In un quartiere benestante, in una casa piena di attenzioni e di comfort, una ragazzina modello cade ammalata. La madre non riesce ad aiutarla. I medici non capiscono. Intuendo che le crisi di cui soffre la figlia non riguardino solo la sfera fisica, la donna si rivolge ad un sacerdote. L'uomo però dubita della presenza del diavolo in quel corpicino, e la debolezza delle sue convinzioni non farà altro che rendere più forte il maligno…
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Miglior sceneggiatura non originale, Miglior sonoro
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (William Friedkin), Miglior sceneggiatura (William Peter Blatty), Miglior attrice non protagonista (Linda Blair)
Essendo questo il film n° 666 che commento, non potevo esimermi dal citare il diavolo in persona. Premessa: molti miei amici sostengono di essere terrorizzati da questo film ma a me sinceramente (sarà che l'ho visto da adolescente e non da bambino) non ha mai messo "paura" nel senso stretto del termine. Friedkin si mantiene molto fedele al romanzo di Blatty e realizza un film che io personalmente non ho mai considerato un vero e proprio horror, bensì un film drammatico -non dimentichiamoci che le possessioni demoniache nell'ambito di qualsiasi culto religioso sono reali- dove ovviamente viene calcata la mano nelle scene della possessione e del rito. Friedkin conferisce all'opera un ritmo volutamente lento, strascicoso, cupo, estraniante, con dialoghi minimali e questa si rivela una scelta giustissima che arriva a trasmettere allo spettatore una sensazione di angoscia e di rassegnazione. Già dall'inizio ambientato in medio oriente con padre Merrin possiamo vedere piccoli indizi sulla presenza del maligno (la pendola che si ferma, i cani che lottano, l'uomo senza un occhio...). Poi si passa attraverso la parte scientifica dove la giovane Regan viene sottoposta a tutte le prove mediche e psicologiche possibili in una dimostrazione di realismo che ci fa capire che queste cose succedono e potrebbero succedere a chiunque di noi. Non ci viene nemmeno risparmiata l'odissea personale di padre Karras, dei suoi sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per la madre e del suo vacillare della fede. In una pellicola del genere, appunto drammatica, sembra che non ci sia molto spazio per scene d'orrore, non ci si aspetta che venga mostrato il diavolo in persona come in un filmetto di serie B...e invece il geniale Friedkin cosa fà? In una scena onirica, per mezzo secondo, mostra proprio il volto del maligno...e quello si che mi ha terrorizzato! Contribuisce alla popolarità (nel senso che sta più vicino alla gente) anche l'idea di non inzeppare la produzione di nomi altisonanti; l'allucinata Ellen Burstyn è sempre stata una attrice che non ha mai fatto faville nello star system Hollywoodiano ed infatti non è stata la prima scelta ma si è rivelata la migliore. Nel 2000 è stata distribuita la versione integrale con scene che portano il tutto più sul binario dell'horror (da brividi la brevissima e per questo sconvolgente sequenza della discesa delle scale a ragno) tuttavia non rovinano l'opera in sè; ho trovato invece un pò una commercialata lo sbandierare la presenza di Mike Oldfield nella colonna sonora quando invece si sente solo uno stralcio di Tubular Bells giusto perchè quello stesso anno l'album del musicista inglese era stato un grande successo di massa. Comunque, anche se avete paura, non potete non vedere questo film!