoghi in russo, un pò meno quelli in italiano, comunque buona sceneggiatura, riprese semplici e dirette, a volte anche elementari: in sostanza la mia impressione è che il film sia ben fatto, ma non un capolavoro, dopo history of violence mi aspettavo chissà, più tecnica, forse più violenza, ma qui le efferatezze sono raccontate nel diario, certamente vi sono più sottigliezze e una trama machiavellica, finale aperto che lasci un po inappagati, ma non penso che sia intelligente farne un seguito.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  24/12/2007 16:45:25
   8 / 10
Il corso della nostra vita dipende dai rapporti di sangue, da coloro che ci hanno generato e dall’ambiente in cui cresciamo?

La personalità deviata di Kirill (Vincent Cassel), un uomo completamente soggiogato dalla volontà opprimente di un padre violento e assassino, e la ragazza russa, che per sfuggire alla povertà del suo Paese decide di partire alla volta dell’Inghilterra per inseguire un sogno che invece si trasmuterà in un incubo, rappresentano due vite segnate sin dalla nascita dal contesto familiare e sociale da cui provengono.

Ma cosa succede allorquando dall’esterno intervengono dei soggetti intenzionati a mutare il corso del nostro destino?

Da un lato, un agente sotto copertura (Viggo Mortensen) con il compito di assicurare alla giustizia un boss della mafia russa che organizza e dirige un traffico di prostitute provenienti dai Paesi dell’Est, riuscirà a libererà Kirill da un “padre padrone” che ha da sempre “violentato” la sua psiche. Dall’altro, l’infermiera di un ospedale (Naomi Watts), dopo aver indagato sulle origini della ragazza russa, scoprendo la triste e drammatica realtà delle organizzazioni della prostituzione che si cela dietro insospettabili famiglie, si prenderà cura della bambina nata dalla stessa ragazza affrancandola da una esistenza altrimenti tragicamente segnata.

Da una trama semplice e lineare, che costituisce solo lo spunto e il pretesto per la trattazione di temi e riflessioni profonde e complesse che da sempre caratterizzano le opere del regista canadese (per questo ho ritenuto superfluo l’inseririmento di spoiler), Cronenberg dà origine a una pellicola in cui si fondono momenti di atroce violenza (di cui la scena della sanguinolenta colluttazione nella sauna rappresenta l’acmè) con altri di pura poesia (la “salvazione” della bambina seguita dal bacio tra i due “angeli salvatori” non può non commuovere), tanto da richiamare alla mia mente “Hana-bi” di Kitano, e che si pone in perfetta sintonia con il precedente “History of Violence”, dove la il passato e le origini costituiscono i fantasmi con cui bisogna inevitabilmente fare i conti. Non mancano anche altri “topoi” del cinema “cronenbergiano”, come l’ossessione per la carne e i mutamenti del corpo; per non parlare del rapporto quasi simbiotico e omosessuale tra l’autista/agente e Kirill, che sembra rievocare quello tra i gemelli di “Inseparabili”.
Finale che si presenta dapprima rasserenante, con la protagonista e la sua famiglia intenti a prendersi cura della bambina adottata, e subito dopo inquietante e (volutamente?) incompiuto quando si sofferma su Mortensen seduto solitario, con lo sguardo glaciale perso nel vuoto.

Insomma un altro importantissimo tassello nella produzione del regista canadese, che continua a deliziare ed estasiare i suoi ammiratori (e non solo).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  24/12/2007 11:46:47
   8½ / 10
Sono ricorrenti i temi presenti nell'ultimo film di Cronenberg, molto bello e appassionante.
La poetica del "corpo" cronenbergiana c'è sempre: il corpo, la cui nascita è sempre legata con la sua morte, che nell’ottica realistica e materialista del regista divengono creazione e distruzione, è perennemente al centro dell'attenzione ed è veicolo di un certo tipo di conoscenza: può essere una testimonianza come una via d'accesso per altri mondi e persone.
Tutte le attività peggiori che l'uomo può compiere sono segnate sul corpo.
A questo proposito la fisicità dei personaggi è resa in modo splendido e i momenti di violenza hanno una certa espressività caratteristica.
Alla fine l'unica speranza è scoprire un legame emotivo suggellato da un relazione fisica finalmente non violenta, ma tenera (il bacio), un delicato passaggio dalla carne all'anima.

Peccato solo per il personaggio di Naomi Watts non abbastanza coinvolgente (colpa dell’attrice o della sceneggiatura?) e la vicenda della ragazza incinta morta che importa meno di quello che dovrebbe.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/12/2007 09:54:09
   8½ / 10
Controverso e insolito, Cronenberg si rinnova e abbandona le mura domestiche di una strana famiglia (A History of Violence) per gironzolare nei bassifondi della mafia russa di Londra, cercando la Morale anche in quei posti dimenticati daddio.
Il film infatti è la dimostrazione palese che Cronenberg sta cambiando pelle e ha ancora bisogno di tempo, i suoi film sono ancora zoppicanti e non si può gridare al capolavoro, Cronenberg saggia molte strade: la Morale, la tematica del corpo, il doppio, tutte cose che sono sempre state a lui care e che hanno fatto dei suoi horror alcune fra le opere cinematografiche più mature e interessanti del cinema. ma ragazzi ricordiamoci che D. C. sta provando a rinnovare uno stile, si può dire che il precedente suo film sia riuscito a tutti gli effetti? io non credo, alcuni punti sono discutibili e, non a caso, in tutt'e due i film nella scena finale ho avuto un senso di inappagamento che è riconducibile sicuramente all'etereità del prodotto...mi spiego meglio: si ha un senso di incompiutezza alla fine, pare che Cronenberg non abbia completato il film e non abbia saputo come farlo e l"etereità" di cui parlavo è semplicemente l'insicurezza di un prodotto adolescente, minorenne che ancora fatica a costruirsi un'identità. non voglio dire che Cronenberg sia un incompetente alle prime armi, ma il suo rinovamento di stile esige qualche imprecisione e qualche insicurezza.
Premio decisamente questo bellissimo film, questi bravissimi attori (a parte la Watts, porella) soprattutto Cassel (un mostro), il grande e onnipresente Howard Shore e Cronenberg che ci ha assicurato alcune fra le scene migliori del cinema...e gliene siamo grati.

