nosferatu - il principe della notte regia di Werner Herzog Germania, Francia 1979
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nosferatu - il principe della notte (1979)

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locandina del film NOSFERATU - IL PRINCIPE DELLA NOTTE

Titolo Originale: NOSFERTAU, PHANTOM DER NACHT

RegiaWerner Herzog

InterpretiKlaus Kinski, Isabelle Adjani, Bruno Ganz, Jacques Dufilho

Durata: h 1.47
NazionalitàGermania, Francia 1979
Generehorror
Tratto dal libro "Dracula" di Bram Stoker
Al cinema nel Maggio 1979

•  Altri film di Werner Herzog

Trama del film Nosferatu - il principe della notte

Jonathan Harker, incaricato di trattare l'acquisto di una vecchia casa di Wismar, lascia l'Olanda e raggiunge la Transilvania. Solo la moglie Lucy, che di notte ha sinistri incubi, si dimostra contraria alla sua partenza. Arrivato sul posto, Jonathan viene sconsigliato dal proseguire dagli zingari accampati nelle vicinanze del castello, ma nulla riesce a vincere la sua testardaggine. Capirà presto cosa minaccia la regione.

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Voto Visitatori:   7,80 / 10 (96 voti)7,80Grafico
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Voti e commenti su Nosferatu - il principe della notte, 96 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  03/07/2024 18:15:46
   6 / 10
Rivisitazione molto personale da parte di Herzog del classico di Bram Stoker (non so invece se si attenga di più all'altro film "Nosferatu" che non ho visto). Quello che più si fa apprezzare è la maestria della regia, la fotografia, alcune inquadrature suggestive; però aldilà del lato tecnico è un film non facilissimo, più che altro molto lento e questa lentezza trovo che ammazzi un po' la tensione e l'ansia che un film con protagonista il conte Dracula dovrebbe avere.

Oltretutto non mi ha fatto impazzire la caratterizzazione di Dracula, soprattutto da un punto di vista estetico: preferisco un Dracula più "umano", come da versione cartacea. Notevole comunque l'interpretazione di Klaus Kinski.

Macs  @  06/05/2024 22:44:58
   7½ / 10
Che dire, un grandissimo omaggio alla saga cinematografica del conte Dracula, con tinte espressionistiche e una messa in scena chiaramente estetizzante. Herzog riscrive la storia di Bram Stoker, si prende svariate libertà che tutto sommato funzionano, anche se non è certamente la sceneggiatura l'aspetto più prezioso del film. Kinski iconicamente perfetto nel ritrarre un conte che vive l'eterna solitudine con stanchezza e dannazione: un conte di cui si intravvede la potenza maligna, che rimane però sempre sullo sfondo, per privilegiare lo studio della sua profonda e stanca emarginazione. Dracula come reietto, sofferente, abbandonato, che vive nelle tenebra senza alcuna speranza di una qualche forma di rinascita. Molto bene anche la Adjani, mentre Ganz non ha colpe ma il doppiaggio di Ferruccio Amendola mi faceva sempre pensare a Rocky Balboa o a Rambo. Spettacolari le musiche, anch'esse espressioniste e azzeccate nella loro originalità. I tempi lunghi del film sono forse invecchiati malino, specie per uno spettatore moderno che vive di cinecomics, ma continuano a lasciarsi apprezzare per chi ama gustare l'essenza del cinema di un tempo, compassato e "estetico".

zerimor  @  24/02/2024 13:31:27
   8 / 10
Di Remake validi e "rispettosi" delle opere originali se ne trovano col contagocce e questa rivisitazione di Herzog può considerarsi tale essendo fedele nella sua quasi totalità, pur con qualche piccola differenza.
Regia e fotografia sugli scudi. Le sequenze panoramiche sono cariche di un'atmosfera sinistra grazie anche alle musiche cupe con cori gregoriani. Il colpo d'occhio complessivo è impressionante.
Recitazione ottima. Isabelle Adjani e Klaus Kinski totali protagonisti autori di interpretazioni magistrali.
Un film onirico e suggestivo realizzato con estrema cura, ma che non raggiunge la perfezione del capolavoro del 1922.
Stiamo comunque parlando del secondo miglior film su Dracula, secondo me.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  03/02/2024 10:00:10
   7 / 10
Rivisitazione coraggiosa di uno degli horror piu' famosi della storia del cinema muto.

Ma il dracula interpretato da Klaus Kinski per fortuna parla, ed è probabilmente il lato migliore di questa pellicola. Il suo infatti non è il solito "cattivo" da eliminare ma un principe dismesso, depresso, che non accetta il fatto di dover vivere per sempre.

Oltre a questo aspetto troviamo una regia molto teatrale che dilata i tempi degli avvenimenti rendendoli a volte noiosi ma sicuramente affascinanti.

Horror atipico, lento e visionario, quello che ti aspetti da Herzog effettivamente...

andrea9002  @  28/12/2023 15:30:54
   8 / 10
Il film che decretò l'inizio del sodalizio tra Herzog e Kinski, un omaggio al cinema dell'orrore nel senso più classico, remake di "quel" Nosferatu del 1922 che ha fatto scuola nel saper impressionare lo spettatore grazie ad atmosfera e climax e non certo con i jump scare!
Un Dracula sofferente, dolente e condannato alle tenebre, alla eterna vita del non morto che Kinski recita alla perfezione...
Da recuperare assolutamente, scuola dell'horror!

DankoCardi  @  30/07/2022 13:45:18
   9½ / 10
Il film si apre su una agghiacciante carrellata su delle mummie autentiche che quando lo vidi da piccolo mi mise una paura che preferisco non ricordare...ma in praticamente l'horror come noi lo intendiamo finisce qui, perchè Herzog nel cimentarsi con il remake di una delle pietre miliari della filmografia dell'orrore riesce a trasformare il tutto in un'opera d'autore, un vero e proprio "horror metafisico" che non punta sullo spavento ma sull'angoscia e sul dramma. Le rappresentazioni, infatti, risultano molto realistiche e terrene; l'iconografia tipica del genere del' orrore gotico (pensiamo alle pellicole della Hammer) lasciano il posto al verosimile che si denota nei più piccoli particolari, come ad esempio il cocchiere della carrozza che porta al castello di Dracula. Prendiamo la scena in cui Harker (uno straordinario Bruno Ganz perfetto per il ruolo), si aggira di giorno nel castello: non è il classico maniero da film dell'orrore, è un vecchio castello vero e proprio...eppure la sequenza risulta non meno inquietante e claustrofobica. Herzog conferma la sua vena pittorica nelle suggestive inquadrature dei paesaggi e calibrando al millimetro ogni singolo fotogramma grazie anche ad una fotografia con perfetti contrasti giorno/notte; ma il regista non si ferma qui perchè rende la pellicola innovativa laddove non cerca per forza omaggi o riferimenti all'espressionismo tedesco di cinquant'anni prima ma (a parte un paio di meravigliosi giochi di ombre) dirige con un taglio moderno appunto per rendere il suo film un preponderante esempio del "nuovo cinema tedesco" che stava venendo fuori in quegli anni. Non avrebbe potuto meglio rappresentare il senso di desolazione e di morte portato dalla peste sulla città -che è la splendida Delft in Olanda-. Un senso di perdita totale della speranza che prosegue fino al rivoluzionario finale. Ci vorrebbe, poi, un libro intero per analizzare l'inarrivabile interpretazione del folle Kinsky il cui aspetto mostruoso, da pipistrello antropomorfo, è il buio che si contrappone alla luce ed alla bellezza di una angelica Isabelle Adjani; basti solo dire che Kinsky non ci fa rimpiangere, anzi forse supera, Max Schreck dell'originale. Non possiamo poi trascurare un altro importantissimo elemento che contribuisce alla cupezza di questo film: la estraniante ed ipnotica musica dei Popol Vuh; io che ho il cd della colonna sonora posso garantire che è tanto bella e suggestiva quanto atroce, con brani-mantra che si ripetono all'infinito. Non solo un classico ma un capolavoro praticamente sotto ogni punto di vista; Werner Herzog in questo caso ha letteralmente reinventato l'horror...senza fare un film horror.

Goldust  @  14/06/2022 15:16:49
   6½ / 10
Remake/ omaggio atipico e solo parzialmente affascinante del capolavoro di Murnau: tempi fin troppo dilatati, atmosfere volutamente fredde, musiche quasi fuori luogo. Per fortuna Kinski è in forma smagliante e regala al suo Dracula una presenza scenica sinistra e respingente coniugandola ad un'ottima caratterizzazione sul lato psicologico. Ed un paio di sequenze in cui il catatonico Conte parte all'attacco del suo "ospite" fa ancora tremare i polsi dalla paura.

andrea90  @  12/02/2022 20:20:25
   7½ / 10
Film estremamente freddo ,spettrale ,sinistro, caliginoso... la prima volta che lo vidi da adolescente pensavo di assistere a un film sui vampiri simil Dracula di Coppola e inevitabilmente rimasi estremamente spiazzato e deluso trovandolo pesante ed estenuante...
Avendolo rivisto un paio di anni fa con una diversa maturita' e
consapevolezza circa le intenzioni e l' impostazione stilistica voluta da Herzog devo ammettere che si tratta di un' opera raffinatissima, ma non pienamente riuscita.
Magnifica e terrificante la sequenza introduttiva con quelle orribili mummie decomposte e quella musica spettrale , grandiosa la fotografia che esalta i paesaggi naturali durante il viaggio verso il castello ( la parte più bella del film).
Onestamente Kinski non mi ha fatto impazzire malgrado il fascino del suo look luciferino e comunque il film sconta una eccessiva lentezza ( voluta da Herzog) in diversi punti ,giustificabile fino a un certo punto...la seconda parte appare oggi decisamente spenta e pesante.
A fine visione non ti lascia quasi nulla se non la sequenza d' apertura, ma forse e' giusto cosi'.
Puo' essere uno di quei film che si apprezzano sempre di più col passare del tempo.
Comunque un film unico che non assomiglia a nessun altro nemmeno al capolavoro del 1922 che vuole omaggiare.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  30/08/2020 16:56:41
   8 / 10
Non un banale remake né un semplice horror. Herzog incontra Murnau e sforna un'opera di grande potenza espressiva. Mostruosamente bravo Kinski. Grande pellicola!

Niko.g  @  01/09/2019 17:56:20
   8 / 10
Essendo un film d'autore con una marcata vena poetica, potrebbe risultare lento e noioso, ma se si ha particolare sensibilità per la forza espressiva delle immagini e per il romanticismo pittorico di Caspar Friedrich, se ne godrà appieno. Nosferatu di Herzog, infatti, rientra perfettamente nella galleria dei grandi eroi romantici, tormentati e condannati ad una solitudine senza fine.
Tutto il film è permeato da un discutibile nichilismo radicale, senza la possibilità di un'evoluzione sociale se non quella del vampiro stesso, che tornerà in vita cambiando "involucro" attraverso i secoli, fino ai giorni nostri nel corpo di Alessandro Sallusti.

Peanuts02  @  09/07/2017 12:53:28
   8 / 10
Tentare di fare un remake di uno dei film che hanno fatto la storia del cinema è un'idea rischiosa, folle se vogliamo, ma questo è un caso più unico che raro. Non vorrei dilungarmi troppo con il fare l'analisi critica, parlerò del film da spettatore. E' un horror fatto splendidamente, splendidamente diretto, splendidamente recitato, splendidamente montato, splendidamente musicato. Non trovi sangue come se piovesse o effetti speciali splatter (che proprio all'epoca iniziavano a spopolare), trovi """solo""" un'angoscia ed una paura che ti accompagnerà per tante notti a venire, trovi l'ombra di nosferatu che incombe suoi tuoi sogni e che non se ne andrà tanto facilmente, trovi dei cori pseudo-gregoriani che risuoneranno nei tuoi incubi peggiori.
L'apertura con quelle mummie rinsecchite è forse una delle migliori sequenze mai pensate per un film dell'orrore.
A dir poco magnifico

KitaVerde  @  01/12/2016 09:15:00
   8½ / 10
Caliginoso e malsano.
Una pietanza di spessore, come un quadro fiammingo.I Popol Vuh creano un alone atmosferico di forte impatto emotivo, arcano e inquietante allo stesso tempo.Possente.

mrmassori  @  04/07/2016 21:20:20
   10 / 10
immenso. uno dei film più poetici, magnetici e onirici della storia del cinema.
Rispetto alla seppur grandissima opera di murnau e alla versione più hollywoodiana di coppola, questa mi ha dato sensazioni davvero uniche.

