vendicami regia di Johnnie To Hong Kong, Francia 2009
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vendicami (2009)

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locandina del film VENDICAMI

Titolo Originale: VENGEANCE

RegiaJohnnie To

InterpretiJohnny Hallyday, Sylvie Testud, Anthony Wong Chau-Sang

Durata: h 1.48
NazionalitàHong Kong, Francia 2009
Genereazione
Al cinema nell'Aprile 2010

•  Altri film di Johnnie To

Trama del film Vendicami

Ambientato tra Macau e Hong Kong, racconta in verticale la vendetta che dà il titolo al film e in orizzontale una storia di amicizia dove il codice d'onore e la fedeltà virile sono l'unica vera lingua unificatrice.

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Voto Visitatori:   6,63 / 10 (49 voti)6,63Grafico
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Voti e commenti su Vendicami, 49 opinioni inserite

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Boromir  @  01/07/2023 22:22:05
   7 / 10
Il trionfo delle facce da cinema da noir melvilliano, che Johnnie To (da buon hongkonghese quale è) ha sempre accarezzato, citato, amato. Un solidissimo film di genere che compensa la sostanziale classicità narrativa con l'estro figurativo di un regista che fa carburare una vicenda avvincente con la flemma metodica del ritmo, tirato persino nelle esplosioni di una violenza da western riconfigurato. Più che sulle pallottole e sul sangue che scorre a fiumi tra le periferie di Hong Kong e Macao (ridotte quasi a decadenti ruderi della Cina imperiale che fu), To enfatizza la coreografia di sguardi, mani e ombrelli (come fu per Sparrow), perché alla fine la trama è solo un canovaccio utile mostrare il sudiciume della metropoli come controparte dei codici d'onore su cui sicari e criminali fondano le loro umanissime e saldissime emozioni. Ammirevolissimo.

zerimor  @  11/10/2022 13:37:25
   7 / 10
Sono d'accordo con chi critica la sceneggiatura del film, davvero troppo terra terra per issarsi ad ottimo prodotto. Ed è un peccato perché la regia è notevole. Le ottime scelte registiche - che la fanno da padrone, nonché i bei personaggi e le belle scene d'azione fanno di "Vengeance" un buon action, un po' atipico e tanto basta.

alex94  @  12/12/2018 22:23:28
   6½ / 10
Buon action orientale,che nonostante tratti tematiche piuttosto classiche e presenti una sceneggiatura abbastanza risicata riesce a farsi seguire con piacere regalando allo spettatore anche due sequenze dirette magistralmente (lo scontro tra sicari nel parco e la battaglia finale).
Di ottimo livello l'aspetto tecnico e buona l'interpretazione del cast.
Un pò troppo citazionista la storia e a mio avviso troppo concentrata sul azione pura.
Il risultato finale resta comunque gradevole.

Thorondir  @  25/01/2017 14:19:29
   6½ / 10
E' un film troppo autocompiaciuto, nel senso che gli basta puntare tutto su azione e regia. La sceneggiatura è talmente basilare da tramutarsi in semplice susseguirsi di sparatorie e tutto il pathos va a perdersi in proiettili che si conficcano a ralenti. La banlità della storia, con il tema della vendetta tipicamente orientale, viene quantomeno tenuto a galla dalla regia di To e dalla cura fotografica, anch'essa elemento costante di tante pellicole asiatiche. In definitiva però, siamo di fronte ad un thriller d'azione che non dice poi niente di particolarmente interessante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  20/10/2015 18:40:57
   7 / 10
È il solito To che con un plot basilare dà lezioni di regia con virtuosismi assolutamente fuori dal comune, vedasi ad esempio (uno ma non il solo) la sparatoria nel bosco: come dire che anche una qualsiasi sequenza d'azione può diventare arte cinematografica. Sicuramente di tanto in tanto non guasterebbe una storyline più articolata (qui il motivo per cui il mio voto non è più elevato) ma le pellicole di To sono sempre e comunque uno spettacolo anche se in questo caso non vengono raggiunte le vette di "The Mission" ed "Exiled".
Avrei preferito un ruolo più centrale per Anthony Wong che nei film di To ci sta come il cacio sui maccheroni, mentre Hallyday non è allo stesso livello.

uito  @  29/05/2014 19:50:32
   6½ / 10
questo VENDICAMI è lievemente sottotono rispetto ad altre pellicole più funzionali a cui ci aveva abituati J.To. Trattasi di un noir metropolitano in salsa orientale con il clichè (ormai abusato.....) della vendetta che si alimenta di se stessa ignorandone il perchè.....E' il gesto che prevale sulla motivazione attraverso un magma di sangue e disperazione...che finisce per non aggiungere nulla di nuovo. Tuttavia l'atmosfera cupa e surreale ed il cromatismo perfetto di alcune scene cult riconfemano il marchio di fabbrica del cineasta orientale risollevandone il voto finale.

Trixter  @  22/07/2013 22:29:08
   6½ / 10
Regia sapiente e ben calibrata ed interpretazioni convincenti si contrappongono ad una trama ridotta all'osso e ad un ritmo a tratti scialbo e lento. 'Vendicami' è un buon film, apprezzabile, basato sull'imperitura e poco originale tematica della vendetta che tanta fortuna ha avuto nel cinema. Ma, ahimè, carente sotto il profilo dell'azione e del pathos, ricercato, spesso senza successo, attraverso i numerosi slow motion imposti dal regista.
Nel complesso, la pellicola si lascia guardare e non lascia insoddisfatti, ma la sensazione che il risultato potesse essere migliore è dietro l'angolo. Comunque più che sufficiente.

topsecret  @  21/12/2012 11:50:08
   6½ / 10
Un buon action anche se alcune scene sono troppo enfatizzate, tipiche del cinema asiatico nel genere.
Una storia di vendetta ma anche di onore e rispetto, capace di risultare coinvolgente ed efficace, tanto da non permettere cali di noia o disattenzioni varie.

kastaldi  @  16/10/2012 23:48:58
   7 / 10
Avrei voluto dargli di più visto che mi sono piaciute diverse scene, citazioni e trovate di Johnnie To:


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ma l'ho trovato un po' deludente nella seconda parte


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Nel complesso discreto anche se si poteva fare di più, spero vedere altri film di Johnnie To.

