Un percorso misterioso, dove la realtà si confonde con il mistero, il sogno, l’amore, la morte... Una macchina procede lentamente nella famosa Mulholland Drive con a bordo una bruna fatale. La donna non è sola, qualcuno le sta puntando addosso una pistola. Ma il destino è più veloce, dalla direzione opposta, spunta un bolide che travolge la vettura.
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Devo ringraziare il commento di Banchelli, che mi ha dato veramente una delucidazione sulla trama intricatissima di Mulholland drive. Un meccanismo thriller in bilico tra il sogno e la realtà davvero raffinato. Non vorrei dire una scemenza, ma mi è sembrato che molti passaggi del film ricordassero le pellicole di Hitchcock, da Psyco a La donna che visse due volte, passando per la finestra sul cortile. Uno dei film più eleganti e seducenti di Lynch, senza dubbio, anche se ho preferito le suggestioni oscure di Eraserhead e di Inland empire. Siamo comq ad altissimi livelli, un film che come un cubo dei sogni incrocia realtà e fantasia in una geometria davvero unica.
Lynch è l'uomo del sogno....e lo dimostra di nuovo con questo capolavoro. Come sempre il maestro mette assieme dramma, triller, horror e anche punte di ironia. Due donne...due mondi...realtà e sogno...sogno e realtà... Due considerazioni si possono fare. La prima: i sogni riescono a smascherare i nostri desideri, le perversioni, le aspirazioni, le sfaccettature oscure della mente molto meglio di quanto faccia la parte conscia del nostro io...purtroppo i sogni non sono la realtà e quando ci si sveglia è dura, molto dura ad accettarla...non per niente il buon Linch, da grande psicologo quale è, fà durare di meno la seconda parte del film rispetto alla prima(si suppone che la prima parte sia sogno e la seconda sia realtà). Seconda cosa: si sospetta che dietro la trama dell'opera, paragonabile ad un inquietante ghigno di David Lynch, ci sia un'invettiva contro lo star-system holliwoodiano. La Hollywood artificiosa e da sempre regno dei sogni è solo una sciarada...una finta..una maschera schifosamente perfetta ed edulcorata che nasconde però l'altra faccia, quella reale, squallida, perversa, cattiva, diseducativa e pericolosa. Di nuov quindi Lynch gioca sul doppio rapporto sogno-realtà....bene-male....bianco-nero....il doppio.....l'aspetto speculare della vita e della morte. Un grandissimo film. Un grandissimo regista. Musiche cupe e perfette, fotografia e scenografia suggestivi, attori superbi, effetti visivi onirici. Insomma...un capolavoro...l'ennesimo del creatore di Twin Peaks.
Qualcuno me lo spieghi, perchè da un certo punto in poi non c'ho capito un tubo. Ho messo 8 per la regia che anche se non ho capito tutta la trama è comunque stupenda, per le attrici e per la suspense...insomma altrochè gli horror, certe scene ho fatto un po' fatica a guardarle. Comunque sul serio, spiegatemelo, sempre ci sia qualcosa da spiegare. (vedi spoiler)
Dunque dunque...sono arrivato che loro due innamorate alla ricerca dell'identità di "Rita" vanno alle 2 di notte in quel teatrino...dopo non c'ho capito un tubo, se non che non sono più così tanto innamorate, che Rita si rivela un'attrice, che lo spazio/tempo si deforma (la casa di Betty e lo stato fisico di Rita) e tutto ciò che ne segue.
Vi preeeego fatemi luce! Qualcosa mi è sicuramente sfuggito. Quella scatola, poi...
E che diamine non sono poi mica così stupido...ma se il regista mi dicesse "il secondo tempo non ha senso, non preoccuparti" gli crederei subito e non ne dubiterei. Nonostante alcuni legami che rimangono (nella trama dico).
In attesa di Inland Empire (che per non so quale motivo esce il 9 marzo in Inghilterra quando dopodomani esce in Iran, vabbè..) per ingannare l'attesa mi sono rivisto il precedente film di questo meraviglioso regista. C'è poco da fare, le emozioni che si provano guardando un film di Lynch sono una cosa unica. Io lo conosciuto da bambino con Twin Peaks e ricordo ancora alla perfezione le sue atmosfere oniriche e i personaggi inquietanti che mi affascinavano ma allo stesso tempo non mi facevano dormire la notte. La prima volta questo film mi ero piaciuto molto ma, rivisto dopo anni con un'ottica diversa (ovvero senza la necessità di dover spiegare ogni singola scena) mi ha permesso di godermelo completamente. Mai il confine tra sogno e realtà è stato cosi sottile in un film. Sul regista, ogni aggettivo è limitato; due parole per Naomi Watts, straordinaria in una parte difficilissima, e per la colonna sonora da brividi (composta dal fido Badalamenti). 10 meritatissimo.
Ieri sera ho visto Mulholland drive. Ieri sera ho visto un pezzo di storia del cinema. Ieri sera ho visto un capolavoro.
Alla fine della visione mi sono precipitato quì, su filmscoop alla ricerca di qualche commento chiarificatore; e ringrazio Banchelli per avermi illuminato al riguardo.
E' il primo film di David Lynch che vedo ed è stata un' esperienza del tutto positiva. In questo film c'è tutto quello che un appassionato di cinema cerca. Ogni oggetto, ogni personaggio, ogni inquadratura... qualsiasi cosa è lì per uno scopo preciso, il tutto è curato nei minimi dettagli e niente è lasciato al caso. La regia è imponente e la fotografia suggestiva. Il cast vede la presenza di un' incantevole Laura Harring e di una strabiliante Naomi Watts nella sua migliore interpretazione che, senza dubbio, avrebbe meritato un oscar. (Un inchino a questa grande attrice in particolar modo per la scena dell'audizione che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta per la sua bravura). La critica alla Hollywood contemporanea è una delle tematiche centrali del film e con immagini forti e dialoghi schietti, Lynch denuncia la corruzione del popolo cineasta. (Un inchino anche a lui). L'idea che tutto sia il frutto di un sogno è allucinante e, anche se non tutti i tasselli alla fine combaciano, questo film rasenta comunque la perfezione. L'oscar alla regia sarebbe stato più che meritato ma daltronde lo stesso Lynch ci ha trasmesso un messaggio molto forte sulla corruzione del mondo del cinema, quindi...
E' un film visivamente crudo e scioccante, che vede l'alternanza di scene forti ( il cadavere sul letto e la masturbazione di Naomi Watts tra le lacrime) e di scene profonde e ricche di significati.
Alcune inquadrature sono da manuale, la metafora rappresentata dalla scatola dei sogni è geniale e la figura del "mostro" incappucciato è uno spunto di riflessione: stupenda l'immagine di questo "mostro" che ha tra le mani la scatola; simbolo della disfatta di tutti i sogni.
Vi chiederete perchè non gli ho dato 10... semplice... Secondo me il film si regge solo per le scene che vedono Naomi Watts e Laura Harring; tutto il resto non mi ha trasmesso più di tanto.
Come ho già detto mi sento obbligato ad inchinarmi difronte a tanta maestria.
Un inchino a Lynch, Un inchino a Naomi Watts e un inchino ancora più profondo alla fotografia che ci ha regalato scene davvero stupende, in particolar modo la masturbazione di Naomi (un immagine veramente forte) e, sempre Naomi, che salta il divano e si sdraia sopra a Laura... un' inquadratura da togliere il fiato.