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Ultima risposta 08/01/2008 13.43.47
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  24/12/2007 09:18:23
   7½ / 10
Finalmente ho visto "Eastern Promises" e va da se' che il regista canadese stia seguendo la linea iniziata con il precedente "A history of violence", ovvero quella del thriller/gangster movie. Senza per questo rinunciare ai suoi temi più cari e che forse fanno di Cronenberg un autore oltre che un regista, mi riferisco naturalmente al tema della carne e del corpo, a quello del doppio e della dannazione. Qui ci racconta una storia di mafia russa ambientata nei lati più nascosti di una Londra grigia e piovosa. Il ritmo del film è davvero interessante da una lentezza caratteristica di un cinema un po' datato passa a scene violente di incredibile impatto.
Viggo Mortensen è perfetto, il ruolo lo incarna divinamente, assieme a Cronenberg ha dimostrato di riuscire a lavorare a livelli di eccellenza. Bravo Cassel che tende sempre ad una recitazione eccessivamente sopra le righe ma che in questo caso riesce a trattenere. Non mi è piaciuta per nulla Naomi Watts, la nota più stonata del film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/12/2007 00:52:16
   8½ / 10
Con uno script che rimanda vagamente (involontariamente?) al caso Litvinengo, e un fortissimo senso di appartenenza che mi ha ricordato moltissimo il Munich di Spielberg (sequenze efferate comprese, ma con un'ottica molto Cronenberghiana), "Eastern promises" sembra focalizzarsi su una serie di schemi centrali (il perno del film) attraverso cui si snodano labirinti che solo la mano attenta del regista riesce a tramutare in un gioco di complesso realismo formale... il film è dunque l'ennesima riprova della capacità di un grande autore di sorprendere attraverso le modalità di una sorta di thriller dalle reminescenze più disparate (Mann, Ferrara e Lynch tanto per fare dei nomi).
Confesso di aver dubitato in certi spunti della buona fede di Cronenberg: va da sè che il film è e resta splendido, tuttavia a una contrapposizione così fortemente antitetica ai dogmi del cinema classico prevale talvolta una sorta di rifugio verso l'epicità ridondante del melodramma, genere inedito nella carriera del regista prima di "History of violence" e da cui attinge fortunatamente con una personalissima capacità di controllare una certa enfatizzazione emotiva (cosa che forse non gli era riuscita altrettanto bene nel suo pur ottimo film precedente).

Il respiro del film è comunque enorme, quasi un mosaico di famiglia che passa da Dostoevskji ("Karamazov") alle moderne riletture bibliche di "Scanners" e al dualismo imperfetto di "Inseparabili".

Il corpo resta (ancora) una macchina al servizio della violenza umana ("Sono morto a 15 anni. Oggi vivo sempre in uno stato di perenne distacco") , una fonte inespugnabile di appartenenza (non solo razziale), fino all'atto della carne che diventa privazione, quasi una castrazione fisica (le dita delle mani al posto del sesso). La mente controlla e raggiunge quella discesa all'inferno dove è impossibile tornare indietro

Straordinarie le sequenze della comunità russa in una Londra catturata in pochi, sinistri ambienti, dove esiste un sottobosco di crudeltà che implode senza che nessuno possa davvero ostacolare l'escalation di morte e sopraffazione. Notevolissima e agghiacciante la sequenza della sauna, un richiamo quasi manicheo del regista alla metafisica dell'orrore.

Notevolissimi Mortensen e (soprattutto) Cassel, un binomio di contrasti uniti dallo stesso codice familiare, interpretazione anti-glamour della Watts rappresentante di quel "mondo normale" che si affida all'escamotage materno per riabilitare una condizione empatica di violenza.

"Eastern promises" diventa pertanto un dramma familiare, razziale, sociale dove i pregiudizi si confondono sulle scelte sessuali, morali, affettive prima di arrendersi a uno sviluppo che porta ciascuna scelta a essere rispettata, ora in modo famigerato, ora in un deleterio bisogno di speranza.
L'apoteosi del film, così sgradevolmente omofobo e anzichenò misogino, sembra coltivare l'impronta maschile di un'ingombrante catastrofe, un mondo senza uomini, senza padri e sicuramente senza figli


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mainoz  @  23/12/2007 09:44:26
   6½ / 10
Un film d'autore, drammatico piuttosto che thriller, impeccabile e raffinata la regia di Croenberg che crea un ottima atmosfera "stile russia". La prima parte è monotona e mai avvincente, succede veramente poco e nulla... la seconda parte riscatta pienamente il film, sono presenti colpi di scena e il coinvolgimento dello spettatore aumenta parecchio. Mortensen e Cassel davvero bravi, mentre un po sotto tono mi è parsa la Watts (lontana dai livelli raggiunti in Mulholland Drive),anche se resta una brava attrice..Le altre pecche del film si possono riassumere in: finale bello ma decisamente sbrigativo, voce fastidiosa della bambina russa, e a mio parere l'attore che interpretava il padre di Cassel era veramente fuori parte (non esattamente il tipico russo...sembrava un classico americano bonaccione)

STYLOS  @  22/12/2007 20:55:47
   8 / 10
Indubbiamente bello. Ottimi gli attori. Non annoia mai e da la sensazione di una pellicola forte ed importante. Ma perchè ho anche la sensazione che manchi qualcosa? Sembra inconcludente. Non avranno mica intenzione di fare un secondo episodio! Sarebbe stato meglio, in tal caso, allungare questo di una ventina di minuti e dargli un finale più solido. Tra l'altro non è proprio il genere per fare dei sequel, visto il risicato favore del pubblico. Comunque assolutamente consigliato.

P.S. : La voce della ragazzina fuori campo è al limite della demenza con quell'accento russo da barzelletta.

