lavorare con lentezza regia di Guido Chiesa Italia 2004
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lavorare con lentezza (2004)

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locandina del film LAVORARE CON LENTEZZA

Titolo Originale: LAVORARE CON LENTEZZA

RegiaGuido Chiesa

InterpretiTommaso Ramenghi, Marco Luisi, Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea, Valerio Binasco, Jacopo Bonvicini, Max Mazzotta, Massimo Coppola

Durata: h 1.51
NazionalitàItalia 2004
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2004

•  Altri film di Guido Chiesa

•  Link al sito di LAVORARE CON LENTEZZA

Trama del film Lavorare con lentezza

Bologna, 1976. Due ragazzi sui 20, Sgualo e Pelo, possono solo sognare una via d'uscita dal quotidiano grigio e opprimente. Qualche volta per ovviare alla cronica mancanza di denaro fanno qualche "lavoretto" per un ricettatore locale, Marangon. Questa volta, però, Marangon propone loro qualcosa di diverso... scavare un tunnel nel sottosuolo del centro. Obiettivo: la Cassa di Risparmio di Piazza Minghetti. I due, non senza tergiversare, accettano la rischiosa impresa. Per vivacizzare le lunghe ore notturne di "lavoro", i due portano nel tunnel una radiolina. Contro ogni logica, trovano una stazione: Radio Alice. Una notte i due decidono di andare alla sede dell'emittente e inizia così per i due ragazzi l'avventura in un mondo nuovo, eccitante.

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Voto Visitatori:   6,76 / 10 (41 voti)6,76Grafico
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Voti e commenti su Lavorare con lentezza, 41 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  12/07/2020 19:34:14
   5 / 10
Ci sono tante storie , la nascita delle radio libere, l'amore , i due ragazzi che vanno a scuola ma fanno anche lavori non proprio onesti , la protesta sociale , insomma tante cose non troppo coese fra di loro .
Alla fine sì , una linea narrativa la si può anche trovare ma si fa fatica a crederla credibile e allora da un film storico o di denuncia che poteva essere diventa un semplice ritratto abbastanza incolore di un periodo che è stato e che è passato come una delle belle canzoni della colonna sonora

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  06/07/2020 07:50:13
   5½ / 10
una storia che guarda alla situazione sociale degli anni '70 , con l'attivisismo poltico ,l'amore libero e la bella colonna sonoro , michiata ad una personale fatta di azioni illecite sempre più grandi che vorrebbero portare a una maggior agiatezza economica .. ..
Mah ce' un pò di tutto nel film di Chiesa e così tanto che le storie finiscono anche per pestarsi i piedi fra loro .. Sincero e tratti divertente ma anche confusionario e un pò vago nell'intento finale .

Overfilm  @  08/11/2018 18:26:25
   8 / 10
Non mi trovo d'accordo con il commento di chi mi ha preceduto ("È un film che non riesce a prenderti, se non si è particolarmente legati all'ideologia dell'epoca"):
non è ideologia:
è storia.
Storia di un periodo tumultuoso (italiano e non solo).
Storia delle prime radio libere.
Storia di "aggregazioni reali" (e conseguenti lotte) sostituite dalle "aggregazioni virtuali" di oggi mediate da tastiere (spesso virtuali perfino loro...).
Un mezzo voto in più perchè davvero tratta fatti storici: da radio Alice (le voci che si sentono durante l'irruzione dei carabinieri sui di titoli di coda sono quelle storiche) alla morte di Francesco Lorusso.
Un altro mezzo voto aggiuntivo per il discorso musicale approfondito da altri.

sweetyy  @  22/07/2015 15:28:43
   4 / 10
D'accordo col commento sotto. È un film che non riesce a prenderti, se non si è particolarmente legati all'ideologia dell'epoca.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  23/04/2013 23:54:20
   5 / 10
Poco appassionante a meno che non si sia particolarmente sensibili al periodo storico e al contesto ideologico.
Personalmente l'ho trovato completamente privo di mordente in una narrazione che sa perdersi troppo facilmente in fronzoli dando un senso di poca organicità.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/05/2012 19:36:10
   6½ / 10
Dai ricordi di quel periodo d'infanzia il fenomeno della nascita delle radio libere è uno dei più vivi ed in effetti il film di Chiesa in questo senso riesce a catturarti. Qualche disco ciascuno, un locale, un telefono ed era l'inizio dell'avventura. Ti immedisimi molto bene nei protagonisti, che smarriti da un presente e un futuro più tendente al nero che al grigio, trovano in Radio Alice un ottimo stimolo.
Molte tematiche messe sul piatto come alto è il numero dei personaggi, alcuni elementi approfonditi altri solo degli abbozzi. C'è comunque una bella colonna sonora piena di ottime canzoni e qualche buona sequenza.

