still life (2013) regia di Uberto Pasolini Gran Bretagna 2013
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still life (2013)

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locandina del film STILL LIFE (2013)

Titolo Originale: STILL LIFE

RegiaUberto Pasolini

InterpretiEddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Andrew Buchan, Neil D'Souza, David Show Parker, Michael Elkin, Ciaran McIntyre, Tim Potter

Durata: h 1.27
NazionalitàGran Bretagna 2013
Generecommedia
Al cinema nel Dicembre 2013

•  Altri film di Uberto Pasolini

Trama del film Still life (2013)

Meticoloso e organizzato al punto da rasentare l'ossessione, John May è un lavoratore comunale incaricato di rintracciare il parente più vicino di coloro che sono morti in piena solitudine, entrando a pieno nei dettagli delle loro esistenze. Quando il reparto per cui lavora viene sottoposto a dei tagli, John deve sforzarsi per portare a termine il suo ultimo caso, andando incontro a un liberatorio viaggio che gli permetterà infine di cominciare a vivere appieno la sua vita.

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Voto Visitatori:   7,63 / 10 (64 voti)7,63Grafico
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Voti e commenti su Still life (2013), 64 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

BigHatLogan91  @  26/10/2024 23:39:37
   7½ / 10
Nonostante la lentezza, è un film ben scritto, che tocca le corde giuste.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  17/03/2024 20:50:33
   7 / 10
Un film delicato, minimale e con una certa, persistente, tristezza di fondo (del resto quale sentimento sarebbe più appropriato per descrivere la solitudine?). La conclusione è un finale forse un po' artificioso ma comunque bellissimo in cui il protagonista (un bravissimo Eddie Marsan) riceve ciò che ha dato, chiudendo un virtuale cerchio.

Setter57  @  21/02/2024 20:31:18
   8½ / 10
Non so se si possa fare una recensione così, ma io ci provo...alla peggio me la banneranno e quindi questo è il mio semplicissimo commento:

Sta tutto nello spoiler.


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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  27/02/2021 13:10:27
   8 / 10
un film delicato,profondo,essenzialista nella fotografia e nei dialoghi , ha un grande protagonista in Marsan , bravo nella recitazione e giusto come figura piccola e all'apparenza insignificante .
pellicola lineare e piacevole nella stesura ,offre diversi momenti di gelida tensione che per quanto forte non scoppia mai in rabbia o in un sentimento forte , tutto è taciuto nel segno di un rigore e di un rispetto di altri tempi .

jek93  @  21/09/2018 10:05:46
   8 / 10
Per la sua originalità elegante, la sua trama convincente e un contorno attoriale e registico davvero ottimo, Still Life si merita un 8 pieno. Davvero sottovalutato.

Paolo70  @  07/09/2017 21:24:56
   6½ / 10
Film lento per lunghi tratti monotono e ripetitvo con un finale in crescendo commovente e che da degli spunti di riflessione. Bravo il protagonista.

Overfilm  @  25/12/2016 15:00:45
   10 / 10
Uno tra i 2 film piu' belli visti nel 2016 (sebbene il film sia del 2013) insieme a "Ben X" (altra perla poco conosciuta).
Un gioiello di film che andrebbe proposto spesso e che invece ho visto per un caso fortuito.
Invito a leggere i commenti degli altri utenti perche' sottolineano alcuni dei tanti dettagli da apprezzare in pieno vedendo il film magari anche piu' d'una volta.
Al di la' di una singola analisi di regia, sceneggiatura, fotografia, colonna sonora etc..., un film e' anche, anzi soprattutto, "cosa" ti trasmette nel suo complesso... e qui il risultato e' eccellente.
Son probabilmente diverse le ragioni che inducono questo John May (che anche dal modo di vestire sembrerebbe semplicemente un freddo impiegato e che invece, per splendido contrasto, e' persona sensibilissima) a fare quello che fa.
Alcuni utenti hanno sottolineato come sia la paura di rimanere (una volta deceduto) a sua volta dimenticato, a spingerlo a fare tutto ciò che fa.
Io non penso sia una ragione cosi' "egoistica" a far muovere il nostro... eroe(!).
Le motivazioni che spingono John in realta' sono tante altre!
Una, forse la meno importante, e ' quella che in John May ci sia il pensiero che costoro, nelle immediate ore successive alla loro morte, possano forse dare ancora un'ultima occhiata al mondo e vedere se e come vengono ricordati... (le "omelie personalizzate" sono scriitte per eventuali persone che parteciperanno al funerale... ma forse , in primis, anche per i diretti interessati...).
Una seconda ragione e' il cercare in queste vite ormai cessate (anche le piu' "discutibili") quei momenti di "lucentezza" e di fierezza che ci son sicuramente stati e cercare altresi di constatare come all'origine di alcune vite "sbagliate" ci siano state delle "sfortune", degli "incidenti", dei problemi familiari, etc.. che ne han appunto condizionato negativamente l'intera esistenza: ecco che allora il suo importante intervento puo', sebbene a posteriori, mettere una piccola pezza ad un destino sfortunato.
Poi c'e', soprattutto, "il come" costoro verranno ricordati dai loro cari (amici, familiari, etc): cio' permettera' loro di essere "ancora vivi" per un lungo periodo...
Un'altra ragione ancora e'... vedi spoiler.
Non so perche' ma questo John May lo avrei visto come perfetto protagonista di una canzone di Fabrizio De Andre'...