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Roma753aC  @  22/12/2007 13:30:13
   7½ / 10
Visti tutti i commenti mi aspettavo qualcosa di più.

Mi aspetttavo qualcosa di più.

Mi ha dato l'idea di un bel fil che ha dovuto fare i conti con dei "tagli" che non hanno permesso d'approfondire la storia.

Ad ogni modo è fatto bene. La cosa che mi è piaciuta di più sono i personaggi, itnterpretati alla grande e veramente completi con le loro caratteristiche e contraddizioni.

Sceneggiatura fantastica.

Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  22/12/2007 12:56:23
   7 / 10
Cronenberg ha cambiato completamente genere ormai, ma se con History of violence aveva centrato in pieno l'obiettivo qui delude in parte.
Il film non è niente male, per carità, scritto bene e recitato perfettamente, soprattutto da Viggo Mortersen, ma non riesce mai a sfondare, e nel finale si perde completamente. Bellissima comunque la rappresentazione di una Londra anonima (alla fine si vedono si e no un paio di strade) e la scelta delle facce giuste per i personaggi secondari. La scena iniziale è paragonabile come impatto a quella iniziale di Quei bravi ragazzi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/12/2007 00:23:48
   9 / 10

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Ultima risposta 12/03/2008 21.40.58
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  21/12/2007 22:44:19
   8 / 10
E' difficile aggiungere qualcosa di sensato dopo gli altri commenti.
E' sicuramente uno dei film migliori dell' anno che si sta concludendo. Forse addirittura il migliore. Rigoroso e glaciale, ma anche stranamente intenso, emozionante senza mai andare sopra le righe. Due interpretazioni straordinarie e una fotografia da urlo.
Non vorrei citare per l' ennesima volta la scena al bagno turco, ma mi sento obbligata a farlo, data la sua totale, assoluta bellezza.
Splendide le interpretazioni di Mortersen e Cassel. Appena sotto tono la Watts.
Peccato per il finale, che mi ha lasciata leggermente insoddisfatta.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  21/12/2007 08:58:38
   8½ / 10
Ad un anno esatto dalla prova precedente, Cronenberg sforna un altro film di notevole fattura. Se in 'History of violence' era la violenza a generare mostri, qua, si può dire, che siano i mostri a generare violenza. Insomma invertendo i fattori il prodotto non cambia. Cambia invece la realizzazione, il modo di raccontare di David. Se, infatti, nel precedente i livelli erano molteplici e il film, sostanzialmente, una metafora, qua si narra una storia ben precisa. Sostenuto da una sceneggiatura di ferro, Cronenberg racconta, col suo stile caratteristico, una storia di mafia russa (ma potrebbe benissimo essere cinese o italiana). La violenza scoppia, improvvisa, in scene di una ferocia inaudita, mai gratuita. Recitato divinamente perfino da un attore mediocre come Cassel, il film manifesta la forte mano del regista e contiene una delle scene (l'imboscata nel bagno turco) più violente e realistiche degli ultimi anni. Da non perdere.

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phemt  @  21/12/2007 08:48:01
   7½ / 10
Cronenberg continua il suo personale viaggio cinematografico con questo thriller con echi noir e da gangster movie che in un certo senso fa il paio con il precedente A History of Violence senza comunque dimenticare alcuni punti cardine della sua cinematografia (la carne su tutti)…
Diretto chiaramente in maniera eccellente e impreziosito da un ottima fotografia l’ultima fatica del regista Canadese si fa notare anche per una coppia di attori in formissima (Cassel alla sua miglior prova dai tempi de L’Odio e soprattutto uno strepitoso Mortensen)…
Film lineare e diretto, Cronenberg non si perde in fronzoli e forzature, ma narra una storia così come andrebbe narrata, crudo esempio di studio dell’animo umano…
Certo si potrebbe stare a discutere su una sceneggiatura (soprattutto intesa come colpi di scena) che non stupisce né esalta e si potrebbe anche notare come Cronenberg in passato abbia fatto lavori di ben altro livello, ma zitto zitto il buon David continua a non sbagliare mai un film…

Invia una mail all'autore del commento BRISEIDE  @  20/12/2007 17:43:11
   8½ / 10
PRAGMATICO. fILM DAVVERO BEN COSTRUITO. COMINCIO AD APPREZZARE SEMPRE DI PIU CRONEMBERG. SCENE CUPE, VIOLENTE IN UNA LONDRA TRA BUIO E LUCE IN UNA CRUDA MA VERA REALTA DI SFRUTTAMENTO E DEGRADO DELLA VITA.LA TRAMA SI SVILUPPA NON TROPPO VELOCEMENTE DANDO LA POSSIBILITA ALLO SPETTATORE DI GODERE APPIENO DELLA SPLENDIDA INTERPRETAZIONE DI MORTENSEN E CASSEL. AZZECCATISSIMO SECONDO ME ANCHE IL FINALE. LO CONSIGLIO VIVAMENTE!!!!

benzo24  @  20/12/2007 17:34:34
   6 / 10
questo è un vero e proprio passo falso di cronenberg. film piuttosto retorico, un bluff. non capisco che cosa abbia attirato il regista a girare una storia così banale e già vista. sufficiente solo per alcune sequenze, ma da cronenberg bisogna aspettarsi di più.

