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Thriller dalle tinte horror, la cui originale trama sfocia in quel livello di improbabilità che richiede un minimo di sospensione dell'incredulità per poter godere della visione. Però è sufficientemente teso e tanto basta a rendere "meritevole" un film di questo tipo. Ovviamente la riuscita dell'atmosfera è merito della regia di Alvarez, di cui avevo personalmente già apprezzato il remake de "La Casa" e qui protagonista di un'altra buona prova (almeno per quanto riguarda la macchina da presa).
Discreto thriller-horror in grado di infondere una buona dose di tensione palpabile. Un film claustrofobico e ansiogeno (il giusto). Sceneggiatura così così con tutte le forzature del caso dato che il "villain" è un uomo cieco ma al contempo bionico (buon personaggio tutto sommato). Rivedibile il resto degli interpreti. Ad ogni modo, ampiamente sufficiente per quanto mi riguarda, in virtù del fatto che il film riesce a tenerti costantemente sulle spine.
Solo l'accoppiata Alvarez/Raimi poteva generare un thriller così adrenalinico, che in molte scene porta davvero a trattenere il fiato. L'idea è quanto di più originale e sorprendente possa esserci dove protagonista assoluto è una persona che non ci vede...ma ci sente...ci odora...ci percepisce. Lo svolgimento non solo non concede un attimo di tregua, ma a metà film svela un retroscena ancora più inquietante di tutto quello a cui abbiamo già assistito. Ad acuire il tutto interviene la claustrofobica ambientazione di una casa che i protagonisti non conosco e dalla quale non si può uscire. Purtroppo non mancano un paio di min.kiante di quelle che verrebbe voglia di prendere a schiaffi l'autore il quale però riesce a farsi perdonare con l'abbondante dose di violenza fisica e psicologica con cui impregna la storia. L'eterno cattivo Stephen Lang qui finalmente in un ruolo principale che lo valorizza quanto merita. Un film che lascia un senso di inquietudine anche se lo si rivedere più volte. Terribile, pero, il titolo italiano...in inglese (sic)!
I confini della sospensione d'incredulità sono stati ridefiniti, stavolta in maniera, credo, definitiva. Le peripezie di Rutger Hauer in "Furia cieca", che all'epoca fecero storcere parecchio il naso ai puristi della verosimiglianza, al confronto sembrano scene tratte da un documentario sulla condizione dei non vedenti. Fino all'ultimo minuto ero convinto che il protagonista non fosse un vero non vedente, ma fingesse soltanto di esserlo per compiere le sue malefatte e i suoi esperimenti di inseminazione artificiale senza destare sospetti o al limite anche solo per intascarsi la pensione di guerra alla faccia di Bush senior o per qualsiasi altro motivo, anche il più stupido, tipo guardare il fondoschiena alle ragazze per strada senza beccarsi un ceffone. Invece poi salta fuori che non ci vede sul serio e allora ciao. Ma vedo che molti hanno apprezzato, per cui può darsi che sia un problema mio, che non riesco ad adeguarmi ai nuovi standard di fantasia degli sceneggiatori di oggi.
Arriva il piccolo Kevin, cresciuto e con problemi di vista. "Man in the dark" (alias "Don't breathe") aveva un concetto che mi affascinava. Tre adolescenti di Detroit stanno sistematicamente derubando case di beni da impegnare con l'obiettivo di far uscire Rocky (Jane Levy del remake de "La casa") dalle grinfie della sua famiglia fannullona per iniziare una nuova vita in California con la sorella minore. Dylan Minnette interpreta il cauto e intellettuale Alex, che nasconde particolarmente male la sua cotta per Rocky. Daniel Zovatto interpreta Money, il fattone goloso di frutta, la mina vagante del trio e fidanzato di Rocky. Dopo una missione ben riuscita, dietro consiglio di un ricettatore scelgono incautamente la casa di un veterano di guerra cieco (Stephen Lang di "Avatar"). Non è solo "a casa da solo" ma "nel quartiere da solo" (che riflette, probabilmente in modo accurato, la scomparsa dei sobborghi precedentemente ricchi in alcune città statunitensi in declino industriale). Cieco o no, il reduce (e l'amico) sono una forza da non sottovalutare: con una velocità sorprendente i tavoli si ribaltano e i bambini si ritrovano a lottare per la propria vita. E ci sono altre sorprese in serbo all'interno della vecchia casa spettrale. Come membro del pubblico, ci sono certamente punti in cui il titolo diventa scomodamente letterale. Sul tensionometro, c'è una somiglianza qui con "No Escape (Colpo di Stato)" di John Erick Dowdle dell'anno precedente. Una scena in cui la cecità si trasforma in una risorsa positiva è particolarmente efficace. Come è comune con questo genere, il film soffre di una trama che a volte non ha senso e coinvolge partecipanti indistruttibili (con un incidente con forbici per potare da giardino particolarmente incomprensibile). Una scena di minaccia sessuale particolarmente spiacevole verso la fine del film è anche priva di senso che coinvolge un livello di (ehm) 'preparazione' che la trama precedente semplicemente non merita. Inevitabilmente, però, il film vive o muore a seconda che tu provi empatia per i bambini poco raccomandabili in pericolo. L'inizio del film cerca di bilanciare le scale di empatia dando a Rocky il suo retroscena, aggiungendo la carta della 'sorellina'. Dimostra anche che "The blind man" è un po' un 'bastardo' o forse dovrebbe esserlo. Sfortunatamente, tuttavia, ho l'idea stranamente fuori moda che se le cose sono 'mie' sono 'mie', non per qualcun altro: quindi, a conti fatti, non stavo tifando per loro e qualcuno sarebbe felice di lasciare che i ladruncoli siano tutte picchiati a morte! Jane Levy (che canalizza una giovane Emma Stone) si rivela ammirevolmente come l'eroina in pericolo. Di particolare nota è anche la partitura atonale altamente efficace di Roque Baños che aumenta la tensione in modo estremamente efficace. Diretto dal regista del remake de "La casa" ("Evil Dead"), 2013, l'uruguaiano Fede Alvarez, il film ha un certo stile ed è un divertente giro sulle montagne russe, a patto di parcheggiare il cervello davanti alla porta (ben chiusa). Gli esterni del film sono stati girati al 2488 Buena Vista Street, Detroit, Michigan, USA, all'interno di un quartiere realmente caduto in disgrazia (come tanti altri sia al centro che alla periferia) dopo il tracollo del settore auto (General Motors e Chrysler) e la bancarotta dichiarata del 2013, con il conseguente decadimento della 'Motor City' americana. In questo film si scontrano, così, l'impulso della fuga incarnato dai giovani e quello del restare incarnato dai vecchi.
