il trono di sangue regia di Akira Kurosawa Giappone 1957
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il trono di sangue (1957)

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locandina del film IL TRONO DI SANGUE

Titolo Originale: KUMONOSU DJO

RegiaAkira Kurosawa

InterpretiToshiro Mifune, Isuzu Yamada, Akira Kubo, Takashi Shimura, Minoru Chiaki, Takamaru Sasaki, Eiko Miyoshi, Chieko Naniwa

Durata: h 1.45
NazionalitàGiappone 1957
Generedrammatico
Tratto dal libro "Macbeth" di William Shakespeare
Al cinema nel Settembre 1957

•  Altri film di Akira Kurosawa

Trama del film Il trono di sangue

Mentre si recano dal loro signore che intende onorarli per un importante successo militare, i due generali Washizu e Miki incontrano uno spirito della foresta che rivelerà il loro futuro.

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Voto Visitatori:   8,77 / 10 (41 voti)8,77Grafico
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Voti e commenti su Il trono di sangue, 41 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

zerimor  @  28/01/2021 18:28:23
   9½ / 10
L'ambientazione onirica e sinistra del bosco, la scena dell'incontro con lo spirito maligno, nonché il suo monologo fuori di testa e da brividi, così come la sua risata demoniaca e raccapricciante. La scena degli alberi in avvicinamento al castello di Tsuzuki.
L'intera pellicola è permeata da una vastissima e fitta nebbia che occulta lo scenario e crea un'atmosfera incredibile.
Mifune strepitoso come sempre.

P.S. quanto diamine è inquietante Asaji, la consorte di Washizu?!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/11/2020 14:00:40
   9 / 10
Splendida versione Nipponica del Macbeth di Shakespeare.
La sete di potere ad ogni costo, una profezia di cose positive che porta solo morte e distruzione, tutta colpa dell'animo umano ovviamente.
Un esempio unico di stile, bellissimo!

Goldust  @  17/09/2020 15:57:40
   8½ / 10
Kurosawa rilegge il Macbeth di Shakespeare con la sua grande forza visiva e la consueta sfiducia nel genere umano, una stirpe erosa dall'arrivismo e stoltamente affascinata da fantomatiche profezie di potere. Poche scene madri, pochi dialoghi, il fato beffardo in primo piano ed un taglio dato agli eventi onirico e concreto insieme, un marchio di fabbrica del genio di Kurosawa che qui si diverte a sperimentare. E' tra i suoi lavori più riusciti a mio parere, almeno per il senso di compattezza nelle immagini e di compiutezza del racconto. E Mifune è sempre più inarrivabile.

Filman  @  26/09/2016 23:47:14
   9½ / 10
Tra le tante continuità dell'operato artistico di Akira Kurosawa, si avverte anche la sua sfiducia nel genere umano, in KUMONOSU-JO (tradotto in Spider Web Castle dal titolo originale, ma anche noto come Throne of Blood) ma soprattutto si avverte la sua totale padronanza dei generi cinematografici, presi dalla loro tradizione e trasportati su un piano personale, la sua malleabilità nel calare le mani nella pasta letteraria straniera, rendendola propria, e la sua totale genialità nel conferire ad ogni opera, in costume o meno che sia, un senso ampio e completo, ricco di contenuti e meraviglioso nella sostanza. Conferma della notevole portanza del film storico diretto dal maestro giapponese, questa pellicola può definirsi un elemento più unico che raro nel suo genere per la brezza che si respira, fatta di elementi fantastici e di atmosfere tetre, appartenenti ad un mondo viscerale che mette in scena l'uomo in tutta la sua perversione e paranoia all'interno di una tragedia che evidenzia il gusto narrativo, composto anche di mirabili silenzi, e la maestosità dell'azione secondo Kurosawa.

