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Il titolo originale esorta a guardare in entrambe le direzioni,ammonimento applicabile alla tragedia iniziale che fa da collante a tutti gli eventi o più metaforicamente ad accettare ciò il destino ci riserva,cercando di vivere la vita nella maniera più intensa possibile consapevoli che la morte può richiedere il suo naturale tributo in qualsiasi momento. Il debutto dell’australiana Sarah Watt, pur essendo a tratti ingenuo e intriso di riflessioni poco interessanti, ha il grande pregio di affrontare con grande coraggio il tema della morte.Uno degli argomenti tabù per eccellenza viene messo quasi alla berlina,i toni gravi che sovente accompagnano l’azione sono sdrammatizzati da break leggeri,spesso divertenti e da inserti animati comicamente “catastrofici”. “Look Both Ways” è un film sospeso con delicatezza tra commedia e dramma,pur presentando una nutrita schiera di personaggi dei quali solo alcuni riescono a rendere con efficacia,si lascia apprezzare per l’approccio originale e a volte irriverente.Intriganti alcune vertiginose scelte di montaggio,mentre le affinità con “Magnolia”,epilogo purificatore compreso,offrono un fastidioso senso di deja-vu che lascia un po’ perplessi anche perché fin troppo accomodante nella risoluzione degli intrecci.L’espediente “ballad” strappalacrime unita ad immagini più o meno commoventi ci sta,quando però viene riproposta ben quattro volte nel giro di un’ora e mezza ci si inizia domandare se la Watt non abbia esagerato un poco,riempiendo nel momento in cui non sapesse dove andare a parare. La mancanza di esperienza della regista lascia qualche dubbio e crea qualche falla,una cosa però è certa,Sarah Watt sembra avere tutte le carte in regola per azzeccare in futuro un bel colpaccio.