io ti salvero' regia di Alfred Hitchcock USA 1945
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io ti salvero' (1945)

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locandina del film IO TI SALVERO'

Titolo Originale: SPELLBOUND

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiMichael Chekhov, Gregory Peck, Leo G. Carroll, John Every, Wallace Ford, Ingrid Bergman, Rhonda Fleming

Durata: h 1.51
NazionalitàUSA 1945
Generethriller
Tratto dal libro "Io ti salverò" di Francis Beeding
Al cinema nell'Agosto 1945

•  Altri film di Alfred Hitchcock

Trama del film Io ti salvero'

Un giovane medico assume la direzione di una clinica psichiatrica, ma presto si scopre che è un amnesiaco impostore, probabile assassino del vero dottor Edwards. Una bella collega innamorata crede nella sua innocenza e fugge con lui.

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (65 voti)7,85Grafico
Miglior colonna sonora
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su Io ti salvero', 65 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Testu  @  24/07/2024 01:28:50
   7 / 10
Peck come matto fa sorridere. Il sogno lisergico ed il ricordo del fratello sono d'effetto. Confronto finale moscio e illogico ...solo parzialmente figlio del suo tempo.

Non il meglio fatto da attori e regista, ma rimane gradevole.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Enzo001  @  06/10/2022 14:53:03
   9 / 10
Thriller psicoanalitico del maestro, magistrale nella rappresentazione del sogno e corretto nel dirimere le complesse dinamiche del rapporto terapeuta-paziente.
Incredibile come Hitch riesca a mantenerti attaccato alla schermo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Da antologia del cinema la sequenza orchestrata da Dalì.

Godbluff2  @  15/09/2022 15:11:56
   8 / 10
Uno dei miei Hitchcock preferiti dei suoi anni '40, per quanto leggermente rivalutato al ribasso dopo un paio di ri-visioni.
Hitchcock, artigiano del cinema cosiddetto "di genere" ma genio assoluto della materia cinematografica, continua a sperimentare forma e temi nei suoi film: qui si tuffa nella psichiatria, costruendo uno dei suoi "thriller romantici" tutto attorno al tema dei disturbi mentali e psichiatrici.
Naturalmente il tema è trattato in modo semplicistico (negli stessi anni i noir di Lang erano più rigorosi e complessi nell'analizzare tematiche psicologiche/psichiatriche) ma d'altronde non è certo una rigorosa documentazione sulle tecniche psichiatriche o sui labirinti della psiche umana che interessava al geniaccio inglese, a lui piaceva lo spettacolo e su questo era un dominatore incontrastato.
Inoltre, le tematiche della psiche si sposano benissimo con i topoi del cinema hitchcockiano che qui può farli risaltare più che mai: tutto il film infatti è centrato sul tema del senso di colpa, carissimo al regista e che sarà fondamentale anche in successivi, straordinari film ("Vertigo", tanto per citare il più grande di tutti); nel contesto "psichiatrico" del film Hitchcock può affrontare questo suo chiodo fisso in un modo un po' più "tecnico", si potrebbe dire. Al fianco del tema della colpa ne tornano ovviamente altri ricorrenti nel suo cinema, qui c'è anche l'innocente accusato ingiustamente (anche da se stesso in questo caso), ad esempio.
Peccato per la love-story fin troppo istantanea e incrollabile, un po' stucchevole, tenuta in piedi più dalla interpretazione di Bergman che altro.
L'intreccio costruito, da sciogliere sequenza dopo sequenza, è però tra i più interessanti tra i suoi film di quel decennio, giungendo al nocciolo dopo aver abbattuto tutti i muri dell'inconscio.
Visivamente, Hitchcock stupisce nella sequenza onirica disegnata da Salvador Dalì, ma non ne avrebbe nemmeno così bisogno perché in quanto a inventare inquadrature e idee tecnicamente sempre fantasiose e superbe Hitch era uno degli insuperabili; così chiude il film con quella virtuosa messa in scena in soggettiva del destino finale del colpevole, che è anche strizzatina d'occhio allo spettatore al di la della quarta parete (in maniera meno palese, perché in un cinema molto diverso, di quelle viste sia in "The Great Train Robbery" nel 1903 e, diretto omaggio a quest'ultima, nel "Goodfellas" di Scorsese nel '90, ma comunque evidente), un gioco thrilling tra il regista e chi lo sta guardando.
Peck mi convince poco, capita spesso, Ingrid Bergman è molto brava ma, restando alla sua collaborazione con Hitchcock, l'ho preferita nelle due occasioni successive ma, oh, non che mi lamenti.
"Spellbound" è un ottimo film, affascinante nella messa in scena e nelle tematiche che Hitchcock affronta all'interno di un thriller bagnato di romanticismo avvincente anche se non perfetto.
Hitchcock, talentuosissimo fin dal suo periodo inglese, era comunque ancora in corso di maturazione, arrivata tardi per lui, e ci vorrà ancora quasi un decennio prima di giungere al periodo dei grandi capolavori del maestro inglese. Però, oh, di nuovo, non è che mi lamenti anche così eh.

topsecret  @  12/06/2022 14:19:17
   6½ / 10
Se devo essere sincero, questo IO TI SALVERO' non mi ha entusiasmato come altri film di Hitchcock che ho visto. L'ho trovato un po' prolisso nei dialoghi, un po' troppo lineare, senza grandi colpi di genio, un po' schematico nonostante i temi trattati sulla psicanalisi, sul subconscio e sulle crisi amnesiche. Anche la scena onirica, con l'apporto di Dalì, non mi ha colpito più di tanto.
Va detto però che il cast sa il fatto suo, la coppia Peck- Bergman appare affiatata, la regia li dirige bene e, comunque, la storia presenta dei risvolti interessanti e degni di considerazione.
Certamente un prodotto apprezzabile ma di Hitchcock preferisco altri lavori.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  28/03/2021 12:42:37
   7½ / 10
Anche quando è lontano dai suoi apici Hitch fa sempre belle cose.

