The original rebel
"Il personaggio cinematografico di John Garfield, maturato attraverso le dure esperienze della vita, è diventato simbolo di tutte le necessità e le frustrazioni del solitario. E a ragione, quindi, può essere considerato il precursore del ribelle degli anni '50, l'anti-eroe che MARLON BRANDO e JAMES DEAN seppero portare alla perfezione"
George Morris.
Sigaretta alla bocca come HUMPHREY BOGART (con cui stranamente non recitò mai insieme), espressione intensa dalle diverse sfumature caratteriali, bruno e carismatico, dotato di una bellezza glamour che vanifica lo stesso concetto di glamour, John Garfield è stato uno degli attori più determinanti e innovativi del cinema degli anni '40.
Non è facile tracciare un ritratto dell'artista senza far leva sui personaggi che nella sua breve vita e carriera cinematografica (circa una trentina di film) hanno dato vita a diverse caratterizzazioni: il reduce di guerra, il pugile professionista, il carcerato accusato ingiustamente, l'emarginato in fuga dal passato, il pescatore-contrabbandiere, ognuna delle quali possono facilmente identificarsi sia con la sua vita privata che con le qualità intrinseche dell'attore.
Se la sua esistenza, culminata con una morte precoce e discussa, è stata spesso e volentieri messa a nudo anche dai ruoli dello schermo o dal senso "politico" di alcuni film, le sfumature dei suoi anti-eroi hanno sicuramente rappresentato qualcosa di nuovo e inedito nel cinema americano di quegli anni.
John Garfield fu il primo ad affrontare seriamente il metodo Stanislawsky, e quindi può ritenersi, a ragione, un precursore dell'Actor's Studio di Lee Strasberg e di attori come MARLON BRANDO, PAUL NEWMAN, JAMES DEAN.
I personaggi di Garfield al cinema provano sulla loro pelle tutta la rabbia per un destino avverso, ma è una rabbia che riesce quasi sempre a comunicare una fortissima vitalità e questo non è affatto un paradosso.
Le storie possono deporre a suo favore, (talvolta) più spesso, come nel caso di Tommy Gordon e Harry Morgan, finiscono per rivoltarsi contro di lui. Per certi versi è esattamente ciò che è accaduto a Garfield, alla sua fama, al suo rapporto difficile e complesso con Hollywood e la società americana.
John Garfield non è stato una figura misogina, eppure molte volte i suoi ruoli diventano vittime predestinate della seduzione femminile, colpevoli di aver posto fiducia verso figure femminili spregiudicate e crudeli.
Nella storia del cinema John Garfield è soprannominato "Original rebel" (primo ribelle), eppure una delle caratteristiche di Garfield anche nei suoi "ribelli" più negativi è una fortissima componente di umanità.
E' forse questo uno dei segreti che ha mantenuto il suo mito inalterato nel tempo, nonostante le nuove generazioni conoscano il suo nome solo di fama.
Jacob Julius Garfinkle nasce il 4 Maggio 1913 nella East Side di New York, da padre originario della Crimea e madre di origine ucraina. Il quartiere è un ambiente affollato di immigrati in cerca di fortuna, la madre si ammala e muore quando Jacob Julius ha solo 7 anni. Il padre, profondamente rispettoso dei valori religiosi ebraici, fatica ad integrarsi in America e impone al figlio una ferrea disciplina che riuscirà soltanto ad alimentare la sua voglia di indipendenza.
Anni dopo lo stesso Garfield definisce il padre "ignorante e fanatico". Mentre l'uomo si risposa, Jacob diventa un adolescente inquieto e ha diversi guai con la legge. Il padre allora lo iscrive a una scuola particolare, una sorta di correzionale per ragazzi problematici, dove Jacob riesce a tenere a freno le sue ribellioni, imparare a boxare e a recitare nelle commedie scolastiche.
