La passione dell'avventuriero Carlos Firmin Fitzgerald (Kinski), conosciuto con il nome di Fitzcarraldo, è la lirica. La sua idea fissa è quella di costruire un teatro d'opera a Iquitos, dove egli vive, nel cuore della foresta amazzonica. Per poter riuscire nel suo intento accetta di guidare una spedizione a bordo di un battello verso una ricchissima zona di alberi da gomma che intende sfruttare, e tenta imprese disperate di trasportare una nave al di là delle montagne.
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Progetto imponente dal quale non si capisce chi sia più pazzo fra Herzog e Kinski. Il film sebbene oltre le due ore abbondanti di durata intrattiene molto bene, ottima la fotografia, a tratti ha un taglio documentaristico soffermandosi sulla natura selvaggia dell' Amazzonia e poi che dire degli indios che essendo veri danno quel tocco in più di realismo alla pellicola.
Il film comunque narra principalmente la storia di un' avventuriero uomo d'affari che cerca un modo per fare profitti sfruttando le risorse del territorio, dopo l'idea andata in fumo di costruire una ferrovia cambia strategia e con i soldi della moglie finanzia una missione in nave per sondare se è possibile raggiungere un determinato nuovo punto proficuo per la raccolta del caucciù dagli alberi della foresta, per raggiungere il luogo l'idea folle è di sfruttare una strettoia individuata sulla carta geografica fra i due fiumi, partendo dal fiume più sicuro, perchè l'altro per pericolosità impraticabile e giungendo poi nel punto in cui i due corsi sono più vicini Fitzgerald a quel punto intende trascinare fuori dall' acqua la nave e scavalcare e se necessario fare esplodere parte della montagna per portare la sua imbarcazione dall' altra parte e continuare a navigare nel secondo fiume fino alla metà.
Film che in parte è inspirato ad Apocalypse Now, particolare e da vedere.