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Un corpo umano si ricompone all'interno di una stanza........... Splendido cortometraggio in stop motion diretto da Svankmajer,profondo,ironico,ed angosciante. Assolutamente perfetto dal punto di vista tecnico. Imperdibile.
Lo stile unico di Svankmajer in questo superbo corto. Le due azioni, quelle compiute dal protagonista in apertura e chiusura (compreso il titolo abbastanza eloquente), sembrano suggerirci quello che ognuno di noi ha pensato, cosa significa quella ricostruzione, dove ci porta. Forse l'umano non ha mai avuto il coraggio di ammetterlo a se stesso in una maniera così spietata.
Sinora è senz'altro il miglior lavoro che mi sia capitato di vedere riguardo Jan Svankmajer; animazione in stop motion eccelsa (che pare quasi un morphing ante litteram), simbolismi, ironia, amrezza, riflessione, idea e regia perfette.
L'uomo di fango (tipico dell'immaginario svankmajeriano) che si costruisce in una stanza piccolissima. Ironico e angosciante: la condizione umana. Superbo.
Un altro cortometraggio cecoslovacco, la produzione è sempre quella di Jan Svankmajer; in scena un corpo umano in fase di costruzione. "Darkness. Light, Darkness" passerà alla storia per la sua poverissima ma inquietante e soffocante scenografia che, senza dubbi, intrappola lo spettatore nel disegno di Svankmajer in modo grandemente terrificante, tensione presente. Il film, come capita spesso, con la regia in questione, emana significati vari e profondi tramite immagini da cardiopalma che vogliono "parlare" in un silenzio composto, ad alternanze, da effetti sonori malsani e infermi.
"Darkness, light, Darkness" seppur dotato di una breve durata, nella sua proiezione, riesce comunque a terrificare, importanti nel frangente anche gli effetti speciali così primordiali da generare pensieri "particolari" nella psiche umana. Il film vuole significare, o meglio, fotografare in un modo prettamente artistico, personale ed enigmatico ciò che è l'edificazione del corpo umano, abbandonando il concetto tecnico emerge dunque ben altro. "Altro" dunque simboleggiato dall'evoluzione del corpo che, arrivati ad un certo punto, muore nello spazio in cui è nato. L'uomo è vincolato dai confini della società (?). Secondo interpretazioni tutto altro che assodate, la scena, ovvero la stanza, potrebbe esser letta, in senso allegorico, come un grembo umano. Quello di Jan Svankmajer è un corto buio e toccante.
surreale, bizzarro, profondo, poetico, inquietante, parabolico....in una parola GENIALE! magari per alcuni sarà solamente un corpo che si ricompone....ma non è così! ha un significato molto più profondo....
Come cortometraggio è tra i migliori di Svankmajer, inferiore forse soltanto a Dimension of Dialogue, tra quelli che ho visto. Attenzione agli spoiler: Davvero molto interessante e a tratti anche divertente(come l'episodio del pene) e di un simbolismo non certo banale, ma anche piuttosto immediato. E' una visione laica della creazione, forse l'Uomo che si crea da sé, ma non ci è dato saperlo con certezza, i pezzi arrivano uno alla volta e non è un certo un caso che gli organi riproduttivi siano quelli più difficili da "reprimere". Una volta (auto?)creatosi, l'Uomo potrebbe vivere nel Mondo completo, formato, ma il Mondo non si rivela altro che una piccola, ristretta stanza, l'Uomo, alienato e schiacciato dal peso di questa stanza(il mondo... la società... la sua condizione di essere finito)che non è "a misura di uomo", vede la luce spegnersi, nel ciclico morte-vita-morte. La stanza che in 2001 vedeva il ciclo della vita in maniera ottimista(vita-morte-vita), è in Darkenss, Light, Darkness ribaltata concettualmente, a partire dall'emblematico titolo. Dal nulla veniamo(come le altre parti del corpo), ci formiamo nel ciclo della vita(non ho visto poco tempo fa il corto quindi non saprei, ma se non erro i genitali sono tra gli ultimi a formarsi, significativamente)e una volta terminato il ciclo la luce si spegne. Terminata la nostra formazione ci rendiamo conto di quanto siamo inadeguati a questa all'apparenza grande, ma in verità ristretta, stanza che è il mondo in cui viviamo, dove "veniamo alla luce".
La condizione umana vista attraverso la ricomposizione del proprio corpo: forse troppo perfetto per quel poco che siamo, forse asfissiante per quello che rappresentiamo, forse crudele verso il mondo che occupiamo.
Tecnicamente eccelso, probabilmente è uno dei corti migliori che mi sia mai capitato di vedere.
L'uomo, creatore che barricato all'interno di una stanza, non dal fango, ma di plastilina, squassato a fatica s'auto-compone: subisce di sé la genesi, e per ogni parte del corpo sente - ognuna portatrice di un possibile malore - aggiunta una nuova preoccupazione; sente, il cervello identico al piede, e il pene invadere al pari della mano, dell'occhio, della bocca, del busto, bussanti, inebetito, aggravarsi l'ingombro finché, risolto il problema, fattosi disfatto, si rannicchia nello spazio insufficiente; dentro il castrofobico; e diviene angoscia, e scomodo il corpo, che una luce a un fianco del collo trafigge.