Schizoid Man  @  08/06/2011 18:27:34
   7 / 10
(Attenzione, contiene spoiler) Come si fa a parlar male di un film nella cui colonna sonora figura una pietra miliare del calibro di "Song to the Siren" di Tim Buckley? E' impossibile, ovviamente. Sarebbe tuttavia ingiusto, oltre che sbagliato, limitare i meriti del film di Guido Chiesa esclusivamente a questo fatto. Perché "Lavorare con lentezza" è davvero un bel film. Finalmente un film italiano sui giovani che riesce ad evitare (quasi) tutti gli stereotipi sulla suddetta categoria. "Lavorare con lentezza" è un'opera corale che parla di ragazzi che stanno per varcare, conradianamente, "la linea d'ombra", ovvero quella linea invisibile che segna il confine tra la fine della giovinezza e l'inizio dell'età matura. La storia si svolge nella Bologna degli anni Settanta (per la precisione a cavallo del biennio '76\'77), e i giovani del film di Chiesa sono confusi, smarriti, perché non sanno bene cosa fare del proprio futuro. Di una cosa, però, sono certi: non vogliono che nessuno dica loro cosa debbono o non debbono fare. Vogliono essere liberi, i ragazzi, liberi di poter fare qualsiasi cosa passi loro per la testa. Basta coi padroni prepotenti e arroganti, che pretendono di comandare le persone a bacchetta. Nessuno ha il diritto di dire a qualcun altro fai questo o fai quello. Ognuno deve poter vivere liberamente: libertà di pensiero e di parola, questo è il sogno dei giovani italiani degli anni Settanta. I quali scelgono di fondare clandestinamente una radio filo-marxista, Radio Alice, nella quale tutti possono sfogare la propria rabbia; una radio libera, quella appena citata, dallo spirito anticonformista, senza regole precise da seguire, tranne quella che impedisce di suonare musica commerciale.
Nel film, la storia della nascita di Radio Alice (bella l'idea di raccontarla attraverso sequenze stile cinema muto) si intreccia con quella di due ragazzi, Sgualo e Pelo, fan*****sti nati, perennemente alla ricerca di soldi, che per guadagnare un po' di danaro decidono di accettare un lavoro sporco offerto loro da un losco trafficante, Marangon, che consiste nello scavare un tunnel nelle fogne della città affinché in un secondo momento una banda di ladri – alle dipendenze del criminale di cui sopra – possa poi arrivare tramite di esso direttamente alla Cassa di Risparmio.
Contemporaneamente assistiamo alle traversie di un frustrato tenente dei carabinieri, Lippolis, che tenta in ogni modo di arrestare il succitato contrabbandiere con il quale ha un vecchio conto in sospeso. Al momento del dunque, però, il tenente dovrà rinunciare ai suoi propositi di vendetta.
Chiesa segue bene le varie vicende, facendole intrecciare l'una coll'altra senza squilibri, e così facendo, tra dramma e commedia, compone un bell'affresco su di un'epoca tumultuosa della storia recente del nostro Paese. "Lavorare con lentezza" si fa apprezzare particolarmente perché riesce a catturare, senza scadere nella retorica, la rabbia, le speranze, i sogni, le illusioni e le inevitabili disillusioni di chi ha creduto, anche soltanto per un attimo, di poter cambiare il mondo. Certo, alla fine il sapore della sconfitta per i giovani protagonisti sarà alquanto amaro, ma almeno loro, a differenza delle generazioni future, quelle ammorbate dalla televisione-spazzatura, potranno dire di aver provato a cambiare le cose, anche mettendo a rischio la loro stessa vita. Nel film, fortunatamente, non ci sono le menate sentimentali a cui ultimamente ci ha abituato troppo cinema italiano; da rimarcare, poi, che i personaggi di "Lavorare con lentezza" – sia i secondari che i principali – hanno un bello spessore, grazie alla buona sceneggiatura curata dal collettivo Wu Ming, e gli attori che li interpretano hanno tutti le facce giuste.
Nella colonna sonora, oltre alla già citata meraviglia di Tim Buckley, compaiono altri due capolavori della musica rock: "Peaches en Regalia" di Frank Zappa e "Land" di Patti Smith. Da segnalare, infine, la breve apparizione degli Afterhours, che in una scena interpretano "Gioia e rivoluzione" degli Area, il mitico gruppo di Demetrio Stratos.