Ragazzi, questo è un capolavoro !!! Veramente bello, intelligente, difficile, non per tutti. La storia si segue a fatica, non si riesce a comprendere, a seguire, a stare dietro a questi avvenimenti strani che piano piano ti porti dietro fino quasi ( senza quasi ) a non capirci più un fico secco. Ma ecco arrivare la fine e qui arrivare le risposte ( forse !!?? ) ....... Consiglio almeno 2 visioni per capire al meglio questo capolavoro di David Lynch, oppure di andarsi a leggere il commento del Banchelli, che secondo me è stato molto bravo nel spiegare il tutto. Naomi Watts da oscar !!!
film bellissimo ma solo se visto con accanto la "guida"... perche di capirlo in diretta ne ho capito la meta e probabilmente avrei dato 7 ma leggendo alcuni commenti(alcuni in particolare)ho capito come questo film sia perfetto ma non raggiunge il massimo dei voti perche troppo ermetico! insomma il regista ha voluto volontariamente girare un film ermetico di difficile sopportazione ma lui stesso alla fine ci dice cosa fare..."silenzio" prendiamo quest'opera d'arte cosi com'è venuta fuori dal suo genio
Piccolo capolavoro onirico del maestro David Lynch. Film (o sogno) complesso, oscuro, intricato, dove ogni elemento narrato si fonde e confonde con una trama solo apparentemente lineare (un inizio in stile noir), ma che si fa espressione di un concatenarsi di simbolismi e rappresentazioni oniriche solo in parte intelligibili ..solo le emozioni sono vere, tutto il resto è “finzione”, passando per un complicato universo immaginario che non vuol essere svelato, vuol rimanere celato nel suo universo parallelo (così anche il silenzio acquisisce un senso di ineluttabilità). Cosa potrebbe palesarsi ..una critica al mondo hollywoddiano, quello che sembra ancora chiuso nelle sue logiche commerciali ..oppure la follia d’amore, una giovane donna che vorrebbe veder realizzato il proprio sogno, ma che si fa concreto solo attraverso gli occhi di una altra affascinante attrice (una possibile alterego) ..la pellicola non vuole dare una risposta, ognuno può dare un senso alle immagini sulla base delle emozioni che suscitano, attingendo all’inconscio che alberga nel profondo di ogni individuo. Grande cura ai dettagli, atmosfere cupe e surreali contrapposte alle luci della città del cinema, coinvolgente colonna sonora e perfetta costruzione dei personaggi (nel loro inevitabile dualismo), ai quali si affiancano tagli di registro che esprimono quel senso di costante ambiguità (razionale – irrazionale), giocando sul filo sottile del sogno o della tragica realtà. Inappuntabile la prova della bravissima attrice Naomi Watts, in una delle sue migliori interpretazioni, ma anche quella della bellissima Laura Harring ..stilisticamente perfetta la regia del visionario regista americano. Film che non va compreso, va semplicemente guardato..
Straordinarioooooooooooooooooooooooooo.... voglio rivederlo ancora tante volte... beh... che dire di più... forse lo collocherò in cima alla lista dei film più belli... Lynch è un pazzo furioso!!! grandeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Lynch è allucinante!!un CAPOLAVORE! Anche se devo ammetterlo l'ho dovuto vederlo due volte per capirlo esattamente.... che VIAGGI che mi sono fatta ..... sTUpENDO!
Non si può avere la presunzione di vedere un film come questo e pensare di capire perfettamente tutto, ricostruire una trama cosi' complessa ed articolata sin dai titoli di coda, non è questo che vuole Linch. Il regista qui come in altri suoi film vuole farci entrare nel mondo dell'onirico, dei flash back, della realtà interposta al sogno, delle allegorie, della doppia identità dei personaggi. Tutto questo non è di facile ed immediata comprensione, il che porta ad una visione attenta del film, senza distrazioni, magari anche più di una volta per godersi questo autentico capolavoro. Buona visione.
Una trama capolavoro dove tutto cio' che sembra scontato viene stravolto nel giro di 10 min e dove ogni sequenza ed ogni frammento si incastra alla perfezione.Pieno di giochi metaforici e situazioni stucchevoli( la scena nel teatro è spettacolare)permette la sua piena godibilità ad una seconda visione.
Mulholland Drive contiene tutti gli elementi tipici del cinema di Lynch e per quanto mi riguarda rappresenta la sua miglior pellicola in assoluto.
Il film inizia in maniera insolitamente lineare per poi convergere in un plot costruito come un rebus:la prima parte propone,infatti,dei presupposti che la seconda spazzera'via;teso,a tratti claustrofobico ed estremamente inquietante,il film sembra distruggere ogni possibile interpretazioni con scene sconnesse che troverranno la giusta collocazione solo nei venti minuti finali.
La classica atmosfera onirica Lynchiana,unita ad un cast semplicemente da urlo(la Watts e'autrice di una prova davvero notevole,a testimonianza di tutto il suo enorme talento)chiudono il cerchio,di un capolavoro inarrivabile....
Fino a qualche mese fa avevo la certezza assoluta che Fellini fosse il più grande regista della storia e che la sua creatività, la sua intelligenza, il suo estro, … fossero un esempio più unico che raro di arte al servizio del cinema. Però sono stato smentito da un regista, David Lynch, che in pochissimo tempo (tre film) mi ha fatto capire che, forse, Fellini non era proprio inarrivabile. Anche se non è mia intenzione tentare dei paragoni assurdi e assolutamente sciocchi, credo di poter ammettere con assoluta certezza che David Lynch è uno dei più grandi artisti della storia del cinema.
“Stupore”. Questa è sicuramente la sensazione che prova una persona dopo aver visto “Mulholland drive”. Qualunque spettatore, perfino il meno dotato (come il sottoscritto), alla fine dei centoquaranta minuti, è conscio di aver visto qualcosa di diverso. Un film sicuramente non paragonabile alla stragrande maggioranza di pellicole che vengono prodotte a Hollywood in questi anni (ma, a dirla tutta, anche negli anni passati). E questo Lynch ce lo sbatte chiaramente in faccia: tra la marea di simbolismi presenti nella pellicola, uno degli aspetti che risulta di più facile comprensione è indubbiamente la critica che il regista lancia alla Hollywood attuale che si basa ancora su un sistema pseudo-mafioso.
Io non so se questo film abbia una chiave di lettura univoca, ma quella che mi trova più d’accordo, è indubbiamente l’interpretazione di “Mulholland Drive” come un grande sogno. In effetti, dopo averlo visto la prima volta, ho pensato che TUTTO il film non fosse altro che un’illusione (dal primo minuto fino all’ultimo). In effetti questa mia tesi viene avvalorata in quella che, probabilmente, è la scena chiave della pellicola: quella in cui le due protagoniste si recano al club notturno Silencio e il presentatore inizia a dire: “No hay banda, è tutto registrato.”. In questo momento ho pensato che sia Lynch stesso a intervenire nel suo facendo capire chiaramente al suo spettatore che è tutto un’illusione, un’allucinazione. Leggendo poi altri commenti (Banchelli in primis), mi sono poi reso conto di aver leggermente sbagliato. Lynch vuole infatti mettere su pellicola un sogno ed effettivamente ci riesce. Proseguendo quel cammino che aveva iniziato quarantatre anni fa Fellini con “8 ½”, Lynch ci regala una vera e propria allucinazione cinematografica che, almeno a me, ha fatto ricordare molto il film di Federico. Lo spettatore (almeno alla prima visione) non riesce mai a distinguere sogno a realtà e “Mulholland drive” è già inseribile in una lista che contenga i più grandi capolavori della storia del cinema. L’onirismo, l’illusione sono il pane quotidiano per Lynch che, pur partendo da un soggetto iniziale tutt’altro che innovativo (per evitare incomprensioni, quando dico soggetto iniziale, intendo la vicenda di Diane Selwyn), riesce a mettere in piedi un’opera straordinariamente originale e unica.
Per chi che ama veramente il cinema, questo film è impedibile.
ho letto molti commenti prima della visione del film, e sò di aver fatto la miglior cosa preparandomi "mentalmente" alla visione. questo è un film per palati esigenti e sopraffini, e dopo aver degustato l'inizio del film, si arriva a metà con la testa piena di domande e immaginazioni. Poi poco dopo la prima scena lesbo (davvero toccante, forse un pò spinta ma emozionante) il film prende una piega diversa e si arriva alla fatidica realtà e lì le cose si fanno serie, e tutto piano piano torna, ogni tassello al suo posto. Fino alla fine devo dire un pò "scontata" ma in linea con il film. Una nota di merito mi permetto di darla al regista, mai visto un film così bello da vedere nel vero senso della parola, tecincamente eccelso. Naomi Watts è davvero brava (in The Ring un pò meno) e Rita non è da meno. Insomma, un film nel complesso ottimo, non per tutti e per chi ama le commediole commerciali.
