easy rider - liberta' e paura regia di Dennis Hopper USA 1969
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easy rider - liberta' e paura (1969)

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locandina del film EASY RIDER - LIBERTA' E PAURA

Titolo Originale: EASY RIDER

RegiaDennis Hopper

InterpretiPeter Fonda, Dennis Hopper, Jack Nicholson, Luana Anders, Karen Black

Durata: h 1.34
NazionalitàUSA 1969
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1969

•  Altri film di Dennis Hopper

Trama del film Easy rider - liberta' e paura

Billy e "Capitan America" Wyatt vogliono raggiungere in moto New Orleans per il carnevale. Il viaggio attraverso gli States si trasforma in un'odissea nell'intolleranza americana. Dopo una sosta in una comunità hippy, fanno conoscenza con George, che si unisce a loro ma muore per mano di sconosciuti in un'aggressione notturna. Anche per Billy e Wyatt, sulla strada del ritorno, la morte è in attesa.

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Voto Visitatori:   7,77 / 10 (135 voti)7,77Grafico
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Voti e commenti su Easy rider - liberta' e paura, 135 opinioni inserite

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Desk88  @  06/08/2008 02:51:16
   7 / 10
Diciamo che nn mi ha nè entusiasmato nè dispiaciuto. Le tematiche che tratta sono interessanti, però ha volte è davvero troppo, troppo lento. Probabilmente è voluto così, una sorta di modo per trasmettere la pace interiore dei protagonisti, liberi e spensierati. Tuttavia a tratti sono quasi arrivato a smettere di vederlo da quanto si dilungava su alcune scene, tutte uguali.

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Cardablasco  @  11/07/2008 10:19:45
   7 / 10
Film assurdo in tutti i sensi deliranti i dialoghi

mrwoolf  @  27/06/2008 15:00:55
   8½ / 10
film cult, manifesto ''on the road'' degli anni 60. il finale è davvero un pugno allo stomaco, non mi aspettavo un risvolto cosi' tragico. stupende poi le riprese del trip e grandi, grandissimi i tre protagonisti (jack nicholson alcolizzato cronico da oscar!)

Calvin  @  20/05/2008 17:20:46
   4 / 10
Una delusione totale, ne sento parlare tanto allora dico "sarà un gran film", beh, ripeto, una DELUSIONE TOTALE.
Una storia abbastanza inutile, uno sviluppo lento che fa quasi addormentare, un finale pensato sotto effetto di acidi, potrei andar avanti ancora, ma penso di aver espresso a sufficienza il mio pensiero.
In tutto questo si salva solo il mitico Jack, ma da solo non riesce a tener a galla il film. (diciamo che lo salva da un voto ancora più basso)

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Ultima risposta 05/06/2008 13.13.01
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/05/2008 15:52:42
   8 / 10
Il film manifesto di una generazione combattuta e perseguitata dall'ottusità della società benpensante che avrà la sua "vittoria" poco più tardi, con il clamore suscitato dalla strage di Bel-air. Una pellicola, che sebbene senta il peso degli anni, è ancora importante dal punto di vista storico. Pellicola indipendente girata fuori dalla logica degli studios (si noti una certa influenza del cinema underground come nella scena lisergica del cimitero) e dai costi molto contenuti, ha ottenuto incassi enormi, dimostrando che i buoni film potevano essere girati anche al di fuori delle grandi case cinematografiche, con un ottimo ritorno economico. Inoltre ha dato l'impulso a quella che venne poi definita la New Hollywood. La colonna sonora è qualcosa di veramente mitico.

7HateHeaven  @  02/05/2008 17:25:00
   8 / 10
Posso dire che è veramente un gran film...
Rappresenta una generazione, bellissime le musiche e un Nicholson assolutamente supremo nella parte( a me ricorda un pò benicio Del toro in paura e delirio a las vegas!)...
Stupende le musiche e personalmente molto bello il finale.

xxxgabryxxx0840  @  04/03/2008 20:25:56
   7 / 10
Film cult di un'intera generazione, ottimo cast, ma deludente sotto diversi punti di vista.

roy rogers  @  28/02/2008 21:35:05
   6½ / 10
Anche se non rappresenta la mia generazione ho comunque apprezzato questo film..... mi ha fatto comunque sognare una America che non ho mai purtroppo visto!!!! Fonda e Hopper sulle loro moto!!!!Bella anche la musica di sottofondo!!!!