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cirus  @  25/10/2016 14:27:33
   10 / 10
Sì 10, perchè un film deve riempire non solo i sensi ma anche l'anima! ho appena acquistato il dvd. considerando il budget del film, il "non" regista nel senso che Uberto Pasolini fa il produttore (e ha fatto scrittura e sceneggiatura del film pure!), la poca notorietà degli attori, il tema scottante toccato, questo film è davvero un miracolo, e consiglio nel dvd di sentire l'illuminante intervista a Pasolini. non aggiungo altro alle pertinenti e giuste osservazioni degli altri cinefili incantati da questa piccola grande perla.

ferzbox  @  13/10/2016 17:44:52
   7½ / 10
La solitudine penso che sia tra le cose più brutte che esistono, per chiunque, anche per chi decide di esserlo per scelta, o per chi decide addirittura di svolgere una vita da eremita; c'è sempre qualcosa che mancherà dentro al cuore, ed è condividere le emozioni, le esperienze, le gioie o le sofferenze; ogni essere umano ha il diritto di essere commemorato nel momento della sua morte, ha il diritto di essere salutato e rispettato, perchè ogni singolo individuo nel bene o nel male ha significato qualcosa per qualcuno, anche la persona più ignobile....
Credo che le vere persone importanti, quele che davvero meritano di essere salutate e ringraziate quando vengono a mancare siano quelle più sconosciute, quelle che stanno in mezzo alla gente comune, quelle più umili e con la capacità di capire l'importanza e i sentimenti degli altri, senza alcuna dottrina religiosa , ma semplicemente perchè è giusto....
John May è un personaggio così, apparentemente e concretamente solo, ma dedito al suo lavoro come pochi, impegnato a ritrovare i parenti lontani di persone decedute e senza alcun famigliare o amico al loro fianco......e lo fa non solo per meticolosità o un forte senso al dovere, ma perchè in cuor suo sa bene cosa rappresenta la solitudine, lui primo ad essere bisognoso di affetto o calore umano.
Ma John è un pò diverso dagli altri, non vive la sua situazione in preda a stati di depressione o schizzofrenia, lui trova il suo equilibrio nel donare qualcosa di bello a persone che negli ultimi atti della loro esistenza non avevano nessuno con cui condividere la gioia di vivere.....
Un uomo con una missione vera e reale custodita nel proprio cuore e nella propria anima.....

......la scena finale prima dei titoli di coda è di una profondità ed una bellezza unica.....molto riflessiva e toccante....

Consigliato....

Jolly Roger  @  01/06/2016 21:40:31
   9 / 10
CI sono persone che muoiono sole, senza parenti, né amici, né conoscenti al loro fianco. I loro corpi vengono trovati per caso, magari perché qualcuno nota la loro assenza, o peggio perché qualcuno nota l'odore della morte. Persone che in vita non contavano niente per nessuno, che se ne vanno in silenzio, senza destare dolore in alcuno.
Per loro, c'è il Signor May.
Questo metodico, precisissimo impiegato comunale svolge un lavoro davvero particolare: egli, aiutandosi con gli oggetti e i documenti che trova nelle case dei defunti, cerca di rintracciare le persone ad essi legate, per parentela o amicizia, organizza il funerale, contratta per loro lo spazio che avranno al cimitero, scrive persino di proprio pugno le omelie che il sacerdote reciterà durante la funziona religiosa di addio - alla quale, nella maggior parte dei casi, assiste proprio il Signor May da solo, seguendo poi il carro funebre fino al cimitero e attendendo la sepoltura.
Il Signor May è una piccola formica operosa, uno che ama il proprio lavoro e lo fa nel migliore dei modi possibili. Non è nemmeno un lavoro per lui, è un vera e propria missione: nei "casi" che segue, egli mette cuore ed anima. Questi defunti, per lui, non sono soltanto delle pratiche da smaltire, ma sono persone umane che, seppur non più vive, meritano ugualmente lo stesso rispetto ed amore delle persone vive.
Il Signor May è l'ultimo avamposto dell'umanità, per coloro che non hanno nessuno che li pianga.
Egli mette la passione in quel che fa, sottraendola alla propria vita per donarla agli altri.
Sì perché la sua vita è calma. Di quella calma che odora di piattezza, di giorni tutti uguali agli altri. Che odora di mancanza di vivacità, di emozioni e di colori (ottima la fotografia lattiginosa).
Che odora, anche, di solitudine.
Finchè, un giorno, non conosce Billy.
Billy non è una persona viva. E' un "caso" del Signor May. Nel cercare i parenti di quest'uomo, egli conoscerà meglio anche l'uomo stesso. Sarà incuriosito da Billy, una personalità che sembra così diversa dalla sua, con una vita così caotica, disordinata, chiassosa. E, per certi versi, così affascinante!

Bellissimo film, grandissimo finale, ma soprattutto un significato molto profondo.

CavaliereOscuro  @  23/03/2016 18:57:14
   5½ / 10
Onestamente mi aspettavo molto di più da questo film considerata la media voto così alta. Che dire? A parte la bravura del protagonista nell'interpretazione di un personaggio tutt'altro che facile, c'è davvero poco. La sceneggiatura è troppo semplice ed il film scorre a rilento riproponendo, di proposito, alcune scene più volte a mo' di routine. Mi aspettavo di più...

gandyovo  @  15/03/2016 12:45:55
   6½ / 10
Sicuramente un film delicato, poetico e triste. Non nascondo che mi abbia annoiato ma in qualche modo si arriva al finale che come già scritto riesce a dare un senso compiuto alla pellicola. finale emozionante.

Burdie  @  17/02/2016 07:05:10
   6 / 10
Commedia? Film per palati fini...

il ciakkatore  @  06/11/2015 13:09:52
   5 / 10
Ammetto che la scena finale dia un senso al film e sia poeticamente bella,ma nonostante la durata non eccessiva del racconto,la noia prevale. Non di certo una commedia,ma direi che si va più sul drammatico

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/10/2016 14.32.24
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eruyomè  @  19/05/2015 17:26:44
   8½ / 10
Come dare senso ad un film con la sola sequenza finale.

Fermo restando che l'idea era interessante e curioso è l'interprete, una faccia che vale il prezzo, ha qualche calo che mi ha fatto sprofondare nella noia tombale in certi punti, ho rischiato di spegnere, non reggevo più quella vita spenta, squallida. Poi però si risale, e si va sempre più verso un finale degno di un buon film, e a quel punto sei già contento di non aver interrotto la visione, perché valeva la pena fare uno sforzo in più e dargli fiducia.