Lynch nasconde, come un abile prestigiatore, quegli elementi che ti permettono di capire che il film ha un filo logico semplicissimo. Se, infatti, non si presta attenzione a piccolissimi dettagli, il film può risultare una cozzaglia di tanti elementi scollegati tra di loro. Lynch inserisce, come se non bastasse, all'interno del film tante figure Archetipiche che, abbinate alla difficoltà di spiegazione razionale del film, fanno si che le fantasie inconscie del telespettatore vengano in superficie. Le spiegazioni che tentiamo di dare al film, spesso, sono solo la sommatoria dei significati che le figure Archetipiche presenti nel film suscitano in noi.
Film ricco di tensioni d'attesa, senza una trama dal significato univoco... Linch gioca molto sulle invenzioni a blocchi di immagini ricchissime di particolari, a situazioni tese e scollegate tra di loro a patto che lo spettatore non lo sappia, situazioni avvincenti proprio perché non esplicitate del tutto, l'insieme dei blocchi non risponde a un'esigenza di chiarezza narrativa, il finale è insignificante, solo atteso e volutamente deluso. LInch rimescola generi e aspettative tipo a vantaggio di un cinema poetico, dove l'immagine non dà senso ma lo toglie, e in questa sottrazione nasce una curiosità morbosa, patologica, che risveglia l'inconscio di ciascuno verso nuove sorprese dei sensi...
La prima parte del film è sogno e precisamente il sogno di Diane (Naomy Watts), attanagliata dai sensi di colpa per aver fatto uccidere Camille (Laura Harring): sono presenti gli stessi personaggi della parte reale della storia, ma ognuno di loro assume un ruolo differente tranne Adam. le simbologie presenti - la chiave, il mazzo di dollari, il viaggio in auto - assumono un diverso significato, amplificato. Svegliatasi, Diane si uccide perchè non sopporta più il rimorso per aver ucciso Camille/Rita. La scena dello spettacolo teatrale è la cesura tra mondo onirico e mondo reale.
Al di là dell'interpretazione, rimane la grandissima capacità di Lynch di trasportare lo spettatore su un piano narrativo e figurativo assolutamente fuori dagli schemi: si continua a interrogarsi, non riuscendo a staccarsi mai dallo scorrere delle immagini sullo schermo. Tutto è simbolico, tutto può avere un significato oppure essere un voluto depistaggio che allontana e avvicina a una interpretazione univoca. E' questa la magia di Mulholland drive ed è questo il genio di Lynch. Bravissime la Harring e la Watts, come sempre inquietante e avvolgente l'atmosfera di sogno.
Ho acquistato il film l altro giorno,anche se mi ero ripromesso di vederlo alla sua uscita in dvd.Da appassionato cinefilo quale ritengo di essere,sinceramente me ne vergogno un pò,ancora di più quando confesso che non avevo mai visto un film di Linch prima!(eccetto twin peaks) Mulholland drive è sicuramente un film da vedere e rivedere,e David Linch è un regista che ogni amante del buon cinema non può non conoscere.Mi autoflagellerò per questo.Certamente il film è uno di quelli che ti lasciano il segno.la vagonata di immagini,a volte reali a volte oniriche che pervadono il film e quella sua bellezza ambigua e conturbante,mostrano l immensa capacità registica di Linch e la sua straordinaria visionarietà,impareggiabile, e a mio modesto parere,non comune a nessun altro altro regista.Devo confessare che durante la visione,la pur sempre avvincente trama,mi ha ingarbugliato la mente seppellendomi di interrogativi,anche se non ha distolto la mia attenzione per tutti i 140 min.Mi piace pensare che Linch durante la relizzazione del film,non si sia curato nemmeno un pò di rendere il film di facile comprensione, o di dargli un unica universale interpretazione e proprio per questo ha creato un film di grande impatto e proprio per questo penso che non sia un film alla portata di tutti.mMi ha aiutato molto a chiarire i numerosi interrogativi leggere i tanti ed esaudienti commenti presenti in questo bellissimo sito,anche se un ulteriore visione del film,sicuramente d obbligo,mi aiuterà di più.Forse dirò una fesseria,ma mi sento di accomunare,almeno in parte,il grande talento di Linch ,a quello di un altro grande regista:Park chan hook;senonaltro per l eleganza delle immagini,certe inquadrature e dei virtuosi movimenti di macchina,senza tralasciare la scelta degli attori.Una imprevedibile e bravissima Naomi Watts e una sensualissima e torbida Laura Helena Harring.Un film assolutamente da non perdere!ora non potrò fare a meno di divorare tutta la sua filmografia
non amo troppo i film dov'è necessario leggere la trama PRIMA di vederli; mi son lasciato andare ad una prima visione "al buio", poi ad una seconda "illuminata" , ma né alla prima né alla seconda mi son sentito trascinare nell'estasi "lynchiana"... Un film di strordinaria qualità per regia, interpretazione, immagini e suggestione, ma più di 8 e mezzo non mi riesce a dare
"Mulholland Drive" credo sia la vetta piu' alta toccata da Lynch e anche il film piu' maturo, quello che maggiormente lo rappresenta. "Strade perdute" rasenta la perfezione che Lynch tocchera' appunto proprio con "Mulholland Drive" "Una storia vera" e' un film meraviglioso ma non si puo' dire che rappresenti appieno il cinema di Lynch ...questo per spiegare la mia frase iniziale
Tornando a Mulholland Drive e' un film che ti cattura, grande regia e grande prova delle 2 attrici in particolar modo di Naomi Watts che riesce in modo magistrale a fare nello stesso film diversi tipi di recitazione (bravissima e sensualissima quando recita al provino, bello il cambio di recitazione dalla prima alla seconda parte del film) Per quanto riguarda lo studio del senso del film c'e' poco da aggiungere a quanto scritto precedentemente da BANCHELLI.....solo un paio di cose: Secondo me la scena iniziale al Winkie Bar rappresenta nel sogno di Diane la paura che quel ragazzo possa averla vista assoldare il killer per uccidere Camilla E' come se lui (testimone) raccontasse quello che ha visto a un detective Insomma durante il sogno vengono rappresentati molto bene i sensi di colpa e anche la speranza inconscia che il killer possa fallire La scena del Winkie per me rappresenta la paura di essere "beccata"
Per quanto riguarda il nascondere i soldi in una cappelliera, sotto a un cappello voi che senso gli date? Non puo' essere una scelta casuale di Lynch, per me e' un simbolo anche quello ma non riesco a decifrarlo bene
E' sempre difficile commentare un film di un personaggio stravagante e geniale quale è Lynch. Che il film lo consiglio e mi è piaciuto molto si capisce dal voto. E' sicuramente una pellicola visionaria, diciamo che fino ad un certo punto del film ci si sente consapevoli di ciò che si sta guardando, ed è proprio in quel momento che cambia tutto. Cambiano i comportamenti delle due brave protagoniste e cambia lo scenario, ma soprattutto lo spettatore perde la tranquilla consapevolezza e "mettendo in moto il cervello" cerca di capire se c'è e quando inizia la parte onirica, tenta di interpretare i simboli che man mano appaiono, siano oggetti o personaggi... Un film meravigliosamente intricato!
Premetto che, pur cogliendo l'originalità creativa di Linch, non mi entusiasmano i suoi film ( in particolare quelli visionari alla Twin peaks o troppo ermetici alla Velluto blu) questo non mi è piaciuto alla prima visione. L'ho rivisto ieri sera, in modo diverso: abbandonandomi alle immagini e atmosfere inquietanti, al linguaggio metaforico, senza l'ansia di cercare spiegazioni razionali a tutti i costi. Beh, mi è piaciuto o per lo meno l'ho apprezzato rispetto alla prima volta. Mi piace come il regista rende attivo e libero lo spettatore nell'interpretazione di ciò che racconta, stimolando la sua intelligenza. Segno di grande rispetto.
