parthenope regia di Paolo Sorrentino Italia 2024
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parthenope (2024)

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locandina del film PARTHENOPE

Titolo Originale: PARTHENOPE

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiCeleste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Peppe Lanzetta, Isabella Ferrari, Silvia Degrandi, Lorenzo Gleijeses, Daniele Rienzo, Dario Aita, Marlon Joubert, Alfonso Santagata, Biagio Izzo, Nello Mascia, Francesca Romana Bergamo

Durata: h 2.16
NazionalitàItalia 2024
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2024

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film Parthenope

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

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Voto Visitatori:   6,11 / 10 (18 voti)6,11Grafico
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Voti e commenti su Parthenope, 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  16/11/2024 13:06:24
   4 / 10
Ho dovuto metabolizzare un po' prima di votare questo film, perché se lo avessi fatto a caldo mi sarei forse limitato ad un lapidario "QUESTO FILM E' INGUARDABILE", e non sarebbe stato corretto, dai.

Ciò detto, questo film è in effetti inguardabile: Sorrentino torna a Napoli dopo il buon E' stata la mano di dio con un film ambiziosissimo che vorrebbe presentare un personaggio che incarnasse Napoli e le sue contraddizioni e il suo spirito: solo che Sorrentino non è mai stato bravo a scrivere i personaggi femminili nemmeno quando era al top della forma, figuriamoci ora. E quindi se ne esce con un personaggio che è una specie di manic pixie dream girl partenopea che è bellissima ma anche coltissima, che è stimata in ogni ambiente ed in ogni contesto ma è anche un po' maiala, solo che tutte queste caratteristiche non traspaiono minimamente dalla scrittura del personaggio: sono piuttosto gli altri personaggi che nel parlare con lei si trovano costretti a ricordarcele.

E allora per oltre due ore di film (che sembrano 4) Parthenope sembra subire una serie di eventi tutti scollegati tra di loro, senza che si capisca cosa la animi,e non sembra minimamente toccata da quello che le succede: eventi che dovrebbero essere intensi

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER scorrono via senza il minimo pathos o interesse, e gran parte delle scelte di Parthenope sono completamente prive di senso narrativo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.

Infine c'è l'elefante nella stanza: i dialoghi. Sorrentino è sempre stato bravissimo con i dialoghi, soprattutto nel seminare qui e là frasi ad effetto che spiazzassero lo spettatore, ma di solito si trattava di frasi ad effetto inserite perfettamente nel contesto del dialogo più ampio, e che avevano una potenza tale da diventare spesso citazioni di costume, quando non proprio immortali: "Progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell'amore", La cosa peggiore che può capitare ad un uomo che trascorre molto tempo da solo è quella di non avere immaginazione", "Sorella cara, Il mio ultimo pensiero sarà per voi", "Non confondere mai l'insolito con l'impossibile", "I preti votano, Dio no", "passiamo senza neanche farci caso dall'età in cui si dice "un giorno farò così" all'età in cui si dice "è andata così"". In Parthenope invece, la protagonista parla solo per frasi fatte, con un effetto straniante che aumenta il senso di finzione ed artificiosità del tutto. Oltre al fatto che si tratta sempre, senza alcuna eccezione, di brutte frasi fatte, di banalità, di sciocchezze: non era mai successo prima, con Sorrentino. Quindi quello che dovrebbe rendere Parthenope una ragazza carica di carisma e sintomatico mistero la fa solo sembrare irrimediabilmente str0nza, e questo rende ancora più distonico il fatto che i destinatari delle sue frasi ad effetto sembrino sempre meravigliati di sentirle e dell'intelligenza e della profondità di lei che le ha partorite.

Che poi ci sono anche un paio di cose buone, in questo disastro: il monumentale Silvio Orlando, che riempie da solo tutte le scene in cui compare e rende ancora più doloroso subire la recitazione monocorde di Celeste Della Porta

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, quasi fossimo in Boris e avessimo da un lato il maestro Orlando Serpentieri e dall'altro Corinan Negri, e il monologo di Luisa Ranieri, una che recita bene esclusivamente quando la dirige Sorrentino, per qualche strano caso

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Solo che anche in questi due casi Sorrentino riesce a rovinare tutto: nel caso di Silvio Orlando, con l'orrenda scena

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, mentre nel caso di Luisa Ranieri col terribile dialogo con Parthenope che segue il bellissimo monologo, infarcito di frasi ad effetto e banalità.

