Trama del film The belko experiment - chi sopravvivra'?
Una compagnia americana in Sud America viene misteriosamente isolata e i suoi impiegati cominciano a mostrare la loro vera natura quando gli viene ordinato di uccidersi a vicenda o di farsi uccidere.
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Eccoci a recensire dopo tempo un film d'azione, thriller, violento.. una sorta di battle royale alla sopravvivenza.. idea molto resa, resa in modo efficace da un cast e una sceneggiatura di prim'ordine. Riesce a non annoiare per nulla ed a strappare qua e là anche qualche risata humor, nero. Il Fine giustifica i Mezzi, a volte!...
Cast di prim'ordine a parte da John Gallagher Jr & Tony Goldwuyn
Il regista, ci porta una delle sue chicche cinematografiche, a partire dalla sceneggiatura di Gunn, mattatore dell'idea e della resa finale di un prodotto che non annoia mai, nella sua violenza e nel suo splatter, ricercato quanto di qualità, creatosi.. ah già la sopravvivenza.. Thriller di livello.
Gli 80 dipendenti di un'azienda statunitense con sede a Bogotá dovranno affrontare un compito particolare durante quella che sembrava un'ordinaria giornata lavorativa: uccidere o essere uccisi... Col pretesto di un esperimento dalle risibili pretese scientifiche, McLean mette in scena con buon ritmo una Battle Royale impiegatizia che non lesina sui dettagli splatterosi né sui tocchi ironici. Il risultato, gradevole, è però compromesso da un epilogo implausibile per quanto gratificante. Cast funzionale fitto di volti noti di cinema e tv.
Tutto interessante fino al punto in cui inizia carneficina. Qui si perde tutto. Poteva essere sfruttato meglio ad esempio il labirinto della palazzina, per rendere più misteriosa la situazione. In pratica sappiamo chi sarà il vincitore sin da subito. Dare troppa importanza ad un personaggio lo rende poi difficile da eliminare e il pubblico lo sa.
Qui sta la grande differenza con il citato (nei commenti) Saw, di cui però si dimentica il colpo finale del primo capitolo e unico, quello che diede valore al film il tocco magico che nessun seguito poi ha riportato.
Un film lineare. Amiconi. Guai. Assassini. Superstite. Una velata spiegazione da decifrare. Fine.
Buona la prima parte, un "escape/thriller" ben confezionato. Poi si smarrisce in un inutile quanto frettoloso (a tratti "divertente"!!) farwest/massacro.
Un discreto intrattenimento,ritmo e sangue non mancano,trama ridotta all'osso e zero approfondimento psicologico dei personaggi,si fa giusto in tempo a farci un idea di quali saranno i buoni e quali i cattivi e la carneficina ha inizio. Un film realizzato senza troppe pretese se non quella di regalare un oretta e mezza di violento divertimento,tecnicamente decente ed abbastanza ben interpretato. Si poteva fare qualcosina in più nel finale che appare un po tirato via,ma mal di poco,The belko experiment per quanto poco originale resta un passatempo piacevole e cattivo al punto giusto.... Greg McLean al momento si sta dimostrando un regista capace,vedremo cosa riuscirà a realizzare nei prossimi anni.
Discreto horror/thriller, la trama non e' originale ma la regia e la recitazione e' di buon livello. Per gli amanti del genere splatter lo consiglio sicuramente. Forzato il finale quando...