Estonia  @  14/02/2011 13:53:01
   6 / 10
In bilico tra leggerezza creativa e tensione drammatica, il film si snoda all’interno di una molteplicità di tematiche: dalla contestazione giovanile agli scontri con la polizia, dalla presa di coscienza individuale alla microcriminalità delle periferie. Il tutto nella cornice narrativa di due circostanze parallele: la maldestra esperienza ‘malavitosa’ di due giovani proletari e la breve parabola di Radio Alice, gloriosa emittente del movimento studentesco bolognese anni ’70. Lo spirito goliardico e bozzettistico permette solo in parte di andare veramente a fondo per cogliere le sfumature più significative dell’epoca, lasciando che il clima generale galleggi in superficie, sia nei passaggi allegramente anarchici nei locali della Radio, sia nei momenti più drammatici degli scontri. Tra una canna e un siparietto che ammicca al cinema muto delle origini, l’operazione finisce con l’apparire divertente ma confusa e poco incisiva.

paride_86  @  15/10/2010 22:44:36
   6 / 10
Film su un periodo difficile e sulle grandi utopie, risoltesi in ben pochi fatti, degli anni '70.
A parte il versante illustrativo, credo che il film sia piuttosto debole sia per la trama che per gli attori.
Senza infamia e senza lode.

Nutless  @  25/09/2009 12:07:24
   7 / 10
Guido Chiesa dirige un film complesso, come tutti quelli che cercano di raccontare quegli anni che hanno cambiato il paese...
Il pericolo della retorica, della faziosità, dell'apologia di un sentimento attraente come quello dell'anarchia è sempre dietro l'angolo. Il film a volte si salva a volte va a sbattere contro le difficoltà, ma soprattutto, e questo è il suo grande merito, riesce a trattare il tutto con un minimo di ironia (Mastandrea)...
Si respira un po' dell'aria di quegli anni grazie a un buon cast e a una grande colonna sonora.
Indimenticabile la scena in cui gli Afterhours ridanno vita agli Area, con Manuel Agnelli che ci offre una versione di "Gioia e rivoluzione" da brividi.

donfabios  @  10/11/2008 00:14:06
   8½ / 10
voto qualcosa in più per la solidarietà ideologica verso i ragazzi di radio alice, e per le superlative colonne sonore (grazie per il peaches and regalia di zappa e song to a siren di buckley...). Il film scorre piacevole, forse non geniale, ma godibile e con dialoghi spesso profondi e pregni di significato. Di grande attualità in questi giorni di tumulti studenteschi (che penso e spero non sfumino facilmente).

7HateHeaven  @  07/04/2008 11:11:29
   6½ / 10
visione piacevole, di sicuro un tema e un punto di vista molto di parte, ma risultato piacevole e ricostruzione storica abbastanza fedele. Ben caratterizzati le ambientazioni e i personaggi che fanno da sfondo, un pò meno convincenti gli attori principali e mal sviluppati i rapporti sentimentali e interpersonali di questi ultimi.

risikoo  @  19/11/2007 23:56:04
   4 / 10
Demagogico, lento, di parte, zeppo di luoghi comuni, senza nè capo nè coda. Media per esagerata per questo filmetto. P.S. Bonvicini sa fare solo la parte dell'anarchico / comunista?

