La caduta del fascismo e la lotta di liberazione attraverso le vicende di due amici, Alfredo e Olmo, che si trovano spesso su due opposti fronti, senza mai dimenticare il legame della solidarietà.
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Anni, anni che cercavo di vederlo, non perché mi fosse difficile reperirlo, ma perché la durata è molto lunga, e seppur si suddivida in due atti, è chiaro che bisognava trovare il tempo per vederli abbastanza ravvicinati uno con l'altro. Novecento è una saga epica nel senso etimologico del termine. Attraverso la metafora di due bambini, Olmo e Alfredo, nati lo stesso giorno di inizio Novecento (lo stesso della morte di Giuseppe Verdi), vengono mostrate le contraddizioni e le ambiguità di mezzo secolo e di una terra (il XX secolo in Emilia-Romagna). Si tratta di un film che esce dallo schermo funzionale del cinema per entrare direttamente nella Storia e ancora oggi mantiene una struttura e una forza visiva unica. La fotografia, infatti, mescola colori caldi e freddi sulla pellicola come un pittore, e che raccontano l'avvicendarsi delle stagioni (la storia comincia e finisce in estate). I due ragazzi una volta cresciuti sceglieranno strade opposte: Olmo abbraccia le idee comuniste e diventa capo-partigiano nella sua zona guidando la rivolta e la Liberazione; Alfredo, figlio del padrone, erediterà le sue terre e diventerà un latifondista con il favore dei fascisti subendo una sorte amara per questa sua scelta. Nonostante le diverse vedute i due manterranno comunque una salda amicizia e un rispetto reciproco. Il film si conclude con il gioco tra i due amici, simbolo della fine di un'epoca. il film di Bertolucci dunque si pone fin da subito come "epica" nel senso di narrazione popolare: la storia raccontata ha il sapore delle antiche saghe famigliari ma immerso in un'ambientazione storica e sociale di stampo popolare; non sono i protagonisti a emergere quanto le comparse, la popolazione (quella vera della bassa emiliana) con tutto il suo carico di tradizioni, vernacoli, musiche e balli. Per la parte attori, Robert De Niro e Gérad Depardieu fanno un'interpretazione veramente ottima. Ed un'ottima interpretazione la fa anche il compianto Donald Sutherland, interpretando un personaggio tra i più cattivi che visto. Oltre i protagonisti c'è un cast di attori veramente formidabile, a partire dai "mostri sacri" come Burt Lancaster e Alida Valli. Come non sottolineare poi la straordinaria colonna sonora di Ennio Morricone, con tratti da melodramma verdiano sottolinea i passaggi più drammatici della sceneggiatura e permette a Bertolucci di tratteggiare un film unico e per certi versi straordinario. Un affresco grandioso dei primi 50 anni del Novecento, raccontando le lotte proletarie, la Grande Guerra, il ventennio e la violenza fascista, la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza e la Liberazione. Se devo scegliere il primo atto mi è piaciuto molto di più, i primi 25 30 minuti sono da 10, il secondo atto è fatto sicuramente molto bene, ma nel finale ho notato una propaganda un po' troppo lunga, che si poteva abbreviare, ma la scena finale è una delle più belle che visto in un film. Capolavoro che rientra senza ombra di dubbio tra i film italiani più belli di tutti i tempi.