Thriller abbastanza originale che scorre bene. Peccato per l'estrema inverosimiglianza della figura del cieco, che nonostante la sua disabilità si dimostra una specie di superman indistruttibile e letale: bastava anche meno. Nel complesso, un prodotto gradevole che intrattiene a dovere.
Senza asserragliarsi in un fortino di soluzioni facili o di cliché ridondanti per spaventare il pubblico, il film di Fede Alvarez si giova di una scrittura equilibrata e asciutta, di una regia coinvolgente e mai sopra le righe e di un ritmo serrato fatto di soluzioni mai banali o prevedibili. Attorno a una trama semplice solo in superficie e con un uso sapiente del colpo di scena, Man in The Dark costruisce progressivamente una vorticosa spirale di terrore misto a inquietudine, svelando una vicenda più ampia del previsto e senza mai dimenticare di raccontare in maniera cruda e diretta la (dis)umanità dei suoi protagonisti.
Più thriller che horror, tensione accettabile con una buona regia. Idea anche originale. L' unica cosa e' diverse situazioni sono del tutto inverosimili, bisogna prenderle per buone a prescindere. Quasi buono. 7=
Un prodotto d'intrattenimento più che riuscito,un home invasion dove la parte del cattivo la fa il proprietario di casa,e quello delle vittime gli sfortunati intrusi.... Fede Alvarez costruisce una pellicola più che buona,giostrando molto bene la tensione e in particolare le sequenze dove il vecchio cieco da la caccia ai ladri all'interno della casa. Per quanto riguarda la sceneggiatura la storia riesce a reggere abbastanza bene,nonostante non manchino alcuni buchi e nonostante osi molto meno del dovuto mantenendo la pellicola gradevole ma lontana dai livelli che avrebbe potuto raggiungere se la storia avesse conosciuto uno sviluppo meno mainstream. Una pellicola carina,ben realizzata e abbastanza coinvolgente,nulla di innovativo ma un lavoro divertente per passare una serata.
Film difficile da votare....l idea è buona e anche la realizzazione,il regista non è uno sprovveduto e ci sa fare La trama è intrigante e il film scorre abbastanza bene,però non mi sono piaciuti alcuni aspetti e anche il finale mi ha deluso parecchio! Diciamo che gli attori fanno il loro dovere e il film è ampiamente sufficiente..... Piu che horror per me è un thriller
Di sicuro non è un horror e non ho percepito neanche cosi tanta tensione, idea valida ma manca qualcosa che lo faccia arrivare ad una sufficienza cosi come un finale affrettato.
A mio parere ottimo thriller/horror di Alvarez (guarda caso sudamericano); mi chiedo come si faccia a incensarlo per un'operazione inutile come il remake de "La Casa" e a non apprezzarlo per un film come "Man in The Dark": trama accattivante, suspense sempre alta quando non altissima, un villain davvero ben caratterizzato (il cui handicap per assurdo diventa il suo punto di forza), che mantiene quel minimo di aura soprannaturale tipica dell'antagonista (umano) da slasher film ma mai tanto da risultare assurdo, e peraltro interpretato in maniera convincente dal senescente ma ancora cazzuto Stephen Lang. Il gioco del gatto col topo nel buio fa salire il cuore in gola piu' di una volta e l'ansia di trovarsi in trappola non smette di assalire lo spettatore neanche quando il "territorio di caccia" si sposta dai corridoi e dal seminterrato della grande casa alle strade del quartiere fantasma. Speriamo che il finale da "villain che non vuole proprio morire" (m'ha terrorizzato almeno quanto la solo apparente dipartita di Max Cady in Cape Fear di Scorsese) non dia adito a sequel inutili di un film che sta bene cosi' come sta. Promosso
Il film di oggi scelto, è un b-movie, un film thriller, dove vi ho notato una trama, scontata, ma ricca di tensioni ed colpi di scena, e quando anche c'è della violenza, viene curata, il tutto dettagliato e curato. Non annoia mai! Buon finale.
Jane Levy: un attrice bella, brava, interpreta bene la parte, ha fascino ed carisma. una gran ritorno sul set. Promossa a pieni voti. Stephen Lang: è lui il vero attore del film, personalità e interpretazione ottima! Dylan Minnette: buona la sua parte, interpreta la parte, ha personalità e carattere!