DitaAppiccicose  @  06/06/2016 20:48:44
   6 / 10
Avevo visto questo film per la prima volta più di trent'anni fa e ne ero rimasto affascinato: l'interpretazione di Klaus Kinski, il senso di inquietudine dato dalle prime scene in cui si vedono delle mummie di bambini che parrebbero vere oppure il viaggio in nave del conte, supportato da un'adeguata colonna sonora ( i Popol Vuh, che allora non conoscevo... ).
Rivisto dopo trentadue anni mi è sembrato un altro film: rimangono grandi Kinski e colonna sonora, ma la regia non mi è piaciuta, col movimento della camera che fa sembrare il film un documentario, così come non mi è piaciuta la fotografia, che invece sembra a tratti quella di certi film per la TV.
Il film è un remake del Nosferatu di Murnau e ne ricalca, con poche differenze, sia la trama che l'aspetto dei personaggi, Dracula in testa. Ciò che però poteva spaventare o inquietare nel 1922 non lo riesce più a fare nel 1979 ed il film risulta quindi di una noia - ehm - mortale.
Il mio giudizio complessivo rimane quindi di sufficienza: un compromesso, cioè, tra il fascino che aveva emanato in me ai tempi unito alla sempre grande interpretazione di Klaus Kinski ( sempre a suo agio in ruoli in un modo o nell'altro negativi ) e la noia unita alla delusione che il film mi ha provocato ora.
Rimane alla fine un remake col quale, parlando di Dracula, non si può non fare i conti...

antoeboli  @  08/01/2016 21:23:35
   5 / 10
Remake del film muto Nosferatu di Murnau , se oggi ci si lamenta tanto per i remake spesso bruttini , a parer mio questo può anche aggregare a quelli odierni .
Salvando il trucco , la fotografia e i bellissimi scorci di non so dove è stato girato il film , abbiamo un film che perde moltissimo nella seconda parte divenendo sconclusionato , con un finale che rasenta il ridicolo e sembra quasi che si chieda di inserire il disco 2 per continuare a vedere la seconda parte .
A parte questo il film è girato bene sotto il profilo delle inquadrature , delle luci e delle ombre ,il che rendono fantastica l 'atmosfera , ma per il resto risulta dannatamente lento , lento e lento . Sembra quasi che ogni scena anche quella dove viene fuori il vampiro devono passare secoli prima che succede qualcosa .
E permettetemi una nota personale sul doppiaggio di Amendola ....credo sia lui a dare la voce a Fernando . PEr quanto stimi il doppiaggio suo , in questo film penso e nel personaggio non ci azzecca proprio quel tipo di voce .

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Project Pat  @  24/06/2015 02:37:55
   7 / 10
Rivisto oggi perde un po' ma è normale, ciò non toglie che sia un must, sebbene non sia l'og ma (attenzione) il suo rifacimento (rispetto ad esso, l'og è una pellicola di tutt'altra fattura, muta, girata nel 1922 -quindi naturalmente in bianco e nero- e caposaldo del cinema espressionista). Per coloro che di "Nosferatu" abbiano presente solo l'aspetto, data la s*******tissima commercialità che il personaggio finì coll'acquisire nel tempo, egli altri non è che il famosissimo conte Dracula del romanzo di Bram Stoker, venuto tra i vivi per seminare morte e distruzione. Anche oggi, il remake di Herzog assicura le sue belle, scure dosi di impressione, degne di lode sebbene con tutti i limiti che ne possano derivare in fatto di regia (impossibile oggi non constatarne la lentezza, trattasi d'altra parte di quel determinato, sacrosanto tipo di regia che allora faceva e continuava a fare scuola) e sceneggiatura (pochi dialoghi, molte immagini, ma ciò non può essere che un bene, assicura a film del genere di scatenare appieno tutte le proprie potenzialità). Assolutamente da vedere, in aggiunta naturalmente all'originale.

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/06/2015 15.07.53
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ZanoDenis  @  16/05/2015 19:09:14
   8½ / 10
Finalmente mi sono deciso a rivedere per bene questo lavoro di Herzog, dopo che la prima volta non l'avevo apprezzato affatto, ma questa è un altra storia.
Sicuramente è una bella difficoltà realizzare un remake del film di Murnau, che viene considerato ancora oggi un macigno della storia del cinema ed è molto probabile che in molti avrebbero fallito, ma non Herzog, lui no, lui più che un remake realizza un grande omaggio, ma con uno stile diverso, anche perché dobbiamo considerare che era cambiato tutto, il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, la fine della corrente espressionista, insomma realizzarne un remake fedele sarebbe stato veramene folle.
Questo Nosferatu di Herzog si pone nelle vette più alte delle trasposizioni del romanzo di Stoker, inparagonabile a tutte le baracconate, simpatiche si, ma abbastanza giocherellose, che poco prima la Hammer aveva prodotto in serie.
E in effetti bisogna dire che è un buonissimo lavoro: la primissima parte è veramente stupenda, si esordisce gia con dei titoli di testa veramente agghiaccianti, per non parlare della colonna sonora che li accompagna, che si ripeterà spesso durante tutto il film, che trascina in un vortice di terrore, suggerito, ma non esplicito, è come sentire l'alitata fredda del vampiro intorno al collo, e non vederlo.
Suggestivissima la parte del viaggio, le immense scenografie che accompagnano il nostro caro Harker (qui sono stati pagati i diritti del libro, a differenza dell'originale), tutte nebbiose, nella natura sconfinata, hanno il loro fascino, la superstizione dei contadini del posto, tutto contribuisce a creare quell'atmosfera di terrore.
Nella parte del castello vi è un uso della scenografia veramente raro da trovare, basta pensare alla pianosequenza negli strettissimi e bassi corridoi del castello, tutto praticamente vuoto, ma allo stesso tempo opprimente, austero, tetro, di un fascino incredibile.
Anche la fredda fotografia serve ad incrementare quest'atmosfera, è un perfetto assist per la scenografia, e insieme compongono un ambientazione sublime.
Quando il nostro caro Nosferatu arriverà in città c'è forse la parte più affascinante del film, con la città deserta, decimata dalla peste e dalle disgrazie che porterà il vampiro, riesce a creare quella sensazione di smarrimento, di vuoto, veramente agghiacciande, sinceramente ho di poco preferito la prima parte, però anche qui siamo a livelli incredibili, il finale è molto omaggiante all'originale, anche giustamente.
I complimenti vanno fatti anche al cast, Kinski su tutti, ovviamente con un trucco incredibile, ma insomma tecnicamente è ineccepibile. Si potrebbe rimproverare soltanto un po di autocompiacimento da parte di Herzog, ma comunque sono abbastanza pertinenti al film.

L'avvertenza è una, non vedete la versione tagliata, dato che si sa che ai nostri cari distributori, gli piace fare tante cag.ate, cercatevi la versione integrale, con almeno 15 minuti di scene in più ( la prima volta vidi quella tagliata, forse anche per questo mi piacque molto di meno)

In definitiva, è uno dei remake più riusciti di sempre, secondo me un filino sotto all'originale, soprattutto considerando il valore storico, ma insomma sono entrambi due filmoni incredibili.

3 risposte al commento
Ultima risposta 16/05/2015 21.19.38
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  21/03/2015 19:18:54
   7 / 10
Un vero capolavoro orrorifico se lo si valuta sotto l'aspetto tecnico/visivo (scenografie, location, inquadrature, luci, musiche) ma non vanno dimenticate certe sequenze da pelle d'oca (indescrivibile l'effetto nel vedere la città e la popolazione decimata dalla peste in tempo zero) e la figura assolutamente pietrificante (ma anche compassionevole) di Klaus Kinski; purtroppo e' proprio la sua vena d'autore, che tanto lo rende bello e particolare per i motivi di cui sopra, a penalizzarlo a livello di fruibilità e coinvolgimento; infatti non si tratta di un horror commerciale, ma di un film poetico che si' fa paura ma non mira a spaventare. Risultato: grandi momenti di terrore, ma a rischio di sonnecchiare.

Una cosa e' certa: il senso di malessere che si prova durante la visione e' di quelli rari a trovarsi, a prescindere che il film risulti avvincente o noioso a seconda di chi guarda.

Magistrali i titoli di testa, macabri nelle immagini ed agghiaccianti nel sonoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  20/02/2015 14:30:12
   9 / 10
Erano un pò di giorno che ho visto questo film, ma ho voluto aspettare prima di dare un giudizio.
Intanto mi mangio le mani per il mio commento idiota affibbiato al vecchio Nosferatu, ma evidentemente non ero pronto a confrontarmi con una pellicola di tale importanza storica e stilistica.
Herzog rivisita la figura del vampiro Dracula, tratteggiandolo in una veste malinconica e struggente: cos'è il male, qual è la sua essenza ultima?
Ottenuta l'immortalità, dove si può trovare il senso della vita, se la tua intera esistenza è una condanna perpetua a ripetere ciclicamente le stesse cose, fino a diventare l'ombra di quello che eri in un lontano passato?
Il Nosferatu impersonato da Kinski è una vittima consapevole della sua maledizione, imprigionato per sempre nel desiderio di amore atto a rompere la monotonia e l'oblio della sua triste esistenza.
La colonna sonora suggestiva dei Popol Vuh diventa il supporto principale di alcune sequenze cardine del film (come il viaggio di Jonathan, ma anche la nave portatrice della peste).
E poi ragazzi, le ambientazioni di metà 800' sono meticolose e credibili, per non parlare della superba fotografia che costruisce l'intera atmosfera del film, spaziando dalle claustrofobiche inquadratura del castello nei monti Carpazi, fino al paesino olandese nella quale si scatenerà la peste.
La scena dell'euforia edonistica ( il peccatore che prega, la folla festa, l'ultima cena) durante il protrarsi della peste è di un fascino magnetico.
Perfetto il finale, che amalgama una componente drammatica e inevitabile con un'altra più grottesca e perfino ironica nella sua beffarda conclusione.
Un film horror di livello altissimo, ma probabilmente sconsigliato a chi cerca sangue o ritmi sostenuti.
Herzog impone un film dove bisogna lasciarsi catturare dall'esperienza visiva dell'intera vicenda e vivere appieno una rivisitazione incredibilmente struggente e suggestiva di una delle più grandi icone della storia horror.

13 risposte al commento
Ultima risposta 24/02/2015 18.02.49
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BlueBlaster  @  13/01/2015 13:47:08
   7½ / 10
Senza aver visto l'originale pietra miliare del Cinema firmata da Marnau ho visionato questa trasposizione del romanzo di Stoker a cura di Herzog...
Una pellicola tutta d'atmosfera in cui a parlare sono le immagini come l'espressionismo vuole...tutto curatissimo a partire da una regia che da un senso quasi da realismo amatoriale per via dell'uso della camera a mano, una fotografia molto tetra, scenografie spettrali ed una colonna sonora azzeccata che avvolge lo spettatore in un clima inquietante.
Strepitosa la fotografia e la messa in scena dei paesaggi e del castello, specie nella prima parte del film ambientata in Transilvania.
Ottima la recitazione con un buon Bruno Ganz ma sopratutto con un perfetto Klaus Kinski che pietrifica lo spettatore (la scena in cui fa visita ad Harker nella camera da letto ha una potenza visiva che gela il sangue).
Forse tutto è un pò troppo teatrale per i miei canoni ma bisogna anche capire che ricalca un film muto degli albori e quindi doveva essere così.
La trasposizione di Dracula più cupa e spaventosa che ho visto...mi spiace solo che arrivi dopo che ho visto e rivisto decine di pellicole sul conte romeno e che quindi perde un certo fascino a livello di storia.
Rimane però un fascino visivo di altissimo livello ed al contempo si piazza tra le trasposizioni cinematografiche di Dracula meno fruibili dalla massa.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/06/2014 21:38:42
   8½ / 10
Il Nosferatu di Herzog non vuole essere una riproposizione o peggio ancora un remake del capolavoro di Murnau. La dimensione puramente horror, visto come genere cinematografico, è molto attenuata a vantaggio dello studio sui personaggi dove ovviamente la parte del leone la offre Kinski con unn Dracula malinconico, condannato ad un destino di non morto da cui intimamente intende sottrarsi in cui la figura di Lucy si erge come un simbolo di speranza. Affascinanti sia le scenografie naturali che la ricostruzione d'epoca, straordinaria l'intepretazione misurata di Kinski senza dimenticare sia la Adjani che Bruno Ganz.

saraba  @  08/04/2014 17:02:10
   10 / 10
al cospetto di quest'opera d'arte occorre: 1) allontanare lo sciocchezzaio che alberga nella mente 2) tendere la mano alla meraviglia (se si ha la fortuna di riconoscerla).
è difficile, lo so.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  02/03/2014 10:41:20
   7 / 10
Inizio meraviglioso, con un taglio documentaristico. Dopo l'arrivo al castello il film perde parte della sua magia. Kinski come al solito regala una grande interpretazione.

MonkeyIsland  @  21/06/2013 18:04:46
   8½ / 10
Odio i remake ma qui siamo di fronte a livelli mostruosi.
Ambientazione da urlo, tutti gli attori recitano benissimo, trama bellissima.
Fantastico.

ferzbox  @  21/02/2013 17:14:32
   8½ / 10
Ho apprezzato molto questo Remake diretto da Werner Herzog,l'ho ritenuto un omaggio ben fatto e rispettoso del capolavoro del 1922(per quanto possessore di una sua diversa identità)...
Il clima suggestivo,angosciante e malinconico di questo Nosferatu mi ha affscinato in modo inaspettato.
Quando una storia orrorifica o una tematica agghiacciante,riesce a catturarmi esteticamente ed artisticamente provo una soddisfazione incredibile,ricordandomi perchè amo il cinema.
Non posso paragonarlo all'originale,per ovvi motivi legati a ciò che rappresentava all'epoca(l'originale ha un'importanza storica,oltre che cinematografica,che non si può certo attribuire anche a questo)..ma parliamo di un Remake meraviglioso..e poi che vogliamo dire a Klaus Kinski?...assolutamente nulla, se non..Strepitoso.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  19/02/2013 23:03:24
   8 / 10
Herzog affonda le sue ossessioni visive ed intellettuali nel remake del capolavoro di Murnau. Il risultato è un horror molto lento e meditativo, triste e gotico, di indubbio fascino per chi ama un cinema anti-spettacolare, in un faticoso dispiegarsi di momenti altamente suggestivi ed altri più di contorno.