Noto ora che il film è stato girato da Greg McLean, il regista australiano di uno degli horror più riusciti degli ultimi vent'anni, Wolf Creek. E, in effetti, in The Belko Experiment si intravvede una gran professionalità e capacità nella regia, ma anche nella sceneggiatura. È un film fatto bene, con maestria, con un ritmo perfetto: la vicenda viene ottimamente rappresentata nei tempi e nei modi con un calibrato crescendo di tensione, risultando pertanto credibile. Il che non è per niente facile, per un film del genere: in ossequio ad una ormai dilagata visione pessimistica dell'umanità, oggi si ritiene che le persone, poste in situazioni di emergenza in cui vengano a mancare i limiti legali ed etici propri della civilizzazione e le barriere di una pacifica convivenza civile, tornino "incivili" e barbare, pronte ad uccidersi le une con le altre pur di sopravvivere ed avere la meglio. Personalmente non credo che sia così, anzi penso proprio che, in determinate situazioni – tipo le emergenze, i disastri ambientali o gli scenari di guerra - il processo evolutivo abbia creato un meccanismo esattamente di segno opposto, un meccanismo di solidarietà sociale e "umanità" fra le persone, grazie anche al quale la nostra specie sia sopravvissuta e si sia preservata nei secoli. Penso pertanto che, se una vicenda come quella di Belko capitasse negli uffici o nelle fabbriche in cui lavoriamo, non accadrebbe mai quel Grand Guignol che accade qui. Anche poi perché, alla prova dei fatti, nessuno sarebbe in grado di uccidere per davvero, anche se magari passa la maggior parte dell'anno pensando che il proprio capo lo vorrebbe proprio uccidere :-) Questo grosso rischio di inverosimiglianza che film del genere si portano inevitabilmente dietro, viene risolto da TBE con uno stratagemma furbo: l'Amministratore Delegato della Società, nonché alcuni uomini chiave, pur essendo essi stessi vittime dell'esperimento, hanno però un passato da militari o nelle forze speciali. Perciò, sanno usare le armi e, in passato, hanno già messo in pratica il motto "mors tua, vita mea". Grazie a questo stratagemma, appare più credibile l'evolversi violento della vicenda, nonché alcuni comportamenti davvero cinici che verranno messi in pratica. Film molto piacevole, seppur come detto non è per niente originale, anzi...uno si aspetterebbe un po' più di background, un qualcosa di più sulle motivazioni dell'esperimento…e invece, solita cosa. Solita cosa, ma fatta bene! Perciò è come una bella canzone, fa sempre piacere riascoltarla.
Bellissimo il finale, in cui si scopre che il protagonista ha seminato le bombe nei vestiti dei militari e degli scienziati e li fa saltare in aria :-)
Peccato che però non è il finale. Subito dopo c'è un'altra inquadratura che dimostra che l'esperimento è stato replicato in moltissimi altri luoghi e che rappresenta solo lo "stage 1". Davvero una cretinata mettere un finale così poco originale e così tanto inverosimle.
Non mi trovo d'accordo con quanto letto in un paio di commenti precedenti, ossia che il film rappresenterebbe una metafora della vita negli uffici, della rivalità tra colleghi eccetera. Secondo me no. Il luogo e la situazione specifica (gli uffici di una grande azienda) rappresentano la scelta migliore, perchè forse la più adatta ad accogliere l'evolversi degli eventi di una storia che ha il solo scopo di intrattenimento horror, senza alcuna velleità di ergersi a metafora sociale. Poteva accadere la stessa cosa su una nave in crociera, se avessero scelto di ambientarlo lì.
Niente male affatto, sarà convenzionale e nulla di nuovo però il suo lavoro lo fa benone. Sangue e splatter di buon livello, la storia non ha buchi eccezionali, solo qualche errorino e quindi il film intrattiene e avvince e mantiene la credulità fino in fondo. Non mi interessa l'originalità tanto per fare, andare sull'usato sicuro è sempre una politica vincente quando si hanno le idee chiare e una storia scritta bene. Il finale (ultimo fotogramma) poteva essere migliore. Comunque, ad avercene film sceneggiati e diretti così.
1) sono 80 in ufficio, potevano anche aggiungere qualche auto in più nel parcheggio. Saranno 20 macchine, pure parcheggiate con un ordine maniacale che sa di artefatto.
2) dopo il primo omicidio, quando si pensa ancora che ci sia un cecchino a zonzo, il COO si palesa nel mezzo della hall per esaminare il cervello del malcapitato. Così si espone al tiro del cecchino, senza prendere alcuna precauzione. Infatti questo dettaglio mi ha fatto pensare che il COO fosse informato e d'accordo con "l'esperimento", invece no, errorino.