NandoMericoni  @  21/02/2008 22:22:37
   6½ / 10
perfettamente daccordo col commento precedente...

Arnold  @  07/02/2008 11:36:28
   6 / 10
mmm se devo essere sincero non mi ha convinto...D'accordo è sicuramente un cult, un "emblema di una generazione" come già scritto, ma non sono riusciuto ad apprezzarlo appieno. Sarà per le troppe scene confuse, sarà per le tematiche che tratta... non so, forse dovrei rivederlo.

france  @  04/12/2007 15:42:38
   9½ / 10
va visto... assolutamente...
Nicholson superlativo

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Gruppo COLLABORATORI julian  @  15/11/2007 23:48:38
   7½ / 10
La libertà... che gran fregatura !
Davvero splendido come manifesto: Dennis Hopper e Peter Fonda che se ne vanno in giro per l'America in moto, LIBERI.
Ed è proprio questo che desta l'invidia e il sospetto di tutti coloro che invece nn hanno raggiunto la libertà e per questo la disprezzano.
Cmq davvero grandiose alcune riprese sui paesaggi con musica hard rock in sottofondo, eppure ci sono sempre quei 10 minuti di scene confuse, piene di luci, gemiti e orgasmi che mi danno altamente fastidio.
Per non parlare poi...

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Direi che in generale è un film da mettere nella lista dei titoli da guardare, ma non tra i miei preferiti dato che alterna bei momenti a scene lente ed evitabili.

Dick  @  01/11/2007 17:17:52
   7½ / 10
Film che come è stato già scritto è un pò l'' emblema di una generazione. Interessanti e curiosi i diversi piani nel vedere la droga ed onstamente un pò troppo delirante la parte finale. Kowalsky eccitato, ma non fino al massimo a vedere il voto a dispetto del commento.

wega  @  16/10/2007 11:38:31
   7 / 10
assolutamente da avere e vedere,un cult sicuramente con delle nuove credo,interessanti applicazioni a livello di montaggio.Un buon road movie abbastanza ben interpretato,finale tristissimo,alla faccia dell'happy ending!
colonna sonora che ha elevato una generazione.dovrei dare 8 ma non lo sento un magnifico film,è un film molto buono.

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  01/10/2007 16:47:28
   7 / 10
Visto che lot non ha votato codesta pellicola, mi allineo anche io ai colleghi di sotto. Spero ciò possa bastare come commento, in quanto a baggianate circa le traspirazioni libertarie e acciacchi degli anni, con sprazzi beat mi pare che si sia già fatto il pieno.

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Ultima risposta 01/11/2007 17.17.44
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  01/10/2007 16:39:19
   7 / 10
Mi allineo acriticamente alla collega qua sotto: un film manifesto di una generazione che trasuda libertà, ma che risente molto del tempo trascorso.
Rimane comunque un documento di un'epoca ribelle ed affascinante, quella che fu di Kerouac e della beat generation, della letteratura americana che irrompeva sul mercato mondiale con la sua potenza rivoluzionaria e di chi nasceva per essere selvaggio; quella dell'america libera, pura e creativa.
Ottimo tutto il cast, esaltante la colonna sonora.

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Ultima risposta 17/10/2007 01.25.54
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  01/10/2007 16:21:25
   7 / 10
Manifesto di una generazione, film di culto che ha aperto (letteralmente) la strada a centinaia di road movie, splendido montaggio di paesaggi senza fine percorsi su due chopper, supporto visivo per una colonna sonora spettacolare.
"Easy rider" è questo e molto altro, ma a mio avviso è penalizzato dall'essere invecchiato molto male: icona cinematografica, mostra gli anni che ha, e questo non me l'ha mai fatto godere appieno.
Comunque da vedere e ascoltare almeno una volta nella vita.