Klaus Kinski è un Dracula divorato dalla solitudine, un Principe del Male che cerca l'amore (la bellissima Adjani), ma può portare solo morte o beffarde conclusioni - vedi il finale.

prof.donhoffman  @  29/11/2012 13:04:12
   9½ / 10
Sembra incredibile ma il mio film dell'orrore preferito è una Remake.
Lo preferisco a Shining, all'Esorcista e persino al Nosferatu di Murnau.
Questo film è magnifico sotto qualsiasi aspetto, trama, attori, scene, dialoghi etc ...

Invia una mail all'autore del commento DjAlan78  @  27/09/2012 11:27:44
   9 / 10
Media voto davvero bassa in rapporto alla qualità del film. Poetico, disperato, elegante, raffinato, magico, tenebroso, ossessionante, europeo.
Tanta roba.

Charlie Firpo  @  29/07/2012 09:11:01
   8 / 10
Anti-hollywoodiano, particolare , esteticamente unico ma non privo di qualche difetto.

Herzog riesce a ricreare un' atmosfera diversa e insolita dai soliti prodotti sui vampiri ,a volte dalle inquadrature semplici che non osano mai virtuosismi sembra proprio di assistere ad un documentario , la stessa colonna sonora monocorde e ripetitiva tende a ipnotizzare lo spettatore.

Entrando nel dettaglio non c'è nessun eccesso di violenza le morti per mano di Dracula sono davvero poche e non vengono mai mostrate nella loro esecuzione e questa è una piccola mancanza che alla fine della pellicola si nota , in compenso Klaus Kinski Nosferartu offre un' interpretazione di alto livello e con le sue espressioni mette in evidenza il lato deviato , contorto e malefico del conte non morto , penso aiutato anche da una personalità propria in parte ambigua e strana , senza dubbio l'attore perfetto per il ruolo.

Isabella Adjani - Lucy , per quanto riguarda l'impatto visivo risulta anch'essa ben scelta , dato che senza di lei il film non avrebbe ragione di esistere e di essere seguito.

Per quanto rigiarda il lato tecnico certamente la pellicola è un po lenta specie in certi momenti centrali , mentre sul finale si rialza un pochino e fra le scene più interessanti è da segnalare l'invasione dei topi portatori della peste , il poetico epilogo finale mostrerà poi il vano e passivo sacrificio di Lucy nel tentativo di distruggere Dracula sfruttando l'astuzia ..... ma alla fine la maledizione cambierà soltanto la sua forma decretando inutile il sacrificio della giovane donna.

In conclusione : Sicuramente meglio questo dell' originale di Murnau per il semplice fatto che l'originale del 1922 sebbene un capolavoro dell' epoca ormai è troppo datato , dopo 90 anni non è più guardabile senza riuscire a trattenere qualche risata , i tempi cambiano e il vecchio diventa inevitabilmente obsoleto , ... resta solo la genialità e l'immortalità dell' idea.

Nosferatu di Herzog da vedere per passare una serata di cinema insolita.

Neurotico  @  13/07/2012 15:53:17
   8½ / 10
Poetico, ipnotico, rarefatto. Bellissima versione decadente del Dracula di Stoker. L'incipit gela il sangue nelle vene, l'ultima scena, visivamente stupenda, lascia un senso di infinito e di vaghezza.

The Deep Ocean  @  21/03/2012 20:55:43
   7½ / 10
Trasposizione molto bella, anche se con alcuni difetti.
Innanzitutto il protagonista, che ho trovato un po' anonimo. Non mi è rimasto molto impresso. Dall'altra parte tuttavia c'è Nosferatu, Dracula, il Principe della Notte, che è reso davvero magnificamente. Inquietante e sinistro, assolutamente affascinante, proprio per il suo aspetto lugubre e deforme, di un bianco spettrale che non può che risaltare in maniera inquietante dall'oscura ambientazione.
Le atmosfere, e la fotografia, sono davvero magnifiche.
Tuttavia perde un po' di colpi nella seconda parte, dove il ritmo rallenta e si fatica a stare dietro agli eventi, che, forse, potevano essere presentati meglio.
In complesso una buona pellicola, un film d'atmosfere, la cui qualità viene poco intaccata dai difetti sopraccitati.

Fratuck89  @  01/12/2011 22:33:32
   6½ / 10
mai visto così tanti topi in una volta sola, un dracula solo e triste, c'è un alone di malinconia che perdura per tutto il film, soggettivamente sopportabile in modo diverso, per me troppo.

whereIsMyMind  @  01/12/2011 18:22:15
   8½ / 10
Sfortunatamente non ho ancora visto il Nosferatu di Munrau, ma questo remake l'ho apprezzato parecchio. Atmosfere suggestive accompagnate da ottime musiche; splendida fotografia e una regia senza sbavature.
Bravi gli attori in un Horror affascinante che merita di essere visto.

PignaSystem  @  20/10/2011 17:48:27
   8 / 10
L'atmosfera oscura delle immagini e l'illuminazione degli interni che avvolgono i personaggi d'una luce cerea, mentre nel finale i raggi del sole donano un calore tanto fugace quanto indimenticabile al corpo sacrificale di Lucy, prima che il pallore e il tono livido del male incarnato riagguanti il sopravvento.
Anche se è molto lento,questa pellicola Herzog è tra le più affascinanti che io abbia visto fin ora.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  13/08/2011 14:38:55
   6½ / 10
Herzog trasforma il classico NOSFERATU di Murnau in un remake mistico ed enigmatico, dal ritmo sostenuto e a tratti ipnotico, modificando il finale e introducendo Nosferatu come un personaggio tendente all'autocommiserazione e un po lamentoso, ma non per questo meno infido e crudele. La pellicola si apre con dei filmati di pippistrelli al rallentatore e mummie che rendono subito al film un lato suggestivo. Inoltre a differenza dell'originale, le scene horror hanno un ritmo che tende ad essere lento, a volte contenente sprazzi d'ironia, a volte sprazzi di magia. Di certo questo NOSFERATU é un degli horror più atipici della storia e questa sua particolarità non fa altro che giovare al lui in quanto remake.

dave89  @  10/08/2011 10:26:48
   10 / 10
molto bello. a mio avviso la miglior trasposizione cinematografica di Nosferatu.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  04/08/2011 15:38:37
   9 / 10
Nosferatu è forse il film più rigoroso e disciplinato di Herzog. C'è un moto di umiltà nel farsi allievo di Marnau, ma c'è anche un coraggio spudorato nel tentativo di superarlo. La lezione espressionista è assolutamente accolta, dal trucco mortifero degli attori alle atmosfere livide, dalla recitazione teatraleggiante al sapiente uso dei chiaro-scuri e delle ombre. Eppure il film non è un arido esercizio accademico, ma un'opera che sfolgora di pulsione creativa.
Il viaggio di Jonathan che diviene l'occasione per indugiare sulla splendida scenografia naturale. La componente occulta che innesca una sottile riflessione filosofica fra religione e scienza. Il finale sovversivo che denota una predilezione per la continuità narrativa, per la conclusione aperta, irrisolta. Ogni inquadratura racconta il cinema di Herzog. Ed è soprattutto nel volto di Kinski e nella tavola imbandita fra i topi, è lì, in quei riverberi di Follia che impone la sua firma.

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Ultima risposta 04/08/2011 15.44.42
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romrom  @  26/07/2011 13:33:11
   8 / 10
Molto buona l'atmosfera e le ambientazioni...decisamente meno gli interpreti, Kinski a parte.
Buon remake del Nosferatu di Murnau che viene ripreso molto fedelmente...comprese i giochi di ombre al momento dell'apparire del vampiro.

sweetyy  @  18/03/2011 15:18:29
   6 / 10
Merita la sufficienza solo per l'eccellente fotografia, la colonna sonora,
l'atmosfera glaciale e un Dracula perfettamente realizzato ...però il film è davvero insostenibile, per i miei gusti a causa dell'eccessiva lentezza, purtroppo mi ha un pò annoiata.

lupin 3  @  17/03/2011 05:14:57
   4 / 10
Non ho visto l'originale ma a me questo film non è piaciuto tantissimo.
Do un 4 per le ambientazioni.

CthulhuVive  @  14/03/2011 00:59:31
   9 / 10
C'è solo una regola che un film deve rispettare per prendere 9 oltre che alle classiche per fare un bel film chiaramente. Deve avere qualcosa in più. Qualcosa che lo distacca da tutti gli altri film semplicemente belli o ben fatti e non si può spiegare, l'unica maniera di spiegarlo è...fare un altro film così. Credo che sia così che và avanti il grande cinema, con sentimenti così. Nosferatu ci riesce. Com'è che un film si merita 10 dite? Beh, quando troverò un film da 10 ve lo dirò. Ma anche no.

Oskarsson88  @  07/12/2010 15:32:19
   4 / 10
noiosissimo... e anche l'Adjani qui non è il massimo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/11/2010 20:01:41
   9½ / 10
Ecco una prova lampante di cosa significhi fare CINEMA. Herzog adatta il remake di Murnau in un'ottica quasi teatrale (v. i dialoghi tra la splendida Adjani e Kinski) attraverso uno stile che deve qualcosa ai racconti avventurosi di R. L Stevenson.
Mi ha letteralmente stregato: incantevole, a cominciare dalla solenne musica dei Popol Vuh fino agli zingari del villaggio che - fate attenzione . parlano quasi come gli indios di Aguirre.
C'è una solennità dark che è azzardato trovare fredda (vero Mereghetti?).
Fotografato splendidamente (da antologia la "visione" del castello agli occhi di Ganz durante il suo lungo tragitto) il film vanta atmosfere straordinarie, oltre a diventare un'invettiva contro il Cristianesimo ("il Signore è così lontano da noi nell'ora del bisogno", "la fede è quella facoltà data dall'uomo che ci dà la capacità di credere a cose che sono assolutamente false") e la stessa scienza, rea di aver abiurato le antiche credenze popolari del Medioevo.
Il film, sì, può sembrare freddo quando concede ai villeggianti meno sorpresa e terrore di quanto previsto - è come se la tragedia che incombe nel villaggio sia già stata annunciata - ma è comunque immenso, capace di assorbirti letteralmente con la maschera malinconica e straziante di Kinski.
O di toccare vertici espressivi e surreali letteralmente prodigiosi, come l'"Ultima cena" in un oceano di topi voraci e invasivi

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Ultima risposta 07/11/2010 10.22.35
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76eric  @  26/09/2010 18:44:35
   9 / 10
Aspettando il Dracula in 3D argentiano questa di Herzog insieme alla sfarzosissima in perfetto stile hollywoodiano ( ma non da considerarsi "americanata" assolutamente) di Coppola rimane la migliore trasposizione cinematografica inerente il "Principe della notte".
Sulle interpretazioni di Dracula non saprei sinceramente chi scegliere fra i vari attori che lo hanno impersonificato magistralmente ( se pensiamo infatti persino in Fracchia contro Dracula la parte del Conte pur nella sua comicità, intesa del film, è altamente inquietante).
Tornando alla pellicola, remake del classicissimo di Murnau, figlio quest' ultimo del suo tempo e con un Max Schreck straordinario, la stupenda performance di Kinsky ci regala una figura pallida come non mai a parte il Conte Orlock naturalmente ( vabbè che tutti gli interpreti del film in questione avrebbero bisogno di qualche lampada ;-)), decadente, come quasi stufa di "vivere" la sua routine all' interno di quella dimora miseramente tetra, trascuratissima e fredda.
Un' ambiente che risulta come totale opposto quanto a eleganza e sfarzosità rispetto a quella del film di Coppola e nella quale gli unici rumori sono dati dai continui spifferi del freddo vento transilvano che entra dalle feritoie delle porte.
Oltre a questo, ciò che mi ha maggiormente colpito, a parte le location boschive ed i sentieri che Jonathan deve compiere per raggiungere il castello di Nosferatu, sono le "personalizzazzioni" del regista: la prima misteriosissima ed inquietantissima inquadratura delle mummie, il volo del pipistrello rallentato che comunque se non erro dovrebbe essere stato "preso in prestito" ad immagini documentaristiche e l' ultima e romantica se vogliamo sequenza con quella cavalcata nella vastità desertica che sembra verso "l' infinito", sinonimo forse a parer mio della condizione di vita/non vita perenne tipica dei vampiri, della condanna a non poter mai usufruire della "pace eterna".
E poi, da non trascurare, bensì da esaltare l' uso costante dell' azzeccatissima colonna sonora che ne fà il regista, con quel tema principale dei Popol Vuh, quasi medievale, mistico e sepolcrale ( da togliere il fiato come già dicevo prima, all' inizio del film il connubio immagini/musiche) che secondo alcuni, e secondo me forse a ragione è il miglior sodalizio nella storia della Settima Arte. Questo è un Capolavoro.

vehuel  @  24/08/2010 08:27:31
   10 / 10
Alziamo la media a questo capololavoro.
E' secondo me il più bel fim sul conte Dracula mai realizzato. Non ho ancora visto quello di Murnau, però questo film visivamente è qualcosa di straordinario. La musica, la fotografia sublime, i luoghi incantati, i personaggi e alcuni dialoghi pieni di poesia.
Dracula di Bram Stoker, quello diretto da Coppola è bello ma a confronto con questo sembra un americanata...