FinKill  @  19/05/2012 17:30:09
   7 / 10
Il film un omaggio a Melville, Johnny Hallyday è praticamente perfetto nei panni del vendicatore.

Beefheart  @  16/05/2012 18:45:21
   8 / 10
Ottimo esempio di poetica follia al servizio del cinema. Tra ironia e citazionismo, Johnnie To è bravissimo, non c'è dubbio, così come non si stenta a credere che possa godere dei favori di mr. Quentin Tarantino, che di film del genere ha fatto una ragione di vita, oltre che un marchio di fabbrica.
Questo "Vendicami" è un potente saggio sulla vendetta, purissima ed elevata all'ennesima potenza. Esagerato e provocatorio è girato magistralmente, molto molto ben interpretato, ritmato ed efficace. Ottime anche fotografia e musiche. Da vedere.

Manticora  @  16/05/2012 17:21:09
   7½ / 10
To si conferma come uno degli eredi più riusciti di John Woo, in un film che introietta la dinamica della vendetta, ma con il protagonista che perde la memoria, cosa che reputo originale. Poi al di là della messa in scena certo il film ha certo alcuni limiti, dovuti in parte alla storia, ma è interessante l'aspetto speculare, i quattro killler che danno la caccia ai tre killer, perc quello che hanno fatto. Ma sarebbero potuti essere al loro posto. Macao ricorda Hong Kong, il tutto con rimandi e citazioni. Buona colonna sonora, interessante la sparatoria notturna, al buio, salvo poi intensificarsi appena la luna fà capolino. In definitiva uno dei film migliori di To, anche se un gradino più sotto di Breaking News.

nick9001  @  10/01/2012 15:07:38
   1½ / 10
Molti prima di me hanno trovato il motivo per elogiare questo film, a mio parere si tratta di una baggianata piena di baggianate che culmina con una grassa risata del protagonista verso tutti quelli come me che hanno perso quasi 2 ore per non capire alla fine il motivo di tutto il film.

Constantine  @  22/09/2011 19:06:13
   7 / 10
A metà strada tra polar e western, farcito d'oriente, il "Vendicami" di To è un film lirico, secco, spirituale e scuro. Il regista gioca con la verosomiglianza della storia per girare immagini al confine tra realtà e poesia, spesso dimentico della prima e molto più deciso sulla seconda, tra rallenty e sangue che scorre su pavimenti e strade bagnate. Peccato che Hallyday risulti un pò imbolsito e monocorde, il suo personaggio seppur con questi difetti riesce ad attirare la curiosità dello spetattore fin dall'inizio, bravi anche tutti i comprimari. Il difetto, a mio modo di vedere, sta nel non spingere a fondo la lama nella ferita, il cineasta si concede diverse sequenze atte a sdrammatizzare la narrazione che nel rovescio della medaglia contribuiscono ad estromettere lo spettatore dall'emozionalità della storia e creano un distacco tra il protagonista ed il pubblico. Persa l'immedesimazione rimane una cruda storia girata in maniera tecnicamente ammirabile, con una buia ed affascinate fotografia; ma senza quel pizzico di cuore in più che l'avrebbe resa indimenticabile.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/07/2011 00:18:05
   6½ / 10
Come spesso capita a To la confezione del film è impeccabile dal punto di vista visivo, contiene ottime sequenze, con quel gusto cinefilo che richiama al noir di Melville, ma nel complesso non è uno dei suoi film migliori a mio parere, perchè ci sono evidenti scricchiolii nella sceneggiatura e la recitazione Halliday è troppo monolitica per poter empatizzare un minimo con il suo personaggio. Si può vedere tranquillamente anche se aggiunge poco o nulla filmografia del regista.

Febrisio  @  09/03/2011 15:19:26
   8 / 10
Forse alcune scene troppo esagerate, ma Vendicami incarna a pieno un bel film noir, con varie belle locations, innumerevoli pallottole sprecate (ma sparavano riso soffiato che non morivano mai??) e spunti fantasiosi. Spesso quando guardi un film di questo genere, ti sembra che mancasse qualcosa e ti domandi se mai avessero potuto esaltarti di più.... ecco.... in vendicami lo fanno!

Invia una mail all'autore del commento Mr Mandarino  @  19/01/2011 12:09:49
   4½ / 10
Meglio un film di Steven Seagal, fatto male ma ricco di azione, o un film come questo, girato sicuramente bene, ma dove di azione non c'è quasi traccia? Direi che siamo lì... Il tutto si riduce a tre scene di sparatorie alquanto scialbe e quasi ridicole, mentre quasi tutto il resto del film è un susseguirsi di dialoghi in cinese e francese senza uno straccio di sottotitolo...
Evitabilissimo.

mr orange  @  17/01/2011 22:51:29
   7 / 10
bello sopratutto sul piano esteriore, con alcune scene veramente struggenti e originali.