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Ultima risposta 03/12/2007 12.25.40
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  21/09/2007 16:01:14
   9 / 10
UN FILM INDIMENTICABILE CHE HA FATTO EPOCA. SUGGESTIVO MA ANCHE AMARO. IL DISCORSO DI NICHOLSON SULLA LIBERTA' E' ILLUMINANTE MA TRISTEMENTE VERO. MEMORABILE LA SCENE DELLE ALLUCINAZIONI. NON SI PUO' NON VEDERE. CULT.

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Ultima risposta 01/10/2007 16.47.20
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  04/09/2007 10:33:12
   6½ / 10
non mi ha convinto, soprattutto gli ultimi dieci minuti non mi sono proprio piaciuti!! bellissimi paesaggi, bellissime musiche, bravissimi attori (un jack nicholson agli esordi già strepitoso), ma proprio la storia non mi ha coinvolto, e nemmeno i personaggi che incontrano durante il loro viaggio fatto di intolleranza non mi hanno affascinato più di tanto!! sarà pure un cult, per me è solo un film discreto con attori di prima classe!!

InSaNITy  @  12/08/2007 23:33:38
   8½ / 10
nevermind  @  11/08/2007 14:08:19
   7 / 10
L'ho visto solo perchè è un cult, ma non ne sono rimasto molto contento....Mi ha fatto piacere rivedere un Jack Nicholson molto giovane e anche buffo, ma ragazzi la scena finale è proprio una boiata...A ripensarci mi vien da ridere, lì veramente dovevano concluedere il film in fretta, non è possibile che sono morti in quel modo i due protagonisti.

mattiaonline  @  10/07/2007 21:49:10
   8½ / 10
Buon film con un giovane jackson. L'avventura di strada forse oggi risulta superata ma è comunque interessante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/06/2007 21:29:39
   8½ / 10
E sarà ingenuo, compiaciuto, eccessivamente idealista, anacronistico (oggi è più invecchiato della Spuma e dei coloranti E24) ma io l'adoro alla follia.
Amo questo retrospettivo viaggio verso l'America che non si (ri)conosce, che esplora tutti i contrasti della libertà, che crede in un Presente che ha troppi retaggi col passato per diventare un Vero Futuro, e che esibisce la negazione di un mondo che aveva non l'Esperienza ma la Necessità di poter cambiare davvero.
E' il mondo di Wyatt, il "Capitan America", nella splendida performance di Peter Fonda, retaggio di Hopper e in licenza dai fasti di Hellman e del "protettore" Corman.
Ma c'è anche spazio per l'indimenticabile prova di Nicholson, e la presenza conturbante (un vero appeal con tanto di strabismo di Venere) di Karen Black.
Poi, oltre agli spazi sconfinati e a quel finale che rilegge l'ingiustizia senza profferire parole (Roger McGuinn che intona le prime note suggerendo all'incomprensibile follia umana il silenzio e la "parola" della musica) ci sono Hendrix, i Byrds, gli Electric Prunes a confondere e allievare questa moderna e antica "ballata dell'uomo che credeva nella propria libertà".
E. su tutto. quella "Born to be wild" - maledetta! - profana (perchè di Wild non c'è molto) e liberatoria esperienza di fuga per la propria dimensione e coscienza...
"Un uomo è partito invano alla ricerca dell'America": al suono assordante di una moto, da hippie e bikers insieme, niente di più vero

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Ultima risposta 20/08/2007 00.14.51
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kimba  @  13/05/2007 12:22:21
   10 / 10
Il senso di pace e di libertà che trasmette, la colonna sonora che si accompagna perfettamente ad ogni scena del film fanno di questo film un vero e proprio cavolavoro !