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  24/07/2010 13:03:21
   10 / 10
Posto una mia recensione scritta tempo fa su un forum.
E' importante premettere che recensire un simile film è per me impresa improba perché in qualche modo mi appartiene, è parte di me. E' uno dei film che ti entrano nel cuore, a me ha fatto questo effetto, ed è come se fossimo noi i soggetti parlanti attraverso il film. Quindi specifico che è uno dei miei tre film preferiti di tutti i tempi(in altre occasioni ho già parlato degli altri 2)e quindi mi scuso per il fatto che l'oggettività a tratti potrebbe andare a farsi benedire. P.S.: Attenzione agli spoiler e tenete presente che la recensione sarà abbastanza lunga, quindi non fatemene una colpa, mi piace troppo questo film!
E concedetevi la possiblità di visionare questa pellicola qualora non l'aveste già fatto, perché ne vale la pena!
Detto questo, devo anche dire che è difficile trovare un punto di partenza: è difficile esprimere a parole l'amore che si prova verso qualcosa, una persona, o anche un capolavoro artistico, per quanto sarebbe un accostamento squallido per molti quello da me fatto. Ma l'amore è muto. Beh, una volta tanto cercherò di parlarne.
La trama? La trama di questo film è tutto sommato molto simile a quella dell'originale(fatta eccezione per la significativa deviazione finale) di cui questo film potrebbe sembrare agli spettatori meno attenti una sorta di remake sonoro. Nossignore! Non si tratta di un remake bello e buono, ma di una rivalutazione del capolavoro di Murnau. Fare paragoni tra le due pellicole è possibile, ma ci sarebbe un salto temporale enorme: dal '22 al '79 ne sono cambiate di cose in ambito cinematografico e non.
Infatti, se è vero che i grandi registi - come i grandi poeti, scrittori o artisti - sono anche il prodotto della loro epoca, di cose ne sono successe. La Germania ai tempi di Murnau versava in una condizione politica alquanto differente da quella degli anni '80, chiaramente.
Al di là di possibili metafore politiche, è evidente poi che i due film, pur partendo da un riadattamento e da una rivalutazione anche psicanalitica e sociale del romanzo di Herzog e pur essendo il remake di Herzog un chiaro omaggio all'insuperabile capolavoro di Murnau, le tematiche affrontate sono differenti, anche per la sopraccitata differenza di epoche.
Una delle differenze più evidenti e superficiali tra le due pellicole è la maggiore fedeltà del film di Herzog nel proporre i nomi dei personaggi, stavolta quelli originali, seppur con qualche inversione(la classica Mina che diviene Lucy, che nel romanzo di Stoker non era la protagonista, ma la sua cara amica dissanguata dal vampiro).
Ritengo la trama non essenziale e spoilerosa, quindi volendo potreste anche saltarla.
Come dicevo la trama è essenzialmene la stessa: a Wismar il giovane Jonathan Herker, che ha bisogno di soldi, accetta il rischioso incarico di raggiungere il Conte Dracula per vendergli una casa nella sua città. Raggiunta l'abitazione del conte, il giovane capisce subito che c'è qualcosa di strano ma tarderà a constatare la vera natura del vampiro e ne resterà vittima. Mentre il Conte si affretta a raggiungere Wismar per incontrare Lucy, la moglie di Harker, quest'ultimo, malconcio e febbricitante riesce anch'esso a trovare un sistema per tornare a casa. Giuntovi inizia a dare strani segni di squilibrio, come se una trasformazione stesse avvenendo in lui. In contemporanea a Wismar l'arrivo del Conte segna come nell'originale l'arrivo della peste che decima l'intera popolazione di Wismar. Lucy comprenderà la soluzione al male dal diario di suo marito Jonathan e deciderà di sacrificarsi per portare via con sé il male rappresentato dal vampiro. Ma c'è un colpo di scena. Il male, apparentemente sconfitto, risorge trovando in Jonathan l'erede di Dracula. Divenuto vampiro anch'egli, scappa con il suo cavallo.
Come vedete, salvo il sorprendente finale - anticipato dalla condizione di Harker nel corso del film - la trama resta perlopiù la stessa. Il lieto fine è praticamente assente in questo film. E' il male a trionfare. Non basta più il sacrificio della candida Lucy a placare l'orrore del male. E come il male sociale, il nazismo, l'ingordigia degli uomini, così la peste colpisce Wismar, dimezza la popolazione e non è necessario il sacrificio quasi cristico della pura Lucy, degli innocenti, a salvare il mondo. E' come se il Male si riproducesse, è come se avesse molti volti. Il male, rappresentato nella prima parte del film come qualcosa di interiore, non può essere estirpato, né ridotto.
Il messaggio finale(del finale, letteralmente, non dell'intero film)è che il male è qualcosa che coesiste nella natura di ognuno di noi e può svilupparsi in qualsiasi momento. Non sarà sufficiente il sacrificio degli innocenti a spazzare via questo morbo, perché è un morbo interiore che è in ognuno, non nel singolo vampiro.
Il vampiro è, come anche nel film di Murnau, l'alienato che, entrando a contatto con la società, con gli uomini, porta il suo male. La peste che Dracula porta con sé è quella dell'alienato. E' paura del diverso. E qui sicuramente i punti di contatto con l'opera di Murnau si sprecheranno. E' come se il film volesse dire che, estirpati i regimi del terrore anche tramite sacrifici umani, prima o poi ne nasceranno altri, magari anche peggiori, che si metteranno subito all'opera. E qui mi permetto di parafrasare proprio Jonathan Harker(interpretato da un ottimo Bruno Ganz), il quale, completata la sua trasformazione in vampiro, prima di partire dice: "Avrò molto da fare... ora".
E' come se la morte del Nosferatu Dracula fosse stata da lui stesso contemplata(dice a Lucy "non morirà...")ed infatti Jonathan entra in gioco, differentemente dagli altri film di Dracula del genere, dopo la morte dello stesso Dracula. E' come se l'infettato dal male avesse lui stesso scelto un suo erede per proseguire la stirpe.
E' per questo forse che non l'ha mai finito nel suo castello, né tantomeno lo ha lasciato in pasto alle sue amanti, quelle che vediamo invece nel sensuale Dracula di Coppola. Nosferatu non ha amanti.
E si sprecheranno anche i punti di contatto con l'opera di Murnau da un punto di vista psicanalitico: Nosferatu come manifestazione della parte selvaggia di Harker/Hutter(l'Es, per gli amanti di Freud) che genera inevitabilmente attrazione nel complesso personaggio di Lucy.
In verità il personaggio di Lucy del remake è differente: non meno complesso dell'altro, ma più "idealizzato". In realtà è scorretto usare questa parola. La donna non è idealizzata nelle sue virtù di purezza, di grazia, ma è rappresentata così. Non si tratta di idealizzazione o di santificazione. Né tantomeno agisce per un volere divino. La sua azione è giustificata da voluttà amorosa nei riguardi del marito, per quanto si tratti di un amore spiccatamente platonico, non fisico. Difatti l'unica parte sensuale del film è il finale, quella in cui Dracula ha un rapporto "vittima/preda" con la bellissima Lucy che è molto fisico, tendenzialmente erotico. Jonathan e sua moglie vivono in letti separati e l'amore dei due sembra contemplato. I due giovani coniugi si sognano a distanza, e la giovane Lucy soffre di un amore disperato. Sì, soffre: non appena la minaccia del pipistrello(vedere l'inizio del film, dopo l'angosciante scena iniziale degli scheletri, simbolo di un incombente presagio di morte)inizia a soffrire di incubi e una strana febbre la coglie d'improvviso quando il marito viene ferito dal Conte.
Dunque vi sono delle tematiche in comune tra i due film, come mostrato.
Ma si procede oltre nel remake, specialmente nel messaggio finale, nelle tematiche di fondo del film e nella raffigurazione del vampiro.
Ma chi è il vampiro? Se nel film di Murnau lo si poteva leggere come un emarginato, un diverso che effettivamente ha qualcosa di mostruoso fino al finale in cui mostra un briciolo di umanità, dal momento che inizia ad amare. Lui possiede il suo oggetto d'amore. Non ha un rapporto sessuale, ma come un amante sensuale estrinsecherebbe la sua passione amorosa, così Nosferatu estrinseca la sua singolare passione, che è visibile dagli altri come una sorta di perversione. E' una preda. Si innamora della preda, ma nel caso di Murnau, questo innamoramento non procede molto oltre la possessione della preda. Nel caso di Herzog la possessione amorosa è resa più esplicitamente come un qualcosa in più di un semplice amore per la preda: troviamo anche un'altra donna dissanguata nel film di Herzog, ma è evidente che lì non vi era passione amorosa per cui la scena è bypassata dal regista; ne troviamo solo il cadavere. Anzi! Ricorderete che Nosferatu non è mai mostrato durante il processo consistente nel mordere la vittima: vediamo Harker immobilizzato, poi vi è un cambio di scena verso Lucy, come se Lucy costituisse la soluzione all'enigma, il tassello mancante, e poi la scena torna su Nosferatu che ha già quasi terminato di succhiare sangue dal povero Harker, già svenuto(e svenato!).
Soltanto il sacrificio di Lucy è degno di essere mostrato in tutta la sua interezza.
Il capitano a bordo della nave viene dissanguato off-screen; ne viene ritrovato il cadavere direttamente. Nel film di Murnau la scena era visibile, se non erro e certo molta attenzione era stata dedicata a quella parte.
Il cinema di Herzog accenna, non esplicita. Non vi è l'abbondanza delle scene come in Murnau, in cui tutto è rappresentato. Del resto era anche necessario, anche a causa della mancanza di audio. La chiarezza in Murnau era importante(non interpretativa, ma narrativa, intendo...sotto certi punti di vista il film di Murnau è più difficile da interpretare, ma molto meno profondo di quello di Herzog). Herzog lascia un po' da parte certe sequenze per evidenziarne altre e per rendere la struttura narrativa onirica, come quella di un terribile incubo. Del resto i ricorrenti sogni e gli stati febbricitanti sembrano suggerire questa interpretazione(segni del delirio, abbondante anche nei personaggi secondari... nella follia maniacale di Renfield, nella cieca ossessione per la scienza di Van Helsing, nei morenti appestati... un film ricco di follia e di delirio).
La sopraccitata scena in cui si lega alla nave è una delle scene più angoscianti dell'intera storia del cinema. Vi sono tutti gli elementi per definirla una delle scene più terrorizzanti, perché è orrore morale. Vi è la consapevolezza della morte da parte del capitano. Non vi è un uomo a bordo, vi è il male. Non sappiamo se qualcuno degli uomini a bordo abbia mai constatato la presenza di un estraneo, come era invece mostrato da Murnau. E' possibile che la malattia mor(t)ale un po' kierkegaardiana abbia preso possedimento freddamente dei membri dell'equipaggio.
E' tremenda la consapevolezza del capitano di essere vicino alla morte ed il suo atteggiamento. Non un segno di disperazione: sembra spento, eliminato, e si lega alla nave. E' come se avesse trovato solo al traguardo un significato alla sua vita: quello di essere il portatore consapevole del male. Non gli interessa la sua vita, non cerca vie di salvezze da esso, non si getta a mare come nell'altro Nosferatu. Non tenta di fermare il mostro, ma se ne rende complice, si rende complice della morte.
Bellissimo l'arrivo della nave a Wismar e "bellissima" la sequenza dei topi che invadono la città, portatori di morte, di pestilenza. Nosferatu è immune ad essi, sono quasi più che dei semplici strumenti di morte. E' quasi il lascito della sua essenza, il suo proseguio. Gli odiosi topi sono ovunque ed il senso di angoscia e squallore è fortissimo nello spettatore. Si sente quasi la puzza della morte, o forse peggio, la puzza del marcio, della peste. Ma non è la peste in sé. E' la peste della morte, intesa anche come morte interiore, quella di cui parla Nosferatu, soprattutto in questo senso.
Una delle scene più spietate del cinema - incredibilmente sottovalutata, oserei dire- è quella della mensa di paese. E' semplicemente tremenda. Bare e cortei funebri ovunque. Una musica angosciante, straziante. La morte è ovunque e la bellissima Lucy si guarda intorno disperata, sola tra tutti. L'incomunicabilità degli esseri umani è spietata: "perché non mi ascoltate? Io conosco la ragione...". L'umanità è sorda. Il corteo funebre prosegue freddo. Nessuno è disposto ad ascoltare un altro. Nessuno comprende. Tutti pretendono di capire, ma nessuno comprende. Nemmeno la scienza, qui rappresentata da un disilluso Van Helsing. Già, non è l'eroico Van Helsing di Coppola, né l'acerrimo nemico di C.Lee(Peter Cushing). E' un uomo anziano, calmo, pacato, chiuso nella sua fede cieca nella scienza. Herzog un po' sembra puntare il dito contro la cecità della scienza illuministica. La presunzione del sapere porta ad una chiusura del pensiero stesso. Neanche le prove bastano, la fede nella ragione caratterizzante l'Illuminismo è quasi più cieca della religione stessa.
L'uomo di scienza, posto alle strette, parlerà di fede religiosa. La fede è "quella sorprendente facoltà data all'uomo che ci consente di crede in cose che noi sappiamo essere false". E' questa la risposta di Lucy.
Niente, è cieco Van Helsing. E solo alla fine si deciderà a prendere in considerazione le parole di Lucy, ma sarà ormai troppo tardi.
E come Nosferatu è solo(Dracula prima e, dovremmo supporlo, lo sarà Jonathan poi, ora privato dell'Amore, anche lui divenuto un Morto Redivivo)anche Lucy è sola. La morte arriva per tutti ed è sola, come lo sono anche gli eroi, in questo caso una donna(non prendete il mio commento come un accenno di maschilismo, però per l'epoca di Murnau era già un'idea secondo me rivoluzionaria quella di rendere la donna la vera eroina, la salvatrice).
Come stavo dicendo, è tremenda la scena della mensa. Lucy, giunta al centro di una città disastrata e squallida, vede una festa popolare. Tutta gente colpita dalla peste. La musica dei Popul Vuh riecheggia e diviene protagonista assieme ai deliri dei morenti cittadini. Acquisita consapevolezza dell'imminente morte(come il marinaio) e condividendo i loro pasti con i topi, ormai moltiplicatisi a migliaia e migliaia, decidono di vivere appieno il loro ultimo pasto. Un riferimento biblico all'ultima cena? Di riferimenti biblici ce ne sarebbero(la stessa figura di Lucy è leggermente cristica, ma chiaramente più sensuale e con diversi connotati... anche merito della Adjani ), ma questo non è esattamente il caso. Sembra una danza popolare della morte che un po' mi ricorda "la mascherata della morte rossa" di Poe, solo che il male sta facendo il suo corso e mietendo vittime all'interno della struttura sociale stessa.
I cittadini, in procinto di morire, decidono di godersi appieno la vita, le piccole cose della vita fin quando ne hanno il tempo... ma è tutt'altro che un messaggio positivo. Non c'è messaggio dinanzi alla morte.
Ma è come se la morte in qualche senso nobilitasse gli uomini. A parte il caso più evidente, e cioè quello di Nosferatu, c'è il caso del capitano, degli uomini di Wismar o ancor più di Lucy. Più che nobilitare negli altri casi si tratta di trovare una dignità, un significato. Ed è per questo che Nosferatu, incapace di morire non trova un significato. E' incapace di amare, come Kane. E' capace di possedere le sue vittime come gli oggetti di Kane, ma non di amarli. Questo fino a Lucy. La sua corsa verso Wismar è la corsa verso la morte, ma paradossalmente verso la vita.
I cittadini comprendono che per rendere dignitosa la loro vita dovranno necessariamente accettare la morte(Nosferatu è un film - ci tendo a sottolinearlo - tendenzialmente necrofilo)e vivere la vita in virtù della sua limitatezza.
E' un inno non epicureo(o oraziano), ma piuttosto un significato heideggeriano.
Il capitano, pur morendo, aliena e subordina la sua vita allo scopo della sua "missione": è come se ciò che lo avesse ucciso(un male astratto, non visibile: a pensarci non l'ha neanche mai visto)fosse qualcosa di più alto, un volere superiore e in quanto tale doveva essere rispettato a qualsiasi costo. Sia fatta la volontà di Dio, dunque? Non sarà Dio, ma sia fatta la volontà di quel qualcosa di superiore, sia esso demonio o divinità, per intenderci. Come dirà anche l'odioso schiavo di Dracula, che sigillerà la richiesta del suo padrone con un paradossale "amen".
Per quanto riguarda il folle Renfield, posso dire che alla prima visione della pellicola mi risultò disturbante come personaggio. Leccapiedi, folle, dalla risata sguaiata, insulso, stupido, violento. Il peggiore degli schiavi di Dracula, indignitoso fino all'ultimo e meno affascinante del suo predecessore murnauiano. Eppure ha la sua importanza e sarebbe certamente sbagliato non rendere poi un minimo di gloria all'attore che rende alla perfezione l'odiosità e l'ottusaggine del personaggio. In fondo è anch'egli un uomo con le sue debolezze, raggirato, ma anche lo stesso Nosferatu lo ritiene disgustoso e ripugnante e ripudia il suo affetto. D'altro canto un plauso è senz'altro obbligatorio per Roland Toper, l'interprete di Renfield, attore davvero poco famoso quanto estroso. Il suo personaggio è folle, ma non più folle di quanto possa trasparire: la follia aleggia indisturbata all'interno del film ed il ritmo narrativo provvede a sottolineare questa follia presente ovunque.
Credo di aver prestato molta attenzione ai personaggi secondari perché sono stati molto trascurati. Se è vero che i loro sono ruoli marginali, o anche meno, d'altra parte sono molto significativi per cercare di capire, pur nella grande arbitrarietà dell'opera, cosa Herzog volesse rappresentare. In realtà, ripeto, l'opera di Murnau è forse anche più aperta a speculazioni sul significato del film, però è meno profondo e tratta tematiche con maggiore distacco. Il punto è che Herzog riporta le stesse tematiche e ne aggiunge di nuove(molto più esistenzialiste e filosofiche), però indirizza le tematiche verso una ricerca filosofica di stampo esistenzialista, riducendo quindi il campo entro cui operare le possibili interpretazioni. Ma non è un discorso da liquidare in questo modo.
Ricollegandomi ora alla domanda di prima, vorrei chiarire alcune cose.
Cosa è il vampiro? Come ho detto, per Murnau è varie cose. E' la parte animalesca di Hutter, quella repressa dal suo Super-Io(chi conosce Freud sa che il Super-Io sono quelle strutture costituite empiricamente che limitano i nostri desideri, le nostre pulsioni, regolate invece dall'Es). E' per l'appunto l'Es. Ed è forse per questo che è ripugnante e aberrante e provoca vittime. Forse segno di una moralità ancora troppo ristretta, puritana? Ad ogni modo sarà la giovane e pura donna a soddisfare il mostro/Es e a purificare il mondo dal mare. Mi rendo conto che detto così è insufficiente ed espresso in maniera non corretta, ma per necessità di sintesi mi limiterò a ciò.
Il vampiro per Murnau può anche essere visto come un male sociale costituito da un diverso. Il diverso - un portatore di handicap o di ideologie differenti, dipende - è oggetto di pregiudizio e visto come causa dei mali. E non sempre l'apparenza inganna, dopotutto.
Il vampiro potrebbe essere anche un male sociale più esteso, un movimento, un partito o un simbolo.
Per Herzog cosa è un vampiro? Il vampiro è anche qui un alienato, ma è colui che coltiva in sé un male, un male interiore. E' drammatica e tremendamente coinvolgente la scena in cui, inspiegabilmente, Nosferatu confessa a Herzog la sua solitudine, la sua tristezza. Non capiamo il perché di una sua simile confessione. A rifletterci, potrebbe darsi che egli avesse già intravisto in Jonathan un erede perfetto, chissà.
Ma quella è forse la scena che più di tutte mi ha colpito. Nosferatu fa un discorso incredibile a Harker, spiazzante. Ci resti secco. E qui bisogna tessere le lodi di Kinski, davvero incredibile in questa sua prestazione. Non a torto si trovò a commentare che lui diviene i suoi personaggi. Si fatica a rendersi conto che il folle Aguirre o lo spietato attore di western movies possa essere il solo e malinconico Conte Dracula.
Ogni film di Dracula ne riproduce un aspetto: la sensualità di Langella, la lussuria e la malvagità sostanziale di Christopher Lee, l'aspetto animalesco di Orlok di Schreck(il Conte Orlok del vecchio Nosferatu, per quanto sia una figura ricca di sfaccettature, resta oggettivamente metafora di un qualcosa di animalesco, di brutale), i modi aristocratici di Bela Lugosi, l'animo romantico del Dracula di Oldman e la tristezza del Nosferatu interpretato da Kinski. Ogni bravo attore pesca un aspetto di Dracula.
Ma i migliori due - pur ammirando moltissimo Oldman e pur tenendo presente la fama di Lugosi e di Lee - restano Klaus Kinski e Max Schreck.
L'ultimo perfetto nelle movenze e nelle espressioni e senz'altro più tetro. L'altro, quello di Kinski e di Herzog, è un personaggio ricamato, studiato, che oltre ad essere rappresentato alla perfezione, è più significativo degli altri. E' il Dracula più significativo della storia del cinema.
Niente lussuriose amanti, niente fortezze lussuose in cui abitare. Basta guardare la sua abitazione, enorme ma decadente, sinistra. Non ha l'aspetto mistico di quella del conte Dracula di Coppola. Non ha quell'aria medioevale, né tantomeno è bella ed illuminata. E' solo enorme. Ma spazi vuoti, vuoti come la vita del conte.
Nessuno a mio avviso ha meglio reso la figura del vampiro come quello di un comune essere vivente, ma con un grosso limite: quello di non poter morire, quello di non potere amare. Ed è la stessa cosa. Il film è tutto incentrato, come l'originale, ma al contempo molto di più, su un rapporto tra Eros e Thanatos(altra metafora freudiana, per abbondare). Non è come l'altro Nosferatu, figura che si vede poco nel film, molto enigmatica, che compare poche volte. Quella è una figura più brutale, più animalesca. Fa le sue comparse e si avventa sulle sue prede con fuore(come quando Harker si taglia). Qui no. E' un Dracula che sembra avere un movente, un movente disperato, ch giace nella morte e nell'amore, come egli giacerà alla fine, a metà strada tra morte e amore, ma realizzato in entrambi. E' alla disperata ricerca di qualcosa, come gli artisti emarginati della cultura romantica(come vedremo ci sono poi altri riferimenti al Romanticismo, anche inerenti altri personaggi). E' un Dracula solo, che soffre, che non trova scopo nella sua vita e non riesce neanche a portare a termine la sua esistenza. O forse non vuole. Si lascia andare, come tanti uomini, nella coazione a ripetere. Quanti di noi possono dire di essere davvero diversi dal vampiro di Herzog e Kinski(sì, perché è una creatura di entrambi)? E' davvero un vampiro? O è qualcosa di più di un semplice spauracchio per film pseudo-horror? E' in realtà un uomo che non è uomo. E' una bestia o qualcosa di più che un semplice uomo? Murnau sembrava avere le idee chiare. Herzog invece sottolinea moltissimo il lato umano del conte, sottolinea il lato emotivo del Non-Morto. Non mostra particolari poteri sovrannaturali. Sembra anzi debole, fragile e incute pietà nello spettatore. Nei suoi occhi scuri c'è una tristezza di un colore che contrasta con il suo estremo pallore. Le sue mani hanno artigli affusolati al posto delle unghie, ma non sono così affilate, dopotutto. Sono anch'esse decadute, arrotondate. E' quasi un fallimento la sua esistenza. Cito il suo lungo dialogo con Harker(altamente poetico, oltretutto): "Io al Sole non attribuisco più nessuna importanza, né alle scintillanti fontane che alla gioventù piacciono tanto. Io adoro solo l'oscurità e le ombre, dove posso essere solo con i miei pensieri. Io sono il discendente di un'antica famiglia. Il tempo è un abisso...profondo come lunghe infinite notti. I secoli vengono e vanno. Non avere le capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio. Ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose".