Onirico, surreale, inquietante, cupo, crudo, ermetico (ad una prima visione..e forse anche alla seconda), è un mosaico in cui ogni particolare ha un suo specifico significato..e i particolari sono davvero tanti. Per 2 ore e mezza si cerca di capire il senso di ciò che si sta vedendo, ossia qualcosa di strano ma estremamente affascinante; alla fine del film le cose sono 2 : o si fissa lo schermo per cercare di capire cosa diavolo è successo..o si corre in internet per trovare una qualche interpretazione. Dopo aver fatto luce.. la prima cosa che viene in mente è : "Questo film è uno spettacolo!!"
Cos’è esattamente “Mulholland drive”?Un film,un esperimento,il sogno di un regista talentuoso e delirante riversato in immagini?Molto piu’ semplicemente definirei questo film un capolavoro,la sua bellezza sta nell’attirare lo spettatore in una ragnatela fatta di eventi e personaggi che si incastrano tra loro in maniera apparentemente priva di senso e che induce lo spettatore a lavorare di cervello per poter dare un senso alle immagini che scorrono davanti ai suoi occhi…non è semplice interpretare cio’ che si vede e si ode,ma il gioco di Lynch è proprio questo,trasportarci in un mondo che si dipana tra relta’ e sogno,farci capire per poi spiazzarci,questo è il genio di Lynch,prendere o lasciare. Straordinaria la regia,sceneggiatura pazzesca(nel vero senso del termine),personaggi eccezionali e nota di merito alle due bellissime interpreti,Naomi Watts che dopo questa pellicola è diventata una star e Laura Harring purtroppo tornata nel semi-anonimato. Da vedere e rivedere per gustarlo fino in fondo e che ognuno dia liberamente la propria interpretazione.
nonostante nn sia il mio genere devo apprezzare ke è proprio un capolavoro. di lynch avevo visto (a parte the elephant man) solo strade perdute, ke sinceramene mi era piaciuto ma nn c avevo capito dentro nulla..questo ha sicuramente una piccola possibilità di filo logico, ma allo stesso tempo è struggente e sconvolgente come poche altre pellicole ke abbia mai visto..grande lynch grande grande davvero, regìa da paura..naomi watts magnifica nella trasformazione, nn sembra nemmeno lei..da vedere, ma nn pensate ke sia un horror!
Bellissimo film di Lynch. A una prima visione non avevo capito la giusta chiave di lettura, ma leggendo qualcosina in internet e poi riguardandolo mi è tornato quasi tutto. Interessantissimi gli spunti di riflessione che si possono fare sulla psiche umana, bellissime le musiche e grandiosa la regia. Alcune scene sono indimenticabili.
Mulholland Drive è una strada di Los Angeles sulla quale avviene l’incidente automobilistico dal quale si snoda tutta la trama del film. Lynch stesso ha definito la sua ultima creazione come "una semplice storia d'amore nella città dei sogni"! Da un’idea quasi banale, il Regista riesce a cavare un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un po’ di rimpianto per il “noir” anni quaranta ed una aperta ostilità verso l'attuale mondo hollywoodiano! film onirico e astratto, con una straordinaria potenza visiva, ma allo stesso tempo affascinante! Difficile trovare una chiave di lettura razionale! Niente di nuovo, dunque: seguendo il linguaggio dei sogni voluto dal Regista, bisognerebbe limitarsi a viverne le emozioni! diventa d'obbligo una seconda visione della pellicola x carpirne tutti i vari indizzi lasciati dal genio visionario Lynch! un film unico nel suo genere e fatto per gli amanti dell'arte visionaria, ma soprattutto del vero cinema.
Un viaggio nei sentimenti umani, amore, paura, sogno e realtà tutti insieme. Regia strabiliante, attrici da Oscar (Naomi Watts come sempre, eccelsa). Ad una prima visione potrà risultare incomprensibile, ma se lo si studia attentamente si capisce tutto. Per palati finissimi. Il 10 è d'obbligo.
Sogni, ricordi e realtà mescolati alla Linch. Film complesso e intricato (tranne per i fedelissimi linchani!) ma bellissimo. Inutile cercare di capire ogni passaggio (anche se alla fine tutto torna) nei film di Lynch, bisogna solo sedersi e lasciarsi travolgere dai suoi "viaggi" nella mente umana. Grande prova della bravissima Naomi Watts.
è molto intricato e va visto ALMENO 2 volte x poterlo capire e apprezzare fino in fondo.Ammetto ke ho avuto qualke problema a mettere insieme tutti i tasselli x capire qst film,ma grazie a qst forum (banchelli su tutti) ci sono riuscito e fidatevi ,è davvero un capolavoro.KI dice ke è 1 film senza senso non capisce 1 *****!!
Un anno fa ho visto per la prima volta questo film e devo dire di non averci capito niente; ero convinto che fosse un film surrealista senza alcun significato e non mi ero neanche preoccupato di provare a dargli in senso. Poi cercando su internet ho scoperto che il film un senso ce l'ha, ho letto la spiegazione dettagliata e finalmente ieri l'ho rivisto: il film è geniale!!! Il film è sin troppo chairo, sono rimasto davvero sorpreso, tutto ha un senso.
Non posso dare meno di 10 ad un film così tanto complesso e semplice allo stesso tempo. Lynch ha la grande capacità di saper risaltare, per ogni personaggio, la sua vulnerabilità, peculiarità, sensualità. E' un attento scrutatore della mente e dell'anima umana. Molti registi avrebbero moltissimo da imparare da lui.
Ad una prima visione ,non c'ho capito molto,per me risultava troppo complesso,ma poi ho fatto una ricerca su internet per la spiegazione e sono riusciuto a capire il film. Lynch è un grande !!!
Gran film. Lynch si prende gioco dello spettatore prima di ribaltare la prospettiva e lasciarlo di sasso a ripensare su quanto ha visto per giorni, fino a convincerlo a vederlo di nuovo, e di nuovo...fino a creare una vera e propria assuefazione. E la magia di Lynch è proprio qui: nell'affascinare lo spettatore nel bene e nel male, e nel prestarsi a diverse interpretazioni e chiavi di lettura, e nessuna scontata. L'eccessivo ermetismo è, però, un limite di cui Lynch dovrebbe liberarsi. Ma come si fa ad ingabbiare il Genio?
Il Cinema di Lynch è una realtà parallela fatta di sogni, simboli e visioni che richiede allo spettatore il massimo sforzo per essere decifrata ed assimilata. Mulholland Drive è per ¾ della sua durata illusione che si ritrae realtà e solo nel finale, in un crescendo di rara disperazione ed amarezza, si rivela dando macraba ma superba forma al fallimento e all’alienazione . Cupissima stigmatizzazione delle ambizioni umane e al contempo profonda riflessione sull’importanza dei legami e dell’amore, il film di Lynch necessita più di una visione per essere metabolizzato e compreso. Da consegnare agli annali del cinema l'ottima interpretazione della Watts, che grazie a questa prova si è conquistata un meritato posto fra le top actress di Hollywood, e le musiche di Badalamenti.
Si potrebbe paragonare ad un opera d'arte contemporanea. è una storia espressa come se fosse tutto un sogno, sogno nel vero senso psicologico,come espressione dell'inconscio dei personaggi, che si intreccia in una storia apparentemente insensata. se tutto è sensato,come penso io, Lynch è un genio...