Pink Floyd  @  09/06/2007 21:18:58
   7½ / 10
Storia, scontro di classe e politica si alternano in questo scorcio degli anni '70.
Fulcro della vicenda è radio Alice, emittente nata come sfogo, come melting pot di creatività, come spazio attraverso il quale aprire gli occhi e ribellarsi al potere. Attorno ad essa gravitano i movimenti del '77 e le vicende personali di Sgualo e Pelo.
Guido Chiesa dimostra carattere e stile sfornando un lavoro di qualità; caposaldo l'attualità del tema che ci rimanda direttamente agli scontri del G8 di Genova. Malgrado ciò soprattutto nel finale restano non del tutto chiari alcuni aspetti con l'effetto di lasciare diversi dubbi allo spettatore (su tutte la creazione del tunnel e il ruolo del personaggio Marangon).
Globalmente buona prova per questo giovane regista, 1/2 punto in più per l'exploit.

"Con il suono delle dita si combatte una battaglia" -ancora una volta grazie Manuel-

cheguevara  @  24/03/2007 13:32:43
   8 / 10
Gran bel film, piuttosto realistico...molto bravi tutti gli attori

delacroix  @  02/01/2007 17:05:53
   6 / 10
Niente di nuovo sul fronte occidentale: film che sa di già visto, con i carabinieri, i san pietrini, la rivoluzione, la radio libera, etc. Non si capisce dove il film voglia andare a parare, o forse è semplicemente il racconto di una storia già vista e niente di più.
Però Bologna è sempre bella e i personaggi son simpatici.

ely80  @  18/09/2006 17:15:11
   6 / 10
Film ambientato durante gli anni di piombo abbastanza godibile ma non privo, forse, di qualche luogo comune. Attori abbastanza convincenti a parte il personaggio interpretato dalla Pandolfi

Invia una mail all'autore del commento orsetto_bundi  @  31/08/2006 12:03:34
   7½ / 10
Quando uscì al cinema io ero ankora nella dulce Catalunya (Visca Catalunya lliure !!!!), ma ne sentì parlare molto bene in una mail di Giovannuzza Iengo, ke...vabbe'....è piccina, ma di cinema ne kapisce ekkome......tra l'altro sa anke citare Mario Brega quando- in "Bianco Rosso e Verdone" - fa "Fascio a me? Fascio a me? Io non so' comunista così.....so' comunista cosiiiiiiiiiiìììììììììì "....ehehehehheheeh.....
però non avevo ankora avuto modo di vederlo e........bhe, stamattina ho kolmato 'sta lakuna.
E' senza dubbio un bel pezzo di storia.....eh, sì....perkè Radio Alice è esistita davvero e gli skontri- ferocissimi- tra polizia e quei "Black Blocks ante litteram" ci sono stati sul serio......e, ovviamente, a me ha rikordato mooooooooolto Genova 2001, tipo nelle scene finali kon i ragazzi dai volti tumefatti gettati sul pavimento della caserma degli "sbirri".....o no? Maledetto abuso di potereeeeeeeeeeeeeeeee.................
il ritmo- a tratti- è un filino lento, ma cmq- a parte questo- è un film realizzato koi kaxxi e kontrokaxxi........gli anni '70 sono stati rikreati perfettamente, molti dei personaggi so' azzekkatissimi e gli attori.....bhe, tanto di cappello a tutti......non sono a quelli famosi, tipo la Pandolfi (mamma quanto è bellaaaaaaaaaaaaaa !!!!!) e Mastandrea......anke (anzi soprattutto) a quelli quasi skonosciuti, kome i due protagonisti.......
merita davvero un GRANDISSIMO applauso e forse.....kissà.......meritava anke un po' dippiù di un 7 e mezzo........boh........

serenella  @  13/09/2005 10:06:00
   7 / 10
intelligente, ironico e autoironico, mi sono piaciute molto le scene ambientate in radio, le assemble, le riunioni, avevano un sapore molto genuino e vero. per il resto forse è un po' lento in certi punti, ma tutto sommato il risultato è un film discreto che fornisce uno spaccato sociale verosimile. buoni gli attori e la regia. unica nota di enorme demerito:
La Pandolfi il bolognese non lo sa parlare, all'inizio pensavo che fosse ambientato a Torino!!