Ah non è male nemmeno il John Cheever di Gary Oldman, ma lui porta sempre a casa la pagnotta; e comunque si tratta di un personaggio assolutamente scevro dal contesto, utile solo a ricordare quanto colta sia Parthenope.

Il resto è veramente tutto da buttare, possibilmente dimenticando anche sia accaduto. E forse è così. Perché alla fine, forse è stato solo un trucco. Sì, è solo un trucco.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  13/11/2024 23:54:45
   5 / 10
Tra Bertolucci, Corsicato e pure Tinto Brass un film paradio*

JohnRambo  @  13/11/2024 18:56:55
   7 / 10
Negare che questo film sia un prodotto autoriale è impossibile. Lo stile di Paolo Sorrentino, già apprezzato da me specialmente in "Youth", "E' stata la mano di dio" e, un po' meno, in "La grande bellezza" è palese in ogni fotogramma.

Pensavo di incontrare una sorta di "Malena" in chiave campana. Un po' ci avevo azzeccato, ma l'unica possibile analogia è tra le splendide protagoniste delle due opere, una Monica Bellucci all'apice della sua statuaria e incantevole figura, e una Celeste Dalla Porta (che nome!) giovanissima sirena incantatrice dalla voce sensuale e dal corpo sinuoso, irto d'insidie per chi lo contempla.

Il film ha una molteplicità di sfaccettature e chiavi di lettura. Il centro, la bellezza e la giovinezza sfavillante della protagonista, che accende il desiderio in chiunque la incontri, nello stesso tempo restia a concedersi ma anche insolente nel modo di interloquire, va un po' a braccetto con la Napoli piena di energia seduttiva per gli occhi e la mente, ma insolente e stu**ata dalla malavita e dal suo stesso popolo inconsapevole, che si becca una rampogna epica per bocca di Luisa Ranieri, nel film una sorta di "Sofia Loren" malridotta. Il film può anche essere visto come una sorta di "Povere creature", meno interessante sul piano della storia ma molto più incisivo sul piano del "viaggio" della protagonista, attraverso le mille maschere della commedia dell'arte che Sorrentino sapientemente allinea con il suo solito stile tra il serio ed il grottesco, tutte potentemente napoletane. L'unica eccezione è la figura di Silvio Orlando, un personaggio cesellato a meraviglia dalla scrittura e dall'attore, personaggio chiave in questo "viaggio" ma che chi leggerà lo spoiler troverà a malapena citato. Scopritelo andando a vedere il film. I momenti di "grande bellezza" sono pochissimi, contrariamente al titolo omonimo, perché Sorrentino si concentra sugli elementi negativi, a stimolare il ribrezzo e la ribellione di chi osserva quel che osserva Partenope, accorgendosi che senza il suo magnifico corpo in movimento ed il suono della sua voce nessuna "bellezza" potrebbe restare.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Elfo Scuro  @  12/11/2024 00:00:39
   6½ / 10
Esteticamente ipnotico quanto narrativamente evanescente. Sorrentino ormai ha uno stile codificato, si potrebbe dire un manifesto di come gira un film partendo dalla fotografia fino ai personaggi che bene o male sono sempre i soliti. Il film riprende concettualmente idee che avevo già visto in "Baarìa" di Tornatore, in pratica un suggestivo spaccato temporale unito ad una percorso di formazione (emotivo/sessuale/ideologico) della protagonista (una musa davanti alla telecamera per il regista, in questo Celeste Dalla Porta buca lo schermo). Indubbiamente gli incontri con personalità particolari come: il comandante, lo scrittore americano (immenso Gary Oldman), le due dive del cinema, il professore d'università (personaggio più riuscito anche per contesto narrativo) e il vescovo sono i fiori all'occhiello della storia che regala sia la bellezza quanto anche una vaghità (talvolta molto criptica "è fatto di acqua e sale) di contenuti talvolta molto superficiale nel suo voler essere esistenzialista. Resta comunque una pellicola che regala una certa magia, per i personaggi che la popolano e indubbiamente la fotografia di Daria D'Antonio è superlativa. Gran cast, da rivedere anche per cogliere certe sfumature con cui viene metaforizzata/descritta Napoli nella favolosa protagonista.

