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Buona idea ma film scritto malissimo: tensione zero, verosimiglianza nulla e protagonista che dovrebbe essere geniale ma fa cose incomprensibili - come tutti gli altri personaggi. E Josh Hartnett veramente troppo sopra le righe per sembrare minaccioso. Nell'insieme strappa la sufficienza, ma che fatica continuare a dare credito a Shyamalan.
Dopo il salto nel vuoto con "Bussano alla porta", Shyamalan si diverte e diverte con questo film d'intrattenimento puro che ha, nel finale, anche dei buoni risvolti psicologici (inaspettati).
Ok ormai lo conosciamo il regista ha idee geniali ma che nel lungo andare finiscono in un limbo...(Ricordiamoci che è uno dei pochi che il film lo gestisce quasi tutto lui) che dire prima parte perfetta poi va a perdersi ma per non questo rovinare il film...se è riuscito a farti fare il tifo per il progatonista allora è un film che è riuscito nel bene e nel male.Poteva fare il capolavoro ma niente troppe *******te.
"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi..." (cit.) Il Shyamalan perde il pelo ma non il vizio. Non v'è limite al peggio, alle strunzate che rendono impossibile accettare la cosiddetta sospensione dell'incredulità facendo sì che il film diventi una vagonata di sterco fumante di mucca schizofrenica, salvando le altre mucche (cit.) Non cadete in "trappola" ed evitate sta roba come se non ci fosse un domani.
Con Shyamalan non sai mai cosa aspettarti, quindi pretendi il guizzo del cineasta geniale e folle, ma che alle volte riesce a fare cilecca come fu per me con The Visit ormai un bel pò di tempo fa. Negli ultimi anni aveva indovinato alcuni lavori, specialmente Old e Split con alla base dei soggetti molto interessanti. Questo Trap, recuperato solo adesso, di cui non ho visto alcun trailer, ne mi ero documentato su cosa fosse. Sapevo solo che è stato molto divisivo in fatto di critica, tra chi lo trova un pessimo lavoro del regista, e chi lo ha trovato un progetto riuscito. Un pò di trama: il film è ambientato all'interno di quello che è un palazzetto dello sport negli Usa, in cui sta per iniziare un concerto di una grande star, tale Lady Raven, intepretata per davvero da una cantante e per lo piu dalla figlia del regista, Selika Shyamalan. All'interno facciamo la conoscenza dei protagonisti, questo duo composto da padre e figlia, intepretati rispettivamente da Josh Hartnett e la giovanissima Ariel Donoghue, anche loro a vedere esibirsi la cantante. Ma tutto d'un tratto arriverà l'fbi a circondare l'edificio e controllare i presenti, visto che secondo loro tra tutti quei padri di famiglia e quelle bambine si nasconde un serial killer. Da qui non voglio dirvi nulla se non che sotto il lato recitativo e cura per la regia e la messa in scena, il film è fatto bene, specie le parti del concerto sotto l'aspetto fotografico risultano molto buone. I vari siparietti come i dialoghi con quel campo e contro campo con i visi in primo piano che avviene piu volte. Ti da quel senso di oppressione di essere come un topo in una trappola orchestrata per bene. Le musiche di Saleka sono orecchiabili, la si può definire come una Taylor Swift immaginaria, tanto che mi da l'idea che il padre abbia voluto promuovere il suo disco, che si intitola proprio Lady Raven (casualità?) La suspence e la tensione è ben definita, i personaggi anche secondari risultano interessanti, peccato che nella seconda parte il film muta, divenendo come una costola a parte dello stesso progetto. Una costola difettata, a cui la scrittura prende un infarto, tirandoci addosso delle situazioni che vanno velocemente degenerando in un via vai di cose no sense, in cui entra in gioco proprio il personaggio di Saleka. Ancora una volta, sembra che sia stato fatto di proposito solo per lasciare grosso spazio a quella che è la figlia del regista. Mi ha ricordato molto la serie Dexter, dove D.Morgan cercava di fregare chi gli dava la caccia, usando ogni tipo di escamotage. Una tiritera lunga 40 minuti, per poi arrivare al finale dei piu banali, che viene spesso impiegato da tanti sceneggiatori senza piu' idee.
