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Primo lungometraggio di Kore'eda, "Maborosi" è già un'opera in cui si rintracciano tutti gli elementi che saranno caratteristici del successivo lavoro del cineasta giapponese: i temi dell'elaborazione del lutto, la famiglia con le sue gioie e i suoi dolori, il tema della vecchiaia, la centralità della figura femminile. Sul piano formale, l'attenzione che Kore'eda riserva ai dettagli, al paesaggio, alla messa in scena. Perchè se è vero che il film è tremendamente "koreediano" è anche un film che omaggia i registi che Kore'eda ama: Ozu (nelle "inquadrature tatami" e nella continua ricerca della centralità prospettica), ma anche Mizoguchi e il nostro Antonioni (la non spiegazione dei salti temporali, la comunicazione assente o frammentata). Se ci si lascia trasportare da questo stile rigoroso ma capace di cogliere la grazia e le sofferenze degli esseri umani, beh, allora si riesce ad assaporare appieno il primo lavoro di un grande regista.