unpoeta67  @  16/12/2010 17:00:48
   6½ / 10
fotografie al bacio per questa storia di " gangster del west ". Veramente apprezzabile il cast con , personalmente, l'unico a stonare che è hallyday. Alcune scene sono non suggestive, d+. La lentezza domina ma il film scorre seppur la sceneggiatura diviene secondaria alle mille sparatorie che dapprima circondano il film per divenirne poi protagoniste. Eccellsa la scena della discarica . Non si capiscono i perchè ma non si resta insoddisfatti dato che la trama è solo un complemento.

popoviasproni  @  31/10/2010 11:12:56
   6 / 10
Stucchevole ! ... sia per quanto riguarda le tracotanti sparatorie sia per la retorica sull'amicizia, l'onore e la fedeltà ... stucchevole sopratutto perchè Johnnie To si ostina con la sua formula vincente per fare gangster-movie d'azione senza apportare cambiamenti, con una sceneggiatura qui all'osso, affidandosi a mezzi tecnici sempre migliori e il solito cast decisamente esperto.
Hallyday piace subito ... ma solo per i primi dieci minuti, poi non c'è espressione, sorpresa sulla sua faccia !

Gregory90  @  25/10/2010 14:04:29
   7 / 10
Gran bel film. Ottima regia, sceneggiatura, trama e inquadrature. Buona anche l'atmosfera, ed il ritmo è sempre buono.
Anche gli attori niente male, con un Hallyday che ha qualche chilo di troppo di silicone (incredibile la somiglianza con Scialpi).
Nulla da dire, film consigliato.

floyd80  @  16/09/2010 09:35:43
   7 / 10
Un po' western, un po' noir, un po' thriller. La pellicola mescola i tre generi e si appropria della sua personale visione. Una visione dura, amara e gelida.
Gli attori sono fantastici e la fotografia stile Blade runner affascinante. D'altro canto alcune scene davvero lunghe e le musiche fuori luogo non fanno gridare al capolavoro.
Però è un film che va visto consigliato soprattutto agli amanti del Quentin più cinofilo (quello di Bastardi per intenderci).

lloydalchemy  @  13/09/2010 01:07:05
   7½ / 10
un buon film drammatico con alcune scene che sembrano prese dai vecchi film western (per via delle sparatoie), la storia tiene bene come alcune inquadrature meritano, li attori recitano come da copione (quindi e un bene) ci si annoia difficilmente con questo film che parla della vendetta di un ex-killer che fa lo chef per diletto, e vendica la figlia e la sua famiglia, insieme ha un gruppo di tre killer che presto diventeranno amici del protagonista (non svelo altro).
Quindi lo consiglio a chi piace il genere ma può rivelarsi una sopresa anche per gli altri.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/09/2010 14:53:03
   5½ / 10
Ambientazione scura e metropolitana per l'ultimo film di To.
Il regista rivela la solita eleganza di forma e stile che però spesso eccedono nella freddeza. Infatti quello che più manca al film è il coinvolgimento dello spettatore.
La tematica della vendetta e i personaggi duri, forti, quasi senza passato rientrano fin troppo in clichè già visti.
Film essenziale, con pochi dialoghi ma che non convince.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  07/09/2010 10:30:20
   7½ / 10
Costello,killer parigino in pensione,ora improbabile cuoco per diletto, si reca suo malgrado a Macao dove sarà chiamato a vendicare lo sterminio della famiglia di sua figlia (la Sylvie Testud di "Lourdes").
Johnny Hallyday è un labirinto di rughe impressionante,criminale old-style sin dal suo signorile abbigliamento esibisce un viso segnato dallo scorrere del tempo,indurito ed alterato dalle legnate subite e dal troppo dolore patito.L'anziano malavitoso è un uomo al crepuscolo ma pur sempre letale,scrollatosi di dosso la polvere accumulata negli anni sembra essere saltato fuori da qualche polar d'oltralpe incurante del tempo trascorso.Il suo nome riconduce all'indimenticato film di Jean-Pierre Melville con Alain Delon e conosciuto da noi con il titolo di "Frank Costello,faccia d'angelo"(in originale "Le Samourai") .
Johnny To è come al solito garanzia di qualità,poche concessioni al background dei personaggi,dialoghi senza fronzoli e grande eleganza nella messa in scena.La sua invidiabile tecnica registica e l'immensa classe di cui dispone gli permettono di disegnare opulenti arabeschi visivi di sofisticata grazia,la mdp sembra danzare tra proiettili e schizzi di sangue,tra fenomenali ralenty e funeree coreografie da brividi sulla schiena.Il regista si trastulla con un gioco cinefilo organizzato con devozione e competenza,comincia dal gangster-movie transalpino per approdare all'adorato western.Leone e Peckinpah lo ispirano tra fosche e piovose strade dalle atmosfere poco promettenti,per boschi con alberi dalle foglie caduche illuminati da una splendida luna ottenebrata da capricciose nubi,in discariche elette a nuovo O.K. Corral,con agglomerati cartacei da utilizzarsi come scudo in un coraggioso scontro che sottolinea ancora una volta la rilevanza dell'onore nella poetica armata del regista."Vendicami" sembra quasi un western metropolitano,privo di praterie e saloon ma carico di trepidanti attese prima di ogni duello,un film che si crogiola su squilibranti infantilismi per poi sfociare in un'appassionata ode all'amicizia e ad un senso del dovere talmente radicato da vincere addirittura l'handicap della malattia.

