La vacanza di una famiglia in una lussuosa casa in affitto si fa inquietante quando un attacco informatico mette fuori uso i dispositivi e due sconosciuti si presentano alla porta.
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Impossibile non nominare Shyamalan dopo aver visto il film di Sam Esmail che racchiude tutti gli stilemi del regista indiano. L'attesa interminabile per una preannunciata apocalisse che crea una atmosfera sempre più ricca di tensione man mano che la storia va avanti, resa ancora più realistica grazie al ricco cast a disposizione. Julia Roberts ed Ethan Hawke reggono la parte della coppia con figli che si ritrova nella villa affittata per un week-end di fronte ad un pericolo misterioso ed incombente. Una spanna sopra a tutti Maershala Alì, il proprietario della casa che sa molte più cose di quello che sembra. Peccato che Kevin Bacon appaia solo nelle ultime scene. Criptico e satirico nei confronti del consumismo americano ma la durata troppo eccessiva e l'inizio promettente che faceva sperare in un epilogo migliore ha deciso giustamente la critica. La scena finale esplicativa e azzeccata. Discreta produzione Netflix.
Un dramma horrorifico che dosa bene le proprie carte accrescendo la tensione ad ogni sequenza: qualcuno lo potrebbe trovare un pò insoluto - o peggio ancora insipido - eppure non perde mai la sua compattezza narrativa riuscendo a far dialogare bene i propri personaggi. Ottimi gli attori. Venti minuti se non mezz'ora in meno sarebbero stati più graditi.
Film a tema appocalittico, ben realizzato in termini di sonoro e regia. Forse qualche punto andava approfondito, ma gli attori sono comunque di alto livello.
Nel giro di qualche mese escono negli Usa due film sulla guerra civile: sintomo di qualcosa che ribolle sotto la superficie del paese. Esmail porta in scena un possibile colpo di stato interno scegliendo di guardarlo dal punto di vista della ricca borghesia: una famiglia ricca eppure sottilmente venata da rapporti anaffettivi (ne soffre soprattutto la più piccola). Quella di guardare l'implosione del proprio paese tramite occhi e menti di chi, raccontano i propagandisti Usa, dovrebbe essere la massima incarnazione ed espressione del paese è una scelta politica: è il cuore produttivo/culturale (pubblicità e comunicazione sono gli ambiti lavorativi della Roberts e di Hawke) che implode, che non ha coordinate, che letteralmente non sa che cosa fare, come, quando. Il loro paese è in preda alla follia e loro sono lì a fumare e ballare mentre solo apparentemente cercano di trovare una risposta a ciò che accade: in verità non fanno nulla se non continuare a vivere nella loro casa con piscina e superfici lucenti. Il loro spaesamento e la mancanza di coordinate interpretative sono rese (si, didascalicamente) con i capovolgimenti continui della macchina da presa. E poi a chi interessa veramente di una guerra civile? Basta ingozzarsi di cibo spazzatura e di qualche serie tv e siamo di nuovo contenti e dimentichi del mondo.
Anch'io quando facevo i miei filmini facevo così con i movimenti di camera, orizzontali poi con un movimento mi ritrovavo con l'immagine in verticale. Lo trovavo innovativo tralasciando la casualità e l'incapacità di fare diversamente. Qui i movimenti sono cosi ahah. Accompagnati da un comparto sonoro che alza di parecchio l'inquietudine.
È un po' uguale ad altri film? Si lo è. Mi ha ricordato per qualità e/o argomento a quiet place, Bird box, blindness... Cose simili insomma che, chi più e chi meno, fa della sua originalità un modo per farsi ricordare. Probabilmente il mondo dietro di te è da questo lato meno ricercato. Eppure questo lato è alquanto anticonvenzionale non nel film stesso, ma nella nostra società in cui la censura non lascia passare certi argomenti/preoccupazioni dirette allo spettatore. Ed invece qui lo fa. Il modo di trattare questa storia è abbastanza sorprendente,
una guerra non più asimmetrica, un attacco con armi che nemmeno immaginaniamo
in un atmosfera reale ed attuale, molto attuale, troppo attuale, e questo senso di sorpresa viene moltiplicato ancor di più se i produttori sono una famiglia che per diversi anni hanno presidiato la casa bianca. Una trovata di mercato? Probabilmente si.