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Ultima risposta 31/01/2008 12.28.16
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HATEBREEDER  @  20/12/2007 10:48:42
   6 / 10
Cronenberg è morto, e un sosia ha preso il suo posto.
La promessa dell'assassino è abbozzato, inconcludente, ed una volta finita la visione ti lascia un senso di incompiutezza come pochi. Non è la questione del finale "in sospeso", nè di lamentarsi se non vengono mostrati vita morte e miracoli di tutti i personaggi, solo, in questo caso, sembra veramente che il film finisca a metà film. Ok, tecnicamente è superbo, per carità, ma da un nome così importante questo è solo il minimo che ci si possa aspettare, direi. A history of violence sta indubbiamente su un altro pianeta.
Ma poi, sono l'unico che ha trovato la vuoce fuori campo cuon acciento ruosso della bambina una cosa ai limiti della sopportazione umana? Probabilmente serviva per dare quel tocco di poesia in più, e a coinvolgere lo spettatore nel dramma della poveretta, ma a me quasi faceva ridere. Dai, non ci stava proprio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  20/12/2007 10:00:22
   8½ / 10
Ancora un film memorabile per Cronenberg.
Il grande regista sembra aver seguire la strada del precedente e fantastico "a history of violence", dove apparentemente seguiva le regole del genere thriller personalizzandole comunque ai suoi temi e alle caratteristiche del suo cinema.
In "eastern promises", anche se le premesse sono differenti i personaggi interpretati da Mortensen sono più o meno simili. Padre di famiglia nel primo, spietato assassino nel secondo, ma in entrambi i casi con un passato da nascondere, che inevitabilemte viene scoperto.

Al di la di questo, il nuovo film di Cronenberg è un cupo melodramma londinese, tesissimo e molto complesso, in cui regna sovrana la violenza, ovunque e in ogni singola azione, e il regista, solo apparentemente si muove all'interno di un genere. Questo ha fatto si che molti critici parlassero stupidamente di cinema più accessibile, quando in realtà gli ultimi due film di Cronenberg non hanno nulla di classico e non assomigliano assolutamente a nessun altro film.

Sublime come sempre il lavoro sui corpi: fantastica la sequenza in cui il bravissimo Mortensen , nudo si fa tatuare le stelline ed entra definitivamente nel mondo della mafia.
Ma più di tutte è la sequenza della sauna ad essere un vero e proprio capolavoro: una vera esplosione di violenza improvvisa di grande lucidità, e davvero impressionante , indubbiamente una scena di culto in tutta la carriera di Cronenberg.


Bravissimo Mortensen, intenso e perfetto, sublime anche Vincent Cassel, in un ruolo molto più complesso di quanto sembra.
Non troppo convincente ne la Watts ne il personaggio che interpreta.
Lo script è dello stesso del film di Stephen Frears "piccoli affari sporchi", che era ugualmente ambientato in una Londra anonima e cupa.

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Ultima risposta 20/12/2007 11.03.20
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edo88  @  20/12/2007 02:00:26
   9 / 10
Cronenberg ci regala un film eccellente senza strafare, senza pretendere, senza illudere.
Narrazione serrata, senza fronzoli, personaggi ben delineati e recitazione quasi perfetta.
Consigliatissimo!

castelvetro  @  19/12/2007 19:32:08
   8½ / 10
Grande Cronenberg! Già nei primi minuti
di film annuncia il suo ritorno creando oscenità e furore
dal barbiere... Roba da chiodi...

Effetti speciali, Olegar Fedoro, musiche scoppiettanti,
Olegar Fedoro, grandissima fotografia, Olegar Fedoro,
sequenze glamorose come quella nel cesso!

Insomma un film coi botti

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Ultima risposta 19/12/2007 23.07.45
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dedalo1267  @  19/12/2007 18:43:32
   6½ / 10
Che dire,
di Cronenberg ho visto qualche film,alcuni piaciuti altri meno.
Di questo le mie obiezioni riguardano la trama,
il finale soprattutto,aperto e in qualche modo sospeso,
e il fatto che dramma e thriller non riescono
a fondersi bene.
Da sottolineare la recitazione di Mortensen e di Mueller-Stahl.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento kubrickforever  @  19/12/2007 18:37:15
   8½ / 10
Forse il più bel film del 2007. Cronenberg ci mostra, dopo history of violence, il suo nuovo modo di fare cinema.
Ancora una volta affida a Viggo Mortensen la parte del protagonista e...ci azzecca di brutto visto che la sua interpretazione è da Oscar. Ottima anche la prova di V.Cassel, un pò spenta invece la Watts, anche se il suo sedere recita bene al posto suo.
Splendida in un paio di frangenti anche la fotografia.
Ottima anche la trama, insomma è un film da vedere.
Ho solo un piccolissimo dubbio:


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forzalube  @  19/12/2007 14:03:17
   8½ / 10
Cronenberg non delude mai (ops, stavo dimenticando Existenz). Un ottimo film di genere con ottima fotografia, grandi interpreti ed una sceneggiatura solidissima e coinvolgente. Se lo dovessi definire con 2 aggettivi: nudo e crudo.

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  19/12/2007 13:00:55
   7½ / 10
Cronenberg vira al noir senza abbandonare i suoi temi più cari, dall'ossessione per la carne, che si fa disperato veicolo narrativo attraverso i tatuaggi, a quella per il doppio, con vari riferimenti a Inseparabili. Drammi shakesperiani e fantasmi di Dostoevskij si fondono in una storia essenziale e simbolica su alcuni fronti, debole su altri.
Miserella la Watts ma in compenso buon Cassel e statuario Mortensen, che ha trovato probabilmente in Cronenberg il suo pigmalione.
Da notare un paio di sequenze da urlo e la splendida fotografia di un'anonima Londra, in cui sarà una bimba figlia di uno stupro a trasfigurare e imbastardire la festa della natività.



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Ultima risposta 19/12/2007 15.27.22
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wuwazz  @  19/12/2007 11:23:04
   6½ / 10
La promessa dell'assassino: thriller. Lasciando da parte questi due dati, che da soli commentano la situazione italiana.