Estonia  @  29/06/2010 21:49:43
   8 / 10
Questo sorprendente ‘polar orientale’, coi suoi intrecci stilistici trasversali, conferisce al noir la dimensione metafisica di un’astrazione lirica.
La leggerezza di un frisbee colorato che si libra nell’aria e il magico incedere di una bicicletta sorretta dalla potenza di fuoco delle pistole. Le coreografie stilizzate dei corpi che si muovono al ralenti tracciando misteriosi gesti nello spazio rarefatto prima di accasciarsi sotto il tiro incrociato delle pallottole. Le ombre di nubi sulla luna piena in una magica sequenza notturna in cui le esplosioni di violenza sono depotenziate da suggestioni malinconiche. Ogni immagine, ogni invenzione narrativa, è fonte di emozione straniante.
Il protagonista, interpretato splendidamente da Johnny Hallyday, è in cerca di vendetta a causa dello sterminio perpetrato ai danni della sua famiglia. L’espressione del suo volto impietrita nella sofferenza riflette, oltre alle tracce di un passato vissuto all’insegna del rischio, anche lo smarrimento di chi sta a poco a poco perdendo la memoria a causa di una pallottola conficcata nel cervello. I pochi brandelli di ricordi impressi su una manciata di polaroid per dare un volto al bene e al male segnano il confine tra la spinta ad agire e la perdita di senso dell’azione, amplificando l’inutilità di ogni vendetta dal momento che tutto si perde nell’oblio.
Ma la nemesi ci sarà, supportata dall’urgenza di un’altra vendetta, consumata in uno dei finali più surreali degli ultimi anni.

corey  @  06/06/2010 16:47:28
   6½ / 10
il punto forte di questo film secondo me è la regia, davvero apprezzabile..mi è piaciuta molto la definizione utilizzata in un commento qui sotto di eastern, la trovo originale..peccato non si possa dire la stessa cosa del film che tinge anzi a piene mani un po' qua e un po' là, e guardandolo ho capito anche perchè a quentin è piaciuto molto..hallyday imbolsito e stanco della vita incarna perfettamente il vecchio padre che vuole vendicare la figlia prima che perda del tutto la memoria, poca azione ma di pregevole fattura come ad esempio la scena finale, discreto questo vendicami, peccato non aver capito niente dei dialoghi tra cinesi visto che non c'erano i sottotitoli :)

ZaZà  @  24/05/2010 15:52:51
   7½ / 10
beh beh per me vale proprio la pena di vederlo, film simpatico, preferisco sinceramente dell'azione come questa, che non qualche americanata alla steven seagal o come diavolo si scrive) XD.

lucki71  @  14/05/2010 10:29:02
   4 / 10
premetto che sono appassionato del genere,ma questo film mi ha assolutamente deluso..una storia senza nè capo nè coda..un vecchio killer rimbambito che trova "amicizia" da altri killer..sparatorie ridicole..peccato..era partito bene..ma è finito malissimo..
ps:bellissima la scena quando lui si mette a cucinare agli "amici"..nella scena del delitto...mah..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  09/05/2010 19:15:57
   6 / 10
Rivisto due volte a distanza di 20 giorni, non mi ha del tutto convinto: anzi, se possibile, il mio giudizio è addirittura peggiorato. La regia di To come da consuetudine è sempre quella di un grandissimo esteta, il cast con in testa il solito Anthony Wong è meraviglioso ma qui il regista sembra leggermente a corto di idee: tra omaggi e autocitazioni continue, la situazione è pressochè identica a quella di Exiled; l'unico diversivo lanciato nella mischia è un Johnny Hallyday in versione "Le Samurai", ma le tematiche di base sono sempre le stesse, amicizia, fratellanza, vendetta, uno per tutti-tutti per uno, vedi la prima scena e già sai dove si andrà a parare...manca l'effetto sorpresa e la confezione, almeno per quanto mi riguarda, non sopperisce più a tale difetto. Inutile dire che a livello di filmografia non aggiunge nulla di nuovo perdendo nettamente il confronto con tutti i suoi predecessori.

LoSpaccone  @  09/05/2010 12:53:35
   8 / 10
Potrà non sembrare originale ma è un film seducente e potente nella sua resa visiva. Le citazioni non si contano (Melville, Kurosawa, Leone) ma non si limitano alla riproduzione sterile di singoli segmenti (Tarantino a volte ci casca...) ma sono tenute insieme secondo una coerenza narrativa che trasporta il pathos del racconto nella forma, in una ricercatezza che non sembra mai fine a sè stessa. Io sono particolarmente favorevole a questo tipo di cinema (adoro il Michael Mann degli ultimi lavori), spettacolare ma non fracassone, rarefatto ma non piatto, visionario ma con i piedi per terra, culla ideale di una possibile esigenza di innovare un linguaggio, quello cinematografico, che ultimamente sembra averci detto tutto il possibile e in tutti i modi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  06/05/2010 17:50:27
   5 / 10
"Monsieur Costello faccia d'Hallyday" è uno che guarda sempre avanti, purtroppo. Pure di fronte alle sofferenze della figlia in ospedale non si fa troppi scrupoli e passa subito alla vie di fatto.
La voglia di partire immediatamente per una vendetta annunciata è tanta, così come l'estenuante tour de force che attende chi, al cinema, ha già avuto a che fare con questo tipo di concezione. Il volto dell'attore francese è sofferto quanto basta, ma troppo consumato e austero nelle sue pose con gli occhi spalancati per poter essere credibile come vero duro.

Le implicazioni sulle famiglie degli assassini sembrerebbero elementi aggiuntivi a una vicenda già troppo risicata di per sè. Prontamente tradite da uno scritto che mette irresponsabilmente in pericolo la vita di tanti bambini con la scena dell'appiccicatura delle bandierine, e cercando di rimediare con un finale che vorrebbe essere rivolto alla libertà e a un ritrovato equilibrio ma che giunge desolante e stridente.