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Ultima risposta 30/09/2016 17.16.56
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Ciaby  @  10/06/2013 16:37:32
   9 / 10
Un film epico, arioso e sfarzoso, ma con uno stile impressionante che lo rende meno pesante di come sarebbe stato nelle mani di un altro regista. Un altro eccellente tassello cinematografico di Kurosawa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  06/03/2013 22:02:06
   8½ / 10
Kurosawa sembra amare molto Shakespeare: sia il successivo "Ran" che questo "Il Trono di Sangue" sono infatti tratti da opere del più famoso drammaturgo di sempre; entrambi i film sono rielaborati in salsa nipponica ed entrambi sono cinema di altissimo livello ("Ran" ancora più di questo). Alla salita e conseguente caduta dell'essere umano assetato di potere si aggiunge la straordinaria regia di Kurosawa (incredibile l'atmosfera creata durante la profezia dello spettro) e l'ennesima immensa prova di Toshiro Mifune, senza dubbio il miglior attore giapponese di tutti i tempi.
Non sarà il migliore di Kurosawa, nonostante ciò è un gran bel vedere.

vieste84  @  27/12/2012 22:53:20
   8 / 10
Il film si distingue per la solita grande prova attoriale di uno dei più grandi in assoluto, ovvero Toshiro Mifune. Splendido il suo incontro all'inizio con colui che gli dirà il suo futuro, scena veramente di grande impatto che da sola vale la visione del film. Poi la parte centrale ha qualche punto in comune con Ran, cosa inevitabile dato che sono entrambi ispirati a un opera di Shakespeare. Detto ciò è uno dei film che preferisco un po di meno, per via della parte centrale che ho trovato inferiore rispetto all'introduzione e all epilogo finale. Veramente un mito questo regista che questa volta indaga su come reagisce la psiche umana di fronte alla conoscenza del proprio futuro. Ennesimo grande film di Kurosawa, uno che ha detta di Coppola non ha fatto 1 o 2 capolavori ma bensì 8

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Invia una mail all'autore del commento luca986  @  30/08/2012 23:54:16
   9 / 10
Capolavoro. Forse la migliore interpretazione di Toshiro Mifune. Tutto impeccabile.

hghgg  @  10/08/2012 20:29:16
   9 / 10
Kurosawa ama Shakespeare, su questo non c'è dubbio. Più volte nel corso della sua lunghissima carriera ha trasposto opere dell'inglese su pellicola, sempre con risultati strabilianti, adattandoli allo stile e alla cultura orientale e dandone quindi una versione personale e originale pur rimanendo fedele all'opera originale. "Kumonosu Djo" - "Il Trono di Sangue" è l'adattamento del "Macbeth" uno dei massimi capolavori scritti dal maestro britannico; dal capolavoro letterario e teatrale si passa a quello cinematografico. Film epico (come tutto il cinema di Kurosawa, ma qui l'epicità è aumentata, come in "Ran" dal contesto teatrale-sheakspeariano") e maestoso, splendida dimostrazione di cosa il potere possa fare ad un uomo, come possa spingerlo a compiere azioni orribili, come possa gettarlo nel baratro della follia e della rovina. Ascesa e caduta perfettamente narrate dalla regia sempre più virtuosa e matura di Akira, con una fotografia eccezionale e un Mifune che si conferma uno dei più grandi attori di sempre. Due scene da ricordare come apoteosi dell'immenso talento registico di Kurosawa: la scena iniziale nel bosco e la camminata degli alberi. Sublimazione dell'epicità sul grande schermo, grandissimo.

speXia  @  06/01/2012 22:33:53
   8½ / 10
Film bellissimo, nonchè il mio primo Kurosawa!
Realizzato in modo superbo, con un cast eccezionale e delle scene indimenticabili. Il finale è meraviglioso e vale la visione dell'intero film.
Se non fosse un po' troppo lento darei mezzo voto in più, ma in ogni caso è ottimo!
(Ah...non ho letto il Macbeth, come non ho letto niente di Shakespeare...)