Il regista, già capace di far un remake di un noto film horror, scrive la sua pellicola thriller, violenta, con dettagli e colpi di scena di spessore! Si prende il merito di scrivere il genere thriller. Promosso.
Film consigliato, meritevole di visione. Un b-movie di tutto rispetto!
ottimo film di alvarez che realizza un film carico di tensione e colpi di scena ed in cui spicca un incredibile Stephen Lang. alvarez si dimostra un ottimo regista che gestisce magnificamente i tempi, il film ingrana praticamente da subito, la tensione non cala mai e si rimane col fiato sospeso fino al finale.
Ma che sorpresa sto Man in the dark! No me lo aspettavo assolutamente! Ritmo e tensione fino all'ultimo secondo. Validissima la regia di Alvarez! Forse qualche esagerazione di troppo (vedi spoiler), ma può starci per il genere (più)thriller/(che)horror...
Man in the dark è un film strapieno di cose improbabili, forzature, irrealismo e citazionismo: proprio per tutto questo va apprezzato il lavoro di Alvarez con una regia non banale, che si concentra sulla messa in scena dopo aver deciso volutamente di azzerare l'aspetto psicologico dei personaggi, semplici character che agiscono come strumenti della tensione. L'atmosfera thrilling riesce a reggere nonostante qualche scena telefonata e alcune cose già viste, ma qua e là ci sono dei lampi di genio interessanti (uno su tutti la sequenza al buio nello scantinato). Godibile senza inventare nulla.
l'anziano, che è pure cieco, sembra una vittima indifesa ed invece si difende molto bene!!!! i ragazzi sottovalutando l'avversario faranno la fine del topo. L'unica che si salva è la ragazza ma si salva per poco! Molto belle le scene nella casa dove la tensione è sempre alta, specialmente quando il cieco toglie la luce. poi il colpo di scena che lui tiene la ragazza che ha ucciso sua figlia, in cantina, e la vuole ingravidare per avere una sostituta della figlia morta!!!
Il film è colmo di assurdità dall'inizio alla fine, nonostante questo intrattiene a dovere e Fede Alvarez si dimostra ancora una volta dopo il remake de "La Casa" un regista decisamente capace e dalle idee chiare, sà bene come muoversi e di saper gestire la suspense. Oltretutto la pellicola presenta un'ottima fotografia, azzeccate le musiche, buona anche la recitazione da parte del cast. Sebbene la sceneggiatura presenti delle forzature, l'ho trovato comunque un bel thriller al cardiopalma. Non chissà quale capolavoro ma il voto positivo è d'obbligo.
Poteva essere e lo è stato per quasi tutta la durata davvero un bel film, a guastare un po' la festa un finale prolisso ai limiti del surreale, d'accordo la suspance, d'accordo il creare qualche colpo di scena ma bisogna stare attenti a non farsi prendere la mano per non scadere nel ridicolo. Tolta questa nota dolente non di poco conto i restanti 80 minuti sono veramente buoni, la storia coinvolge e appassiona oltre a creare la giusta tensione. Buon film.
Dopo il sorprendente remake de "La casa" il regista Alvarez gira un altro horror stavolta da un'idea "originale". Tre ladruncoli intrappolati nella casa di un ex soldato rimasto cieco e in cerca di vendetta. Si noterebbe subito un certo "gia' visto" di alcune situazioni eppure pur non trattando temi nuovi questi vengono proposti con una buona dose di sequenze sorprendenti e cariche di tensione. In effetti la tensione non ti lascia quasi mai. Basta questo per me quando guardo un thriller uscito appena l'anno scorso. Le scene con il cane sono terrificanti... Promosso.
Thriller (per favore non chiamatelo horror) di buona fattura, decisamente poco originale nella trama ma apprezzabile sotto il profilo emotivo. Alvarez è bravo a costruire una pellicola solida nonostante le doti attoriali di alcuni interpreti lascino a desiderare e la vicenda sia praticamente ridotta all'osso. Ma la tensione non manca e lo spettatore è catturato grazie anche alla buona prova del veterano padrone di casa. Insomma, nulla di memorabile nè tanto meno originale ma senza dubbio un film che si lascia apprezzare.
Variazione di un soggetto non troppo originale (da La casa nera al recente Shut In, per citarne due, ma anche la figura del cieco che ricorda Late phases), questo survival di Alvarez si rivela comunque un buon lavoro; regia e confezione sono di livello così come la costruzione della tensione e il cast offre prove decorose, su tutti l'ottimo Lang. Non mancano alcuni momenti forti e le scene con il cane feroce sono girate molto bene; mantiene un'atmosfera piuttosto opprimente e qualche snodo narrativo, pur improbabile, è meno scontato del solito.