To cerca disperatamente di rimanere in equilibrio tra farsa e tragedia: ecco che il lancio del "piatto piattello" durante il pranzo-adunanza con i nuovi gaglioffi di turno, e messo lì tanto per fare simpatia e tenere il film su un livello leggero, è abbastanza seccante. Così come il conseguente tiro al bersaglio a una bici in movimento per tentare di farla rimanere in equilibrio.
Sarebbe stato meglio volgere in burla alla Bud Spencer e Terence Hill. Tuttavia, senza la leggerezza di quei toni (qui ci stanno due bambini ammazzati con tanto di famiglia al seguito e sangue a irrigare i pavimenti del nido domestico), non può aspirare alla stessa semplicità e levità narrativa.

Quando la Vendetta diventa un rito, un'ossessione, una malattia per uomini perduti e soli, bisogna stare attenti a come la si rappresenta. Altrimenti si rischia di mettere in scena un "Giustiziere della notte" arrivato con oltre 30 anni di ritardo e col sapore delle vecchie Polaroid scattate in soccorso al pericolo costante della perdita d'identità.
Si abusa senza sosta dell'estetica della moderna violenza: la sparatoria notturna nel bosco e al chiar di luna, mentre "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie", che abusa di ralenti e si appoggia sugli effetti sonori è eloquente. Le nuvolette di sangue che si alzano a ogni proiettile sparato sono fastidiose come le zanzare tigre nei periodi estivi.

E il tutto è così uguale a tanto (troppo) altro cinema già visto, masticato e digerito che non c'è da meravigliarsi se il protagonista "cede" alla perdita della memoria e va avanti ad amnesie intermittenti. Imperdibile in tal senso il conflitto a fuoco che vede i protagonisti nascosti dietro a cubi rotolanti e spinti da ventilatori, giusto per arricchire il quadro scenografico e gettare un po' di polvere negli occhi dello spettatore.
Tanto di cappello per come Johnnie To muove la sua cinepresa (una regia apprezzabilissima con un invidiabile colpo d'occhio), eppure non da credibilità e forma compiuta alle sovrabbondanti e curate coreografie. Rischia di assomigliare più a un Besson che a un Leone.
I cattivi poi, dovrebbero essere definiti caratterialmente da che si permettono di spupazzare la bella di turno sul tavolo dove si mangia e davanti a tutti: se l'insieme può essere accolto e riconosciuto come una trovata arguta, allo stesso modo è ribaltabile come inutile e rinomata *******ta che non aggiunge niente alla narrazione.

axel90  @  06/05/2010 11:00:21
   6 / 10
"Vendicami" ovvero quando il noir incontra l'oriente con un pizzico di spaghetti western. "Vendicami", come già detto, ineccepibile dal punto di vista tecnica, con una fotografia particolarmente bella che sa intrecciare diligentemente colori chiaroscuri. Johnnie To sotto questo punto di vista fa un lavoro mastodontico: le scene in slow motion, quei tempi lunghi e dilatati prima che incominci la scontro, tipico di Sergio Leone, scene d'azione ben costruite e calibrate.
Ciò che non funziona è la trama in sè per sè. O per meglio dire, la trama secondo me, presenta molte idee interessanti che iniziano bene, ma non vengono sviluppate con il passare del tempo. E come se ci trovassimo di fronte uno scheletro rigido e ben conservato, ma che manca della muscoli e della carne sufficiente per farlo diventare uomo. Il tema del dolore e della memoria, la relazione tra Costello e i tre killer, la personalità di Costello stesso... sono temi che vengono poco approfonditi, poco sviluppati, generando così buchi, vuoti nella sceneggiatura... Anche Hallyday mi è sembrato troppo imbalsamato nella sua parte, poco fluido e poco credibile, così come il suo personaggio, abbozzato e mai perfettamente costruito. Bastava qualche accorgimento in più e il film sarebbe stato molto più gradevole.

willard  @  06/05/2010 10:36:16
   7 / 10
Con la storia di questo film potremmo far nascere il genere Eastern, perchè proprio di questo si tratta ovvero di un "western orientale" (scusate l'ossimoro) ambientato al giorno d'oggi, né più, né meno.
Meno azione di quanto i trailers facciano presagire, ma il film merita di esser visto anche solo per la splendida fotografia che fa comprendere tutta la visionarietà del regista, nei giochi di luce e nell'uso di scene in slow motion, nelle atmosfere dense della tristezza di cui sono cariche le vite vissute "on the border" dei personaggi, sottolineate ancor di più dalle arie notturne della bella colonna sonora.

al_fred78  @  05/05/2010 23:55:37
   8 / 10
Mi sono rimaste impresse l incontro tra i killer,ed macbethiana scena della sparatoria in discarica.Del resto lezione di cinema,ovviamente omaggi.......

Delfina  @  05/05/2010 17:45:38
   6 / 10
Discreto film d'azione, molto "spaghetti"-western/noir come già detto da qualcuno, e pieno di citazioni, anche d'autore (una scena ricorda moltissimo Kurosawa:

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER).
Ottima la fotografia, ma eccessivamente lungo e un pochino accademico, non brilla per una trama particolarmente coinvolgente.
Bravi gli interpreti.
Consigliato agli amanti dei generi sopracitati.

valis  @  05/05/2010 17:13:02
   4½ / 10
trama inconsistente, recitazione imbarazzante, insomma non un gran film.
johnnie to ha cercato di tenere insieme un film scollato in uttte le sue parti scopiazzando un pò qua un pò la, memento su tutti.
Si certo, qualcuno mi potrà dire che si tratta di citazioni, ma secondo me è mancanza di ispirazione.
Al cinema dove sono andato a vederlo dopo mezz'ora metà degli spettatori (eravano una quindicina) ha preferito lasciare la sala.
Lento, prevedibile, sconclusionato.

forzalube  @  05/05/2010 05:46:55
   5½ / 10
Non si vogliono certo negare le già decantate qualità stilistiche dell'autore

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, però tolte quelle cosa resta?
Trama e sceneggiatura sono davvero esili.
Accetto pure che ci si allontani dal realismo, però in alcune sequenze si sfocia un po' nella *******ta (imho).