Ma poi arriva la sequenza finale.
Diamine! A livello teorico verrebbe da tacciarla della peggior furbata retorica buonista e strappa-lacrime, ma è francamente impossibile.

Io non so come diavolo ci sia riuscito, come ciò sia possibile. Ma dopo tutto ciò che è venuto prima, è stata emotivamente una delle mazzate più grosse di sempre, almeno per me.
Ci ho pianto. E non mi capita mai.
Ho mandato indietro e l'ho rivista, poco dopo. Ci ho pianto di nuovo.
Inspiegabile e forse imbarazzante da dire, ma è stata veramente un'emozione forte, inspiegabile, inaspettata, ma bellissima. Misteri e potere della settima arte.

3 risposte al commento
Ultima risposta 21/05/2015 02.04.24
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guidox  @  22/04/2015 00:22:20
   8½ / 10
uno spunto decisamente originale per riflettere sulla vita partendo...dalla morte.
lieve come una piuma che oscilla fra la dolcezza dell'incanto del protagonista e la riottosità delle persone che gli gravitano attorno.
avrà ragione lui, in un finale da groppo in gola.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  26/03/2015 16:50:59
   7 / 10
Emozioni, dedizione al proprio lavoro, solitudine e paura di restare soli trasudano da ogni mimica, ogni espressione facciale del bravissimo Marsan in questo film molto azzeccato. Lento, volutamente lento, nella parte centrale quasi si stesse celebrando e partecipando ad un lungo funerale. Bello e toccante il finale ricco di spunti di riflessione......

nevermind  @  23/03/2015 09:18:58
   7½ / 10
Ho apprezzato molto questo film, soprattutto per l'originalità della sceneggiatura.
Il finale più che colpirmi mi ha infastidito, l'ho digerito poco in quanto secondo me è stato un pò troppo frettoloso. Avrei preferito lo stesso epilogo con un minimo di scene in più che preannunciavano

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maitton  @  09/03/2015 13:29:13
   7 / 10
buon film con un finale emozionante, non griderei al capolavoro ma siamo di sicuro ben oltre la media.

gringo80pt  @  09/03/2015 11:16:38
   6½ / 10
Avevo molte aspettative a suo tempo, anche se introvabile nei cinema.
Finalmente sono riuscito a vederlo, ma non sono stato catturato come molti di voi. Il tema è piuttosto interessante, ma la quiete ed il silenzio del personaggio mi hanno solo assopito. Peccato perchè ritengo Eddie Marsan un ottimo attore.

STILL

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  22/02/2015 01:40:15
   9 / 10
Se per la letteratura non ho mai incontrato nulla che rendesse così grande dignità alla vita degli uomini come accade nello Spoon River di Masters, dubito che ciò accada nella cinematografia dopo aver conosciuto Still Life.

"In vita fui l'ubriacone del villaggio;
da morto il prete mi negò sepoltura
in terra consacrata.
La cosa tornò a mio vantaggio,
perché i Protestanti comprarono questo pezzetto di terra
e ci seppellirono il mio corpo,
accanto alla tomba del banchiere Nicholas,
e di sua moglie Priscilla.
Visto? anime prudenti e pie,
come le avverse correnti della vita
onorano i morti vissuti nell'onta?"

-Uskebasi-  @  10/02/2015 14:49:21
   8 / 10
COMMENTO MOLTO SPOILEROSO

Questo film ha la leggerezza e la poesia di quei cartoni animati sconosciuti che girano in rete, corti o mediometraggi, spesso muti, dai tratti particolari e dai personaggi piccoli con le loro storie che scaldano il cuore. John May, il protagonista, è interpretato da un Eddie Marsan che dà l'impressione che nessun altro al mondo potesse ricoprire tale ruolo. Questo splendido personaggio, il ritmo, le inquadrature, il finale da brividi, tutto mi ha fatto pensare, appunto, a quei cartoni di cui parlavo sopra, e forse il disegno era veramente la dimensione perfetta per questa storia.
John è un funzionario comunale che si occupa delle persone morte in solitudine: ricostruisce le loro vite da foto e oggetti, rintraccia eventuali parenti, organizza il funerale, scrive elogi funebri, sceglie la lapide, pensa all'ultima canzone che li accompagnerà in una cerimonia dove, quasi sempre, sarà l'unico presente. Anche John è un uomo solo. Ama il suo lavoro, ma arriva un inaspettato licenziamento. Ha un ultimo caso da portare a termine, Billy Stokes, ci metterà anima e corpo e tutta la voglia di provare a cambiare la sua vita. E ci riesce.
La felicità è a pochi metri, preceduta soltanto dalla beffa. John muore, muore solo, e non c'è un altro John May che possa rendere tutto questo meno amaro.
Verrà seppellito in fretta, proprio nel giorno in cui la sua vita sarebbe cambiata, il giorno dell'appuntamento che prometteva una seconda metà di esistenza in compagnia di qualcuno. A pochi metri la sua ultima mansione è più riuscita che mai, c'è un gruppo di persone che è lì solo grazie a lui, danno l'ultimo saluto a Billy e se ne vanno ignare del fatto che l'uomo che le ha riunite è steso sotto di loro.
Mai prima d'ora la morte di un protagonista era stata affrontata con un tale distacco. C'è un clima di una freddezza quasi inaccettabile.
Ed è qui che arriva il piccolo miracolo di Pasolini. Se c'è una cosa che chi mastica cinema davvero non sopporta, è l'happy ending, soprattutto quando è forzato o trascendente come in questo caso. Pasolini stravolge il nostro giudizio e riscrive l'importanza di questo espediente. Il suo "happy ending" è necessario; il suo finale disneyano entra nella cerchia delle più belle e significative scene che il cinema ci abbia regalato.