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/01/2024 21.02.18
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Dom Cobb  @  14/07/2018 01:01:44
   7½ / 10
In una clinica giunge l'atteso nuovo direttore, il dottor Edwards; ma il suo bizzarro comportamento e alcune discrepanze seminano dei dubbi su di lui, finché non si scopre che il vero dottor Edwards è stato assassinato e che l'uomo che ne porta il nome è un impostore. Una delle infermiere della clinica, segretamente innamoratasi del misterioso uomo, è convinta della sua innocenza e cerca di aiutarlo a scagionarsi...
Nella vasta e quasi sterminata galleria della cinematografia Hitchcockiana esistono dei titoli sconosciuti ai più, che hanno sentito solo parlare di quelli maggiormente presi in considerazione dalla critica, soprattutto quando si tratta di prodotti che precedono quelli che molti considerano il periodo d'oro del regista, ossia gli anni '50 e '60. "Spellbound" (di nuovo, traduzione italiana del titolo molto discutibile) è uno dei molti titoli secondari, ma finora l'unico che si distingue dal marasma generale di decenza elevandosi su un piano leggermente più alto, per lo più grazie ad alcune affascinanti idee narrative e visive.
Bisogna chiarire fin da subito che non ci troviamo di fronte a un capolavoro, ma semplicemente a un prodotto dignitoso con qualche elemento che si fa ricordare in maniera particolare: la tensione che ci si aspetterebbe da un uomo definito come il maestro della suspense latita e il coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi è alquanto marginale, sebbene nessuno dei due protagonisti risulti antipatico. I toni un po' da soap opera nella prima parte possono rendere la visione un po' pesante nei primi venti minuti e alcuni passaggi della trama sono affrontati in maniera alquanto sbrigativa perdendo parte della loro efficacia.


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Però il ritmo decolla non appena entra in scena l'aspetto thriller, che dona alla vicenda una certa urgenza, e le idee alla base dell'intreccio, che si basano tutte sull'amnesia del pover'uomo e sull'approccio psicologico che ne deriva, è davvero intrigante considerato che fino a quel momento non si trattava ancora di una strada battuta. E da questo punto di vista è lodevole il modo in cui il rapporto fra i due protagonisti si riveli privo di sentimentalismi smielati ma appaia molto naturale, merito questo delle interpretazioni di entrambe le star: Ingrid Bergman e Gregory Peck non sono la coppia perfetta, ma sono comunque abbastanza affiatati da risultare credibili nei loro ruoli e simpatici presi a sé, e vengono attorniati da una folta schiera di caratteristi che li spalleggiano senza strafare.
Memorabili sono inoltre alcuni degli escamotage visivi che Hitchcock riesce ad inserire nel corso della storia,


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ben sottolineate dall'utilizzo del bianco e nero e dalla seducente colonna sonora di Miklòs Ròsza, che a quanto pare il regista non gradì affatto.
"Spellbound" non è un pilastro del suo genere, né una prova di talento mozzafiato; non sconvolge né contribuisce ad evolvere o scuotere in qualche modo gli stilemi del genere di cui fa parte. Ma funziona a dovere, e garantisce del sano intrattenimento con un po' di stile, il che non è una garanzia. Resta comunque il fatto che finora non ho ancora visto un film di Hitchcock che ho adorato, o che consideri grande, anche se rimango speranzoso per il futuro.

david briar  @  24/08/2017 17:28:33
   6 / 10
Il peggior film che ho visto di Hitchcock: sceneggiatura con poca suspense, molti tempi morti, e anche da un punto di vista della regia le soluzioni memorabili sono poche, anche se salvano il film. Peck e la Bergman presi da soli sono entrambi bravi, ma insieme non funzionano, problema piuttosto grave per un film abbastanza basato su loro due. La scena del sogno e quello che succede nell'ultima parte, almeno da un punto di vista della rappresentazione audiovisiva, salvano il film. In particolare resta nella memoria l'immagine della pistola enorme. Me lo ricorderò perchè è di Hitchcock e per questi dettagli, ma in generale lo ritengo abbastanza dimenticabile.

Filman  @  24/06/2017 00:41:39
   7½ / 10
Se non fosse per la genericità di un appellativo come "psicologico", staremo parlando di SPELLBOUND come di un capolavoro che porta la psicoanalisi nel thriller esattamente come Freud la portò nella filosofia. In realtà non c'è niente di strettamente relativo alle (allora) recenti scoperte della psicanalisi che Alfred Hithcock non avesse già messo in scena nelle sue precedenti opere, sfruttando le funzionalità mentali come intrigo di base nella costruzione di soggetti e sceneggiature, e il film oggetto di discussione rappresenta solo la più didascalica delle possibilità di strumentalizzare il procedimento psicoanalitico che sfoglia a ritroso il concetto di impulso freudiano basato su un principio di castrazione trapassata, cioè con un metodo d'investigazione non più fisica, che comprende anche l'interpretazione dei sogni e regala in questa pellicola una rappresentazione onirica che svetta per inventiva in un complesso fin troppo sottotono per le sue aspettative.

Paolo70  @  17/12/2016 19:11:25
   9½ / 10
Film psicologica con una trama avvincente. Grandi interpretazioni dei protagonisti e eccellente regia. Assolutamente da vedere.

DogDayAfternoon  @  22/06/2015 21:19:37
   6 / 10
La prima parte è davvero pessima, non so con quale forza sono riuscito a superarla: toni irritanti da soap opera, sceneggiatura scarsissima, e recitazione (soprattutto della Bergman) a dir poco innaturale.

Per fortuna ad un certo punto i toni cambiano, l'intreccio si fa più interessante e pure la qualità della pellicola torna sui livelli che ci si aspettava. L'inframezzo onirico che vede anche la partecipazione di Dalì non l'ho molto apprezzato, ma lo riconosco come un mio limite dato che raramente gradisco questi excursus nell'inconscio.
Scena finale invece degna del nome alla regia.

Più ne vedo e più mi convinco che la sterminata filmografia di Hitchcock sia fatta da qualche capolavoro e tanti film mediocri (pur se con qualche scena di altissima qualità).

