Dopo l'improvvisa morte del fratello maggiore, Lee Chandler (Casey Affleck), un idraulico di Boston, si vede costretto a tornare nella sua città natale, dove scopre di essere stato nominato tutore del nipote sedicenne.
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Manchester by the sea è un film incompiuto. Pretende di voler essere alternativo e "indie" ma alla fine rimane nel solco del solito melò americano e si affida quasi esclusivamente agli attori. La regia è piattissima e non da guizzi rispetto ad una sceneggiatura ingessata che non riesce veramente a coinvolgere quando punta sulla drammaticità ne a far sorridere quanto punta su momenti ironici. Alla fine si risolve in un lungo film sul senso di colpa, l'elaborazione del lutto, l'età della pubertà. Ma lo fa con uno sguardo che non è mai originale. Azzeccata invece la fotografia.
Mamma mia che mattonata. Il film è veramente lento, noioso e pesante come pochi altri che mi ricordo di aver visto. Non comprendo davvero l'oscar per la sceneggiatura. E' semplicemente un film incentrato totalmente sul dramma di un uomo a cui non ne è andata dritta una in tutta la vita. Non ho visto grandi risvolti in questo film. Si arriva alla fine pensando che forse debba ancora iniziare qualcosa ma nonostante questo si è sollevati perchè è veramente pesante per come si trascina avanti. Non do un due o un tre solo perchè riconosco che Casey Affleck sforna davero un'ottima interpretazione. La williams invece si becca la solita nomination all'oscar recitando i soliti dieci minuti per film e facendolo pure mica tanto bene. Se si fermava a Dawson's creek non sbagliava poi molto.
Mi aspettavo un film drammatico di quelli pesanti pesanti e il drammone grosso grosso (pure troppo) c'è con tutto il suo peso, che il povero Affleck jr porta sulle sue spalle (non attrezzate come quelle di Batman), sfogandosi di tanto in tanto con qualche cazzotto in faccia a chi gli stà antipatico (meglio evitarlo nei pub). Poi c'è il lutto, che per assurdo riporta la vita, finanche, volendo potendo (ma non si può perchè il drammone è troppo grosso) all'amore interrotto. 2 ore mooolto abbondanti di un racconto per niente attrattivo, Casey Affleck (con un'espressione perfetta per il ruolo) regge il film, ma lo spettatore no; non regge e vorrebbe farla finita prima. Prodotto non interessante, piuttosto lineare (salvo il montaggio dove i tempi di narrazione funzionano), senza un vero punto di forza. Le buone prove degli attori non le ritengo così straordinarie, mentre la regia si sbrodola un po' .... Candidature agli Oscar, per me, non comprensibili, o meglio da me non condivise
"Manchester by the sea" è un film targato Kenneth Lonergan, tale prodotto cinematografico ha riscosso abbastanza, è stato pure premiato alla notte degli Oscar. Ovviamente la premiazione americana, a nostro giudizio, non è altro che una mezza farsa, un mero esercizio patinato, degno dei peggiori americani. Quindi, la critica circa il film di Lonergan, dovrebbe esser al di la di tutto. La storia architettata dalla regia verte intorno a due personaggi, i temi sono quelli del dramma e della desolazione. Ci domandiamo, come tale cosa ,sia valsa come miglior sceneggiatura originale alla notte degli Oscar, aumentano le perplessità al riguardo.
"Manchester by the sea" ha dalla sua un'ottima confezione tecnica, convince l'apparato scenico, convince la regia e persino la lentezza che Lonergan sceglie per il suo prodotto. Nasce un film però troppo drammatico con una storia che non decolla, non progredisce mai. Buona la prova di Affleck, anche lui premiato. A non convincerci però è il suo ruolo. Personaggio fin troppo decaduto, per troppo tempo. Di questo film rimane poco.
E' difficile dare una valutazione e persino parlare di un film come Manchester By The Sea dove il dolore, la sofferenza, l'apatia, la solitudine, la morte ed il senso di colpa la fanno da padrone per l'intera durata (2 ore e 17 minuti) e tutto ciò si sente, ne avverti il peso, ma non quanto quello della durata, veramente insostenibile. E' una pellicola da vedere quando si è troppo allegri, quando siamo inspiegabilmente euforici e presi da un attacco di panico per la troppa felicità decidiamo di intristirci, e così ci si fa una bella dose di angoscia con Manchester By The Sea e si torna alla depressione quotidiana.
E' un film prolisso, troppo lento, troppo grigio, troppo opprimente. ed infelice. E' la tematica del film, okay, ci sta, ma l'ho avvertito in maniera eccessivamente opprimente. L'interpretazione di Casey è sicuramente degna di nota (meno quella della Williams, anche perchè appare si e no 15 minuti in totale), ma troppo mesta e a tratti eccessivamente ridondante nella sua fissità. La sceneggiatura ha il suo perchè, la regia e la fotografia anche, ma nel complesso è una pellicola che costantemente ruota intorno ai personaggi, soprattutto quello di Lee, e alla loro sofferenza fino alla fine, senza mai riuscire a vedere un minimo spiraglio di cambiamento, non dico di speranza o felicità, ma perlomeno un cambio di rotta. Niente. Parte mesto e finisce mesto. Riflessione sul dolore o sulla perdita, Manchester By The Sea è troppo sommerso dalla sua foschia per far intravedere qualcos'altro.
Non so quanto io riesca ad apprezzare questo tipo di cinema e non riesco veramente a formulare una considerazione generale su questa pellicola e riconosco i miei limiti in questo caso.