M'è sembrato anche un po' sessista come film, sarà solo un caso (mi pare eravamo 7 in tutto) che in sala non c'era neanche una donna?

fiesta  @  04/05/2010 01:05:31
   6½ / 10
qualche scena western,qualche altra pulp. voleva essere grezzo solo che è stato troppo curato quindi perde da questo punto di vista. solo l'imprevista amnesia è stata trattata con la giusta grossolaneria.per il resto un film ben fatto ma che non aggiunge niente di nuovo.

TheLegend  @  03/05/2010 19:20:13
   6½ / 10
Film curato sotto tutti i punti di vista ma che non convince pienamente.
Mi aspettavo di meglio.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  03/05/2010 12:51:55
   5 / 10
Reputo questa nuova pellicola di Johnnie To essere assolutamente sopravvalutata.
Certo la fotografia è eccellente con il suo continuo ricorso alla regola dei terzi, però tale ricorso risulta addirittura fin troppo accademico per non dire scolastico: si pensi a livello esemplificativo al campo e controcampo fra Costello e l'ispettrice di polizia.
La regia di To rispecchia perfettamente il suo stile, ma sottrae ritmo alla narrazione e preclude il più completo coinvolgimento dello spettatore. Anziché essere un collante fra una serie di personaggi tagliati a colpi di scure e di situazioni infarcite di cliché, la regia di To è puro autocompiacimento. Essa è un susseguirsi di autocitazioni (da Exiled a The Sparrow) e di citazioni cinematografiche proprie del cinema polar francese e degli western crepuscolari degli anni settanta. La sola vera eredità de Le Samourai di Jean-Pierre Melville risiede nel nome del protagonista e nel fatto che To avrebbe voluto che fosse Delon ad interpretarlo. Tanto è vero che se il personaggio di Jef (Frank in italiano, sigh!) Costello era l’apoteosi del lupo solitario che viene avviluppato dalla solitudine e dal desiderio di morte, il Costello di To è sempre circondato da uomini, donne e bambini disposti ad aiutarlo, ad affiancarlo e pronti anche a morire per lui. E non basta la bella scena di un uomo che si perde in mezzo alla massa unificata da un oceano di ombrelli aperti sotto la pioggia a trasmettere quella estraniazione e quel senso di profonda solitudine che Melville era riuscito a dare attraverso le immagini di un uccellino in gabbia e di una cartina labirintica della metropolitana.
I topos del cinema Western risiedono nei dialoghi e nelle attese che precedono e che seguono gli scontri a fuoco. In particolare è assai sapiente la costruzione dello scontro nel bosco in cui è messa in evidenza la dicotomia fra la sacrale convivialità della condivisione del cibo e il regolamento dei conti.
Il ricorso al rallenty durante le sparatorie non aiuta certo a migliorare il coinvolgimento dello spettatore che si ritrova di fronte ad un esercizio estetico fine a se stesso.
Per quanto riguarda le citazioni del Cinema Francese, la regia di To non sposa lo stile asciutto, sobrio e sferzante di Melville, ma abbraccia piuttosto quello di Henri Verneuil e quello di Jacques Deray. Come non ricordare ad esempio nella scena iniziale di Vengeance l’omicidio di Tre Uomini da Abbattere compiuto dai killer attraverso lo spioncino della porta.
Restando sempre nel campo delle citazioni si deve ricordare quella rivolta a Bittersweet Life di Kim Jee-woon, di cui però non si raggiunge né l’eleganza formale né la perfezione stilistica.
Per quel che concerne la storia narrata, questa si rivela un’accozzaglia di cliché male assortita. In particolare risulta vuoto e fuori luogo il riferimento a Memento di Christopher Nolan, che aveva interpretato ed elaborato il rapporto fra la vendetta e la memoria con un’analisi assai più intelligente e raffinata.
Bravi tutti gli interpreti.
Da vedere se si ricerca un’analisi estetica di tecnica cinematografica, ma se si ricercano intrattenimento, coinvolgimento o approfondimenti psicologici e meglio cercare altrove.

7 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2010 05.52.33
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dominus  @  03/05/2010 11:49:11
   8½ / 10
film ke a tratti sempra di tarantino poi c'è azione in xfetto stile johnnie to bellissimo da vedere assolutamente altro ke from paris with love