KANE  @  12/09/2005 12:12:45
   6 / 10
filmetto ormai come tanti se ne vedono nel nostro ridente paese! di nuovo il 68' 72' 76'...ancora con le belle parole, i celerini, i san pietrini...ma basta!!avete fallito in tutto cari sassanttottini!! avete cambiato il mondo?? si ed il risultato è berlusconi al governo!!
a parte questo excursus politico il film non convince come il bolognese o la recitazione della pandolfi. il regista si perde all'interno del film scordandosi di presentarci dei personaggi o scordandosi che ce li aveva presentati. buona la prova dei due protaganisti principali, bravi e giovani che posso far strada. bravo anche mastrandreaa che cerca di tirare su un po il film!
"senza macchia e senza lode" credo che sia il sunto perfetto di questo film!

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  28/07/2005 09:45:05
   7 / 10
Grazioso questo "piccolo" film sui tumulti del '76 vissuti da protagonisti dalla personalità e dal retroterra eterogeneo, uniti tuttavia da Radio Alice. La storia scorreabbastanza bene, nonostante in alcuni punti si perda e si faccia prevaricare dagli effetti di regia e di montaggio. Ma nel complesso un bello spaccato dei tempi, con giovani attori interessanti. Buffa la Pandolfi che tenta di abbozzare l'accento bolognese...

Grazie Wu Ming... e non solo per questa sceneggiatura.
E grazie per Tim Buckley.

viagem  @  15/07/2005 11:22:09
   6 / 10
Film gradevole, anche se a volte la trama si perde. Discreti gli attori.

fata  @  23/02/2005 17:43:44
   5 / 10
troppo di parte e in alcune scene troppo lento

justzax  @  18/01/2005 17:45:51
   7 / 10
Buon film senza dubbio, anche se un po' di parte... benino Mastrandrea, non male la Pandolfi, ottimi i due semisconosciuti Ramenghi e Luisi. Mi aspettavo francamente qualcosina di più dagli Afterhours, non tanto dal punto di vista della recitazione, quanto da quello musicale. Per la prima volta in tanti anni di onorata carriera, hanno cantato una canzoncina parecchio banale...
Un solo dubbio mi è rimasto a fine film: chi è la bellissima moretta che nella storia diventa la ragazza di Pelo (Marco Luisi)? Se qualcuno lo sa, per favore risponda!!!

Maddy  @  17/12/2004 13:23:10
   8 / 10
E' un film molto strano e nello stesso tempo molto semplice ......si raccontano fatti che hanno tutti un massimo comun divisore:il periodo storico e come questo si manifesta in molti ambiti....il colpo,il concerto,gli ideali...la liberta' che sfocia troppo facilmente in profanazione....LA RESISTENZA!!!Adattissimo l'uso della telecamera!!

Invia una mail all'autore del commento costy184  @  24/11/2004 19:06:19
   8 / 10
è un film fatto bene, mi è piaciuto!!!

attori: 7.5
trama: 8
novità: 8+

TOTALE= 8-

nest  @  09/11/2004 11:07:26
   7 / 10
mi è sembrato intelligente prendere il punto di vista di due inizialmente estranei alla vicenda politica, rende bene l'idea del percorso che si deve compiere per prendere coscienza del proprio tempo.
e adoro il citazionismo vintage anni'70.
sembra passato un secolo, quando rabbia e frustrazione trovavano una via sociale che faceva credere alla gente di appartenere al mondo.
ora i ragazzi di quell'età preferiscono l'implosione all'esplosione, sono terrorizzati, non fanno passi falsi fuori dal solco difeso dalla spada e va bene così: se prendessero coscienza del proprio tempo l'economia crollerebbe.
famiglia, verginità, nazione, religione. tutto fa brodo
buona notte