Tremendo. E mai discorso più significativo di questo. E' così ricca di significato che non potrei pretendere di riassumere tutto in poche righe. E mentre Harker lo guarda con aria mista tra l'incredulo, lo scontertato e pietosa, la telecamera inquadra enormi ragnatele sulla casa, simbolo del tempo che è trascorso in maniera impietosa. Segno di una trascuratezza della vita. Nosferatu(che è Dracula, ma poi lo diverrà anche Jonathan) dice di amare le ombre(anche simbolo del male), ma non è solo una necessità fisica. E' paura la sua, paura di morire, paura del nuovo, di uscire dalla sua dimensione quotidiana, dalle sue certezze. E' un "uomo" fragile, come ce ne sono tanti. Ognuno è schiavo delle sue ombre, delle sue debolezze, delle sue incertezze.
Si rende egli stesso conto della sua diversità, ma ne è ormai insoddisfatto. Non ne è certo fiero. Non è l'immortalità un privilegio, è una condanna. Non si sente giovane, né ha speranze. Sembra rassegnato all'ombra, a vivere da diverso, nel male, se vogliamo dire così. Ma il vero male - è questo forse il vero significato del film - non è fuori di noi. Il male è in noi ed è quindi significativa la frase di Lucy: "La salvazione può venire solo da noi". Lo stesso vale per la condanna.
E' terribile sentire le parole di Nosferatu sul tempo. Il sogno dell'immortalità è completamente rovesciato e drammatizzato. A cosa serve vivere in eterno se non si hanno scopi, se non si matura davvero, se non si ama? Il tempo porta la saggezza, la barba ed i capelli bianchi, ma Nosferatu è completamente raso e pallido. La tristezza nei suoi occhi è l'unico segno del tempo trascorso. Il tempo lo ha disilluso, forse. Lo ha distrutto e uccide per (non) vivere, ma (non)vive un paradosso. Quello di non essere realmente vivo, in nessun senso. La sua mano è fredda, come la sua casa, enorme e vuota. E' gelido. Soltanto lo sguardo mostra un minimo di umanità, ma è solo nella pietà che incute. Non ha i segni del tempo, come invece li ha la sua enorme dimora in rovina, che sembra quasi abbandonata da anni. Vede tutto intorno a sé corrompersi e finire, deperire. Solo lui resta, costante e immutabile nel tempo, come le rovine, le spoglie del suo castello, anch'esso una mera apparizione, forse, come le parole degli zingari accennavano. Non ha una vera e propria età, perciò non può invecchiare. E' come se il tempo non sortisse effetto su di lui, e così lui perpetua i suoi delitti quotidianamente come una routine, ma non sente l'ardore del portare via la vita degli altri per ottenerla a sua volta. Lo fa da disperato, e non sente neanche l'esigenza di agire. Ma è un dramma di molti. Lo stesso Harker sembra insoddisfatto; così almeno farebbero intuire le sue parole a Renfield all'inizio del film. E' stanco dell'eterno fluire delle cose, dell'invariabilità della situazione. E' come se avesse un'affinità d'animo con lo stesso Nosferatu, forse giustificandone il rimpiazzamento finale.
Quindi la morte, contemplata dal conte, non è però raggiunta, perché forse non è proprio ad essa che mira interamente. E' stanco, come il protagonista, di non vivere.
Cerca l'amore. Cerca la morte. Ad ogni modo, cerca una soluzione. E alla fine troverà la sua salvezza. E il disgusto della vita e della ripetività delle sue azioni lo porterà a cercare nell'oblio la soluzione. Prima l'ascetismo, poi la ricerca della morte tramite l'amore. E succhiando il frutto dell'amore la otterrà e, consumato dalla luce del mattino, cascherà al suolo con un tonfo sordo. Lucy morirà da santa, morirà con gli occhi irraggiati dal Sole della speranza, della felicità. Il male è sconfitto. Almeno così sembra. Il male ha già preso possesso del marito, sul quale le tenebre hanno già messo le proprie mani. E' lui ora Nosferatu, il non-morto.
Nosferatu, il non-morto. Ma il non-vivo sarebbe ancora più adatto per descrivere il conte. Nosferatu per Harker, Non-Vivo per Dracula, quindi.
E nelle parole di Dracula come non leggere il concetto di essere per la morte di Heidegger(ma anche l'eterno ritorno all'uguale nietzscheano e la coazione a ripetere freudiana)?
E così decide di morire assaporando l'amore. Lucy si sacrificherà per amore del marito, nella speranza di estirpare il male. Dracula si sacrificherà anche lui per amore. E così deciderà di non andarsene e restare con Lucy. Solo l'Amore può sconfiggere la Morte. E al contempo l'amore porta la Morte. E' come se ottenendo l'oggetto del suo desiderio si esaurisse la sua vitalità, perché esplode. Mentre era quasi repressa nel vecchio Nosferatu, quello amante delle ombre, che stemperava la sua sofferenza evitando il contatto con l'inottenibile, con gli altri, ora la sua vitalità esplode.
Ed è così che diviene realmente umano e quindi anche mortale. E' triste guardarlo morire(non possiamo parlare tanto di tristezza guardando una coraggiosissima Lucy che decide di sacrificarsi), ma almeno la tristezza nei suoi occhi scompare.
Questo rapporto sofferto di Eros e Thanatos sembra essere l'inversione del quadro "Il vampiro" di Edvard Munch. Ma è sempre la donna al centro, anche se in Herzog è nobilitata ed è vittima, non spietata mietitrice.
Estremamente importante è poi la scena in cui dialoga con Lucy per la prima volta. La coraggiosissima ragazza si protegge il collo in maniera celata e al contempo riesce a dialogare con il Conte mentre egli resta invisibile allo specchio. Non è puramente umano, è solo un'ombra, a furia di vivere tra le ombre lo è divenuto anche lui. Forse è il ricordo di una sua passata esistenza. Purtroppo non ci è dato sapere nulla sul suo passato. Si può certo supporre che sia divenuto Nosferatu solo in seguito(è l'ultimo discendente della sua stirpe, ed è improbabile che siano tutti morti perché si esposero alla luce del sole...). Inoltre non può invecchiare, quindi in teoria sarebbe dovuto rimanere un neonato se fosse stato vampiro sin dalla nascita.
Ma questi sono soltanto dettagli ininfluenti. E' il dialogo ciò che conta. E' articolato su un gioco di luci e di ombre, oltreché di stupende movenze, sia da parte della Adjani che di Kinski. Entrambi sono molto espressivi. Ecco il dialogo:
Lucy dice del marito che morirà:" sì che morirà. La morte è inevitabile. Alla fine saremo tutti soli. Il tempo passa in cecità. Soltanto la morte è creazione". Dracula le risponde: "Chi dice <la morte è crudele> sono solo gli inconsapevoli. Ma la morte non è che un taglio netto. E' molto più crudele non essere capaci di morire. Vorrei poter essere partecipe dell'amore che c'è tra lei e Jonathan...". Lucy:"No, niente a questo mondo, nessuno potrà toccarlo. Ed esso non cambierà mai, nemmeno se Jonathan non dovesse riconoscermi mai più". Dracula: "Io potrei cambiare tutto, Lucy. Se venisse con me e fosse mia alleata sarebe la salvazione per suo marito... e per me: la mancanza d'amore è la più crudele e abietta delle pene". Lucy conclude: "La salvazione può venire solo da noi stessi. Lei può avere la sicurezza che niente, niente, neanche l'impensabile potrà farmi cedere".
Particolarissimo questo dialogo che ho scelto di riportare(quasi)per intero. Purtroppo alcune parti non sono state tradotte in italiano. Ad ogni modo il senso è chiaro.
Dracula conferma ciò che a noi era già chiaro. E' la mancanza d'amore e l'impossibilità di dare un taglio netto, di conformarsi ad una esperienza di vita limitata, finita, a renderlo un essere sofferente, un'ombra. Lucy ama ciecamente Jonathan, idealizza quasi l'amore, anche se lui non dovesse riconoscerla mai più. Ed infatti la malattia di Jonathan farà tabula rasa dei suoi ricordi, della sua esistenza umana, come forse è successo anche allo stesso Dracula a suo tempo. Dracula soffre a causa della mancanza d'amore, ma Lucy non cederà ed è anzi convinta che siamo noi a creare il nostro destino e a poterci salvare. Ed eroica sarà certo la sua decisione finale.
I giochi di luci ed ombra, accentuati moltissimo nelle sequenze all'interno del castello di Dracula sono ricche di allegorie e simbolizzano il dualismo e la lotta interiore.
L'abito scuro di Dracula contrasta nettamente con la sua essenza, esangue e pallida, messa in contrasto anche con gli occhi. L'espressività dei personaggi è merito delle loro splendide interpretazioni.
Klaus Kinski sembra perfetto per la sua parte. Egli esprime al massimo le sue potenzialità di attore camaleontico in questo film e ci regala uno dei due migliori vampiri della storia(l'altro è il suo predecessore, a mio avviso)e probabilmente il più realistico dei tanti. E' tetro, cupo, ma fa tenerezza. Non è da giustificare, ma da comprendere. Egli vive una contraddizione perenne. E' un essere solo, non è un uomo, ma neanche una bestia(nonostante alcune sue fattezze e la possibilità di trasformarsi in pipistrello egli cerca l'amore). Ha dei poteri, ma è fragile. E' stanco di vivere, ma continua ad essere il predatore. Fa paura, ma ha anch'egli i suoi limiti, le sue paure. Non è morto, ma non è vivo.
Kinski esalta molto questi aspetti del vampiro, rende un personaggio tutto suo, tutto racchiuso in una sua dimensione. E' certamente il personaggio meglio caratterizzato del film ed è anche il più originale per ovvie ragioni.
Isabelle Adjani che è la bellissima Lucy, rappresenta fin troppo bene la donna retta, giusta, che ama il marito con tutta se stessa e che è pronta a tutto per il suo bene, anche al sacrificio. E' estremamente sensibile e sembra avere un'alta percettività, una forte empatia. La sua semplicità ed il suo pallore la rendono bellissima e forte pur nella sua fragilità femminile.
Brunzo Ganz(Il cielo sopra Berlino; La caduta)interpreta molto bene Jonathan Harker, personaggio un po' insipido e anche un po' ingenuo, completamente preso dall'amore verso sua moglie: è per lei che intraprenderà quel viaggio rischioso verso i Carpazi(per "comprarle una casa più grande"). Seppur apparentemente non rappresenti un personaggio particolarmente forte, è invece a modo suo uno che vuole evadere dalla sua solita e ripetitiva realtà. E' anche un uomo che non si lascia abbindolare dai racconti e dalle storielle. La sua ingenuità è invece constatabile dal momento che ci impiegherà più del previsto a rendersi pienamente conto della vera natura del conte.
Ma ha in sé anche delle caratteristiche dell'eroe romantico: oltre all'amore idealizzato verso la sua Lucy c'è il suo forte coraggio(intraprende il viaggio da solo, sia per raggiungere il Conte, sia per fermare il Mostro... da notare quanto la sua permanenza al castello sconvolga le sue convinzioni)e la sua volontà di evadere da quella realtà ripetitiva. Molto molto interessante è infatti la prima parte del film, che definirei spiccatamente mistica ed esoterica.
Il cinema di Herzog è postmoderno, ma le riflessioni di Nosferatu sono evidentemente un omaggio al pensiero esistenzialista di inizio '900. Ma i personaggi sembrano essere eroi Romantici, al di là dei semplici protagonisti delle Gothic Novels inglesi ottocentesche(o di fine '700).
Il Romanticismo è un altro elemento chiave presente nel film individuato solo da pochi: a prevalere sarà infatti la crisi dell'individuo, la solitudine e l'angoscia(se dovessi riassumere in una singola parola la prima sensazione che ebbi visionando la pellicola per la prima volta è proprio "angst", l'angoscia), resa più palese però nella seconda parte del film. Il ritmo narrativo è molto lento e la pellicola, nonostante duri poco più di 100 minuti scorre a fatica. Questo perché il regista intende probabilmente rendere appieno quella sensazione di angoscia astratta che provano gli stessi protagonisti, al punto che Lucy(magistralmente interpretata da Isabelle Adjani), tentando di dissuadere il marito dal partire verso quella meta, dice: "Io sento come se una forza, io sento un'indescrivibile angoscia". E' come se il regista si soffermasse su questa sensazione. E devo dire che ci riesce benissimo, grazie anche alle musiche incredibili dei Popul Vuh che alternano a queste musiche angoscianti(come il tema principale), anche musiche che rimandano a tradizioni popolari, ai nomadi o al fluire dei fiumi.
Bellissima e nitida la fotografia, anch'essa gioca un ruolo fondamentale, in abbinamento alle immagini, e questo è dovuto in buona parte ai già citati giochi d'ombra. Non mancano poi delle scene particolari, delle chicche da citare, come i gattini all'inizio del film, o altre scene più d'effetto.
Tra queste bisogna ricordare la scena iniziale in cui vediamo alcune mummie(realmente esistenti)e mentre la telecamera si sposta su questo obbrobrioso spettacolo funebre la musica dei Popul Vuh riecheggia. Il tutto già sembra evocare quella sensazione di morte e di inanimato che circonda la pellicola. Questo senso di necrofilia è presente ovunque. Basti pensare che la bella Lucy ha la sensazione che non tornerà indietro e lo attende
Altra scena molto bella è il momento in cui il giovane Harker finalmente raggiunge il Conte che lo accoglie benevolmente. Bellissima la scena del pasto: Nosferatu guarda il vivo Harker mangiare quasi con disprezzo e con invidia, quasi non lo comprende o forse ne rimpiange l'umanità e mentre inizia a leggere il contratto le ombre ne oscurano la sagoma creando un effetto terrificante(il lato pietoso del conte verrà fuori in seguito, non subito). La scena prosegue e suona la mezzanotte. L'orologio è a dir poco tetro, vedere per capire. Poi vi è la classica scena in cui Harker si taglia con il coltello, scatenando una reazione in Dracula(e lì una persona comune avrebbe dovuto capire quello che era già ovvio...). Contrariamente agli altri Dracula, Nosferatu non assale subito la preda, ma sembra esitare e addirittura si giustifica con il giovane. Poi, come accecato dal sangue lo assale e quasi sta per impossessarsi del suo sangue quando si ferma e Harker si addormenta.
Un'altra scena che mi ha incuriosito molto è quella del suonatore: c'è il fantasma di un bambino nei pressi del castello del conte che suona sempre la medesima malinconica melodia, quasi per confortare Harker. E' in realtà una presenza mai chiarita, ingiustificata. Si tratterà di un fantasma, ma di chi?
Ritornando all'atmosfera del film, se la seconda parte è caratterizzata da un senso di angoscia, reso alla perfezione dalle stupende perfomance degli attori, dalle ambientazioni e dalle musiche, la prima parte è altrettanto affascinante ma si concentra su altro.
Dopo aver raggiunto gli zingari che gli raccomandano di non partire, Harker si avvia da solo verso i monti Carpazi per raggiungere il Conte. Il suo cammino, solitario, è reso come un distacco netto dal mondo degli uomini. Il senso mistico raggiunge il massimo. Harker si trova trasportato altrove ed inizia dunque il suo viaggio - che è il viaggio dell'eroe romantico - verso un luogo fantasma. Un luogo che forse neanche esiste, come gli zingari sembrano credere("è lo spettro di un castello"). Niente è vivo lì.
I minuti che seguono sono a mio avviso tra i più spettacolari ed estranianti della storia del cinema: le musiche dei Popul Vuh si alternano infatti al preludio di un'opera di Wagner che rende benissimo l'atmosfera romantica di quella sequenza. E come ciò è il preludio di una sua opera, questo è il preludio del viaggio di Harker(lo si può anche rileggere in chiave psicanalitica, vedi sopra). Bellissimi anche i suoi naturali, il respiro affannoso di Dracula, sofferente. Il vento, l'ululato di lupi che sembrano anch'essi malinconici, sofferenti, smorzati.
Come in "Aguirre, furore di Dio" la Natura fa' da padrona sull'Uomo, rappresentato nella sua piccolezza. Nosferatu, il male che è in noi, è solo parte della Natura. Harker intraprende il suo viaggio da solo e quasi contrasta con l'immensità dell'ambientazione.
Harker passa(scena bellissima, sicuramente la più suggestiva del film)per Partnachklamm, passa nei pressi di una cascata, scavalca delle alture e la nebbia lo accompagna durante il suo tragitto. Herzog rende obbiettivamente molto meglio di Murnau il contatto con una natura che aliena l'uomo(ma del resto c'è un'enorme differenza tra le due epoche, troppo per fare un paragone). Harker si riposa ed in lontananza vediamo il castello... o ciò che ne resta.
La resa delle ambientazioni è fantastica ed è chiaramente ispirata ai quadri di Caspar David Friedrich, un pittore dell'epoca romantica che esprimeva il sublime(ricordo che vidi qualche sito sul web in cui addirittura venivano messi a confronto alcuni fotogrammi del film con i quadri di Friedrichi e la somiglianza era davvero inquietante).
Quindi il rapporto tra l'Uomo e la Natura è parte integrante del film, ma di difficile spiegazione in ambito interpretativo nel film. Una possible sarebbe nella volontà di Herzog di voler rapportare - come già fece nel '22 il suo predecessore Murnau(che produsse una pellicola atipica, in cui poca attenzione viene data agli spazi interni, concentrandosi invece maggiormente sugli esterni, pur essendoci scene ambientate negli interni divenuti dei cult altamente simbolici, come la scena in cui l'ombra del vampiro si staglia sul muro mentre sale le scale) - l'espressione del mondo esteriore(la Natura)ad una malattia interiore(quella del Vampiro). Dunque il viaggio di Jonathan in quei luoghi maledetti in cui sembra già aleggiare la presenza del vampiro, perché luoghi selvaggi e in qualche modo a metà strada tra l'epico ed il malinconico(da notare che la malinconia è un elemento caratterizzante dei quadri di Friedrich o più in generale dei pittori romantici, anche quelli che attingevano ancora al neoclassicismo, come Hayez). Ed è inevitabile che il suo passaggio in quelle zone maledette ne segnerà il destino, tramutandolo in Nosferatu. E' come se fosse stato infettato da quel luogo ancor prima che dal vampiro stesso. E' come se la Natura fosse l'estensione dell'anima del vampiro, forgiandone la sua stessa natura. E' difficile spiegare a parole certi concetti; ben più può invece l'abbinamento praticamente perfetto tra la musiche(Popul Vuh/Wagner/Gounoud)e le pittoresche ambientazioni, che ricreano un atmosfera al tempo stesso epica, sublime ed inquietante.
La scena in cui le bare cariche di terra attraversano tramite una zattera il fiume sono un chiaro omaggio ad un altro capolavoro di Herzog, "Aguirre"(1972).
Insomma, il film è ricco di tematiche e di spunti di riflessione ed è ben più che un semplice horror o peggio ancora un remake della pellicola di Murnau.
E' invece una rivalutazione della figura del vampiro, uno sviluppo anche dei temi lasciati incompiuti da Murnau, è una pellicola che può insegnarci molte cose, pur senza pretese. E' infatti un film celebrativo del capolavoro che l'ha preceduto, non cerca di superarlo come film. Cerca di attualizzarlo, di renderlo più che un horror ad interpretazione aperta. E' un film che fa riflettere sull'Uomo e sulle sue paure. E' un film in cui il personaggio mitologico di Dracula è visto al di là delle semplici etichette di creatura malvagia o di crudele assassino(o anche di semplice seduttore).
E' appunto anche un film sul Bene e sul Male, un film che ci parla dell'Amore e di come il Tempo sia influente e ininfluente al tempo stesso.
Si può morire subito e vivere tanto conoscendo l'amore oppure si può vivere in eterno e morire in continuazione senza comprendere l'amore, senza trovare un significato.
E' l'Amore ciò che rende la vita dell'Uomo degna di essere vissuta.
Ma è anche un film sulla cecità e sulle ossessioni dell'Uomo, sull'impossibilità di placare l'animo malvagio(auto-distruttore, intendo)dell'Uomo. Il finale allude a ciò.
Riassumendo quanto è stato detto e cercando di charire un po' le idee dopo questo guazzabuglio disordinato, il film è altamente metaforico e punta molto sulla creazione di una specifica atmosfera. L'inutilità del sacrificio di Lucy è simbolico, il male cambia faccia ma resta e l'intero film diviene dunque una metafora inerente l'eterno ritorno all'uguale(lo stesso Nosferatu parafrasa Nietzsche, basta vedere il dialogo sopra riportato), il male che trionfa in maniera paradossale: basti pensare allo strano accostamento immagine-musica del finale in cui Jonathan, divenuto il nuovo signore della notte, si allontana all'orizzonte mentre "Sanctus" di Gounoud riecheggia.
Al di là dei messaggi più o meno espliciti del film, l'atmosfera cupa ed inquietante, le incredibili interpretazioni(temo di essere stato impreciso ed inadeguato in questo campo)e le trasportanti musiche(in senso letterale)rendono quest'opera di per sé preziosissima.
E' un film ipnotico, enigmatico(come il finale), cupo, triste ed epico al tempo stesso. Ambientazione, caratterizzazione dei personaggi, interpretazione, fotografia, tematiche affrontate, magnetismo, climax, le splendide musiche... tutto sembra gridare al capolavoro!
Credo di essere stato dispersivo, ripetitivo e di essermi soffermato solo su alcune faccende, però credo di aver messo in luce almeno parzialmente le tematiche del film.
Sviscerare questo film è difficile. Sulle analisi tecniche(recitazioni, montaggio, ecc...)lascio agli altri utenti il compito di commentare.
Ripeto che è un capolavoro fortemente sottovalutato e ciò non può non dispiacermi. Temo comunque che nessuno abbia avuto il coraggio di leggere tutto, ma ad ogni modo mi farebbe piacere continuare a parlare di questo film che ritengo essere un capolavoro da prendere in considerazione.
Concludiamo con i voti:
Voto(oggettivo): 8-8,5
Voto(soggettivo):10