Un horror che definirei un thriller fatto bene e con risvolti inaspettati.Non lo definirei un horror perche' non e' la solita storia dei tre ragazzi nella casa di uno psicopatico che li fa fuori uno a uno tra spargimenti di sangue e scene splatter.Questi gli vanno in casa per rubaargli i soldi e il primo che il vetrano cieco fa fuori stava per ammazzarlo lui,quindi e' la cosi' attuale,in Italia,"Legittima difesa"Poi come detto il film prende risvolti inaspettati.
il cieco teneva prigioniera la donna che aveva investito e ucciso sua figlia,non solo per vendetta ma l'aveva anche messa in cinta,perche' gliene desse un'altra e non con un rapporto ottenuto con la violenza ma con la fecondazione assistita.QUesto lo trovo un po' forzato,il veterano di guerra che e' anche uno scienziato che fa la fecondazione in vitro,vabbe.
questi risvolti portano lo spettatore a "parteggiare" prima per i ragazzi,che seppur ladri,vengono dipinti,soprattutto la ragazza quasi come "bravi ragazzi" con lei che ruba nelle case solo per avere i soldi per lasciare sua madre alcolizzata e risposata con un farabutto,e andare ad abitare in California con la sorellina.Ma nella casa di quest'uomo cieco e distrutto dal dolore,ci vanno senza scrupoli perche' pensano non sappia difendersi,allora si passa a "parteggiare" per il veterano.Che poi ha quel "lato oscuro" insomma un continuo ribaltamento di fronte.Il film crea la giusta suspance la scena
anche questo non lo definisce horror in quanto si puo' dire che finisce bene,a differenza degli horror classici.La ragazza vive coi soldi e con sua sorella,l'uomo non rimane ucciso anche se dovra' vivere con il suo dolore
un bel film che sa tenere sempre sveglia l'attenzione di chi lo guarda
Film scarno e imbastito su una sola idea, dove Lang ci regala un cattivo memorabile. Peccato per gli altri attori assolutamente non all'altezza. Parte molto bene e via via si americanizza un po'troppo. Ma anche se rallenta, il tutto regge fino alla fine.
Godibile home invasion, incensato da molti e bastonato da altri. Io sto nel mezzo, visto che mi son divertito in compagnia di Man in the dark senza tuttavia esserne rapito totalmente. Diretto da Fede Alvarez (già regista del remake de La casa), pupillo di Sam Raimi, questo thriller-horror garantisce un'ora e mezza di suspense, basando tutto il canovaccio sul classico gioco del gatto col topo, solo a parti invertite: infatti questa volta la persona aggredita diviene carnefice e non vittima. Girato sapientemente dal direttore sud americano, che mostra di saperci davvero fare dietro la MDP, la pellicola intrattiene, regala qualche bella sequenza (la scena ad infrarossi, il primo incontro con il padrone di casa)e nel complesso la sceneggiatura regge malgrado qualche forzatura qua e là. La fotografia è molto curata ma forse eccessivamente patinata, aspetto che stona con la lugubre casa del protagonista. Ottimo il lavoro svolto da Stephen Lang proprio nei panni del protagonista cieco, in una prova solida e dal giusto sinistro carisma. Il resto del cast si limita al compitino, eccedendo in qualche stereotipo evitabile. Man in the dark non è certamente un film che vuole incutere inquietudine e paura, ma ha i suoi momenti indovinati: tensione, violenza e un po' di sangue rendono il lato horror del titolo tutto sommato accettabile. Indubbiamente non ci troviamo dinanzi un'opera particolarmente significativa, il tutto fila via senza lasciare molto e a 24 ore dalla visione già qualche particolare inizia a sfuggirmi. Sa anche di già visto, ma la regia di Alvarez sopperisce parzialmente a questo difetto. In definitiva un prodotto sufficiente, forse trascurabile ma adatto per una serata tranquilla con pop corn e birrozza fredda.
Decisamente un buon thriller, non si tratta di un horror. È ben fatto, tutto funziona a meraviglia a parte qualche esagerazione ed un leggero tocco di trash. Secondo me un ottimo intrattenimento, la lunga sequenza finale merita.
Mi è sembrato di rivedere il fulciano "La casa nel tempo". Nonostante le differenze di budget e di epoche tra i due film, quest'ultimo film di Alvarez mi è sembrato ben peggiore del già non eccelso antenato. Almeno nel film di Fulci c'era quella dose di ironia cattiva che contraddistingueva, come un marchio di fabbrica, le opere del maestro. Qui francamente sono arrivato alla fine di questo impersonalissimo film non vedendo l'ora finisse. Il vero horror è stare a guardarlo.
Tre ladri, convinti di essere di fronte al più facile dei colpi, si imbattono in un ex militare cieco, ma non per questo indifeso… Il soggetto può ricordare La casa nera di Craven, anche se quest'ultimo era impostato in maniera completamente diversa, molto più horror, grottesco e ironico. Man in the dark ha dalla sua un buon ritmo narrativo, una interessate ambiguità dei personaggi - l'anzianotto nerboruto interpretato da Lang è un character davvero riuscito – e qualche colpo di scena sul finale.
memorabile il tentativo da parte del cieco protagonista di inseminare la giovane protagonista, con relativo disgustoso epilogo! Anche la scena di lotta con il tenace cane è ben realizzata
buon home invasion con una trama in parte originale e in parte scontata e banale .. le due cose si equilibrano,quindi alla fine ci si diverte abbastanza anche se il gore e la suspense non sono certo di alto livello .. Bravini gli attori soprattutto il padrone di casa..
Questo sarebbe un horror? Ma per piacere dai, forse è un thriller.
Il film ha anche una buona idea. Inizio promettente. C'è una banda, una casa, un padrone di casa particolare e poi qualche piccola sorpresa. Ma non prende mai un genere preciso e questo lo rende leggero in tutto quel che si vede. Dopo un ottimo inizio, non è così accattivante per uno spettatore appassionato horror. Non memorabile la recitazione dei tre giovani attori nel ruolo di ladri.
Il film dura pochissimo, per fortuna. Non spinge in alcuna direzione di genere, poteva essere anche più lungo puntando un genere specifico...
Come fa a liberarsi dalle manette il cieco dopo che lo hanno incatenato nella "stanza segreta" ?