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/06/2015 13.31.38
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Goldust  @  27/04/2015 15:01:07
   7½ / 10
Generalmente i film sulla psicanalisi non mi piacciono, quando li affronto ho sempre paura di non capirci nulla o di perdermi qualche passaggio significativo; questo di Hitchcock fa eccezione, è lineare, ben ritmato e si lascia vedere ancora adesso a distanza di anni ( l'ho visto credo tre volte ed oserei dire che come il vino migliora col tempo ). Al centro dell'intreccio c'è il canonico tema della colpa, che si sviluppa di pari passo con la storia d'amore tra i protagonisti: l'ironia lascia spazio alla seriosità che la tematica psicanalitica esige, il gusto del dialogo soppianta l'azione che pur in piccole dosi è presente. Per esigenze di copione alla fine non tutto torna ma restano nella memoria alcune scene: il primo incontro tra Costanza e il dottor Edwardes, l'onirica sequenza del sogno ideata da Salvador Dalì e soprattutto quella girata in casa del dott. Brulov, con un rasoio ed un bicchiere di latte come inquietanti protagonisti.
Nella parte della dottoressa innamorata la Bergman è quantomai perfetta, Chekcov dal canto suo è un amabile e burbero luminare mentre Peck è il più debole del novero, e su di lui ha proprio ragione Truffaut, non ritenendolo un attore hitchcockiano.

william sczrbia  @  29/01/2015 00:03:34
   7½ / 10
Federico  @  17/12/2014 13:30:49
   7½ / 10
non uno dei migliori di Hitchcock ma comunque interessante e ben fatto.

Oskarsson88  @  10/12/2013 18:33:31
   7 / 10
Buon film ma non eccezionale, pecca nel non creare troppa suspance. Comunque resta sempre un buon film.

steven23  @  06/12/2013 14:21:32
   8 / 10
Non una delle migliori opere del maestro (di quelli che ho visto sin'ora rimane superiore solo a "Caccia al ladro") ma comunque un buonissimo film con momenti di cinema allo stato puro.
Il difetto più grande credo risieda nel lato psicanalitico della vicenda, affrontato in maniera forse troppo semplicistica e senza badare troppo a un particolare molto importante nel rapporto medico-paziente, vale a dire la condizione di distacco e neutralità che deve sempre esserci tra i due. Qui accade l'esatto contrario! Interessante invece l'altro rapporto, quello tra Costanza e il suo maestro il quale, pur mostrandosi sempre lungimirante con lei, non manca di rimproverarla e riprenderla per certi suoi atteggiamenti discutibili.
In sostanza sembra quasi che Hitchcock si sia interessato maggiormente a mostrare il lato umano della dottoressa che non essere del tutto fedele a quanto potrebbe accadere nella realtà. E, in effetti, il pubblico (o almeno io) preferisce di gran lunga la prima cosa, per il resto è pur sempre un film.

La regia è, al solito, sublime e culmina con la scena del sogno, onirica e delirante. Da sottolineare che avrebbe potuto spingersi ancora oltre se Hitch non avesse deciso di tagliare una parte dello stesso sogno, probabilmente troppo esagerata pure per lui. Dalì si era immaginato di inserire una statua che si sarebbe sbriciolata mostrando al suo interno la Bergman con il corpo ricoperto di formiche.
Notevole anche l'altra scena in cui si vede il dottor Bruomo attraverso il fondo del bicchiere di latte che sta bevendo Gregory Peck.

Gli attori risultano tutto sommato molto buoni tranne una, la Bergman, a mio modo di vedere tra le cinque attrici più grandi di sempre. Lei non è alla pari degli altri, è almeno due spanne sopra tutti e non so se sia proprio questo particolare a non avermi fatto apprezzare del tutto l'interpretazione dello stesso Peck.

hghgg  @  28/05/2013 15:42:30
   8 / 10
Pur ritenendo che il maestro del Thriller abbia toccato i suoi vertici più alti tra la fine degli anni '50 e i primi anni '60 (nella fase finale quindi della sua lunghissima carriera), non c'è dubbio che nei vari decenni d'attività abbia commesso ben pochi passi falsi e anche gli anni '40 di Hitchcock sono costellati da grandi film. Questo "Spellbound" non fa eccezione, pur non essendo riuscito in tutto e per tutto, come sosteneva lo stesso regista, non pienamente soddisfatto della sceneggiatura, dello sviluppo dell'intreccio e del colpo di scena finale. Ma resta un gran film con momenti di alto cinema, complice la collaborazione di Salvador Dalì (per inciso, uno dei miei pittori preferiti) che, non nuovo a collaborazioni cinematografiche (lavorò spalla a spalla con il giovane Bunuel per il suo storico cortometraggio d'esordio) regala ad Hitchock la straordinaria sequenza onirica/surreale del sogno del protagonista, nettamente la scena più riuscita del film, favolosa, alto cinema. Per il resto ci si trascina senza ne troppa noia ne troppa partecipazione, retti dal talento infinito di una delle più grandi attrici di tutti tempi, quella Ingrid Bergman che proprio con Hitchcock regalerà una delle sue migliori interpretazioni in Notorious, e che anche qui offre una più che buona prova. Se la cava anche Peck, devo ammettere che non l'ho mai apprezzato particolarmente. In definitiva, resta un bel film, con una scena meravigliosa, un grazie a Hitchcock e Dalì.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  18/05/2013 00:38:51
   7 / 10
Inverno 1955. Alfred Hitchcock è a Joinville per lavorare alla post-sincronizzazione del film "Caccia al ladro". Sul set del film si presenta Francois Truffaut, il celebre regista francese padre della "nuova ondata" transalpina, nonchè grande ammiratore di Hitchcock.

Nella celebre intervista (Il cinema secondo Hitchcock) Truffaut, rivolgendosi al maestro, si dice essere profondamente deluso dalla sceneggiatura di Spellbound. La risposta di Hitchcock fu la seguente: " No no, sono d'accordo, credo che sia tutto troppo complicato , e che le spiegazioni, alla fine, siano troppo confuse".

L'autocritica era un punto forte del regista britannico e se spesso e volentieri lo si può biasimare per questo, nel caso di "Io ti salverò", ahimè, non mi sento di contraddirlo.
Spellbound è frutto di un grande studio della psicoanalisi, tematica prediletta dal regista. La pellicola è accompagnata da alcune sequenze di Salvador Dalì estremamente oniriche. Hitchcock voleva rompere con il metodo cinematografico tradizionale di rappresentare i sogni e scelse Dalì per renderli il più possibile vicini alla realtà.