7 risposte al commento
Ultima risposta 08/04/2014 16.27.29
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aiemmdv  @  07/06/2010 18:45:00
   10 / 10
Questo film è la perfetta sintesi tra manierismo sublime ed espressionismo ricercato.Ogni singola immagine potrebbe essere visionata al di fuori del contesto filmico e risultare un opera d'arte.
Alcune scene rimarranno per sempre nella mia mente(come l'ultima cena) poichè sono impregnate di una meravigliosa malsana magia.
Maledettamente poetico..

BlackNight90  @  26/05/2010 03:02:43
   7 / 10
Bell'omaggio di Herzog all'espressionismo, ma il remake nonostante abbia un suo fascino e le sue atmosfere, oltre ad essere girato benissimo e con ottime musiche, rimane sostanzialmente inutile: Herzog è troppo fedele all'originale e aggiunge poco a quanto già detto da Murnau, forse perché lo stesso Murnau era un Herzog ante-litteram, chi lo sa?
Il regista tedesco sottolinea nel suo Nosferatu (Kinski in una delle sue interpretazioni più controllate e meno significative) il lato 'romantico', quello passionale, umano e meno metafisico del diverso, del mostruoso emarginato dalla civiltà costretto a vivere senza il calore dell'amore e per il quale viene naturale provare un'insolita compassione.
Bella e molto brava la Adjani in una recitazione che si avvicina a quella del muto, ma il film nella sua totalità non entusiasma, Herzog ha fatto molto di meglio.