Come ha fatto il cieco ad arrivare alla ragazza quasi alla fine, lontano da casa in un ambiante a lui non proprio noto in cui potersi muovere come invece accettabile in casa sua ???
Inoltre il cieco come fa a colpire proprio la caviglia della ragazza, non avendone minimamente cognizione della posizione quando la cattura fuori dall'auto in fuga?
E' un buon home invasion, ma dal mio punto di vista Alvarez potrebbe dare di più in contesti più splatter e demonici (bellissimo il remake de La casa). La parte finale è quasi inebriante per la tensione che sprigiona a più riprese, ma resta l'impressione di aver visto solo un'altra micro-variazione sul tema. Stephen Lang regge il film quasi da solo. Fede, ogni tanto ci si può abbassare al livello dei comuni mortali, ma il Male metafisico ti compete di più.
Primi 45 minuti veramente ben realizzati e che riescono a creare una discreta tensione, poi il ritmo cala e nel finale i tanti colpi di scena, alcuni in pieno stile "americanata", lo rovinano. Metto un 5,5 mediando il 7 della prima parte con il 4 della seconda.
Fede Alvarez conferma di essere un ottimo regista in questo genere di film. Dopo l'apprezzatissimo (almeno per me ) remake de " La casa" compie un'altro centro, cambiando totalmente le atmosfere ma mostrando di sapere sfruttare a dovere tutti i punti di forza del genere. Aiutato da un ottimo cast , musiche e dall'atmosfera generale che permea l'intera opera . Ad avercene thriller/horror di questa fattura.
Passi quando lasciano il titolo originale in inglese, ma addirittura cambiare il titolo autentico per sostituirlo con un altro sempre in lingua americana è una cosa che fa ridere i polli; non era 300 volte meglio intitolarlo "Non respirare"?...No, qui in Italia siamo tutti diventati "What's America", se non mettiamo il titolo figo in Inglese non fa tendenza, quindi cosa c'era di meglio se non "MAN IN THE DARK"?!? Voi non dareste quattro sganassoni ai distributori italiani dandogli dei rin********ti? io si, e ci godrei a farlo.....quando vedo questi mezzucci da bambini down per portare la gente al cinema mi saltano i nervi; un pò si, ma non esageriamo con le commercialate perfavore, non tutti gradiscono queste porcate.....
Ora, dopo il mio inutile sfogo, diciamo due parole su questo film di Fede Alvarez.....stranamente demolito da tanti classificandolo come il solito orrorino da quattro soldi pieno di "Jumpscare" e canovacci dei "ghost movie". Sinceramente non condivido molto; diciamo solo in parte. Effettivamente la pellicola è molto patinata(la fotografia è bella ma troppo luminosa per un film del genere); nel contesto i teen ager protagonisti ci potevano anche stare(magari lavorandoci un pò di più senza farli risultare i soliti ragazzini ********* degli horror fatti con lo stampino); alcune situazioni erano davvero fighè(sopratutto nelle scene al buio) e l'idea di base non era affatto male, anzi secondo me era pure piuttosto originale(ragion per cui non capisco chi sostiene che non aggiunge niente di nuovo....ma perchè, quanti film si sono visti dove il carnefice è un soldato veterano cieco? forse alcune situazioni non sono proprio originali, ma il soggetto lo è eccome; non criticano "L'evocazione" che è una compilation fatta male di film famosi, e accusano questo di poca originalità?...mhà, vacci un pò a capire). Purtroppo, quello che davvero mi ha infastidito(oltre al già citato titolo) è la presenza di scene forzate che non sono nemmeno coerenti....
ATTENZIONE SPOILER
1) Un cieco perfettamente in simbiosi con l'oscurità non riesce a sentire la presenza di una persona in un corridoio stretto quando gli passa a un centimetro? IMPOSSIBILE....
2) Il carnefice strappa i pantaloni alla povera protagonista imprigionata per fecondarla con una provetta, e qualche scena dopo(mentre cammina a carponi dentro l'auto per sfuggire al cane) i pantaloni sono MAGICAMENTE tornati integri(Ah Ah Ah Ah...a rincogliòniti, manco Vanzina fa ste cazzàte tra un pò); poi aggiungo che queste scene di violenza carnale alle donne(edulcorate) stanno diventando un clichè davvero stupido(guardate Eli Roth con "Green Inferno"...li uguale...era nuda, e poi esce dalla tenda indigena con tanto di reggiseno...ma va a cagàre va)....
3)Alla fine del film la polizia(tramite le impronte digitali e gli esami della scientifica) non riesce a capire che c'era anche un altra persona?
Insomma, il film non mi è dispiaciuto prchè era girato benino, aveva(come ripeto) una bella idea e alcuni momenti erano inaspettati, però certo, se ci avessero messo un pò più di impegno e avessero eliminato quegli elementi da filmetto horror prestampato sarebbe stato meglio; provate ad immaginare se lo stesso soggetto fosse andato nelle mani di David Fincher(tanto per dirne uno).....un occasione mezza sprecata....
Sinceramente tutto questo successo per questo filmettino non l'ho capito. E dire che Alvarez aveva sorpreso positivamente con il remake de "La Casa", invece qua è tutto molto banale e si arriva alla fine prevedendo tutto quello che succede. Certo è che tutto scorre, ma non basta ciò a rivalutare un thrillerino che cerca sempre il salto sulla sedia (e non ci riesce x quanto mi riguarda) ed è impregnato di cose assurde che non riescono a farlo essere credibile.