MoRnInGloRy  @  03/04/2007 12:14:50
   9 / 10
Concordo abbastanza con il precedente commento di hurricane, ma solo in parte.. A mio avviso non sono tematiche superate, anzi, sono esperienze e sensazioni che molti giovani di oggi dovrebbero recuperare...
La società del consumo sta massacrando ogni tipo di emozione, secondo me quindi certe opere (film, libri, dischi ecc...) dovrebbero essere recuperate e porate a conoscenza del maggior numero di persone possibile.
Colonna sonora bellissima e storica. Film che a suo modo è stato una leggenda, perciò la valutazione è sicuramente molto alta da parte mia.

hurricane  @  31/03/2007 10:17:23
   7½ / 10
Il film meriterebbe anche di più, infatti di per se è un ottimo film ma al giorno d'oggi non trasmette più quello che trasmetteva in origine.
Le tematiche di allora: il mito dell'america on the road, la beat generation, la pace, la ribellione contro una società opprimente sono trattati in modo eccellente ma i giovani di oggi non potrebbero apprezzare il film nel suo intero.
Per finire colonne sonore stupende ( Wasn't born to follow) e location meravigliose e una buona interpretazione di fonda, hopper e nicholson

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davil  @  15/03/2007 10:41:55
   8 / 10
un film cult, visto adesso un po' datato.
Musiche e paesaggi meravigliosi, il film va pienamente iscritto negli anni in cui è stato girato, di cui è fedele testimonianza.

TART  @  10/02/2007 18:27:42
   9 / 10
Che dire, questo film è un cult.
Descrive alla grande la culura anni 70 e ciò che dovrebbe essere la base di ogni desiderio umano e cioè la felicità. La felicità che cercano di trovare sentendosi liberi, senza ostacoli, senza padroni, sentendosi estranei al mondo, in un certo qual senso estraniandosi dal mondo, vivendo come extraterrestri in un mondo che non li appartiene. E viaggiare, viaggiare, viaggiare, libertà, senza vincoli. Ma alla fine che rimane? Che rimane?



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Eh sì, siamo fregati...

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  23/01/2007 15:13:41
   7½ / 10
Uno dei cult-movie figlio degli anni ’60.
Il road-movie ci accompagna a conoscere le strade ma soprattutto la società americana sul finire degli anni sessanta, attraverso due motociclisti (Billy e Capitan America) che ricercano quel senso di assoluta libertà che mal si concilia con una realtà ancora così piena di forti pregiudizi (..la paura che deriva dalla non conoscenza) ..perfetta la colonna sonora (tra tutte “Born to be wild” dei Steppenwolf che apre il film) e l’immensità dei paesaggi del sud America, capaci di coinvolgere facendo perdere allo spettatore il senso dello spazio.
Meno apprezzabile la prima parte, dove si palesa una carenza nella costruzione dei personaggi (soprattutto dei due protagonisti) ..la vera svolta si ha nel momento in cui i due motociclisti incontrano l’Avvocato, da quel momento si aprono discorsi ed amare riflessioni sul contesto sociale di quegli anni (però le stesse non vengono mai sviluppate in maniera completa) ..tutto il racconto (soprattutto nella sua seconda parte) vive di encomiabili spunti (ad es. la perdita di contatto dalla realtà nel cimitero) che sembrano inesorabilmente rimanere tali.
Certo siamo in presenza di un manifesto storico inappuntabile (soprattutto sul puro piano visivo) ma non si eleva oltre una rappresentazione dello stesso ..il finale, ovvero la tragica conclusione di un viaggio metaforico, avrebbe certamente meritato qualcosa di più.
“Una cosa è parlare di libertà, un’altra è vedere un uomo libero” ..questa la frase che dovrebbe rappresenta meglio l’intera storia raccontata da questa pellicola.
Ottima la prova di tutti i protagonisti, dalla coppia Fonda - Hopper, al grandissimo Jack Nicholson ..buona anche la direzione dello stesso Dennis Hopper ..film che bisogna vedere!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  18/01/2007 15:34:22
   8½ / 10
Non sono un fan dei film di strada, ma non si può non celebrare questo monumento degli anni 70, ricco di attori che sarebbero diventati leggenda.
Easy Rider non è solo un inno alla libertà , ma soprattutto è un film che rappresenta il punto di vista degli altri, di quelli che percepiscono la tua libertà. Sei visto come oggetto del desiderio (...) ma soprattutto con invidia e fastidio.
Le persone libere suscitano in chi non lo è un giudizio su se stessi e la propria vita che risulterebbe insopportabile. Da qui l'odio (apparentemente ingiustificabile) e quindi il finale che tutti conosciamo.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  16/01/2007 14:37:27
   9 / 10
Cult assoluto non solo per i “bikers” ma per tutti coloro che amano il grande cinema.
Il senso di liberta’ che si respira attraverso le immagini di questo film è veramente eccezionale,i panorami,i dialoghi,le musiche aiutano non poco a creare un senso di pace e di lontananza dalle bigotte regole della societa’.
Societa’ con la quale i protagonisti si dovranno scontrare, non per averne trasgredito le regole, ma solo per non essersi standardizzati negli schemi precostituiti.
“Easy rider” è il manifesto di una generazione libera e ribelle,sincera e genuina,fagocitata da quella che solo apparentemente è una democrazia ma che è pronta a giudicare e a criminalizzare il prossimo,qui rappresentata perfettamente da un manipolo di bifolchi vigliacchi ed invidiosi perché incapaci di liberarsi di quelle catene che Capitan America e Wyatt avevano spezzato senza problemi.
Ottimi gli attori con un giovane Nicholson che pur apparendo per poche scene lascia il segno,bravissimi Fonda ed Hopper costui notevole anche nelle vesti di regista grazie al suo stile pulito e minimalista.
Colonna sonora da urlo con Hendrix,Dylan,Steppenwolf,ecc.
Il film parte lento ma con il passare dei minuti trascina inevitabilmente in un vortice di sensazioni ed emozioni che esplodono in un finale altamente drammatico ed emblematico.

