Geppetto, un vecchio intagliatore, riceve un pezzo di legno perfetto per il suo prossimo progetto: un burattino. Una volta terminata l'opera, accade qualcosa di magico: il burattino prende vita e inizia a parlare, camminare, correre e mangiare, come qualsiasi bambino. Geppetto lo chiama Pinocchio e lo alleva come un figlio. Per Pinocchio, però, non è facile essere un bravo bambino: lasciandosi portare facilmente sulla cattiva strada, capitombola da una disavventura all'altra in un mondo popolato di fantasiose creature. La sua più cara amica, la Fata Turchina, cercherà di fargli capire come il suo sogno di divenire un bambino vero non potrà mai avverarsi fino a quando non cambierà modo di vivere.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Sarà forse il trentesimo adattamento di questa fiaba immortale e, per questo, era forse lecito attendersi un risultato più originale che non fosse quello riproposto da Garrone. Il film ha senza dubbio degli aspetti positivi: location stupende, ottimo trucco, ambientazioni favolose, costumi di alto livello. Tuttavia, una sceneggiatura un pò sfilacciata e personaggi un pò sprecati (su tutti il gatto e la volpe) o mal rivisitati (il grillo parlante è inquietante, la fata passa del tutto inosservata) ecco che il film non riesce mai nè a decollare nè a far sognare. Confesso, peraltro, che la visione mi ha provocato non pochi sbadigli. Insomma, ai titoli di coda si arriva con l'amaro in bocca. Almeno ho potuto gustarmi l'ultima interpretazione cinematografica di Gigi Proietti.