Tecnicamente ineccepibile, girato ottimamente e con una fotografia impeccabile, narrativamente invece traballa molto, trama semplice che si trasforma presto in una caccia all'uomo, un ritmo intensissimo e le sequenze adrenaliniche si sprecano, forse talmente tanto che quando l'adrenalina diventa abitudine non fa nemmeno più effetto. In questo senso la ridondanza è dannosa e il film soffre parecchio, specie nella seconda parte. Horror mascherato da thriller o thriller mascherato da horror, cambia poco, sufficiente prodotto che però non aggiunge molto a quanto gia visto.
Teso e coinvolgente. Man in the dark si giova di una scrittura equilibrata e asciutta, di una regia coinvolgente e mai sopra le righe e di un ritmo serrato fatto di soluzioni mai banali o prevedibili. Una trama semplice solo in superficie e con un uso sapiente del colpo di scena. Man in the Dark costruisce progressivamente una vorticosa spirale di terrore misto a inquietudine, svelando una vicenda più ampia del previsto.
Abbiamo visto in dvd questo film ieri sera. I colori sono molto vivi, come si usa dire oggi saturi, bella la fotografia e credibili i tre ragazzi e le storie ritratte, le immaginiamo reali in quelle periferie d'america. E' un film di tensione, un horror nel senso della paura del momento e delle cose pesanti che succedono, ma naturalmente nulla di sovrannaturale. Chiaramente questi film devono essere visti senza pensare a tutto quello di improbabile che contengono, altrimenti si potrebbero smontare molti passaggi e piu' o meno tutti gli eventi raccontati. P.S. Ho sempre avuto grande avversione per i Rotweiller
La lista sarebbe interminabile, ma basta dire che un cieco non puo' riuscire a rapire e rinchiudere una donna in cantina, nemmeno farlo senza essere scoperto. Ipotiziamo che l'avesse convocata per riceverne le scuse fingendo un bisogno consolatorio, l'automobile? Poi la donna sarebbe andata li' da sola e senza dire nulla a nessuno? Il quartiere poi e' la prima cosa poco credibile, il ritaglio di giornale che la donna ha con se', dato ovviamente a lei dal vecchio che, da cieco, lo ritaglia? Mi fermo qui, perche' se parliamo degli eventi al buio e di tutto il resto facciamo sempre un'operazione contraria a tenere in piedi l'impalcatura che sorregge il film
Se dalla sua possiede un lato tecnico invidiabile, l'ora e mezza è molto banale. Il tutto si basa su qualche trovata, anche carina, ma il legame con i protagonisti come con il proprietario di casa vanno a disperdersi, perdendo un poco il contatto con la realtà.
Non è assolutamente un horror, né ha pretesa di esserlo, come suggerirebbe il poster o la campagna che se ne fece. E' però un buon thriller, un survival thriller, in alcuni momenti forse ridondante perché punta a instaurare tensione come aveva fatto poco prima, ottime alcune scelte di regia però, come il fatto che ci venga presentata la casa, ottima l'interpretazione del marine cieco. Personalmente credo che le scene al buio siano la parte girata meglio, ma tutto ciò che ci presenta una situazione di so-non so rendono migliore il film. Il problema però del film risiede in una sceneggiatura forzata in troppi punti, per carità verosimile, ma ci ritroviamo a dire "assurdo" più di una volta, perché alcune cose avvengono solo per un allineamento particolare dei pianeti. Strepitosa la panoramica iniziale con quella carrellata verso giù... Insomma, un bel film, con tante ottime cose, ma dei difetti che gli abbassano il voto di almeno mezzo punto
Da uno che è riuscito a non uscire con le osse rotte dal remake de 'La Casa' c'era da aspettarselo un gioiellino alla prima opera libera da commissioni (produzione di Sam Raimi oramai è entrato nella sua scuderia), sebbene abbia tentato di minarsi il campo da solo, utilizzando una trama a monotema, in cui prevedi già la reiterazione della narrazione e delle scene. Se ne 'La casa' l'obiettivo dei ragazzi è un periodo di villeggiatura, in questa di casa l'obiettivo è uscirne, e per impedirglielo la sceneggiatura come è ovvio che sia si incanala in tunnel di forzature, che non danno più di tanto fastidio, a mancare è la tridimensionalità dei personaggi, purtroppo resi ad una serie di macchiette, unica a cui ci si degna di abbozzare è la famiglia disfunzionale di Rocky che sa tanto di stereotipo per 'comprendere' la brutta strada che ha intrapreso, per empatizzarla ci basta la cantina del cieco, classico coup de théâtre che non ti aspetti e che capovolge la simpatia dal cieco verso i ragazzi o comunque questo è il tentativo. Tutto sommato la tensione non manca e la scarsa ora e mezza non pesa sebbene l'ambientazione sia la stessa. Chiudo con Lang che va per le 65 primavere ed ha un fisico pressoché scultoreo.
Nelle mie valutazioni dei film hanno un gran peso le idee, e l'idea di fondo di questo film non è affatto male...di positivo c'è che riesce a mantenere la tensione fino all'ultimo ed il finale non è banale o scontato come si potrebbe pensare...di negativo qualche forzatura di troppo...comunque merita!