La scuola di Angelo Patri, ispirata ai metodi di Maria Montessori, riesce pertanto a potenziare il singolo individuo alla ricerca della propria dimensione artistica e umana. La scuola diventa un'esperienza fondamentale per Jacob, tanto da integrarlo in diverse compagnie di teatro e a recitare, inizialmente in piccoli ruoli, in alcune tragedie shakespeariane e/o commedie di Broadway.
Jacob "Julie", poco meno che ventenne, non è soddisfatto di New York e intraprende un lungo viaggio per gli States, facendo l'autostop tra uno stato e l'altro. Trova così un ennesimo piccolo ruolo teatrale e il primo ruolo marginale nel cinema nel musical "VIVA LE DONNE" (1933) di Busby Berkeley. Per quanto il suo volto fosse poco appariscente, Jacob riesce ben presto a evidenziare le sue doti espressive e fisiche, che in breve tempo gli portano fama e successo verso la platea femminile.
Nel 1934, prende parte al Group Theatre, celebre gruppo di attori registi e commediografi che intendevano trasportare a Broadway, con successo, i metodi del Teatro d'Arte di Stanislavskij da Mosca. L'esperienza è assolutamente determinante per la formazione di Garfield attore e segna in modo indissolubile la sua formazione artistica.
Partecipa a diverse commedie di Clifford Odets, come "Gold eagle guy", "Awake and sing" o "Having wonderful time" di Arthur Kober. E' quest'ultimo un successo senza precedenti, tanto da illudere Garfield di poter recitare nel ruolo di protagonista nella commedia "The golden boy", invece ottiene solo una particina secondaria.
Anche se "THE GOLDEN BOY" diventa un successo (tanto che ne esce una riduzione cinematografica nel 1939 con WILLIAM HOLDEN e Barbara Stanwyck) per Garfield il ruolo principale diventa il sogno di una vita.
Ma già mentre si aprono le porte di Hollywood, in quel periodo Garfield partecipa ad attività politiche, bollate successivamente come "antiamericane", con alcuni membri del Group Theatre, che dimostrano sicuramente idee di sinistra se non apertamente "comuniste". La vita e la carriera di John Garfield sarà stroncata proprio per le sue presunte simpatie ideologiche, quasi come quella di Frances Farmer per i suoi "scomodi incidenti" con la giustizia americana.
Grazie anche all'interesse di Bette Davis, nasce il mito di John Garfield. Jack Warner storpia il suo cognome in "Garfield" e il matrimonio con la Warner dura poco meno di 10 anni.
L'attore debutta in un film di clamoroso successo, "QUATTRO FIGLIE", nel ruolo dell'inquieto Micky Borden, un ruolo praticamente perfetto per inaugurare una serie di personaggi successivi, come il pugile accusato di omicidio di "HANNO FATTO DI ME UN CRIMINALE" (rara incursione nel dramma sociale di Berkeley) e "DUST BE MY DESTINY", "IL CASTELLO SULL'HUDSON", "IL LUPO DEI MARI", "IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE", "ANIMA E CORPO" e "GOLFO DEL MESSICO".
Garfield viene osteggiato dal Group per la sua scelta di firmare un contratto con la Warner, ma ben presto molti membri della compagnia teatrale, ormai disfatta, tentano come lui la strada del cinema. Garfield continua fra l'altro ad abbracciare tutte le cause sociali e questo gli comporterà l'inevitabile coinvolgimento nelle black list del senatore McCarthy o meglio di Martin Dies e dei famigerati "10 di Hollywood".
Ma intanto il successo cinematografico cresce a dismisura. Un film molto importante in tal senso, un film d'avventure molto "politico e progressista" è "IL CONQUISTATORE DEL MESSICO", dove recita al fianco di mostri sacri come Paul Muni e Bette Davis.
Un'altro incontro decisamente importante è quello con Michael Curtiz, che lo dirige in un avvincente film, "IL LUPO DEI MARI" e successivamente nel magnifico adattamento di "Avere o non avere" di Hemingway, ossia "GOLFO DEL MESSICO", un film anche superiore come remake anche all'originale "ACQUE DEL SUD" (1945) di Hawks, con HUMPHREY BOGART e Lauren Bacall.