Pur riconoscendo la bravura dello studia-cervelli David, non sono mai entrato in sintonia con lui. non tanto per la crudezza o la lentezza, più che altro per l'evoluzione degli eventi di cui spesso si disinteressa. Qui la fine in particolare è tirata via, e me ne sbatto se non è quello il succo: la parte finale e il salvataggio della bambina è una vera c@cata moralista che mi ha lasciato di stucco, completamente

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anche perchè non indica nessun risvolto particolare (nemmeno a livello psicologico), è un climax che non funziona secondo me. C'erano altri mille aspetti che potevano essere trattati alla fine, ma Cronnie semplicemente se ne strafrega e fa finire il film in un modo insulso e irritante (irritante secndo me è proprio l'aggettivo giusto per Cronningen). Si parla (con una certa presunzione tra l'altro) di Cronenberg + accessibile, come dire "di solito sono film difficili, che la maggior parte dei cinefili non apprezza perchè non abbastanza colta o troppo superficiale", ma secondo me sono tutte scemenze: non siamo molto distanti dall'ultimo film "history of violence", e comunque ormai sono persuaso che questo regista non mi regalerà mai un momento di vera "felicità" al cinema, perchè non mi piace il suo modo di fare cinema. Mi piace la crudezza, mi piace la caratterizzazione dei personaggi, mi piace la storia, ma non mi piace mai l'evoluzione che dà agli eventi, è come se mancasse sempre poco al capolavoro.... ma per un motivo o per un altro il film a un certo punto mi scade clamorosamente.
Straordinario Viggo e bravissimo Cassel, da soli valgono il prezzo del biglietto

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  19/12/2007 10:57:19
   7½ / 10
E Cronenberg scoprì Viggo (anche di fatto). L'osmosi che fra i due portava a compimento qual capolavoro di "history of violence" qui latita. O compare per poco, per poi dileguarsi nelle strade di un'inghilterra-russa fredda e per nulla evocativa. Il film è perfetto quando compare il faccione di Viggo, per sfigurare in un triste polpettone domestico circondato da quell'aura da film inchiesta quando si rifugia tra le mura domestiche di Anna. E' proprio lei a non funzionare, e lo fa in maniera duplice: il suo personaggio è esile, esiguo e senza direzioni. E, incredibile, Naomi qui dà prova pessima. ma pessima pessima. Probabilmente a Cronenberg non interessava dirigerla, tutto preso da Viggo. E della povera quattordicenne stecchita alla fine non interessa a nessuno; a parte Anna, che però è un personaggio con pochissima forza evocativa per riabilitare la ragazzina madre.
Sulle tematiche cronenberghiane manco si discute; come gioca lui con i corpi, vivi o morti, non gioca nessuno.
C'è un concreto rischio, secondo me, che Cronenberg inizi a costruire i suoi film attorno a Viggo, casomai la coppia dovesse fare tris. Qui ha tralasciato un po' troppe cose.

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Ultima risposta 04/01/2008 12.43.14
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testadilatta  @  18/12/2007 17:59:54
   7½ / 10
Ottima regia.
Ottimo il cast.
L'unica cosa che non mi è piaciuta molto è la sceneggiatura.


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Comunque un film da vedere assolutamente per la sua crudezza sia esteriore che interiore.
Scena cult: bagno turco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  18/12/2007 15:02:15
   9 / 10
“A history of violence” ha segnato per Cronenberg un passaggio determinante nel suo modo di fare cinema,confrontare quel film e “La promessa dell’assassino” con le inquietanti e visionarie pellicole precedenti potrebbe addirittura indurre a pensare che siano state realizzate da filmaker diversi.
Cronenberg infatti, lasciati da parte alcuni affascinanti “astrattismi”, ci cala in un incubo che trasuda realta’ da ogni fotogramma,si affida alla sua maestria tecnica dietro la mdp ed all’ottima fotografia del fido Peter Suschitzky,per mostrarci una Londra molto lontana da quella arcinota del Big Ben o di Piccadilly Circus,una Londra in cui anche il Natale è una festa destinata ad essere oscurata dalle ombre dense del male che può annidarsi dietro ad ogni angolo,dietro ad ogni volto,dietro ad ogni storia.
La pioggia incessante,il cielo plumbeo fanno da scenario cupo al mondo violento della malavita russa,destinato allo scontro con la realtà quotidiana,quella “pulita", rappresentata da una testarda levatrice di nome Anna,interpretata con efficacia da Naomi Watts.Tra la realtà della donna e quella della criminalita’ organizzata si interporra’ Nikolai,uomo di fiducia dei russi ,autista ma anche guardia del corpo e glaciale “becchino” all’occorrenza.Viggo Mortensen,ormai attore feticcio di Cronenberg, è a dir poco eccellente nel calarsi con aderenza sorprendente al personaggio…la sua fisionomia,i suoi gesti,il suo sguardo danno vita ad un’interpretazione magistrale alla quale, per onor di cronaca, vanno aggiunte anche quelle di Vincent Cassel e Armin Mueller-Stahl.
Cronenberg analizza la moralita’ dell’uomo,quanto questa possa essere messa a dura prova e induca l’essere umano a schierarsi dalla parte della luce o del buio,inoltre non tralascia l’ossessione per la carne,ancora ben presente e mostrata attraverso svariate scene di nudo e soprattutto mediante l’utilizzo del corpo come una mappa dell’esistenza umana.
La miriade di tatuaggi che ricoprono i corpi sono testimoni del vissuto e di un passato che non si puo’ cancellare,storie prive di parole,ricordo indelebile di ogni azione compiuta,oltre che simbolo di fedelta’ e prestigio. Le improvvise scene di violenza sono devastanti,eccezionali nel loro realismo e toccano l’apice della brutalita’ nella scena della sauna, dotata di una forza sonoro/visiva sconvolgente.
Interessante è notare come il regista presenti i suoi personaggi:apparentemente forti ma anche insicuri,splendidamente sfaccettati nella loro forma metaforica di angeli e demoni , capaci di fondere attraverso un percorso di crescita il bene ed il male,individui affascinanti sospesi tra limpidezza e mistero affinchè sia lo spettatore a dare un'interpretazione ad un loro sguardo o ad una parola.
Il raggiungimento dell’epilogo equivale alla catarsi finale,gli ultimi minuti pur essendo ben ideati stridono con il resto della pellicola,personalmente avrei preferito che Cronenberg insistesse su una certa drammaticita' degli eventi.
Ma a parte questo piccolo appunto il film appare splendido nella sua realizzazione e straordinario nella sua lineare brutalita',un gioiello da non perdere.