gennaro  @  21/11/2006 11:36:24
   7 / 10
Non mi ha entusiasmato!
sarà un cult-movie, ma per me è semplicemente un buon film

Divino Stanley  @  19/11/2006 00:07:54
   8½ / 10
Cult assoluto del cinema "on the road". Il film all'inizio ci fa vedere i due motociclisti come l'emblema della libertà, non essendo essi legati a vincoli di nessun genere (nemmeno il tempo condiziona i due, si noti infatti che all'inizio Wyatt getta via il proprio orologio). Alla fine però anch 'essi perdono la loro indipendenza diventando schiavi del denaro, credendo a questo modo di essere diventati "in gamba". E la morte, come per scherzo, arriva proprio per mano di coloro che non sono legati ad alcun vincolo, se non quello della terra (infatti sono contadini). Questo film per molti aspetti si può collegare alla canzone "Eravamo quattro amici al bar" poichè in entrambi si descrivono le tendenze rivoluzionarie dei giovani del '68, le quali però poi vanno affievolendosi fino a scomparire. Tecnicamente il film è molto buono con una ottima colonna sonora e delle ottime interpretazioni (Nicholson su tutti che con questo film si lancia nel panorama cinematografico mondiale) ma non me la sento di dargli un 9 o un 10 in quanto nel finale perde qualcosa come andamento, diventando un po' lento, e, essendo un genere un po' ambiguo, a non tutti può piacere.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  06/11/2006 15:31:22
   10 / 10
struggente. rabbioso.emblematico.sublime
il film sulla libertà per antonomasia, un grande documento sociale per la storia del cinema. grandissimi attori (quellodi jack nicholson è uno dei miei personaggi preferiti) e musiche scelte oculatamente

