Sonny Vaccaro, organizzatore di tornei di pallacanestro di provincia e personaggio apparentemente senza arte né parte, viene assunto negli anni '70 dalla Nike per convincere giocatori e allenatori a diventare rappresentanti del giovane marchio sportivo. Vaccaro sarà l'unica persona in grado di convincere un giovanissimo Michael Jordan a firmare per la Nike, cambiando per sempre la storia dello sport, del marketing e dell'abbigliamento sportivo.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Negli ultimi anni le piattaforme streaming hanno trovato interessante parlare del mondo dell'NBA: troppo ghiotta l'opportunità di solleticare una così vasta fetta di pubblico americano. Ma anche il parlare dei marchi e delle mode ricade nella stessa logica, nel senso che sono soprattutto i giovani, che poi sono gli stessi che vedono i film e le serie in streaming, a dare un valore alla identità e alla popolarità di marche come Nike, Adidas o Converse. Allo stesso modo il mondo del mercato si è evoluto ed una qualunque azienda trova vantaggio nel parlare di sé stessa in nuove forme contemporanee, come i film in streaming. Quindi fa un po' specie vedere un film che auto-celebra un marchio o un prodotto (anche se non apparirà mai sui titoli di coda), facendo diventare quella azienda la protagonista del film. Ma la fortuna di avere un bravo regista come Ben Affleck è la garanzia di avere, come prodotto finito, un bel film, ritmato, divertente, che sfrutta le star come si dovrebbe e che gioca sul pathos dei momenti clou. AIR: COURTING A LEGEND è un film veramente godibile, dove anche quando la battuta è scontata o prevedibile o il discorso (quello risolutivo, alla corte di Michael Jordan e famiglia) sembra retorico, riesce sempre nell'obbiettivo di gasare lo spettatore.
La tipica storia che piace tantissimo agli americani, su uno dei simboli degli americani (basket/NBA/Jordan) e che gli americani sanno raccontare benissimo. Perciò se letta la trama il film potrebbe apparire poco interessante, si rivela in realtà estremamente coinvolgente per come è scritto, sviluppato, per la qualità dei dialoghi, per il ritmo sempre alto (nonostante si tratti di un film in cui si parla tanto, soprattutto di beghe economiche) e per le ottime interpretazioni.
Buon film una buona commedia divertente con buon ritmo che non fa mai scendere l'attenzione sulla storia. Recitata bene, Affleck e Damon sempre sul pezzo coinvolti e credibili.
Bel film che ruota intorno alla storia che ha portato Jordan a sottoscrivere il fruttuoso contratto con la Nike e la seguente creazione del brand Air Jordan. La vicenda è vista dai panni dei dirigenti Nike, tra cui il suo fondatore/CEO impersonato da Ben Affleck, che inizialmente, scettici sull'accordo tranne il talent scout Sonny Vaccaro, alla fine riescono in un'impresa che sembrava impossibile.
Nonostante si tratti di una vicenda molto specifica e relativa al marketing sportivo, l'abilità di Damon e degli altri attori rendono interessante tutta la trattativa, passando da vicende personali al destino dell'azienda che si gioca il tutto per tutto scommettendo sull'astro nascente del basket americano e non solo, rompendo peraltro schemi che fino a quel momento non erano stati mai toccati.
Non un capolavoro, ma una bella pellicola di un paio d'ore che risulta essere scorrevole e non eccessivamente prolissa.
Il primo film di Amazon che esce al cinema e ottiene un discreto successo, anche se costando circa 80 milioni di dollari si è ripagato con lo streaming. Comunque un buon cast al servizio della storia riesce a coinvolgere lo spettatore nella storia di come sono nate le Air Jordan e di come la Nike sia diventata la prima società di produzione di scarpe da basket al mondo. Matt Damon è perfettamente calato nella parte, Ben Affleck come controparte della società anche, il tutto assieme a comprimari di livello tra cui spiccano Jason Bateman,Chris Tucker e soprattutto Viola Davis. Certo la storia racconta romanzando un pò una grigia storia di successo aziendale che ha consacrato la Nike ma è il come che fà la differenza. Ben Affleck gestisce una regia semplice ma funzionale, senza fronzoli che ricorda Argo, il tutto grazie ad interazioni e dialoghi all'altezza della vicenda. Da vedere se siete curiosi e soprattutto fan del basket.