Altra pellicola che dimostra l'altalenante capacità artistica del regista indiano, un film è decente quello dopo così così e dopo "Bussano Alla Porta" che era stato in molti aspetti convincente è il turno di "Trap", chiaro omaggio al maestro della suspence "Hitchcock". La prima parte ambientata durante il concerto della pop star amata dai teenagers "Lady Raven" è la più riuscita e vede un padre che ha accompagnato la figlia al concerto, in realtà il serial killer soprannominato "Il Macellaio", cercare di fuggire dall'edificio dove la polizia guidata da una profiler cerca di catturarlo. La seconda parte non mantiene la tensione e le buone idee, finendo gradualmente in un epilogo molto banale, dove stavolta il marchio di fabbrica del twist ad effetto di Shyamalan non c'è, ovvero non è così eclatante. Josh Hartnett regge da solo l'intero film ed è sufficientemente credibile. Dopo la figlia Ishana che ha debuttato alla regia con "The Watchers", è il turno dell'altra figlia del regista, Saleka che interpreta la pop star. Il prossimo film sicuramente è migliore.
La tediosa lungaggine del concerto annessa al continuo strillare e saltare della figlia mi ha debilitato. Papà sei strano oggi lo avrà detto 6 volte.basta.
Ma con che coraggio Shyamalan presenta un film scritto così? Siamo al sublime del compiacimento dell'errore di scrittura che diventa regola! In teoria non funzionerebbe nulla a livello di credibilità, ma il regista pretende che tutto segua il suo corso, così come l'aveva pensato lui, bazzecole la credibilità. E il pubblico dovrebbe bersi una simile presa in giro verso la propria intelligenza?! Come se non bastasse, ci propina l'atroce figlia nel ruolo della popstar, garantendo una prima parte di musica penosa! Spiace solo per Hartnett, che non è bravo ma è un gran fre.gno e per l'occasione sprecata di ritrovare l'adorata eroina disneyana della nostra infanzia Hayley Mills. Vi prego, non scomodiamo pietre miliari parlando di citazionismo, qui siamo a un livello di scemenza raramente affrontato dalle americanate degli ultimi anni.
Abbiamo avuto tutti un compagno di classe come Shyamalan, quello geniale che non si è mai impegnato (e quelle rare volte che l'ha fatto si beccava pure un bell'8 in pagella senza sforzi)... Quel compagno di classe su cui a volte, però, il sospetto ti viene: "E se ci avesse ingannato tutti con la sua genialità? E se in realtà non fosse altro che un perfetto idiota?".
Non è vero, ovviamente. Shyamalan si percepisce che è un genio spericolato, o meglio un genio pasticcione, che non riesce a pieno a farsi riconoscere come tale e a mantenere un controllo ferreo sulla sua pellicola. Qui lo spunto c'è, magari non geniale ma quantomeno interessante, a fronte di una seconda parte da accartocciare e gettare via. Perchè non si è scelto di ambientare tutto allo stadio? Con quell'ambientazione agorafobica e singolare. Lo spunto si poteva approfondire e allungare tranquillamente,
Così come la rivelazione iniziale: si poteva tranquillamente spostare più avanti. Avremmo visto semplicemente un padre che inizia a spaventarsi e agitarsi per una situazione potenzialmente angosciante e pericolosa che non riesce a capire a pieno. Con la tensione che quindi sarebbe montata lentamente e gradualmente come nella meravigliosa prima parte di Signs.
Con questa struttura narrativa invece non si è riusciti a valorizzare nemmeno la prima parte, meglio riuscita, in cui mai si sente la tensione, nonostante diversi momenti à la Hitchcock. Occasione sprecatissima.
Una delle storie più sgangherate e senza senso di sempre, talmente stupida che nemmeno la buona interpretazione di Josh Hartnett può salvare questo abominio di scempiaggine
Premessa: a me Hartnett piace come attore e nella pellicola offre una buona interpretazione svolgendo egregiamente il compito…ma…ê tutto il resto che non funziona, troppe "vaccate" buttate lí per creare i canonici colpi di scena ma che sfociano spesso nel ridicolo. Troppe…e dico troppe assurditá poco credibili che non possono reggere se non in un prodotto della Walt Disney. Peccato perché l'idea di fondo era più che discreta, il buon Josh azzeccato nella parte e anche la piccola bambina sa il fatto suo…il tutto rovinato dalle idee troppo bizarre di Shyamalan.