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Ultima risposta 19/12/2007 09.31.03
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maxco  @  17/12/2007 18:13:43
   8½ / 10
Ancora una volta Cronenberg lascia il segno!

Delfina  @  17/12/2007 12:33:04
   6 / 10
Un film di genere e, a modo suo, anche di cassetta. Cronenberg strizza l'occhio alla tradizione noir e ne ricava un piacevole film di genere, di livello appena medio, non di più. Sembra che il regista voglia accontentare un palato molto più facile, quello che apprezza i film d'azione e violenti in generale, ma senza troppe ambizioni d'autore.
Insomma, un'evoluzione verso il basso della sua parabola artistica, non certo il contrario.
Siamo anni luce, per es., da un capolavoro di pochi anni fa, come "Spider".

Qui la sceneggiatura è banale, non ha una solida consistenza, tranne alcune parti più indovinate, come quella del figlio del boss (Vincent Cassel).
La protagonista femminile, scialba, sembra svolgere solo un ruolo anonimo. La trama sembra funzionare solo perché l'infermiera non capisce con chi ha a che fare, finché non è troppo tardi.
Insomma, i protagonisti non hanno spessore, non hanno una personalità complessa, sono solo maschere di una storia prevedibile.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  17/12/2007 12:29:44
   9 / 10
un film sicuramente difficile, alcuni prima di me hanno scritto che è uno dei film più commerciali di cronenberg, ma non sono proprio d'accordo! certo si discosta tantissimo dal genere di film con cui ci aveva abituato, e, come in 'A history of violence' si addentra nella psiche umana, nella sua metamorfosi non più carnale ma mentale, nella maschera che ognuno di questi personaggi si crea per tener nascoste le proprie paure e incertezze! una caratterizzazione dei personaggi assolutamente perfetta, con degli interpreti eccezionali, viggo e cassel su tutti meriterebbero l'oscar! per non parlare di mueller-stahl, che si ripete come in 'shine' nel ruolo del padre che disprezza il figlio!!
tutta la storia quindi è solo una cornice ai personaggi; in realtà a cronenberg non interessava parlare di mafia russa, è forse proprio questo che lascierà molti spettatori delusi ('ma questo film non ha un finale?!' ' ci sono dei buchi nella sceneggiatura')! tratta un tema che sembrava ormai avesse da dire veramente poco in una maniera assolutamente originale!
un plauso alla parte nella sauna, dove un corpo nudo si trova a combattere una lotta alla sopravvivenza contro due uomini in giacca e cravatta, l'espressione massima della carnalità proposta qui da cronenberg in una scena girata magistralmente!
il film migliore della stagione, ora aspettiamo il nuovo dei Coen e quello di Scott!

Mirea  @  17/12/2007 12:09:48
   6½ / 10
E' un film che si svolge molto lentamente.
Non è male, gli avrei dato anche un 7, ma alla fine manca una parte (che è scontata, daccordo) ma che doveva essere trattata a mio parere, perchè è troppo ampia e fondamentale per lasciarla al caso -vedi SPOILER-.
La scenografia è perfetta per questo film: richiama continuamente l'aria claustrofobica che si respira tra i personaggi.

La prova degli attori è molto buona.

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Ultima risposta 17/12/2007 15.26.44
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simone76roma  @  17/12/2007 02:34:49
   7½ / 10
Direi particolare, non molta azione ma davvero profondo.Il film racconta la vita di un organizzazione mafiosa Russa che vive a Londra in modo affascinante e molto crudo.Ottimo l'attore del signore degli anelli e la bionda e' davvero fica :-)))
Non manchera' naturalmente l'attimo romantico finale ed un paio di colpi di scena.

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Ultima risposta 17/12/2007 11.54.58
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Constantine  @  17/12/2007 01:22:04
   9 / 10
Film inquietante per la sua bellezza, Cronenberg non tradisce i suoi fan e ci regala l'ennesima pellicola eccezionale, figlia della sua arte e delle sue passioni, ricca del suo stile inconfondibile sia nei contenuti sia nella tecnica. Un film crudo, tetro, reso magnificamente dall'ottimo cast su cui svettano Armin Mueller Stahl e uno straordinario Mortensen (qualche dubbio sulla Watts), con una fotografia magnifica e tutta un ambientazione palpabile, viva, opprimente. La sceneggiatura non si prostra allo spettacolo gratuito, i personaggi vengono sviscerati sapientemente e nulla viene lasciato al caso, si racconta una storia senza compromesso. Il finale mi ha convinto a metà. Resta qualche gradino sotto il magnifico History of Violence ma rimane una grandissima opera degna del suo creatore.

" Sono solo un autista... "

" Io sono morto a quindici anni..."

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giumig  @  16/12/2007 23:50:48
   6 / 10
Mi aspettavo sicuramente di piu da questa pellicola, che ho trovato di molto inferiore a quel capolavoro che è History of violence. La trama è poco avvincente se non inesistente, sceneggiatura carente. Rimane la mano di Cronenberg in alcuni punti, si salvano i dialoghi e la caratura dei personaggi. Ottime anche le prove di Mortensen e Cassel.

norah  @  16/12/2007 23:41:51
   10 / 10
Mille parole non basterebbero per descrivere cotanta bellezza.
Capolavoro.

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Ultima risposta 18/12/2007 20.41.31
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  16/12/2007 21:21:29
   6 / 10
Non mi ha convinto...per nulla. A cominciare da Naomi Watts, che non riesce a dare spessore alla protagonista. L'ho trovato un pò noioso e scialbo da digerire, sinceramente. Ho trovato di gran lunga migliore History of Violence

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  16/12/2007 20:57:51
   6½ / 10
Sono rimasto un po deluso,.aspettavo questa uscita da tempo,ma non mi ha convinto.A tratti si vede la mano di Cronenberg,anche se io preferisco il vecchio
David.