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Ultima risposta 07/12/2006 13.55.31
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  14/10/2006 02:08:51
   10 / 10
"Siamo in gamba, Wyatt, abbiamo i soldi".
"No, Bill. Siamo fregati".
L'illusione della libertà, lungo le strade interminabili e semideserte dell'entroterra americano, per due giovanotti in viaggio dall''evoluta' California alla 'reazionaria' Louisiana. I due uomini sono simpatici e attraenti e possono piacere alle donne senza bisogno di compromessi. Ma purtroppo, Wyatt e Bill non sono affatto i 'duri e puri' che vorrebbero essere : il mito del denaro ha corrotto anche loro, spingendoli a spacciare droga.
"D.io maledica il pusher", recita la canzone degli Steppenwolf, parte della magnifica colonna sonora.
Così anche Wyatt e Bill sono due maledetti, due predestinati, anche se talvolta il loro comportamento gentile (specialmente con le due giovani prostitute di New Orleans) induce lo spettatore ad amarli. Acida e stordente la acena del cimitero, che prelude al tragico finale.
Un film che mi ha fatta sognare, forse anche piangere. Datato? Può darsi. Indimenticabile di sicuro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  27/09/2006 18:28:12
   10 / 10
Grandissimo film che è emblema di un epoca e di una generazione. Le musiche, il clima, i valori, i pensieri, le ideologie e le ingiustizie di quel grande anno che è il '68. Dennis Hopper, Peter Fonda e, soprattutto, Jack Nicholson costruiscono personaggi a cui ti affezioni tantissimo e identifichi.
Tanta rabbia intrattenibile nel finale...
Tra i miei film preferiti.

lampard8  @  20/09/2006 20:17:38
   8 / 10
Un cult generazionale che però in alcuni punti mi è sembrato veramente troppo lento,però i paesaggi,jack nicholson,la maria... non posso dare meno di 8! Comunque consigliato e da vedere per chi(come me)nell'epoca dei fricchettoni non c'era..

quaker  @  26/05/2006 23:55:17
   7½ / 10
Sono generoso con questo film stradatato. Visto al cinema, quando uscì (o forse uno o due anni dopo) non mi aveva esaltato. Rivisto stasera, sembra (soprattutto nella rpima ora) un documentario; ad un certo punto ho anche sbadigliato.
I tardi anni '60 in vetrina: il trip con l'acido, e il tocco psichedelico; il chopper; l'erba; la comune con gli hippies; i capelloni; la musica (colonna sonora eccezionale, ovviamente) e poi la bandiera USA nel giubbotto e nel casco, il viaggio ... i discorsi sulla libertà. Il tutto non riesce ad entusiasmarmi, non ha neppure il sapore della nostalgia, del come eravamo. Menzione a Jack Nicholson (credo più o meno al suo esordio).
Spiace dirlo perchè fu un cult movie, ma ormai Easy Rider ha detto quello che poteva dire. Amen.

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lorenz!£  @  07/05/2006 15:11:52
   7½ / 10
un ritratto dell'america degli anni 60(1969 e la data del film)molto crudo ma molto bello. questo film e l'emblema del viaggio della voglia di scappare e si fare le cose che vogliamo senza pensarci due volte..cocaina sesso e musica al top.. il pezzo finale e un trip pazzesco... finale comunque inaspettato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  27/04/2006 15:10:59
   10 / 10
pezzo di storia del cinema americano,realizzato alla fine degli anni '60 e permeato dalle tendenze socio-culturali del periodo fra hippy,reazionari,comuni(alla manson family).
il territorio di questa virale ricerca della libertà è l'america,con le sue interminabili distese di strade e deserto,su cui fonda e hopper entreranno in contatto con personaggi dei più variegati.

JackSpammatore  @  27/02/2006 22:02:27
   9½ / 10
"IL" film on the road per eccellenza.
Un film che ha molto da raccontare.

Brando90  @  25/02/2006 20:13:06
   10 / 10
Il grande esordio di Jack,che l'ha consacrato. Bellissime le musiche e la fotografia. La tragedia di due uomini uccisi dall'intolleranza degli americani negli anni 60.

lighthouse  @  02/01/2006 12:48:38
   10 / 10
contestualizzato a quell'epoca.. è un autentico capolavoro! Adoro Questo film.. da vedere!

kekkolorusso  @  28/11/2005 18:08:19
   7 / 10
certo visto adesso è na cosa visto nel 69 è n'altra
comunque ha molti spunti di riflessione
da vedere

droppy  @  16/11/2005 20:36:55
   8 / 10
contestaualizzato è un gran film
visto oggi non mi ha esaltato perchè forse non l'ho capito
voto medio 8