Il mondo dietro di te probabilmente il personaggio di Julia Roberts lo sta già rimpiangendo insieme alla sua Forte attitudine misantropa verso l'umanità. L'incedere di questo film ha un carattere molto alla Shyamalan. Cambiamenti che minano le sicurezze già ridotte al lumicino dei personaggi, segno di una frattura già preesistente e che con l'incedere degli avvenimenti non fa che mettere sale alle ferite di un tessuto sociale che si digrega, non in maniera palese come ne La notte dei morti viventi di Romero, ma più sommessa e scandita da segnali molto attinenti al biblico. E' un film che si struttura come un thriller ma che soffre di numerose e troppe pause. Di conseguenza tali pause se servino a definire meglio i caratteri dei personaggi, trasforma la narrazione in un qualcosa di eccessivamente logorroico. Troppo minutaggio per un film che poteva essere asciugato meglio senza allungare inutilmente il brodo. Lo spunto è buono, la realizzazione meno.
Vado controcorrente nel giudizio per questo film che è stato ridimensionato dalla critica pubblica in maniera superficiale secondo me. Rispetto a film come bussano alla porta, e venne il giorno, la città verrà distrutta all'alba, la fine, cargo e altri film pre-apocalisse ha il merito di mettere in scena una crisi globale semplice, credibile e che porta ad una spietata e lucida catarsi
con l'esplosione atomica su New York che sembra porti all'olocausto nucleare
Il film lavora di sottrazione mettendo due famiglie a confronto, quella classica americana, con Ethan Hawke, Julia Roberts e figli e quella meno classica all-black con Marshala Ali e Myha'la ovvero la figlia unica viziata, sboccata e irritante che in realtà nasconde l'insicurezza compensando con l'aggressività. Le due realtà famigliari si incontrano, scontrano per poi fare squadra quando la situazione lentamente ma inesorabilmente peggiora e il figlio maggiore della famiglia
dato che la ragazzina della famiglia bianca trova un bunker sotterraneo in una casa di ricchi bianchi del New Jersey e si mette a guardare l'ultima puntata di Friends che ha trovato casualmente in DVD
L'apocalisse è in realtà soltanto un pretesto per mettere in risalto le interazioni e tutto ciò che ne deriva quando la routine, il senso comune e la vita normale vengono sconvolte da una realtà senza uscita che può portare inevitabilmente ad un conflitto e alla fine delle certezze che governano le nostre vite. In questo il regista è bravo a non cadere nello scontato ma riuscendo a mettere al centro della vicenda il confronto tra gli adulti delle due famiglie e relativi background . Senza scadere nello scontato e nel già visto Sam Esmail si affida ad interpreti focalizzati sul ruolo che svelano alla fin fine la loro vera natura soprattutto la Roberts veramente in parte e Ali che ruba la scena più volte. Il resto può risultare a tratti per chi vuole azione fine a se stessa noioso ma invece credo che la riuscità del film sia questo suo essere realistico senza scadere troppo nel già visto.
Mi ha colpita in maniera inaspettata. Tra i migliori film visti recentemente. Attraverso la chiave di thriller apocalittico fa una riflessione molto amara sull'umanità e disumanità e in modo molto sottile e intelligente dà uno sguardo nostalgico a quell'atmosfera genuina di un tempo recente ma passato, che è come 'se non fosse mai esistito', ma il cui ricordo ci dona consolazione in una realtà in bilico sull'autodistruzione. Regia volutamente caledoiscopica e vertiginosa per aumentare il senso di disagio. La chicca di metacinema su Friends è un simbolo originale e intelligente di nostalgia e speranza. Il finale, a mio avviso, racchiude molte riflessioni e non ha bisogno di esplicitazioni di senso. Un buon cast, l'interpretazione elegante di Mahershala Ali una spanna sopra.
Quasi 2 ore e 20 di durata per poi terminare con un finale buttato lì, senza costrutto e con poco appeal. Nel mezzo tante parole, a volte anche inutili, una certa ripetitività nel racconto e nei gesti dei personaggi, caratterizzati abbastanza bene ma forse poco interessanti. Un film abbastanza valido nelle intenzioni, con un buon cast, nonostante Bacon ridotto quasi a un cameo, una regia senza particolari demeriti, qualche effetto speciali ben realizzato ma, alla fine dei conti, troppa retorica e pochi fatti. Non ci si annoia ma poteva essere migliore.
Che peccato questo film: regia, fotografia e costruzione della tensione sono assolutamente perfette, per non parlare di Mahersala Ali che usa il film come un grande palcoscenico per le proprie infinite capacità attoriali. Però ad una simile costruzione della tensione non corrisponde purtroppo un finale all'altezza, ed un simile anticlimax ammazza completamente tutto quanto di buono era stato fatto fino a quel momento. Immensa occasione sprecata, e mi dispiace moltissimo perché veramente questo film aveva tutte le carte in regola per diventare un cult.
Ah, un'ultima nota sul cast: a parte quel gigante di Ali (miglior attore della sua generazione per distacco), tutto il cast non sfigura affatto: bravissimi Hawke e Bacon come al solito, ma anche Julia Roberts. Unica nota stonata è Myha'la Herrold, irritante, sopra le righe e assolutamente stereotipata: vederla recitare affianco ad Ali è quasi straniante, i due hanno zero chimica e non diresti mai possano essere padre e figlia in scena.