Man in the dark propone na situazione semplicissima e viene portata avanti fino alla fine. In poche parole è un continuo gioco al gatto con il topo in cui l'handicap dell'uomo cieco possono a volte diventare un vantaggio a danno degli invasori esterni. E' un film quindi che si sviluppa unicamente sulla tensione che scaturisce da questa dinamica, con momenti anche pregevoli quando il buio assoluto "illuminato" dalla camera ad infrarossi mette in condizione di creare la migliore sequenza del film. Il lavoro di Alvarez è di buona fattura sotto l'aspetto tecnico, meno sulla scrittura dei personaggi che tutto sommato sono neutri e sul qualche situazione come il colpo di scena a metà film che rimane un po' fine a sé stesso, forse per paura di entrare in un campo minato. Buona la prestazione di Lang, un cattivo con carisma e personalità.
Ennesima volta che un film dal bel titolo originale viene distribuito con il solito inglesismo da quattro soldi! La pellicola è carina, piuttosto ansiogena e dal clima teso per quasi tutta la durata. Molto bene il cast specialmente Stephen Lang nella parte del veterano orbo che incute parecchia inquietudine. Per me la regia di Alvarez è stata ottima essendo che quasi tutto se lo gioca in una casa nell'oscurità, i movimenti di macchina sono ben calcolati ed interessanti con chiari spunti presi dal mentore Raimi. Peccato per qualche colpo di scena che spinge la sceneggiatura verso alcune derivazioni opinabili oltre che assurde con addirittura cose inspiegabili ed impraticabili
tipo la ragazza che ha ucciso la figlia mostra ai due protagonisti un ritaglio di giornale in cui si parla di lei scagionata dalle accuse...immagino quel ritaglio glielo abbia fornito (non si sa per quale motivo) l'aguzzino. Scusate ma è un giornale in braille? come diavolo ha fatto un cieco a ritagliare proprio quel pezzetto di articolo??
Comunque sorvoliamo per quanto possibile e diamo i giusti meriti a quelle parti riuscite di praticamente tre quarti di film.
Buon thriller che ti tiene in ansia praticamente per il 90% della durata!!! Lineare non ridicolo,scorre che è un piacere..unica pecca il finale che a mio modesto parere poteva finire meglio
Grandissima scoperta, che poi tanto scoperta in fondo non è, dato che è già da un po' che sentivo parlare di questo film e, leggendone una breve trama, mi ero fatto una positiva impressione su di esso. Certo pensavo ad un buon lavoro, ma niente di più ed invece eccomi a commentare quello che, dopo "The Neon Demon", ritengo essere uno dei migliori horror (anche se qui forse si dovrebbe parlare più di thriller probabilmente) del 2016. La storia è molto intrigante, si potrebbe parlare quasi di un home invasion al contrario, dove i ruoli spesso si invertono, rendendo la visione di questo "Don't Breathe" (o "Man in the Dark" fate voi) molto intrigante, e generando molta curiosità nello spettatore, soprattutto per quello che succede nella prima parte. Devo quindi fare i miei complimenti al regista, tale Fede Alvarez, il cui nome è legato al remake de "La Casa" che, in quanto remake, non ho guardato e mai guarderò, per cui la mia valutazione su di lui si basa esclusivamente su quanto visto qui. Già gli avvertimenti iniziali mettono di buon umore e pure la primissima immagine ha il pregio di catturare, anche se effettivamente svela più di un indizio sul come debbano andare a finire le cose. I 3 ragazzi, inizialmente protagonisti appaiono subito piuttosto sfigatelli e disorganizzati, facendo così aumentare la consapevolezza che da lì a poco se ne possano vedere delle belle. Tale impressione viene positivamente confermata da un'ottima tensione che si rivela palpabile già fin da subito, ma la cosa che piace di più è che questa tensione la subiscono proprio coloro che in realtà dovrebbero essere gli aggressori, riconducendoci così al concetto di home invasion al contrario di cui andavo sproloquiando appena sopra. Tutto ciò si riflette perfettamente sulla faccia della ragazza, per la quale solo che disattivare l'allarme si rivela essere una terribile fonte di ansia, ben trasmessa pure allo spettatore grazie ad una prestazione convincente, alla pari di quella del povero vecchio indifeso. Ed è proprio quest'ultimo poi che ritengo essere il vero valore aggiunto, con quel mix di inquietudine misto a pena che il regista riesce a far provare nei suoi confronti. Tutto il film infatti si basa sulla contrapposizione tra buono e cattivo, dove i personaggi passano da prede a cacciatori nel giro di poco, rivelando col passare del tempo sfumature caratteriali inizialmente celate (vedi per esempio ciò che succede al piano di sotto). La regia mi ha convinto molto, facendomi in primis apprezzare il modo in cui la macchina da presa si muove quando i ragazzi entrano in casa ed in secundis, cosa assai più difficile dato che le gradisco il giusto, rendendomi le scene al buio meno fastidiose. Il pregio è sì quello di lasciare comunque un velo di luce che riesce a far distinguere ciò che sta succedendo, ma anche quello di trasmettere la sensazione che finalmente si può giocare alla pari. Alcuni primi piani sono fantastici, tipo quello del vecchio mentre stringe al collo il ragazzo, o quelli della ragazza mentre striscia verso la salvezza, minacciata da quel simpaticone a quattro zampe che forse avevamo accantonato troppo presto, ma che si rende protagonista di una delle scene più belle in assoluto, ovvero quella in macchina. In questi casi la cosa più difficile è quella di limitare le situazioni grottesche ed irreali, che hanno penalizzato molti lavori, anche recenti. Pure qui infatti a volte si esagera e si va un tantino oltre a quello che la logica vorrebbe, ma tant'è che alla fine si riesce a perdonare quasi tutto, perfino i tentativi di fecondazione assistita che francamente avrei risparmiato. Quando manca ormai poco, sale poi la convinzione che con super finale si possa rischiare il 10/10; ovviamente ciò non accade, anche se l'epilogo è buono, seppur lontano da due o tre idee diverse che mi balenavano nel cervello (ma si sa che io non faccio molto testo).