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Ultima risposta 21/08/2012 18.30.03
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edmond90  @  16/10/2011 19:20:54
   9½ / 10
Vedrò sicuramente le trasposizioni del Macbeth di Welles e Polanski,ma onestamente mi sembra quasi impossibile che abbiano potuto far meglio del maestro giapponese.
In un'atmosfera perennemente allucinata(fotografia sublime),che ha ben pochi uguali nella storia del cinema,viene consumata la sempiterna tragedia del potere.
Un potere che il nobile Washizu(un Mifune eccezionale),sobillato dall'ambiziosa moglie Asaji e profondamente turbato da uno spirito che gli predice il futuro,conquista a prezzo di qualunque nefandezza:gli inganni e i tradimenti più turpi non lo fermeranno,la bramosia ha il sopravvento e lo conduce in vetta alle gerarchie.E'l'inizio della fine:la moglie perde il figlio nascituro e sprofonda nei tetri abissi della follia,la sua effimera posizione crolla come un castello di carte e la profezia dello spirito(destino)si compie:abbandonato da tutti morirà colpito dai suoi stessi seguaci.
Dal punto di vista formale,Kurosawa raggiunge forse il suo risultato più alto e questa geniale commistione degli stilemi del teatro No,di arte cinematografica e di letteratura shakespeariana può tenere tranquillamente testa ai suoi capolavori più affermati.
Certamente non è una visione semplice,il ritmo è volutamente lento e riflessivo,ma una volta entrati in clima è difficile staccare gli occhi dallo schermo.
Una grande soddisfazione

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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  12/05/2011 22:50:08
   8 / 10
Bellissima trasposizione del Macbeth che, pur trascinandosi qua e là, riesce a trasmettere meravigliosamente l'atmosfera Shakespeariana. Un po'pesanti forse i richiami al teatro giapponese, ma nulla tolgono al risultato. Impressionante il finale!

_Hollow_  @  17/12/2010 22:29:18
   8 / 10
Il film è bello ma non all'altezza dei veri capolavori di Kurosawa. Confrontandolo con "Ran", sempre tratto da Shakespeare, devo dire che questo mi è piaciuto decisamente meno. A tratti ho provato un pò di noia per la lentezza nello svolgimento di certe scene, come la cavalcata attraverso il bosco, cosa che in un film di Kurosawa, fin'ora, non m'era mai capitata. Odio anche la teatralità delle scene con Isuzu Yamada (moglie del protagonista), che potevano dare un certo fastidio pure in "Ran" senza però rovinare lo svolgimento della pellicola. A parte certe scene un pò discutibili però la poesia del maestro traspare sempre nella maggior parte del film e il finale è magnifico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  02/11/2010 11:05:45
   8½ / 10
Prendendo spunto dal Macbeth il più famoso regista nipponico di sempre dà vita ad una trasposizione a suo modo fedelissima e riuscita completamente,ammaliante sotto tutti gli aspetti.
Laddove Welles aveva provato a fondere cinema e teatro con soluzioni visive e dialoghi teatrali nel suo Macbeth,Kurosawa lo adatta in salsa nipponica e cinematografica: si passa al Giappone feudale invece della Scozia,le nebbie sono quelle del monte Fuji,non ci sono streghe ma uno spirito della foresta,eppure l'aria epica e tragica è perfettamente nel tono dell'opera Shakesperiana. Kurosawa poi si affida al teatro No,e il gioco è fatto.
Pochi i dialoghi,una scelta particolare ma quantomeno riuscita,perfetta in quanto la trasposizione di silenzi al posto di parole nel mezzo cinematografico risulta pregna di attimi che accrescono il senso epico e denso di significati. L'ambientazione risulta perfetta,quasi un mondo a sé stante fatto di nebbia,foreste e grigiore.
Poi come non ricordare alcune parti di una bellezza tremenda: Asaji che si lava le mani compeltamente folle e impazzita,quelle nel bosco con lo spirito,e poi c'è un Mifune magnetico che ruba le scene a tutti spesso e volentieri.