maxwin  @  21/01/2015 09:04:46
   10 / 10
Poesia, l'importanza del mancante, quando una persona col suo relativo "mondo" crea importanza, rispetto ed avvalora la vita e gli oggetti dimenticati, un film contro l'oblio, contro la dimenticanza, perchè facciamo tutti parte delle stesso viaggio. Viandanti che influenzano il percorso, con le loro piccole o grandi azioni, che per qualcuno può essere importante e comunque sempre più di niente.
L'impiegato comunale cosi' meticoloso ed apparentemente "freddo", è un uomo ricco di valori, rispettoso e voglioso di volare anch'esso verso la felicità.
Un film che si rimarrà stretto nei miei ricordi, sempre!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  12/01/2015 10:31:17
   8 / 10
Questo splendido film di Pasolini (Uberto) è la vera sorpresa del festival di Venezia! John May è davvero un uomo speciale, come indica la locandina. Il suo lavoro, per quanto umiliante, è svolto con grandissima partecipazione e meticolosita', sia perche anche nella vita privata è un uomo cosi meticoloso ma anche perche ha paura di finire come quelle persone che "aiuta".
Una paura comune...quella di finire i propri giorni da solo.
Fenomeno che con il passare del tempo va ad aumentare a causa della distruzione della famiglia con aun accrescimento di separazioni e divorzi.
Il finale, per quanto tristissimo, è splendido e regala un lampo di luce e di speranza anche per queste persone...

Danny85  @  14/12/2014 12:50:26
   8 / 10
Toccante ed emozionante.
Film delicato e semplice nella sua essenza, ma in grado di lasciarti qualcosa dentro.
Molto emozionante e molto poetico il finale.
Ormai film cosi sono sempre più rari!

Da vedere

Lory_noir  @  14/12/2014 10:26:52
   7½ / 10
Still life è una storia toccante, sembra quasi una favola fredda, grazie anche alla fotografia molto chiara e alla lentezza delle scene e dei movimenti. Originale sia per come è stato realizzato che per il contenuto. L'attore principale è veramente bravo. L'unica cosa che non mi ha del tutto convinto è l'ultimissima scena...

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  09/11/2014 17:45:23
   4½ / 10
Il film è non lento, di più, ed angosciante. Non metto in dubbio che l'attore si è calato perfettamente nel personaggio e il ritmo lento è voluto, ma personalmente ho fatto fatica ad arrivare alla fine.

topsecret  @  03/09/2014 23:08:03
   7 / 10
Capisco che trattare argomenti come la solitudine e la morte non è cosa facile, specialmente se li si vuole affrontare con assoluta riservatezza e garbo. E la mancanza di ritmo e di situazioni leggere che stemperano un po' il grigiore e la necessaria flemma per queste tematiche non giova all'autonomia del film. Ma nel caso di STILL LIFE queste mancanze non sembrano pesare sulla riuscita della storia: l'importante, in questi casi, è avere a disposizione un interprete bravo e abile nel carpire ed evidenziare le sfaccettature di un personaggio all'apparenza semplice e banale, ma sincero e profondamente umano. E per questo un meritato plauso va a Eddie Marsan, abile e credibile nel suo ruolo, in una storia decisamente lenta nel ritmo ma ampiamente toccante e riflessiva, capace di mantenere una sobrietà di sentimenti dall'inizio alla fine in modo da interessare e far partecipe chi guarda.
L'epilogo è triste ma estremamente intenso.

davmus  @  19/08/2014 14:01:12
   8½ / 10
Non si puo' certo dire che sia un film con tema allegro...ma è molto bello!!

TheLegend  @  12/07/2014 07:16:14
   7½ / 10
Film lento e delicato capace di regalare emozioni e riflessioni.

camifilm  @  19/06/2014 12:05:07
   6½ / 10
Il titolo del film rispecchia la trama perfettamente, anche il modo in cui è stato diretto ed interpretato.
Sembra lento, lo è se ci si attende una commedia spumeggiante. Questa commedia ha lo scopo di raccontare e di farlo in modo adeguato, la triste vita di un uomo lontano dalla vita e che cerca di dre degna sepoltura a chi sfortunato non ha nessun legame, apparentemente.

Il finale è molto poetico, anche se triste... come tutto il film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  10/06/2014 18:44:58
   8 / 10
Film che sottovoce domanda o indica il senso della vita.
Un film delicato e struggente. Magistrale l'interpretazione di Marsan, che con ogni lieve increspatura del volto riesce a comunicare solitudine, ricerca, e talvolta anche speranza.

albyhfintegrale  @  05/06/2014 13:12:02
   6 / 10
Film lento e poco avvincente ma toccante.
Fa riflettere.
Non è il massimo della trama e finisce come sinceramente mi aspettavo

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Però mi ha fatto pensare a diverse cose, sulla vita e sulla morte, quindi non posso certo dargli l'insufficenza

Trixter  @  02/06/2014 21:33:01
   6 / 10
Se riuscite a non addormentarvi durante i primi venti minuti del film... allora state certi che vi addormenterete nei successivi venti. A parte scherzi, Still Life è un film volutamente piatto, grigio e monocorde esattamente come l'insignificante signor May, magnificamente interpretato da un Marsan in stato di grazia.
Chi è William Stoke? sinceramente, non sembra fregare a nessuno dei personaggi, e non si vede perchè debba interessare allo spettatore. L'incontro tra il signor May e la figlia del defunto Stoke sembra (ahimè solo una fugace illusione), finalmente, dare un pò di slancio all'esistenza del modesto impiegato comunale, invero in maniera un pò sciatta e poco credibile.
Ad ogni modo, la pellicola si riscatta con un finale, poetico e toccante, che accomunerà in qualche modo il protagonista a tutti coloro che, in fondo, hanno riempito le sue scialbe giornate di lavoro.

hghgg  @  22/05/2014 23:29:48
   8½ / 10
Eh si, una delle più belle sorprese del 2013 cinematografico questo "Still Life" di tale Uberto Pasolini, uno che si porta dietro un cognome pesante come due macigni. E il tale Uberto qui tira fuori dal cilindro un film bellissimo, la perla che non ti aspetti, un atto di amore verso un cinema fatto di silenzi, di attese, di delicatezza e di emozioni sussurrate lentamente e pacatamente, che ti rapiscono a poco a poco e vengono poi lasciate a briglie sciolte nel finale, che è uno dei più dolorosi pugni nello stomaco che io abbia ricevuto da un film di questi anni '10 (mi viene in mente anche "Il sospetto" di Vinterberg).