Tanta violenza, sangue e calotte craniche che saltano in aria come niente fosse, forse troppo di tutta questa roba anche per uno che c'ha chilometri di ghirigori di pelo sullo stomaco (ah, peccato non potervi postare una foto di ciò su questo sito). Tutto sommato intrattiene e non annoia e quuindi ve lo consiglio e adesso smetto di scrivere perchè tanto è uno di quei film che sai già come sono anche prima di averli visti. Comunque lo consiglio sicuramente
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" nel senso che questo tipo di film con un gruppo di persone chiuse in un luogo e che devono "partecipare a un gioco" dove il premio e' la loro sopravvivenza se ne sono visti molti.I protagonisti erano diversi,a volte ci mettevano un prete per far vedere coime reagiva un uomo di chiesa in questa situazione a volte altri personaggi nel tentativo si spiegare a cosa puo' arrivare una persona in situazioni estreme.Certi film sembravano davvero voler essere un esperimento e far capire determinate cose allo spettatore,altri erano film fini a se stessi dove valeva tutto e si arrivava alla bestialita' piu' efferata.In questo "Belko Experiment" io ci ho visto una metafora tragica , violenta e cruenta della "vita e della competitivita' in ufficio".Ovvero,cosa succede negli aziende di oggi per ottenere un posto,uno stipendio e privilegi migliori? Cosa si e' disposti a fare? McLean ha messo la "sopravvivenza" al posto di una "promozione " e l'eliminazione fisica degli altri colleghi al posto dei comportamenti "infami" che una persona puo ' avere nei confronti dei colleghi pur di raggiungere una promozione.Ha voluto far capire che in queste aziende anche le amicizie piu' forti,davanti a una possibile "promozione-sopravvivenza" non valgono nulla,in questo mondo lavorativo e' tutto "mort tua,vita mea".Certo,per rendere il film un horror ha dovuto estremizzare il concetto all'assurdo,anche con tanto splatter e scene di violenza,ma ha saputo rendere bene l'idea
L'altra sera visto la limitata durata di questo film e visto che il giorno dopo non dovevo andare al lavoro me lo sono visto dopo "The Ritual" in seconda serata..bambini e moglie a letto..mia moglie non vuole assolutamente vedere sto tipo di film con sangue e scene splatter..per cui mi sono dato al horror come in giovane età ha ha ha..va beh scusate la divagazione ..che dire a proposito di questo film.. è un film del Czzo, però intrattiene..niente di nuovo, trama assurda ai massimi livelli..ma è ha senso parlare di trama logica in questo genere di film?..film che incitano alla violenza se non si è abbastanza maturi da gurdarli..ecco lo vieterei ai minori di 40 anni..sinceramente però dopo fai fatica a vederli..gli do 6 solo perchè intrattiene comunque ma gli dò 2 per questo libero e assurdo incitamento alla violenza....
Godibile passatempo che non richiede particolari sforzi per farsi seguire con interesse ed entusiasmo. Un grande edificio isolato, la Belko Corporation di Bogotà (Colombia), ed 80 dipendenti statunitensi che giungono a lavoro ignari dell'esperimento scientifico e sociale a cui dovranno prendere parte. Inutile dire che non si tratterà della solita monotona giornata di lavoro. Sinceramente sarei stato molto più cattivo in alcuni passaggi e avrei reso meno inutili le morti di alcune personalità di spicco, ma tutto sommato la pellicola restituisce allo spettatore esattamente quello che aveva richiesto. Girato e recitato come si deve. Nessun grave difetto e nessun grandissimo pregio, il film non ha la presunzione di strafare e convince nel trattare filosoficamente e gelidamente l'essere umano come una impaurita cavia da laboratorio.
Da studente di psicologia ho inoltre adorato l'intervista finale sulle emozioni provate da Mike durante la carneficina. E che la genetica sia dalla vostra parte in una situazione del genere!
Un gioco al massacro fatto in grande rispetto al piu' conosciuto "Saw" o altri similari. Un gruppo di impiegati costretti ad uccidersi a vicenda per evitare a loro volta di essere uccisi. Un esperimento poco sensato ma che serve al suo scopo, divertire in maniera sadica lo spettatore. Inutile chiedersi il perche di tale esperimento o il perche la gente decida di farsi istallare un chip dentro la testa. A questo punto avrei preferito ancora piu' splatter. Alcuni co-protagonisti vengono fatti fuori in maniera troppo sbrigativa, in particolare la ragazza senza chip. Nel complesso un film molto prevedibile e poco sensato ma a tratti divertente.