Nel corso degli anni Garfield ha lavorato con registi come Delmer Daves, il già citato Hawks ("ARCIPELAGO IN FIAMME", uno dei migliori film bellici di sempre), Anatole Litvak, Tay Garnett, Jean Negulesco, John Huston e Robert Rossen. Ma anche con autori facilmente vicini alle sue idee politiche, come Abraham Polonsky (il più illustre cineasta coinvolto nelle black list per le attività antiamericane, tanto da trovarsi inattivo per quasi vent'anni) e Elia Kazan. "BARRIERA INVISIBILE", uno dei film più controversi di Kazan, è un duro atto d'accusa contro l'antisemitismo, mentre "LE FORZE DEL MALE" (1948) di Abraham Polonsky, considerato da molti il miglior film in assoluto della carriera di Garfield, è una lucida requisitoria contro la corruzione nel sistema capitalista.
Non è facile comunque comprendere quale regista abbia capito meglio il talento dell'attore, ma il pubblico lo identifica ancora oggi con il personaggio del girovago plagiato da una donna fatale ne "IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE" (1946) di Garnett o con il pugile sfortunato (Charlie Davis) di "ANIMA E CORPO" (1947), un film a cui sicuramente Ron Howard deve qualcosa.
"ANIMA E CORPO" e' anch'esso diretto da un regista, Robert Rossen, che finirà nei guai giudiziari per le sue idee di sinistra, e sceneggiato proprio da quell'Abraham Polonsky che un anno dopo lo dirigerà nel capolavoro "LE FORZE DEL MALE".
Un'altro ruolo importante è quello di Tommy Gordon, accusato ingiustamente di omicidio e condannato a morte, ne "IL CASTELLO SULL'HUDSON" di Anatole Litvak.
Il film è un remake di "20000 ANNI A SING-SING" (1933) con Spencer Tracy, ma Garfield riesce a comunicare una vitalità, un'amarezza così forte e reattiva da superare di gran lunga il paragone con la performance di Tracy.
Nel corso degli anni si susseguono tuttavia film riusciti ad altri originali ma modesti ("GENTE ALLEGRA"), coraggiosi ma irrisolti ("IL PASSO DEL CARNEFICE", "HO AMATO UN FUORILEGGE"), o un po' sciropposi ("PERDUTAMENTE").
Se dovessimo annoverare però i film che si rifanno direttamente alla sua immagine di ribelle allora bisogna tornare ai primi anni della carriera, a opere come "HANNO FATTO DI ME UN CRIMINALE" (girato insieme a Billy Halop e ai Dead End Kids, conosciuti appunto per un film-caposcuola come "STRADA SBARRATA", 1937) e "DUST BE MY DESTINY". Garfield si prepara a modo suo ad affrontare il conflitto mondiale, pur evitando il servizio militare per i suoi notori problemi cardiaci. Straordinario resta il ruolo del soldato distrutto dalla brutalità della guerra che spara all'impazzata contro il nemico ("ARCIPELAGO IN FIAMME" di Hawks).
La carriera di Garfield subisce quindi un trapasso infelice, ma anticipa la penultima fase della sua carriera, forse la più ricca di ruoli memorabili. E' comunque un periodo nero quello che vede l'attore alle prese con vere e proprie tragedie private (la tragica morte nel 1944 della figlia Katherine a soli 6 anni). Soltanto un ruolo lo convince a ritornare sullo schermo, quello di un vero reduce di guerra in "C'E' SEMPRE UN DOMANI" (1945). E' un'altra interpretazione memorabile e le cronache riferiscono di come l'attore passasse molto tempo assieme al "vero" reduce raccontato nel film, allo scopo di assimilare al meglio la sua futura interpretazione.