Febrisio  @  07/11/2024 10:27:22
   8 / 10
film molto bello, l'ho trovato sulla falsa riga de La grande bellezza con la cornice più solare della Campania.

ilgiusto  @  05/11/2024 10:16:09
   6 / 10
Non mi ha convinto, lo ritengo un film non riuscito.
I temi del film sono 2: il primo, importante, è una critica amorevole a Napoli e alla napoletanità ma è un dialogo da napoletano a napoletani e per capirlo nel profondo serve, appunto, l'essere napoletani, quindi non posso entrare nel merito di ciò e, anzi, da spettatore, si percepisce proprio il venire esclusi da questo dialogo tra compaesani.
Il secondo tema, più generico e collettivo, è - sinteticamente - una amarezza da tempus fugit, ed è proprio su questo tema che non mi sono sentito coinvolto in pieno e che per questo mi fa ritenere non convincente la pellicola.
Come attenuante posso accettare che buona parte di questo difetto derivi dall'aver affidato il finale, con la sua importanza, a quella maestra dell'inespressività che è Stefania Sandrelli, assolutamente inadatta al ruolo (se non per età, italianità e accettabile somiglianza) poichè incapace, da sempre, di trasmettere una qualsiasi intensità; la guardi e vedi una che pensa solamente 'spero di ricordarmi tutte le battute e intanto penso ai ca**i miei', è la negazione vivente dell'attrice, con un solo sguardo ti catapulta fuori dall'incantesimo e dal film e subito ti riperdi pure tu nei ca**i tuoi.
Se non cogliete la differenza pensate un momento che nel finale sia interpretata da Meryl streep e avrete tutto un altro film e se adesso mi accusate di voler vincere facile perchè ho preso il top vi assicuro che persino se ci mettete Sabrina Salerno intuirete che il finale sarebbe riuscito molto meglio e con esso l'intero film perchè la Sandrelli è l'anti-cinema, manda tutto in vacca.

Il voto è comunque positivo perchè Sorrentino resta un bravissimo narratore per fotografie, i dialoghi sono validi (anche se non ottimi e meno validi del solito) nonchè per la bravura della Dalla Porta che, se è scontato che buchi lo schermo per bellezza non lo era altrettanto per la sua capacità di recitare credibilmente il suo ruolo (anche fissandoti e tacendo).

Detto ciò, è un Sorrentino, ossia un film con un range di opinioni molto ampio, ci sarà chi lo ama, chi lo detesta e pure ogni sfumatura che ci sta in mezzo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  03/11/2024 11:24:29
   6½ / 10
L'antropologia è vedere. Parthenope è un contenitore di sguardi e desideri, ha risposte pronte e lapidarie, ma non si pone le giuste domande. E' bellezza ed infelicità in un solo e sinuoso corpo che non si lascia penetrare nel proprio intimo. Ha la bellezza di un'attrice o addirittura di una diva, ma ha gli occhi spenti e dolorosi per poterlo fare. Parthenope è come Napoli, bella e decadente, lo splendore ed il degrado che vanno a braccetto. Sicuramente le parole pronunciate da Greta Cool esprimono la critica feroce alla città dettata dal proprio amore verso essa. Parthenope è un film che non ha una trama solida di fondo, tuttavia a livello programmatico è stato concepito in questo modo perché è prima di tutto un'esperienza più emotiva e sensoriale rispetto agli altri suoi film.

mrmassori  @  02/11/2024 11:23:26
   3½ / 10
che ca**ta. Ormai Il super sopravvalutato sorrentino sforna film vuoti, inutili, pomposi con mosse da paraculismo pseudo intelletuale senza nessuna sostanza.

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  31/10/2024 18:58:21
   4 / 10
Peggior film di Sorrentino e lo dico con dispiacere e rammarico. Da fan di Sorrentino dopo aver letto tante recensioni (italiane) positive avrei tanto voluto che la critica straniera si sbagliasse, invece purtroppo il giudizio italico è ormai troppo asservito alla fama di Sorrentino per dire in maniera chiara che non basta il manierismo estetico per sopperire ai grossi problemi di scrittura di questo film. E' un rincorrersi di frasi ad effetto, di cliché, ralenty patinati, vorrebbe essere poetico e riesce retorico. In una parola: vuoto.

Tempest78  @  30/10/2024 17:42:46
   5½ / 10
Pomposo esagerato.. 2 ore di pubblicità al tabagismo.. compiaciuto e autoreferenziale.. in alcuni momenti ti vuole lanciare delle bombe.. ma fini a se stesse..solo per far fare ohhhh .. allo spettatore ... fumo.fumo
..non ho nemmeno capito perché scomodare gary Oldman.. per fargli versare una lacrimuccia?? .. altro ohhhhhh... delusione.. poi la critica a Napoli non mi è dispiaciuta.. critica come atto di amore.. salvo solo quello

Prof  @  29/10/2024 21:15:39
   8 / 10
Film espressivo, intenso, significativo. Balugina di scorci suadenti e allusivi, con il culto dell'estetica sublimato nelle cornici paesaggistiche più idonee e caratterizzanti.