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  03/05/2010 05:00:31
   8 / 10
Sontuoso, imponente, cupissimo, lirico, mistico, implacabile: questo è "Vendicami", un western a tutti gli effetti ambientato nell'emergente Asia ma con tutti i canoni del noir e del gangster-movie senza tralasciare momenti degni dell'onirismo di un Kurosawa e dell'efferatezza di un De Palma. L'ormai noto virtuosismo di Johnnie To è qui al servizio di una vicenda che mutua tutti i canoni del western (più di quello all'italiana che non di quello all'americana), le atmosfere e l'amoralità del noir francese per fonderli in una sapidissima salsa asiatica fatta di eccessi e di visionarietà sublimi (ammirate la sequenza dell'apparizione sotto la luna o quella del duello nel bosco o ancora l'inseguimento tra i sobborghi di Hong Kong e, soprattutto, la vera e propria battaglia nella discarica con le balle di carta usate dai killer a mo' di testuggine romana...).
Fin dai primi fotogrammi siamo catapultati in un mondo di violenza estrema, efferata, violenza che man mano diventa rito, balletto, inevitabile comportamento che tutto e tutti travolge con tanta umanissima spietatezza.
Grandiosi gli interpreti, a cominciare da un lacerante Johnny Hallyday dal volto segnato dalle rughe, occhi piccoli chiarissimi, penetranti, annegati dallo scavo del tempo e delle forti emozioni negative vissute. Un personaggio di straordinaria ambiguità, tanto determinato nelle azioni e nei sentimenti quanto divorato dalla stanchezza e dall'odio, dalla voglia di uccidere e dall'aspirazione mistica alla serenità e alla pace con se stesso, amorale quanto basta per elaborare un codice comportamentale basato sui legami di sangue e sull'amicizia virile, minato nella sua inesorabile spietatezza da un'amnesia incipiente che lo porterà a dimenticare persino cos'è la vendetta che aveva giurato. A questa debolezza e fragilità (apparenti), Hallyday consegna con generosità e senza pudori tutto il suo aspetto più segnato dal tempo, lasciando però ai suoi tratti somatici forti il compito di renderlo ugualmente implacabile. Ma come non intenerirsi di fronte allo smarrimento di un uomo solo in una città estranea, ostile e diffidente verso la sua razza che guarda le polaroid scattate ai suoi amici per cercare disperatamente di riconoscerli tra una folla di cinesi apparentemente tutti uguali? E come non partecipare al suo delirio mistico sulle rive del mare quando invoca una improbabile salvezza ottenendo in dono il recupero della memoria e quindi la capacità di proseguire fino in fondo la sua vendetta?
Il resto del cast, già visto in altri film del regista, è semplicemente sublime nel caratterizzare all'estremo ogni personaggio quasi come se si trattasse di un fumetto.
Musiche trascinanti, anch'esse in stile-western-gangster; fotografia ed effetti speciali semplicemente da urlo.
Nota a parte per i dialoghi: essenziali, quasi minimalisti ma mai banali. Fa molto riflettere la considerazione sulla (im)possibilità di dimenticare una vendetta: solo un'amnesia -cioè qualcosa di indotto esternamente contro la volontà della persona- può fermare questo profondo e distruttivo desiderio umano, non certo una libera scelta.
Incredibile il linguaggio mimico e coreografico utilizzato da To per descrivere con maniacale dettaglio ogni rituale e ogni "battaglia"; in questo si riversa tutto il suo essere cinese.

Intrattenimento puro con grandissimo stile. Se vi piacciono le emozioni forti, duelli, combattimenti e le tipiche stragi da western... correte a vederlo. Ma correte anche se desiderate assistere a due ore di lezione di Cinema.

dagon  @  01/05/2010 22:17:28
   7 / 10
non proprio all'altezza di Exiled e The mission, ma con degli ottimi momenti ed alcune scene veramente efficaci, girate con lo stile inconfondibile del regista. Film d'azione di classe, con omaggi ai classici del polar francese.

kiteneomare  @  01/05/2010 21:07:22
   8 / 10
Quando Melville incontra Peckinpah........grande Johnnie To!

El_Baro  @  16/04/2010 17:37:48
   8 / 10
Primo film di To che vedo, me lo aspettavo più adrenalico (forse il commento qui sotto si riferiva ad Exiled), ma devo dire che si tratta di azione di assoluta classe.
Momenti di riflessività non buttati lì, bella fotografia, ottime caratterizzazioni e prezioso, al solito, Hallyday.
Bello, senza dubbio bello.

Ciaby  @  09/02/2010 20:54:26
   6½ / 10
Johnnie To dà sempre il meglio di se in fatto di regia e la realizzazione, infatti, è assai sublime, ma il film non tocca assolutamente i vertici adrenalinici di "Vengeance". Piacevole comunque, soprattutto per chi ama i noir hongkongesi.

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Ultima risposta 02/05/2010 08.31.42
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Tom24  @  21/12/2009 11:20:53
   7½ / 10
Un ottimo film Di To, inconfondibile la regia e alcune trovate geniali, splendide alcune sequenze (soprattutto nel primo tempo). A mio parere quello che non convince molto è la storia di per sè. Hallyday non recida male, ma è proprio il suo personaggio che non convince fino in fondo. Il finale lascia un pò insoddisfatti.
Rimane comunque un film divertente e godibile, da vedere.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  17/12/2009 18:28:07
   7 / 10
UN PO' DI SPOILER, MA POCA ROBA..