Sestri Potente  @  16/12/2007 20:55:04
   7 / 10
Cronenberg è così, prendere o lasciare: personaggi caratterizzati molto poco sotto il profilo psicologico, storia molto concentrata e qualche scenetta splatter piazzata quà e là. E' un regista che ha buone idee, ma non mi entusiasma in modo particolare. La promessa dell'assassino è una storia cruda e avvincente, con un Viggo Mortensen perfetto nel suo ruolo, affiancato da un altrettanto bravo Vincent Cassel e da una buona Naomi Watts. Non è un film per tutti, in quanto Cronenberg offre una regia molto particolare, ma comunque vale la pena di vederlo.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  16/12/2007 18:20:06
   6 / 10
Le ragione per le quali non ho apprezzato questa pellicola sono le stesse che hanno spinto gli utenti che hanno commentato precedentemente a dare voti così alti.
La scelta di raccontare una storia simile in modo tanto asciutto e asettico rende, a mio avviso, il film assolutamente incapace di trasmettere emozioni, incapace di coinvolgere e, a lungo andare, anche leggermente noioso. La sceneggiatura, anch’essa, non è niente di trascendentale e nella trama e nell’introspezione dei personaggi; non che non vi sia un certo spessore psicologico nel tratteggiare gli stessi, sia chiaro, solo che non ci ho visto niente di geniale o, comunque, di maggior rilievo rispetto a molte altre pellicole. Il problema, è bene ribadirlo, non è solo una trama assolutamente comune e abbastanza piatta, tant’è che ci sono un’infinità di capolavori che risultano tali unicamente per il modo in cui una storia la raccontano, ma, nel caso in specie, è che una storia piatta viene raccontata in un modo tale da renderla ancor più piatta di quanto già non sia.
Le uniche scene in cui si ravvisa una certo spessore emozionale sono quelle di violenza; non per la violenza in sé per sé, ovviamente, ma per il modo crudo in cui viene presentata, per quella sorta di istinto primordiale che sale in primissimo piano durante le stesse.

Quanto alle interpretazioni, invece, direi che ognuno fa ottimamente la sua parte. Vincent Cassel in particolare, oltre ad essere un buon attore ha anche quella che definisco una tipica faccia da cinema.

Scusate, ma in quest’ultima pellicola, come nella precedente, non ravviso quella presunta genialità che porta molti altri a valutazioni così entusiastiche, benché sia io il primo a cercare in tutti i modi di farmelo piacere questo Cronenberg. Certo è vero anche che devo approfondire la sua filmografia, non avendo visto alcune delle sue pellicole più riuscite, quindi spero di ricredermi.

Ch.Chaplin  @  16/12/2007 14:32:47
   8½ / 10
uno dei pochi registi determinanti rimasti sulla scena internazionale non può che avere tutto la mia ammirazione. è inutile che dite che cronenberg non è + lui. non è vero, ha semplicemente metto in atto su di sé uno di quei temi lo aveva reso celebre: la metamorfosi! secondo me cmq non è cambiato + di tanto, è rimasto quello, è semplicemente maturato molto. i temi sono gli stessi, ma sono + celati, a prima vista + superficiali, ma sempre degni di palesamento. come si fa a non vedere in tutti i personaggi l'insoddisfazione x la propria vita, il vano desiderio di cambiare e la rassegnazione talvolta violentata che traspare: da viggo a naomi, da cassell al padre capo-mafia, perfino lo zio russo e la madre sono personaggi di questo tipo.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  16/12/2007 11:04:22
   10 / 10
Il ritorno di Cronenberg: ed è un altro capolavoro.
Eh si, di questo si tratta.
Lasciamo stare i soliti tromboni criticoni, qui si sta parlando di Cinema. Di un film sporco, cattivo, violento, che ti attacca alla poltrona e soprattutto un "film d'autore per tutti". Così lo posso definire, anzi diciamo quasi per tutti (escludiamo gli impressionabili). Infatti chi vuole qualcosa di profondo, intrigante lo trova. Chi vuole solo un ottimo mafia-movie trova anch'èesso.
Cronenberg non lasca nulla all'immaginazione nulla, ma proprio nulla ed evolve.
E' qui che il regista canadese sorprende. Lui a differenza di altri grandi, ormai molti e sepolti perchè legati alle loro tematiche, diventa egli stesso il soggetto della metamorfosi che spesso ha reso per immagini (La Mosca).
Cronenberg evolve nei temi, negli eventi che egli racconta ma rimane il suo marchio di fabbrica, la potenza visiva ed evocativa delle immagini. Nulla è lasciato al caso. Il regista canadese esplora nuovi lidi, e, a mio avviso, si concentra molto sul lato religioso, creando un opposizione violenza-religione, veramente potente e spiazzante.
Viggo mortensen è da oscar, assolutamente. Il novello Cristo, il Gesù del nuovo millennio, una figura messianica, di grande fascino e bellezza.
Inoltre i temi di Cronenberg sono ancor profondamente presenti: la carne, l'interiorità dell'uomo in senso più fisico possibile.
Quindi un film assolutamente meraviglioso, intriso di significati. Auguro buon lavoro a chi lo recensirà :-)
Un nuovo capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  15/12/2007 13:47:40
   8½ / 10
Mi aggiungo ai pareri molto positivi sul film: il nuovo cinema di Cronenberg sarà meno sperimentale e di nicchia rispetto al passato ma ugualmente interessante e affascinante.
Tecnicamente ineccepibile e con un cast semplicemente perfetto (da Oscar la prova del glaciale Viggo Mortensen che si toglie definitivamente di dosso i -pochi- panni rimasti di Aragon), EASTERN PROMISES continua il viaggio del regista canadese sull'animo umano, giocando sui suoi mutevoli stati e sull'apparenza.

Unico mio personale rammarico e di non averlo visto in lingua originale, anche se devo riconoscere che il doppiaggio è stato notevole.