5percentnation  @  05/11/2004 12:07:26
   7 / 10
Visto ieri sera. Presente in sala Guido Chiesa che dopo la proiezione è rimasto a conversare amabilmente con il pubblico anche fuori dalla sala.
Mi è abbastanza piaciuto.
Ovviamente chi rievoca gli anni '70 (76-77 in questo caso) difficilmente lo fa con occhio troppo critico e il film di Chiesa non è un eccezione.
Nonostante gli ovvii stereotipi proposti (ma in fin dei conti degli anni '70 ormai non è rimasto che lo stereotipo, no?) ho trovato i personaggi abbastanza "bilanciati", nel senso di "umani" e non macchine programmate dall'ideologia che avrebbero potuto dare adito ad un genere di contrapposizione facile e stucchevole tipo lo studente grondante ideali e quasi eroe contro il poliziotto bastardo fascista assetato di giovane sangue comunista.
Invece il fulcro della storia di ogni personaggio è guidata dalle proprie vicende personali che in teoria esulano dalla politica, ma che poi verso la politica si riversano per forza di cose. Chiesa stesso, durante il dibattito, ha citato a proposito il vecchio slogan "la politica è il personale, il personale è la politica", che per quanto anch'esso stereotipato si fonda su radici più che mai solide ed attuali. Infatti nel film c'è un militante del movimento che crede nell'ordine, nella disciplina, nella necessità di un capo e che quasi non concepisce che la radio non ne abbia uno, e c'è un carabiniere che, sobillato dai propri problemi personali e familiari e non dalle sue convinzioni ideologiche, da un ordine per il quale poi soffre e soffrirà a vita. Il punto è: quanto di te stesso, della tua natura, della tua essenza, puo' onestamente convivere con un ideologia condivisa con così tanta altra gente?
In altre parole, fino a che punto si puo' ESSERE quello che si professa di essere?

stica  @  03/11/2004 23:57:01
   8 / 10
il giudizio del film sarebbe 7, ma si guadagna un punto in piu per aver regalato un piccolo extra a chi rimane in sala a guardare scorrere i titoli di coda. oltre a tutto quello che si è detto di positivo su questo film (fantastico il commento che diceva "bravi gli attori benche tutti dilettanti a parte mastrandrea" - piccolo lapsus che senza tanti giri di parole toglie la pandolfi dall'albo dei professionisti!) aggiungo solo che bologna è stata fotografato in modo nuovo originale, tanto che in alcune sequenze sembrava una citta diversa, migliore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/11/2004 14:27:01
   6 / 10
gli anni settanta italiani riletti come se alla consolle ci fosse il robin williams di "good morning vietnam"? Divertente, e onestamente spassoso per alcune caratterizzazioni (l'appuntato che ascolta radio alice e ne commenta le gesta, per es.) Però non un solo luogo comune ci è risparmiato, roba da Mario Capanna nel suo "formidabili quegli anni" , anche se l'idea dell'ultimo momento di libertà nazionale su radio libera mi ricorda tristemente cosa è accaduto a radio radicale quando ha scelto di far parlare liberamente le persone (gli italiani hanno trovato spazio per insultarsi a vicenda, alla faccia della libertà d'espressione) Secondo me il personaggio di Mastrandrea dimostra, un pò qualunquisticamente forse, che siamo tutti nella stessa barca Meno incisivo l'avvocato C. Pandolfi che non si sa bene da che parte stia: un pò troietta e un pò no, un pò sovversiva e un pò conformista e rigorosamente ligia al proprio dovere. Peccato inoltre per tutta la demagogia da autonomi che Chiesa mette in parecchie sequenze anche se quando ho sentito la "song to the siren" di Ti m Buckley ho avuto un sussulto, il cuore ha cominciato a sanguinare Una grande canzone, un grande artista non faranno un gran film, ma una sequenza superba questo sì

Landi  @  02/11/2004 23:45:00
   7 / 10
Invia una mail all'autore del commento sarahprinz  @  26/10/2004 12:37:13
   7 / 10
Sono stata quasi da subito catapultata nella storia, mi sono ritrovata immersa nelle problematiche di quella generazione, nella volontà di cambiare il mondo, nella ribellione ad un sistema di vita che ti viene affibiato ma non ti calza per niente. Sgualo e Pelo sono autentici, genuini si rifiutano di seguire il percorso dei genitori e scoprendo nei sotterranei Radio Alice, trovano uno strumento per dare voce ai problemi del loro quartiere.Tramite l'emittente incontrano un nuovo mondo, amichevole, ma contradditorio che per un momento vieta anche loro di esprimere con libertà la propria genuinità.
Il personaggio di Mastarndrea mi ha colpita perchè anch'egli è vittima di un sistema che lo opprime e la sua frustrazione di essere oppresso lo trasforma in un carnefice rassegnato e oppressore.
Molte contraddizioni in quel mondo che sta subendo un processo di trasformazione, dove la violenza e la repressione ne escono vittoriose, anche se mascherate da valori di eguaglianza, giustizia e libertà...