Ed eccomi a commentare il mio primo Lynch, letteralmente sconvolgente. Tale è la sensazione che mi ha suscitato questo grandissimo film frutto di una mente a metà tra il paranoico e il geniale. Questo film ti avvolge col suo alone , oserei dire di thriller metafisico, perpetuando la palpabile tensione fino alla fine ed oltre. E' un viaggio allucinogeno ed allucinante in un universo alternativo che celebra la fine della distinzione convenzionale sogno/realtà. Davvero si fatica a trovare il bandolo della matassa in questo mosaico sbilenco e sconclusionato, lisergicamente congeniato da Lynch con il fine esplicito di disorientare lo spettatore e vanificare ogni sua spiegazione logica. Sebbene , sia ben inteso , non è come ha scritto qualcuno la deflagrazione del non sense, perchè il sense c'è eccome è solo da ricercare con maggiore perizia e tramite svariate visioni! Spiazzano le molteplici vicende narrate, apparentemente slegate tra loro, spiazza l'assenza del particolare o della sequenza chiarificatrice, lo spettatore è lasciato nell'oscurità e nell'insipienza fino alla fine. Gli enigmi non sono svelati. Ma rimane una soddisfazione grande allo spettatore benchè ancora frastornato dai dubbi e dalle incomprensioni, la soddisfazione che segue l'aver assistito ad un grande spettacolo cinematografico, ad un'opera di indubbio talento, ad un film portentoso. Devo dire che se non lo avessi letto non avrei capito (almeno a questa prima visione) che la prima parte del film riguarda il sogno di Betty e la seconda ( molto più breve) la realtà fattuale. Avevo solo percepito lo scambio di identità e una situazione che da un momento all'altro si era capovolta. Ovviamente continuano a turbinare nella mia mente , messa a dura prova dalla spietatezza cinematografica di Lynch, perplessità , incongruenze e pezzi del puzzle che non combaciano. Solo un dato di fatto sembra incrollabile: la grandezza di questo film e la genialità di Lynch, soprattutto per chi come me è un neofita del visionario mondo lynchiano. Silenzio.
Un capolavoro. Lynch dà il meglio di sè in questa pellicola. Film dalle molteplici interpretazioni. Secondo me la prima parte corrisponde al sogno di Betty negli ultimi attimi del film mentre la seconda rappresenta la cruda realtà che non vuole accettare.
Sarebbe fantastico far risvegliare il caro vecchio Freud dalla sua tomba per metterlo al cospetto di questo capolavoro lynchiano e sapere da egli stesso ciò che ne pensa... Premetto che il voto è stato scelto solo dopo la quinta visione del film in due settimane. Tanto per intenderci, dopo la prima visione sono rimasto disgustato ma i rompicapi utilizzati e la mia voglia di sapere mi hanno portato alla rivisione del film per altre quattro volte sino a che anche l'ultimo tassello è stato finalmente messo nell'esatta collocazione. E la realizzazione di tutto ciò non ha potuto che provocarmi una forte emozione...le potenzialità della mente nei sogni. Il nucleo del film è il sogno, ma ci sono anche altri sottotemi importanti come l'amore tra due donne affascinanti e la corruzione negli impasti del cinema hollywoodiano. Concentratevi e sforzatevi di capirlo perchè una sola visione non basterà a chiarire gli sfondi, le parole chiave e i collocamenti temporali delle scene. E quando avrete capito che la follìa di Lynch (dopo la prima visione) si è tramutata in realtà drammatica, avrete capito le idee geniali del regista del non senso, le allucinazioni che si nascondono nei nostri sogni... Inconscio
Come fare film che nel suo interno porta sentimenti e fobie dell’età moderna, ma al tempo stesso non spiegando ma mostrando? La risposta a questo quesito è Mullholland drive. Le pulsioni sessuali più inconfessabili con riferimenti al complesso edipico, le paure più nascoste sono ancora una volta oggetto dello studio di Lynch. Ancora una volta il mio consiglio è quello di lasciarsi andare, di non cercare spiegazioni, ma di assorbire le immagini e di lasciarsi suggestionare da esse abbandonando all’inconscio il compito di trovare dentro di noi le paure sfiorate o addirittura centrate. Meno bello a mio avviso rispetto a “Strade perdute”, ma non per questo meno affascinante.
Decisamente superbo, geniale. Realtà e sogno si intrecciano irregolarmente in perfetto stile Lynchiano. Un vero e proprio rompicapo e vi consiglio di stare attenti dal primo fotogramma perché il film non diventerà più chiaro nemmeno poco prima dei titoli di coda.
Come in un puzzle dove i pezzi sono tragicamente simili, sarà difficilissimo per non dire impossibile ricomporre un filo logico nella trama, al massimo si crederà ingenuamente di averlo trovato. Ed è proprio questa la forza e la magia di questa pellicola. Cercando in rete la spiegazione vi metterete le mani nei capelli realizzando quello che ha concepito David Lynch.
Purtroppo, quindi, la comprensione del film non è immediata, risultando noiosa e snervante alla prima visione. Sconsigliatissimo per chi non ha tempo di RIvederlo.
Ps: Questo regista è un potenziale psicopatico serial killer ;)
Perche date voti del tipo 9/10 dando come motivazioni "Lynch e' un genio del non senso", "Non e' importante il signficato del film ma come esso viene proposto"
NO NO NOOOOOOOOOOOOOOO.
Mulholland Drive ha una trama, ha un inizio e ha una fine. Ogni cosa ha un senso.
Vi siete arresi pensando che Lynch volesse proporre qualcosa di "Inspiegabile", vi siete arresi all'ottimo film che si presenta davanti agli occhi anche senza capirci niente, e vi siete fidati delle 1000 seghe mentali che vi ha fatto fare (seghe mentali che non hanno trovato probabilmente risposta).
Mulholland Drive, se ricostruito con montaggio cronologico ha un senso ben chiaro.
Il film sostanzialmente diviso in 2, presenta una parte reale, e un sogno (che dura la maggior parte del film).
In questo sogno Lynch fa mescolare a Diane/Betty tutto quello che e' successo nella sua vita, pensieri, emozioni, persone reali, oggetti reali. Tutto mischiato ai concetti di Io, Es e Super-Io (concetti di psicologia che non sto qua a spiegare).
Lynch gia' lo fece in Strade Perdute, film ancora piu' complicato di Mulholland Drive, etichettato come "Strambo" da molti, solo perche, non sono riusciti a capirlo.
Riguardate il film, e fino a che non lo capite, non votatelo.
Lynch è in grado di trasporre sullo schermo la complessità dell'inconscio dandone una visione favolistica che spiega la realtà e che verrà distrutta dalla realtà stessa. Assolutamente geniale e con una recitazione eccellente.
Il film non è male, ma lo si apprezza di più vedendolo una seconda o terza volta, cioè quando già si sa (SPOILER) che la prima ora e mezza di film altro non sono che un sogno della protagonista. Il finale non è forse fra i più azzeccati, o meglio, non si capisce come la protagonista, da sveglia, veda i due vecchietti-mostriciattoli del sogno, che la inducono al suicidio...
Il film è più che bello,non credo che sia cosi irrazzionale sforzandosi leggermente si trova un filo conduttore,però la cosa che mi fa irritare è che il regista volutamente non ti dà nemmeno una possibilità per collegare il tutto alla perfezione,e questo non lo considero un pregio ma un difetto,un modo narcisistico del regista per risultare diverso dagli altri.
Importante: per chi non ha ancora visto il film non legga questo commento!
La cosa che più mi dà fastidio è chi commenta i film sentendosi superiore agli altri. Anche io (che sono amante di film con il colpo di scena finale e non di immediata intuizione tipo "Identity", "The others", "Il sesto senso", "Secret window", "The butterfly effect"...) non ci avevo capito molto una volta arrivato alla fine. Poi leggendo qualche commento qua e là da questo ed altri siti mi sono fatto un'idea della storia. L'errore principale del regista, a mio modo di vedere (e scrivo questo visto che sono in molti a non averci capito molto), è che non lega la prima alla seconda parte, trattandole a blocchi. Più che altro quello che secondo me ad una prima visione non si capisce è che quella che ho definito prima parte in realtà è prevalentemente un sogno della finta "Betty". Se uno, come ho provato a fare io, cerca di legare le due parti non ci tira fuori niente e alla fine del film si sente profondamente deluso della visione e disorientato. Per poter definire "capolavoro" un film non bisogna leggersi l'intervista del regista che chiarisce ogni dubbio ma è importante che non dico tutti ma almeno una buona parte di pubblico abbia gli elementi per capire il prosieguo della vicenda. E ditemi, quando si capisce che Diane sta sognando? Come scrivevo prima, le due parti di film sono troppo slegate tra loro; nella prima parte dovevano esserci degli elementi per capire il seguito, magari attenuando l'impatto del colpo di scena finale. Per me tutti i sapientoni che danno dell'ignorante a chi non ha colto il senso del film hanno letto altri commenti e visto altri film di Lynch (cosa che a me non è putroppo stata possibile), e sicuramente lo hanno rivisto più volte. Credo che è importante vedere più volte questo genere di film, ma alla prima ci devi aver capito qualcosa perchè lo scopo di una seconda visione è soffermarsi sui dettagli per capire il senso di ogni evento che capita. A parte il significato del film, ancor prima del colpo di scena finale il film mi è sembrato in alcune scene (e ribadisco in alcune scene) un pò troppo lento. Inoltre, la scena del gangster diciamo "combina pasticci" mi ha ricordato un pò "Pulp fiction". Detto questo e sperando che le risposte arrivino in modo civile pur avendo una diversa opinione, potrebbe essere migliore!