il sogno americano è ben rappresentato in questo film, che racconta come nasce una delle collaborazioni non solo più proficue del mondo dello sport, ma che ha segnato e cambiato per sempre il modo di intendere queste collaborazioni. ed è interessante vedere come nasce, come l'intuizione di un uomo e di come la sua cocciutaggine abbia cambiato il sistema. la regia è ottima, Affleck è una garanzia in questo, gli attori sono tutti in parte e la storia non presenta tempi morti o lenti. un prodotto ottimo, che è giustamente uscito da una casa di produzione fondata da Affleck e Demon proprio per poter riportare al cinema questo tipo di storie oggi fin troppo snobbate.
Ho letto da pochissimo la biografia di Phil Knight mi è piaciuto vedere lo zoom su questo episodio della lunga e gloriosa storia della Nike. Eccezionale Matt Damon nel trasmettere l'immensa tenacia di Vaccaro nel mettere sotto contratto Jordan.
Forse troppo poco risalto dato a Michael, addirittura non dargli un volto nel film mi è parso esagerato.
Non è chiaramente un film sul mitico Michael Jordan che non compare mai in primo piano e non spiccica una parola. Ma è un film sul successo che il suo nome ha portato su di un semplice paio di scarpe.
Quello che ti sorprende appunto è che non stiamo parlando di oggetti di chissa' quale livello ingegneristico, ne' tanto meno di cervelloni del settore, infatti il tecnico risulta essere apposta un po' fuori di testa. La follia del consumismo, della semplice gomma colorata...d'oro!
Il film racconta molto bene i momenti della firma del cmapione con la Nike non tralasciando quansi nulla. Si tratta di un film di solo dialoghi praticamente ma la sceneggiatura ben scritta riesce ad intrattenere bene per tutta la durata.
Meccanismo certamente gia' oliato che racconta della solita scommessa Americana vinta da pochissime persone ma tutto gestito bene.
L'unica cosa che ho trovato fuori fuoco nel film di Ben Affleck è la gabbia travestita da spot televisivo alla quale tutta l'operazione deve pagare dazio: noi della Nike siamo quelli bravi e gli altri competitor appartengono al passato, o sono dei boomer senza idee, o dei nazisti travestiti (prima dell'avvento di MJ il mercato delle scarpe da basket NBA apparteneva a Converse e Adidas, con Nike staccata dietro). Superato questo, Air è un film straordinario capace di tenerti con il fiato sospeso nonostante tu conosca già l'epilogo. Decisione particolare quella di ridurre a zero le sequenze di gioco con MJ inquadrato sempre fuori campo: i riflettori sono tutti puntati sulla costruzione di quella che è probabilmente la più grande operazione di marketing del secolo scorso. Una roba che ha letteralmente cambiato le regole del business nello sport americano. Applausi a Ben Affleck, sempre bravissimo sia dietro che in questo caso davanti alla telecamera (ma il cast è tutto perfetto, da Viola Davis a Matt Damon fino al vulcanico Chris Messina nei panni del procuratore di MJ)
E' l'ennesimo centro nella vita registica di Ben Affleck: mentre come attore continua a convincere poco ( il suo presidente della Nike è un pò troppo strano ed anticonformista per sembrare credibile ) la storia che racconta ha sì i classici crismi dell'American Dream ma anche la forza di esaltare la caparbietà di un uomo che aveva visto prima di altri la strada giusta da percorrere e l'intuizione di "rappresentare" il futuro campione Michael Jordan disegnandone una figura materna forte dalla chiara visione imprenditoriale ( l'ottima Davis ). Non sarà un capolavoro di pellicola ma è un lavoro godibile, ben calato nel proprio tempo ma anche nel nostro ( visto che l'impero Jordan non si è interrotto come la sua carriera cestistica ma continua ancora oggi ).
Un film fatto molto bene e retto da una grande prova di Damon, che nonostante sia decisamente invecchiato non perde quel magnetismo verso lo spettatore. La storia è quella della svolta per la Nike, quando riusci ad ingaggiare Jordan e svoltò diventando l'azienda più importante del settore. Bei dialoghi e bel ritmo, un film da vedere per una bella serata tranquilla.
