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Discreto thriller distopico, non il massimo dell'originalità, anzi, tuttavia ha una buona narrazione che gioca tanto con la percezione soggettiva della protagonista, Iris, tanto da riservare una buona quantità di colpi di scena, procedendo senza particolari forzature e trattando diverse tematiche seppur in maniera abbastanza superficiale, quella principale che ho trovato è riguardante la tecnologia e il suo utilizzo, questo film vuole mostrare come la tecnologia di per sé non sia una cosa pericolosa, quanto è l'errato utilizzo umano a renderla tale, è così che Josh, ragazzo che ha organizzato il piano di far uccidere questo milionario russo dalla sua ragazza robot, diventa il villain principale e portatore di cattivo esempio, e in effetti funziona bene in tutta la sua meschinità e la sua natura coercitiva e manipolatrice, come accade inizialmente con Iris e successivamente con Patrick, altro robot innamorato di un loro amico, che diventerà una macchina da guerra e farà diverse vittime anche innocenti, sollevando svariate questioni - poi non approfondite - sull'utilizzo della stessa.
Discreto lo svolgimento che riesce a creare una valida suspense durante la parte centrale, tra la fuga di Iris, diventata una mina vagante e diverse scene d'azione anche abbastanza violente con un po' di sangue che vola qua e là, mantenendo un ritmo molto sostenuto, introducendo una discreta mole di personaggi tutti funzionali alla narrazione e ribaltando ogni tanto la situazione con nuove rivelazioni.
Nel complesso è una pellicola molto godibile, dalla breve durata e capace di coinvolgere lo spettatore e procedere spedita verso un finale tutto sommato soddisfacente, simpatica per una serata disimpegnata.
Tema già trattato in varie pellicole che viene riproposto in una chiave leggermente diversa ma neanche troppo. Potrei citare almeno 10 film e un paio di serie da cui il regista prende spunti a piene mani ma tutto sommato si lascia guardare. Sviluppato bene con attori discreti e un ritmo veloce che non annoia. Resta il fatto che non rimarrà comunque a lungo nella vostra memoria.
filmetto di intrattenimento che cerca di mettere sul piatto anche dei temi, ma non riesce a valorizzarli, così cadrà presto nell'oblio dei dimenticati.
Companion è un thriller fantascientifico che utilizza il tema dell'intelligenza artificiale per analizzare quella che oggi viene definita generalmente come mascolinità tossica, in cui la meschinità e la bassezza dell'uomo viene misurata dominando il rapporto di coppia secondo i propri desideri, a sua immagine e somiglianza. Come spunto non è molto dissimile da La fabbrica delle mogli e stiamo parlando di un film di 50 anni fa, mica l'altro ieri. Rispetto a quel film qui la piega si dirige verso la dark comedy, dove il piano ben congegnato comincia a fare acqua da tutte le parti, costellato da imprevisti a cui si aggiungono altri imprevisti. Gli interpreti compiono il proprio dovere con i rispettivi personaggi e tutto sommato intrattiene. Per l'originalità chiedere altrove.
Questa è il classico film che funziona SOLO se si vede privi di ogni informazione, ed è viatato vedere trailer e cartelloni pubblicitari per evitare qualsiasi spoiler. Solo in questa maniera lo si può godere appieno e far si che diventi interessante nella trama che per buona mezz'ora gioca tutta sul plot twist che ti fa entrare in buona sostanza a quello che è il vero film. Ovvio che se sai tutto dall'inizio ne perdi la metà ( per capirci, un pò come per il film Abigail o per Captain America : Brave new world dove sai che Cap si scontrerà con Hulk rosso) detto questo il film è godibile, non si prende troppo sul serio...non è perfetto e qualcosa non torna, ma tutto sommato sa intrattenere e una visione merita
L'idea di base è discreta, non originalissima ma interessante. Lo sviluppo ha un taglio a tratti grottesco, vedendo le caratterizzazioni dei personaggi e alcune dinamiche in sottofondo, ma complessivamente è un prodotto valido che intrattiene a dovere e non produce grossi fastidi. Bene cast e regia.
Qualche buona idea e qualche discreto momento, ma sinceramente non ho visto il nuovo cult che dicono. "Companion" mi sembra che peschi un po' li e un po' la, incluso una trama tutto sommato prevedibile. I paragoni con "Ex Machina" non reggono, quello si un grande film.
Galatea & Pigmalione 2.3, Matt Gronening (Futurama) & Paul Dini (Batman Beyond) docet. Il tema dell'accompagnatore fatto su misura (vedasi in questo caso ginoidi/androidi) non è un soggetto originale di sicuro, ma applicato alla regia/sceneggiatura nelle scelte fatte da Drew Hancock (Zach Cregger alla produzione) ha un piglio molto accattivante. Di base vi è molto della società contemporanea, ma non come vettore di un certo messaggio più che altro come ambientazione e personaggi (tecnologia, emancipazione sessuale etc.) cosa che ha fatto tra le altre cose la fortuna di Ex-Machina di Garland. Merito di tutto è la voglia di mettere assieme lo slasher con il thriller in chiave futuristica (bello il richiamo a Terminator), ma anche con tante variazioni di commedia nera e vena romantica. Amare ed essere amati, dominare o essere dominanti, queste sfumature emergono pian piano che la pellicola evolve la sua trama attraverso anche i classici cliché di genere. Sophie Thatcher (già notata in Heretic e ormai novella Scream Queen in patria americana) si prende il ruolo e domina la scena con quel suo fascino quasi immacolato, non affatto male anche Jack Quaid ma in questo non vi sono sorprese e per finire pure Rupert Friend e Lukas Gage danno le loro più che discrete caratterizzazioni.
Come opera prima non sfigura, aggiungo che il regista Drew Hancok riesce a lavorare bene con quello che ha ovvero un budget di 10 miloni di dollari. Partendo da un fururo approssimativo ma molto simile al nostro introietta una storia che parla di robot da compagnia, I.A. oltre a stupidità umana e soprattutto i rapporti tossici che introiettano quelli che si fanno la scopabot... Jack Quaid nel suo primo vero ruolo da inutile pezzo di materia fecale è realmente credibile, Sophie Thatcher come robot vittima ma non solo anche. Poi è la storia che riesce ad essere credibile senza strafare ma soprattutto arriva sempre al punto, con calma, violenza e ironia. Insomma il film è una piccola chicca che si rivaluterà anche con il tempo e forse Hankok potrebbe diventare un regista promettente, chi lo sa...
La "questione Robot" si evolve, qui in un capitolo thriller più raffinato con sottotracce interessanti e spunti di riflessione. In fondo avvincente, mai noioso.