Una vera sorpresa : molto Shyamalainiano, criptico e ricco di elementi simbolici. Storia che si incupisce e trasmette ansia man mano che scorre il tempo. 2 ore volate nel cercare di capire cosa succede intorno ai personaggi. Ottimo cast e una garanzia la regia di Sam Esmail, con una fotografia fredda e cupa che contribuisce a trasmettere una tensione montante . Finale spiazzante e aperto che lascia allo spettatore ipotesi e suggestioni. Film riuscito a mio parere, può per qualcuno risultare un pò lento in certi punti ma non lo ritengo un difetto.
L'ho trovato inquietante e tensivo quanto basta per reputarlo un film che merita la visione! Cast di alto livello che svolge bene il suo lavoro, regia efficace ed effetti speciali non male... Questa modo di mostrare l'apocalisse in modo "defilato" con vedo e non vedo e supposizioni su cosa stia accadendo mi ha convinto. Tra l'altro una Apocalisse plausibile! Non è un capolavoro ma merita la visione.
Il cast è stratosferico... ma sprecato. Poco credibile e mal assortita la coppia Amanda/Clay: lei esageratamente misantropa, odiosa e insopportabile, lui diametralmente opposto, in certi passaggi sembrano delle caricature. Kevin Bacon, in quei 15-20 minuti che compare buca lo schermo e sovrasta per bravura tutti gli altri. Bella l'atmosfera inquietante, ma viene penalizzata da un ritmo esageratamente lento nella parte centrale ed un finale... a metà.
viene lasciato intuire che, alla fine si sarebbero ritrovati tutti nella villa bunker dove Rosie, finalmente, vede l'ultima puntata di Friends, Clay, Arky e G indirizzati da Dan, Amanda e Ruth perché vedono la villa dalla collina da cui, al lato opposto, vedono NY bombardata.
A parte le (solite) riflessioni su quanto possiamo diventare fragili ed estremamente vulnerabili se privati della tecnologia, un film che lascia poco, poco più di un semplice intrattenimento. A livello di una puntata di telefilm tipo "Ai confini della realtà" più curata tecnicamente e tirata per le lunghe.
Sam Esmail dirige un buon cast e riesce a creare una discreta atmosfera di inquietudine durante la visione. La durata eccessiva appesantisce un po' la fruizione e il finale ha quasi il sapore di una beffa. Nel complesso risulta comunque una pellicola ben fatta, specie per gli standard di Netflix.
Secondo me i prodotti Netflix andrebbero trattati come tali, cioè bisognerebbe iniziare ogni recensione dicendo: "per essere un prodotto Netflix"... Infatti questo Il mondo dietro di te non consiglierei di spenderci dei soldi per andarlo a vedere al cinema ma se si è a casa con nulla da fare di certo è molto meglio di tanti altri prodotti in streaming... Un po' tirato per le lunghe, un paio di scene sinceramente superflue, avrei dato più spazio per esempio al mitico Bacon che non al ballo di Julia Roberts. Tensione altalenante ma nel complesso film abbastanza godibile soprattutto per il buon montaggio e la prova degli attori principali. Effetti speciali tutto sommato da videogioco non aiutano la credibilità della pellicola ma in conclusione, PER ESSERE UN PRODOTTO NETFLIX, non è affatto male.
Thriller distopico che, un po' come la serie "Black Mirror", gioca sulle conseguenze negative di un'evoluzione digitale senza freni e lancia (o vuole lanciare) un poco velato avvertimento contro la dipendenza tecnologica. Un messaggio chiaro, rimarcato però in maniera molto semplice, che non va in profondità e non ci dice niente di nuovo; se da questo punto di vista Sam Esmail (creatore di "Mr Robot") viaggia con il freno a mano tirato lo spettatore viene d'altro canto ricompensato da un'atmosfera suggestiva, piena di mistero, ansiogena e paranoica, con musiche inquietanti e visuali panoramiche che ci fanno sentire degli spettatori sull'apocalisse della società. In definitiva "Il Mondo Dietro di Te" funziona più come intrattenimento tout court che come critica sociale, il che è un compromesso accettabile sapendo a cosa si va incontro.
Cast di grandi nomi (su cui spicca la prova di Mahershala Ali) che rappresenta in modo abbastanza riuscito varie personalità della società, dal misantropo all'accogliente passando per il viziato o il complottista: una bella idea anche se in più di un frangente i rapporti e i dialoghi tra i vari protagonisti appaiono poco realistici.
E comunque ricordatevi di guardare il finale di "Friends" finché potete.