Non mi sento di definire Spellbound solamente un buon film. Spellbound è un grandissimo film, ma dietro la cinepresa c'è un Hitchcock fin troppo logico e razionale, un genio stavolta "spaventato dalla irrealtà" e che soprattutto non ha saputo, o chissà, non ha potuto osare di più.

ZanoDenis  @  24/04/2013 14:50:05
   8½ / 10
E' un ottimo film, ma a tratti troppo pesante, ci sono tutti gli elementi caratteristici dei film di hitchcock, mischiati molto con la psicologia, alcune scene rimarranno nella storia (quelle dei sogni ovviamente)

Lory_noir  @  18/10/2012 11:43:19
   7½ / 10
Un buon film anche se non tra i miei preferiti di Hitchcock. Notevoli le scene del sogno per l'epoca.

gemellino86  @  01/08/2012 07:01:52
   8 / 10
Bel film del maestro. Ottimi attori e una trama abbastanza facile da seguire cosa non comune nei film del regista. Non uno dei migliori però a mio parere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  30/12/2011 19:19:24
   6½ / 10
Gira e rigira la storia è sempre quella: uomo in difficoltà e donna innamorata che cerca di trarlo in salvo; valida le prime volte, ma alla lunga stufa. Ho visto diversi film di Hitchcock, credo che d'ora in poi cercherò di tenermi lontano da questo schema. Spiace per la coppia Peck - Bergman, validissima, e per la solita grande qualità dietro la macchina da presa.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  07/11/2011 21:07:11
   7½ / 10
Hitchcock lo detestava, e se ne può ben capire la ragione: il livello psicanalitico del film è francamente risibile e l'intera vicenda si risolve in modi tanto semplicistici da far precipitare ogni verisimiglianza. A sua discolpa vanno segnalate le continue interferenze nel progetto del tirannico produttore Selznik, con cui Hitch ebbe continui scontri che pregiudicarono il risultato finale. Resta un film assolutamente dignitoso e perfetto da un punto di vista spettacolare, con momenti di grande inventiva (come quando la Bergman e Peck sono in fila alla biglietteria della stazione o quando l'inquadratura passa attraverso il fondo di un bicchiere di latte che Peck sta bevendo, fino al finale con la mano che spara allo schermo) ed una sequenza indimenticabile, quella del sogno ideata da Salvador Dalì, purtroppo resa inefficace dal punto di vista tematico da un interpretazione quasi comica (la Bergman e il vecchio psichiatra lo interpretano in quattro e quattr'otto con tanto di blocchetto per le note in mano). Non mancano i temi cari al regista come l'uomo in fuga o il personaggio che si prende a cuore i problemi dell'amato (come in "Vertigo" o "Marnie"). Splendida Ingrid, un pò moscio il buon Gregory.
I veri capolavori psichiatrici saranno altri.

Leonardo76  @  22/07/2011 19:32:06
   6½ / 10
Un po' noioso a dire il vero

7219415  @  14/06/2011 00:06:53
   7 / 10
Mi ha un po' deluso...non tra i migliori del maestro...

Schizoid Man  @  11/06/2011 11:28:30
   7 / 10
Un uomo con problemi psichici, John Ballantine, è convinto di essere il responsabile della morte del dottor Edwards. Quando questi viene chiamato a dirigere un manicomio in sostituzione di un suo collega, Murchison, John assume l'identità del medico defunto e si presenta all'istituto al suo posto. Egli, però, è ossessionato dalla visione del bianco e delle linee parallele, che risvegliano in lui un trauma del suo passato. A causa di ciò, ben presto l'uomo comincia a dare evidenti segni di instabilità mentale che finiscono per rivelare la sua vera identità. La dottoressa Constance Petersen, che nel frattempo si è innamorata di lui, è convinta della sua innocenza, perciò quando la polizia cerca John per arrestarlo, lei lo persuade a scappare rifugiandosi nella casa di un suo vecchio professore, Brulov, il quale riuscirà, seppur a fatica, ad aiutare John a far luce sull'episodio che lo tormenta.
Lo spunto – un uomo ingiustamente accusato di omicidio deve dimostrare la propria innocenza – è lo stesso di tanti altri film del regista inglese: solo che in questo caso il tutto viene raccontato attraverso la lente della psicoanalisi. Peccato però che sia proprio questo il punto debole del film, forse anche a causa del fatto che Hitchcock non ha potuto osare quanto invece avrebbe voluto, cosa che ha finito col nuocere non poco sul risultato finale. La sceneggiatura (firmata da Ben Hecht e Angus Mac Phail) si destreggia con difficoltà nei meandri della psiche del protagonista, John Ballantine, al punto che lo scavo psicologico operato sullo stesso risulta un po' superficiale. Inoltre, c'è da dire che, sebbene la suspense non manchi, il ritmo appare eccessivamente lento. Oltre a ciò, convince poco la storia d'amore (alquanto mielosa) tra la Bergman e Peck, neanche lontanamente paragonabile a quella (struggente) che vedeva protagonisti la Bergman e Cary Grant nel ben più riuscito "Notorius".
Difetti a parte, trattandosi di Hitchcock non mancano, ovviamente, alcuni (isolati) pezzi di bravura che contribuiscono a rendere interessante il film: tra le cose da ricordare ci sono un paio di belle soggettive (Peck che beve il latte mischiato, a sua insaputa, col sonnifero; l'assassino che punta la pistola contro la Bergman, con il momento dello sparo filmato a colori), qualche piccolo saggio di suspense (come nella scena del biglietto infilato sotto la porta dello studio della dottoressa Constance, con i poliziotti che ci camminano sopra senza nemmeno accorgersene), nonché gustose caratterizzazioni di personaggi marginali (per esempio, lo sconosciuto che importuna la Bergman nella hall di un albergo).
"Io ti salverò", benché sia un'opera minore nella filmografia del grande Hitch, è passato comunque alla storia del cinema soprattutto per una scena: quella onirica che vede il dottor Edwards muoversi smarrito tra personaggi enigmatici e scenografie sinistre che creano un'atmosfera allucinante che inquieta profondamente. Una sequenza notevole, senza dubbio il momento più memorabile della pellicola, grazie anche – come appena detto – alle splendide scenografie, frutto del genio visionario di Salvador Dalì.
Secondo alcuni, tuttavia, tale scena non sarebbe stata girata da Hitchcock, ma da William Cameron Menzies, scenografo di pellicole del calibro di "Via col vento", ma anche regista di un piccolo cult del cinema di fantascienza, "Gli invasori spaziali". Quanto ai due interpreti principali, se Ingrid Bergman, nei panni della dottoressa Constance Petersen, donna che per amore è disposta a fare qualunque cosa pur di salvare il suo uomo, risulta convincente, non altrettanto si può dire di Gregory Peck, che, nel ruolo di un uomo afflitto da turbe mentali, appare decisamente troppo legnoso (come faceva saggiamente notare Truffaut nel suo illuminate libro-intervista ad Alfred Hitchcock), tanto da risultare inadatto al personaggio (al suo posto, sarebbe stato molto meglio Cary Grant, o anche James Stewart). La cosa migliore di "Io ti salverò", forse, è la splendida colonna sonora di Miklos Rozsa, meritatamente premiata con l'Oscar.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  31/05/2011 00:04:33
   8 / 10
"Io ti salverò" ha subito una pesante svalutazione nel corso degli anni, da parte della critica e di H. stesso. Personalmente lo ritengo un film godibilissimo. Pecca di qualche uscita teatraleggiante ed di una regia meno sofisticata del solito, ma in compenso vanta una storia accattivante e un cast di classe (con la presenza sempre gradita di Carroll).