Manu90  @  09/05/2010 19:07:30
   7½ / 10
La sete di potere che porta alla follia pura. Grande Mifune, finale stupendo per quanto mi riguarda. Gli avrei dato molto volentieri di più, ma in alcuni tratti l'ho trovato un pò troppo noioso.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  03/04/2010 16:22:47
   9 / 10
Una delle caratteristiche del cinema di Kurosawa è l'eclettismo; cioè la voglia di contaminare il cinema con altri generi d'arte come la letteratura e il teatro (ma anche la pittura – vedi "Sogni").
Stavolta il grande regista ha deciso di cimentarsi addirittura con il Macbeth di Shakespeare. Come con l'Idiota di Dostojevskij, anche stavolta ha cercato di tradurre lo spirito dell'opera cambiandone ambientazione e forma. Siamo infatti nel Giappone del XVI secolo, periodo buio di lotte intestine e torbidi politici. Il voler rappresentare lo spirito e non la forma è il segreto della perfetta riuscita delle trasposizioni di grandi opere letterarie fatta da Kurosawa. Questo ancora una volta per dimostrare che i grandi capolavori dell'arte non hanno tempo e non hanno luogo, ma sono appunto universali.
Il colpo di genio che ha Kurosawa in questo tipo di film è quello di creare un'ambientazione e un'atmosfera perfetta, veramente suggestiva. Fin dai primi fotogrammi ci troviamo in una landa nuda e desolata spazzata dal vento e dalle nubi (sono le scure pendici vulcaniche del monte Fuji). All'improvviso fra le nebbie appare un castello come un'apparizione spettrale. Gli interni delle stanze di questo castello sono massicci ma allo stesso tempo nudi e un po' tetri. I protagonisti del film sono tutti dei samurai, dei guerrieri letteralmente soffocati e rinchiusi nelle loro armature. Chi non è samurai "appartiene" comunque a qualcuno e ne porta dietro le insegne. A completare l'atmofera scarna, dura e opprimente c'è la musica tradizionale giapponese, secca, cupa, fatta con soli tre strumenti.
Anche la recitazione degli attori risente dell'atmosfera ieratica, astratta e simbolica che si vuole imprimere all'opera. In questo caso Kurosawa trova uno splendido parallelo nel treatro No, una forma tradizionale antica giapponese di teatro che prevede proprio una recitazione lenta, solenne, fatta di espressioni e segni messi in assoluta evidenza. Non c'è spettacolo o azione ma espressione pura dei concetti.
Mifune come al solito imprime al suo personaggio una forte caratterizzazione. Bastano i suoi occhi, il ghigno, un paio di primi piani ed ecco che viene creato un personaggio indimenticabile. Lady Macbeth invece è volutamente astratta, impersonale, simbolica. E' la voce della parte scura e opportunista dell'animo umano, quella che non conosce riguardi o ostacoli per arrivare dove desidera.
Del resto tutto il film si gioca su significati assoluti. Una parte importantissima ce l'ha lo Spirito del Bosco, qualcosa che noi Occidentali chiameremmo Destino, il quale rivela a modo suo quello che dovrà succedere (o che forse si desidera succeda).
Che effetto fa sulla propria vita conoscerne il futuro? Va a finire che si resta così suggestionati che facciamo esattamente quello che dovrà succedere, anche se magari lo vorremmo evitare.
Comunque di scene suggestive e affascinanti ce sono veramente tante in questo film. A tratti si rimane come ammaliati. Peccato solo che manchi quasi completamente l'aspetto sociale e umano che ha caratterizzato tutti i film precedenti di Kurosawa. E' tutto così stilizzato e purificato che dà l'idea di qualcosa di gelido e petrificato. Effettivamente manca il pathos della vita normale, quotidiana. E' certamente una scelta voluta ma fa un po' effetto in un film di un regista così passionale come Kurosawa.
A parte ciò, questo film rappresenta l'ennesima grande commistione cosmopolita di contenuto "occidentale" e forma "orientale", un'altra perla di Kurosowa.

Tuonato  @  07/10/2009 13:30:45
   7½ / 10
Notevole, per carità, anche se paga il conto al tempo che avanza.
Mifune bravo ma la parte gli sta un pò stretta.