C'è emozione vera, pura, mai forzata, mai cercata con poco garbo, eppure colpisce con forza inaudita. Il lavoro di Pasolini è stato straordinario. In un cimitero, al cospetto dei morti, è giusto stare in silenzio o parlare a bassa voce e allora questo film è un intero sussurro disperato, un inno alla vita e alla morte e a ciò che significano e rappresentano e a ciò che hanno rappresentato le vite di ognuno di quei volti che attraversano fugaci il film e che hanno attraversato e completato il loro ciclo. Tanti volti, li ritroviamo riuniti, tanti fantasmi (metaforici o reali, come preferite) attorno all'unica persona che non li aveva dimenticati, ne lasciati soli.

C'è molta solitudine in questo film e nella vita di John May, una vita di solitudine e morte, finché il suo ultimo caso lo porterà attraverso un viaggio destinato a fare entrare della luce e della vita vera nella sua esistenza. Riunire per l'ultimo saluto a Billy Stoke, uno dei suoi tanti "uomini" e "volti" morti soli e dimenticati, tutte le persone importanti della vita dell'uomo, in particolare sua figlia; questo prima di perdere il lavoro e scivolare in un probabile, definitivo, baratro. Eppure questo viaggio e soprattutto l'incontro con Kelly, la figlia di Stoke, permetteranno a John May di assaggiare la vita, per un breve attimo, un fugace, sussurrato, momento di felicità.

Non svelerò altro, non svelerò se alla fine John May riuscirà a portare Kelly al funerale del padre, e con lei tutte le altre persone della vita di Billy Stoke incontrate nel suo viaggio alla ricerca della vita; non svelerò cosa accadrà in seguito all'ultimo dialogo tra John May e Kelly Stoke.

Posso solo dire che il destino è beffardo, e crudele e che Pasolini ha diretto un finale dannatamente potente; oh certo, delicato e sussurrato anch'esso ma dannatamente potente. Come già detto, dopo tanta partecipazione alle vicende del protagonista, il finale è un pugno nello stomaco dolorosissimo. Tacendo, per non disturbare il silenzio, ho assistito in lacrime al finale di questo film meraviglioso. La solitudine, l'indifferenza, il silenzio e l'altrui inconsapevolezza rimarranno fino all'ultimo il/nel destino di John May.

La regia di Pasolini è splendida. Pochissimi orpelli, realista e concreta al massimo, ci regala in continuazione momenti di riflessione, continui e calibrati silenzi, belle soluzioni di regia e delle sequenze che difficilmente dimenticherò. John May a casa della signora del gatto, la scena della cioccolata calda, i due incontri tra May e Kelly Stoke, John May che sfoglia l'album dove conserva le foto delle "sue" persone , dei "suoi" volti, John May che incontra i due senzatetto amici di Billy Stoke, John May che si ferma a comprare un regalo per Kelly, John May che si volta... E ovviamente l'intera sequenza finale, diretta magistralmente ed esempio di gran regia e di perfetto uso dei silenzi. Silenzio, musica che ci inonda di commozione, silenzio, tutto ad accompagnare una scena che non dimenticherò mai, un finale meraviglioso che ci porta all'ultima grande inquadratura... Grande quindi il lavoro alla regia di Pasolini, solido, sottile, delicato, "sospeso" quasi, con un grande uso degli spazi, degli ambienti e, ovviamente, di quella parolina chiave che ormai avrete ben compreso.

La sceneggiatura è scarna, semplice, ma senza difetti, i dialoghi sono tutti centrati e perfettamente incastrati nella narrazione, la gestione del ritmo perfetta. Lento, riflessivo, quieto, come quando si contempla, senza fretta, la lapide di qualche caro, questo è un film che va contemplato, che entra dentro poco a poco per restarci per sempre, che scivola via senza poter mai annoiare, troppo affascinante, troppo commovente, troppo trascinante e gioioso il moto di vita che attraversa per un attimo John May, troppo doloroso dopo, per andarsene in fretta dalla memoria dello spettatore, di sicuro dalla mia.

Molto bella e in linea con il film la fotografia, ambientazioni perfette e fotografate benissimo dalle luci e dall'occhio di Pasolini.

Eddie Marsan ci regala un'interpretazione memorabile, praticamente crea dal nulla questo personaggio, questo piccolo uomo speciale e solitario, ci ha donato un carattere indimenticabile del cinema indipendente. Tutto il film ruota intorno a Eddie Marsan, lui è il protagonista assoluto e lui, delicatamente, timidamente, si prende tutta la scena come meglio non potrebbe. Tutti gli altri attori e caratteristi non sono che volti, comparse, delle aggiunte perfette certo, che ci passano davanti mentre accompagniamo il John May di Eddie Marsan nel suo viaggio anche se intendiamoci, sono tutte comparse memorabili, nessuna è messa lì a caso; in parte fa eccezione Joan Froggatt che interpreta, piuttosto bene, Kelly Stoke. Il più centrale di tutti i volti secondari del film, sarà colei che più di ogni altra cosa darà il più grande assaggio di vita all'esistenza di John May e non senza ricevere, in fondo, qualcosa in cambio. I suoi occhi, Il suo sguardo, tremendamente inconsapevole, che vaga in cerca di John May nelle sequenze finali del film, quello sguardo sospeso tra mille sensazioni (affetto, riconoscenza, dolore, serenità, turbamento) ma inevitabilmente destinato all'inconsapevolezza e quindi all'indifferenza, anche quello non lo dimenticherò facilmente. Se Eddie Marsan coglie perfettamente l'essenza stessa del film di Pasolini, rappresentandolo totalmente, c'è da dire che la Froggatt qui ci sta alla perfezione, con quella sua delicatezza impagabile che chi segue "Downton Abbey" ha imparato a conoscere da tempo (anche se li, francamente, ha anche un po' fracassat... ehm, scusate).