guidox  @  27/12/2010 13:57:20
   8 / 10
anche questo film non ai livelli dei capolavori immortali del Maestro, ma che si piazza tranquillamente nella schiera di film da vedere assolutamente, specie se si apprezza la filmografia di Hitchcock.
oltre a questo, se si è anche estimatori dell'opera di Dalì, ulteriore interesse nasce grazie al suo intervento nella raffigurazione delle parti oniriche.
storia tutto sommato semplice, ma sviluppata come sempre in maniera sublime dal regista.

vehuel  @  25/10/2010 08:58:41
   7 / 10
Onestamente questo film non mi ha convinto a pieno. Nonostante la bravura degli attori che è indiscutibile, il finale un pò troppo scontato e semplicistico incrina la bella trama, basata su intrecci psicoanalitici, che aveva caratterizzato tutta la durata del film.

JOKER1926  @  18/10/2010 13:14:22
   6½ / 10
"Io ti salverò" è un thriller a sfondo psicologico di Alfred Hitchcock che tramite una narrazione intrigante cerca di infondere pillole di psicanalisi, notando l' antiquaria data di produzione del film (1945), il tutto risulta essere affascinante e specialmente molto audace, la pellicola, in linea di massima, non delude.

Alfred Hitchcock cura, come suo solito, la parte tecnica proponendo un fastoso lavoro tecnico riscontrabile nella fotografia, nelle inquadrature (ad esempio quella della pistola nel finale); attori in forma e inoltre "Io ti salverò". sul piano della sceneggiatura, a tratti entusiasma.
La storia è valida, psicoanalisi tirata in ballo in modo mirato, praticamente concetto enunciato per bene nella pellicola, niente banalità e niente genialità ma in linea di massima il lavoro della regia risulta essere assai compatto.

"Io ti salverò" regala in conclusione un bel finale, ma prima dell'epilogo doveroso segnalare le bellissime sequenze del sogno, si tratta di un grosso lavoro tecnico abbellito da scenari onirici, inquietanti, utopistici fonte di ispirazioni per altri registi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/12/2010 18.19.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  16/10/2010 17:27:57
   7½ / 10
Film parecchio interessante incentrato sulla psicanalisi e i disturbi della mente nella zona dei ricordi. Un cast a dir poco perfetto tiene incollato lo spettatore che sempre più vuol conoscere la verità. La sequenza finale ( con le spettacolari scene del sogno ) è davvero delle migliori che il regista abbia girato ( mi pare collaborò anche Salvador Dalì ) tuttavia nella parte centrale si perde un pò l'interesse. Ottimo lavoro ma non uno dei suoi migliori a mio avviso.

Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  @  02/09/2010 11:47:41
   9 / 10
Hitchcock è sempre Hitchcock, ci son pochi cavoli.
Uno dei film più straordinari e Appassionanti che mi sia mai capitato di vedere.
Son passati 65 anni ma la "forza"del film è rimasta intatta, ti prende e ti trascina con se come pochi sanno fare.
Tra l'altro adoro i film che trattano il tema riguardante la psiche umana, e quì è delineato ottimamente.
Ne consiglio la visione, ovviamente, agli amanti del regista(pochi tra quelli che lo adorano che non hanno visionato il film in questione)e a chi adora il genere.
Molto convincenti le recitazioni e curatissima la regia(fantastica la ripresa del"bicchiere di latte")
Devo anche dire che mi son sempre astenuto dal visionarlo in quanto l'annata me lo faceva passare per un film molto"datato"; inutile dire che mi sbagliavo enormemente.
CAPOLAVORO!!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  26/05/2010 16:43:01
   8 / 10
Ha bisogno di commenti? Un film bellissimo del maestro, bello come solo lui ne sa fare, una perla nella sua carriera!

DizionarioFilm  @  03/05/2010 00:05:55
   6 / 10
anche se da molti è ancora considerato un classico io penso che a distanza di tanto tempo, si possa tranquillamente dire che "Io Ti Salverò" sia un Hitchcock minore (ma già l'aveva intuito, all'inizio degli anni 60', Truffaut nella leggendaria intervista che fece a Hitchcock). è molto probabilmente il suo film invecchiato peggio; più che un Triller psicanalitico, è un giallo senza infamia e senza lode che usa la psicanalisi per far chiudere i conti alla fine del film. In compenso le scene oniriche fatte da Dalì sono suggestive... di fatto però, "Io Ti Salverò" non riesce completamente nel suo intento. Il maestro ci riuscirà semmai con "Marnie", quasi vent'anni dopo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  09/04/2010 16:22:15
   8 / 10
Hitchcock,anni dopo la sua realizzazione,sminuì Spellbound insieme a Truffaut criticandone l'effettiva forza e bellezza ("la solita caccia all'uomo camuffata da film pseudo-psicologico"),non del tutto a torto ma forse esagerando.