Non aggiungo nient'altro sul film, ripeterei le stesse cose scritte da chi l'ha già commentato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  10/03/2009 15:09:24
   10 / 10
"La vita è una storia narrata da un idiota, colma di suoni e di furia, senza significato".

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pinhead88  @  04/03/2009 15:03:38
   7½ / 10
premetto che non è il mio genere,ma in questo caso riconosco la strabiliante tecnica Kurosawiana.non conoscendo il Macbeth non posso giudicarlo nel pieno delle mie facoltà,ma posso dire soltanto che è una pellicola invecchiata bene e che trasmette un certo fascino,soprattutto in alcune immagini.grandioso Mifune.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  02/09/2008 10:23:54
   8½ / 10
Eccellente rivisitazione del “Macbeth” da parte di Kurosawa,che riadatta la nota tragedia di Shakespeare trasportando l’azione nel Giappone feudale.
Il regista elimina i dialoghi originari e si affida alle sue grandi capacità per mettere in scena una pellicola dal ritmo sostenuto,ricca di soluzioni visive molto intriganti.L’utilizzo degli scenari è davvero mirabile,Kurosawa girò molto alle pendici del monte Fuji e sfruttò la nebbia che spesso avvolge quei luoghi per creare una cornice angosciante e misteriosa.
Quindi adatta agli eventi drammatici concernenti le trame ordite dal valoroso samurai Washizu che manipolato dalla moglie comincerà ad eliminare chiunque possa essere considerato un ostacolo per la sua ascesa al trono.La sete di potere sarà causa della sua rovina,abbagliato da una profezia metterà da parte il suo codice etico/morale perdendo ogni onore pur di raggiungere il suo obiettivo,il trono di sangue del titolo è ovviamente quello su cui siederà Washizu ,cui però il destino avrà in serbo un finale tremendamente beffardo.Toshiro Mifune,nei panni del protagonista, lascia il segno con un ‘interpretazione convincente basata in gran parte sulla mimica facciale e sui movimenti del corpo,ispirandosi per volontà di Kurosawa al cosiddetto teatro “No”,una forma recitativa considerata nobile e non alla portata di tutti.Splendidi gli abiti ed interessanti le scelte in sede di montaggio.
Il film è aperto e chiuso da un tetro canto che funge da monito per tutti coloro che aspirano,senza averne diritto,ad ottenere con l'inganno e la violenza ciò che il fato non prevede,sottolinenando le tragiche conseguenze cui andranno incontro.

momo  @  17/07/2008 23:57:29
   8 / 10
Un ottima trasposizione. Kurosawa fa suoi i temi trattati quattrocento anni prima da Shakespere sentendo probabilmente una concordanza con la propria idea (vedi Rashomon) di una verità interpretata dagli uomini sempre a sproposito, plasmata a proprio vantaggio e secondo il proprio desiderio ma tuttavia inarrestabile e tragicamente inesorabile.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  27/02/2008 13:05:27
   10 / 10
Ci risiamo, avessi mai letto qualcosa di Shakespeare, o saputo dell'esistenza del Macbeth dello stesso potrei magari sciorinare qualcosa sull'aspetto letterario di questo film, resta il fatto che lo giudico il picco assoluto della tecnica Kurosawiana, superiore a tutti, tra i suoi B/N quello dalla fotografia migliore.
Non sono abituato alla recitazione teatrale, ma in questo caso non mi ha infastidito anzi, l'ho trovata del tutto affasciante.
E' una pellicola sperimentale di un esperimento riuscito in toto, dall'onirica dello spirito, alla magnificienza del sonoro. Carrellate tra i rami quelle più riuscite, le solite stupende pioggie e qualche effetto di montaggio, credo giocato sulla rottura di continuità dei frame rende quest'opera un capolavoro dal fascino indiscutibile.