liu_mi  @  21/10/2004 20:52:28
   8 / 10
Gran bel film italiano. Riesce a raccontare un periodo difficile della nostra Storia attraverso le vicende di giovani, senza banalità. Nel complesso l’ho trovato interessante e ben recitato.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/02/2006 11.58.42
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gianlucaist  @  21/10/2004 13:43:43
   8 / 10
Il mio giudizio del film è estremamente positivo. Leggendo, a riguardo, molto critiche, non solo su questo sito, ho incontrato tematiche del tutto contrastanti tra loro, pertanto il mio giudizio non ne risulta modificato affatto. Trovo che il film tratti le contraddizioni di un periodo storico difficile, e non ancora digerito, con intelligenza difficilmente riscontrabile in altri film, esso si districa bene tra queste contraddizioni conservando un tono sufficientemente critico e poco nostalgico (anche se palesemente schierato soprattutto nel personaggio di mastrandrea). Trovo molto interessante il tema sociale della contraddizione che si crea tra il linguaggio destrutturato e pieno di slogan degli studenti 'figli di papà', con i temi del popolo emigrante e di periferia. La cultura 'contro' ne esce sconfitta (vedi il personaggio della pandolfi), non riuscendo ad instaurare un dialogo con il 'proletariato' che, senza nessuno slogan, riesce a dare di sè un giudizio molto più lucido. Questa contraddizione ritorna nelle parole del Marangon: '...io della filosofia conosco tutte le risposte, ma non ne ricordo le domande...'. Trovo poco acuto smontare il film su questi temi portando dei difficili paragoni con Pasolini. L'ironia della prima parte sfocia tuttavia nel drammatico della degenerazione violenta del movimento nato da una radio libera e finito con i colpi di pistola, su questi temi il giudizio è piuttosto difficile.
Insieme a 'buongiorno notte' e a 'Paz' resta il film sugli anni settanta che mi è piaciuto di più.

grumi  @  17/10/2004 03:17:35
   7 / 10
Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  15/10/2004 12:20:14
   8 / 10
Grandioso film, e un grazie a Gerardo. Attori bravissimi, (Mastandrea eccezionale).

13 risposte al commento
Ultima risposta 18/10/2004 13.39.52
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polbot  @  11/10/2004 13:58:06
   5 / 10
Insomma... speravo meglio....alcuni personaggi e scene son un op' buttate lì... Mastandrea un po' sprecato... qualche buona idea che dà un po' di vita....ma ripeto...........insomma!

norah  @  09/10/2004 00:08:28
   7 / 10
Devo dire proprio carino,educativo ,uno di quei film che tutti dovrebbero vedere specialmente in questo periodo.Bella sceneggiatura,discreti gli attori e bravo Mastrandrea,avrei evitato le vecchie pellicole mute perche banali...gia viste miliardi di volte...Splendide le scene del carabiniere che ascolta radio Alice

driver  @  07/10/2004 16:21:40
   6 / 10
A Venezia ne hanno parlato bene. Lasciamo perdere quello che dicono su quell'isola. Io che sono di Bologna, ci sono andato soprattutto per vedere la ricostruzione della città, non tanto per il tema (non ero ancora nato). La ricostruzione è abbastanza discreta. La regia non sarebbe neanche da buttare via, se non fosse per gli attori (si salva soltanto Valerio Mastandrea , ma solo perchè è l'unico professionista maschile di qualche fama presente nel film). Il voto è appena sufficiente perchè voglio dare un'iniezione di fiduccia alla Fandango, che deve andare avanti così, sperimentando su nuovi fronti e tralasciando il solito cinemaccio italiano di cassetta.
Vi chiedo un favore: nessuno deve applaudire alla fine del film (come invece è successo da me) per quella battutina finale: non si ride per una tragedia (ricordo che in Via Mascarella morì Lo Russo per colpa di quei movimenti).
Evito inutili e dispersive discussioni politiche: qui si parla di cinema. Evitatele anche voi, almeno in questo sito.