Sembra questo film, l'insieme di più film che il regista purtroppo non riesce ad unire insieme, il risultato è un grosso pasticcio NO-SENSE.
La prima parte il film è interessane. La seconda forse per qualche allucinazione di troppo il film cade in basso velocemente.
"Dopo la parentesi del semplice, bellissimo, 'Una storia vera', David Lynch ha di nuovo perduto la strada. Non che 'Mulholland Drive' sia brutto, tutt'altro: ha stile, atmosfera, il gusto dello humour nero e l'impronta dell'autore. Solo che, tornando dalle parti di 'Twin Peaks' e 'Strade perdute', il cineasta fa una nuova variazione - non la sua più riuscita - su un repertorio un po' logoro per l'uso: i mondi comunicanti, lo scambio d'identità, le premonizioni, l'abisso tra la levigata rappresentazione 'all american' della realtà e i vermi immondi che ci brulicano sotto". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 2 marzo 2002)
Veramente da incubo questo film. La sceneggiatura imprevedibile, dalle parti di Two sisters. Belle le immagini ipnotiche. Complicato, enigmatico, surrealista. Da non perdere
Un film di grandi emozioni visive: deliri di immagini patologiche legate al reale di un presente malato di socialità. Immagini psichiche che intessono la storia di ciascuno dei personaggi confondendosi con i desideri dei sogni. L’effetto thriller è ottenuto grazie all’inquietudine che il desiderio procura per il suo essere mancanza, insicurezza, vuoto strutturato da forme pulsionali imprevedibili di sessualità e libido. Quest’ultime, guidate dal gioco del lavoro onirico dell’inconscio, finiscono per fondersi con la gestualità dell’azione. Si è tanto parlato e scritto di questo film scomodando soprattutto la psicanalisi. Ne sono scaturite elaborazioni psicanalitiche un po’ stereotipate, come quelle ad esempio che prendono in considerazione l’Io, l’Es, il Super-io senza una consistente nozione di inconscio. Perché questo interesse per la psicanalisi in Mulholland Drive? Solo perché nel film c’è abbondanza di deliri e sogni? D’accordo che l’oggetto della psicanalisi è l’inconscio e che le immagini che si formano nella psiche provengono da lì, ma se immaginassimo l’inconscio anche come qualcosa che non si separa mai in un altro tempo rispetto alla realtà razionale del quotidiano, le prospettive analitiche del film cambiano. Come dire che c’è psicanalisi sempre, anche nel sogno diurno ad occhi aperti, nelle fantasie che accompagnano l’attività razionale e irrazionale dei personaggi, nei pensieri degli interpreti che accompagnano ogni scena del film. E perché no anche nello spettatore che guarda lo schermo mettendo in gioco il suo film inconscio, la sua storia rimossa. La psicanalisi è perciò una forma di elaborazione culturale di ciò che accade nella nostra psiche non-stop e nel reale che la sollecita. Qualcosa che prende di mira il rimosso scomodo e il gioco che ne consegue. Talvolta cerchiamo, avvinti e sedotti dal mistero delle immagini e dei pensieri indotti, soddisfazioni immaginifiche legate a un senso andato perduto. Senso in qualche modo velato, divenuto enigmatico. Il cinema si presta in modo privilegiato all’interazione analitica con la psicanalisi perché è soprattutto un linguaggio di immagini. Immagini di cui non sappiamo prima da quali logiche scaturiscono. Il segreto della qualità di questo film sta nel non separare mai il sogno, il delirio, dalla realtà in cui si manifestano. Le cose acquistano perciò da sole, grazie alla ricchezza dei particolari visivi e ai dettagli messi in mostra dalla macchina da presa una valenza metaforica spettacolare. Da notare che la macchina da presa va sempre più intesa come uno dei protagonisti del film. Lynch propone una poesia del visivo che può fare a meno di una linea narrativa coerente perché il dettaglio di un particolare viene ingrandito fino ad assumere una dimensione surreale che suscita forti emozioni. Ma qual è il motivo principale che percorre questo film? Lo intendiamo grazie a ciò che il delirio ci mostra: l’omosessualità femminile. C’è paranoia visiva, sintomo, tragedia, per via di qualcosa che riguarda l’anormale del sesso, lo straordinario, l’ancora inammissibile e non omologabile nel civile dell’America puritana. Ma attenzione, l’omosessualità è un sintomo per Diane (Laura Elena Harring) perché sceglierà di vivere con un uomo anziché con una donna ed è invece qualcosa di ben più particolare per Betty (Naomi Watts) che dopo l’abbandono dell’amica e il conseguente omicidio finirà per suicidarsi. L’omosessualità quindi è intesa da Linch come questione analitica di impossibile soluzione. La logica del piacere che prova lo spettatore guardando questo film sta nella passione che suscita lo straordinario della vicenda umana legata all’omosessualità. Un punto di identificazione con qualcosa di oscuro che forse ci attira proprio perché riguarda tutti. Tendenze bisessuali innocenti che in qualche modo rimuoviamo in tenera età ma che ritornano violentemente là dove possono tenerci al riparo dall’incubo della minaccia di castrazione e dal tormento di recitare instancabilmente la scena della normalità virile o della femminilità normata dalle istituzioni.
L'abilità narrativa di Lynch è qualcosa d'assolutamente incredibile, e questo film ne è una perfetta dimostrazione. La sua capacità di trasmettere esattamente la sensazione desiderata in dosi fortissime, pure. E' sconcertante come, usando i classici strumenti del mestiere, il talentuosissimo regista statunitense riesca ad ottenere risultati che la stragrande maggioranza dei mestieranti della cinepresa nemmeno si sogna. Anche quando sa esattamente cosa sta per succedere, lo spettatore rimane sempre e comunque shockato da quello che accadrà, indice d'un'abilità registica assolutamente fuori dal comune. D'altra parte, anche la sola (silenziosissima) sequenza iniziale è un'eccellente dimostrazione di ciò, la potenza espressiva dell'immagine è pazzesca, e tutto ne giova, a partire dall'interpretazione degli stessi attori, che nelle mani d'un'altro regista sarebbe risultata decisamente mediocre. Invece l'accoppiata Naomi Watts (che nonostante la parte che si ritrova ad interpretare risulta comunque forzata) e Laura Harring (non eccellente nemmeno essa) viene esaltata ai massimi livelli, come se il contorno cercasse (riuscendoci) d'aderire come un guanto alle due attrici: sono queste le cose che fanno grande un regista, e Lynch fornisce una prova fantastica di questa sua capacità. Altra peculiarità del regista statunitense che s'esalta in questo film è la sua incredibile capacità narrativa: nonostante la scelta d'una costruzione dell'intreccio a dir poco intricata, ogni tassello può essere rimesso a posto dallo spettatore attento. Facendo caso ai particolari (che sono comunque ben sottolineati, è questa una delle capacità di Lynch che lo differenziano da tutti gli altri registi che invece spesso non permettono la comprensione all'autore prima dell'arrivo del deus ex machina - quand'esso arriva - negli ultimissimi minuti) lo spettatore ha tutti gli strumenti per mettere ogni tassello al suo posto. Non c'è bisogno di ragionamenti metafisici, o di studi particolari, basta semplicemente una grandissima (questo bisogna dirlo) attenzione per poter vedere come ad un'incredibile complessità dell'intreccio corrisponde una chiarezza estrema nel dipanare una matassa confusa. Così il viaggio tra sogno e realtà, il legame che s'instaura tra questi due mondi abitualmente così distanti riesce a risultare chiarissimo. Un Lynch assolutamente perfetto che s'accompagna ad un cast del quale non si può però dire propriamente lo stesso idea un film imperdibile.
non so se lync sia un folle o un genio!? forse entrambe le cose! il film sicuramente è follia e genialità allo stato puro. un intreccio di sogno e realtà, quasi impossibile da districare. bisogna vederlo più vlte per cogliere sia piccoli particolari che punti importanti della trama. cast eccezionalmente bravo anche se non famosissimo. il film non è commentabile oltre...è da vedere punto e basta. p.s. non fermatevi alla prima visione, rischiate di perdervi il gusto del film!