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metafisico  @  05/11/2007 18:44:24
   8½ / 10
eccellente e intrigante trasposizione del Macbeth .
Kurosawa si conferma un maestro impareggiabile

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/11/2007 00:04:47
   9½ / 10
La trasposizione del Macbeth di Shakespeare da parte di Kurosawa è un gioiello visionario unico. L'atmosfera onirica della pellicola trasmette un senso di inquietudine e morte che aleggia sui personaggi e la loro sete di potere. Da brividi l'apparizione dello spirito che rivela loro il futuro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  13/09/2007 11:18:01
   9 / 10
Film di grande splendore visivo. Un'atmosfera storica ricostruita con genialità recitativa e ambientale.

Una verosimiglianza straordinaria che lascia esterefatti sulla effettiva forza del cinema nel creare impressioni di realtà superlative.

Un Kurosawa ancora molto giapponese, da questa posizione geografica firma i suoi film migliori.

Successivamente Kurosawa acquisirà per ragioni di mercato mentalità non sue, inserirà nei suoi film codici linguistici e visioni cinematografiche occidentali che spegneranno la sua verve narrativa originale.

Exodus  @  08/09/2007 13:41:26
   8½ / 10
C'è tutto il senso di ineluttabilità di Macbeth in questa ottima trasposizione della famosa tragedia; il destino incombe, travolgendo i personaggi che, come su un palcoscenico, seguono un doppio copione, quello dell'opera e quello del fato, che ha già deciso, nella forma di uno spirito o di tre streghe, che Washizu dia e riceva la morte.
Ma questa è tutta farina del sacco di Shakespeare; il merito di Kurosawa è di aver adattato l'opera alla storia e cultura giapponese in modo perfetto, consegnandoci un film che ha il volto orientale delle riflessioni sul destino.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  12/08/2007 18:02:55
   7½ / 10
Film(att)one kurosawiano con un impostazione assolutamente teatrale (eccecredo, è tratto dal Macbeh!) e ricchissimo di spunti di riflessione. Comunque non sono riuscito a gustarmelo come altri capolavori del regista che forse sono invecchiati molto meglio. Comunque rimane un film certamente notevole.

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Ultima risposta 10/03/2009 15.15.28
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Dick  @  05/07/2007 22:30:22
   8½ / 10
Film inquietante che ha a mio parere i momenti i momenti migliori nelle apparizioni dello spirito e nelle scene con la moglie (quasi uno spirito, maligno, pure lei).
Kurosawa prende una tragedia di Shakespeare e ne fa un affresco di un' epoca del suo paese. Lui stesso ho letto che ha detto più o meno che si è dimenticato che fosse un' opera dello scrittore inglese e rendendola come vicenda locale.

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Beefheart  @  05/07/2007 12:34:06
   6 / 10
Riproposizione del Macbeth shakespiriano in chiave nipponica. Nel Giappone del 1500, durante una campagna bellica, Toshiro Mifune, nelle vesti del nobile Washizu, riceve una profezia dallo spirito del bosco, secondo la quale egli raggiungerà il potere e lo manterrà sino quando gli alberi della foresta non inizieranno a muoversi verso il castello. Da qui la tipica serie di crimini e misfatti che accompagnano la salita al potere, spesso repentina e transitoria, degli avidi ambiziosi. Alla fine la morale sarà impietosa: il potere ottenuto col male è sempre vano. Nel complesso, per quanto basato su di un ottimo soggetto, è un film che non mi ha entusiasmato; i motivi sono più d'uno: a partire da quella che, per i miei gusti, è una teatralità eccessiva, in parte congenita all'opera stessa ed in parte dovuta alla tipica enfasi espressiva dei personaggi di Kurosawa. In secondo luogo ho trovato alcuni passaggi eccessivamente dilatati, con scene ripetitive ed insistite, tant'è che, con le dovute proporzioni, ho avuto l'impressione di assistere a quei telefilm economici nei quali le stesse scene vengono montate più volte come riempitivo. Infine ritengo che, oggi come oggi, i testi di alcune scene risultano un pochino obsoleti, datati, tanto da sembrare infantili. Di certo non è un brutto film, ma nemmeno tra i migliori del regista. Buona la scena finale con centinaia di frecce che braccano Washizu/Macbeth.