Come già notato, la prima parte è anche accattivante e fa sperare in chissà cosa, e, finché resta nell'ambito della splendida struttura del concerto, regge anche bene, buon ritmo ed interpreti bravi. Certo siamo lontano dal capolavoro, ma non è male. Dopo si nota una frattura, netta, come se avessero cambiato il regista.. e il tutto finisce a scatafascio. Nonostante sia un giallo/htriller, di fatto non trasmette tensione.
Soliti pregi e difetti degli ultimi film di Shyamalan, un soggetto interessante che riesce a coinvolgerti soprattutto all'inizio ma con una sceneggiatura che non regge per tutta la sua durata mostrando forzature e situazioni un po' paradossali e poco credibili.
In questo caso il film regge molto bene all'interno del teatro ma una volta usciti fuori si perde per strada e non offre spunti originali o interessanti.
Molto bravo il protagonista, sempre presente in scena, ad impersonare il padre di famiglia con un lato oscuro.
Un film sicuramente guardabile ma non privo di difetti.
Shyamalan è sempre stato legato al cosiddetto twist finale che qui non è presente o almeno non è così determinante come nei suoi altri. Adotta una prospettiva diversa, cioè quella del serial killer che accompagna la figlia al concerto della sua popstar preferita e la storia è sempre ben ritmata e carica di tensione, visto il killer, saputo che il concerto stesso è una trappola per catturarlo cerca in tutti i modi qualsiasi escamotage per uscire dalla sede del concerto senza essere catturato. Shyamalan sa dirigere un film e le sequenze sono ben congegnate e visivamente belle, solo che la sceneggiatura accumula un numero forzature tali che è veramente difficile non notarle. Nota di merito comunque ad Harnett, che non rientra nel novero dei miei attori preferiti. Ben centrato sul ruolo, si regge sulle spalle il peso del film e lo fa con una certa disinvoltura. Shyamalan porta il risultato casa tutto sommato, ma non è certo fra i suoi film migliori.
non mi è piaciuto particolarmente. escludendo tutta la prima parte che si svolge nella straordinaria location del concerto, la prova di lui (impeccabile) e quella della ragazzina, ho poi perso interesse progressivamente. tra i due finali del film, chiamiamoli così, ho preferito il primo rispetto al secondo (l'ultima scena per intenderci, abbastanza cringe). la prima e la seconda parte sembrano due film diversi, anche se collegati tra loro. e passi per la scena al cellulare in bagno, l'imbottigliamento in macchina è già troppo oltre per i miei gusti. peccato perchè poteva essere un gran film
A me più che altro è sembrato una mega pubblicità alla figlia cantante del papà regista; detto questo il film regge ed è interessante la prima metà, poi crolla su se stesso successivamente sotto il peso delle assurdità che si susseguono smettendo di prendersi sul serio e diventando tra il grottesco e l'ironico .
La scenetta finale post credit col tipo delle magliette davanti alla tv mi ha spaccato.
. Josh Hartnett in gran forma e assoluto protagonista. Peccato, non è un brutto film anzi ma le troppe cose che non tornano lo fanno inevitabilmente scendere di voto.
Bel film che ti tiene in tensione per tutta la durata,alcune chicche indovinate altre un po' esagerate ma quella chicca in più la da il protagonista...merita una visione
Shyamalan ha il dono di raccontare cose scontate in modi totalmente nuovi. Qualche pecca nella trama, ok, ma ti tiene incollato allo schermo a chiederti "e ora che succede?". Molto bravo Hartnett.
a) Rivedendo "Pitch Black" (Twohy 2000) qualche giorno fa, mi son'accorto, sempre meglio tardi che mai, del suo essere una versione sci-fi de "Gli uccelli" ('63), coi volatili quale incombent'e inspiegata minaccia metafisica. b) Com'insegna la biologia, la riproduzione cellulare aumenta il rischio d'errori genetici (mutazioni genomiche). Nella cultura assistiamo al medesimo meccanismo: ogni nuova copia degrada l'originale. Hitch? Ok. De Palma? Un po' meno, anche se ha aggiunto lo split screen per il suo contraltare psichico, la dissociazione mentale. Fincher? Ancora meno. E questo Nighty? La derivatività uccide. 3) Non è una mia conclusione, ma è quella della "Top 25 Archivio" del sito: come mai non v'appare alcun regista del 3° millennio ("Band of Brothers" non è definibile un film se non a episodi), dai Lynch, Coen, Nolan, su su fin'ai Chazelle, Villeneuve, Lanthimos? Elenco sconfinato eppure clamorosamente mancante dalla classifica. È la non-sezione che più condivido di FS.