Una specie di Battle Royale in versione Sudamericana. Non originale ma incredibilmente intrigante e coinvolgente; in linea di massima è un film ben fatto e ben interpretato. Faranno il secondo?
Un discreto intrattenimento perché è riuscito a coinvolgermi e mantenere una tensione continua per tutta la durata. Nulla di nuovissimo, colonna sonora e musiche opinabili, regia che a volte esagera nella "poetica del massacro" ed un finale abbastanza pessimo. Nel complesso però funziona grazie alla giusta dose di cattiveria ed a un buon cast su cui, per me, spicca il vecchio buon John C. McGinley.
non ho trovato questo film cosi male mi dispiace che molte cose non sono state fatte meglio anche se semplici personaggi di spessore tolti cosi come nulla fosse e scelte forzate tanto per accorciare il tutto diverse cose non ci azzeccano e invece alcune scene sono anche esaltanti la parte prima della fine è fatta bene il finale no
E' un normale giorno lavorativo all'interno del grande edificio che ospita la Belko Corporation, a Bogotà in Colombia, quando improvvisamente, e senza alcuna spiegazione, vengono bloccati dentro gli uffici gli 80 dipendenti americani dell' azienda, dopo che i lavoratori colombiani sono stati fatti uscire. Una voce, dagli altoparlanti, dice semplicemente che entro mezz'ora devono essere uccisi due dipendenti, altrimenti verranno fatti fuori molti più lavoratori. Inizialmente, ovviamente, si pensa ad uno stupido scherzo, e l'avvertimento quindi viene ignorato, ma dopo... è il caos. Rapidamente ci si rende conto di essere diventati pedine di un gioco mortale e gli amici diventano nemici, il collega diventa assassino, si instaurano alleanze e conflitti. Per tentare di sopravvivere al gioco al massacro. Film abbastanza divertente che scivola via piacevolmente, sulla falsa riga di Battle Royale e The Cube, ma con una certa ironia di fondo che ho apprezzato. Un filmetto senza particolari meriti ma in definitiva buono per un paio d'ore di svago. Possibile un seguito.
Decisamente un film piacevole, è vero che non si tratta di un horror originale, infatti il tema trattato è stato preso in esame parecchie volte nel tempo, però la resa finale è più che soddisfacente. Attori bravi, regia buona e dose abbondante di sangue e azione rendono il film molto godibile.
"Esperimento" già visto-rivisto-stravisto in molte salse, nonostante questo il film è gradevole e scorre bene fino al simpatico finale (anche questo non originalissimo ma ci sta), tra riflessioni sulla crudeltà della natura umana e sulla disumanità delle multinazionali, certo che visti i nomi di regista e sceneggiatore mi aspettavo un film un tantino più bello e originale, ma va bene così.
L'idea non è certo nuova, si tratta pur sempre di quei film in cui al centro di tutto c'è un esperimento sociale alla homo homini lupus. L'ambito è quello aziendale ed almeno inizialmente potrebbe far pensare ad una chiave satirica riguardo i tagli al personale. Inoltre c'è anche la presenza di ottimi attori (basta vedere il cast) noti per i loro ruoli da bad guy. Il film di MacLean e sceneggiato da James Gunn non perde molto in fronzoli ed con un escalation esponenziale di violenza assistiamo non solo al massacro reciproco di 80 impiegati all'interno di un palazzo di una società no-profit, ma soprattutto un massacro nei confronti di amicizia, al senso di appartenenza all'azienda stessa ed al cameratismo fra colleghi, semplici impiegati o dirigenti che siano. Quando si tratta di salvare la pelle si pensa solo a sopravvivere e MacLean ci mette del suo per far apparire questa carneficina nella maniera più violenta ed efferata possibile.