E così, Pasolini, abile e preparatissimo, pieno di idee e talento, dirige questo piccolo capolavoro, questo gioiello del cinema. Un film splendido, uno di quei pugni nello stomaco che vorrei ricevere molto più spesso, in fondo. Film da ammirare e contemplare, da guardare in silenzio da farselo scorrere dentro e per cui versare qualche lacrima. Regista a questo punto da tenere d'occhio.

"John May è un uomo speciale".

7219415  @  22/05/2014 22:34:58
   8 / 10
Delicato e silenzioso...veramente un'ottima pellicola

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Oskarsson88  @  14/05/2014 13:45:06
   8 / 10
delicato, prezioso, beffardo e con un finale unico. come spesso accade film "silenziosi" come questo passano inosservati a dispetto di tanta robaccia commerciale

lapensocosì  @  25/04/2014 22:58:27
   6½ / 10
Gulp...
Buon film, ma come diceva qualcuno non è proprio facile da mandar giù.
Il finale è sicuramente una chicca.

barone_rosso  @  25/04/2014 21:57:28
   5½ / 10
Breve ma lunghissimo allo stesso tempo, un film di un genere che non gradisco particolarmente. L'unica cosa che si salva è il finale, per arrivarci bisogna prendersi un bel po' di caffè per non addormentarsi...

TheLory  @  17/04/2014 20:48:47
   7½ / 10
Mi apprestai a visionare questo film con un non so che di ansia galoppante nell'anima. Si aprì il cielo e mille saette cominciarono a turbinarmi attorno, mi sentii sollevare fino al soffitto mentre tentacoli invisibili di serpi nere inferirono la mia anima lacerata dalla tristessa.
Oh santo cielo! oh che vidi! oh che bel film, ma triste!
e niente, l'ho messa giù in poesia quello che ho provato vedendo questo bel film, ma triste.
insomma lo consiglio, guardatelo che ce ne sono pochi che possono competere sullo stesso terreno. bello, ma triste

dagon  @  05/04/2014 18:02:31
   7 / 10
Film delicato sulla solitudine, con un'ottima interpretazione del bravo Marsan.
Poetico il finale.

kako  @  19/03/2014 18:35:45
   6½ / 10
film particolare e delicato, si guarda con piacere, ma a mio parere siamo lontani dal capolavoro. La sceneggiatura è un po' troppo piatta, poteva essere arricchita maggiormente, mancano degli slanci nello svolgimento e alla fine resta la bravura del protagonista e un finale, quello si, veramente azzeccato, toccante e ben fatto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  09/02/2014 19:14:34
   7 / 10
Parabola di un senza nome nella vita terrena, forchetta e coltello accanto all'innominabile cena, sempre uguale, casellante di ultimi istanti per le anime che non hanno vinto alla lotteria della fortuna nelle possibilità della vita. Teso come un rigor mortis, finisce come una fucilata, un'immagine sovrana, come una Gif dall'aldilà.

aitante68  @  27/01/2014 14:19:11
   6 / 10
Mi aspettavo di piu' sinceramente. la sceneggiatura e' un po' piatta, e questo e' il suo problema principale. a tratti risulta un po' fasullo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  24/01/2014 15:20:11
   8 / 10
Quasi il punto d'incontro ben temprato fra Kaurismaki e Bresson.
Molte le reminiscenze di Kaurismaki, celate dietro una messa in scena egualmente asettica ma leggermente meno algida e surreale.
Anche le vite raccolte da John May attorno al suo ultimo caso, appartengono alla stessa tipologia di umanità cara al regista finlandese.
Bresson, poi, e soprattutto, come nume tutelare: non solo semplicemente per l'adesione ad una certa estetica dell'asciuttezza, ma più che altro per la visione, tenera e spietata, di un mondo popolato da uomini abissalmente soli.

L'originalità di questo gran film di Uberto Pasolini sta nella dolcissima ferocia con la quale non perdona al suo personaggio di non aver saputo vivere, e lo condanna a un fato che raramente è così esatto e così preciso.

Il ritratto, davvero universale, è di un'umanità non malvagia quanto moralmente misera: alla solitudine ci condanna non il male che abbiamo fatto, ma l'incapacità di accorgerci per tempo dei nostri errori, e di dedicarci a porvi rimedio.

4 risposte al commento
Ultima risposta 05/02/2014 11.19.06
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Aztek  @  21/01/2014 10:22:05
   8½ / 10
Quasi passato inosservato e snobbato, "Still Life" ti colpisce al cuore come pochi film.
Sceneggiatura che tratta con cura un argomento molto delicato come la solitudine, ambientata in una fredda (sopratutto sotto il profilo umano) e grigia Inghilterra.
Meticoloso nel suo lavoro, John May è un personaggio umile che ti trasmette dolcezza e amore incondizionato verso il prossimo.
Interpretazioni eccellenti sopratutto grazie ad un grandissimo Eddie Marsan.
Uno dei finali più belli degli ultimi anni.
Dopo "Philomena" ecco un altra bellissima sorpresa.

cricco  @  19/01/2014 21:50:27
   8½ / 10
Commovente, emozionante, poetico.

lester66  @  17/01/2014 23:30:25
   8 / 10
Commovente e malinconica la rappresentazione della vita e del lavoro del protagonista di questo piccolo capolavoro. Eddie Marsan in stato di grazia ci regala una performance di tutto rispetto calandosi in un personaggio di raro spessore e profondità. Solitario e schivo la sua unica ragione di vita è svolgere il suo lavoro con dedizione e abnegazione per poter regalare, a delle persone sole come lui, un degno funerale. Assolutamente da vedere anche se non per tutti.