Detto ciò, visto quello che gira ultimamente, ritengo che di sti tempi ci si debba accontentare, soprattutto quando ci si trova davanti a prodotti così interessanti.
Un house invasion al contrario, dove chi entra resta in balia del proprietario di casa. Non mi ha convinto granché onestamente, va bene l'essere un ex soldato e quindi aver una preparazione fuori dal comune, però è pur sempre un cieco contro tre persone, che non riescono quasi mai a metterlo in difficoltà. La storia regge fino ad un certo punto, a metà film succede qualcosa che cambia leggermente le carte in tavola, anche se non si spiega
come un cieco abbia potuto rapire la donna che le ha ucciso la figlia, mettere il suo sperma nella provetta e tutte le altre cose assurde
da qui prosegue il tentativo di fuga dei ragazzi che si trascina fino ad un finale non molto palpitante. Credo che sul genere ci siano molti film migliori di questo e che lo si possa tranquillamente trascurare.
un film che si fa seguire, giusto suspance per tutta la durata, consiglio di vederlo in tarda serata..fa sicuramente più effetto...non mi è dispiacito affatto per avere degli attori quanto meno un po anonimi..
Nessun horror, ma un thriller abbastanza buono. Più per la trama, il suo pregio è nella fase di tensione che riesce a trasmettere per tutto il film. Sembra una caccia all'uomo che non finisce mai. Nella realtà basterebbe ammazzare tutti un pò prima e buonanotte...
Film abbastanza anonimo, nulla di particolarmente eclatante. Comunque si lascia guardare, al di là delle inverosimiglianze e delle forzature che abbondano un po' ovunque. Il ritmo è alto, e non annoia mai, anche se il fatto di essere girato quasi interamente al buio può dare fastidio alla lunga. Buona la regia con un piacevole piano sequenza iniziale nella casa. Tante citazioni, su tutte quelle a "Furia Cieca" e "Cujo", che comunque suonano abbastanza intelligenti e quindi ci stanno senza appesantire la visione. Un film sufficiente ma nulla più, che 10-15 anni fa avrebbe a malapena strappato un 6; il fatto che oggi molti lo osannano, dimostrano quanto è caduta in basso la qualità dei thriller/horror negli ultimi tempi.
un peccato, perché poteva essere un film carino. effettivamente fa il suo dovere, cioè intrattenere, ma è condito da una serie di assurdità che con tutta la buona volontà non si possono trascurare.
che raggiungono l'apoteosi quando il finto cieco (probabilmente i soldi in più che aveva nella cassaforte erano quelli della pensione di invalidità) tira fuori il suo sperma congelato per inseminare la ragazza. no vabbè, ciao
Filmino perfetto per una serata con la testa dentro al sacchetto di pop corn nel quale sono stati praticati due fori per gli occhi. La serata è servita e profumata
Film discreto, in una panorama horror che in questi ultimi anni è più che desolante. Qualche idea buona, qualche esagerazione, ma tutto sommato un film godibile.
Thriller/horror piuttosto teso. Trama stringata, ma efficace. Visivamente non è male. Alcune scene, come quella che cita Cujo, non sono male, altre invece troppo forzate. Complessivamente un film guardabile per gli amanti del genere.
SPOILER Niente di nuovo,dialoghi ridotti al minimo e tensione altrettanto a livelli medio-bassi,alcune situazioni forzate e improponibili (la continua risurrezione del ragazzo e la troppa destrezza del cieco,sembra quasi un vedente). Intrattiene nonostante gli attori siano mediocri.
Film che si riesce a vedere solo negli ultimi 20 minuti...in quanto la prima ora e' totalmente al buio! odio i film in cui non si vede niente, quindi il voto e' per il motivo per cui il vecchio aveva segregato la prima ragazza e voleva farlo poi con la protagonista...e la "luce" degli ultimi venti minuti...altrimenti sarebbe 4
In linea con tutti i film thriller/horror del momento....assolutamente mediocre banale e ridicolo in tutto....a volte penso che sceneggiatori e registi pensino che lo spettatore medio sia stupido o ritardato. Troppe scene sarebbero da citare...cmq il cieco sara' uno di quelli che prende la pensione di invalidita' fasulle perche' ci vede "chiaramente" meglio di me.
bah... altra fiera del già visto. Insopportabilmente immerso nella solita luce verdognola.... ma keppalle.... sequela di crescenti assurdità, intercalate da qualche BU telefonatissimo.
Assai improbabile la caratterizzazione del personaggio di Lang, troppo abile per essere un non-vedente, e poco ficcante la storia in sè, anche se non manca di ritmo e scene interessanti. Nel complesso, il film di Alvarez non annoia e si lascia guardare, essendo un thriller modesto nei mezzi e nello script, regalando sprazzi di atmosfera nera, ma non pare poter ambire a traguardi maggiori di una sufficienza.
Buon thriller caratterizzato da pochi ma solidi elementi con una ottima regia ed interpreti (escluso uno forse) . Da annoverare soprattutto una scena alquanto disgustosa e quella che (credo) possa essere considerata una citazione A the lost World Jurassic Park