Brezeer87  @  31/10/2005 11:21:37
   8 / 10
La prima metà del film è abbastanza lenta e noiosa, tuttavia dopo (l'attesa) comparsa di Jack Nicholson acquista notevole brio e vitalità ---> ...SWOMP... :)
PS. Vedendolo trent'anni fa, o perlomeno se avessi vissuto quella realtà, mi avrebbe certamente colpito maggiormente.

daniele10  @  10/10/2005 07:28:06
   5 / 10
Entrando nel contesto sociale dell'epoca un film che ha fatto storia, riguardandolo oggi con un'ottica distaccata dalle tematiche di allora dice poco o niente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  24/09/2005 11:11:38
   10 / 10
Il film è del 1969 e si svolge negli Stati Uniti.
Quest’opera di Dennis Hopper nasce in un contesto storico e culturale che vede protagoniste diverse ideologie: riformiste o rivoluzionarie, pacifiste o marxiste, marcusiane o hippy. Tutte legate da una matrice antisistema. L’atmosfera politica e sociale americana è simile a quella presente in gran parte dell’Europa.
Le ideologie mettono sotto accusa la tecnologia del sistema capitalista. Lo fanno criticando senza mezzi termini il modo con cui la tecnologia viene ideata e usata. E considerano l’applicazione scientifica troppo legata ad interessi particolari. Lontana dalle reali necessità dell’uomo.
Il film svolge un’idea di libertà strettamente connessa ad aspetti importanti dello spirito del ‘68.
Lo fa rendendo comprensibili i valori più importanti della libertà: essi sono ricercati su un piano prevalentemente estetico. Un’estetica che non può fare a meno di essere occupata da punteggiature etiche.
Il film svolge con una piacevole scorrevolezza i temi del viaggio, della sessualità trasgressiva, della droga, della vita autonoma delle comunità agricole e religiose.
Nel film la sessualità appare legata a forme di delirio paranoico, ma è vissuta molto liberamente, non è ossessiva: si presenta come bisogno ineluttabile ricco di significato. Il viaggio in moto dei tre diversi ha come meta il carnevale del martedì grasso di New Orleans, un luogo di festa e di travestimenti. Le riprese si dilungano però sul vasto e incantevole territorio americano seguendo la velocità delle motociclette dei tre viaggiatori. Il film si sofferma anche sull’uso e il traffico di droghe che rende ricchi e sognanti i protagonisti. Sotto gli effetti della droga essi immaginano e discutono di nuove utopie sociali e sognano la partecipazione a feste orgiastiche. Il film mette anche in rilievo le idee chiave espresse dai tre protagonisti, che appaiono libere da ogni condizionamento sociale; dominante è l’idea che i soldi danno la libertà, ma è un’idea subito contraddetta da una sensazione di turbamento, come se il viaggio nascondesse qualcosa di tragico.
Il modo di vestirsi dei tre è estremamente personalizzato e bizzarro: ciò accentua l’aspetto della diversità.
Il film mostra numerosi scenari coloriti da trasgressioni e rivolte edipiche complesse e contraddittorie. Come nella realtà storica la pellicola approda al dramma. I tre diversi che hanno scelto la libertà verranno uccisi dai rappresentanti più fedeli e acritici del sistema: i benestanti contadini meccanizzati. Una morte che rimanda simbolicamente alle repressioni sanguinose messe in atto dalle istituzioni dell’epoca, al terrorismo ideologico, ai delitti mirati (i due Kennedy e Martin Luther King). Una tragedia del desiderio di libertà che psicanaliticamente richiama lo strapotere della pulsione di morte così spesso abbinata alle ideologie estreme.