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paride_86  @  15/01/2014 05:13:59
   7 / 10
"Still Life" è un piccolo film sulla solitudine e sulla necessità degli affetti.
Asciutto, coinvolgente quanto basta e ben recitato.
Finale commovente.

anthony  @  08/01/2014 12:09:03
   8½ / 10
Senza retorica alcuna, senza grancasse, rulli di tamburi e orchestre a seguito, questo piccolo/grande gioiello riesce a scaldare l'anima e a infondere quel tocco di calore in più ad anime stanche e demotivate.

..Eddie Marsan lo coccoleresti e lo riempiresti di bacetti per quanto è bravo.

Da vedere assolutamente.

franzcesco  @  08/01/2014 11:56:16
   8½ / 10
Piccolo capolavoro.
Se il film è da 7,5 il voto in più se lo merita il finale, uno dei più belli e toccanti degli ultimi anni.
Fa riflettere non solo sulla solitudine delle persone ma anche sulla vita e quello che ognuno raccoglie.
Emozionante.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  07/01/2014 13:33:53
   7½ / 10
Si vive soli, si muore soli. O forse no.
Still Life è un piccolo meraviglioso film, di visi dolci e malinconici, di vivi più morti dei morti, di ossessioni del quotidiano e piccoli slanci per trovare una luce, un calore, un contatto.

Da vedere in una giornata di freddo inverno, per scaldarsi, nonostante tutto. Bello.

polbot  @  06/01/2014 20:59:17
   8 / 10
Un film in cui senza clamori trionfa l'umanità. Da vedere.

Jambalaya  @  06/01/2014 20:58:12
   8½ / 10
Prima del finale mi sembrava un bel film, recitato ottimamente, ma che non mi coinvolegeva molto, poi è arrivata l'ultima, potentissima sequenza, che ha ribaltato tutto.. da vedere.

pak7  @  06/01/2014 11:55:54
   6½ / 10
A volte leggo troppo e mi creo false illusioni, ma magari è un problema mio. Di "Still Life" ne avevo sentito parlare come un capolavoro, io in realtà non l'ho trovato così entusiasmante ( a parte la recitazione di Eddie Marsan davvero eccellente). La storia è particolare, l'idea molta buona, una pellicola che parla totalmente di solitudine però sviluppata con tempi che avrebbero potuto essere diversi: la figura femminile poteva essere introdotta prima dando un nuovo slancio al film, che soffre appunto di una sceneggiatura un po' troppo piatta. Ultimi dieci minuti veramente di ottimo livello, specialmente la scena finale.

suzuki71  @  05/01/2014 20:51:35
   8½ / 10
John May è l'archetipo della sorprendente umanità che può nascondersi dietro il più mediocre - all'apparenza - dei nostri quotidiani vicini di metro, raccontato in un film quasi perfetto di musiche, fotografia e recitazione davvero notevoli. Qualche lieve pecca nella sceneggiatura

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ma questo film è bellissimo, a interrogarci senza risposte sul mistero della vita e delle esistenze, fino agli ultimi 10 minuti che sono un crescendo di pathos che difficilmente vi lascerà indifferenti.

4 risposte al commento
Ultima risposta 06/01/2014 12.25.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  01/01/2014 23:05:43
   8 / 10
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso in miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari -
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.



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5 risposte al commento
Ultima risposta 22/02/2015 01.11.36
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strutter  @  31/12/2013 22:15:30
   9 / 10
Film commovente, ben fatto e ben interpretrato da Eddie Marson. Assolutamente da vedere! Gran bella storia...


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1 risposta al commento
Ultima risposta 04/01/2014 16.25.34
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Lillipuzziana  @  30/12/2013 23:12:55
   8 / 10
Ottimo film.
Poetico senza scendere nell'ormai banale e commerciale effetto Amelie (e ormai direi anche "effetto Anderson"). Triste senza essere melodrammatico.
Entrare nella solitudine di un personaggio, di una vita non incredibile, non rimembrabile, non straordinaria, ma sì, unica, nella sua piccolezza rutinaria.
Non fa sconti, non c'è buonismo, nè eccessivo drammaticismo, in questo sfumato gioiellino neorealista, non c'è colore, non eccessivo, a parte quel azzurro grigiastro o quel cielo coperto che accarezzano quasi ogni scena.
Un film che si completa davvero negli ultimi dieci minuti.
Che parla di tante vite. Di una vita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  28/12/2013 14:22:54
   8½ / 10
"Still life" è, semplicemente, un film meraviglioso. Tocca le corde giuste anche quando sfuma in un epilogo tanto toccante quanto pretenzioso, una deriva di ispirazione sovietica metaforica di stampo Cechoviano. Il film di Uberto Pasolini mi ricorda invece moltissimo certe opere di Oliver Assayas, la costruzione di un personaggio con cui, a poco a poco, gli spettatori finiscono per empatizzare, nel bene e nel male. Il John May di Eddie Marsan è una tragica e moderna figura Gogoliana, che nel suo smarrimento individuale ha diversi punti di contatto con l'Olec Borisov di "Ultimo testimone" (1990) di Mikhail Pandoursky.
La bellezza del film sta tutta nella rappresentazione di un individuo che sente accrescere la sua solitudine mentre accompagna i suoi "defunti" all'ultimo saluto prima della sepoltura, in quello spazio desolante che ricorda un verso di De Andrè "quando si muore si muore soli". E la regia di Pasolini riesce a lievitare e alludere a questo dramma interiore senza farlo mai pesare sulle spalle degli spettatori. E' come se entrassimo a far parte di una triste, ma purtroppo sincera, rivelazione. E' un universo desolante, dove si amalgamano foto come ricordi, continuità di una vita che a poco a poco entra nel buio di tutti coloro che la vivono, mentre il silenzio rende inquietante ogni cosa, e la separazione è avvenuta già, a modo suo, troppi anni prima