La prima volta che vidi Mulholland Drive alla fine pensai: "Non ci ho capito niente... ma forse è proprio quello che voleva il regista". Poi una notte lo rividi in televisione. Ricordo di essere stato indeciso fino all'ultimo se rivederlo oppure no. Fatto sta che una volta averlo visto di nuovo tornai di fretta in camera mia, nel pieno della notte, a riprendere la cassetta che un mio amico mi aveva prestato da tempo e lo rividi subito. Tutti quegli elementi che a prima vista mi sembravano casuali, o buttati lì tanto per sorprendere lo spettatore, improvvisamente mi risultarono un pò più chiari. Capii che mi trovavo d'avanti a qualcosa che andava analizzato meglio, a qualcosa che andava oltre il semplice concetto di film al quale siamo abituati. Feci l'alba e non me ne accorsi. Da allora la voglia di scoprire di più su Lynch ed i suoi film si è fatta sempre più forte. Grazie ai tanti commenti presenti in questo sito e in altri, ho potuto capire e constatare che David Lynch è uno dei pochi Artisti viventi. Rivoluziona il concetto di film usa-e-getta, ovvero tutti quei film che vedi (e rivedi, si perchè no) ma che dopo poco li hai già chiariti completamente, li hai fatti tuoi e finiscono lì. Invece Mulholland Drive, così come Strade Perdute, stimolano lo spettatore voltenteroso ad un'attenta analisi scena dopo scena, ad un continuo ragionamento: si diventa parte integrante dell'opera d'Arte alla quale si assiste. Come disse il maestro Marcel Duchamp: "L'artista non è solo a compiere l'atto della creazione poichè lo spettatore stabilisce il contatto dell'opera con il mondo esterno decifrando e interpretandone le qualifiche profonde, e in questo modo aggiunge il proprio contributo al processo creativo". Irie!
Bellino come tanti altri non mi sembra che questa sia migliore di altri film del regista o in genere di questo tipo di produzione. Pero è bello da seguire, la scena lesbo è incredibilmente acida e provocatoria.
Questa volta Lynch sembra aver dato sfogo al suo subconscio... e, credetemi il subconscio di Lynch non può che essere intricato angosciante ma divertente a tratti, maledettamente pieno di simbolismi e metafore! Tecnicamente il film è girato bene, la fotografia è ottima come la cura delle ambientazioni e soprattutto dei particolari. Nella prima parte del film Lynch riesce ad angosciare ed a divertire, ma si ha la sensazione che i molti episodi siano sconnessi ed insensati visti nella loro globalità... A dire la verità il ritmo è stato così lento in certi punti che quasi sono stato tentato di andare avanti un paio di minuti.... Ma poi c'è la svolta, ad un tratto tutto quello che ti sembrava insensato lo diventa ancora di più, ma in un modo così surreale ed assurdo che paradossalmente acquista un suo senso.... Verso la fine arriva il delirio.... Sfido chiunque a carpire tutti i significati ed a completare il quadro della trama ad una prima visione... Sinceramente lo si può definire capolavoro solo comprendendo almeno al 90% la trama ed i simbolismi. Lo ammetto, ho dovuto vederlo due volte per arrivare ad un 70% di comprensione, e solo li ho capito che poteva essere un gran film, poi leggendo su internet tutta la spiegazione completa sono rimasto folgorato dalla mentalità di Lynch e da quello che c'è dietro quest'opera... un attenzione al dettaglio che un essere umano comune non potrebbe concepire... infatti Lynch non è umano...
"Una storia puo' suggerire il modo in cui puo' essere raccontata" (cfr. Lynch) Il cinema è illusione, cio' che lo spettatore vede, coglie, sta tutto nella codificazione di un'immagine (immagine o immaginario?) , nell'identicazione con lo schermo. In questo senso, lo spettatore è strumentalizzato da Lynch - alla stessa maniera di Hitchcock per es. - per favorire o sfiduciare eventuali REA-ZIONI. Non sono di parte, e si vede. Avrei potuto esaudire un voto lievemente meno alto davanti a certe incongruenze à la Tarantino (cfr. le vicissitudini, a tratti esilaranti, del regista di un film), potrei trovare castrante l'ossessione del simbolo per cui l'autore - dopo la parentesi sobria di "una storia vera" - torna nei suoi passi. Tutto inutile, ne resto soggiogato. La velleità d'autore mi appartiene, soprattutto quando colgo il bisogno continuo e consecutivo di dare ogni volta una mia "versione dei fatti". Altri faranno lo stesso: come in uno psicodramma, siamo parte integrante della sua funzione. Non è certo l'allegoria delle scuole pittoriche, quando bastava l'Immagine a sostenere il prezzo della verità. La metafora è qualcosa di piu' profondo, e inquietante. E' (forse) la simbiosi femminile di un corpo separato e distinto (come un parto siamese) e al tempo stesso safficamente unito nella stessa carne (e intenzioni). Lo sguardo indaga tra i dualismi più classici, la bionda e la mora, il Rosso e il Nero per dirla alla Stendhal, e una tantum l'ammaliante simbolo animalesco del desiderio è proprio Rita/Camilla Rhodes. Tutto cio' che ha una fine, ha un'inizio: a seguire, un lungo rito onirico prima del tramonto definitivo, in un modesto letto dove consumare lacrime vere e sete di annientamento (la necrosi della sofferenza). I vecchi. apparentemente rassicuranti, fantasmi penetrano nelle fessure della porta, a soffocare l'aria già malsana, come la follia dell'"inquilino del terzo piano" di Polansky. E ancora una volta, i figuranti si vestono di metafora: l'uomo racconta il suo sogno (1): "all'inizio sono qui non è giorno nè notte e io ho paura. E lei è in piedi laggiu'. Ho paura e lei ha paura. L'uomo nel cortile è la causa di tutto. Io vedo la sua faccia" - cfr. vede (illusione?) e sviene improvvisamente. La vicina, in un delirio profetico, reguardisce Betty e le dice che "qualcuno in questa casa è in pericolo" (2). L'illusionista introduce al Mistero del film, quando Rita si sveglia ricordando qualcosa e le chiede di accompagnarla in un certo posto. E' un teatro diroccato, quasi metafisico nella sua lugubre rappresentazione: è tutto illusione, è tutto registrato. L'illusionista svanisce e Rebecca Del Rio intona una struggenda melodia portoghese. Poco dopo, svanisce Betty. Siamo di fronte anche all'esibizione più audace del sentimento umano, dell'odio e della vendetta. Lo vediamo verso la fine negli sguardi di Naomi Watts (con il perfido sollievo di esserci definitivamente liberati della spocchiosa attrice raccomandata del primo tempo), ma lo "percepiamo" indirettamente (è illusione il nostro apparente coinvolgimento, l'escalation ironizzante di Lynch rispetto al resto del film dovrebbe farci intuire già qualcosa) nelle vicende "esterne", quando il mondo di Betty già Diane sembra ribaltarsi a favore suo e a sfavore degli altri. Da antologia tutto cio' che apparentemente è un tentativo di paradosso, di rivolgere lo sguardo verso situazioni "leggere" diametricamente opposte (il caffè sgradito ai fratelli Castellani, l'incontro grottesco tra il regista e il cowboy, l'esecuzione di una pop-song anni cinquanta da parte della "ragazza" ("E' lei la ragazza"), l'omicidio pasticcione di un giovane killer biondo all'amico, a un'obesa "testimone di passaggio", e a un malcapitato uomo delle pulizie. Una delle sequenze clou è quella del provino: torna in mente "Eva contro Eva" e il doppio si estingue, rapidamente, salvo ritrovarsi alla fine. Tutto molto crudele, in fondo: lei recita