Oibaf  @  27/10/2024 23:53:50
   8½ / 10
Un film che fa riflettere con lo sfondo di una città bellissima e piena di contraddizioni, il tempo della giovinezza che sfugge e non torna più, l'intelligenza della protagonista che scava dentro di sé e che non trova pace se non nella vecchiaia, tutto viene miscelato sapientemente e quello che ne esce fuori è un piccolo capolavoro.

Fidelio89  @  27/10/2024 18:55:33
   2 / 10
Presa per il c...o.

Sorrentino è un abile prestigiatore, usa la fotografia scintillante e un montaggio a effetto che provoca pure suggestioni notevoli, ma è vuoto pneumatico. Chiunque abbia un minimo di retroterra letterario sventa i suoi tranelli con facilità. Calligrafia che più volte sfiora il patologico (non di quello interessante).

Il dittico "Loro" in confronto è grande cinema, anche se conteneva tavanate sesquipedali. Qui siamo a livelli impensabili. Almeno tre scene mi hanno fatto proprio schifo, proprio nel senso del ribrezzo che mi hanno provocato (non in senso cinematografico, ma proprio per quello che mostravano e come).

Un offesa alla persona, prima che allo spettatore e al Cinema tout court.

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/10/2024 21.36.40
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  27/10/2024 17:28:17
   5 / 10
Dopo "È Stata la Mano di Dio" Sorrentino torna a raccontarci una storia di formazione fortemente legata alla Napoli città, già rievocata dal nome della sua protagonista. Ci sono più o meno le solite tematiche tanto care a Sorrentino ma se il precedente film del cineasta partenopeo arrivava al cuore in maniera quasi genuina "Parthenope" risulta invece fin troppo formale con la sua omonima -e poco credibile- protagonista (Celeste Dalla Porta comunque se la cava discretamente bene) che non fa altro che sciorinare frasi ad effetto tutto il tempo. Fortunatamente ci sono alcuni personaggi di contorno, soprattutto il Cardinale e Greta Cool, che funzionano meglio di Parthenope stessa.
Tanto mi è piaciuto "È Stata la Mano di Dio" e altrettanto mi ha invece deluso "Parthenope" (almeno per quello che erano le aspettative iniziali) che pure non è un brutto film ma che troppo si perde nell'estetica più che nella sostanza. C'è da dire che qui Sorrentino ha la capacità di mostrare ancora una volta tutto il suo amore per la città di Napoli e di farci respirare la sua atmosfera e bellezza pur mettendone in mostra anche e soprattutto le sue contraddizioni. Non è cosa da poco.

Wilding  @  27/10/2024 10:46:09
   7½ / 10
Poetico e profondo, mentre il "tempo" scorre veloce sulle nostre vite.
Una bella opera, come al solito, questa di Sorrentino, non una gran trama però, e poi quei personaggi tra sogno e realtà che sbucano fuori e lasciano perplessi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  26/10/2024 22:27:51
   10 / 10
Quale amore. Quanto amore. Occhio aperto/occhio chiuso. Difficile approcciarsi a un'opera così sfuggente eppure profondissima, forse l'opera più matura, di un Sorrentino che ha fatto un passo in più per approdare a un cinema sempre suo ma se possibile ancor più personalissimo, ironico e leggero solo come la vita sa essere in piccoli istanti, anche nella sua tragicità. "Se non piangete il film non funziona" ha detto Paolo. E il film funziona, perché la sensazione all'uscita è quella indescrivibile di rimanere senza parole ma con nodi in gola senza nome, nello stomaco, nelle viscere interiori, nei tumulti interni, con etichette che dal film si annodano alle vicende di ognuno negli archivi indulgenti della memoria. Ogni parte del film meriterebbe un approfondimento critico. Ma il tempo, filo rosso, e la bellezza, non quella grande di Roma, ma quella grandissima di Napoli, del sole, della luce, del mare. Inizia nel 1950 e percorre la vita di Parthenope, ma quale amore dicevamo, quello che occorre per sopravvivere, come quello per il cinema, sembra ricordarci Sorrentino, è il vento o sono solo lacrime (?), è un viaggio nel tempo, è la memoria del tempo perduto e poi ritrovato, è l'estasi di una scorribanda nel passato e nel presente, lo stupore, l'indefinibile, l'assoluto, fastoso trascorrere del tempo, la giovinezza, ingombrante come solo essa può essere, antropologica solo come il saper guardare, osservare, carpire e restituire, nell'intento di sopravvivere. "Era già tutto previsto?" Asssolutamente no, un inchino doveroso, prima di tentare di snocciolare le vertigini della bellezza che colpiscono al ventre come pugni anzitempo. Il suicidio? La vita? Il cinema? No, il miracolo, doppio, triplo, carpiato, come la tesi e l'ipotesi, il cinema, sì, il cinema dei miracoli.