Per una volta il titolo scelto per il mercato italiano funziona come l'originale,forse di più rimarcando una frase della Bergman e poi quello che è l'andamento della protagonista in tutto il film,il suo desiderio di salvare un uomo in difficoltà di cui è innamorata,interpretato da un imbambolato (per esigenze di copione) Peck.
è il primo film che tratta esplicitamente di psicoanalisi,cosa che Hitchcock,precursore e innovatore come al solito,desiderava fare.
Il thriller si distingue per alcune scelte tecniche felici e riuscite,quella della pistola su tutte,ma per il resto non è niente di diverso dai film successivi a Rebecca pur essendo uno dei migliori.
Ma le sequenze del sogno,rappresentate graficamente da quel genio di Dalì,mettono tutto sotto una luce ancora migliore.
Musiche veramente molto belle e interessanti.
Forse si dilunga un pò troppo,ha una storia interessante che vista con l'occhio di oggi può risultare spesso banale,ma la maestria del regista e di Dalì rendono Io ti salverò veramente bello da vedere.

Pekisch  @  24/02/2010 17:31:26
   6½ / 10
Io adoro Hitchcock ma questo è uno dei film più scontati e banali che ha costruito. Le uniche parti di particolare intresse sono la tanto famosa sequenza del sogno fatta con Dalì, e la sua relativa interpretazione che permette la soluzione del film.

Dr.Orgasmatron  @  18/10/2009 01:16:28
   8½ / 10
Il thriller della psicoanalisi, il thriller del "bianco", il thriller con le sequenze oniriche di Salvador Dalì. Sfoggio di maestria come al solito di Hitchcock, anche se alcuni passaggi risultano spiccatamente banali. E' il primo dei tre film con la Bergman, forse quello meno bello, ma quando passa in tv non ce la faccio ad evitarlo

Gruppo COLLABORATORI julian  @  29/08/2009 18:20:13
   7 / 10
Uno dei meno interessanti del regista, lo dimostra anche il fatto che lui stesso, a distanza di anni, ne sminuì il valore, forse dopo essersi accorto di ciò che era capace di fare.
Peccato per questo voler insistere con la psicoanalisi che, lo dimostra anche Marnie, non ha mai dato i frutti sperati.

Drugo.91  @  21/06/2009 13:27:58
   8 / 10
forse non uno dei migliori film del regista, ma di sicura forza inventiva, poi le scenografie di Dalì valgono sicuramente una visione

Neu!  @  09/03/2009 19:16:20
   5½ / 10
uno dei film più sopravvalutati di Alfred Hitchcock e, lasciatemo dire, tranquillamente uno dei film più sopravvalutati degli anni 40'. le figure oniriche di Salvador Dalì saranno anche bellissime e suggestive, ma sono un caso a sè all'interno di questo film, che un film molto normale, con dialoghi molto razionali, e soprattutto con una spiegazione psicanalitica finale quasi comica, come qualche Whodunit di serie C; peraltro fredda come un ghiaccciolo, il che forse è anche peggio. Truffaut lo considerava uno degli Hitchcock meno interessanti. io sono con lui. la sceneggiatura poi contiene tremila passaggi a vuoto, e alcuni personaggi sono assolutamente anonimi. quel che deve far riflettere che un film così abbia in questo sito una media quasi al livello di capolavori come "La Finestra Sul Cortile" O "La Donna Che Visse Due Volte" e che abbia una media addirittura superiore a quella de "Gli Uccelli". mi sembra decisamente esagerato, anche se io avessi analizzato questo film troppo duramente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  10/02/2009 15:21:23
   7½ / 10
Bene bene, visto anche Io Ti Salverò. Ormai sulle cose positive dei film di Hitchcock posso solo ripetermi, però una cosa la noto: questa volta la regia mi è sembrata un po’ “meccanica”, artificiosa, nel senso che la narrazione è leggermente monotona e gli attori sono poco spontanei, troppo diretti. Comunque influisce poco su questo film interessante e dal risvolto particolare. Poi bellissime le sequenze oniriche disegnate da Dalì, degne di nota.
Ah già, il montaggio interno quando i protagonisti sciano non è venuto proprio bene…
Penso che di Hitchcock ho visto abbastanza ormai, i suoi film in qualche modo si assomigliano troppo…

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  28/11/2008 23:27:22
   8 / 10
Con “Io ti salverò” Hitchcock dimostra di essersi così bene inserito nell’ambiente americano da provare a reintrodurre alcuni dei suoi cavalli di battaglia stilistici del periodo inglese. La struttura portante della storia è infatti quella tipica di tanti film inglesi: un presunto colpevole che cerca di scappare dalla polizia – superficialmente convinta della sua colpevolezza – e allo stesso tempo di mettersi sulle tracce del vero colpevole. In questa spasmodica ed emozionante corsa ad ostacoli è accompagnato da una donna, la quale sfida tutto e tutti – comprese proprie battaglie interiori – per dimostrarne l’innocenza, non mollando fino in fondo. Inoltre, come nei film inglese, fa ritorno il lato ironico come nella scena dell’importunatore col sigaro o quella con il controllore della stazione.
A differenza dei primi film però qui la storia è più complessa e raffinata e anche più coinvolgente (c’è più incertezza), entrando più addentro nei meandri della psiche umana. Quello di rappresentare personaggi nevrotici e contorti è un gusto tipicamente americano ed ecco che allora Hitchcock decide di utilizzare anche il mezzo psichico per stimolare la suspence e la partecipazione nello spettatore. L’approccio in questo caso è diretto: la storia è ambientata in una clinica psichiatrica e spesso nel film si discute dei fondamenti “scientifici” della psicologia. Io ho avuto l’impressione che Hitchcock fosse piuttosto scettico verso questa branca scientifica o almeno sui principi teorici e pratici su cui si fonda. Tutta la vicenda che gira intorno alla casa di cura è trattata con molta ironia. Prima di tutto sembra che i pazienti non vengano assolutamente curati ma che anzi peggiorino nelle loro manie (la prima scena con la ninfomane con risvolti comici, l’episodio di quello che crede di avere ucciso il padre e poi uccide davvero una persona). Poi viene fuori che chi deve curare è forse più malato di chi viene internato (vedi il direttore della clinica). Insomma, siamo tutti preda di manie e nessuno si salva. Evidentemente non sempre sapere qual è l’origine del proprio male porta automaticamente alla guarigione.
Quindi per Hitchcock la psicologia e la mania di interpretare i sogni è solo un mezzo come un altro per imbastire un film, qualcosa di nobile da usare per intrattenere e divertire. Se questo era il suo intento, bisogna dire che ci è riuscito perfettamente. Per tutto il film l’attenzione e la curiosità non mollano mai la presa. Si può allora anche perdonare il vizio hollywoodiano di far nascere l’amore fra due persone con un semplice sguardo, anche perché permette ad attrici come Ingrid Bergman di dimostrare la loro splendida arte recitativa, dando vita in pratica a due personaggi diversi: uno prima e uno dopo il colpo di fulmine; entrambi rappresentati in maniera divina, anche se assecondati dalla solita cinepresa complice. Gregory Peck invece non riesce a recitare il suo personaggio in maniera convincente, a parte qualche bel sorriso o tenero sguardo.
Il film annovera anche alcune scene girate e concepite in maniera splendida, ad esempio quella della bevuta del bicchiere di latte o quella famosissima della pistola, in cui lo spettatore si identifica emotivamente con la vista di un personaggio. Peccato invece per la scena della discesa in sci, la peggior scena mai girata da Hitchcock che ho visto fino ad ora.