splendidamente (ma è pura "finzione" di un sogno nella nebbia) e l'attore principale verrà presto o tardi prepensionato dall'agenzia. Alan, il regista, non rappresenta Lynch perchè certamente non accetta di venire plasmato e ricattato per la sua Arte, ma c'è qualcosa di lui quando boicotta Hollywood e le imposizioni dei magnati degli studios, in odor di mafia, gli Howard Hughes contemporanei. Mulholland Drive è il luogo del non-ritorno: un (vero o finto che sia) incidente di macchina è un fatto quasi quotidiano. E' in quel momento che un'identità svanisce e "non ricorda più chi è". I sogni di gloria appartengono al passato, e solo il sogno puo' risvegliare ma per breve tempo un presente ormai distrutto. La chiave che apre la scatola è vuota: qualcuno suggerisce un'altra verità, una "svolta" Freudiana per indicare il nulla che resta delle loro esistenze. delle vite di entrambe. Curioso, la presenza di Ann Miller, celebratissima attrice cantante e ballerina dei musical dei tempi d'oro (chi non ricorda almeno "Un giorno a New York" di Donen/Kelly?) qui è Coco, proprietaria del lussuoso appartamento dove Betty soggiorna (ehm, sogna di ...) , eccentrica nel suo trucco pesante, in un certo senso un pilastro dell'istituzione cinematografica, con i suoi 70 anni di carriera (!!!). "L'atteggiamento di un uomo va di pari passo con quella che sarà la sua vita" (cfr. il cowboy). E' indicativo quanto questo principio sia assessuato, e indipendente da ogni referente di identità sessuale. Soprattutto, ci sono due donne, due diverse parti di un'emisfero cerebrale, che possono essere tutto e il contrario di tutto. La determinazione è un po' forzata (Betty), la tenerezza è l'inganno (Rita). Nella realtà, gli opposti si attraggono si respingono si sostengono e infine si fanno del male. Diane più è voce inconfessabile dell'Assenza (il registratore di Twin Peaks) più diventa forma retriva e intollerabile di debolezza. Camilla è opportunismo puro, calcolo e seduzione, davanti a cui l'ex parrucca bionda atta a camuffare se stessa diventa l'ostacolo imperante alla sua proverbiale sicurezza. "Una storia puo' suggerire il modo diverso in cui puo' essere raccontata", cfr. Lynch. Ma alla fine tutto puo' essere semplificato, senza enfasi, costretti a ritrovare nella realtà l'unica finzione possibile: niente puo' essere più vero. Lynch ha un grosso merito, tra i tanti: ci costringe ad essere sempre presenti nella sua storia
È, per banalizzare, la versione glamour di Eraserhead.
"Silencio, no hay banda": il successo è un'illusione, il sogno del successo è un'illusione, la vita vera, alla fine, è nient'altro che un immaginarsi di immaginare.
Beh....Cosa dire su Mulholland Drive?....Potremo cominciare col decantare la strabiliante interpretazione di Naomi Watts. Continuare con le sempre fantastiche musiche dirette impeccabilmente da Badalamenti. Finire col confermare il talento e la genialità di Lynch. Quanto più ci si sforzi di cercare di interpretare il film A PRIMA VISTA, più ci si rassegna ad essere vittime delle immagini sullo schermo che ti trascinano verso la conclusione dell'opera e al tanto sospirato "NON CI HO CAPITO NIENTE":))))))). Per Mulholland Drive, per fortuna, non come in STRADE PERDUTE, è possibile sciogliere ogni dubbio, volgendo particolare attenzione alla scena iniziale (dura pochissimo). Una volta realizzata l'importanza di quella sequenza, allora tutto diventa più chiaro, ed il film, in un lampo, diviene di facile interpretazione. Tutto questo, a testimonianza del fatto di come nei film di Lynch la cosa più importante sono le immagini ma soprattutto i particolari. Niente è gettato lì per caso. Ogni sequenza, ogni singola cosa è fondamentale per l'interpretazione del film. Il cinema è questo.
Mulholland Dr in parte rappresenta il completamento di un percorso già intrapreso da David Lynch in Strade Perdute, e cioè la fusione del concreto con l'illusorio, perciò non si tratta del solito filmetto hollywoodiano ... non è compatibile, ovvero è lontano dalle esigenze commerciali che dominano soprattutto negli ultimi tempi gran parte della scena cinematografica americana. Premesso ciò la trama del film in questione non intende raccontare una semplice storia; inquanto oltre ad essere volutamente proiettata in maniera asincrona, non regolare, mira più che altro a coinvolgere lo spettatore nella psicologia del personaggio protagonista, inducendolo a sua volta a prestare inevitabilmente notevole attenzione ai dettagli, ai simbolismi e alle metafore visive proposte durante la proiezione. Dunque in Mulholland Dr vi è evidentemente un percorso logico ben strutturato, ma lo spettatore viene implicitamente invitato a ricostruirlo associando agli eventi uno specifico signicato ... non sempre quello che appare è tale, è l'espressione di una realtà che si distacca della materia a cui si deve attribuire un interpretazione in base all'assetto psicologico del protagonista o degli eventi che lo circondano, e tutto attraverso specifici flashback esposti appositamente durante la proiezione della pellicola ... per questo non è facile apprezzarlo, perchè quasi ermetico nel suo affascinante linguaggio visivo brillante e talentuoso, a primo impatto indecifrabile, ed è proprio tale richiesta di analisi approfondita, volta alla comprensione della struttura e della morale che purtroppo porta lo spettatore medio a non capirne il recondito significato, il mistero che si cela nei maestosi meandri di un opera d'arte, sì labirintica, ma solo nelle apparenze.
Gran bel film, ottima scelta del casting, bella fotografia, grande regia ma alla fine pero' non ci ho capito nulla.. Un po di paranoie mentali di Lynch che vuole farti impazzire nel ricostruire la trama.
e' riduttivo cercare di inquadrare questo film in un qualsiasi tipo di categoria..lynch crea con mulholland drive un genere a se stante,un racconto onirico intenso e angosciante,che ad ogni visione presenta nuove sfumature e possibili interpretazioni.
Non ho parole, adoro quest'uomo, corro subito a gustarmi i pochi film suoi che ancora non ho avuto l'immenso piacere di vedere. Ostico sicuramente alla prima visione e poco comprensibile, ma con un'attenta analisi a fine film e un'ulteriore visione si può comprendere che niente è lasciato al caso, tutto è sublinemente collegato e perfettamente lineare nella sua apparente confusione. david rulez.
Credo che il sostantivo "film" sia riduttivo, qui siamo di fronte a qualcosa di più grande. Immenso, pieno di metafore, il sogno che si intreccia con la realtà e la storia di una vita complessa vissuta lottando ai bordi, articolata, piena di "toruosità"...proprio come Mulholland Drive. Ogni aggettivo è quasi superfluo, nei post precedenti è già stato dettto tutto... questa opera va oltre, sono 2 ore e 20 minuti da vivere e da analizzare. Lynch sei unico, più di tutto, sopra di tutti. Genio, proporrei di integrarlo anche in qualche programma scolastico.
Pauroso questo film , l'ho visto tre volte in 2 giorni e continuo a ripetermi "no hay banda" e con me tutti gli amici che l'hanno visto , l'unico rischio è di rimanerci male ma se siete amanti del cinema non potrete che godere profondamente .
Assolutamente da non vedere se volete semplicemente vedere un film , qui signori si entra in un altra dimensione . E chi non ne ha voglia può rimanere a casa .