19 risposte al commento
Ultima risposta 09/11/2004 10.49.03
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  03/10/2004 18:31:55
   8 / 10
Alice non abita più qui. E' in paradiso...
Innanzi tutto, complimenti agli autori per il titolo, a loro dire difeso e mantenuto non senza difficoltà contro le esigenze e le volontà della produzione-distribuzione, perché, come dicono Chiesa e Wu Ming, le parole "lavorare" e "lentezza" sono desuete e poco smerciabili. Coi tempi che corrono.
Il film ha una buona costruzione drammatica e, dopo una prima parte nella quale tutti gli elementi si dispiegano a comporre situazioni diverse unite fra loro dall'ambiente in cui accadono e dalla stessa Radio Alice, centro di gravità attorno al quale ruotano le vicende, un ritmo via via crescente rende molto dinamico lo sviluppo complessivo dell'intreccio. Tutta la seconda parte è in crescendo continuo, fino all'epilogo.
Forse il più grande pregio di questo film è l'approccio antibuonista, asciutto e poco didascalico col quale si racconta un periodo storico, senza scadere nella retorica e nella nostalgia. Bè, non è solo una menata ideologica quella di Chiesa quando dice che il film è rivolto, parla, al presente. Negli scontri di strada fra carabinieri e manifestanti, nell'attacco repressivo alla radio, c'è tutta la tragedia di Genova, del sangue delle sue strade e dell'incursione alla Diaz.
Ed è importante in questo senso il modo in cui è stata trattata la figura del carabiniere, interpretato magistralmente da Valerio Mastandrea - il migliore di tutti nel film -, emerito esponente della repressione schiacciato fra le proprie ambizioni poliziesche, frustrate dalla macchina gerarchica dell'Ordine, e le umiliazioni e le frustrazioni private e familiari: un personaggio piccolo piccolo, abbastanza misero, che comanda quelli più miseri di lui, ma che è sottomesso agli ordini dei suoi superiori. Così tutto il suo lavoro e i suoi sforzi si vanificano nella pochezza della sua posizione, da uomo senza qualità. E uccide.
Max Mazzotta (il Fiabeschi di "Paz!"), l'ultimo carabiniere - sfig.ato - della terra, è qualcosa di travolgente, il più grande comico italiano di oggi: sa far ridere anche solo con l'espressione degli occhi.
Anche il macchiettismo, che in un film con questo soggetto sarebbe stato facile ritrovare, qui si mantiene in forma sopportabile, quasi rarefatta, e non si cade mai nel banale.
Il miglior film di Guido Chiesa, finora.

8 risposte al commento
Ultima risposta 27/10/2004 19.44.28
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Cuba  @  03/10/2004 00:55:02
   10 / 10
Sono rimasto veramente colpito da questo film...un vero capolavoro...un gioiello raro e prezioso nel panorama del cinema italiano che ultimamente annaspa alla ricerca di tematiche originali per poi perdersi troppo spesso in sceneggiature povere e banali. E' un film che parla di tante cose, costruito con piani differenti dove ogni storia ed ogni personaggio ha un suo spazio dove poter esprimersi, agire e raccontarsi. La mano del collettivo Wu Ming che ha aiutato il regista nella stesura della sceneggiatura si sente e rende questo film molto originale ed interessante...che dire...ve lo consiglio vivamente anche solo per la ricostruzione storica della rivolta studentesca del 1977 a bologna culminata con l'uccisione dello studente di lotta continua Francesco Lorusso...poi anche per come viene raccontata l'esperienza di Radio Alice e poi per la colonna sonora ( vedere manuel Agnelli degli Afterhours che interpreta Demetrio Stratos degli Area è stato molto emozionante)...ma anche per la bravura dei giovani che interpretano Sgualo e Pelo...per i simpatici vecchietti del Bar...

Hasta Siempre
CUBA

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