Classico film dei "topolini" in trappola dentro una struttura sconosciuta ed isolata dal mondo; quindi il genere è quello che già siamo stati abituati a vedere con la serie "Cube" o il "The experiment" di Oliver Hirschbiegel (tanto per nominarne un paio e rendere l'idea); vale a dire quei film che vedono per protagonisti un gruppo di persone messe sotto pressione da una situazione estrema simulata, dove il rischio di morte è però autentico. Preso da solo questo Belko experiment non è neanche tanto accio, anche se poi, rispetto ai due film che ho nominato come esempio, risulta già più inverosimile nella reazione di alcuni personaggi alle varie situazioni che vengono a nascere......inoltre c'è anche da dire che di tensione ne mette un po', ma neanche più di tanta se si è abituati a questo genere di film o simili...... Il finale(cioè l'ultima scena prima dei titoli di coda) segue un cliché che sicuramente non mi aspettavo così palese, però gli sceneggiatori hanno avuto, se non altro, il buon senso di inserire un colpo di scena FINALISSIMO che solleva un po' il giudizio globale di una pellicola che si fa guardare ma non riesce comunque a distinguersi nel suo genere... Carino da vedere per passare una serata o per completezza cinematografica del genere.....per il resto, nisba....
Il film che segna il ritorno alla regia dell'australiano Greg MacLean (quello dei "Wolf Creek" e di "Rogue") è ambientato negli uffici di un grattacielo posizionato in una zona desolata della Colombia, dove va in scena un brutale esperimento finalizzato allo studio del comportamento umano. Dopo il breve incipit, in cui gli impiegati dell'azienda no profit Belko interagiscono più o meno amabilmente, scoppia il finimondo: porte e finestre blindate, telefoni isolati e l'esortazione a uccidersi vicendevolmente, in caso di rifiuto eliminazione immediata tramite un microchip esplosivo installato nel cranio. La riflessione alla base della pellicola è sicuramente abusata, ovvero cosa potrebbe accadere se l'uomo venisse abbandonato in un contesto sociale privo di regole, in cui l'unico obiettivo è quello di sopravvivere. Fortunatamente al succo della questione ormai un po' datato fa eco una lotta per la sopravvivenza davvero avvincente, ricca di scene crude e di caratteri tutto sommato apprezzabili anche se definiti alla chetichella considerati tempo limitato e numero dei personaggi. Lo scontro ovviamente si scatena tra due fazioni ben distinte, manichee se vogliamo, ma tutto sommato funzionali ad un gioco al massacro che ci porta sino ad un finale in cui prevedere chi sopravvive non è certo ostico. Resta l'amaro in bocca per spiegazioni superficiali, seppur ci si possa consolare con l'ultima inquietante ripresa. Da un prodotto sceneggiato dall'ex Troma James Gunn (autore di chicche come "Slither", "Super" e dei "Guardiani della Galassia") e da un regista tosto come MacLean pretendere qualcosa di più non sarebbe stata una follia, tuttavia il giudizio è positivo in quanto l'intrattenimento non manca.
"The Belko Experiment" non sarà originalissimo, ma se visto con la giusta prospettiva, divertirà. Relativamente interessante e godibile, questo "studio sociale" presto si trasformerà in violenza a raffica e bagni di sangue. Sinceramente mi aspettavo di più, soprattutto dalla parte finale, a mio parere non abbastanza esplicativa, però una visione si può dare, soprattutto per gli appassionati di film splatter e sul genere "ad eliminazione".
L'idea non è certamente nuova ma appare abbastanza interessante...almeno inizialmente. Già, perchè tutto questo interesse che la storia sembrava promettere, man mano che si va avanti si riduce in un classico bagno di sangue, niente di più e niente di meno, realizzando uccisioni a go-go, con ogni mezzo a disposizione. Il finale, che avrebbe dovuto dare un'impronta più marcata, con qualche dettaglio e approfondimento in più, invece non offre nessuna parvenza di logica programmata, riducendosi in un confuso e inconcludente "gioco psicologico" che nulla apporta alla storia e certamente non soddisfa chi si attendeva qualcosa di più ragionato. Non mancano alcuni momenti ironicamente macabri, non manca il sangue (come già accennato) e non mancano le varie sfaccettature caratterizzanti di personaggi purtroppo però (per forza di cose) prevedibili e stereotipati. THE BELKO EXPERIMENT è una visione liscia e senza tanti fronzoli, un mero prodotto ludico per un pubblico avvezzo al gore, ma in quanto a originalità e presenza scenica non sembra poter ambire a qualcosa in più di una sufficienza politica.