Questo film mette una voglia incredibile di anni '80 e di Nike. Colonna sonora molto cool, con brani presi anche da altre colonne sonore del decennio (in particolare dei Tangerine Dream, non credevo alle mie orecchie quando ho sentito "Running out of time" di "Miracle Mile"), riproposti magari anche solo per pochi secondi ma che ben si adattano alle scene che accompagnano.
Storia originale e interessante, magari ce ne fossero molti di più su temi così particolari invece delle solite centinaia di film all'anno su mafia, FBI, poliziotti, guerra. Mi è piaciuto molto anche il taglio che è stato dato alla vicenda, dove non manca mai l'ironia, con un'ottima caratterizzazione dei personaggi i quali restano tutti ben impressi e simpatici fin da subito. Molto bella anche la regia di Ben Affleck, che ormai da questo punto di vista è una garanzia.
Uno dei film che più mi hanno colpito negli ultimi anni.
Il dinamico duo Affleck-Damon ci riprovano a stupire ,tirando fuori quasi un docu-film sulla creazione della leggendaria sneakers che ha fatto la fortuna sia di M.Jordan che delle Nike. La storia è interessante e tirata su dalla recitazione del duo Affleck-Damon. Singolare il fatto che benchè si parli di basket e di M.Jordan ne lui ne una partita si vedano ( se non in qualche spezzone originale).
Al centro di tutto c'è l'accordo tra la Nike e la mamma di Jordan, forse la vera protagonista di tutto, che come una partita di poker alla fine riesce a strappare un contratto vantaggiosissimo per il figlio; praticamente sono gli ultimi 10 minuti con cui si può riassiumere tutto il film
. Buon ritmo e ottima regia premiano la visione che altrimenti sarebbe stata difficile da digerire. Non è un film che proporrei a tutti sopratutto a chi non interessa il soggetto.
Davanti alla macchina da presa Affleck non è certo tra i miei preferiti, ma dietro la macchina da presa il discorso cambia perchè è bravo e lo ha dimostrato nella sua carriera sia come regista e come sceneggiatore. Nel pieno degli anni 80 ecco l'operazione che rivoluzionò il mondo dello sport e dei contratti di sponsorizzazione: l'ingaggio di MIchael Jordan alla Nike. Il capitalismo ai suoi massimi livelli: cambiare le regole, cambiare gli schemii di approccio agli affari, che non significa giocare sporco ma in qualche modo le regole vengolo eluse ed adottate. Per essere un film che parla in fondo di scaroffie di mercato, di incontri e conversazioni ha un rimo travolgente che non ti lascia respiro. Ha un cast di attori in ottima sincronia ed un Matt Damon realmente ispirato, fisicamente non ricorda Nourne ma ha cuore e crede fermamente nel progetto ed in quel giocatore che rivoluzionerà la NBA. Ovviamente Affleck non lascia da parte il discorso del lavoro minorile effettuato in paesi oltreoceano, lo sottolinea anche senza calcare la mano. Ma il capitalismo è questo.
Un filmetto insulso e piatto fino agli ultimi (meravigliosi) 10-15 minuti (vedi spoiler) Prova attoriale nel complesso scandalosa. Tucker sembra la caricatura del personaggio che interpreta, Matt Damon identica espressione scoglionata per 1 ora e mezza. Unico attore degno di nome parola Jason Bateman
Sono andato senza alcuna aspettativa e devo dire che il film mi ha tenuto incollato per due ore. Molto bello e con una storia che lascia molto riflettere.
non sono un estimatore del basket e conosco appena i protagonisti che hanno fatto grande questo sport in usa. Quindi sono partito a vederlo con un certo pregiudizio,invece il film mi ha convinto e divertito. Da vedere...
Quasi una sit-com per l'ambientazione/scene dialoghi ma con una certa attenzione ai dettagli del periodo, siamo nell'84.
La mano di Affeck si nota e non mi dispiace; Damon e Bateman in autopilota ma è Chris Tucker che secondo me la spunta meglio.
Un'esclusiva storia americana che racconta questo approdo leggendario di Jordan alla Nike cambiando le regole in quel che vedrà i futuri contratti firmati tra i grandi brand e le grandi star.