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Matsui non è certo uno degli autori più conosciuti del cinema giapponese, fortemente influenzato dalle opere di Terayama ha realizzato solo quattro lungometraggi nell' arco di oltre trent'anni di carriera. Questo "The Noisy Requiem" è il suo lavoro più riuscito e probabilmente anche il più conosciuto. Si tratta di una pellicola di difficile approccio,dalla durata impegnativa ( ci si avvicina alle due ore e mezza) eppure assolutamente riuscita,nel suo sconvolgente e disturbante viaggio in mezzo agli ultimi degli ultimi che popolano i bassifondi di Osaka ( tra i vari individui alla deriva,nani,mutilati di guerra e un serial killer innamorato di un manichino). Una sorta di racconto corale sulle varie facce della disperazione e sulla solitudine. Con i suoi dialoghi ridotti all' osso e la sua splendida fotografia in bianco e nero l'opera di Matsui si inserisce tra gli ultimi grandi film sperimentali giapponesi,per spettatori preparati.