Altro corto molto bello di Svankmajer, forse un omaggio a 'The hand' di Trnka.
Capolavoro di animazione in stop motion, nonostante i 6 minuti di durata è un vero gioiello. Tecnicamente perfetto, assolutamente deliriante e beffardo.
Splendido!!! Probabilmente il miglior corto di Svankmajer. Le interpretazioni che si possono dare sono molteplici, ognuno ci veda quel che ci vuole vedere oppure, non ci veda nulla se non un corpo che si ricompone. Svankmajer genio.
Eccellente corto del regista ceco,geniale come sempre. Darkness,light,darkness è grottesco,forse un pò disturbante e divertente ma di quel divertimento che si trasforma subito in pena e disturbo. Perché Svankmajer senza mezzi termini fa quel che vuole con le armi della sua fantasia illimitata,distrugge e costruisce formando e deformando. Corto veramente molto bello.
Ottimo lavoro di Svankmajer; originalissimo il paragone del ciclo della vita con l'uomo che si compone pezzo per pezzo in una piccola stanzetta. Da vedere assolutamente!
Bellissimo, forse il corto più bello del regista praghese, in 6 minuti viene spiegata la parabola della vita: Darkness (creazione), Light (vita), Darkness (morte)
In una stanzetta un corpo umano si assembla autonomamente pezzo per pezzo,Svankmajer con plastilina e tecnica dello stop motion realizza un corto che sembra essere una rappresentazione delle tre fasi principali dalla vita come deducibile dal titolo.Il buio prima della nascita,quindi la luce dell’esistenza con relativo apprendimento,quindi nuovamente il buio che sancisce la fine. L’interpretazione è però soggettiva come spesso capita in queste opere,si potrebbe leggere tra le righe anche un messaggio che nega la creazione dell’uomo secondo i dettami religiosi,ma che suggerisce come esso si sia sviluppato attraverso un percorso assolutamente naturale,ovviamente qui esplicitato in modo surreale.Una visione pessimista potrebbe anche indurre a ragionare su una presunta inadeguatezza ed infelicità dell’uomo,che raggiunta la maturazione totale non trova di meglio che lasciarsi nuovamente fagocitare dalle tenebre. Non manca un pizzico di umorismo che rende meno inquietante questo lavoro rispetto ad altre opere dell’artista ceco.
Mi piace molto questo Svankmajer..decisamente surreali le sue opere e in qualche caso si passa dal divertimento all'alienazione pura...viene quasi voglia di urlare e implorare all'omino smembrato di smetterla e fermarsi prima che sia troppo tardi!!
Eh si magnifico. Non solo ha un eccellente valore comico, sebbene forse non fosse proprio voluto, ma è fatto benissimo e, ora che mi ci fate pensare, si trova facilmente anche il messaggio. In 6 minuti Svankmajer, il re dello stop motion e del surrealismo attuale, ritrae la situazione dell'uomo nel mondo che, una volta nato, si ritrova chiuso in una scatola senza che possa fare alcun movimento, privato della libertà dunque, aspettando che la luce si spenga per sempre... Eccezionale, vedetelo in tanti... si trova su youtube.
Il capolavoro surrealista di Jan Svankmajer: una splendida rappresentazione della vita umana, dal buio prima della nascita (Darkness), alla vita (Light), fino alla morte (di nuovo Darkness), illustrata con quel gusto per lo sconvolgimento delle proporzioni tanto caro a Magritte (mi vengono in mente quadri come Le affinità elettive, La tomba dei lottatori, La camera d'ascolto ed altri) ed utilizzando la tecnica dello stop-motion con figure di plastilina (come per Dimensions of Dialogue).
Svankmajer insegna, al contrario di quanto ci fanno vedere Lynch, i fratelli Quay o Maya Deren, che il cinema fatto di immagini surreali (ed il surrealismo in generale) non è solo costituito da immagini astratte dal forte impatto visivo che si basano su accostamenti di oggetti e situazioni inusuali ma fini a sé stessi e mai ragionati, prive di una qualsiasi logica e collegate fra loro solo per il gusto di snodare una serie di fotografie ad effetto, ma può e deve trasmettere un messaggio e farsi metafora di un certo concetto, oltre che stupire visivamente lo spettatore.
ho visto quasi tutti i corti di lynch e per me non c'è ne è uno che si avvicini, anche solo lontanamente, a questo piccolo gioiellino. una stanza. vuota. poi compare una mano, poi gli occhi, l'altra mano, le orecchie e man mano (ah,ah) il corpo umano decostruito si riamalgama con sè stesso. per cosa? essere chiuso in una stanzetta con un lampadario. e allora... darkness.
Gli ingredienti base sono questi: surrealismo dei grandi maestri del passato, ossessione per il corpo e la carne alla cronenberg, stop motion dark alla burton... e slurpe slurpe gnamme gnamme ecco a voi servito "darkness\light\darkness" ,un assaggio, un piccolo antipasto per chi vuole assaporare il cinema del regista ceko (Dato il forte contenuto calorico condensato in così pochi minuti se ne sconsiglia la visione a cervelli soggetti ad un forte regime dietetico Aut.Min.Ric. Vanz. VN/2006)