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Ultima risposta 06/07/2007 09.47.54
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AKIRA KUROSAWA  @  23/06/2007 01:02:51
   10 / 10
ECCO , mirate il desolato luogo
ove si ergeva superbo un castello
in cui le brame ebber selvaggio sfogo,
finchè fu soltanto di morte ostello.
Regnò su questa terra che ora langue ,
da un furor di potere fatto insano
un guerriero , il cui trono fu di sangue:
ma il trionfo del male è sempre vano.





il macbeth shakespeariano trasportato nel giappone delle guerre civilidel xvl secolo e messo e messo in scena utilizzando la tecnicaespressiva del teatro: i grandi temi della tragedia, il delitto, l autodegrazione, l orrore delle tenebre; tutto è raccontato piu dalle immagini che dalle parolein una messinscena geometricamente rigorosa e con una perfezione formale che fa del film l opera piu coraggiosa di kurosawa.
i 7 samurai ha stimolato l autore giapponesel interesse verso la storia, il gusto del cinema in costume e l idea di girare con i costumi nipponici il macbeth, gli è venuta leggendo la storia nazionale: infatti l epoca delle guerre civili è molto simile a quella descritta da shakespearee perciò ha girato il film come se fosse una comune storia del xvl secolo.
kurosawa ha fatto costruire il castello (che nel film diventa un autentico personaggio come del resto anche la nebbia e gli alberi) nella localita piu nebbiosa del paese( il monte fuji) .
inoltre per rendere piu esemplare la parabola, kurosawa fa del personaggio washizu/macbeth un essere del tutto normale:ne coraggioso ne ambizioso , washizu è come tutti un essere influenzabileed il regista documenta le graduali tappe dell evoluzione interiore del protagonista .
il trono di sangue è probabilmente la piu inattesa trasposizione cinematografica di un dramma shakesperiano.
qui kurosawa compie una prodezza, " riesce a naturalizzare macbeth " in modo da permettere a un occidentale di riconoscere shakespeare e a un orientale di ritrovarvi un film giapponese storicamente documentato.
perfetto a mio avviso toshiro mifune nel ruolo di washizu/macbeth, bellissima la fotografia ed il sonoro, magistrale l inizio nella foresta/ragnatela in cui i due incontrano lo spirito della foresta. un capolavoro assoluto, fra i migliori film di akira kurosawa.
CAPOLAVORO

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Ultima risposta 01/07/2007 18.18.09
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Tom24  @  17/04/2007 11:34:39
   9½ / 10
C'e poco da dire, qua viene espresso a pieno tutto il genio di Kurosawa.

Interpretazioni e fotografia da brividi, uno dei lavori più memorabili del grande regista.

Imperdibile.

Mpo1  @  19/12/2006 22:00:09
   9 / 10
Personale rilettura di “Macbeth” da parte di Kurosawa. Ho visto anche i “Macbeth” di Welles e Polanski, e devo dire che quello di Kurosawa è il più riuscito.
Sicuramente funziona la sostituzione dei versi di Shakespeare, che avrebbero reso il tutto troppo pesante, con le immagini, lo specifico cinematografico.
I personaggi più interessanti sono lo spirito della foresta, che sostituisce le tre streghe di “Macbeth”, e la moglie che, come nel teatro No giapponese, sembra indossare una maschera e si muove (poco) in maniera stilizzata, risultando così ancor più inquietante.
I cambiamenti operati da Kurosawa sul testo di Shakespeare sono sicuramente riusciti. Per esempio, Kurosawa introduce una gravidanza e un figlio nato morto per la moglie, in modo da spiegare più compiutamente la sua pazzia. I personaggi secondari vengono eliminati o resi marginali per concentrare l’attenzione sulla coppia protagonista.
Da ricordare la scena finale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  26/09/2006 15:07:57
   9 / 10
Rivisitazione incredibile del Macbeth di Shakespeare, Kurosawa toglie la poesia dei dialoghi shakspiriani per renderla in immagini, cosa a lui più congeniale. L'entrare ed uscire ripetuto delle due sagome di guerrieri nella nebbia rende l'atmosfera decisamente inquietante. Grandissimo Mifune, la scena in cui indietreggia dopo aver ucciso il sicario e' una delle migliori, sul suo volto si legge proprio la paura più acuta per i morti che per i vivi. il personaggio della moglie mi è piaciuto molto e l'ho trovato decisamente fedele all'originale Lady Macbeth.
Da vedere per chi ama Kurosawa.