Drugo.91  @  07/04/2010 21:34:13
   7 / 10
Il Nosferatu di Herzog è una buona rivisitazione del capolavoro di Murnau
a tratti un pò lento ma tranquillamente seguibile
ottimo il trucco di Kinski

MidnightMikko  @  16/03/2010 16:53:50
   8 / 10
Uno splendido remake diretto dal grande Herzog,che non sfigura se confrontato all'originale.
Veramente favoloso,eccellente sotto ogni aspetto.

Cianopanza  @  13/02/2010 01:52:20
   8 / 10
Fotografia stupenda. Ogni singolo fotogramma potrebbe venir stampato.
Le inquadrature hanno una composizione pittorica, e sono giustamente
un pelo statiche (da qui la lentezza che alcuni sentono come un gravissimo
peso). La sequenza del banchetto cosi' macabra e "medievale" sembra
dipinta da qualche fiammingo. Kinsky perfetto nel ripercorrere il ruolo
del non morto e poi, la bellezza neoclassica della Adjani.

El_Baro  @  05/01/2010 10:29:48
   7 / 10
Non ho ancora visto l'originale di Murnau, ma questo ha in sé un'atmosfera molto affascinante e un vampiro "vero", condannato alla sua distruttività e alla sua forza. Peccato perchè alcuni momenti sono un po' fiacchi, nonostante la cosa si possa leggere rispetto alla complessità del film tutto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  23/11/2009 11:00:35
   6½ / 10
Remake del film del '22 (che non ho visto),questo Nosferatu devo dire la verità,mi ha un pò annoiato. Ma è un film di classe,confezionato benissimo da un regista esperto.
C'è,durante la visione,un senso di morbosità e di gotico,di solitudine soprattutto perché i personaggi del film sono pochi,quasi sempre inquadrati nella loro solitudine,poi le ambientazioni come il castello del vampiro sono semplicemente perfette,pietra vecchia che ti fa venire i brividi.
Il film è lentissimo,i paesaggi molto belli,le interpretazioni dei tre protagonisti degne di nota. Adjani,Kinski e Ganz fanno dimenticare le comparse,imbarazzanti francamente. Essendo un remake di un film che non è assolutamente fedele al libro di Stoker non bisogna aspettarsi un adattamento fedele del romanzo.
Se si cerca quello meglio vedersi l'altro Dracula,quello di Coppola,più sfarzoso ma bello lo stesso. Dico la verità,alla fine non mi è piaciuto come mi aspettavo. Forse perché mi sto finalmente abituando allo stile di Herzog,può darsi che tra qualche tempo mi pentirò di questo voto.

GodzillaZ  @  10/11/2009 15:09:43
   8 / 10
Penso sia il film su "Dracula" più bello.
Esteticamente imprescindibile.
E' un film che va assaporato, di sicuro non va visto con una schiera di amici....
La vita del vampiro è tristissima nella solitudine più nera, viene narrata perfettamente coadiuvata da musiche tenbrose.
Alcune scene sono dei capolavori e si può fare un fermoimmagine in qualsiasi momento ed otterrete un' immagine fantastica.
Un film lentissimo (come è giusto che sia) che trasuda sensazioni macabre e spettrali.
La recitazione è teatrale e Bruno Ganz (Jonathan) è strepitoso, per non parlare di Klaus Kinski che quì è... non ho parole!
Non è un film per tutti, suppongo che i più giovani lo troverebbero noioso.
Bellissimo.

LionelCosgrove  @  29/10/2009 22:03:12
   7 / 10
Un horror tra i migliori mai realizzati...!
Ambientazione favolosa... e l'attore che interpreta il vampiro è davvero espressivo.
Uno dei film horror più importanti forse, da vedere!!!

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

outsider  @  02/10/2009 00:46:12
   7 / 10
Lo vidi al cinema da ragazzo in rassegna estiva.
Per appassionati valido. Capisco di poter essere smentito da chi non si divertirebbe nella visione.

carriebess  @  23/07/2009 16:10:59
   7 / 10
è un buon film, ma è quello di herzog che mi è piaciuto di meno.

bulldog  @  16/07/2009 11:22:26
   7 / 10
Remake trascurabile.

cricco  @  04/07/2009 22:27:48
   5½ / 10
Non regge assolutamente il confronto con il capolavoro di Murnau.

TheLegend  @  09/04/2009 03:47:01
   3 / 10
forse mi avrà influenzato averlo visto oggi per la prima volta e non negli anni ottanta ma l'ho trovato veramente pessimo sotto quasi tutti i punti di vista.
il film è nella sua totalità molto noioso e lento e le sue atmosfere non mi hanno minimamente coinvolto,per non parlare poi della prova degli attori che ho trovato veramente indecente,specialmente quella delle comparse che forse sono state prese per strada per risparmiare.
le uniche cose a salvarsi sono,a mio avviso,la fotografia e alcune belle ambientazioni ma niente di più.
la regia oltretutto non ha aiutato minimamente il ritmo del film.
film soporifero e sconsigliato;non capisco tutti questi voti alti sinceramente.

VikCrow  @  08/03/2009 13:19:09
   9 / 10
Herzog azzarda un remake dell'immortale "Nosferatu - Il vampiro" di Murnau e, fa centro! Ammetto però di apprezzare di più l'originale del '22. Se ne avete la possibilità vedetelo in lingua originale. Tutta un'altra cosa.

gasy  @  24/12/2008 20:10:55
   6½ / 10
Dispiace parlare male di un film amato da molti (sia critica che pubblico). Io ho trovato questo film noioso e l' uniche cose interessanti sono state le aggiunte alla trama rispetto all' originale. La scena più angosciante sono i titoli d' apertura, una musica e delle immagini molto suggestive. Bravi gl' attori, quellos chizzofrenico di Kinski su tutti. Molto bella

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Manu90  @  01/11/2008 09:29:37
   4½ / 10
Mamma mia questo film è di una pesantezza micidiale. Ora molti mi riprenderanno, ma l'ho trovato lento e noioso fin troppo. Poi i protagonisti non mi sembra abbiano recitato bene. Sarà lo stile del regista, sicuramente, ma a me questo film, apparte la buona fotografia, non mi ha entusiasmato affatto.