Nel 1946 si lascia convincere dalla Enterprise, un'organizzazione che raduna attori e registi di idee progressiste, a partecipare ad alcuni film socialmente impegnati. E' la fine del suo sodalizio con la Warner e l'attore dichiara "ho risparmiato ogni penny guadagnato, adesso posso girare i film che voglio". Alcuni di questi film sono tra i migliori lavori della sua carriera, ma Garfield entra sempre più nel mirino delle indagini dello HUAC sulle presunte attività sovversive nel mondo di Hollywood.
La "caccia alle streghe" vide molti convinti sostenitori come Adolphe Menjou e John Wayne, ma anche qualche voce fuori dal coro, come quella di HUMPHREY BOGART e della moglie Lauren Bacall.
A questo punto la vita dell'attore vede compromessa seriamente la sua carriera artistica, al punto di vivere costantemente sul filo del rasoio. La sua salute vacilla e l'uomo diventa uno dei nomi più indagati dallo HUAC (House Unamericans Actives Committee) al punto che molti registi finiscono per dimenticarsi di lui. Solamente Micheal Curtiz rischia (fortunatamente) per averlo nel ruolo di Harry Morgan in "GOLFO DEL MESSICO". Il film è meraviglioso e Garfield offre una delle sue interpretazioni più sofferte e sincere.
Nel 1951 prende parte al suo ultimo film, "HO AMATO UN FUORILEGGE", un modesto noir diretto da un regista, John Barry, che guarda caso sarebbe finito nelle Black List del senatore McCarthy in breve tempo. L'epilogo di Garfield non è dei migliori, forse a causa del personaggio decisamente negativo e nichilista. Anche nei suoi ruoli meno amabili, Garfield ha mantenuto una certa dose di umanità, di feeling, che nel suo ultimo film non traspare.
Mentre la sua vita va a rotoli, riesce a ritornare comunque al teatro per realizzare il suo sogno nel ruolo del protagonista di "The golden boy", la commedia teatrale degli anni '30 dove l'attore evitò sfortunatamente la tanto bramata parte principale.
Schiacciato dalle pressanti indagini e rifiutatosi di collaborare come informatore allo HUAC (a differenza di quanto fecero celebri nomi come Elia Kazan), ma soprattutto minato da difficoltà cardiache sempre più allarmanti, doloroso strascico di una febbre reumatica avuta da bambino, Garfield cerca in ogni modo di raccogliere più prove possibili ad attestare la sua credibilità e onestà verso il suo pubblico. Rifiuta anche il ruolo di Kowalski per "UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO" proprio di Kazan, spianando a modo suo la strada a un giovane attore destinato a diventare una leggenda, MARLON BRANDO.
Negli ultimi mesi, ormai stanco e malato, Garfield si allontana dalla sua famiglia, i figli e la moglie Brenda, rendendosi irreperibile. Il 21 Maggio 1952 viene trovato morto, probabilmente per un infarto, nell'appartamento di un'attrice misconosciuta, in circostanze poco chiare. Ai suoi funerali partecipano circa 10.000 persone, una folla che non si vedeva dai tempi della morte di Rodolfo Valentino nel 1926.
John Garfield lascia due figli che seguono le stesse orme: David, morto fatalmente d'infarto nel 1995, e Julie, attrice cinematografica e teatrale.
Primo attore di una certa fama ad affermarsi grazie al metodo Stanislavsky, che accentua l'aspetto emotivo rispetto alla teoria della recitazione, Garfield ha spianato la strada a MARLON BRANDO, JAMES DEAN, PAUL NEWMAN, MONTGOMERY CLIFT e altri nomi forse meno noti (Rod Steiger, Sal Mineo).
Vittima delle paranoie di un'intera nazione o condannato comunque a una breve vita per la sua fragile salute, resta comunque un esempio di modernismo assoluto nella storia del cinema americano.
Forse Hollywood uccide a modo suo le sue icone più rivoluzionarie.
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Biografia a cura di kowalsky - ultimo aggiornamento 16/07/2012 16.16.00
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