Una restauratrice d'arte in erba si reca in un piccolo villaggio italiano per riportare un dipinto medievale al suo antico splendore. Ciò che non sa è che sta mettendo la sua vita in pericolo a causa di una maledizione e di un mostro .
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Zampaglione ritorna all'horror dopo diversi anni dal suo ultimo lavoro, e lo fa proponendo una sua versione molto gore e splatter, tanto da aver ricevuto un 18+ sul rating. Il film è una grande lettera d'amore del regista a quel horror italiano che fu, grazie ad alcuni maestri di genere come Argento, Bava, Fulci e Avati. Questi vengono omaggiati attraverso piccole inquadrature e situazioni, che si fondono in una regia di grande spessore. La camera non si muove mai a caso, e anzi,m cerca dei movimenti particolari sugli attori, come un giro di 360 gradi che si può vedere. Gli effetti sono tutti di mano artigianale, e sono molto realistici, tanto da provocare anche qualche malessere nello spettatore non abituato a una tale violenza e crudeltà. E mi fa piacere che in italia questo settore non sia ormai in mano ai soliti Stivaletti e compagnia briscola, ma che si vada a ricercare nuova manovalanza. Quello su cui però il film non fa centro del tutto, è la recitazione. Perchè passi la ex compagna di Zampaglione, Claudia Gerini, ma la figlia mi dispiace non è adatta a recitare. E questo si nota ancora di piu' perchè le voci degli attori sono ridoppiati dagli stessi. Ci sono scene che dovrebbero dare tensione, ma che fanno solo ridere. Ma anche alcuni interpreti come l'attore di colore che a mio avviso vale lo stesso discorso di prima, sono inadeguati. Altro discorso per Lauren Lavera, che è una scelta minuziosa per un artista che ormai sta spopolando dopo Terrifier 2, e Lorenzo Renzi, che qui fa un orco per cui ha dovuto prendere 30 kg e calarsi nella parte. Sceneggiatura che offre degli spunti interessanti come un messaggio sul finale, ma che inciampia malgrado, in alcuni clichè tipici del genere, e in situazioni grossolane come la ''risoluzione dell'enigma'' che avviene in maniera cosi meccanica, senza dare quel giusto grado di stupore.