xxxgabryxxx0840  @  24/11/2008 15:44:39
   9 / 10
Superbo. Credo sia tra i migliori del maestro dopo i "mostri sacri" inarrivabili. In questa pellicola c'è tutto: grande regia del maestro che ci delizia di alcune scene impareggiabili, grande colonna sonora e grandissime le sequenze oniriche firmate in collaborazione con Dalì. Il film sulla psicoanalisi e sul "bianco" di Hitchcock a mio avviso è uno tra i più riusciti, anche se lo stesso regista non lo considerava grande. Magnifica la Bergman, molto buona la prova di Peck.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  16/06/2008 11:45:00
   8½ / 10
Solito sfoggio di tecnica da parte del Maestro, che stavolta si cimenta in un thriller psicoanalitico che, nonostante alcune macchinosità di sceneggiatura, tiene in sospeso fino alla fine ed offre alcune sequenze magistrali: dalla celebre scena del sogno, orchestrata da Salvador Dalì, alla ripresa del bicchiere di latte o della

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Ottima Ingrid Bergman, imbambolato come copione richiedeva Gregory Peck.

Max78  @  17/05/2008 16:10:46
   7 / 10
Questa volta Hitch non mi fà impazzire come al solito, questo thriller psicoanalitico a prima vista, può sembrare molto elaborato,in realtà si conclude un pò troppo semplicisticamente ,
tanto fumo e poco arrosto.

Buonissima la prova d'attori della Bergman e Gregory Peck.

Vale comunque la pena vederlo, per la riuscitissima collaborazione con Dalì, e perchè il maestro anche nelle pellicole meno riuscite denota una tecnica e una classe imparagonabili.

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/05/2008 17.39.09
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  18/03/2008 13:40:51
   7 / 10
Thriller psichiatrico assolutamente sottotono e lontanissimo dall'essere un capolavoro, secondo me è proprio per il tema trattato, lo dimostra il fatto che quasi 20 anni dopo, benchè con un Hitchcock in piena maturazione artistica e all'apice della sua carriera, benchè trattando la tematica psicologica come unico e solo elemento funzionale alla storia, girerà "Marnie", anch'esso non un capolavoro anche se decisamente migliore.
Il film si lascia tuttavia guardare, grazie alla presenza magnifica di Ingrid Bergman ed una bellissima colonna sonora; il maestro in quel periodo stava evolvendo, cercando di, e riuscendo a, creare suspense più con questo differente linguaggio cinematografico, rispetto ad una messa in opera di trovate più specifiche, trovate che comunque non mancano anche in questa pellicola.
Timoroso di aver contratto a mia volta l'ossessione per le linee parallele, ho voluto controllare con il ferma-immagine e sì, lo sparo è a colori.

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Ultima risposta 30/05/2008 16.11.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  24/01/2008 09:29:17
   7½ / 10
Due ottime interpretazioni per uno tra i film più psicanalitici del grande maestro del giallo.
Una buona dose di tensione e suspance ci tiene incollati allo schermo anche a distanza di qualche annetto e questo non è poco.
Non lo annovero tra i miei preferiti di Hitchcock ma è comunque sempre un piacere ri-vederlo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  30/09/2007 13:07:38
   8½ / 10
Film di grande costruzione formale. Il talento del regista inglese e la splendida fotografia danno a questo film un'aureola d'archivio di pregio.

Tuttavia è molto datato, la psicanalisi che viene proposta è schematica, con formule cliniche sintetiche che poco dicono delle complessità della psiche umana.

Esperimento fallito di trasporre sullo schermo teoremi psicanalitici in chiave spettacolare.

La psicanalisi, e le moderne teorie lo dimostrano, non può essere usata o maneggiata in una storia che deve incuriosire o divertire, è molto più complicata di quello che si pensa e assolutamente lontana da ogni forma di spettacolo

antocucs  @  03/09/2007 19:30:24
   9½ / 10
stupendo film psicologico del grande Maestro, stupende le scenografie del "SOGNO" opere d'arte create e allestite da il supremo artista Dali'.
Non il film migliore ma sicuramente tra i capolavori di Hitchcock.

Dick  @  28/07/2007 01:03:52
   8 / 10
Bel thriller godibile e coinvolgente.
Certo, c' è chi non lo mette tra i migliori del regista inglese ma francamente definirlo un dei peggiori è alquanto esagerato a mio parere. Poi uno la pensi come crede.

AKIRA KUROSAWA  @  20/07/2007 18:26:47
   8½ / 10
nn sono d accordo con chi definisce questo film del maestro hitchcock uno dei suoi peggiori, a me è piaciuto e anche molto.
per prima cosa i due protagonisti peck e bergman sono bravissimi e l oscar alla ingrid sarebbe stato piu che meritato a mio avviso.
la trama poi per me è bellissima, un giallo ricchissimo di suspance e intricato che si risolve , come nella maggior parte dei film di alfred, negli ultimi minuti, lasciando lo spettatore nella tensione piu assoluta.
la tecnica delle inquadrature è perfetta come al solito, alcune sequenze inoltre sono davvero memorabili, in particolar modo quella del sogno che per me è davvero da antologia.
bellissima la colonna sonora e anche la storia d amore.
a mio avviso tra i bellissimi di hitchcock.

fonterutoli  @  30/06/2007 18:37:04
   10 / 10
Non il meglio del grande hitichcock ma ti tiene incollato alla poltrona fino alla fine e dato che adoro i suoi film per lo stile e i personaggi ........