JOKER1926  @  25/10/2024 03:04:43
   7½ / 10
"Parthenope" è l'ultima fatica del cineasta (al momento) più rinomato di Italia.

Artisticamente siamo dinanzi ad una sorta di "sequel" de "E' stata la mano di Dio", in questa nuova produzione, i riflettori si spostano su un soggetto femminile.

Perno dell'ardito disegno cinematografico di Sorrentino è Celeste Dalla Porta, giovanissima attrice milanese. Si consuma qui il primo azzardo (vincente) della regia, e nella fattispecie Cinema, Dalla Porta ha già le chiavi del successo planetario (passi il gioco di parole). La sceneggiatura irrigidisce magnificamente il volto della protagonista nei tessuti della spettacolosa giostra ed è grazie all'icona femminile che "Parthenope" prepara il terreno per un decollo incondizionato e di conseguenza vincente.
Ben lontano da alcuni suoi film patinati e petulanti, Sorrentino recupera il fiato è la narrazione proponendo un lavoro, che attraverso un iconico volto femmineo, illustra la sua Napoli (con metafore evidenti) rifacendosi al modus operandi di Federico Fellini per la città di Roma.

"Parthenope" regge sui ritmi e nonostante una storia schiacciata più sul significante che sul significato, riesce a tagliare a fette i sentimenti del pubblico grazie ad un clamoroso lavoro di sceneggiatura, si va da dialoghi brillanti alla rappresentazione di protagonisti immortali. Nella batteria di un cast di sublime prominenza, esce clamorosamente vincitore Lanzetta nelle vesti di un personaggio stratosferico, e per qualche attimo, la mente felicemente ritorna ai vecchi fasti, fra "L'amico di Famiglia" e "Le conseguenze dell'amore". Il lavoro tecnico (MDP, fotografia, scenografie) ingigantisce l'impresa.

Partita quasi perfetta questa volta per Sorrentino ad esclusione di alcune "conclusioni" finali e a qualche frase a stampo filosofico un po' troppo replicate… effettivamente parliamo di dettagli.

Ritorna con "Parthenope", almeno a sprazzi, lo stile più solido ed effervescente di un grande regista.

matt_995  @  24/10/2024 23:44:30
   5½ / 10
Le avventure di una gatta morta in giro per Napoli e a spasso nel tempo.

Partenope è un personaggio scritto davvero davvero male, capace di affascinare chiunque meno che lo spettatore. La Della Porta ci mette tutta la buona volontà ma la scrittura è quella che è.

Da antropologa, Partenope osserva con occhio neutro (come lei del resto) una varietà interessante di esseri umani. Osserva i giovani baldanzosi, osserva i vips, gli intellettuali, i criminali e i religiosi, quasi Sorrentino volesse fare un semplicistico (e facilone) compendio della nostra società. E in mezzo a questa varietà umana si trovano personaggi affascinanti, contraddittori e divertenti (Sorrentino del resto è un maestro a tratteggiarli) ma restano personaggetti sparsi e all'ennesimo sketch inconcludente ti vien voglia di spararti.

Spiccano Silvio Orlando e Beppe Lanzetta. Ma le più memorabili restano Isabella Ferrari e Luisa Ranieri. Non una ma ben due Signore Gentili in questo film... E questo vale il prezzo del biglietto.

Spero che Sorrentino un giorno si decida a fare un film effettivamente ed esclusivamente comico. Non una commedia pecoreccia, eh. Qualcosa di raffinato. Ma senza ste menate poetiche da quattro soldi che mi fanno di continuo alzare gli occhi al cielo.

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Ultima risposta 30/10/2024 17.45.40
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