L'idea è interessante, purtroppo la messa in scena mostra piccole e grandi forzature (per non chiamarle cacchiate) che non passano inosservate, nonostante il regista tenti di farle apparire normali, soprattutto nella seconda metà e nella parte conclusiva della storia. Cast senza particolari meriti, nè demeriti, ma sufficiente nella performance, narrazione abbastanza fluida ma non c'è una grande atmosfera di tensione, per una visione valida quanto basta per non annoiarsi.
Shyamalan con i suoi soliti pregi e difetti, come al solito mi fa un po' mangiare le mani perché Trap aveva tutte le carte in regola per essere un buon film e invece si brucia tutto in una seconda parte totalmente dozzinale, approssimativa e irrealistica, che conferma come al solito i problemi di scrittura che accompagnano il regista da tempo.
La prima parte è pure carina, con una buona contestualizzazione e una regia di alto livello che riesce a mantenere una suspense costante per una durata consistente, avendo anche diversi picchi, si prende la prospettiva del "Macellaio" e si sta in ansia tutto il tempo, ogni incontro con la polizia, ogni tentativo di fuga non riuscito, basti vedere come è gestito bene l'incontro sul tetto dopo che ha fatto esplodere la friggitrice, un gioco a sviare i sospetti che rende benissimo o ancora i momenti nel backstage quando viene annunciato che dovranno passare i controlli, la tensione stringe sempre di più, o ancora gli incontri con la fastidiosa mamma dell'amica della figlia che fanno perdere tempo inutilmente al protagonista mentre cerca soluzioni, è da dare atto che la tensione e il contesto di trappola creato sono di alto livello generando per una buona prima parte di film una forte sensazione claustrofobica.
La seconda parte manda tutto in vacca, complici grossolano errori di scrittura che rendono la sceneggiatura estremamente approssimativa e poco credibile, già partendo dalla popstar che si improvvisa eroina andando addirittura a casa del macellaio per non parlare del pretesto con cui gli frega il telefono, cioè questo è fuggito da un'imboscata piena di agenti di FBI, Swat e compagnia bella e si fa fregare il telefono come un bambino da questa popstar che peserà un quarto di lui, dopo questo episodio il film deraglia e il macellaio si trasforma in una sorta di supereroe che minimo ha il teletrasporto, riuscendo a fuggire da ovunque, tra la folla senza farsi vedere, sbarazzandosi dell'autista e sostituendosi senza il minimo rumore, entrando nella casa sorvegliata da un botto di agenti senza farsi scoprire, per poi finire con un colpo di scena forzatissimo e patetico che aggiunge nulla al film, il solito Shyamalan che si complica la vita con colpi di scena di cui non si sente la necessità.
Ed è un peccato, perché registicamente è valido, perché tutto sommato Hartnett, che non lo vedevo da tanto, ha fatto una buona interpretazione, ma nella seconda parte la sospensione dell'incredulità non basta, peccato.
IL film riesce a trasmetterti adrenalina, forse per questo dualismo tra concerto, escamotage, fuga. Bravissimo Josh Hartnett, in un atipico personaggio oscuro. Non so se ci sarà un seguito.
quando in una delle scene finali fanno vedere come lo psicopatico cattura le sue vittime, utilizzando la scusa dell'auto, pare che per tempistiche diverss ci possa essere un'altra persona alla guida... ho pensato ad un complice.
L'idea di fondo è molto originale e accattivante. La prima metà del film corre veloce tenendo lo spettatore incollato e incuriosito. Poi la sceneggiatura scivola in situazioni improbabili e, in certi casi al limite del reale. Non male il finale che almeno in chiusura non scivola nel banale.