Il film visto da una prospettiva simbolica è una splendida raffigurazione dello spirito del ‘68 e della sua inquietudine politica. La pellicola dice l’essenziale rispettando le reali atmosfere storiche prese in oggetto. Gioca tutto sui contrasti netti: sia psicologici che ideologici. La bellezza musicale delle canzoni dell’epoca rafforza la verosimiglianza del film, la musica è quella scaturita nel periodo del ’68 e si combina quindi splendidamente con i valori che il film tratta. L’istintività espressiva dei tre protagonisti si coniuga felicemente, attraverso il lungo viaggio in moto, con gli spazi immensi dei territori americani che richiamano la natura allo stato originario. Territori che assumono caratteristiche poetiche straordinarie perché il loro orizzonte si combina curiosamente con le atmosfere naturali del cielo ricche di indicibile suggestione di luci e colori.
Il sessismo trasgressivo e dissacrante che si svolge in un cimitero religioso traccia metaforicamente il reale confine etico tra l’istanza ideologica dei movimenti e la possibilità pratica di cambiamento sociale. La sessualità non riesce ad essere naturale, è complicata, delirante. La sessualità sembra risentire della presenza del padre (vedi i flash back al cimitero), non riesce a liberarsi della sua influenza. Le contraddizioni quindi prendono il sopravvento relegando la pratica liberatoria nell’utopia. Le pulsioni sessuali soffrono di un delirio di impotenza, un senso di colpa per aver desiderato la morte del padre? Un desiderio irrefrenabile di libertà anima i protagonisti, un delirio che non si disgiunge mai da un amore assoluto, ambiguo che sembra rivolto a volte solo verso il proprio simile a volte verso l’umanità intera. Una purificazione dalle colpe edipiche acquisite lungo l’esperienza con il padre e la madre sua complice? Un delirio che produce sogni e idee di vita nuova e anela a un sociale diverso. Un sociale dove però le responsabilità di ciascuno rimangono nel film troppo sfuocate, coperte dalle urgenze del godimento trasgressivo.
Nel film non si intravede all’orizzonte un’altra responsabilità civile, un’altra educazione per il sociale e la famiglia se non come abbozzo utopista.
Il film non giudica, espone avvalendosi soprattutto del linguaggio visivo l’estetica della libertà e il dramma che la racchiude.
Forse la chiave per interpretare questo film non va cercata nella sociologia. E neanche nel contenuto delle ideologie e dei valori presenti nella sceneggiatura ma in qualcosa che riguarda di più la struttura edipica della famiglia. In quei sottili cambiamenti dei ruoli famigliari avvenuti dopo il ventennio della fine della seconda guerra mondiale. Cambiamenti legati alla nuova fiducia e credenza in un progresso lineare e irreversibile delle conoscenze e dell’economia. Una fiducia che ha portato a un diverso atteggiamento educativo verso i figli: più illusorio e ottimistico, non più legato alle realtà dei bisogni e delle solidarietà immediatamente post belliche. Le vicende della sessualità infantile ne hanno risentito fino al punto di condizionare l’adulto verso forme di espressività rivoluzionarie.



F150  @  19/09/2005 14:14:53
   10 / 10
ah ah ah ah non mi esaltato... buona questa ah ah ah ah
Entusiasmante

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/09/2005 13.37.07
Visualizza / Rispondi al commento
polbot  @  19/09/2005 14:12:38
   7 / 10
non mi ha esaltato... va visto cmq...

Rusty il Selvag  @  19/09/2005 13:37:45
   10 / 10
Attravesare l'America tra monti e fiumi, tra citta' e deserto

tra hippie e contadini bigotti.

dove l'ignoranza uccide la liberta'

che dire di piu' , e' Easy Rider!

la mia opinione  @  13/08/2005 17:10:17
   10 / 10
Peter Fonda, Jack Nicholson, Dennis Hopper grandiosi. Memorabili. Film cult. Da vedere.

silvhia80  @  25/06/2005 19:13:31
   10 / 10
Il perfetto ritratto degli anni 60 in America, speranze e amori, droghe e morte, un gran bel film. Meriterebbe la top 25

Invia una mail all'autore del commento daddo  @  19/06/2005 23:31:26
   10 / 10
benzo24  @  27/05/2005 19:07:20
   10 / 10
Tutto in questo film è memorabile!

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