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/07/2007 01.06.15
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Crimson  @  27/02/2007 15:11:13
   7½ / 10
Uno dei film psicanalitici del regista, valorizzato dalla collaborazione con Dalì. Sicuramente vale almeno una visione soprattutto per la splendida sequenza onirica, ma a livello di sceneggiatura ne preferisco tanti altri.
Bella e tenera storia d'amore; qualche anticipazione del successivo capolavoro 'notorius' qua e là.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  21/09/2006 22:00:05
   8½ / 10
Non è una delle vette del cinema hitchcockiano, ma rimane senza alcuna ombra di dubbio un film splendido. Straordinarie le interpretazioni dei mostri sacri Peck e Bergman. In particolar modo è il primo a fornire un'interpretazione da Oscar (che stranamente non gli venne attribuito). "Io ti salverò" è ricco di virtuosismi e "colpi di tacco" del maestro inglese che confermano l'incredibile tecnica del più grande regista thriller di tutti i tempi. La fotografia è magistrale e la colonna sonora, di Miklos Rozsa, davvero molto suggestiva. Il finale, degno epilogo di un capolavoro, è tra i più belli mai visti.

clare  @  21/09/2006 21:10:37
   8½ / 10
Del regista è uno dei migliori. Bravi gli attori, avvincente la trama.

maybe  @  11/09/2006 09:38:32
   9 / 10
Il film hitchcockiano sulla psicoanalisi, forse il primo a trattare tale tema. Grande regia, grandi protagonisti, bravissimo anche il professore maestro della giovane dottoressa. Indimenticabile il sogno di Dalì e, tra le altre, l'inquadratura della pistola gigante.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  22/06/2006 14:48:54
   9½ / 10
Stupendo, tiene in tensione fino alla fine. Grandissimi i protagonisti. Imperdibile per chi ama la psicanalisi e...Dalì.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  10/05/2006 19:37:47
   7½ / 10
Altro bel film di Hitchcock. L'unica cosa che non mi ha convinto al 100% è il finale...

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Ch.Chaplin  @  26/02/2006 13:16:30
   9 / 10
eccellente, veramente eccellente..la scena del sogno è magistrale, grazie anke alla collaborazione d dalì..ingrid e gregory peck sn dei mostri d bravura cm al solito, e la suspense è all'apice nell'ultima mezzora..tiene spesso col fiato sospeso..è da vedere assolutamente..meglio d altri capolavori

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/11/2005 08:22:16
   7½ / 10
pensavo di averli visti tutti i migliori film di Alfred e in realtà mi sbagliavo...questo si avvicina ai grandi..un film diverso dal solito ma con 20 minuti finali davvero tra i piu belli e intensi che abbia mai visto...la parte del sogno lo rivista altre 5 volte al termine del film!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/05/2005 01:21:52
   7 / 10
Non sono d'accordo con tanto entusiasmo Non è tra i suoi film migliori, anzi è pesamente didascalico e la fotografia non rende giustizia allo script La storia è comunque interessante, probabilmente il film dove la psicanalisi gioca un ruolo superiore a qualsiasi altro film di Hitchcock Mi ricordo quando parlarono di un uomo che soffriva gli stessi sintomi del protagonista, e si è sentito male durante la proiezione Suppongo che proiettare nello spettatore angosce e patologie sia uno dei mezzi più efficaci del regista. Ho un ricordo vago del film, ma nessuno ha mai pensato di inserirlo tra i suoi capolavori

marco86  @  12/03/2005 17:45:49
   9 / 10
Un film veramente superbo sotto tutti i punti di vista.La regia del Maestro è come al solito impeccabile,in particolare nelle scene oniriche,in cui non è indifferente l'aiuto di Dalì.Indimenticabile anche il suicidio finale,così come la scena in cui Gregory Peck beve il latte col sonnifero.Bravissimi gli attori,soprattutto la bellissima Ingrid bergman.Notevoli pure le musiche,che non a caso hanno vinto l'oscar.

ziogiafo  @  09/12/2004 15:21:29
   10 / 10
ziogiafo - 2004

Fare una critica o un semplice commento, ai capolavori
del grande maestro inglese è sempre secondo me, un esitante azzardo.

"Io ti salverò", è un film imperdibile. Per gli amanti del genere poi,
è da collezionare. Magari nella versione su DVD rimasterizzata.
Tutto si svolge all'insegna della psicanalisi.
I due straordinari protagonisti, un fantastico Gregory Peck e una splendida Ingrid Bergman, si esibiscono in una delle loro migliori prestazioni.
Si assiste ad una vera e propria lezione di alta recitazione e di cinema d.o.c.
Il fascino del bianco e nero, gestito magistralmente da Alfred Hitchcock completa l'opera.

Cordialmente
ziogiafo

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  28/10/2004 09:44:25
   10 / 10
Un vero gioiello di suspence e psicanalisi.
Regia impeccabile e interpretazioni magistrali dei 2 protagonisti.
Una delle storie d'amore più intense della storia del cinema immersa negli eleganti colori del giallo hitchcockiano.
Purtroppo nella versione definitiva la sequenza del sogno realizzata da Dalì è stato fortemente tagliata, rimane comunque un film imperdibile per gli amanti del genere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/10/2004 09.56.48
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liu_mi  @  28/08/2004 11:09:05
   10 / 10
Una bella storia d'amore che si intreccia al classico tema dell'innocente perseguitato. Le sequenze del sogno, progettate da Dalì (mi spiace molto che siano state tagliate), e la presenza della Bergman ne fanno un film unico. Anche se, per ammissione del regista stesso, non è uno dei suoi film più riusciti, lo trovo molto bello, soprattutto la parte a casa del vecchio professore.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  26/08/2004 16:22:33
   9 / 10
Un Hitch psicoanalitico

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