Non mi soffermo sui difetti ma sui pregi: 1) Mantiene le promesse del trailer 2) Funziona E di fronte a questi dati di fatto che sembran poco ma al giorno d'oggi non lo sono affatto, il resto non conta. Onestissimo thriller, meno Shyamalanico del suo solito ma avvincente quanto basta e volevo. Nota di merito speciale x la figlia di Shyama: perfetta in un ruolo difficilissimo che, a mio avviso, pochissime avrebbero potuto sostenere, e in cui lei invece risulta addirittura disinvolta! Bellezza e talento a 360 gradi. Da perdere la testa. Brava.
Non si perdesse in un paio di camei conclusivi abbastanza dozzinali, e alcune situazioni inverosimili (sempre nella confusione finale della vicenda) sarebbe quasi perfetto; il quasi è dovuto ad un pizzico di maggior caratterizzazione dei personaggi. La prima parte è assolutamente un capolavoro, originale, tesa, coinvolgente e persino gran bella musica. La seconda parte è un classico del genere, comunque ottimo, pur con i limiti sopra descritti. Bravissima la piccola co-protagonista.
Idea originale senza dubbio. Giusto immaginare che in due ore di film ti aspetti che certe cose avvengano solo alla fine. Ora... Lui sembra jason borne, oppure ha una fortuna sfacciata ma in merito alle due ore di film ci sta. Polizia? Sembrano i bot di una partita di hitman. Tutto sommato guardabile
La mega trappola di Shyamalan. Ancora una volta Night fa il verso a Hitchcock (in particolare nella costruzione scenica e classica di un thriller dalle bande larghe), il film presenta il solito andamento narrativo/tecnico a cui il regista offre sempre i suoi pregi/difetti, ma pur sempre con assoluta efficacia cinematografica. Harnett è ottimo nella sua interpretazione bipolare e regala un altro interessantissimo personaggio per il genere nel cinema americano. Il primo atto della pellicola è immersivo e strutturalmente evocativo visto che abbraccia tutti i risvolti dell'ambientazione (un concerto di una fittizia pop idol, del calibro di Taylor Swift o similari, trasformato in una trappola per agguantare un serial killer), il secondo utilizza il (secondo) colpo di scena al meglio mescolando le carte e cambiando atmosfera e nell'episodio del terzo viene data più profondità ai personaggi. Shyamalan continua il suo rinascimento artistico che non sembra perdere mordente, grazie alla continua ricercatezza e attualità dei temi che vuole mostrare.
Mah, come sempre alte aspettative nei confronti di Shyamalan, in parte purtroppo disattese. La prima parte non molla un secondo, buona tensione, soluzioni abbastanza originali ed efficaci. Poi, nella seconda parte, ti chiedi ben 3 volte come abbia fatto ad "arrivare li"
1- dal tunnel della casa al giardino del vicino ok, ma da qui a salire in auto e scambiarsi con l'autista... 2- uscire dalla limousine indisturbato, attorniato dalla polizia e dai fans 3- rientrare a casa sua con tutte le guardie all'esterno
cosa cambia essere ammanettato o non esserlo, con tutti i poliziotti che lo scortano, nel senso che è abbastanza irrilevante QUEL dettaglio nel quale si libera, che invece dovrebbe essere la "chiave di volta" del finale
Ottima parte quella della figlia, Saleka, e del protagonista, credibile e convincente. Poco sviluppata e abbastanza insignificante invece la figura della Profiler, messa li un po' a caso, senza svilupparne le potenzialità. Nel complesso film sufficiente, tensione sempre ad un buon livello, non annoia, ma poco originale nello sviluppo e nelle situazioni adottate, senza provocare l'atteso "stupore" dei finali a sorpresa ai quali il regista ci ha abituato. Peccato.
M. Night Shyamalan torna con un altro grande film dopo il buon KNOCK AT THE CABIN ed il pessimo OLD. Tensione assicurata ed il suo ormai proverbiale modo di depistare lo spettatore. Ottimo Josh Hartnett, con una prova attoriale notevole ed io suo solito carisma. Una rivelazione la figlia del regista, Saleka, davvero brava. Andate a vederlo, possibilmente senza aver visto il trailer.