Crimson  @  01/10/2005 09:07:04
   10 / 10
Incentrato sulla sete di potere e tutto il male e la rovina che esso comporta, "Il trono di sangue" è a parer mio uno dei più belli di Kurosawa.. (è più facile elencare i film meno belli del regista, piuttosto che i capolavori - che sono molti).
Un Capolavoro che si realizza tramite una progressione impetuosa di crudeltà ed efferatezza da parte di Washizu. Miki rappresenta il suo esatto contrario. Del resto era già stabilito tutto nella profezia: nel suo discorso, lo spirito dice a Washizu che egli non si rende conto della sete di potere che è presente in lui, subdola e in agguato.
Il film è doverosamente incentrato sulla figura di Washizu, ma alcuni personaggi sono messi un pò da parte e avrei preferito che alcuni di essi, tra cui il generale interpretato da Takashi Shimura, fossero descritti meglio.
Toshiro Mifune, istrionico e fantastico come sempre, caratterizza un uomo prima che condottiero di grande fascino a causa della propria indole distruttiva ma allo stesso tempo auto-distruttiva. Una figura che a grandi linee si ripresenta in "Kagemusha", nel figlio del principe.
Un altro personaggio di grande interesse è la moglie di Washizu, che plagia colpevolmente la mente del marito. Un personaggio siffatto si ripresenta in varie occasioni nei film di Kurosawa ("la sfida del samurai" e "Ran" ad esempio).
In definitiva, ci sono svariati punti in comune con Ran, ma sono chiari a tutti dal momento che entrambi i film tratti da altrettanti Capolavori di Shakespeare.
Gli amanti di quest'ultimo dovrebbero guardare questo film, così come chiunque ami le pellicole che forniscono un'intensa introspezione di moltissimi lati della psiche.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  20/01/2005 10:19:49
   9 / 10
La passione, la sete di potere e la tragicità immanente del macbeth immersi nel rigore del Giappone dei samurai, imperdibile.
Bellissima la scena in cui la moglie di Washizu/Lady Macbeth, ormai in preda alla follia, tenta inutilmente di lavarsi le mani macchiate di sangue.

Tittokano  @  01/01/2005 17:55:00
   9 / 10
Un Shakespeare insolito ed originale.

liu_mi  @  08/12/2004 12:46:15
   9 / 10
La migliore (libera) trasposizione della tragedia di Shakespeare. Interessante il personaggio della moglie, un cancro che si insinua nel cervello del protagonista.

Mifume  @  13/11/2004 13:19:26
   9 / 10
Opera quasi sperimentale del regista che ricrea il Macbeth nel Giappone feudale
Trattando la tragedia come tale il regista preferisce spiegare gli stati d'animo e le situazioni con le immagini che con le parole!
Estetica del selenzio eccezionale cosa che nei film di oggi manca

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  02/11/2004 14:24:35
   9 / 10
talvolta guardo film vecchissimi come i 7 samurai (sempre di akira) o 4 potere ecc... e credo che nei film di oggi manchi quel "pathos" che c'era in quei film. perche nn aggiungete altri film del miglior regista asiatico di sempre??

7 risposte al commento
Ultima risposta 13/11/2004 13.22.22
Visualizza / Rispondi al commento
dragonfly  @  25/10/2004 16:20:46
   9 / 10
Forse non tra i migliori di Kurosawa, ma decisamente un gran film!

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  20/10/2004 15:58:40
   10 / 10
La migliore versione del Macbeth fino ad oggi realizzata.

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