80 impiegati si recano, come sempre, al posto di lavoro, un grigio edificio governativo nel mezzo del nulla sperduto nella campagna vicino Bogotà in Colombia. Nel mezzo di una qualsiasi giornata lavorativa inizia l'incubo. Una voce in microfoni nascosti nei vari piani dell'ufficio avverte tutti che inizia il test... a loro insaputa. Ognuno dei presenti deve uccidere almeno 2 persone se non lo farà un microchip impiantato nel loro cranio esploderà. Sono sorvergliati, le finestre vengono prontamente sbarrate da zaracinesche blindate, e il palazzo si trasforma in un grande cubo da cui è impossibile uscire. Inizia così questo particolare film, non originale ma girato magnificamente, molto scorrevole e incalzante fin da subito. Certo il tema come già detto non è nuovo (vedi the cube, stanford preason experiment, il giorno prima). Anche qui è presente quell'entità anonima (governativa? militare?), quella sorta di grande fratello che tutto controlla. Gli impiegati sono carne da macello, pezzi sacrificabili, criceti in un labirinto pronti ad essere uccisi. Non ci sono trappole, non ci sono misteriosi oggetti di tortura come in the cube. Ci sono delle persone che - per sopravvivere - si trasformano in macellai, altri in prede. Volendo è possibile ricercare anche una certa dose di ironia, di sarcasmo nel vedere degli impiegati soccombere a colpi di ascia, o uccidere con tutto ciò che gli capita a tiro, trasformarsi in bruti, in assassini. Il film prosegue in questo modo. L'uomo alienato si trasforma in bestia feroce. Eticamente e moralmente ripugnante quanto si vuole ma il messaggio è chiaro: è in gioco la vita di ognuno, ognuno pensi a se. Alcuni vanno oltre e sono disposti a mettere in gioco i propri valori morali nel tentativo disperato di rimanere in vita.
Vale la pena (nello spoiler) raccontare il resto del film che vi consiglio caldalmente. Non so se si possa definire un triller o uno splatter (certo di sangue ce n'è parecchio) ma devo dire che - malgrado non sia un capolavoro e i dialoghi siano ridotti all'osso, funziona e mi è piaciuto molto.
Dopo i primi momenti di incredulità e di sgomento gli 80 impiegati decidono di provarle tutte per scappare: dalla fiamma ossidrica per forzare le porte di metallo, fino a dei messaggi di aiuto da appendere sul tetto. Ogni espediente non va a buon fine. Dal tetto vengono crivellati da soldati appostati all'esterno. Alcuni vengono uccisi con le bombe impiantate nel cranio; i dirigenti, implacabili e spietati, si organizzano, rubano la chiave dell'armeria al piano terra e iniziano a uccidere gli altri impiegati disarmati, iniziando dai più anziani. Alla fine, ricevono l'ordine di uccidere tutti e si mettono all'opera. Un'impiegato e la sua ragazza cercano di opporsi, mentre un'altra impiegata riesce a nascondersi e tenta di fuggire. saranno tutti uccisi ma questo giovane impiegato riesce a sopravvivere, solo lui e, dopo lo scontro con il dirigente dell'azienda il test ha termine. una delle porte blindate si apre e lui viene condotto fuori da due soldati. viene portato in un hangar in cui incontro un laido figuro, un militare, vestito di nero, dalla faccia deturpata che gli pone delle domande. il ragazzo - molto astuto - è riuscito a procurarsi dai cadaveri degli impiegati, prima di uscire, le microcariche con le quali riuscirà ad uccidere i militari e il loro capo. Finalmente, ormai unico superstite, si allontana. Gli ultimi fotogrammi mostrano tantissime telecamere e diverse persone. Si tratta di diversi esperimenti nel mondo! non è l'unico caso.