FABRIT  @  24/12/2013 12:40:08
   9 / 10
Eddie Marsan,un volto che vale un film intero
e davanti alle ultime scene è difficile non sentire più di qualche brivido attraversare la schiena.
Il capolavoro del 2013.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  23/12/2013 22:31:37
   8½ / 10
presenti spoiler

Still Life, una vita ferma, senza vitalità, un'esistenza bloccata nella routine, nella ripetizione di gesti, parole e
riti, una vita ferma come la natura morta di un piatto in cui in maniera perfetta si distribuiscono una scatoletta di tonno e una fetta di pane tostato, un bicchiere e una mela, still life, che poi esser fermi non vuol dire essere morti, ma a volte è come se lo fosse in realtà.
Un'esistenza che a Saramago sarebbe piaciuto raccontare e forse l'aveva già fatto, in Tutti i nomi dove il suo Josè somiglia tanto a questo John May, un piccolo uomo con un'esistenza piccola totalmente spesa nel suo piccolo lavoro in un piccolo posto.
I vivi di Jose sono i morti di John, i morti solitari che nessuno verrà a piangere, nessuno rimpiangerà, nessuno pregherà, sempre che pregare in questa vita così inafferrabile abbia davvero un senso.
E così John sceglie da solo la musica per la chiesa, scrive da solo l'ultimo commiato partendo dal poco che hanno lasciato, una foto, un animale, un piccolo oggetto. John che prima di questo però tenta perdutamente di trovare qualcuno che a quel funerale ci venga, che non lasci dentro la chiesa solo lui e quella povera creatura distesa dentro la cassa.
E poi John perde il lavoro perchè come tutti gli artigiani lui che è l'artigiano del dolore da condividere non ha più un posto.
Ma rimane l'ultimo caso e John lo vuole portare a termine.
E piano piano il grigio della sua esistenza si colora pallidamente di tinte nuove, il rosso di una ragazza, la figlia del defunto, il giallo della pipì che fa sull'auto del capo come un giorno fece Billy sulla carne del pasticcio, il marrone della cintura che tenta di fermare con i denti come un giorno fece Billy dentro il carcere. Perchè John grazie a quell'ubriacone di Billy sta scoprendo cos'è la ribellione, seppur controllata, cos'è la vita che per una volta se ne frega delle regole, cos'è avere un appuntamento con una donna anzichè con una scrivania, cos'è, seppur lontanissima e probabilmente irraggiungibile, la felicità.
Se mai nella vita esiste una ragione o un senso della stessa John ora forse l'ha trovato.
John che fino ad allora è stato come un uccello di 4 lettere che non sa volare, il Dodo risponde prontamente.
John che fino ad allora ha avuto come uniche compagne di vita delle foto di gente morta.
John che fino ad allora ha creduto che la sua missione di ricerca fosse l'unica cosa che potesse mai fare.
Ma ora si cambia vita, ora in qualche modo si dovrà fare dell'altro e la prima casella in questo altro è un thè da prendere con lei. E un funerale, finalmente, da condividere con qualcuno.
Ma la vita è beffarda e John lo sa.
Il sorriso gli si stampa piano piano mentre un rivolo rosso gli bagna la nuca.
E negli ultimi 5 minuti ho provato qualcosa di travolgente, qualcosa di meraviglioso, come se il film avesse una potenza propria che travalicava il suo essere soltanto un film.
Come un nuovo Big Fish, come quel figlio, John è riuscito a riunire tutti, a far sì che Billy abbia intorno tutte le persone più importanti della sua vita. Mentre lui solo solo è accompagnato nel suo ultimo viaggio.
Sono convinto che John sarebbe stato felice anche così, lui e Billy ormai erano la stessa persona, gli aveva anche ceduto la zolla panoramica del cimitero, se sono tutti da lui è come fossero tutti da me.
Ma nella morte come nella vita può esistere la gratitudine.
E tutti gli uomini soli che si avvicinano a John sono qualcosa di meraviglioso che in un film senza questa poesia, questa tenerezza, questo esser piccolo, sarebbero stati pacchiani.
Invece resta un finale straordinario, un finale dove c'è qualcosa di troppo grande per restare dentro un film.
E quel qualcosa mi è entrato dentro il cuore come una lama.
Tanti uomini soli che non lo sono più.
Tante foto in un album che hanno preso vita.
John ha cambiato vita, è andato oltre la stessa.
E la prima casella non sarà un più un profumato thè alla cannella con una donna.
La prima casella sarà non esser mai più solo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/12/2013 22:47:24
   8 / 10
Spoiler presenti

E' bello che John May se ne sia andato dopo aver annaffiato la ruota di un auto, come un dispettoso cane allegro, inciampando nella propria felicità, distratto da meravigliose aspettative. L' appuntamento del giorno dopo non le avrebbe soddisfatte: così io immagino. John per qualche attimo è stato un vivo tra i vivi. Ha persino assaggiato la cioccolata calda. I morti, suoi cari amici da venti anni, lo hanno solo strappato al disincanto.
Non comprendo, quasi al pari del gretto principale, la vocazione del protagonista. Sono lontanissima dalla sua sensibilità, ma ne sono stata profondamente colpita. Da sempre, del resto, empatizzo con gli "esclusi" .
Per qualche ragione mi sono tornanti in mente i più noti versi di Sylvia Plath: "Io sono verticale. Ma preferirei essere orizzontale". Esprimevano, quando li lessi la prima volta, parecchio tempo fa, una spiritualità distante anni luce dalla mia. Poco nulla è cambiato, eppure mi turbano oggi come allora.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/12/2013 11:23:25
   8 / 10
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