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Ultima risposta 22/12/2007 19.43.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  15/12/2007 12:26:19
   8½ / 10
Lontano dai temi e dalle ossessioni tipiche della sua filmografia,Cronenberg sforna un film di rara bellezza,continuando la strada intrapresa con il precedente History Of Violence...piu'accesibile ma ugualmente spiazzante e capace di colpire duro ogni tipologia di spettatore,il nuovo Cronenberg racconta una storia criminale ambientata nei sobborghi di Londra:grazie alla straordinaria sceneggiatura di Steve Knight l'opera non tarda a entrare nel vivo,immersi in ambienti malavitosi ripresi senza forzature e dotati di un'atmosfera ambigua e accattivante dalla prima all'ultima sequenza.
Pur utilizzando poco gli esterni della capitale inglese,Cronenberg non rinuncia alla ricerca del dettaglio,in quello che forse rappresenta tecnicamente il suo miglior film di sempre(semplicemente straordinarie fotografia,costumi,scenografie e musiche).
Per quanto mi riguarda l'unica cosa che non riesco a digerire,e'stata quella di aver bocciato troppo velocemente sia un'attore del calibro di Viggo Mortensen,sia un film come History Of Violence:e'si ragazzi,scordatevi Il Signore Degli Anelli o la gran parte dei filmacci interpretati dall'attore fino ad oggi,e preparatevi ad una prova attoriale semplicemente devastante,con la sequenza della sauna gia'entrata di diritto nella storia del cinema...forse due anni fa non ero ancora pronto per il nuovo ciclo intrapreso dal regista canadese,forse ero ancora troppo ancorato a un tipo di cinema fatto di carne,macchina e cervello,ma ora non ho piu'dubbi,Cronenberg e'uno dei piu'grandi registi viventi e il suo cinema in continua evoluzione continuera'a regalarmi ancora grandi emozioni.

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Ultima risposta 15/12/2007 12.52.08
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  15/12/2007 03:05:03
   8 / 10
Bellissimo, interpretato benissimo, fotografato in maniera eccellente. E, una volta tanto, doppiato in maniera egregia. Mortensen e Cassel da oscar, ma bravissima anche la Watts (che chiappe!).
Forse il finale lascia qualche dubbio, ma si esce dal cinema pienamente soddisfatti.

luca2012  @  14/12/2007 21:20:46
   8 / 10
Bellissimo film. Cronenberg non ci risparmia neanche i momenti più sgradevoli, ma è un film da vedere assolutamente.

Crimson  @  10/12/2007 00:20:18
   8½ / 10
Con un film superbo Cronenberg torna a raccontarci una storia di coscienza e di identità, mediante un thriller serrato, che tiene costantemente sulla corda, e non privo di colpi di scena da manuale.
Fin dall'inizio il film entra nel vivo del rapporto tra radici culturali e identità personale, in una Londra completamente stravolta, ben poco inglese.
Senza fronzoli ma al contrario, con il suo inconfondibile stile asciutto e crudo, il regista ci catapulta immediatamente in una vicenda torbida animata da personaggi spigolosi, difficilmente decifrabili: fanno parte di un clan di mafia russa, implicato in un regolamento di conti per mano dei suoi maggiori esponenti: Kiril e il suo autista factotum Nikolaj (due intensi e convincenti Vincent Cassel e Viggo Mortensen, a proprio agio nelle loro parti).
Una volta entrati in sintonia con la cristallina infermiera (Naomi Watts - che adoro), siamo indissolubilmente schiavi di un film che man mano che si rivela nella sua natura di thriller spietato e sceneggiato impeccabilmente, allo stesso tempo ci lascia interrogare sulla personalità dei protagonisti, ci fuorvia, ci ricongiunge immancabilmente, e ci sorprende.
E così ci spinge a penetrare in qualcosa che và al di là dell'apparenza, e ci mostra degenerazione e umanità in modo davvero sublime e coerente, senza il minimo accenno a retorica o presa di posizione, ed è questo il dato più significativo, a mio avviso.
Difficile dimenticare diverse sequenze, su tutte quella della sauna.
E sul piano più profondo fà centro questo film, per mio conto, perchè smussa efficacemente un quadro di routine secondo cui il codice morale di una persona sia imprescindibilmente legato al proprio humus inteso non solo come storia di vita personale ma anche come basi culturali di provenienza. Cronenberg ha questa capacità rara nel panorama cinematografico, quella di deformare una realtà avvilente a causa di concezioni poco approfondite e talmente routinarie da diventare veri e propri dictat. E con questo film è riuscito a sbarazzarsene e a farcene sbarazzare, almeno per un'ora e mezza, e spero che certe riflessioni evocate dal film non mi abbandonino facilmente.

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Ultima risposta 14/12/2007 22.07.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  07/12/2007 22:45:13
   8½ / 10
nuovo centro perfetto per cronenberg. la sua svolta verso il thriller/drammatico, verso lo studio profondo dell'animo umano, crea ancora qualcosa di unico e distante da qualsiasi classificazione.
questa volta il genio canadese si cimenta nel sezionamento della scena criminale russa a londra o, meglio, nel fotografare minuziosamente le figure ombrose che la costituiscono.
una ragazzina di 14 anni, incinta, viene portata in ospedale a causa di un'emorragia. non si salverà (non preoccupatevi, non è uno spoiler), ma la dottoressa di turno, anna (naomi watts), riesce a far nascere la bambina e, attraverso il diario della ragazza, si mette alla ricerca delle sue origini e della sua storia, che scoprirà legata a filo doppio con quella del boss semyon.
clinico e del tutto asettico nella narrazione, in eastern promises si susseguono scene brutali mostrate senza alcun compiacimento malsano e brevi contatti umani distanti da ogni gusto retorico. cronenberg non romanza, non fa proseliti. mostra impietoso quello che accade, suggerisce senza imporre, lascia lo spettatore libero di subire l'insano e magnetico fascino di personaggi dipinti in maniera sublime, di una storia nera ma in fondo così realisticamente possibile, e ci regala una scena che entrerà negli annali per la sua barbaria: quella nella sauna.
superlative le prove di tutto il cast, consiglio vivamente di guardare il film in lingua originale per notare l'enorme mole di lavoro che mortensen e cassel hanno dovuto svolgere per costruirsi un così realistico accento russo.

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Ultima risposta 08/01/2008 17.53.59
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