L'ultima fatica del regista cinese è costruita su un tema tanto sfruttato quanto potenzialmente inesauribile e che si adatta perfettamente al genere cinematografico del quale Johnnie To è ormai uno dei maggiori esponenti: la vendetta.
Che To, dopo pellicole un po' più leggere, sia tornato a fare sul serio, lo si capisce dopo appena qualche minuto, più precisamente quando un quadro familiare perfetto, in cui una madre/moglie impegnata in cucina saluta marito e figli di ritorno da lavoro e scuola, viene squarciato da un primo piano sul marito che, nel guardare dallo spioncino dopo il suono del campanello, viene raggiunto dai colpi di un fucile a canne mozze sparati dall'altra parte della porta. Azione e violenza sono quindi immediate e il fascino che regia, fotografia e scelte di tempo conferiscono alla sequenza è innegabile. Certo l'alto livello tecnico non è una novità quando si parla dei lavori di To, infatti, chiunque abbia visto anche solo un paio di pellicole della sua filmografia, sa perfettamente sotto quale aspetto un suo film non deluderà mai, ossia, per l'appunto, quello tecnico. "Vengeance" non fa eccezione. Quanto segue la scena iniziale appena descritta è un insieme di sequenze nelle quali non viene mai meno la simbiosi perfetta tra regia, fotografia e montaggio, che rende ognuna di esse uno spettacolo per gli occhi. A tal proposito non può non essere citato l'incontro/scontro tra killer nel bosco, nella quale è presente quasi tutto il cinema del regista di "Exiled". Come in quest'ultimo(la lattina), è un oggetto a decidere o a dare inizio ad una delle danze balistiche tipiche dei suoi film, ma andiamo per gradi: inizialmente lo scontro (in un bosco: ambientazione perfetta) viene solo annunciato; quando, infatti, i quattro (i nostri) si avvicinano ai loro nemici, per poi fermarsi ad una distanza sufficiente da permettere ad ognuno di capire cosa stia succedendo, ha inizio un gioco di sguardi degno dei migliori western, che già permette allo spettatore di gustarsi uno scontro di fatto non ancora inziato. A spezzare la tensione, la comparsa sul lato opposto delle famiglie dei tre assassini, altro breve gioco di sguardi necessario a raggiungere il tacito accordo di lasciar fuori donne e bambini, campo medio a seguire con al centro gli assassini, verso i quali convergono da parti opposte i nostri e le famiglie, quindi incrocio con le stesse, per poi proseguire oltre e fermarsi ad un tavolo più avanti. L'attesa resta così al servizio della tensione e della sua crescita, fino al momento in cui un frisbi, lanciato da uno dei bambini e seguito al ralenti dalla telecamera, non offre l'occasione di un primo confronto, seppur solo verbale, in cui le carte vengono scoperte e la resa dei conti decisa e riviata in maniera definitiva*. L'attesa, quindi, riprende a svolgere il suo compito fino all'inizio vero e proprio dello scontro; scontro il cui ritmo viene affidato e gestito da nubi e luna, che alternano momenti di buio e di immobilità a momenti di luce e azione, e che, al tempo stesso, rendono la fotografia assolutamente perfetta. To, dal canto suo, alterna primi piani sui singoli protagonisti che, guardando in alto, attendono il ritorno della luce a carrellate al ralenti in campo lungo che inquadrano tutti i "giocatori" tra spari e fughe. Inutile dire che il risultato finale è meraviglioso.
Come accennato in precedenza, uno scontro a fuoco in un film del regista cinese non è mai solo uno scontro a fuoco, ma una danza di proiettili costruita ad arte, che si fa attendere per poi esplodere in tutto il suo fascino. Entusiastiche analisi, del tutto simili, si potrebbero fare per la gran parte delle sequenze che compongono la pellicola (il primo incontro tra costello e i tre assassini; la fuga tra gli ombrelli, ecc..).

Veniamo quindi a cosa non convince fino in fondo e al perché il mio personale voto non va oltre il 7. Il motivo, in buona sostanza, si può ricondurre al fatto che ponendo l'attenzione sull'aspetto tecnico e sulla costruzione dei singoli periodi, To tralascia la visione d'insieme, facendo così venir meno il coinvogimento come filo conduttore empatico/emozionale dell'intera pellicola. A ciò vanno aggiunte delle fastidiose leggerezze nella sceneggiatura, a volte dovute a mera superficialità, altre volte alla rinuncia alla credibilità, da parte di To, in nome della spettacolarità (vedi finale).

Relativamente al cast non c'è molto da dire dato che il regista asiatico ha richiamato i suoi fedeli compagni di viaggio: Anthony Wong, Suet Lam, Simon Yam, sono assolutamente perfetti. Unica novità, ma di tutto rispetto, è Johnny Halliday, il c.d. Bruce Springsteen francese, suggerito a Johnnie To da alcuni suoi collaboratori. Inizialmente, infatti, l'intenzione di To era quella di affidare la parte ad Alain Delon e richiamare il fascino del Costello suo e di Melville; non a caso il nome del protagonista di questo Vengeance è Costello, killer francese in pensione. Va detto, tuttavia, che il volto e soprattutto gli occhi di Halliday sono perfetti per la parte e che al di là di qualche incertezza iniziale la sua prova è più che buona.

Insomma, dispiace a me per primo mettere questo voto ad un film che sarebbe potuto diventare se non il migliore, di sicuro uno dei migliori in assoluto di To, e che avrebbe potuto chiudere questa piccola parentesi in cui il maestro dell'action orientale bada più alla forma che al contenuto (Vedi anche "The Sparrow", palesemente citato in questa stessa pellicola).

Non ci resta che sperare nella prossima.



*questo confronto verbale e i minuti che seguono lo stesso e che precedono lo scontro, meriterebbero un'analisi a parte. Vi sono infatti altri elementi caratteristici del cinema di J.T., quali i momenti di ironia (che hanno come protagonista sempre lui, Suet Lam, qui nei panni di Fat Lok), un codice morale da rispettare, e, soprattutto, il pranzo (o la cena) come una sorta di terreno inviolabile, quasi sacro - gli studiosi, infatti, affermano che il progenitore della civiltà cinese, Fuxi, fosse un cuoco. Non a caso il cibo in Cina è una delle cose in assoluto più importanti, tanto da rappresentare una sorta di punto di contatto con gli dei e gli antenati durante le festività - (scena che, peraltro, mette in evidenza differenze tra cultura occidentale e cultura orientale. Costello, infatti, rifiuta il cibo offerto loro dai tre assassini, mentre gli altri tre stavano praticamente già mangiando). Le attenzioni che To concede ad aspetti del genere costituiscono, almeno per me, un altro aspetto particolarmente affascinante delle sue pellicole.

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