DarkRareMirko  @  26/10/2008 19:40:36
   9 / 10
Geniale rifacimento di Herzog, nonchè una delle poche versioni dal celebre romanzo Dracula di Stoker capace di mettere in luce anche la sofferenza interiore del vampiro, la sua tristezza, non tralasciando ad ogni modo anche altri tipi di aspetti degni di importanza; io credo che il miglior rifacimento cinematografico su Dracula, dopo ovviamente il Nosferatu di Murnau, Il vampiro di Dreyer e questo film, sia il Dracula di Bram Stoker di Coppola.

Relativamente a questo di lungometraggio, va detto che comunque Herzog cerca di elogiare il maestro Murnau, non prendendo totalmente una proprio strada, e questo imho gli fa onore.
Ottima poi la scelta di Kinski (attore feticcio di Herzog), di Ganz (I ragazzi venuti dal Brasile, La caduta, Pane e tulipani) e della sempre brava Adjiani (Possession di Zulawsky)), veramente perfettamente in parte.
Regia perfetta, scene da brivido, intro molto suggestiva ed inquietante, colonna sonora e sceneggiatura ottime costituiscono gli elementi di un signor remake.

Straconsigliato.


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2 risposte al commento
Ultima risposta 04/05/2009 15.07.31
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gei§t  @  22/09/2008 00:58:26
   8½ / 10
stupenda versione della storia di Dracula il vampiro. Piena di passione, un vampiro che soffre per la sua situazione e che desidera sentimenti nei suoi confronti.
Film con ritmi lenti che permettono di apprezzare la personalità di Nosferatu.
Bravissima Isabelle Adjani e magnifica la scena finale fra lei e il vampiro.

marfsime  @  17/09/2008 17:26:34
   8½ / 10
Una delle più belle trasposizioni di Nosferatu..anche se a dire il vero mi sono piaciuti di più (per motivi differenti) il Dracula di Fisher e quello di Coppola. Atmosfere da brividi..recitazione superba con il Nosferatu che viene rappresentato in maniera perfetta e inquietante. Personalmente ho preferito la prima parte alla seconda dove il film allenta un po' la presa e la tensione. Un film da vedere per gli amanti del più celebre vampiro della storia del cinema.

pinhead88  @  13/09/2008 16:39:04
   8 / 10
Le ambientazioni e le immagini sono fantastiche,anche le musiche di sottofondo rientrano perfettamente nell'atmosfera..è senz'altro uno tra i migliori film di vampiri

aLe B. Goode  @  26/08/2008 11:48:23
   7 / 10
Tra i film di vampiri è quello che ho preferito. Mi sono piaciute le ambientazioni e le atmosfere, e ovviamente Kinski, però nel complesso gli manca qualcosa...

Dan of the KOB  @  29/05/2008 23:03:54
   7 / 10
La versione Herzoghiana del Nosferatu ha dalla sua il fascino dello stile crudo del regista e la prova come sempre magistrale di Kinski, uno dei più grandi attori della storia del cinema (mi son ripetuto??? credo di averlo già scritto un pò ovunque)!
Pecca però di lentezza secondo me! Per fare un paragone, il film di Murnau venuto anni luce prima ha un ritmo più sostenuto e l'ho preferito!

Jjanawas  @  01/05/2008 22:32:11
   5 / 10
Mamma mia che lentezza.....Si va bene tutto, grande fotografia, begli scenari, tutto quello che volete....ma secondo me non basta per far un bel film. Questo è lento, lentissimo, recitato maluccio. Tranquillamente evitabile.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/04/2008 23:09:27
   8 / 10
Film bello, ottimamente girato e interpretato. L’irrazionale, il mistero, la vertigine e il fascino del male hanno stimolato la creatività di tantissimi artisti e la curiosità di masse di lettori o spettatori. Nonostante che dal XVIII secolo si sia affermata ufficialmente la cultura dei fatti e della ragione, gli artisti non hanno mai smesso di cercare nelle pieghe dell’animo umano ciò che angoscia e inquieta, ciò che attira proprio perché è misterioso e fuori del normale. Il cinema non si è certo sottratto a questo sottile e ambiguo fascino. La prima grande opera del cinema dell’inquietudine è stato “Il gabinetto del Dottor Caligari”, seguito a ruota dal capolavoro del genere: “Nosferatu” di Murnau. Anche un regista con i piedi per terra come Dreyer ha voluto sondare gli abissi della parte scura dell’animo umano con il suo “Vampyr”. Anche il grande Coppola ha dedicato le sue fatiche al “Dracula di Stoker”. Non si contano poi le innumerevoli altre opere con tanto di parodie (“Non mordermi sul collo”).
Herzog, il poeta della forza dell’irrazionale, non poteva certo tirarsi indietro. La sua è un’operazione molto rispettosa dei modelli del passato. Riprende infatti quasi pari pari il Nosferatu di Murnau, sia dal punto di vista narrativo e spesso anche scenografico. Il modello viene però “aggiornato” e soprattutto gli si infonde una linfa filosofica tutta particolare. Non è quindi un rifacimento ma una riedizione.
Il “male” viene visto sia come una piaga, una disgrazia, sia come una specie di desiderio interiore inconfessato per fuggire alla monotonia e alla grigia normalità. Ad esempio Jonathan accoglie quasi con soddisfazione l’incarico difficile e pericoloso di andare in Transilvania, giusto per andare via da una città dove “i canali girano, girano ma portano sempre al medesimo posto”. Lucy stessa respinge il terribile Nosferatu, ma ne è enormemente colpita, lo studia, cerca di capirlo e di conoscerlo e alla fine si offre quasi volontariamente all’esperienza angosciante ma affascinante di essere posseduta da un vampiro.
La figura “maledetta” viene dotata tra l’altro di un risvolto malinconico, disperato, che la rende molto umana. Appare come vittima di una maledizione, di un destino che deve subire: quello di “non poter morire”, quello di assistere all’infinito agli stessi futili cerimoniali umani. Un dolore interiore che non avrà fine, questa è la maledizione del vampiro, ciò che lo rende “cattivo” verso gli esseri umani.
Herzog non si fa certo contagiare stilisticamente dall’”irrazionale”. Ogni scena, ogni inquadratura è attentamente studiata e realizzata con molta cura. Le scenografie sono meravigliose con la splendida cittadina olandese di Delft, i Monti Tatra e tanti altri luoghi suggestivi. La narrazione procede a salti, con molte ellissi. Si è scelto di concentrarsi in singole scene, le quali si svolgono con ritmo lento, con frequenti primi piani e splendidi giochi di luce. L’atmosfera, l’inquietudine, l’attesa vengono resi in maniera perfetta. Si evita appositamente l’atto macabro (solo nel finale si assiste ad un morso, reso quasi in maniera “medica”), giusto per spostare l’accento sul piano psicologico. La splendida interpretazione di Kinski è la ciliegina sulla torta. Bravissimo è anche Bruno Ganz e Herzog riesce a far fare bella figura anche alla Adjani. La bravura direttiva di Herzog mi ha molto colpito. Il suo stile è classico, ma riesce a rendere un’atmosfera, una sensazione, una vertigine dell’interiorità umana in maniera encomiabile. Complimenti.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  27/03/2008 16:14:37
   8 / 10
Con questo film Herzog ha voluto tributare la tradizione espressionistica (nella fattispecie quella rappresentata da Murnau ma, lato sensu, tutta la corrente) e stabilire una sorta di ponte tra quest'ultima e il nuovo filone cinematografico tedesco, di cui il regista di Monaco di Baviera può, a ragione, essere considerato uno dei più importanti esponenti (se non il più grande). Tale intenzione si ravvisa soprattutto nella scelta degli attori protagonisti, fisiognomicamente simili a Max Schreck (ma era veramente lui a interpretare la parte del Nosferatu di Murnau?) e Greta Schrödere, nonchè nell'uso, da parte di questi, di una cifra recitativa che si avvicina molto a quella dei due illustri predecessori: sia la Adjani che Kinski assumono un'espressività particolarmente accentuata che rievoca quella che ha contrassegnato i muti del periodo espressionistico.
Non mancano, tuttavia, i segni distintivi della produzione herzoghiana: in particolare è presente la rappresentazione di una Natura imponente e "fumosa" che richiama alla mente il presagio di una imminente apocalisse di cui è permeata l'atmosfera del bellissimo "Cuore di vetro"; così come è presente il tipico elemento surreale del cinema di Herzog, che trova nella scena dell'"ultima cena" prima della annunciata morte collettiva il momento più alto e significativo. Eccezionale e leggendaria è poi la sequenza finale, in cui Jonathan Harker, privato per sempre della sua amata moglie, si avvia verso le tenebre di un futuro senza amore, percorrendo solitario sul suo cavallo la strada deserta.
Con questa memorabile interpretazione, Kinski è entrato nell'iconografia cinematografica come il Nosferatu più inquietante e fascinoso di tutti i tempi, a cui ha saputo infondere altresì una profonda caratterizzazione.

Invia una mail all'autore del commento traka  @  24/03/2008 23:53:10
   9 / 10
L'horror con cui sono cresciuto, e che mi vedo sempre e periodicamente con piacere, film poetico e malinconico con paesaggi che proiettano nel mondo del romanticismo ben noto ai tedeschi, la fotografia e da oscar, la scenografia come detto incantevole.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  25/02/2008 11:06:20
   9 / 10
Veramente stupendo, un film autoriale e di genere allo stesso tempo. Fotografia e regia assolutamente perfette, ed un trio di attori davvero indimenticabile: Ganz è un Jonathan Harcker bravo e sprovveduto, guidato dall'amore ma (psicanaliticamente) morto al suo ritorno dall'incontro con il vampiro, la Adjani è brava e bella come non mai, e Kinski davvero grandioso nel ruolo del miglior Dracula di ogni tempo. Atmosfera magica e angosciante allo stesso tempo.

Piotr  @  18/01/2008 21:59:31
   9 / 10
Il miglior film sui vampiri, con una marcata impronta teutonica.

taras bulba  @  29/12/2007 18:31:20
   10 / 10
Il miglior film su Dracula che abbia mai visto, poetico e spaventoso nello stesso tempo.

addicted  @  15/09/2007 10:33:06
   9 / 10
Herzog è sempre stato pazzo. Ne sono convinto. E in questo caso lo dimostra correndo il rischio di sfidare un classico come il Nosferatu di Murnau.
Secondo me non è solo un remake: è una sfida sfrontata e coraggiosa!!!!
Alla fine si conclude con un pareggio, che va tutto ad onore di Herzog.
La ben nota vicenda è ripercorsa con passione e potenza immaginifica.
Il finale apocalittico è memorabile (bare e topi!!!).
La cosa più bella è il vampiro innamorato. Mostro incomprensibile, non può che portare la morte, ma anela alla vita.
Molto bello.

onda  @  25/05/2007 14:25:41
   8½ / 10
Insieme all'omonimo muto, lo ritengo il miglior film sul leggendario conte.
Le atmosfere sono quasi oniriche, un pò estetizzanti, ma di grande suggestione. Bellissima Isabelle Adjani. Meravigliosamente decadente la sequenza del pranzo degli appestati.

Gondrano  @  14/02/2007 12:48:34
   10 / 10
Perfetto, esercizio estetico ai suoi massimi livelli. La stupenda fotografia mette letteralmente i brividi per immagini suggestive, e la regia lenta ed ossessiva, con personaggi quasi "bloccati", la esalta, aiutata dalle sottolineature di una colonna sonora che esalta i brividi di cui sopra.
Capolavoro di Herzog, da vedere più e più volte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  12/01/2007 10:50:06
   8½ / 10
Herzog ripropone la figura del vampiro come l’aveva immaginata Murnau parecchi anni prima nel noto capolavoro espressionista.
Il regista tedesco si affida all’amato/odiato Klaus Kinski per vestire i panni che furono del mitico Max Schreck,si torna quindi agli albori del personaggio del non-morto,si torna all’idea cinematografica originale e cioe’ del vampiro ben lontano dall’essere dotato di fattezze affascinanti,di un eloquio forbito e dalle maniere degne del miglior galateo.
Il vampiro di Kinski è una creatura della notte, mostruosa,che vive nascosta in un castello fatiscente e diroccato,costretta alla solitudine ed alla vita eterna,privata dell’amore,sentimento che Nosferatu brama fortemente quasi a rimarcare una parte umana che sara’ causa della sua rovina.
La scelta di Herzog appare perfetta,Kinski è bravissimo ad interpretare Nosferatu,aiutato anche da un gioco particolare di luci che oltre ad omaggiare il gia’ citato film seminale di Murnau denota grande inventiva da parte del regista.
Il film si sviluppa attraverso tempi lenti,ma affascina grazie alle immagini e alle musiche spesso ossessive ma adatte ad accompagnare cio’ che vediamo,Herzog riesce quindi nel suo intento e cioe’ quello di proporre un film molto fedele all’originale che riesca a parlare attraverso le immagini.
Anche il resto del cast è azzeccatissimo e le scene di Amsterdam invasa dai ratti portatori di peste sono realmente angoscianti.
Una curiosita’:il nome Nosferatu deriva dal rumeno e significa “non spirato”,infatti per problemi legati ai diritti d’autore Herzog non pote’ utilizzare il nome di Dracula.

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